Giunge impellente la richiesta della Consigliere Federale Karin Keller-Sutter che chiede una soluzione chiara per la gestione del tema telelavoro: l’obiettivo è di raggiungere un accordo duraturo tra Italia e Svizzera. Sostiene l’urgenza anche Stefano Modenini, direttore di Aiti, che chiede una linea di intesa con Roma, facendosi anche portavoce delle richieste provenienti dalle aziende ticinesi e dal personale italiano coinvolto nel problema.
Nei giorni scorsi, Aiti e la Camera di Commercio Cantone Ticino, unitamente al Consiglio di Stato Ticinese, hanno siglato un protocollo che è stato inviato a Roma con la richiesta di apertura di un tavolo urgente che metta sotto la lente di ingrandimento il problema. Il bandolo della matassa dovrà essere trovato entro e non oltre il 31 dicembre, data di scadenza dell’attuale accordo che fissa la possibilità di svolgere attività in telelavoro per il 40% del tempo (2 giorni).
Una norma approvata durante la pandemia che consente ai frontalieri di lavorare da casa due giorni a settimana senza incontrare problemi fiscali e previdenziali.
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(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera [3])
Collegamenti
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