Dal punto di vista delle relazioni internazionali l’obiettivo principale di fine mandato del presidente Moon è quello di firmare assieme al governo del Nord la fine ufficiale dello stato di belligeranza fra le due Coree; un avvenimento di per sé di immenso valore storico. Tuttavia, sebbene sia già stato dichiarato che i governi di Seoul e Washington abbiano già redatto una bozza del testo del trattato di pace, le prospettive di successo restano basse poiché il trattato di per sé non offrirebbe una garanzia allo stop dello sviluppo di armi nucleari al nord e comunque la Corea del Nord non ha ancora preso azioni concrete per dimostrare una genuina intenzione di firmare il trattato di pace. Proprio l’incognita sul nucleare, assieme al ruolo che la Cina avrebbe nel processo di firma del trattato di pace, è uno dei principali motivi che vede una buona parte dell’opinione pubblica contraria al progetto portato avanti dal presidente Moon che viene anche accusato dall’opposizione di essere troppo “idealista” ed accondiscendente nei confronti del regime del Nord. Da rilevare, nonostante la politica di apertura verso la Cina (il primo paese di destinazione dell’export coreano) portata avanti con decisione da Moon durante tutto il suo mandato, una crescente avversione dell’opinione pubblica coreana verso il paese vicino, ormai giunto ai minimi storici di gradimento. I motivi di questo fenomeno vanno cercati nelle continue, per quanto pretestuose, rivendicazioni da parte cinese sulla “non coreanità” a favore di una “origine sinica” di importanti elementi della tradizione storica e culturale coreana; nonché le continue ingerenze cinesi nella questione nordcoreana, il protezionismo economico applicato dalla Cina per colpire l’export coreano verso il paese, le continue violazioni territoriali dei pescherecci cinesi che si recano illegalmente a pescare in territorio coreano e che stanno recando ingenti danni ai pescatori coreani e non per ultimo la pandemia da Covid-19). Da segnalare anche il deteriorarsi delle relazioni economiche e politiche con il Giappone, anche esse giunte ad uno dei loro minimi storici, causate sia da motivi di competizione economica (come la scelta del governo di Tokyo del blocco dell’export nipponico in Corea di materiali per i semiconduttori) che per avvenimenti legati al periodo dell’imperialismo nipponico (in primis le comfortwomen e la sovranità coreana su Dokdo).
I due favoriti per la presidenza alle prossime elezioni; Yoon Suk-yeol del partito d’opposizione “Potere dei Cittadini” e Lee Jae-myung del “Partito Democratico” del quale fa parte l’attuale presidente Moon, sebbene Lee non sia considerato un appartenente alla frangia pro-Moon.
I principali punti della politica estera che Lee Jae-myung vuole portare avanti in caso di vittoria sono: un “pragmatismo fondato sulla ricerca dell’interesse nazionale” (partendo dal lavoro svolto dall'amministrazione Moon, la sua politica verso il Nord include la creazione di una "economia di pace" nella penisola coreana; ovvero progetti che prevedano uno sviluppo economico cooperativo fra nord e sud in vista della riunificazione.), il giocare un ruolo guida nei rapporti fra Stati Uniti e Corea del nord (un approccio alla questione nucleare nordcoreana che prevede un allentamento graduale delle sanzioni con il punto fermo che le sanzioni sarebbero immediatamente ripristinate se la Corea del Nord non manterrà le sue promesse di denuclearizzazione.), una diplomazia bilanciata nella rivalità USA-Cina (secondo Lee non c'è motivo di limitare lo spazio di manovra della Corea scegliendo la Cina, il suo principale partner commerciale, o gli Stati Uniti, il suo alleato politico e storico. Sottolinea che una diplomazia competente dovrebbe mirare a far sì che sia Washington che Pechino cerchino una più stretta cooperazione con Seoul.) e un approccio duale con il Giappone (ovvero la speranza di riuscire a creare un rapporto veramente permanente di interscambio fra Corea e Giappone ma allo stesso tempo rimaendo vigile sull’atteggiamento del Giappone verso le dispute territoriali e storiche). Per Yun Seok-yeol invece i punti principali sono: rafforzare l’alleanza strategica fra Corea e USA (Yun allineerebbe più esplicitamente la Corea del Sud agli Stati Uniti, respingendo la cosiddetta “ambiguità strategica” del governo Moon), aumentare la deterrenza verso la Corea del Nord (propone una più stretta collaborazione con gli Stati Uniti nel mantenimento delle sanzioni alla Corea del Nord, rinviando la cooperazione economica intercoreana ad una fase di effetti progressi nel processo di denuclearizzazione del Nord. Attualmente si oppone anche alla politica di Moon di ottenere la dichiarazione di porre formalmente fine alla guerra di Corea senza prima ottenere risultati concreti nella denuclearizzazione), la ricerca di politiche volte ad aprire e riformare la Corea del nord (aprire linee rosse di comunicazione trilaterale tra Corea del Sud, Stati Uniti e Corea del Nord e fornire assistenza umanitaria incondizionata alla Corea del Nord) migliorare i rapporti con il Giappone rafforzando la fiducia reciproca ed il mutuo interesse (anche rafforzando la cooperazione militare fra i due paesi).
Fonte: https://bit.ly/3rflA6h [2]
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea [3])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.com/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
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[3] https://www.assocamerestero.com/ccie/italian-chamber-of-commerce-korea