Lunedì 28 Aprile 2025
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L’export agroalimentare Made in Italy batte ogni record raggiungendo, nel 2024, quota 70 miliardi di euro. La dieta mediterranea viene scelta da tutte le popolazioni e questo spinge i prodotti enogastronomici italiani ad essere preferiti ad altre opzioni. Una splendida notizia per tutti i produttori di olio extravergine d’oliva (che segna +56% in valore esportato, ovvero oltre 2 miliardi di euro), per il comparto ittico (+12%), per i pastifici (+5%) e per i coltivatori e trasformatori di pomodoro (6%). Altre punte di questa stella nel firmamento dell’export agroalimentare Made in Italy sono il vino, la frutta, la verdura ed i legumi che totalizzano un +7% nel valore di prodotto venduto all’estero.
La dieta mediterranea alleata della salute
Ad incoronare la dieta mediterranea come la scelta migliore per la salute è anche una ricerca del Best Diets Ranking elaborato da U.S. News & World Report. Longevità, controllo del peso, salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione delle malattie degenerative e croniche, controllo del diabete.
Secondo i dati, l’export agroalimentare italiano è spinto anche da queste considerazioni che vedono l’Unione Europea con la Svizzera, tra le principali destinazione dei prodotti, seguite da Stati Uniti (+10%), Cina (8%) e Giappone.
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La piazza finanziaria di Zurigo è caratterizzata da cifre che parlano da sole:
- 32,8 miliardi di franchi di valore aggiunto lordo nel 2023
- 103.400 posti di lavoro a tempo pieno, che corrispondono al 43% dei posti di lavoro in Svizzera e al 44% del valore aggiunto del mercato finanziario elvetico globale.
Che si tratti di istituzioni finanziarie internazionali o di aziende a vocazione nazionale, tutte contribuiscono a far sì che 1 posto di lavoro su 10 e 1 valore aggiunto su 6 nel Cantone di Zurigo siano attribuibili al settore finanziario. Nella sola città di Zurigo, il settore finanziario rappresenta ¼ della produzione economica regionale, più che in centri finanziari globali come Hong Kong o New York.
Rafforzare Zurigo come hotspot per l'innovazione e gli investimenti?
Il Cantone di Zurigo è uno dei principali centri internazionali per l'innovazione e la tecnologia, anche grazie alla sua dinamica realtà fatta anche di start-up che, tuttavia, soprattutto nella fase di scaleup, si trovano di fronte a una carenza di finanziamenti che ne ostacola il potenziale.
È qui che entrano in gioco società di private equity e venture capital, family office e fondazioni: sono la chiave per promuovere l'innovazione e garantire la competitività a lungo termine del Cantone. Molti di questi attori sono già attivi nella regione di Zurigo, ma il loro potenziale è lungi dall'essere esaurito.
Nell'ambito dell’ “Investor Location 2030”, saranno sviluppate misure specifiche per il Cantone di Zurigo al fine di migliorare le condizioni quadro per gli investitori e le start-up, rafforzando così Zurigo come “investor location”.
Titola così un articolo comparso su Enterprise Romande, e scritto dalla giornalista Flavia Giovannelli che sottolinea l'ottima salute delle relazioni eocnomiche finanziarie tra la Svizzera e l'Italia.
Nell'articolo si sottolineano rapporti solidi tra sostegno politico e dinamismo economico, con il commercio bilaterale tra Svizzera e Italia che continua a prosperare. "Lo scorso novembre" ricorda Giovannelli "il ministro italiano degli Affari esteri Antonio Tajani ha sostenuto apertamente la necessità che la Svizzera trovi un accordo con l'Unione europea. Guardando al futuro, i due Stati intendono espandere ulteriormente la loro cooperazione in numerosi settori, come l’energia, l’innovazione e le biotecnologie".
Ottime notizie per le casse federali. Le stime iniziali indicano che, alla fine del 2024, il disavanzo di bilancio sarà di soli 80 milioni di franchi, rispetto ai 2,6 miliardi previsti. La ministra delle finanze, Karin Keller-Sutter, si è dichiarata "sollevata e soddisfatta" durante una conferenza stampa a Berna, sottolineando però che questo risultato potrebbe non riflettere la realtà futura, essendo stato raggiunto grazie a entrate straordinarie e ai 4 miliardi di franchi risparmiati con le misure adottate negli ultimi due anni.
La reazione politica è stata variegata, secondo quanto riportato dalla radio pubblica svizzera SRF. I partiti si stanno concentrando sulle misure di risparmio proposte dal Governo, che dovranno essere presto discusse in Parlamento. Verdi e socialisti hanno accolto la notizia con soddisfazione, ma anche con critiche, sostenendo che i risparmi siano stati fatti a scapito di progetti sociali, ambientali e climatici, e affermando la necessità di un cambiamento.
La deputata socialista Sarah Wyss ha espresso la speranza che la maggioranza parlamentare comprenda l'importanza di investire, sottolineando che possiamo permettercelo. All'opposto, Lars Guggisberg dell'Unione democratica di centro, partito di destra conservatrice, ha affermato che le misure di risparmio sono "più indispensabili che mai". Secondo lui, negli ultimi 30 anni le spese sono cresciute molto più rapidamente rispetto all'economia, superando le nostre possibilità.
Gli svizzeri tornano a spendere con maggior fiducia. A dirlo è l'indicatore dei consumi calcolato da uno dei più grandi istituti di credito elvetici, sulla valutazione anonima e neutrale dei pagamenti effettuati dai propri clienti con le carte di credito. Il dato che emerge parla di una crescita netta, a gennaio 2025, dell’1.2% rispetto a gennaio del 2024.
Secondo PostFinance, la domanda interna continua il trend positivo in ascesa osservato a fine anno. Una crescita positiva che dà forza anche all’economia generale del paese e anche all’import Made in Italy verso la confederazione.
L'analisi della società evidenzia che, all'inizio del nuovo anno, le spese per i beni di consumo quotidiani hanno avuto un sensibile incremento percentuale rispetto al 2024, mantenendosi tutto sommato stabili. I settori libreria e stampa hanno visto un incremento leggero, mentre sono in diminuzione gli acquisti nel settore automotive.
Salgono i valori medi degli scontrini per trattamenti sanitari e farmaci così come quelli per la bellezza e il benessere in generale. Una notizia positiva per l’export Made in Italy del settore farmaceutico, tra i primi indici che segnano il successo del 2024.
Per lo svago e il tempo libero, le spese degli svizzeri sono risultate stabili a gennaio.
Dopo aver raggiunto un picco storico a dicembre 2024, le spese per i viaggi si sono ridimensionate a un livello più contenuto nel mese di gennaio 2025, con un calo evidente in tutte le sottocategorie, incluse le prenotazioni alberghiere e il noleggio auto.
Quale può essere il ruolo della Svizzera nella complessa situazione geopolitica internazionale? Se ne è discusso durante il Congresso mondiale della Sicurezza che si è tenuto a Monaco in questi giorni.
Ciò che emerge è che, se dovessero sorgere delle schermaglie o addirittura delle guerre commerciali o se dovesse essere messo in discussione un “cessate il fuoco”, la Svizzera rivestirà un ruolo cruciale. Un segnale forte e chiaro per Bruxelles per ribadire la centralità della Confederazione che, pur non facendo parte della UE, è parte attiva dell’Onu e, per questo, fortemente interessata a mantenere ottimi rapporti sia con l’Europa che con gli Stati Uniti d’America.
Una posizione che però deve rimanere libera da condizionamenti. Un punto fermo emerso con chiarezza durante le conferenze di questi giorni a Monaco, durante le quali l’intervento del vicepresidente statunitense J.D Vance alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza ha creato un netto malumore tra i leader europei, per le critiche mosse al vecchio continente su più punti, tra i quali la politica migratoria.
La presidente della Confederazione Elvetica Karin Keller-Sutter ha preso le distanze da queste rimostranze generalizzate, definendo il discorso del vicepresidente Usa “liberale, in un senso molto svizzero”. In una intervista riportata su Le temps, e proprio Keller-Sutter a dare un taglio preciso alle parole di J.D Vance. “Ha parlato di valori che dobbiamo difendere e che condividiamo, come la libertà e la possibilità per il popolo di esprimersi. È stato un appello alla democrazia diretta. Si può leggere come tale” ha spiegato Keller-Sutter. Un’analisi che non è piaciuta a tutti i partiti della Confederazione ma che sono invece state apprezzate dal suo (PLR-partito Radicale Liberale) che le ha definite equilibrate e neutrali.
“Non ha preso posizione né per gli Stati Uniti, né per l’Europa in un contesto geopolitico complicato. Riaffermare la neutralità svizzera […] offre spazio di dialogo”, ha detto alla stampa la Presidente della Svizzera.
Ed è proprio sulla propria neutralità e sulle basi di cosa questa possa essere di grande aiuto all’Europa, che ci si interroga ora.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)