Sudafrica. La questione dell'energia nucleare

Sudafrica. La questione dell'energia nucleare
Lunedì 26 Agosto 2024

Sudafrica. La questione dell'energia nucleare

Negli ultimi anni, un numero crescente di Paesi africani ha annunciato piani ambiziosi per costruire centrali nucleari, segnalando un nuovo interesse per questa forma di energia. Paesi come Ghana, Kenya, Rwanda e Uganda stanno esplorando attivamente come realizzare una transizione verso l'energia nucleare per soddisfare le loro crescenti esigenze energetiche.

Attualmente, la centrale sudafricana di Koeberg, a Città del Capo, rimane l'unica centrale nucleare operativa in Africa. In funzione dal 1984, Koeberg dispone di due reattori che generano tra il 5% e il 6% del mix energetico nazionale. Il Sudafrica, un Paese altamente dipendente dai combustibili fossili [1] e che da oltre dieci anni lotta contro continui blackout, ha in programma di espandere questa propria capacità nucleare e di prolungare la vita operativa della centrale di Koeberg di ulteriori decenni [2].

Questo crescente interesse per l'energia nucleare da parte del continente africano non è passato inosservato a livello internazionale. La Russia in particolare, nell’attuale scenario geopolitico ed economico venutosi a creare in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, ha prontamente offerto il proprio supporto ai Paesi africani. Ad esempio, la South African Nuclear Energy Corporation (Necsa) e l'azienda russa TVEL hanno firmato un memorandum d'intesa per collaborare nella produzione di combustibile nucleare. Questo accordo è stato siglato lo scorso anno, poco prima che il Sudafrica ospitasse il vertice dei BRICS [3].

In Sudafrica, la questione dell'energia nucleare si trova attualmente al centro del dibattito pubblico. Proprio lo scorso 16 agosto, il Ministro dell'Elettricità e dell'Energia, Kgosientsho Ramokgopa, ha annunciato il ritiro temporaneo dei piani per l'acquisizione di nuova energia nucleare, a seguito di una sfida legale da parte del Southern African Faith Communities' Environment Institute e di Earthlife Africa Johannesburg. Queste organizzazioni hanno infatti sollevato preoccupazioni riguardo alla mancanza di partecipazione pubblica nel processo decisionale e alla procedura iniqua che avrebbe caratterizzato il progetto. Ramokgopa ha dunque riconosciuto la necessità di una maggiore consultazione pubblica, affermando però che si tratta solamenente di uno stop temporaneo [4].

Questo sviluppo riflette le tensioni e le sfide che accompagnano il percorso del Sudafrica verso una possibile espansione del suo programma nucleare, in un contesto dove l'equilibrio tra esigenze energetiche e questioni ambientali rimane delicato.

Con l'interesse crescente per l'energia nucleare in Africa si aprono potenziali opportunità di business significative. Essere ben informati sulle evoluzioni del mercato, sulle collaborazioni internazionali e sui piani di sviluppo energetico del Sudafrica e di altri Paesi africani può consentire alle aziende italiane di posizionarsi strategicamente e cogliere nuove opportunità in un settore in continua crescita nel sud del mondo.

 

[1] Eskom ha deciso di mantenere operative alcune centrali a carbone oltre le date previste di chiusura, fino a oltre il 2030, per proteggere la rete elettrica nazionale. S.Africa in talks with climate backers over delaying coal plant closures | Reuters

[2] Nuclear energy worldwide 2024 | GRS gGmbH

[3] South Africa's Necsa and Russia's TVEL sign nuclear fuel MoU : Uranium & Fuel - World Nuclear News (world-nuclear-news.org)

[4] Minister Ramokgopa hits the brakes on SA's new nuclear plans – for now (dailymaverick.co.za)

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025