Lunedì 28 Aprile 2025
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La notizia più discussa di gennaio 2025 riguarda l'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha subito attirato l'attenzione con una proposta che riecheggia sue precedenti dichiarazioni: l'annessione della Groenlandia agli Stati Uniti. Una dichiarazione che, sebbene già avanzata nel 2019, oggi ha suscitato maggiore scalpore, poiché fatta da Presidente in carica.
La storia della Groenlandia
Prima di rispondere a questa domanda, è doveroso capire l’attuale situazione dell’isola.
La Groenlandia, diventata colonia danese nel 1721, è una contea della Danimarca dal 1953. Dal 1979 gode di autonomia interna, con un'assemblea legislativa e un governo proprio. Nel 2008, con un referendum, i cittadini della Groenlandia sono riusciti ad ottenere una maggiore autonomia, diventando loro i responsabili della gestione delle risorse naturali presenti nel territorio. Quindi, se Trump dovesse insistere per conquistare la Groenlandia, si troverebbe a dover fare i conti con due entità nazionali: la Danimarca, che conserva il controllo formale, e la Groenlandia stessa, che ha rivendicato più volte la sua sovranità.
Ma quali sono le motivazioni dietro l'interesse di Trump per questa terra?
Le ragioni sono molteplici; in primo luogo, l'isola custodisce enormi risorse naturali, tra cui metalli rari fondamentali per le tecnologie moderne, un settore in cui la Cina ha acquisito una posizione di leadership. In secondo luogo, la sua posizione geografica, nel cuore delle nuove rotte artiche create dallo scioglimento dei ghiacci, conferisce alla Groenlandia un potenziale strategico come hub commerciale tra i continenti. Infine, la sua posizione, tra Stati Uniti, Russia ed Europa, a rende un elemento cruciale nel panorama geopolitico.
Le reazioni dei governi groenlandese e danese alle affermazioni di Trump sono risuonate ferme e chiare. Mute Egede, capo del governo dell'isola, per esempio, ha ribadito che "la Groenlandia appartiene al popolo groenlandese. Il nostro futuro e la lotta per l'indipendenza sono affari nostri". La risposta si inserisce in un contesto di crescente autodeterminazione dell'isola, da molti anni ormai impegnata fortemente a conquistare la propria indipendenza.
Il governo danese, invece, ha annunciato un investimento di 14,6 miliardi di corone (circa 2 miliardi di euro) per rafforzare la sicurezza nell'Artico, coinvolgendo in primo piano, quindi, anche la Groenlandia.
Nonostante il panorama politico complesso che si profila già in questo inizio 2025, esistono opportunità positive da cogliere. In particolare, a causa di incidenti diplomatici come questo, e soprattutto, con l'incertezza legata all'introduzione di nuovi dazi doganali dagli Stati Uniti verso i partner europei, il momento è propizio, appunto per gli stati europei, per orientarsi sempre di più verso il mercato interno, quello dell’Europa. Questa, insomma, può diventare un’occasione ideale per rafforzare i legami commerciali già solidi, tra Italia e Danimarca, e creare nuove e sempre più importanti collaborazioni commerciali.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)