Lunedì 28 Aprile 2025
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A giugno 2024 la Danimarca ha segnato una svolta storica nella lotta al riscaldamento globale, diventando il primo paese al mondo ad introdurre una tassa sulle emissioni agricole. Questo provvedimento rappresenta una risposta concreta alla crescente necessità di ridurre le emissioni di gas serra derivanti dalle attività agricole ad elevato impatto ambientale, come quelle legate alla produzione di carne e latticini.
La misura in oggetto è stata raggiunta grazie all’Accordo Tripartito Verde, il vasto piano agricolo sottoscritto tra il Governo danese, il Consiglio danese per l’agricoltura e l’alimentazione e la Società danese per la conservazione della natura.
Questo accordo prevede che agli agricoltori verrà applicata una tassa sulle emissioni di gas serra generate dagli allevamenti bovini, considerati tra i principali responsabili del riscaldamento globale. Secondo quanto riportato, la tassa verrà introdotta a partire dal 2030 con un'aliquota di 300 corone (circa 40 euro) per ogni tonnellata di CO2 emessa, per poi aumentare a 750 corone per tonnellata (circa 100 euro) nel 2035. Tuttavia, gli agricoltori potranno beneficiare di detrazioni fiscali del 60%, che ridurranno i costi a 120 corone per tonnellata nel 2030 (circa 16 euro) e a 300 corone nel 2035.
Questa decisione posiziona la Danimarca come leader globale nelle politiche climatiche legate all'agricoltura e alla riduzione delle emissioni inquinanti. Le autorità danesi e il ministro delle Finanze danese, Jeppe Bruus, sottolineano che la nuova carbon tax è in linea con l’obiettivo principale dell’Accordo Tripartito Verde: ridurre le emissioni di gas serra del 70% (una quantità pari a circa 1,8 tonnellate) entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 fissati dal Green Deal. A questo proposito, verranno inoltre stanziati 40 miliardi di corone danesi di fondi statali per: piantare 250.000 ettari di foreste su terreni agricoli fino al 2045; rimuovere 140.000 ettari di terreni a bassa quota entro il 2030 ed acquistare terreni agricoli al fine di ridurre le emissioni di azoto derivanti dall'uso di fertilizzanti.
L'introduzione della tassa sulle emissioni non è stata priva di controversie. La decisione del governo danese arriva infatti dopo mesi di proteste da parte degli agricoltori di tutta Europa contro le misure per la riduzione delle emissioni di gas serra, considerate troppo stringenti e dispendiose. Anche gli agricoltori danesi hanno espresso preoccupazioni per via dei costi aggiuntivi che potrebbero compromettere la produttività del settore agroalimentare, già sotto pressione per i crescenti standard richiesti alle aziende agricole per rispettare le normative europee. Tuttavia, il governo ha annunciato che una parte significativa dei proventi della tassa sarà destinata a sostenere gli agricoltori nella transizione verso pratiche più sostenibili.
L'iniziativa danese sta attirando l'attenzione della comunità internazionale come un ottimo esempio di leadership climatica. La sfida del cambiamento climatico richiede infatti un approccio collettivo, e la tassa sulle emissioni agricole potrebbe rappresentare un primo passo decisivo verso un futuro più sostenibile per tutti. Resta ancora da vedere se altri paesi seguiranno l’esempio danese o meno. Tuttavia, una cosa è certa: il dibattito sulle emissioni agricole è ormai entrato a far parte dell'agenda globale ed il loro impatto non potrà più essere ignorato.