Notizie dai mercati esteri - Giappone

Martedì 16 Dicembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Giappone

Continuità tra EXPO Milano e EXPO Osaka

Sono passati esattamente dieci anni dall’Esposizione Universale Milano 2015.
Il primo maggio di quell’anno, il capoluogo lombardo ha aperto le porte di Fiera Milano a 22,2 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

Il tema per l’edizione del 2015 è stato “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Nonostante sia stato declinato in diversi modi, al centro della maggior parte dei progetti vi era il diritto inalienabile a un’alimentazione sana e sicura, ancora privilegio di pochi.
Ad esso strettamente connessa, vi era anche la riflessione sullo sfruttamento delle risorse naturali.

Queste tematiche sono state riprese nell’attuale edizione di Osaka.
Infatti, con il tema “Delineare la società del futuro per le nostre vite”, la riflessione sull’alimentazione e sulle risorse naturali sono inglobate nel più generale ambito delle “sfide per la società del futuro”. 
L’area di Yumeshima è diventata un laboratorio dove collaborare e scambiarsi tecnologie per “risolvere i problemi globali che l'umanità si trova ad affrontare”.
L’obiettivo di questa edizione è presentare nuovi e vecchi strumenti per perseguire e realizzare la crescita circolare e sostenibile. 

Nell’edizione del 2015, il Padiglione del Giappone è stato il progetto più popolare. Il Post lo descriveva come “uno dei [progetti] più ragionati, a partire dal tema che affronta: ‘Diversità Armoniosa’”.
La tradizione, rappresentata dalle stampe ukiyo-e, si univa all’estensivo utilizzo della tecnologia, impiegata per ricreare una cascata blu. Il tutto era racchiuso in una struttura di legno di larice che celebrava le tecniche tradizionali nipponiche d’intaglio.

In questa edizione è invece il Padiglione Italia – attesissimo e visitatissimo – a riproporre il binomio tradizione-innovazione in quella che è la più grande struttura di legno di Yumeshima.

Per entrambi i padiglioni è stato utilizzato legno giapponese, nel caso del 2015 per elogiare la carpenteria tradizionale, nel 2025 in nome del rispetto della sostenibilità. I legni utilizzati (abete rosso e cedro giapponese Sugi) rispettano standard rigorosi, inclusa la certificazione PEFC del legno laminato impiegato.
Altro punto comune fra il progetto giapponese del 2015 e quello italiano del 2025 è la presenza di un ristorante. A EXPO Milano, il ristorante era più che altro un elemento scenografico; serviva, infatti, da sfondo per uno spettacolo finale che presentava come i giapponesi vivono ed esperiscono il cibo. A EXPO Osaka, invece, l’Italia porta la propria tradizione culinaria grazie a Eataly.

Speriamo che questa comune sensibilità si traduca in un’ulteriore espansione delle relazioni commerciali, culturali e diplomatiche fra i due Paesi.
Dopotutto, l’Italia e il Giappone vantano tradizioni millenarie, incantevoli paesaggi e rinomati artisti, prosatori e poeti, ma si scontrano con problemi contemporanei come la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e la stagnazione economica. 

Ritorno alla terra: il Giappone riscopre i suoi borghi

In un'epoca dominata dalla densità urbana e dalla mobilità frenetica, il Giappone assiste a un fenomeno che sorprende per la sua discrezione: la riscoperta dei villaggi rurali. Non si tratta solo di turismo: è una trasformazione culturale ed esistenziale che riallinea l'attenzione su territori da decenni segnati dallo spopolamento. Borghi remoti stanno diventando simboli di una nuova vita, soprattutto lungo la penisola del Noto, il Tōhoku, lo Shikoku o le Alpi giapponesi.

A trainare questa tendenza è il turismo esperienziale: soggiorni in nōka minpaku (fattorie-locanda), raccolta di tè o riso stagionali, trekking su vie storiche come la Nakasendō, laboratori artigianali locali. Gli operatori collaborano con le comunità locali per trasformare stazioni ferroviarie sprovviste di personale in centri d'accoglienza o soggiorni rurali, portando nuova linfa all'economia locale.

Il turismo rurale straniero è letteralmente esploso: nel 2024 si registra una crescita del 51,4% nei pernottamenti di stranieri nelle aree rurali, superando il 35% di crescita delle regioni metropolitane. Prefetture come Ishikawa hanno visto un aumento del 31,7% nei pernottamenti totali, con i soggiorni stranieri più che raddoppiati, mentre Ehime ha registrato un'impennata del turismo internazionale nonostante un calo generale dei visitatori.

Il governo riconosce la necessità di attirare più visitatori nelle aree rurali per ridurre la pressione su Tokyo, Osaka e Nagoya, dove attualmente soggiorna il 70% dei turisti stranieri. Il Giappone ha registrato un record di 36,87 milioni di visitatori nel 2024, con un aumento del 47% rispetto all'anno precedente. Per sostenere la diversificazione verso le aree rurali, il governo ha allocato risorse significative: nel 2021 è stato stanziato un budget totale di 5,7 trilioni di yen per le politiche di rivitalizzazione regionale, mentre continuano vari programmi di incentivi governativi per promuovere lo sviluppo delle aree rurali.

In alcune località emergono progetti pilota innovativi. Nella penisola del Noto (prefettura di Ishikawa), ad esempio, si sviluppa una rete di oltre quaranta farm-inn tradizionali che offrono esperienze rurali autentiche, dalla cucina contadina alla raccolta del riso. In Hokkaidō, città come Biei sviluppano festival agricoli e piani turistici per coniugare sostenibilità e accoglienza.

I borghi rurali non sono solo mete turistiche: molti giovani urbani, attratti da stili di vita più sostenibili, accessibili e ricchi di significato, si trasferiscono per avviare nuove attività agricole, ricettive o culturali. Il Programma dei Cooperatori per la Vitalizzazione Locale, lanciato 13 anni fa per iniettare nuova vita nelle comunità regionali, sponsorizza il trasferimento dalle grandi città e si sta rivelando sempre più popolare, soprattutto tra i giovani. Il Programma offre ai partecipanti incentivi finanziari di 4.8 milioni di yen per persona come compensi per il trasferimento.
Nel 2023 hanno partecipato al programma un record di 7.200 persone, mentre il Corpo di Rivitalizzazione Regionale conta circa 200 residenti stranieri che lavorano in diversi settori in tutto il paese.

Un aspetto particolarmente significativo è come questo movimento stia creando un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Le aree rurali stanno attirando non solo turisti in cerca di autenticità, ma anche imprenditori e professionisti che vedono in questi territori opportunità di business innovative, dalla produzione artigianale alla tecnologia applicata all'agricoltura. I visitatori stranieri hanno speso complessivamente 2,1 trilioni di yen (13,5 miliardi di dollari) solo nel secondo trimestre del 2024, con un aumento del 73,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Durante l'estate, festival rurali come i matsuri locali, lontani dai circuiti turistici più affollati, offrono danze tradizionali, lanterne nei campi, danze locali semplici e un ritmo scandito dal canto delle cicale. Sono momenti autentici in cui emerge la potenza discreta di una cultura che cambia ma resta ancorata alle sue radici.

In un'Italia che riflette su come rivitalizzare i propri territori interni, l'esperienza giapponese non va replicata pedissequamente, ma può diventare un esempio di come la modernità e il patrimonio culturale possano integrarsi per generare futuro.

Cent'anni di Yamanote, sessant'anni di Shinkansen: il Giappone celebra le sue icone ferroviarie

Il Giappone sta vivendo un momento di particolare orgoglio ferroviario. Mentre il primo novembre 2025 la leggendaria Yamanote Line compie cent'anni di servizio circolare nella capitale nipponica, l'eco dei festeggiamenti per i sessant'anni dello Shinkansen, celebrati appena un anno fa, continua a risuonare. Due anniversari che raccontano non solo la storia dei trasporti giapponesi, ma anche l'evoluzione di un'intera nazione.

La Yamanote Line è molto più di una semplice linea ferroviaria: è l'arteria principale che da un secolo tiene in vita Tokyo. Con i suoi 34,5 chilometri di tracciato circolare che collegano 30 stazioni, questo anello verde attraversa alcuni dei quartieri più iconici della capitale, da Shibuya a Shinjuku, da Ikebukuro a Ueno, passando per la stazione centrale di Tokyo. Ogni giorno, milioni di passeggeri salgono e scendono dai suoi convogli, che completano un giro completo in circa un'ora. Per celebrare questo traguardo storico, JR East ha messo in circolazione dal 4 ottobre due treni commemorativi che ripropongono i design delle serie 103 (in servizio dal 1963 al 1988) e 205 (operativa dal 1985 al 2005), riportando alla mente di molti tokyoiti ricordi di un'epoca passata.

Se la Yamanote rappresenta il cuore pulsante della mobilità urbana, lo Shinkansen, che ha festeggiato l'anno scorso 60 anni di servizio, incarna invece il sogno della velocità e della connessione interregionale. Inaugurato il primo ottobre 1964, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, il "treno proiettile" ha rivoluzionato il concetto stesso di viaggio in treno, riducendo drasticamente i tempi di percorrenza tra le principali città giapponesi. Quello che nel 1964 era un viaggio di quasi quattro ore tra Tokyo e Osaka, oggi richiede meno di due ore e mezza. Ma ciò che rende davvero straordinario lo Shinkansen non è solo la velocità, fino a 320 km/h, bensì il suo record di sicurezza impareggiabile: in sessant'anni di servizio, con miliardi di passeggeri trasportati, non si è mai verificato un singolo incidente mortale, mentre il tempo medio di ritardo è inferiore al minuto, persino in un paese soggetto a terremoti, tifoni e nevicate estreme.

Yamanote e Shinkansen rappresentano due facce della stessa medaglia: l'impegno giapponese per l'efficienza, la puntualità e l'attenzione meticolosa ai dettagli. Entrambi sono diventati simboli culturali che vanno ben oltre la loro funzione di trasporto. La Yamanote, con il suo caratteristico colore verde e il suono inconfondibile della melodia d'arrivo in ogni stazione, è presente in innumerevoli anime, manga e film ambientati a Tokyo. Lo Shinkansen, con il suo muso aerodinamico che ricorda il becco di un martin pescatore, ha ispirato progetti di alta velocità in tutto il mondo ed è entrato nell'immaginario collettivo globale, al punto da diventare protagonista del film hollywoodiano "Bullet Train" con Brad Pitt.

Guardando al futuro, il Giappone non si ferma e guarda già all'evoluzione dei trasporti su rotaia. Il progetto più ambizioso è senza dubbio il Maglev, il treno a levitazione magnetica che promette di raggiungere velocità fino a 500 km/h, quasi il doppio dell'attuale Shinkansen. Proprio di recente sono state presentate nuove informazioni sul progetto: la tratta Tokyo-Nagoya, che oggi richiede circa 100 minuti, sarà percorsa in soli 40 minuti. L'apertura, inizialmente prevista per il 2027, è stata posticipata al 2034 a causa di complesse sfide ingegneristiche legate alla costruzione di tunnel attraverso le Alpi giapponesi. Nel frattempo, JR East ha annunciato che entro il 2030 introdurrà treni Shinkansen completamente autonomi, senza conducente, consolidando ulteriormente la posizione del Giappone come leader mondiale nell'innovazione ferroviaria.

Sopravvivere all'estate giapponese: tra tradizione, tecnologia e adattamento climatico

L'estate giapponese è da sempre sinonimo di afa, umidità opprimente e giornate che sembrano sospese nella luce lattiginosa di agosto. Ma negli ultimi anni il caldo è diventato qualcosa di più: un'emergenza sempre più evidente, che trasforma abitudini, infrastrutture e perfino la lingua quotidiana.
Quest'estate il Giappone ha registrato temperature record già a giugno, con la media nazionale superiore di 2.34 °C rispetto alla norma e oltre 200 stazioni meteo che hanno registrato più di 35 °C. Ma il record assoluto è arrivato a fine luglio 2025: la temperatura più alta mai registrata in Giappone ha raggiunto i 41.2 °C a Tamba, nella prefettura di Hyōgo, il 30 luglio. 

Da un lato, resistono le abitudini più semplici ed efficaci: sorseggiare tè d'orzo freddo (mugi‑cha), indossare abiti leggeri in lino o cotone, oscurare finestre con tende di bambù (sudare) e portare con sé ventagli pieghevoli (sensu) o quelli economici di plastica distribuiti gratuitamente durante i matsuri. Molti residenti adottano sciarpe refrigeranti imbevute d'acqua e ombrelli per bloccare calore e luce, pratiche diffuse finanche tra anziani che mostrano la loro strategia rinfrescante ai media. 

Dall'altro lato, la tecnologia giapponese interviene su due fronti. In ambienti lavorativi esterni, nuove normative obbligano i datori a fornire abbigliamento traspirante, areazione o zone d'ombra in cantiere: alcuni operai indossano giacche refrigeranti alimentate a termoelettricità.
Nelle metropoli, marciapiedi trattati e sistemi di nebulizzazione urbana cercano di mitigare il calore, mentre iniziative come il programma governativo "Cool Biz" invitano a vestirsi in modo informale per ridurre l'uso di aria condizionata.

Anche l'organizzazione degli eventi si sta adattando: i matsuri estivi spesso riducono durata o spostano gli orari al tramonto per limitare l'esposizione al sole. Le scuole rivedono orari e luoghi delle attività sportive: partite e tornei vengono spostati in mattinate, pomeriggi più freschi o regioni settentrionali come Hokkaidō. Anche il turismo interno risente della spinta verso mete più fresche: cresce l'interesse per le Alpi giapponesi o l'Hokkaidō, mentre nelle città aumenta l'affluenza nei musei e in altri spazi ben climatizzati.

Il 2024 è stato ufficialmente l'anno più caldo nella storia del Giappone, con una temperatura media annua di 1.48 gradi superiore alla media trentennale, confermando una tendenza inarrestabile che sta ridisegnando il panorama climatico del Paese. Di fronte a questo scenario, l'innovazione tecnologica si sta spingendo oltre i tradizionali sistemi di raffrescamento. Tecnologie avanzate come il SPACECOOL, un materiale a raffreddamento radiativo, sono ora applicate a oltre 5.000 dispositivi esterni e hanno dimostrato di ridurre del 20% il consumo energetico dell'aria condizionata negli edifici. Parallelamente, nuovi materiali innovativi stanno emergendo per contrastare le ondate di calore, inclusi vestiti che rilasciano calore e ombrelli che bloccano efficacemente le radiazioni solari.

La crisi climatica sta però mettendo in discussione elementi culturali profondi del Giappone. Gli esperti avvertono che il Paese rischia di perdere le sue amate quattro stagioni, trasformandosi potenzialmente in una nazione con solo due stagioni se il cambiamento climatico continua incontrollato. Questo scenario ha spinto il governo e la società civile a intensificare gli sforzi di adattamento: dalle campagne per un uso più consapevole dell'aria condizionata domestica (considerando che il 90% dei decessi per colpo di calore avviene in casa senza l'uso del condizionatore) alle strategie agricole innovative che utilizzano materiali ombreggianti per proteggere le colture dall'eccessiva esposizione solare. Dal 2018, con l'entrata in vigore della Legge sull'Adattamento ai Cambiamenti Climatici, sono state implementate varie misure con co-benefici per la salute, tra cui sistemi di raffreddamento locale, spazi verdi urbani e campagne di sensibilizzazione. 

Dietro queste trasformazioni si intravede una lezione più ampia: la resilienza del Paese non si limita alle soluzioni immediate, ma riflette una cultura della prevenzione ben radicata. In questo senso, l'estate nipponica può offrire modelli efficaci anche altrove: non solo in tecnologie intelligenti, ma soprattutto nel modo in cui la società intera reagisce prontamente, con coesione e spirito di adattamento.

L'inarrestabile crescita dell'Olio EVO in Giappone

Il mercato dell'olio extra-vergine d'oliva in Giappone è destinato ad una crescita significativa nei prossimi anni. Il paese asiatico si è affermato come il quarto maggiore importatore mondiale di olio d'oliva, rappresentando il 6% del commercio globale di olio EVO. Secondo le analisi di Grand View Research, il mercato giapponese nel 2023 valeva 405,7 milioni di dollari ed è proiettato a raggiungere 654 milioni di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale del 7,1%.

I dati di importazione mostrano che nel 2023 il Giappone ha importato 38.000 tonnellate di olio d'oliva per un valore di 266 milioni di dollari, consolidando la sua posizione di leadership nel continente asiatico. Il consumo totale ha raggiunto circa 60.000 tonnellate metriche, con un consumo pro capite di 0,57 kg, che rappresenta una crescita straordinaria del 1.387% rispetto ai 0,039 litri del 1992. Questi numeri posizionano il Giappone come il maggiore consumatore pro capite in Asia e il 14° mercato mondiale.

L'Italia mantiene una posizione di prestigio nel mercato giapponese con 13.000 tonnellate importate (34,2% della quota di mercato) per un valore di 97,7 milioni di dollari nel 2023. I prodotti italiani comandano un prezzo premium di 7.545 dollari per tonnellata - il 13% superiore ai livelli spagnoli - beneficiando di un branding superiore e di associazioni qualitative percepite, particolarmente tra i consumatori familiari con la cultura culinaria italiana. Il "Made in Italy" continua a rappresentare un posizionamento premium nonostante il dominio volumetrico della Spagna.

La trasformazione in corso nel mercato giapponese dell'olio EVO è il risultato di un processo evolutivo guidato da tre fattori principali. Prima di tutto, l'accessibilità: l'offerta di oli EVO di qualità sul mercato giapponese è diventata più ampia e facilmente reperibile. In secondo luogo, trasparenza e informazione: i distributori giapponesi stanno investendo sempre più nell'informazione fornendo ai consumatori dettagli sulla tracciabilità dei prodotti, sui valori nutrizionali e sui corretti metodi di consumo, creando un rapporto più affidabile. Infine, una maggiore consapevolezza dei consumatori: i giapponesi stanno sviluppando una conoscenza più approfondita dei benefici dell'olio extra-vergine d'oliva per la salute e, più in generale, dei vantaggi della dieta mediterranea.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Giappone)

Ultima modifica: Martedì 16 Dicembre 2025