Sabato 26 Aprile 2025
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Il mercato globale dei gioielli e delle pietre preziose, valutato a 431,57 milioni di dollari nel 2024, è previsto raggiungere 608,38 milioni di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 5,95%. La crescita è trainata dall'aumento della classe media nei paesi emergenti, dal maggior potere d'acquisto e dall'influenza delle tendenze della moda globale.
Principali Driver del Mercato
Sfide e Opportunità
Crescita dell'E-commerce e Shopping Virtuale
L'e-commerce sta rivoluzionando il settore, con un numero crescente di consumatori che acquista gioielli online grazie alla comodità, alla varietà dell'offerta e ai prezzi competitivi. Strumenti come la realtà aumentata (AR) e i provi virtuali migliorano l'esperienza di acquisto, riducendo il divario tra retail fisico e digitale.
Tendenze di Prodotto e Mercati Regionali
Principali Aziende del Settore
Il mercato è dominato da grandi gruppi come LVMH, Pandora, Richemont, The Swatch Group, De Beers, Signet Jewelers e Chow Tai Fook, con un focus crescente sull'espansione digitale e sulla sostenibilità.
In sintesi, il mercato globale dei gioielli e delle pietre preziose si trova in un periodo di grande trasformazione, guidato da nuove abitudini di consumo, tecnologia e sostenibilità, offrendo opportunità di crescita e innovazione per le aziende del settore.
Il Primo Ministro Paetongtarn Shinawatra ha rilasciato una dichiarazione sulla posizione della Thailandia riguardo alla politica commerciale degli Stati Uniti, dopo che il Presidente Donald Trump ha annunciato una tariffa sulle importazioni del 36% per i prodotti thailandesi.
Nel comunicato del 3 aprile 2025, il Primo Ministro ha affermato che il governo thailandese riconosce la necessità degli Stati Uniti di affrontare i disavanzi commerciali con i suoi partner attraverso politiche di dazi reciproci. Queste misure hanno colpito vari partner commerciali degli Stati Uniti, e l'approccio di Trump rappresenta un cambiamento rispetto alle amministrazioni precedenti.
Trump ha annunciato che dal 3 aprile 2025 entrerà in vigore una tariffa minima del 10% su tutte le importazioni, con aliquote più alte per i paesi che registrano surplus commerciali con gli Stati Uniti o che, secondo gli Stati Uniti, approfittano del sistema attraverso barriere tariffarie e non tariffarie. La Thailandia è stata colpita da una tariffa del 36%, una delle più alte nella regione ASEAN, che entrerà in vigore il 9 aprile 2025.
Il governo thailandese ha dichiarato che è consapevole dell’impatto di queste misure, in particolare sul potere d'acquisto dei consumatori statunitensi, che potrebbero affrontare aumenti rapidi e significativi dei prezzi. Per questo motivo, gli esportatori thailandesi dovranno cercare nuovi mercati per ridurre i rischi derivanti dalla dipendenza da un unico mercato. Il governo thailandese ha annunciato la sua disponibilità a discutere con gli Stati Uniti per raggiungere un accordo commerciale che rispetti gli interessi di entrambe le parti, riducendo l’impatto sui settori coinvolti. È stato creato un gruppo di lavoro che ha preparato proposte per bilanciare il commercio con gli Stati Uniti e ridurre gli effetti negativi su agricoltori, consumatori e imprese. Inoltre, la Thailandia potrebbe sfruttare questa opportunità per ristrutturare la produzione, ridurre i costi e migliorare la competitività a lungo termine in alcuni settori. Il governo thailandese ha ribadito il suo impegno per un commercio stabile e bilanciato con gli Stati Uniti, puntando a una cooperazione vantaggiosa per entrambe le nazioni, in particolare nei settori agricolo e tecnologico avanzato. La Thailandia è pronta a collaborare con gli Stati Uniti per sviluppare il settore agricolo e le industrie del futuro, con l’obiettivo di favorire una crescita stabile e ridurre l’impatto sui settori commerciali e agricoli di entrambi i paesi attraverso negoziati costruttivi.
L'annuncio delle nuove tariffe commerciali da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scosso il mercato globale e suscitato reazioni immediate tra i principali partner commerciali. Questa misura, presentata come "tariffe reciproche", mira a riequilibrare il commercio internazionale, ma rischia di innescare una guerra commerciale globale con conseguenze economiche e politiche significative.
Le tariffe di Trump sono state introdotte con l'obiettivo di ridurre i deficit commerciali degli Stati Uniti e proteggere l'industria nazionale. Tuttavia, l'impatto di queste misure si estende ben oltre i confini americani, influenzando profondamente l'economia mondiale.
Le tariffe reciproche sono calcolate in base al deficit commerciale di ciascun paese con gli Stati Uniti. Ad esempio, se un paese ha un surplus commerciale significativo con gli USA, come la Cina o la Thailandia, potrebbe essere soggetto a tariffe più elevate. Questo approccio ha suscitato critiche, poiché molti ritengono che non rifletta accuratamente le tariffe effettivamente applicate da questi paesi.
I paesi del Sud-Est asiatico, in particolare quelli membri dell'ASEAN, sono stati colpiti in modo significativo dalle nuove tariffe. Tra questi, *Cambogia* e *Laos* sono stati soggetti a tariffe del 49% e 48%, rispettivamente, mentre il *Vietnam* ha ricevuto un dazio del 46%. *Myanmar* è stato colpito da una tariffa del 44%, seguito dalla *Thailandia* con il 36%, e *Indonesia* con il 32%.
La Thailandia, con un'economia fortemente dipendente dalle esportazioni, è particolarmente vulnerabile a queste misure. Le esportazioni thailandesi verso gli Stati Uniti includono prodotti come componenti elettronici, automobili e prodotti agricoli. Un aumento delle tariffe potrebbe ridurre la competitività di questi prodotti sul mercato statunitense, con conseguenze negative per l'economia locale.
Le reazioni ai dazi di Trump sono state immediate e variegate. L'*Unione Europea, ad esempio, ha ricevuto tariffe del 20% e ha minacciato contromisure, sottolineando le "conseguenze disastrose" per milioni di persone in tutto il mondo. La **Cina*, che ha visto tariffe del 34%, ha promesso di prendere "risolutamente delle contromisure" per proteggere i propri interessi.
La Cina e l'Unione Europea sono tra i principali partner commerciali degli Stati Uniti e hanno reagito con forza alle nuove tariffe. Entrambi i blocchi hanno espresso preoccupazioni sulla stabilità del commercio globale e hanno avvertito che le contromisure saranno inevitabili se le tariffe non verranno revocate.
L'impatto economico delle tariffe di Trump si estende ben oltre i paesi direttamente coinvolti. I mercati finanziari hanno già risposto con cali significativi, e i prezzi delle materie prime come il petrolio sono scesi in seguito all'annuncio.
I futures delle azioni statunitensi sono scesi del 3% nelle prime ore dopo l'annuncio, mentre i mercati asiatici hanno registrato perdite significative. I prezzi del petrolio sono calati di oltre due dollari al barile, riflettendo le preoccupazioni degli investitori sull'incertezza economica globale.
I paesi colpiti dalle tariffe stanno esplorando diverse strategie per mitigare gli effetti negativi. Queste includono la diversificazione dei mercati di esportazione, l'aumento delle importazioni dagli Stati Uniti per ridurre il surplus commerciale, e la negoziazione di accordi commerciali più favorevoli.
La Thailandia, ad esempio, sta cercando di aumentare le importazioni di prodotti statunitensi per ridurre il suo surplus commerciale con gli USA. Allo stesso tempo, il governo thailandese sta lavorando per diversificare i suoi mercati di esportazione, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti.
Le tariffe di Trump rappresentano una sfida significativa per l'economia globale, con potenziali conseguenze negative per i mercati finanziari e le catene di approvvigionamento internazionali. Mentre gli Stati Uniti cercano di riequilibrare il commercio internazionale, i paesi colpiti dalle tariffe devono adottare strategie innovative per proteggere le loro economie e mantenere solide relazioni commerciali.
In questo contesto, la cooperazione internazionale e il dialogo paritario saranno cruciali per evitare una guerra commerciale globale e garantire una crescita economica sostenibile per tutti i paesi coinvolti.
(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)