Giovedì 25 Dicembre 2025
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Il legame fra l’Italia e il Giappone nel campo dell’enogastronomia è cresciuto costantemente negli ultimi decenni: il vino italiano, con la sua ricchezza di territori, stili e qualità, ha trovato nel Sol Levante un terreno fertile per affermarsi, inizialmente come aggiornamento di nicchia per pochi appassionati, poi come parte integrante della cultura del vino importato.
Il mercato del vino in Giappone ha visto un aumento notevole negli ultimi anni: l’interesse verso vini d’importazione è cresciuto sensibilmente, spinto da una domanda di qualità e da un apprezzamento crescente soprattutto da parte della generazione più giovane e delle donne.
Il rafforzamento della presenza italiana nel paese è anche frutto di un’azione strutturata: enti e istituzioni italiani hanno promosso la partecipazione a fiere, degustazioni e iniziative volte a far conoscere il vino italiano agli operatori e ai consumatori giapponesi.
E’ così che l’Italia è diventata uno dei principali fornitori di vino in Giappone con una reputazione basata su territorio, tradizione e varietà: non più solo prodotti iconici, ma una gamma diversificata che spazia dai rossi strutturati ai bianchi, dai vini frizzanti agli spumanti.
Nel 2024 il mercato giapponese del vino ha registrato una crescita moderata nei consumi e nelle importazioni, pur con un calo del valore medio dovuto alla pressione sui prezzi. L’Italia, tuttavia, ha continuato a rafforzare la propria presenza, distinguendosi non solo nei vini imbottigliati ma anche nei formati alternativi, come bag-in-box e vino sfuso, in forte aumento. Ciò conferma l’evoluzione del consumatore giapponese verso soluzioni più flessibili e con un buon rapporto qualità-prezzo.
Sul piano globale, il 2024 è stato segnato da una riduzione della produzione e da un clima di incertezza, fattori che rendono ancora più decisivi autenticità, sostenibilità e valorizzazione del territorio. In questo scenario, il Giappone si è confermato come il principale mercato asiatico per il vino italiano, ponendo basi solide per le prospettive dell’anno successivo.
Questo quadro, seppur complesso, crea le premesse per comprendere le dinamiche del 2025, anno che ha presentato segnali contrastanti ma anche nuove opportunità per il vino italiano in Giappone.
Infatti da un lato, a livello globale il settore sta attraversando una fase di assestamento: nel primo semestre 2025 il commercio internazionale del vino ha registrato una flessione sia in valore (-2,3%) sia in volume (-3,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, riflettendo un contesto di incertezza e riduzione dei consumi.
Dall’altro lato, però, il Giappone mostra una dinamica più resiliente rispetto alla media mondiale. Nel primo semestre 2025 le importazioni di vino nel paese sono infatti aumentate in valore (+2,61% rispetto al 2024), pur registrando un leggero calo dei volumi.
Questo andamento suggerisce un mercato che, pur sensibile ai cambiamenti macroeconomici, continua a riconoscere valore ai prodotti importati, tra cui quelli italiani.
Tuttavia, l’instabilità valutaria, l’inflazione e la pressione sui prezzi medi indicano che per l’Italia non sarà sufficiente puntare esclusivamente sui segmenti premium: sarà necessario adattarsi alle nuove preferenze dei consumatori giapponesi, offrendo qualità, varietà e formati più versatili e accessibili. In un contesto globale di riduzione produttiva e di domanda più selettiva, una strategia efficace per l’Italia potrà fondarsi sulla valorizzazione dell’identità territoriale con denominazioni, tipicità, storia e sostenibilità: elementi sempre più determinanti per un consumo consapevole e per distinguersi in un mercato competitivo come quello giapponese.
L’esperienza del vino italiano in Giappone è un esempio di come un amore per la cultura, per il gusto e per la qualità possa superare distanze geografiche e tradizioni differenti. Da prodotto d’importazione di nicchia, il vino italiano è diventato un simbolo di gusto e di eleganza nel contesto giapponese, e oggi affronta una fase di trasformazione non più fatta solo di bottiglie pregiate, ma anche di formati accessibili, adattati a nuovi stili di consumo, con un occhio attento a rapporto qualità-prezzo e praticità.
Il 2026, pur in uno scenario globale complesso, offre all’Italia concrete opportunità di consolidare la propria presenza in Giappone: la chiave sarà saper unire qualità, varietà, identità territoriale e adattamento alle nuove preferenze del consumatore giapponese.
Un bicchiere di vino diventa così un ponte culturale, un dialogo tra territori e un segno di fiducia tra due mondi lontani ma affini.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Giappone)