Mercoledì 30 Aprile 2025
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Democentristi soddisfatti, centristri in calo. Inversione di marcia alle elezioni federali 2023 con un netto calo dell’affluenza alle urne. Come i sondaggi avevano anticipato e previsto c’è stato un lieve spostamento a destra delle preferenze degli elettori che hanno portato l’assegnazione di 62 seggi all’UDC, 9 in più rispetto alle passate consultazioni elettorali. I Verdi invece perdono consenso e perdono anche 5 seggi attestandosi alla penultima posizione delle preferenze. La palla ora passa ai centristi (+1 seggio) che dovranno valutare come capitalizzare il risultato. A pesare sul risultato, secondo gli esperti, c’è anche l’astensionismo: dopo lo sconfortante 45.1% del 2019, la percentuale di svizzeri che sono andati a votare nel week end 20-22 ottobre 2023, è la più bassa di sempre. È il politologo Nenad Stojanović a dare una risposta plausibile a questa continua perdita di affezione degli elettori svizzeri verso il mondo della politica.
«L'affluenza alle elezioni del Nazionale ha raggiunto il minimo storico negli anni Novanta: 42,2% nel 1995, 43,3% nel 1999», spiega l'esperto a Keystone-Ats. «Tra le varie spiegazioni possibili, va ricordato che il tasso di affluenza alle urne tra gli anziani è superiore a quello dei giovani. Ciò significa che la perdita di elettori attivi non è sufficientemente compensata dai giovani di 18 anni e più che hanno diritto al voto». Va infatti ricordato nel 1991 l'età legale del voto è stata abbassata da 20 a 18 anni.
Il nuovo parlamento federale avrà numerose questioni da discutere tra le quali i rapporti con l’Unione europea, la questione legata alla neutralità della Svizzera e quindi al suo posizionamento in un quadro di politica internazionale caratterizzato da forti turbolenze.
Fonte: https://tinyurl.com/4nwfnhha
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)