Situazione dazi USA sulla Thailandia del 18 luglio 2025

Mercoledì 23 Luglio 2025

Situazione dazi USA sulla Thailandia del 18 luglio 2025

Nel luglio 2025, la Thailandia è entrata in una fase critica di negoziazione commerciale con gli Stati Uniti, dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di imporre una tariffa del 36% su tutte le importazioni thailandesi a partire dal 1° agosto.

Questa misura si inserisce in una più ampia strategia americana di ricalibrazione delle relazioni economiche con i Paesi del Sud-est asiatico, finalizzata a ridurre gli squilibri strutturali della bilancia commerciale con le principali economie esportatrici della regione.

Secondo Financial Post, la Thailandia rappresenta il principale esportatore della regione verso gli USA, con un surplus commerciale di 46 miliardi USD nel 2024, e un’accelerazione delle esportazioni del 15% nei primi cinque mesi del 2025.

La risposta diplomatica thailandese

Per contrastare la minaccia tariffaria, il governo thailandese ha avviato una risposta diplomatica urgente. Come riportato sia dal Bangkok Post sia da The Nation, è stato convocato un incontro formale in videoconferenza tra il Ministro delle Finanze thailandese Pichai Chunhavajira e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, nella sera del 16 luglio.

La delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e composta da funzionari chiave dei ministeri del commercio e della finanza, ha presentato una nuova e più ampia offerta commerciale, nel tentativo di scongiurare l’imposizione del dazio del 36%.

Contenuto delle proposte thailandesi

La proposta avanzata da Bangkok si articola in più componenti:

  1. Azzeramento dei dazi su decine di migliaia di prodotti statunitensi, tra cui specifici beni agricoli come longan e tilapia, per i quali la Thailandia aveva già ridotto le tariffe verso altri partner commerciali.
  2. Riduzione generale delle tariffe doganali applicate alle merci USA: il governo propone un tasso obiettivo del 10%, accettando eventualmente una fascia negoziabile tra il 10% e il 20%.
  3. Rimozione di barriere non tariffarie, mediante l’adozione di standard internazionali e la semplificazione delle procedure di importazione.
  4. Riequilibrio della bilancia commerciale bilaterale, attraverso l’aumento delle importazioni dalla controparte statunitense, in particolare nei settori agricolo, energetico (incluso GNL) e aeronautico.

Secondo The Nation, la Thailandia mira a dimostrare buona volontà negoziale e a rafforzare i legami bilaterali, evitando misure punitive e presentandosi come partner affidabile rispetto a concorrenti regionali.

Misure di contingenza e piani alternativi

Conscio della possibilità che le trattative falliscano, il governo thailandese ha predisposto piani di emergenza basati su due scenari:

  • Scenario 1: applicazione piena del dazio del 36%, con impatti potenzialmente devastanti su settori esportatori strategici;
  • Scenario 2: adozione di un dazio intermedio al 20%, simile a quello già in vigore contro il Vietnam.

Le misure previste includono:

  • interventi di sostegno alle imprese colpite,
  • incentivi per la diversificazione dei mercati di sbocco,
  • misure fiscali e doganali per attenuare gli effetti sulle filiere produttive nazionali.

Confronto regionale e competitività

Il confronto con altri Paesi dell’ASEAN mostra chiaramente la criticità della posizione thailandese:

  • Indonesia ha negoziato una riduzione della tariffa dal 32% al 19%, in cambio di un pacchetto di acquisti americani da parte di Jakarta, tra cui 50 aerei Boeing;
  • Vietnam ha ottenuto un dazio ridotto al 20%, pur continuando a trattare;
  • Malaysia è soggetta a una tariffa del 25%;
  • Filippine ha visto l’aliquota passare dal 17% al 20%.

La Thailandia, minacciata da un’imposizione del 36%, ha interesse strategico a raggiungere un accordo che la mantenga competitiva nella regione e tuteli il suo ruolo nei flussi commerciali globali, specialmente in settori come elettronica, automotive, alimentare e tessile.

 

Opportunità per l’Europa nel nuovo contesto commerciale Thailandia-USA

L’annuncio da parte dell’amministrazione statunitense dell’introduzione di una tariffa del 36% sulle importazioni dalla Thailandia apre però uno spazio strategico rilevante per l’Europa, sia in termini di accesso al mercato thailandese sia nella ridefinizione delle catene di approvvigionamento globali.

In primo luogo, l’eventuale rallentamento dell’export thailandese verso gli Stati Uniti potrebbe spingere Bangkok a diversificare i propri partner commerciali, rafforzando i rapporti economici con l’Unione Europea. La UE si trova così in una posizione favorevole per offrire condizioni commerciali più stabili, sfruttando il proprio soft power regolamentare e la reputazione di affidabilità sul lungo periodo.

Inoltre, alcuni comparti chiave dell’export europeo — come il settore agroalimentare, farmaceutico, automotive e tecnologico — potrebbero trarre vantaggio da un’eventuale riduzione della concorrenza americana sul mercato thailandese. I beni europei, già apprezzati per qualità e innovazione, possono dunque rafforzare la propria presenza grazie a un differenziale competitivo temporaneamente ampliato.

In parallelo, le imprese europee con base produttiva in Thailandia — o interessate a delocalizzare parte della produzione — potrebbero valutare nuove strategie di rilocalizzazione per accedere più facilmente sia al mercato regionale ASEAN che a quello cinese, compensando le difficoltà connesse all’export verso gli USA.

Conclusioni

L’incontro del 16 luglio segna un passaggio cruciale nei rapporti commerciali tra Thailandia e Stati Uniti. La proposta avanzata da Bangkok dimostra apertura e volontà di compromesso, ma l’esito resta incerto.

Se i dazi del 36% entrassero in vigore il 1° agosto, l’impatto sull’economia thailandese sarebbe significativo, colpendo settori chiave dell’export e generando effetti a catena su occupazione e investimenti. Il governo ha già predisposto misure di emergenza, ma il tempo per evitare la crisi è limitato.

Al contempo, questa tensione commerciale apre nuove opportunità per l’Europa, che può rafforzare il proprio ruolo nella regione, offrendo stabilità, cooperazione e accesso a tecnologie e investimenti in un momento di ridefinizione degli equilibri globali.

Fonti

Financial Post. (luglio 2025). Thailand to make fresh proposals to US in bid to avert tariff. Financial Post.

The Nation. (16 luglio 2025). Thailand to propose zero tariffs in crucial US trade talks tonight. The Nation.

Bangkok Post. (16 luglio 2025). Thailand makes fresh proposals to reduce US tariff pain. Bangkok Post.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Mercoledì 23 Luglio 2025