Svizzera: la BNS non cambia rotta

Svizzera: la BNS non cambia rotta
Martedì 5 Aprile 2022

Svizzera: la BNS non cambia rotta

Nonostante l'aumento previsto dell'inflazione, la Banca Nazionale Svizzera resta ancorata ai tassi negativi introdotti nel 2015.

La Banca Nazionale Svizzera lascia invariata la sua politica monetaria espansiva, pur vedendo all'orizzonte un aumento dell'inflazione. Nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria, la BNS ha deciso di mantenere fermo al -0,75% il suo tasso guida, il più basso del mondo. Sono confermati anche gli interessi negativi, pure del -0,75%, a carico delle banche che depositano il loro denaro presso l'istituto. Introdotti nel 2015, erano allora considerati una sorta di bizzarria temporanea, ma non sono più stati abbandonati e hanno prodotto un impatto considerevole, non da ultimo sull'immobiliare e sulle future pensioni.

Sulla scia degli scombussolamenti provocati dalla guerra in Ucraina la stima di crescita viene rivista al ribasso ma solo leggermente, dal 3% calcolato tre mesi fa al 2,5%. L'incertezza e i rischi sono considerati però elevati. "L'invasione russa ha accresciuto significativamente l'incertezza in tutto il mondo: in questa situazione la Banca nazionale, con la sua politica monetaria garantisce la stabilità dei prezzi e sostiene l'economia svizzera", dice l’istituto guidato da Thomas Jordan.

La banca nazionale ha anche ribadito la disponibilità a procedere a interventi sul mercato dei cambi per stabilizzare il franco, che rimane molto vicino alla parità con l'euro con conseguenti effetti negativi sulle esportazioni: giovedì mattina la moneta europea costava poco più di 1,02 franchi.

Le indicazioni non rappresentano una sorpresa: gli esperti erano unanimi nel ritenere che la BNS non avrebbe cambiato rotta. È infatti opinione largamente condivisa che prima di poter operare una stretta monetaria l'istituto debba aspettare che si muova la Banca centrale europea (BCE), i cui intendimenti non sono del tutto chiari. Intanto invece la statunitense Federal Reserve (Fed) ha già proceduto la settimana scorsa a un rialzo dei tassi (il primo dal 2018), a cui ne seguiranno altri nell'anno in corso.

La BNS può però permettersi di attendere perché il rincaro è relativamente contenuto rispetto ad altri Paesi: in febbraio era al 2,2%, contro il 5,9% dell'Eurozona e il 7,9% negli Stati Uniti. La BNS si aspetta ora che l'inflazione si fissi al 2,1% in questo 2022 e allo 0,9% nel 2023. I precedenti pronostici erano rispettivamente dell'1 e dello 0,6%. La prima valutazione per il 2024 è dello 0,9%.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1499

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 5 Aprile 2022