Notizie dai mercati esteri - Svezia

Notizie dai mercati esteri - Svezia
Giovedì 22 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Svezia

La Svezia nella promozione di un’alleanza tra clima ed economia

La piantagione degli alberi è un’iniziativa green comune. L’utilità di tale pratica deriva dal noto processo di fotosintesi clorofilliana che permette alla pianta l’assorbimento dell’energia della luce solare poi utile per trasformare l’anidride carbonica contenuta nell’aria in nutrimento per la pianta stessa, sotto forma di zuccheri. Dunque, siffatto scambio risulta del tutto naturale ed evita all’anidride carbonica rimossa dall’atmosfera di alimentare l’effetto serra, principale causa dell’alterazione climatica. Consegue un’equazione alquanto elementare secondo cui meno alberi sono presenti sul suolo terrestre, più CO2 vi è in atmosfera, quindi temperature più alte ed un clima sempre più in squilibrio.

Alla luce di tali premesse è chiaro come l’attività di deforestazione praticata nella Repubblica Federale del Brasile, nelle parti dell’Amazzonia, sia un problema non di poco conto. Gli effetti disastrosi di tale processo di disboscamento, avviato a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso - principalmente per permettere l'allevamento intensivo e lo sfruttamento del territorio per fini agricoli, minerari o legato al mercato del legname –, si propagano all’intero pianeta. Essendo il problema di natura globale, l’interesse ad una rapida risoluzione (sebbene parrebbe più consono l’utilizzo della locuzione “pronta ed efficace risoluzione”, dal momento che risulta difficile pensare che gli effetti legati a fenomeni naturali su larga scala possano davvero mostrare i propri risvolti positivi in tempi “rapidi”), nonché il contributo pratico per un pronto intervento sono di responsabilità mondiale e non possono essere relegati a quella (tenace) parte della comunità locale dello Stato brasiliano impegnata costantemente a combattere tale deleteria attività.

In prima linea anche la Svezia. La Banca Mondiale ha recentemente emesso un green result bond da 225 milioni di dollari; tra gli investitori vi è infatti anche il fondo pensione svedese AP2 (che presta poco più di 100 milioni di corone svedesi). L’obbligazione ha una scadenza di nove anni e vuole finanziare un progetto di piantagione di alberi (tramite l'acquisto di terreni agricoli ovvero una collaborazione con i proprietari terrieri della zona) in quelle parti dell’Amazzonia colpite dalla deforestazione. Il successo di tale iniziativa green deriverebbe da un successivo processo di vendita e acquisto dei benefici climatici (crediti di carbonio) apportati dagli alberi piantati (principalmente da parte di Microsoft che si è impegnato ad acquistarne una grande parte).

La natura dell’investimento realizza un ragguardevole punto di unione tra economia ed emergenza climatica giacché risponde ad esigenze contrapposte: promuove investimenti responsabili, dando l’opportunità di sostenere progetti che contribuiscono a un futuro più sostenibile, ma non sacrifica i rendimenti, rendendo al contempo possibile una redditività finanziaria.

«Valutiamo che investendo in questo prodotto otterremo un buon ritorno e allo stesso tempo faremo uno sforzo per il clima, la diversità biologica e i diritti umani». Così Ole Petter Langeland, responsabile della gestione degli interessi presso AP2.

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Alla ricerca di nuove tecnologie per abbassare il livello di anidride carbonica nell’atmosfera

«Credo che la rimozione del biossido di carbonio abbia il potenziale per svilupparsi in uno dei principali mercati mondiali delle materie prime». Così Fredrik Ekström, presidente del consiglio di amministrazione del Nasdaq Stockholm, nonché capo del consiglio di Puroearth, start-up finlandese -di cui il Nasdaq è proprietario di maggioranza dal 2021- che funge da centro di sicurezza per i crediti di carbonio e verifica e monitora i prodotti scambiati.

Pare che cresca rapidamente il nuovo mercato per la riduzione del biossido di carbonio: secondo gli analisti, il suo enorme potenziale risiede nell’ottima capacità dei c.d. crediti di carbonio (e quindi la decarbonizzazione) di raggiungere, in prospettiva, il medesimo status dei mercati globali delle materie prime per gas e petrolio; la “Tesla del settore”, così vengono chiamati. Insomma, l’entusiasmo per la promozione di questo nuovo mercato non manca: tra le prime aziende svedesi, Stockholm Exergi (tra i cui clienti emergono Microsoft e Meta) propone di investire tali somme con l’obiettivo ultimo di catturare le emissioni di anidride carbonica (derivanti dalla combustione della biomassa) e immagazzinare quest’ultima in pozzi vuoti di gas e petrolio nel Mare del Nord, così da abbassarne il livello nell’atmosfera. Tuttavia, per quanto le aziende siano disposte a pagare un prezzo elevato per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, mancano ancora grandi impianti capaci di concretizzare tale nuova tecnologia. Infatti, in Svezia, pare che Stockholm Exergi, nonostante abbia già ottenuto il lascia passare del tribunale per costruire un impianto svedese su vasta scala in grado di procedere allo stoccaggio dell’anidride carbonica, abbia intenzione di voler attendere un sostegno statale (dal momento che l’investimento, il più grande finora effettuato dall’azienda, si aggira intorno ai 5 miliardi di corone svedesi). Benefattore principale? Il clima; questa nuova tecnologia si propone infatti come un’iniziativa “rivoluzionaria” sulla strada per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Effettivamente, secondo l'azienda, un tale impianto avrebbe il potenziale di ridurre la quantità di anidride carbonica nell'atmosfera di 800.000 tonnellate all'anno (corrispondenti a più delle emissioni fossili del traffico stradale di Stoccolma nello stesso periodo). L’idea sarebbe quella di prendere una decisione di investimento per l’impianto di bio-CCS su vasta scala entro la fine del 2024.

D’altra parte, si attendono anche chiarimenti dal punto di vista normativo, di modo che risulti chiaro come le “emissioni negative”, o crediti di carbonio, possano essere acquistate e vendute. Emergono infatti mercati in cui le aziende possono vendere crediti di carbonio, che corrispondono alla rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera, alle aziende che vogliono compensare le emissioni climatiche di cui non sono riuscite a sbarazzarsi. Recentemente, Stockholm Exergi ha firmato un accordo con Frontier per la vendita di emissioni negative permanenti del valore di 48,6 milioni di dollari per la consegna dal 2028 al 2030. Tale accordo, che rappresenta un punto di svolta in termini di efficienza e sostenibilità nell’ottica di promuovere e raccogliere una serie di finanziamenti pubblici e privati, «rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso la nostra decisione finale di investimento», così quanto afferma Anders Egelrud, CEO di Stockholm Exergi.

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Il futuro del nucleare in Svezia

La questione del nucleare in Svezia è tornata di attualità dopo le previsioni di aumento del fabbisogno energetico del paese per il 2050, la crisi energetica e la transizione dell’energia verso fonti rinnovabili. Nel 1980 si tenne un referendum per chiedere ai cittadini in che modo gestire l’energia nucleare e i reattori presenti nel paese, vinse l’opzione che portava ad una graduale riduzione dell’input nucleare, smantellando le varie centrali, sostituendo l’energia nucleare con altre fonti come l’idroelettrico e eolico.

La linea espressa nel referendum sembra però non essere più attuale, vista la spinta del governo verso l’incremento dell’energia nucleare, con un piano che prevede la costruzione di 4 o 5 grandi reattori nucleari per far fronte all’incremento della richiesta di energia, producendo un aumento di 4000-6000 megawatt annui. Il capitale richiesto è 400 miliardi di SEK e lo Stato ha deciso di investire ben 300 miliardi di corone svedesi nel progetto, mentre i restanti 100 miliardi sono a carico delle società proprietarie dei reattori. Il partito dei Verdi, in questo momento all’opposizione, ha promesso di ribaltare e annullare qualsiasi provvedimento sul nucleare, costringendo quindi il governo in carica a dover prendere una decisione rapida, per evitare l’opposizione dei partiti anti-nucleare.

Attualmente la Svezia dispone di 6 reattori nucleari in attività, che però richiedono dei grossi investimenti da parte dello stato per mantenersi operativi, circa 50 miliardi di corone svedesi( 43 milioni di euro) che il governo deve stanziare se non vuole privarsi di questi reattori. L’azienda statale che gestisce questi reattori, Vattenfall, afferma che è necessario un piano di manutenzione delle centrali, e una loro eventuale chiusura porterebbe a destabilizzare una situazione energetica futura già poco sicura per la Svezia, come dichiarato da Torbjörn Wahlborg, CEO di Vattenfall: ”È allo stesso tempo che si prevede che la domanda di elettricità della Svezia sarà aumentata notevolmente e sarà raddoppiata o più rispetto ad oggi. Mettere fuori servizio questi reattori contemporaneamente potrebbe creare enormi problemi per l'approvvigionamento elettrico, se allo stesso tempo il consumo di elettricità fosse così elevato".

La Svezia ha bisogno di aumentare la propria produzione energetica, e il nucleare è una delle strade possibili per raggiungere l’obiettivo energetico del 2050, una strada che però non convince tutti. Diversi analisti sostengono che un aumento così elevato di energia possa portare ad un crollo dei prezzi nel mercato energetico, causando grossi problemi alle aziende che forniscono energia e riducendo la loro possibilità di investire per incrementare la produzione.

La decisione è in mano al governo svedese, che dopo le valutazioni e previsioni degli esperti deve decidere che strada seguire per guidare la Svezia verso un futuro energetico sicuro e più sostenibile possibile.

(Fonti:

[https://www.di.se/nyheter/industrin-behover-forutsagbar-el/]

[https://www.di.se/nyheter/investeringar-pa-50-miljarder-ska-halla-reakto...

[https://www.di.se/ledare/nodvandigt-att-staten-delar-karnkraftsrisken/]

[https://www.di.se/nyheter/forslag-staten-lanar-ut-300-miljarder-for-att-...

[https://en.wikipedia.org/wiki/1980_Swedish_nuclear_power_referendum])

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025