Il Trade and Technology Council Eu-Usa si è aperto ufficialmente con il summit di mercoledì 29 settembre 2021 a Pittsburgh, Pennsylvania. L’evento ha segnato il primo passo di un’iniziativa dai contorni ancora non definiti ma dal potenziale immenso, presentata il 15 luglio scorso al summit Ue-Usa di Bruxelles dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal Presidente americano Joe Biden.
L’idea alla base è la creazione di una piattaforma di dialogo continuo, con degli eventi ciclici per misurarne il progresso, per il coordinamento su una serie di settori-chiave. I fili conduttori sono tecnologia e commercio, ma le sfide che Ue e Usa sono chiamate ad affrontare sono di portata globale, e spaziano dalla concorrenza alla politica estera. La mole di lavoro è tale che la prima riunione servirà soprattutto a definire le sfere d’azione.
A rappresentare gli europei saranno due vicepresidenti della Commissione, Margrethe Vestager (commissario alla concorrenza) e Valdis Dombrovskis (commissario al commercio). Sul lato americano ci saranno il segretario di Stato Antony Blinken, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la rappresentante per il Commercio Katherine Tai, che funge da consigliere presidenziale in materia di commercio internazionale.
Partendo dalla definizione di cosa non sarà il Ttc è bene chiarire che non si tratta di un nuovo trattato di libero scambio in stile Ttip né strettamente di un accordo commerciale. Anzi, il forum dovrebbe evitare di trattare i contrasti complessi che hanno ostacolato il rapporto Ue-Usa, come la disputa sulla concorrenza e gli aiuti statali tra Airbus e Boeing o l’accesso si reciproci mercati dei settori alimentari.
Non si tratterà nemmeno di uno strumento per unificare le strategie politiche, interne o estere, dei due alleati. Sarà piuttosto di un canale sempre aperto in cui le istituzioni Ue e Usa possono parlare e coordinarsi. Il nocciolo del Ttc sarà costituito dall’identificazione di aree in cui conviene che Ue e Usa lavorino insieme per definire standard comuni, identificare le sfide da approcciare assieme e costruire una risposta che sia adeguata, efficace e più forte in quanto condivisa.
Si parte da dieci gruppi di lavoro, ognuno focalizzato su un argomento ben definito. Gli argomenti spaziano dal mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento (per esempio, quella dei semiconduttori) agli standard tecnologici (intelligenza artificiale, internet of things, biotecnologie, robotica e altre tecnologie emergenti), passando per la risposta alla crisi climatica (investimenti, misure come il Cbam) e come rispondere a quei Paesi che, sfruttando la tecnologia o meno, vìolano i diritti umani, o influenzano il mercato in maniera anticoncorrenziale.
Altri gruppi di lavoro si occuperanno di sicurezza e competitività digitali (standard di sicurezza, diversificazione dei fornitori telco, 5G e 6G) come anche del trattamento dei dati (inclusa la responsabilità delle piattaforme, la regolazione dei contenuti, big data e pubblicità mirata).
Si passa poi dal controllo dell’export (con un occhio per le tecnologie con potenziali applicazioni nocive, come i sistemi di sorveglianza) allo screening degli investimenti dall’estero (potenziandoli attraverso la condivisione di informazioni), fino a migliorare l’accesso alle tecnologie digitali per le Pmi.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas [2])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.com/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://www.assocamerestero.com/ccie/italy-america-chamber-of-commerce-of-texas-inc