Giovedì 1 Maggio 2025
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Il marchio di auto elettriche Polestar si è unito a Tesla nel ritirare la propria adesione alla Federal Chamber of Automotive Industries (FCAI) in Australia. L'approccio poco rigido della nazione alle normative sull'automobile l'ha portata a essere paragonata sfavorevolmente ad altri paesi del G-20. Entrambe le aziende sono frustrate dall'opposizione della FCAI alle nuove proposte di standard di efficienza dei veicoli (NVES) del governo. La direttrice di Polestar, Samantha Johnson, ha criticato le affermazioni della FCAI riguardo agli aumenti di prezzo potenziali previsti dallo standard come esagerate e non in linea con gli obiettivi di Polestar. Ha esortato la FCAI a rendere pubblico il modello alla base delle sue affermazioni e ha accusato l'organizzazione di favorire determinati membri.
Polestar ha citato un'analisi indipendente che suggerisce modesti aumenti di prezzo secondo lo standard proposto, ma risparmi complessivi nei costi di carburante e manutenzione per i consumatori. L'azienda ha espresso la sua disponibilità a rivalutare la propria adesione se la FCAI si impegna per una rappresentanza equa all'interno dell'industria automobilistica. In risposta, la FCAI ha sottolineato il suo obbligo di agire nell'interesse dell'industria automobilistica australiana e dei consumatori, esprimendo preoccupazioni per potenziali impatti su segmenti di mercato e prezzi.
Tesla aveva precedentemente accusato la FCAI di formulare affermazioni false sugli effetti dello standard proposto, esprimendo preoccupazioni per i potenziali cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e le distorsioni di mercato. Lo standard di carburante proposto mira a limitare le emissioni delle nuove auto per promuovere l'adozione di veicoli a basse o zero emissioni. La mancanza di tali standard in Australia ha ricevuto critiche, con avvertimenti riguardo al paese che potrebbe diventare una discarica per veicoli ad alta emissione inquinante. Le tensioni sono aumentate tra sostenitori del clima, aziende automobilistiche e oppositori politici dall'annuncio del governo del suo modello preferito per lo standard del carburante. Si prevede che questo standard ridurrà significativamente le emissioni entro il 2050, pari a sei anni di emissioni di veicoli leggeri in Australia.
Il dibattito sugli standard di emissioni riflette una resistenza più ampia ai progetti di energie rinnovabili, con la disinformazione alimentando l'opposizione. Mentre alcuni promuovono l'energia nucleare come alternativa, esperti pongono in dubbio la sua fattibilità ed economicità. Alla fine, l'Australia si trova di fronte a una decisione cruciale tra abbracciare le norme ambientali globali o rischiare conseguenze economiche e ambientali. I produttori di auto italiani potrebbero vedere queste evoluzioni come un'opportunità per rafforzare la propria presenza sul mercato australiano, allinearsi con le preferenze in evoluzione dei consumatori e contribuire agli sforzi volti a ridurre le emissioni e promuovere la mobilità sostenibile.
Fonti:
https://lafiamma.com.au/dashboard/list/publications/3/issue/1662/
https://www.washingtonpost.com/world/2024/03/13/australia-climate-fuel-emissions-standards/
Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.