L’imprenditorialità Femminile Come Motore di Crescita

Martedì 16 Dicembre 2025

L’imprenditorialità Femminile Come Motore di Crescita

In Svezia, le piccole e medie imprese rappresentano la colonna vertebrale dell’economia, sostenendo occupazione, innovazione e sviluppo regionale. Nonostante questo, l’imprenditorialità femminile rimane un potenziale ampiamente sottoutilizzato. È quanto sottolinea Shoka Åhrman, economista del risparmio e stratega presso SPP (uno dei principali fondi pensione e gruppi finanziari svedesi), che invita a una strategia moderna in grado di integrare pienamente le imprese femminili nella politica di crescita nazionale.

Secondo stime dell’OECD, colmare il divario di genere nell’imprenditorialità potrebbe incrementare il PIL tra il 6% e il 12%. Un dato significativo per una nazione come la Svezia, caratterizzata da una popolazione in rapido invecchiamento e dal bisogno di ampliare la base imprenditoriale per sostenere crescita e gettito fiscale.

Tuttavia, il potenziale femminile stenta a esprimersi pienamente. Meno dell’1% del capitale di rischio svedese viene destinato a imprese fondate da donne, nonostante diversi studi dimostrino come le aziende con leadership femminile ottengano ottime performance in termini di redditività, innovazione e sostenibilità. A ciò si aggiunge il fatto che gran parte dell’ecosistema svedese dell’innovazione resta orientato verso tecnologie e industria, mentre molte imprenditrici operano nei servizi, nella sanità e nell’educazione: settori chiave per la transizione economica, ma storicamente meno supportati.

Un’indagine di Novus, commissionata da SPP, evidenzia inoltre come le differenze emergano molto presto: solo il 14% delle donne che non sono imprenditrici ha considerato l’idea di avviare un’attività, contro il 29% degli uomini. Un segnale della quantità di talento imprenditoriale femminile che rischia di non concretizzarsi.

Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale accentua ulteriormente la necessità di ampliare la partecipazione femminile all’imprenditorialità. Molte attività soggette a automazione coinvolgono settori con una forte presenza femminile, mentre le industrie più avanzate nell’uso dell’IA restano a prevalenza maschile. Poiché sono soprattutto le PMI a implementare l’IA nei processi produttivi, l’assenza di competenze e investimenti dedicati alle imprese guidate da donne rischia di creare nuove disuguaglianze tecnologiche.

In vista delle elezioni svedesi del prossimo anno, emerge con forza la necessità di politiche che rafforzino l’intero ecosistema delle PMI e, in modo mirato, l’imprenditorialità femminile. Tra le misure indicate: strumenti di finanziamento più accessibili alle micro e piccole imprese dei servizi; iniziative di crescita e internazionalizzazione nei settori dove la presenza femminile è più elevata; una riforma degli appalti pubblici che favorisca la partecipazione delle realtà più piccole; strategie di formazione che incoraggino una maggiore presenza femminile nei settori tecnologici e innovativi; reti e strutture di supporto più solide su tutto il territorio nazionale.

Un’economia realmente inclusiva non genera solo più imprese, ma produce una crescita più diversificata, resiliente e capace di creare valore nel lungo periodo. Per la Svezia e, più in generale, per i Paesi che puntano su innovazione e competitività, favorire l’imprenditorialità femminile non è soltanto una scelta strategica: è una necessità economica.

 

FONTI:

  • Dagens Industri

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Martedì 16 Dicembre 2025