Notizie mercati esteri

Mercoledì 23 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Francia

IL MERCATO DELLE UOVA: LA DOMANDA È IN PIENA ESPANSIONE

Al momento dell’aquisto il consumatore francese pone molta importanza sulla provenienza delle sue uova. Difatti, si pensi che l’89% degli acquirenti considera l’origine nazionale come un criterio di qualità. Il logo "Oeufs de France" gioca un ruolo decisivo, influenzando positivamente il 75% dei compratori di uova fresche. 

Per quanto concerne la domanda economica, le vendite delle uova sono aumentate particolarmente, con uno slancio del 7,4% dal 2022, rispetto al 2024 (dati dei primi 8 mesi). Questa tendenza si crede sia dovuta a una maggiore consapevolezza verso la dieta vegetariana.

Inoltre, di rilevante è che tra gennaio e agosto 2024 i prezzi delle uova di galline allevate a terra sono diminuiti  del 2%. Codesto fatto è considerato una manovra “anti-scrisi”, perchè si suppone che il 71% dei francesi consideri le uova un prodotto essenziale nei periodi di crisi economica.

Con 14,9 miliardi di uova prodotte nel 2023, la Francia diventa il primo produttore europeo di uova. Tuttavia, il tasso di autosufficienza, sebbene sia fino al 99,1%, è ancora insufficiente per garantire un’autonomia sostenibile e mantenere le esportazioni regolari. Da puntualizzzare è che tra i maggiori importatori di uova, c’è l’Italia.

Invece, sul mercato, la vendita di prodotti ovicoli a base di uova di galline allevate in gabbia è diminuita, nel 2022 erano il 47% e il restante 53% erano uova provenienti da aziende “alternative” all’uso delle gabbie. Da questa tendenza, si prospetta che la filiera ovicola nel 2030 sarà composta dal 90% da sistemi alternativi alla gabbia.

TECH FRANCESE: UN ANNO E MEZZO DOPO L’APERTURA DEL CENTRO, ZOĪ GUADAGNA GIÀ DIVERSI MILIONI

La start-up francese Zoī offre dei check-up medici di lusso nel pieno centro di Parigi.  La missione è la seguente: proporre diversi test clinici senza dare l’impressione di essere una clinica medica. Molte persone sembrano apprezzare questo servizio: i due fondatori, Paul Dupuy et Ismaël Emelien (ex-consiliere di Emmanuel Macron), hanno dichiarato di seguire più di 2.000 membri.

Non a caso, il termine “seguire” è stato scelto dall’equipe perchè al paziente viene fornita una prima consulenza in loco e, successivamente, all’ottenimento dei risultati un coaching personalizzato. Queste prestazioni ammontano a 3.600€ fatturati per check-up. Economicamente l’azienda dichiara una ciffra d’affari di 5 milioni di € per il suo primo anno e, di rilevante, è che al momento del lancio aveva raccolto 20 milioni di € di finanziamenti individuali, record nel settore su scala europea.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)

Ultima modifica: Mercoledì 23 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Svizzera

La Svizzera amplia il proprio raggio di azione nel mondo della ricerca.

La Svizzera amplia il proprio raggio di azione nel mondo della ricerca.
La Confederazione, già attualmente membro di sette consorzi internazionali ERIC (European Research Infrastructure Consortium), ha siglato il proprio ingresso in altri quattro ERIC aggiuntivi, nei quali svolgeva già un ruolo di ruolo di osservatore.

Nel dettaglio si tratta di infrastrutture di ricerca internazionale che operano nei settori delle scienze ambientali (ACTRIS), della linguistica (CLARIN), della fisica delle astroparticelle (CTAO) e delle scienze sociali (ESS).

Si tratta di:
- Aerosol, Clouds and Trace Gases Research Infrastructure (ACTRIS ERIC)

- Common Language Resources and Technology Infrastructure (CLARIN ERIC)

- Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO ERIC)

- European Social Survey (ESS ERIC).

SI ampliano dunque anche le opportunità di cooperazione internazionale e di collaboriazione tra gli stati, sempre più impegnati nelle attività di sviluppo dell'Open innovation e della ricerca sui temi dell'innovaizone e della tecnologia. 

SVizzera e Italia si muoveranno quindi in maniera paritetica sul fronte della ricerca, mettando a fattor comune una serie di risultati che i Paesi potranno sviluppare poi in diversi contesti. 

La notizia completa qui: https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-st...

La Svizzera è il Paese più innovativo al Mondo

A dirlo è il Global Innovation Index 2024, pubblicato dalla World Intellectual Property Organization, agenzia statunitense che classifica i paesi più innovativi del Mondo utilizzando alcuni indici, tra i quali: 
- pubblicazioni scientifiche, 
- esportazioni high-tech
- spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PIL.

Da una prima analisi si potrebbe immaginare che la presenza negli USA delle sedi delle più grandi aziende tecnologiche del mondo, sancirebbe qui la prima posizione: non è così. 
Gli USA si posizionano al terzo posto. Il Paese più innovativo del mondo è la Svizzera.
Gli altri posti sono per la Svezia (secondo), Singapore (quarto), UK (quinto).
Si scopre che è la Confederazione Elvetica, è al primo posto al mondo per le domande di brevetto rispetto al PIL.  La Svizzera ha inoltre università di prim'ordine e forti legami tra queste e le imprese, sviluppando così R&D di altissimo livello e strettamente correlato alle necessità del mondo produttivo. A differenza degli Stati Uniti, la Svizzera ha anche bassi livelli di debito pubblico e il suo governo spende soldi con attenzione ma riesce ancora a offrire assistenza sanitaria e istruzione universali di alta qualità. 
Il primo posto della classifica la Svizzera lo conquista anche grazie a continui investimenti in infrastrutture e ad un'economia altamente diversificata. 
Una dentizione da non sottovalutare per tutti coloro che svolgono attività legate all’innovazione e che sono alla ricerca di partner strategici di altissima qualità. 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Singapore

Le esportazioni domestiche non petrolifere di Singapore (NODX) sono aumentate del 5,4% su base annua nel marzo 2025

Le esportazioni domestiche non petrolifere di Singapore (NODX) sono aumentate del 5,4% su base annua (YoY) nel marzo 2025, rallentando rispetto alla crescita del 7,6% registrata a febbraio, secondo i dati di Enterprise Singapore. Sia i prodotti elettronici che quelli non elettronici hanno contribuito a questo incremento.

Nel complesso, le NODX sono cresciute del 3,3% nel primo trimestre del 2025.

La forte domanda da parte dei principali mercati regionali ha contribuito alla performance di marzo, con Taiwan, Indonesia e Corea del Sud che si sono distinte come le principali destinazioni di crescita. Tuttavia, le esportazioni verso la Cina hanno registrato un calo.

Le NODX verso Taiwan sono aumentate del 45,7%, spinte dalla crescita di macchinari specializzati (+92,5%), strumenti di misura (+93,2%) e circuiti integrati (+18,0%). Le esportazioni verso l’Indonesia sono rimbalzate con un incremento del 63,0%, invertendo il calo del 5,4% di febbraio, grazie soprattutto a strutture navali, computer personali e oro non monetario. La Corea del Sud ha registrato un aumento del 21,6% delle NODX, sostenuto da macchinari (+28,2%), strumenti (+220,1%) e circuiti integrati (+67,0%). Anche le riesportazioni non petrolifere (NORX) sono aumentate del 5,5% su base annua a marzo, rallentando rispetto alla crescita del 12,7% di febbraio, con risultati positivi sia per i prodotti elettronici che per quelli non elettronici.

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Singapore)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Turchia

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-TURCHIA. I dati dell’Agenzia ICE sul primo bimestre del 2025

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nei primi due mesi dell’anno l’interscambio è stato pari a USD 4,251 mld, registrando un decremento del 13,2% rispetto all’analogo bimestre del 2024. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia si sono contratte del 20,4% (USD 2,175 mld), mentre le importazioni sono diminuite del 4,2% e si sono attestate a USD 2.076 mld. La bilancia commerciale mostra un leggero saldo positivo per l’Italia di USD 96,950 mln.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il quinto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti) e il quarto cliente (dopo Germania, Stati Uniti e Regno Unito). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,8% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane.

In ambito UE, l’Italia si colloca in seconda posizione in termini di interscambio, preceduta solo da Berlino (USD 7,467 mld) e seguita da Parigi (USD 3,296 mld) e Madrid (USD 2,866 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Nei mesi gennaio-febbraio 2025, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “ferro e acciaio” (+70,6% sul primo bimestre del 2024 e in volume pari a USD 79,5 mln) e dai prodotti farmaceutici (+51,6% e in volume pari a USD 60,383 mln); in calo, invece, l’export di “pietre preziose e semi preziose, metalli preziosi, perle e bigiotteria”, seconda voce del nostro interscambio con USD 334,7 mln (-40,6%, dopo un biennio di crescita a tripla cifra). In termini assoluti, la principale voce del nostro export nei primi due mesi del 2025, sono stati i “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in calo però del 28,7% rispetto al 2024, con un valore di USD 361,7 mln.

La dinamica dell’export turco mostra invece un aumento alla voce “rame e articoli in rame” (+69,7%) e “frutta” (+28,2%). In calo gli acquisti italiani di “combustibili minerali e oli minerali” che si sono contratti del 23,7% e di “ferro e acciaio “ (-10,5%). Gli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 430,9 mln con volumi scesi però del 24%.

I FLUSSI IDE. I dati YASED di gennaio 2025

Secondo i dati diffusi il 12 marzo scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE in Turchia nel mese di gennaio 2025 è stato pari a USD 1,4 mld, con un marcato incremento del 65% rispetto all’analogo mese del 2024.

Il dato degli IDE in Turchia nel mese in esame comprende USD 934 mln in capitale azionario, USD 132 mln da vendite immobiliari a residenti stranieri, e USD 356 mln tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 8 mln.

Nel primo mese dell’anno il settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso ha attirato USD 670 mln, collocandosi al primo posto con il 72% degli afflussi totali di IDE seguito dal settore finanziario e dei servizi assicurativi con USD 83 mln.

A gennaio 2025, con una significativa quota pari al 65% del totale degli IDE, il Kazakistan occupa il primo posto nella classifica dei dieci principali investitori in Turchia, precedendo Stati Uniti (7%), Svizzera (6%), Germania e Paesi Bassi (4%).

Grazie alla performance registrata a gennaio la quota degli IDE dei Paesi dell’Asia centrale e Caucaso sale 69% del totale degli IDE mentre la quota del blocco UE si attesta al 12% del totale dei flussi in entrata.

COMMERCIO ESTERO DELLA TURCHIA. L’ultimo rapporto sul primo bimestre del 2025

Secondo i dati diffusi il 27 marzo scorso da Turkstat in collaborazione con il Ministero del Commercio, nei primi due mesi del 2025 le esportazioni e le importazioni sono ammontate rispettivamente a USD 41,921 mld e USD 57,235 mld; se per le prime, rispetto a gennaio-febbraio 2024, si è registrata una crescita del 2%, per le seconde l’aumento invece è stato del 5,9%.

Sempre nell’intervallo in osservazione, il deficit commerciale della Turchia è cresciuto del 18,2% (15,314 mld) mentre il rapporto di copertura tra esportazioni e importazioni è sceso di 2,9 punti percentuali, attestandosi di conseguenza al 72,8%.

Per quanto attiene invece ai dati diffusi dal Ministero del Commercio, nel primo bimestre del 2025, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati quelli di Germania (USD 3,470 mld), Stati Uniti (USD 2,565 mld), Regno Unito (USD 2,525 mld), Italia (USD 2,076 mld) e Iraq (US 1.977 mld).

Relativamente alle importazioni, nei primi due mesi del 2025, i primi Paesi fornitori sono stati Federazione Russa (USD 8,261 mld), Cina (USD 7,628 mld), Germania (USD 3,997 mld), USA (USD 2,699 mld) e Italia con 2,175 miliardi di dollari.

TURISMO. I dati del Ministero della Cultura e del Turismo nei primi due mesi del 2025

Stando ai dati presentati dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 21 marzo, nel primo bimestre del 2025 la Turchia ha accolto 4.343.060 visitatori stranieri, riportando un leggero incremento rispetto ai mesi gennaio-febbraio del 2024.

Nei primi due mesi dell’anno Istanbul ha accolto il 58,12% dei visitatori stranieri (2.524.119 presenze), seguita da Edirne con il 10,73% e 465.931 presenze. Segue, con un numero inferiore, Antalya con l’8,58% e 372.453 presenze.

In termini di provenienza geografica, nei due mesi in osservazione, i turisti iraniani (10,68% del totale) si sono collocati al primo posto con 463.865 presenze, seguiti da russi (371.344 presenze), tedeschi (330.070 presenze) e bulgari con 316.072 presenze.

Gli italiani che si sono recati per turismo in Turchia nei mesi di gennaio e febbraio 2025 invece sono stati 80 mila (1,85% del totale), con un aumento delle presenze di circa il 40% rispetto al primo bimestre precedente.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Serbia

La Serbia è ancora tra i primi paesi al mondo per quota di carbone nella produzione di energia elettrica

Nel 2024, la Serbia ha prodotto il 62,9% della sua energia elettrica dal carbone, il che la colloca tra i paesi con la più alta percentuale di utilizzo del carbone nella generazione di elettricità, secondo i nuovi dati annuali del centro di ricerca Ember. Sulla base dei dati degli ultimi due anni, la Serbia occupa il quinto posto, con una quota di carbone maggiore solo in Botswana, Mongolia, Sudafrica e India, secondo quanto riportato dal portale Klima101.

La maggior parte dell'energia elettrica rimanente proviene da centrali idroelettriche, mentre la quota del gas e del vento come fonti energetiche è molto inferiore, e l'energia solare è appena visibile, con una partecipazione dello 0,1%. Circa lo 0,2% dell'elettricità è stato prodotto da bioenergia e da altre fonti fossili. Questo mix energetico è relativamente stabile da decenni. La combustione del carbone rappresenta circa due terzi dell’elettricità prodotta, motivo per cui la Serbia è tra i paesi europei con le più alte emissioni di gas serra per unità di elettricità prodotta. Negli ultimi 20 anni, la quota del carbone nella produzione di energia elettrica in Serbia oscilla tra il 60% e il 73%.

Anche se la media annuale attuale è leggermente inferiore rispetto a 20 anni fa, la Serbia è notevolmente indietro rispetto ai paesi della regione che hanno già avviato la transizione energetica e l’abbandono del carbone, come la Romania, la Grecia o la Macedonia del Nord. Tuttavia, la Serbia sta facendo i primi passi significativi nella transizione energetica, il che potrebbe cambiare il panorama nei prossimi anni.

All’ultima asta, il Ministero delle Miniere e dell’Energia ha assegnato 645 MW di nuova capacità da fonti eoliche e solari, con l’obiettivo di assegnare un totale di 1.300 MW entro la fine del 2026. Si tratta di contratti con prezzi garantiti per gli investitori e sono al momento i progetti di nuova costruzione più concreti nel paese.

Allo stesso tempo, secondo i piani attuali, la Serbia dovrebbe raggiungere 3,5 GW di capacità eolica e solare entro il 2030, ovvero un aumento multiplo rispetto alla capacità attuale.

Come si è evoluto l’ecosistema delle startup in Serbia nel 2024 e cosa ci si aspetta per il 2025?

L’ecosistema globale delle startup nel 2024 è stato dinamico, con numerose aziende che hanno avuto un impatto significativo sul mercato. In confronto, in Serbia solo poche startup hanno registrato una crescita importante, mentre il numero complessivo di startup nelle fasi iniziali è continuato ad aumentare.

Secondo il rapporto "Startap skener", l’ecosistema dell’innovazione serbo ha registrato una crescita continua, con oltre 300 nuove startup negli ultimi due anni. Tuttavia, questa rapida espansione ha portato a una diminuzione della maturità dell’ecosistema, evidenziando la necessità di migliorare i meccanismi di supporto esistenti e crearne di nuovi, come riportato da icthub.rs.

Nel corso del 2024, in linea con l’anno precedente, le startup serbe hanno attratto investimenti importanti a livello individuale, ma ancora insufficienti nel complesso rispetto ad altri ecosistemi sviluppati. Questi investimenti hanno permesso lo sviluppo delle idee, l’espansione dei team e l’internazionalizzazione di molti prodotti. Tuttavia, l’attività d’investimento è stata molto più contenuta rispetto agli anni precedenti, in particolare se si confronta con il 2021.

Le industrie che hanno attratto il maggior numero di investimenti sono rimaste simili: le startup nell’ambito dell’intelligenza artificiale, le FinTech e quelle legate alla ristorazione.
Oltre agli investimenti, ci sono stati cambiamenti nella struttura dei programmi di supporto alle startup.

Si nota un trend di aumento dei fondi messi a disposizione come forma di supporto. Alcuni programmi sono stati avviati, mentre altri sono terminati negli ultimi 12 mesi. Alcuni hanno sostenuto le loro ultime coorti di startup nel 2024 e il loro futuro rimane incerto.

Cosa ci si aspetta dall’ecosistema delle startup serbo nel 2025?

Sulla base dei risultati finora ottenuti e del trend globale dell’innovazione tecnologica, le aspettative per il 2025 sono alte e si articolano in diversi ambiti:

Crescita del numero di nuove startup
Il continuo aumento annuale di nuove startup dimostra un crescente interesse per l’imprenditorialità e l’innovazione. Nuovi team e idee portano energia e diversità all’ecosistema, elementi fondamentali per uno sviluppo sostenibile.

Risultati significativi delle startup in fase di scaling
Le startup che hanno superato le fasi iniziali potrebbero ottenere importanti successi nel prossimo anno. Il loro successo potrebbe dare visibilità all’intero ecosistema, attirando nuovi investimenti, partner e talenti.

Miglioramento dei programmi di supporto
Il supporto tramite programmi, incubatori, acceleratori e mentoring rimane essenziale. Si prevede non solo il loro proseguimento, ma anche un miglioramento in linea con gli standard globali e le esigenze locali.

Coinvolgimento crescente delle grandi aziende
Le grandi imprese stanno diventando parte attiva dell’ecosistema, offrendo partnership strategiche. Ci si aspetta che questa sinergia cresca, favorendo l’innovazione e offrendo alle startup accesso a risorse, mercati e competenze.

Adattamento ai trend globali
Con l’evoluzione rapida del settore tecnologico, adattarsi ai trend globali è essenziale. L’ecosistema serbo continuerà a implementare soluzioni basate su intelligenza artificiale, automazione e sostenibilità, aumentando così la propria competitività a livello globale. Parallelamente a ciò, l’attenzione dell’Europa sulla sostenibilità e la decarbonizzazione sottolinea la necessità di un pensiero responsabile e a lungo termine. Le startup che riusciranno a combinare innovazioni tecnologiche con modelli di business sostenibili saranno in grado non solo di rispondere alle attuali esigenze del mercato, ma anche di plasmare il futuro dell’economia globale.

Applicazione avanzata dell’intelligenza artificiale
Con una previsione di crescita del mercato globale dell’AI del 38% nel 2025, secondo ICT Hub, uno dei trend chiave sarà l’adozione continua dell’intelligenza artificiale in diversi settori – dalla sanità e l’istruzione fino all’industria e la pubblica amministrazione.

Il nuovo regolamento garantisce la qualità del pellet sul mercato serbo

È stato pubblicato il Regolamento sui combustibili solidi da biomassa legnosa, che stabilisce che sul mercato serbo potrà essere venduto esclusivamente pellet di alta qualità, conforme agli standard previsti dall'Unione Europea.

"Questo è il risultato di mesi di negoziati con gli operatori economici e rappresenta un passo importante verso il miglioramento della qualità e della sostenibilità nel mercato energetico nazionale. Con l'adozione del regolamento, vogliamo preservare la competitività dell'industria del pellet in Serbia, un buon esempio di collaborazione tra Stato e settore privato", ha dichiarato Dubravka Đedović Handanović, ministra delle Miniere e dell'Energia con mandato tecnico.

Il regolamento sui combustibili solidi da biomassa legnosa disciplina per la prima volta in modo sistematico la qualità del pellet e dei bricchetti sul mercato, introduce standard tecnici e analisi di laboratorio obbligatorie, definisce le regole per la valutazione della conformità e l’etichettatura dei prodotti, e prescrive il controllo dei parametri che influenzano la salute e l’ambiente. I produttori e gli importatori di combustibili legnosi dovranno effettuare controlli di qualità e fornire una dichiarazione di conformità prima dell’immissione sul mercato.
Il regolamento entrerà in vigore tra tre mesi, durante i quali sarà costituito un organismo che effettuerà controlli, verificherà la conformità e intraprenderà le opportune azioni correttive, se necessario.

Invito alla presentazione di proposte progettuali nell’ambito del Programma Interreg VI-A IPA Bulgaria – Serbia 2021 – 2027

Il Ministero per l’Integrazione Europea della Repubblica di Serbia ha recentemente pubblicato un invito alla presentazione di proposte progettuali nell’ambito del Programma Interreg VI-A IPA Bulgaria – Serbia 2021 – 2027, all’interno della Priorità 1 – Una regione transfrontaliera competitiva, con l’obiettivo specifico di: “Promuovere la crescita sostenibile e la competitività delle piccole e medie imprese, nonché la creazione di nuovi posti di lavoro nelle PMI a carattere d’investimento, incluse le iniziative produttive.”

L’invito mira a stimolare investimenti in soluzioni innovative, processi produttivi migliorati, aumento dell’efficienza energetica e sviluppo dell’economia circolare. Verrà inoltre promossa l’internazionalizzazione delle imprese attraverso strategie di marketing e l’accesso a nuovi mercati.

Il fondo totale stanziato per questo invito ammonta a 5.634.599 euro (contributo UE + 15% di cofinanziamento da parte delle PMI). L’importo della sovvenzione per progetto va da 200.000 a 400.000 euro (incluso il cofinanziamento), ovvero da 50.000 a 200.000 euro per azienda, con un periodo di attuazione compreso tra 12 e 24 mesi. La scadenza per la presentazione delle proposte è l’11 giugno 2025.

I beneficiari ammissibili, ovvero i potenziali partner del progetto, sono micro, piccole e medie imprese (PMI), nonché imprenditori che rispettano gli standard internazionali di rendicontazione finanziaria, registrati (non oltre il 31/12/2021) e attivi nella regione transfrontaliera di Bulgaria e Serbia. Il progetto deve includere un partner PMI da ciascun Paese (Serbia e Bulgaria) che collaboreranno pienamente, rispettando integralmente i criteri di ammissibilità del Programma, dettagliatamente descritti nel documento Guidelines for Applicants.

L’intero pacchetto di documentazione per la candidatura è disponibile al seguente link: https://ipa-bgrs.mrrb.bg/en/term/10/node/133

L’interscambio commerciale della Serbia, Febbraio 2025

Secondo i dati dell'Ufficio statistico serbo, nel periodo gennaio-febbraio 2025 la Serbia ha:

- esportato merce per un valore di 4.675,10 milioni di euro, con una riduzione del 0,60 % rispetto a gennaio dell'anno scorso;

- importato merci per 6.435,00 milioni di euro, con un aumento del 9,00% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Gli scambi complessivi delle merci sono stati pari a 11.110,10 milioni di euro, con un aumento del 4,70% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Espresso in euro, il deficit è di 1.759,80 milioni, con un aumento del 47,00% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La copertura delle importazioni rispetto alle esportazioni è del 72,70% ed è minore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando era del 79,80%.

L’interscambio commerciale è stato maggiore con i paesi con i quali la Serbia ha firmato accordi di libero scambio. Gli Stati membri dell'UE rappresentano il 56,10% dell’interscambio totale. L’Italia è stata il quarto cliente (257,50 milioni di euro) ed il terzo fornitore (429,70 milioni di euro) della Serbia, nonché uno dei principali investitori stranieri nel Paese.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Corea del Sud

Crisi del settore display in Corea: Cina conquista quote di mercato, LG e Samsung cedono impianti LCD

Il settore dei display in Corea del Sud sta affrontando una crisi a causa della crescente concorrenza da parte delle aziende cinesi, che stanno guadagnando quote di mercato nel settore LCD e OLED. LG Display e Samsung Display hanno recentemente ceduto i loro impianti di produzione LCD a CSOT, un'azienda cinese, segnando un ritiro significativo dal mercato. La situazione è aggravata dalla crescente dipendenza delle aziende coreane dai fornitori cinesi, che stanno influenzando i costi e la competitività. La fonte di queste informazioni è Metro 경제. La crisi del settore dei display potrebbe avere ripercussioni significative sull'economia coreana, data l'importanza di questi prodotti per le esportazioni nazionali

 

Spazio: Corea del Sud sigla accordi con Italia e Uzbekistan al 2025 Space Symposium

La Corea del Sud ha siglato un accordo di cooperazione spaziale con l'Italia e l'Uzbekistan durante il 2025 Space Symposium a Colorado Springs. L'agenzia spaziale sudcoreana ha discusso di esplorazione spaziale e sviluppo di satelliti, rafforzando la sua presenza internazionale. L'accordo con l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) prevede collaborazioni in vari settori, tra cui l'osservazione della Terra e la navigazione satellitare. La notizia è stata riportata da newsis.com. Questa iniziativa rappresenta un passo significativo per la Corea del Sud nel rafforzare le sue relazioni con paesi leader nel settore spaziale, come l'Italia, contribuendo a progetti congiunti e scambi tecnologici.

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Argentina

Argentina: Termine delle Restrizioni Valutarie (CEPO)

È stata pubblicata la Comunicazione “A” 8226, in vigore da lunedì 14/4/2025, e il Decreto 269/25, che adeguano il regime dei movimenti valutari per l’importazione ed esportazione di beni e servizi, eliminando inoltre le restrizioni all’acquisto di dollari da parte di privati.

Ecco i principali punti da evidenziare:

Importazioni: Pagamento tramite MULC (Mercato Unico Libero di Cambi)

• Importazione di beni strumentali (beni capitali):
30% anticipato
50% a vista (per documenti di imbarco)
20% a partire dalla registrazione dello sdoganamento.

• Importazioni effettuate da MiPyME:
A vista (contro documenti di imbarco). Solo per merci spedite a partire dal 14/4/25 (esclusi i beni di lusso).

• Importazioni effettuate da soggetti non MiPyME:
A partire dalla registrazione dello sdoganamento. (Esclusi i beni di lusso)

• Importazioni di servizi:
A partire dal momento della prestazione del servizio. Solo per servizi prestati a partire dal 14/4/25.

• Importazioni di servizi tra imprese collegate:
A partire da 90 giorni dalla data di prestazione del servizio. Solo per servizi prestati a partire dal 14/4/25.

Le dichiarazioni giurate (DDJJ) di accesso al MULC continueranno ad avere una validità di 90 giorni prima e 90 giorni dopo l’accesso per le operazioni con titoli, ma si inizieranno a contare a partire dall’11/4/2025.

Altri aspetti da considerare: eliminazione delle restrizioni per l’acquisto di dollari
• È previsto che le banche possano consentire l’accesso al mercato dei cambi alle persone fisiche residenti, senza necessità di previa autorizzazione della Banca Centrale della Repubblica Argentina, per l’acquisto di valuta estera a fini di detenzione o per la costituzione di depositi. Se l’operazione avviene con addebito su conto corrente del cliente presso entità finanziarie locali, non vi sono limiti. Se effettuata in contanti dal cliente, non potrà superare l’equivalente di USD 100 al mese, complessivamente tra tutte le entità.

Esportazioni:
È stato abrogato il Programma di Incremento delle Esportazioni, che consentiva la liquidazione delle esportazioni con un tasso di cambio misto (80% ufficiale e 20% CCL o "dólar blend"). Le liquidazioni avverranno esclusivamente tramite il mercato unico dei cambi.

Il Ministro dell’Economia ha inoltre annunciato:
• Fluttuazione controllata del dollaro tra $1.000 e $1.400 (+/-1% mensile).
• Nuovi strumenti (obbligazioni BOPREAL) per affrontare i passivi ereditati.
• È consentito il pagamento dei dividendi a partire dagli utili relativi agli esercizi iniziati dal 01/01/2025.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana nella Repubblica Argentina)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - USA

Significativa crescita dell’agroalimentare italiano negli Stati Uniti: dati 2024

A partire dal 2020, il settore agroalimentare italiano ha registrato un trend di crescita costante e significativo, confermandosi uno dei principali protagonisti del commercio internazionale con gli Stati Uniti. I risultati più recenti, relativi all’anno 2024, evidenziano performance particolarmente positive.

Secondo i dati ufficiali del U.S. Department of Commerce, l’Italia ha conquistato nel 2024 il terzo posto nella classifica globale dei Paesi esportatori verso gli Stati Uniti per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, con un incremento del 17,1% rispetto all’anno precedente.

Tra le categorie più importati notiamo il vino, con un valore di 2.253,2 milioni di dollari, e l’olio d’oliva, che ha raggiunto 1.051,2 milioni di dollari. Seguono, in ordine di importanza, prodotti simbolo della tradizione culinaria italiana come la pasta, i formaggi e numerose altre specialità gastronomiche. Questi numeri confermano l’elevata qualità, autenticità e riconoscibilità del Made in Italy agroalimentare a livello internazionale.

Particolarmente rilevanti sono i dati relativi allo stato della Florida, che si conferma una delle aree strategiche per la distribuzione e il consumo di prodotti italiani negli Stati Uniti. Nel 2024, infatti, le importazioni totali di beni italiani in Florida hanno raggiunto il valore record di 3,95 miliardi di dollari, con una crescita dell’1,5% rispetto al 2023, consolidando così un trend positivo che prosegue da oltre cinque anni.

All’interno di questo quadro, il settore agroalimentare ha fatto registrare un risultato eccezionale, con un aumento del 28% rispetto al 2023. Le importazioni di prodotti italiani nel comparto food & beverage sono infatti passate da 319 milioni di dollari a 557 milioni, segnando una crescita percentuale superiore rispetto alla media nazionale statunitense per lo stesso settore.

Infatti, nel 2024 in Florida notiamo in particolare diversi prodotti del Made in Italy: il vino si conferma il principale prodotto agroalimentare italiano importato in Florida, con 252,7 milioni di dollari e una crescita del 9% rispetto al 2023. Seguono le acque minerali, in forte espansione con 69,1 milioni di dollari (+146%), e i liquori, che raggiungono 44,9 milioni di dollari (+39%).

Ottima performance anche per l’olio d’oliva, con 49,5 milioni di dollari (+99%), mentre i prodotti da forno e a base di cereali si attestano a 52,9 milioni di dollari, in lieve crescita dello 0,4%.

Questi dati confermano la forza del marchio Italia negli Stati Uniti e rappresentano un’opportunità strategica per le imprese italiane del settore agroalimentare, che continuano a esportare qualità, tradizione e innovazione.

Fonti: ITA Miami e US Department of Commerce

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast, Inc.)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Spagna

Madrid in testa alla classifica degli investimenti esteri in Spagna, con 24.705 milioni di euro, il 67% del totale nazionale.

Il contesto attuale degli investimenti internazionali rimane complesso a causa della persistente incertezza economica e finanziaria, anche se le previsioni indicano un possibile miglioramento nel 2025. Il controllo normativo degli investimenti rimane rigoroso in diverse economie e le tensioni geopolitiche, tra cui la guerra in Ucraina, i conflitti in Medio Oriente e i risultati delle elezioni negli Stati Uniti, continuano a generare conseguenze significative sui flussi di investimento.

Nonostante ciò, secondo i dati del Registro degli Investimenti recentemente aggiornati, i flussi di investimenti produttivi lordi ricevuti da Madrid nel 2024 sono stati pari a 24.705 milioni di euro. Si tratta del secondo miglior risultato storico dal 1993, superato solo dall'eccezionale cifra del 2018.

Gli investimenti ricevuti nel 2024 sono, in attesa di eventuali aggiunte nei successivi aggiornamenti del Registro, superiori del 44% a quelli registrati l'anno precedente. Sono anche superiori di oltre il 20% alla media dell'ultimo decennio (20.130 milioni all'anno tra il 2015 e il 2024) e alla media degli ultimi cinque anni (19.979 milioni all'anno).

È importante in ogni caso tenere presente che i dati del 2024 includono per la prima volta una nuova voce di investimento, il finanziamento infragruppo, che non era riflessa nelle cifre degli anni precedenti. Gli investimenti ricevuti dalla Comunità di Madrid nel 2024 includono 19.532 milioni di euro di investimenti in capitale e patrimonio, il 79% del totale, e 5.172 milioni di euro di finanziamenti infragruppo, il restante 21%.

Se si esclude la nuova voce, l'aumento dei flussi produttivi lordi ricevuti dalla Comunità di Madrid nel 2024 rispetto al 2023 è del 13,6%.

Ancora una volta, la Comunità di Madrid è in testa alla ricezione di flussi a livello nazionale, sia in termini globali che considerando entrambe le voci (investimenti in capitale e patrimonio e finanziamenti infragruppo). Madrid è stata la destinazione del 67,1% dei flussi ricevuti in Spagna nel 2024. Seguono a distanza la Catalogna (4.923 milioni, 13,4%), la Comunità Valenciana (1.105 milioni, 3,0%), i Paesi Baschi (1.069 milioni, 2,9%), l'Aragona (912 milioni, 2,5%) e l'Andalusia (837 milioni, 2,3%).

Le cifre della regione di Madrid nel 2024, così come quelle nazionali, continuano a mostrare un volume di acquisizioni insolitamente basso (12,8%). È importante tenere presente, in ogni caso, che negli ultimi anni la voce “altre espansioni” include operazioni notevoli che possono corrispondere a dotazioni a società madrilene per una successiva acquisizione, una modalità di investimento che ha acquisito importanza negli ultimi anni e che spiegherebbe in parte il suo grande peso sul totale. Nel 2024, questi altri ampliamenti rappresentano il 61,8% dei flussi ricevuti a Madrid, mentre i nuovi investimenti, comprese le operazioni brownfield e greenfield, concentrano il restante 25,4%, con il loro miglior record in termini assoluti dal 2018.

Regno Unito, Stati Uniti, Norvegia e Francia guidano gli investimenti a Madrid nel 2024.

Per quanto riguarda l'origine degli investimenti, intendendo come paese di origine l'ultimo paese in cui si esaurisce la catena di proprietà, nel 2024 nella Comunità di Madrid spiccano gli investimenti provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Norvegia e Francia.

Così, nel 2024, il Regno Unito si posiziona come il principale investitore nella regione, con 9.747 milioni di euro (39,5% del totale), grazie all'operazione di Zegona in Vodafone nel settore delle telecomunicazioni (quasi 5.000 milioni registrati nel secondo trimestre) e ai forti investimenti in servizi di informazione (2.515 milioni, prevedibilmente legati all'operazione di Cinven su Idealista in Portali web), Servizi tecnici di ingegneria (647 milioni) e Attività di call center (333 milioni).

Seguono gli Stati Uniti, con un totale di 3.231 milioni investiti nell'anno (13,1%), tra cui spiccano gli investimenti in servizi tecnici di ingegneria (965 milioni), in attività immobiliari (635 milioni), in metallurgia (267 milioni) e in ingegneria civile (246 milioni).

Nel 2024 la Norvegia raggiunge il suo maggior volume di investimenti nella Comunità di Madrid, con 1.594 milioni di euro (6,5% del totale), concentrati interamente nella fornitura di energia, legati all'acquisto della filiale rinnovabile del gruppo Elecnor, Enerfin, da parte della società statale Statkraft.

La Francia si colloca al quarto posto, superando anch'essa la soglia di 1.500 milioni di euro investiti nell'anno (1.559 milioni, 6,3%), con forti investimenti nel settore della fornitura di energia elettrica (844 milioni) e dei servizi finanziari (305 milioni).

Anche le filiali di società spagnole all'estero (1.327 milioni), Svezia (1.152 milioni, presumibilmente legati all'acquisto dell'Università Europea da parte del fondo EQT nel settore dell'istruzione), Messico (848 milioni) e Paesi Bassi (687 milioni) sono stati notevoli investitori a Madrid nel 2024.

Telecomunicazioni, fornitura di energia e servizi informatici si distinguono a livello settoriale

Dal punto di vista settoriale, alcune delle operazioni precedenti determinano i settori più importanti dell'anno: le Telecomunicazioni assorbono il 20,7% dei flussi produttivi lordi ricevuti nel 2024 a Madrid (5.122 milioni), seguite dalla Fornitura di energia elettrica (15,0%, 3. 701 milioni), Servizi di informazione (10,7%, 2.637 milioni), Servizi tecnici di architettura e ingegneria (6,6%, 1.628 milioni), Formazione (6,0%, 1.484 milioni) e Attività immobiliari (6,0%, 1.483 milioni).

Un'altra novità introdotta dal Registro nel 2024 è la differenziazione per tipo di investitore a Madrid. Secondo questi dati, il 49% degli investimenti ricevuti nella regione nel 2024 corrisponde a investimenti da parte di società, davanti agli investimenti effettuati da istituzioni di investimento collettivo privato (35,7%), da fondi di investimento pubblici o sovrani (7,9%) o da persone fisiche (7,8%).

Come anticipato in precedenti rapporti, alcune delle grandi operazioni annunciate negli ultimi due anni sono state progressivamente inserite nei dati del Registro. Tuttavia, c'è ancora un volume significativo di investimenti legati ad alcune grandi operazioni a Madrid che non si riflette ancora nelle cifre del Registro (ad esempio l'acquisto di Dorna da parte di Liberty Media, per oltre 4.000 milioni; l'OPA su Applus, per oltre 1.000 milioni; l'acquisto del 50% di Globeducate da parte della francese Wendel - 1.000 milioni -, ecc.). Insieme alle grandi OPA e acquisizioni che si stanno risolvendo attualmente, in alcuni casi in attesa di autorizzazione, queste operazioni possono avere un impatto significativo sui futuri aggiornamenti dei dati del Registro.

Fonte: Madrid Investment Attraction

Data center in Spagna: investimenti record e nuove aree geografiche nel mirino

Il rapporto Data Centers Snapshot elaborato da Colliers, che analizza il mercato dei data center nella penisola iberica nell'ultimo semestre, mostra una notevole crescita di questo mercato per tutto il 2024. Con oltre 1 miliardo di euro di transazioni, lo scorso anno è stato raggiunto in Spagna un livello storico di investimenti in questo tipo di attività. Tra le transazioni più rilevanti vi sono l'acquisizione di Nabiax da parte di Aermont Capital e quella di Adam Ecotech da parte del fondo CVC DIF.

Negli ultimi 6 mesi, la penisola iberica ha aumentato del 20% la pipeline di nuovi progetti di data center confermati, con un ruolo di primo piano di Barcellona e altre regioni come l'Estremadura, la Cantabria o Valencia, anche se i cosiddetti RFS (Ready for Service nel gergo del mercato) per il 2028 rimangono piuttosto stabili.

Negli ultimi 6 mesi, Madrid ha mantenuto stabile la sua capacità attuale e futura a 792 MW IT, mentre Barcellona ha registrato una crescita significativa, fino a 275 MW IT, pari a un aumento del 38% rispetto al semestre precedente. Durante questo periodo, la città di Barcellona ha registrato importanti transazioni, come l'acquisizione di Adam Ecotech da parte di CVC DIF, quella di AQ Compute da parte di Bain Capital o quella di Bitnap da parte di Templus. Inoltre, il governo catalano ha annunciato un quadro strategico per promuovere l'implementazione di Data Center nella regione, a dimostrazione della fiducia delle istituzioni nel mercato per promuoverne la crescita.

Da parte sua, l'Aragona si distingue per la portata dei progetti annunciati, con una potenza IT prevista di oltre 1.800 MW IT nel prossimo decennio. AWS, Microsoft e Azora sono alcuni degli operatori che hanno comunicato nuove espansioni nella regione. Gli investimenti in Aragona sono veicolati principalmente attraverso i PIGA (Progetti di Interesse Generale Autonoma), a dimostrazione anche del sostegno dell'amministrazione autonoma a questo tipo di progetti.

Secondo Colliers, il mercato dei data center in Spagna deve affrontare importanti sfide per sincronizzare l'energia disponibile con la crescente domanda. L'adozione di nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale, sta aumentando significativamente la densità per rack nei data center. Negli impianti destinati a questo tipo di servizi, si prevede che tale densità aumenterà da 3 a 5 volte, superando in alcuni casi i 60 kW per rack, il che si traduce in maggiori esigenze di capacità energetica.

La saturazione della rete elettrica a Madrid e Barcellona ha portato gli operatori a esplorare nuove sedi per lo sviluppo di Data Center, dove l'accesso al suolo e all'energia non sia un fattore limitante. Pertanto, altre regioni come Valencia, Cantabria ed Extremadura, che hanno registrato un aumento del 43% nella pipeline di data center nell'ultimo semestre, stanno acquisendo importanza grazie alla loro buona connettività, alla disponibilità di terreni a prezzi accessibili, all'accesso alle energie rinnovabili e alla vicinanza ai cavi sottomarini.

 

Prospettive

Nel 2024 il mercato dei data center nella penisola iberica ha mostrato segni di maturità. Immobiliari, fondi infrastrutturali, imprese edili o servizi pubblici hanno puntato su questa tipologia di attività date le attuali prospettive di crescita.

Il mantenimento di questo trend di crescita, che si riflette in un investimento previsto di oltre 8 miliardi di euro in Spagna entro il 2026, dipenderà principalmente da tre fattori: l'ammontare dell'investimento e la velocità di esecuzione del nuovo Piano Quinquennale di Redeia, attualmente in ritardo, lo sviluppo e l'adozione di nuove tecnologie di IA per mitigare i possibili rischi di obsolescenza nei progetti di data center attualmente pianificati e l'accesso a manodopera qualificata, soprattutto in nuove sedi al di fuori di Madrid e Barcellona”, commenta José María Guilleuma, Direttore dei Data Center di Colliers.

Man mano che il mercato matura e più progetti entrano in funzione, i rendimenti dovrebbero muoversi in un intervallo simile a quello che stiamo vedendo nei FLAP, riflettendo questa crescita sostenuta e l'elevata fiducia nel mercato dei data center. Inoltre, gli investitori stanno cercando di entrare prima nella catena del valore, il che significa che nel 2025 assisteremo a un aumento delle transazioni greenfield, sia nel mercato retail che in quello della colocation. Anche se le sfide di questo settore sono numerose, per ora nulla sembra frenare lo sviluppo inarrestabile dei data center nella penisola iberica”, conclude Gonzalo Martín, direttore del Capital Markets di Colliers.

Fonte: colliers.com

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025
Martedì 22 Aprile 2025

Notizie dai mercati esteri - Germania

La logistica in Germania: il cuore pulsante del commercio Europeo e il ponte strategico con l’Italia

La Germania, situata nel cuore dell'Europa, rappresenta un punto nevralgico per il commercio internazionale grazie alla sua posizione geografica strategica, che la rende un crocevia tra nove Paesi europei. Con un fatturato di oltre 327 miliardi di euro nel 2023, il settore logistico tedesco è uno dei più grandi al mondo, rappresentando una colonna fondamentale dell'economia globale.

Le sue moderne infrastrutture, tra cui porti, autostrade e ferrovie, permettono al Paese di connettersi facilmente ai mercati globali e di servire come accesso principale ai 500 milioni di consumatori dell'Unione Europea.

Le imprese tedesche godono di vantaggi strategici grazie alla posizione centrale della Germania, che facilita l’accesso non solo ai mercati europei, ma anche a quelli del resto del mondo. Inoltre, l’industria beneficia di incentivi governativi per la ricerca e l'innovazione, creando un ambiente fertile per le soluzioni logistiche più avanzate. La solida base di ricerca tecnologica e la formazione altamente specializzata fanno della Germania un leader nelle soluzioni logistiche innovative, con oltre 3,5 milioni di persone impiegate nel settore nel 2023, a testimonianza della sua importanza economica e strategica.

L’interscambio Italia-Germania: un modello di collaborazione

Il commercio tra Italia e Germania è un esempio perfetto di alleanza economica forte e crescente. Nel 2023, la Germania rappresentava circa il 12-14% delle esportazioni italiane, mentre l'Italia costituiva uno dei principali partner commerciali per la Germania. I principali settori di scambio includono macchinari industriali, automobili, prodotti alimentari e beni di lusso come la moda e il design, con un volume totale di scambi che ha superato i 100 miliardi di euro nel 2022.

Il flusso di merci tra i due paesi è facilitato principalmente dal trasporto su gomma (75-80% del volume totale), grazie alla rete autostradale ben sviluppata. Tuttavia, il trasporto ferroviario sta guadagnando terreno, in particolare attraverso il corridoio ferroviario del Brennero, che collega il nord Italia con la Germania, rappresentando un’alternativa più ecologica per le merci pesanti e a lunga distanza.

Il corridoio ferroviario del Brennero: un ponte verde e strategico per il commercio

Il corridoio ferroviario del Brennero, che collega Verona a Monaco di Baviera attraversando le Alpi, è una rotta logistica cruciale per il trasporto di merci tra Italia e Germania. Nel 2022, sono state trasportate circa 10 milioni di tonnellate di merci, con un aumento del traffico intermodale. Grazie ai continui miglioramenti infrastrutturali e all'uso di treni a basse emissioni alimentati da energia rinnovabile, il corridoio sta diventando sempre più sostenibile ed efficiente. La sostenibilità è al centro dell’evoluzione del settore logistico, con la Germania che adotta tecnologie verdi come veicoli elettrici e treni a basse emissioni.

 Iniziative simili stanno emergendo anche in Italia, come nel porto di Trieste, dove si investe in navi ecologiche e infrastrutture verdi, riducendo l'impatto ambientale e ottimizzando il trasporto intermodale.

Ultima modifica: Martedì 22 Aprile 2025