Lo scorso 18 novembre, la Presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Sen. Stefania Craxi, si è recata in missione ad Ankara, su invito del Presidente della Commissione Esteri del Parlamento turco Fuat Oktay, per una serie di consultazioni politiche con le controparti turche.
La Senatrice Craxi ha incontrato presso il complesso della Grande Assemblea Nazionale Turca i Presidenti delle Commissioni Esteri, Difesa, del gruppo di amicizia interparlamentare Italia-Turchia, e il capo della delegazione turca presso l’Assemblea Parlamentare della NATO. La Presidente ha inoltre incontrato il Ministro della Difesa Nazionale Güler e il Vice Ministro degli Esteri Bozay.
Al centro degli incontri le eccellenti relazioni bilaterali in ambito politico, economico, commerciale, culturale e l’intensificazione del dialogo politico sui principali dossier internazionali.
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nei primi dieci mesi del 2024, l’interscambio tra Italia e Turchia è stato pari a USD 26,122 mld, registrando un incremento del 5,2% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2023. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono aumentate del 27,4% (USD 15,585 mld), mentre le importazioni sono cresciute del 2,8% e si sono attestate a USD 10,537 mld. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per l’Italia di USD 5,048 mld.
Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il quarto fornitore (dopo Cina, Russia e Germania) e il quinto cliente (dopo Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Iraq). Le esportazioni italiane costituiscono il 5,5% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 4,9% delle importazioni complessive italiane.
In ambito UE, l’Italia si colloca in seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 39,283 mld) e seguita da Parigi (USD 18,632 mld) e Madrid (USD 15,942 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.
Nei primi dieci mesi del 2024, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di pietre preziose e semi preziose, metalli preziosi, perle e bigiotteria (+365,3%); in calo, invece, l’export di autoveicoli, trattori e parti di ricambio (-20,2%) e di materie plastiche (-10,2%). In termini assoluti, la principale voce del nostro export si conferma dall’inizio del 2024 quella delle pietre preziose e semi preziose, metalli preziosi, perle e bigiotteria (che supera per la prima volta i 4,5 mld di USD), mentre la voce “macchinari e apparecchiature meccaniche” risulta essere ancora in calo del 7,9% rispetto ai primi dieci mesi del 2023, con un valore di USD 2,5 mld.
La dinamica dell’export turco mostra invece un marcato aumento della voce “ferro e acciaio” (+100%) e frutta commestibile e scorze di agrumi o meloni (+60%). In calo gli acquisti italiani di combustibili e oli minerali (-36,22%), di macchinari ed apparecchiature meccaniche (-12,2%), e degli indumenti ed accessori di abbigliamento a maglia che si sono contratti del 24,6%. Gli autoveicoli, trattori e parti di ricambio si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 2,506 mld (+9,3%).
Secondo i dati diffusi il 12 novembre scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE in Turchia nel periodo gennaio-settembre 2024 è stato pari a USD 7,67 mld, con un aumento dell’8% rispetto all’analogo periodo del 2023.
Il dato degli IDE in Turchia nell’intervallo in esame comprende USD 4,3 mld in capitale azionario, USD 2,2 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri, USD 1,6 mld tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 500 mln.
Nei primi nove mesi del 2024, con una quota pari al 19% del totale degli IDE, i Paesi Bassi occupano il primo posto nella classifica dei dieci principali investitori in Turchia, precedendo la Germania (12%) e gli Stati Uniti (11%).
Secondo i dati diffusi il 28 novembre scorso da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nei primi dieci mesi del 2024 le esportazioni e le importazioni turche sono ammontate rispettivamente a USD 216,2 mld e USD 282,5 mld. Rispetto al 2023, per le prime si è registrata una crescita del 3,1% mentre per le seconde si è avuta una contrazione del 7,2%.
Nei mesi gennaio-ottobre 2024 è stato riportato un deficit complessivo di USD 65,8 mld, in diminuzione del 30,1% se comparato all’analogo intervallo del 2023.
Nei mesi in osservazione, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati: Germania (USD 17,9 mld), USA (USD 13,4 mld), Regno Unito (USD 12,5 mld), Iraq (USD 10,7 mld) e Italia (USD 10,5 mld).
Relativamente alle importazioni, nel periodo gennaio-ottobre 2024, i primi Paesi fornitori sono stati Cina (USD 37,4 mld), Federazione Russa (USD 35,5 mld), Germania (USD 22,2 mld), Italia (USD 15,6 mld) e Stati Uniti (USD 13,5 mld).
Da gennaio a ottobre di quest’anno la Turchia ha accolto 47,3 milioni di visitatori, secondo i dati presentati lo scorso 22 novembre dal Ministero della Cultura e del Turismo. Si rileva un incremento del 7,03% rispetto all’analogo intervallo del 2023. Su base mensile, nel mese di settembre, il numero di presenze dall’estero ha fatto segnare un +4,64% rispetto all’anno passato.
Nei mesi gennaio-ottobre, Istanbul ha accolto il 33,3% dei visitatori stranieri (15.768.951), seguita da Antalya con il 32,2% e con 15 milioni di presenze; con un numero inferiore vi sono poi Edirne, Muğla e Izmir.
In termini di provenienza geografica, nell’arco dei primi dieci mesi del 2024, i turisti russi si sono collocati al primo posto (6,2 milioni di presenze), seguiti da tedeschi e britannici.
Gli italiani che si sono recati per turismo in Turchia nel periodo gennaio-ottobre 2024 invece sono stati oltre 600 mila (1,16% del totale), con un marcato aumento delle presenze di circa il 19,13% rispetto all’analogo intervallo del 2023.
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