Quattro lavoratori autonomi su dieci in Corea stanno valutando la possibilità di chiudere le loro attività a causa del rallentamento delle vendite provocato delle rigide regole di distanziamento sociale applicate per lungo tempo dal governo durante la pandemia da coronavirus.
Secondo il sondaggio condotto dalla Federation of Korean Industries (FKI), 500 persone che gestiscono ristoranti, negozi al dettaglio e altre attività di servizi, il 40,8% ha affermato che sta valutando la possibilità di chiudere la propria attività.
Tra gli intervistati, il 30,7% ha espresso preoccupazione per la debole risposta dei consumatori poiché la pandemia continua a influenzare la loro attitudine verso i consumi. Il 28,2% ha citato il calo delle vendite e dei profitti come motivo principale. Il 22.9% ha citato le rigide regole di distanziamento sociale e le limitazioni agli orari di apertura. Il 17,8% ha citato l’insufficienza dei ristori governativi e d il conseguente l'aumento degli oneri derivanti dai prestiti.
I piccoli commercianti e i lavoratori autonomi sono stati la categoria più duramente colpita dalle regole di distanziamento sociale e soprattutto dai limiti agli orari di apertura delle attività messi in atto dal governo per combattere la pandemia.
Il governo prevede di mantenere almeno fino al 6 febbraio il coprifuoco alle 21 per ristoranti e caffè, aumentando al contempo il limite dei commensali a sei dagli attuali quattro.
Fonte: https://bit.ly/35aix87 [2]
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea [3])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.com/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://bit.ly/35aix87
[3] https://www.assocamerestero.com/ccie/italian-chamber-of-commerce-korea
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