Domenica 11 Maggio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Il settore delle costruzioni in Slovacchia si trova ancora in una fase di stagnazione e, secondo le previsioni, nei prossimi mesi la domanda continuerà a essere debole o a mostrare solo una leggera ripresa. È quanto affermato da Ľubomír Koršňák, analista di UniCredit Bank, commentando i dati pubblicati venerdì dall’Ufficio di Statistica della Repubblica Slovacca (ŠÚ SR) relativi alla produzione edilizia di febbraio. Secondo Koršňák, nella prima metà dell’anno l’edilizia residenziale sarà frenata da tassi d’interesse ancora elevati – sebbene in calo – e da una scarsa attività di investimento, nonostante il mercato immobiliare abbia ormai toccato il fondo. Il recupero, tuttavia, sarà lento e non raggiungerà i livelli precedenti alla crisi energetico-inflazionistica. Verso la fine dell’anno, una possibile spinta potrebbe arrivare dall’entrata in vigore del nuovo codice edilizio, atteso da diversi sviluppatori.
L’impatto di questa normativa potrebbe emergere già con le autorizzazioni edilizie primaverili, a seconda della rapidità e dell’ampiezza della ripresa. Sul fronte dell’edilizia non residenziale, la ripresa sarà ostacolata principalmente dalle possibili nuove tasse sulle proprietà immobiliari, i cui effetti si faranno sentire in particolare sul settore privato. Per quanto riguarda le infrastrutture pubbliche, è prevista una graduale ripresa grazie all’avvio di progetti finanziati con fondi UE del nuovo ciclo di bilancio e dal Piano di ripresa. Tuttavia, secondo l’analista, i noti problemi cronici legati alla realizzazione di opere pubbliche continueranno a limitare gli effetti positivi attesi da questi investimenti. Inoltre, la mancanza di manodopera e capacità nel settore delle costruzioni potrebbe rallentare il ritmo della ripresa.
Per quanto concerne la costruzione di immobili residenziali nel primo trimestre del 2025 sono stati venduti circa 501 nuovi appartamenti a Bratislava, secondo i dati forniti da BuiltMind e Cushman & Wakefield. Si tratta di un calo del 60% rispetto al forte incremento registrato alla fine dello scorso anno, quando molti acquirenti avevano affrettato l’acquisto per beneficiare dell’IVA ridotta. Attualmente, sul mercato sono disponibili circa 3.200 unità abitative, con un prezzo medio di vendita pari a 5.400 euro al metro quadrato (IVA inclusa), in crescita del 3% rispetto al trimestre precedente (di fatto l’aumento dell’IVA). Secondo le previsioni di BuiltMind, i prezzi potrebbero raggiungere i 6.000 euro al metro quadro entro il 2026, sostenuti dal previsto calo dei tassi ipotecari.
Anche i dati del promotore immobiliare Bencont confermano una tendenza simile: 539 appartamenti venduti nel primo trimestre, con un prezzo medio che ha raggiunto i 5.213 euro al metro quadro, segnando un aumento del 7% su base annua e del 4% rispetto a dicembre. Si segnala che alcune banche offrono tassi agevolatu sui mutui se si dimostra che l’immobile ha una buona classe energetica (A o B), presentando un certificato energetico o una valutazione energetica in fase di costruzione. Questo potrebbe comportare in futuro un aumento del divario dei prezzi tra abitazioni di nuova costruzione e case di vecchia concezione.
Un consorzio composto da Wood&Co, SGS, lo studio legale HKV e Siebert+Talaš si è aggiudicato un bando del Ministero dei Trasporti slovacco per la riparazione dei ponti sulle strade di prima classe. Il valore dell’offerta vincente è di 6,2 milioni di euro. Secondo il ministero, il piano complessivo prevede investimenti fino a un miliardo di euro per la ristrutturazione di 1.200 ponti. Il compito del consorzio sarà, nella prima fase, quello di realizzare uno studio di fattibilità sull’utilizzo di un modello di partenariato pubblico-privato (PPP) per finanziare gli interventi necessari. Solo nel caso in cui lo studio indichi positivamente questa opzione, scatterà la seconda fase del contratto, in cui lo stesso consorzio fornirà consulenza tecnica e legale per l’implementazione del progetto PPP.
La preparazione al lancio del quarto blocco della centrale nucleare di Mochovce ha raggiunto una nuova tappa. La Slovenské elektrárne ha annunciato l'inizio della cosiddetta “prova idraulica a caldo”, una delle fasi cruciali prima della messa in funzione effettiva del reattore. Durante la prova, vengono effettuati test di pressione e tenuta del circuito primario e del reattore, nonché controlli funzionali su impianti di sicurezza, ventilazione, componenti elettrici e sistemi di monitoraggio e controllo. Si tratta di una fase avanzata del programma di test non attivi, che segue la prova idraulica a freddo e una revisione tecnica minore.
Il presidente del consiglio di amministrazione di Slovenské elektrárne, Branislav Strýček, ha spiegato che l'obiettivo è caricare il combustibile nucleare nel reattore entro l’anno, una volta completati tutti i test e le revisioni previsti. Il terzo blocco, con caratteristiche identiche, è entrato in funzione nel 2023. Entrambi i blocchi hanno una potenza installata di 471 megawatt ciascuno e insieme contribuiranno a coprire circa il 26% del fabbisogno elettrico nazionale. Con oltre il 70% della produzione nazionale, Slovenské elektrárne resta il principale produttore di elettricità in Slovacchia. Dalla chiusura dell’ultima centrale a carbone nel primo trimestre del 2024, l’intera produzione è ora priva di emissioni dirette di CO₂. L’azienda gestisce attualmente cinque reattori nucleari, 31 centrali idroelettriche e due impianti fotovoltaici.
La Slovacchia, attore chiave nel mercato elettrico europeo, è stata nel 2023 il quarto maggiore esportatore netto di elettricità nell’UE, con 3 TWh, in lieve calo rispetto ai 3,2 TWh dell’anno precedente. L’aumento della produzione è stato trainato dall’avvio del terzo blocco della centrale nucleare di Mochovce.
Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca.