La Danimarca punta sullo stoccaggio di CO2

La Danimarca punta sullo stoccaggio di CO2
Martedì 21 Marzo 2023

La Danimarca punta sullo stoccaggio di CO2

La Danimarca spicca su molti altri Paesi europei per il suo impegno nella transizione ecologica e nella produzione di energia da fonti sostenibili: il Paese scandinavo, a partire dalla drammatica crisi petrolifera del 1973, ha messo in opera, nel corso dei decenni, una politica energetica rivelatasi lungimirante, che ha puntato fortemente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili (86.4% del mix di generazione energetica). È, dunque, sulla scorta di questo impegno di lunga durata se il governo danese può annunciare di puntare a raggiungere l’obiettivo di rendere il Paese carbon neutral entro il 2050, senza che ciò sembri una mera dichiarazione simbolica ma, al contrario, un obiettivo concreto, al punto che questo stesso obiettivo è stato spostato al 2045 nel dicembre dello scorso anno.

Nel quadro di tale impegno, il governo danese ha concesso, lo scorso febbraio, tre licenze per conservare fino a 13 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, a partire dal 2030, nelle cave di arenaria di vecchi giacimenti petroliferi e gassosi situati nel Mare del Nord. Le licenze sono state concesse a tre colossi energetici: la francese TotalEnergies, l’inglese Ineos e la tedesca Wintershall DEA.

Ineos e Wintershall, stando a quanto annunciato dal Ministero per il Clima e l’Energia danese, inizieranno a stoccare CO2 a partire dal 2025, nell’ambito del progetto condiviso Greensand, con un’iniziale contributo di 1.5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, che aumenteranno gradualmente fino a toccare gli 8 milioni entro il 2030. Il progetto Bifrost di TotalEnergies inizierà con 3 milioni di tonnellate all’anno nel 2027 per raggiungere le 5 nel 2030.

L'Indagine Geologica di Danimarca e Groenlandia ha dimostrato che il sottosuolo danese, sia onshore che offshore, è particolarmente adatto per lo stoccaggio di anidride. Si è stimato che il potenziale di stoccaggio del sottosuolo danese raggiunga i 22 miliardi di tonnellate – corrispondenti a un numero compreso tra 500 e 1000 anni di emissioni danesi agli attuali livelli – il che assicura un futuro florido a questa industria nel Paese, che ha già stipulato accordi con altri Paesi: in particolare, a settembre Danimarca e Belgio hanno siglato un accordo affinché quest’ultimo possa stoccare le sue emissioni di carbonio all’interno delle riserve danesi.

Benché, in comparazione, sia decisamente più costoso ridurre le emissioni tramite l’impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 rispetto all’investimento in fonti rinnovabili, la tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage) si rivela estremamente utile perché permette di ridurre emissioni di settori ad alto tasso inquinante che difficilmente possono essere riconvertiti in “green” – si pensi all’industria chimica, a quella cementizia o alla siderurgica.

In conclusione, la Danimarca, nel quadro di un consolidato percorso pluriennale green, sta iniziando un progetto a lungo termine di stoccaggio di anidride carbonica che mira a rendere la Danimarca un hub europeo. La scala di questo progetto, nonché l’eccellente track record danese, lo rendono di particolare interesse per le imprese operanti in questo settore.

Fonte: https://bit.ly/3ZZdAGB

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 21 Marzo 2023