Lunedì 28 Aprile 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Grandi investimenti in autostrade, ponti, aeroporti e la creazione della zona economica di Quang Yen stanno contribuendo a migliorare l'ambiente imprenditoriale e stanno richiamando una gran quantità di progetti di investimento nazionali e internazionali nella provincia di Quang Ninh.
Sede della famosa baia di Halong, la provincia settentrionale di Quang Ninh è nota per essere una vivace attrazione turistica; da quando però la manifattura è diventata uno dei pilastri dello sviluppo economico della regione, oltre al turismo, la provincia si è impegnata a diventare un importante polo manifatturiero sia a livello nazionale che locale.
Quang Yen, la nuova zona economica costiera, è stata creata per diventare un importante beneficiario di investimenti nella provincia. La strategia adottata in questa zona si sta dimostrando efficace dal momento che un gran numero di imprenditori provenienti da diverse nazioni sono desiderosi di sviluppare qui i propri progetti.
La Zona Industriale di Bac Tien Phong ha accolto, tra i tanti, nove progetti rivolti alla creazione di magazzini per prodotti petrolchimici, per energie rinnovabili e per la produzione di componenti. Il valore totale dell'investimento è di circa 1,5 miliardi di dollari.
Le Zone Industriali DEEP C, lo sviluppatore industriale belga presente nel complesso industriale di Quang Ninh, è formato dalle Zone Industriali di Bac Tien Phong e di Nam Tien Phong. La DEEP C mostra una tendenza delle aziende a investire maggiormente nell’affitto di magazzini e officine già costruiti, rappresentando quattro progetti su nove.
LOGOS, un investitore immobiliare globale nella logistica, ha firmato un Memorandum of Understanding con le Zone Industriali DEEP C lo scorso anno per costruire immobili prefabbricati che coprono 10 ettari della Zona di Bac Tien Phong. L'investitore sta ora preparando un application dossier per ottenere il documento di registrazione dell'investimento; la consegna del terreno è prevista per questo mese.
"Le grandi società immobiliari industriali si stanno interessando alla trasformazione industriale di Quang Ninh e sono pronte a trarne vantaggio", ha affermato Bruno Jaspaert, direttore generale di DEEP C Industrial Zones. "Alcuni hanno già costruito la loro base nelle zone industriali DEEP C di Haiphong e recentemente hanno deciso di espandere le loro attività a Quang Ninh per diversificare il loro portafoglio".
Condividendo l'ambizione di Quang Ninh, anche nella zona industriale di Bac Tien Phong sono in corso le costruzioni di un complesso petrolchimico e di un impianto di produzione di particelle di plastica che coprono 60 ettari.
A sud di Bac Tien Phong, la zona idustriale Nam Tien Phongha ha attirato diversi progetti, di cui uno ha già presentato il certificato di registrazione per l'investimento.
Un contesto imprenditoriale vantaggioso:
Un decennio di riforme ha reso Quang Ninh una delle province più competitive del paese. Negli ultimi quattro anni, ha superato l'indice competitivo provinciale della Camera di Commercio e Industria del Vietnam. L'indice è stato condotto ogni anno dal 2005 e valuta la facilità di fare affari, il supporto governativo, la trasparenza e le riforme amministrative sulla base delle risposte delle imprese vietnamite.
Altre aziende stanno inoltre decidendo di integrare le proprie attività con sede in Cina con input provenienti da impianti di produzione in Vietnam e stanno scegliendo di espandere ulteriormente il commercio nella regione dell'ASEAN.
Attualmente in costruzione, l'autostrada Van Don-Mong Cai ridurrà significativamente il tempo che collega la zona industriale di Quang Ninh a Shenzhen, la megalopoli tecnologica della Cina, a 12 ore, rendendo possibili e convenienti le consegne dei prodotti sensibili al fattore tempo. Di conseguenza, la produzione di dispositivi elettronici è tra le principali industrie destinate al trasferimento a Quang Ninh.
Quang Ninh possiede attualmente la rete autostradale più lunga del Vietnam, che si estende su tre sezioni per 159 km. Oltre a ciò, questa rete è collegata con la Haiphong-Hanoi Expressway, che collabora a ridurre i tempi di viaggio per raggiungere Hanoi da Quang Ninh e crea un triangolo economico tra i tre centri.
L’aeroporto internazionale di Van Donè stato il primo aeroporto mai sviluppato in Vietnam secondo il modello “costruisci-opera-trasferisci” ed è stato nominato il nuovo aeroporto leader nel mondo nel 2019 dal World Travel Awards. L'aeroporto contribuisce a facilitare l’import-export delle merci verso i paesi asiatici e promuove il commercio con la Cina.
Mirare a nuove attività:
Dal punto di vista di uno sviluppatore di infrastrutture, Jaspaert ha affermato: "Mentre molti possono essere d’accordo che l'infrastruttura e la catena di approvvigionamento di Quang Ninh possono ancora essere perfezionate, è innegabile che il governo abbia fatto passi da gigante per migliorarle. Il suo confine con la Cina e la vicinanza a centri di produzione come quello di Shenzhen, lo hanno reso una scelta obbligata per le aziende che desiderano trasferirsi o integrare le loro principali attività collocate in Cina".
Per mantenere lo slancio, il Comitato del popolo di Quang Ninh e il Ministero della Pianificazione e degli Investimenti il 9 novembre terranno un webinar sulla promozione degli investimenti che sarà rivolto agli investitori taiwanesi. Gli sviluppatori industriali di Quang Ninh, tra cui DEEP C, lavoreranno con i leader provinciali per portare Quang Ninh nel radar delle imprese taiwanesi.
La Zona Industriale Bac Tien Phong è stata sviluppata congiuntamente dalla Zona Industriale DEEP C, uno sviluppatore di zone industriali belga, e Hateco Group, un conglomerato vietnamita nel settore immobiliare, logistica, porti marittimi e altro ancora. Come parte del complesso industriale di Quang Ninh, situato nella zona economica costiera di Quang Yen, il progetto mira a diventare un ecosistema impeccabile, perfettamente collegato ai porti marittimi.
Fondato nel 1997, la zona industriale DEEP C si è affermata come uno dei più grandi gruppi di sviluppo industriale in Vietnam. DEEP C consiste in cinque sotto progetti con oltre 3.386 ettari di terreno industriale a monte del porto di Lach Huyen a Haiphong e Quang Ninh. Offre una varietà di opzioni per gli investimenti, tra cui terreni industriali in affitto, fabbriche già pronte, magazzini logistici e soluzioni su misura.
Oggi DEEP C ospita 142 progetti, equivalenti a 120 aziende, con un investimento totale di 4 miliardi di dollari.
Fonte: https://bit.ly/3FhfDvn
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
Il Lussemburgo si conferma uno dei primi 5 centri finanziari dell’UE, come emerge nell'ultimo Global Financial Centres Index (GFCI 30). Pur scendendo di qualche posizione rispetto al rapporto del 2020, la competenza del Lussemburgo in settori chiave come i fondi d'investimento, le banche, i mercati dei capitali, le assicurazioni e la sua leadership nella finanza sostenibile hanno fatto sì che il Granducato si classificasse come quarto centro finanziario dell’UE.
Il GFCI è pubblicato da Z/Yen Partners in collaborazione con il China Development Institute ed è uno degli indici più riconosciuti al mondo della competitività dei centri finanziari globali.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Il Lussemburgo conferma il sostegno alla ricerca e allo sviluppo come un impegno strategico e prioritario per il Paese. Recenti statistiche di Eurostat mostrano che il Granducato è il più alto spenditore di R&S nell'Unione europea rispetto alla sua popolazione. Con 648 euro per persona stanziati nel 2020, il paese è in cima al podio che condivide con Danimarca e Germania.
"L'impegno del Lussemburgo a investire in R&S è in parte motivato dal fatto che l'ecosistema della ricerca è il principale catalizzatore del Paese per cogliere nuove opportunità di sviluppo sostenibile e responsabile", commenta Research Luxembourg.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Gli economisti Waldemar Kozioł del Dipartimento di Management dell'Università di Varsavia e Andrzej Sadowski del Centro Studi di Adam Smith, in un’intervista rilasciata alla radio polacca, “Polskie Radio 24” hanno affermato che nonostante le difficoltà, secondo quanto dimostra l’indice del PIL, la situazione degli imprenditori polacchi al momento è buona. Riferendosi agli ultimi dati dell'Ufficio centrale di statistica, secondo i quali il PIL polacco è aumentato del 5,1% anno su anno, Kozioł ha evinto che l'andamento dell’economia in Polonia sia veramente buono.
Però, come sostenuto dall’economista, sono anche i prezzi ad avere un impatto importante sul PIL. Pertanto, più aumenteranno i prezzi, più aumenterà il PIL: il valore più significativo di quest’ultimo sarà quello del quarto trimestre. Dunque, come sottolineato dagli esperti, la situazione degli imprenditori polacchi potrebbe presto peggiorare per il calo di esportazioni, dovuto alla difficoltà dei paesi acquirenti, il costo del denaro in aumento nonché i prezzi dell'energia e delle materie prime in crescita. Secondo Kozioł, infatti, nel quarto trimestre dovrebbe verificarsi un rallentamento, incluso un calo delle esportazioni nette, visto il deterioramento della situazione economica dei paesi in cui la Polonia esporta le sue merci. Inoltre, come notato dall’economista, la crescita economica polacca è soprattutto un frutto di una forte domanda interna e nella sua opinione i consumi in Polonia continueranno a crescere, nonostante la crisi. Ciò nonostante, Kozioł ha anche sottolineato l’importanza delle aspettative relative all’inflazione e al costo del denaro, il quale aumenterà in seguito all’aumento dei tassi d'interesse. Riferendosi al sondaggio svolto tra gli imprenditori polacchi, secondo il quale il 72% delle piccole e medie imprese ritengono che nel 2021 le condizioni per fare impresa in Polonia si siano deteriorate, gli esperti hanno sostenuto che gli investimenti pubblici nonché le regole fiscali fisse saranno entrambi un rimedio per questo problema. Fornendo un quadro complessivo della situazione, Andrzej Sadowski ha citato i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico secondo i quali la Polonia è penultima nella classifica in termini di complessità del sistema fiscale e la sua efficacia per quanto riguarda le attività economiche. Inoltre, come ulteriormente evidenziato da Sadowski, sono proprio le normative fiscali fisse a influire maggiormente le opinioni sulle condizioni imprenditoriali piuttosto che i livelli delle aliquote imposte.
Fonte: https://bit.ly/3psaERW
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Secondo le proiezioni dell'Osservatorio Fiscale Europeo, la riforma del sistema internazionale di tassazione delle imprese porterebbe 5,8 miliardi di euro di entrate aggiuntive per il governo del Lussemburgo entro il 2021. Si tratta di una stima basata sulle dichiarazioni dei redditi delle multinazionali pubblicate nel 2017, anno a partire dal quale la rendicontazione paese per paese è diventata pienamente obbligatoria per quelle società con ricavi mondiali superiori a 750 milioni di dollari.
Complessivamente, la tassa del 15% su queste aziende genererà un guadagno fiscale globale di più di 200 miliardi di euro. Questo guadagno beneficerà i paesi sviluppati, che ospitano il maggior numero di multinazionali, il 66%, rispetto al 33% dei paesi in via di sviluppo. Il 38% di queste multinazionali ha sede in Asia (Cina, ma anche Giappone, Corea del Sud e Hong Kong), il 28% negli Stati Uniti e il 15% nell'Unione europea.
Il grande vincitore sono gli Stati Uniti, che guadagneranno 57 miliardi di euro di entrate fiscali. Gli Stati Uniti sono seguiti da Canada (24,4 miliardi di euro), Belgio (21,2 miliardi di euro), Germania (13,3 miliardi di euro), Irlanda (12,4 miliardi di euro), Regno Unito (11 miliardi di euro) e Lussemburgo che, con 5,8 miliardi di euro di entrate fiscali aggiuntive, è al settimo posto.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Secondo l’indagine “GfK Purchasing Power Europe 2021”, quest'anno gli europei hanno un totale di circa 10,2 miliardi di euro per spese di consumo, servizi, vacanze, ecc. Su base pro capite, ciò corrisponde ad un potere medio d'acquisto pari a 15 055 euro, il che indica una crescita nominale dell'1,9% del potere d'acquisto su base annua. Tra i 42 paesi, inclusi nell'indagine, solo quelli tra i primi dieci hanno un potere d'acquisto pro capite molto elevato, superiore almeno del 55% della media europea. 16 di 42 paesi sono al di sopra della media europea (compresi Liechtenstein, Svizzera e Lussemburgo). L'Ucraina, ultima in classifica, ha il potere d'acquisto più basso: 1.892 euro.
In Polonia, nell'anno corrente, il potere d'acquisto medio pro capite è pari a 8.294 euro, al di sotto della media europea, che colloca la Polonia al 28° posto nella classifica. Simultaneamente, c'è una significativa stratificazione nella distribuzione del potere d'acquisto tra province ricche e povere. Solo 82 province hanno un potere d'acquisto pro capite superiore alla media nazionale, mentre 298 sono al di sotto di questo livello. Come ha notato Agnieszka Szlaska-Bąk, Client Business Partner di GfK, la crescita del potere d'acquisto non significa che i polacchi avranno a loro disposizione più soldi, ma con l’inflazione così alta, l’aumento dei prezzi non sarà così notevole per alcuni polacchi. Questo significa anche che con la stratificazione crescente tra le province, per gli abitanti delle aree più povere, l'aumento dei prezzi, con solo una minima crescita di guadagni, sarà considerevole. Il rapporto indica che nella classifica delle province polacche, al primo posto c'è la provincia di Varsavia con un reddito netto di 13.566 euro pro capite. I suoi abitanti hanno quasi il 64% di denaro in più per consumi e risparmi rispetto alla media nazionale. I primi dieci nella classifica del potere d'acquisto delle province in Polonia si trovano tra gli altri: Breslavia (terzo posto), Poznań (quarto posto), Cracovia (sesto posto), Bielsko-Biała (settimo posto).
Fonte: https://bit.ly/3dr7Miq
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Il Lussemburgo si colloca al 30° posto nel World Talent Ranking 2020, che evidenzia in particolare la capacità di attrarre e mantenere i talenti e la disponibilità di personale straniero altamente qualificato. Il 2021 Total Workforce Index, che misura la relativa facilità di reperire, assumere e mantenere le competenze della forza lavoro in mercati del lavoro concorrenti, pone il Lussemburgo al 18° posto nel mondo e all'8° nell'UE.
"Grazie alle istituzioni dell'UE, al centro finanziario e alle scene di ricerca, innovazione e start-up in rapida espansione, il Lussemburgo è un luogo veramente internazionale", commenta Jenny Hällen Hedberg, che dirige il team International Business Development di Luxinnovation.
La popolazione lussemburghese è la più multilingue dell'UE, e le competenze linguistiche vanno ben oltre le tre lingue ufficiali del paese: Lussemburghese, Tedesco e Francese. "L'uso dell'inglese è diffuso e un must nelle aziende che si trovano qui", sottolinea la signora Hällen Hedberg. Il Lussemburgo è infatti tra i 12 paesi al mondo con le più alte competenze in inglese come lingua straniera secondo l'indice di competenza inglese EF 2020.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Secondo il rapporto dell’agenzia Moody’s, pubblicato a novembre, l’economia polacca aumenterà del 5,1%, alimentata dal consumo e dagli investimenti. Nel 2022 si prevede un lieve rallentamento della crescita del Pil polacco di circa il 4,5%. Inoltre, ci si aspetta che il deficit del settore delle finanze pubbliche diminuirà, ammontando al 2% del Pil; ci sarà anche una riduzione del debito governativo sia locale che nazionale che si attesterà, in quest’anno, al 56% e nel prossimo al 54,1%.
Il ministro delle finanze, Tadeusz Kościński, ha attribuito la buona condizione dell’economia polacca al fatto della presenza di una solida base macroeconomica. "Nonostante l'enorme sostegno che abbiamo concesso agli imprenditori colpiti dalle conseguenze della pandemia, il nostro debito pubblico è moderato e scenderà progressivamente”, ha detto il ministro aggiungendo che le agenzie mondiali vedono l’economia polacca ritornare in modo dinamico sulla strada di crescita. Uno dei rischi per la Polonia indicato dall’agenzia Moody’s è il disaccordo riguardante il sistema giudiziario tra la Polonia e l’UE.
Fonte: https://bit.ly/3ovkFi1
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Nonostante i colli di bottiglia causati dalla pandemia alla catena di approvvigionamento globale, la rapida ripresa economica della Turchia, i suoi progressi nelle vaccinazioni e la forte resilienza del sistema industriale hanno portato le organizzazioni internazionali a rivedere le loro previsioni di crescita 2021 relative al Paese.
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) prevede che il Pil cresca dell’8,4% nel 2021 (in aumento rispetto alle precedenti stime pari al +5,7%). Anche la Banca Mondiale ha alzato le sue stime di crescita dal 5% all’8,5% per il 2021. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), invece, nel suo rapporto “World Economic Outlook” di ottobre 2021 ha previsto che l'economia turca crescerà del 9% nel 2021.
Lo stesso FMI, inoltre, prevede per il 2022 una crescita economica del 3,3% e un tasso di disoccupazione dell’11%.
Secondo i dati dell'Ente di Statistica turco (TÜİK), l’economia turca è cresciuta dell’1,8% nel 2020; del 7,2% nel primo trimestre del 2021 e del 21,7% nel secondo trimestre del 2021.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Nei primi otto mesi del 2021, secondo l’elaborazione dell’Ufficio ICE di Istanbul su dati diffusi all’inizio di ottobre da Turkstat, l’interscambio commerciale tra Turchia e Italia ha superato i 14 miliardi di dollari.
Rispetto all’analogo periodo del 2020, il volume totale è aumentato del 43,1 per cento attestandosi a 14,5 miliardi di dollari USA rispetto ai 10,2 miliardi del medesimo periodo dell’anno precedente. I dati dei primi 8 mesi del 2021 appaiono ancor più incoraggianti se confrontati con quelli pre-pandemici del 2019 per l’analogo periodo. Rispetto ai primi 8 mesi del 2019, infatti, l’interscambio complessivo nel 2021 è superiore di ben oltre 2 mld di dollari (12,3 mld di dollari vs. 14,5 mld di dollari) corrispondenti ad un +17%.
L’Italia si posiziona dunque quale 5° partner commerciale con una quota del 4,7 per cento, precedendo Regno Unito e Francia e dopo Germania, Cina, Russia e USA. Il nostro Paese si conferma quinto fornitore della Turchia e il quarto cliente nei primi otto mesi del 2021.
L’interscambio totale della Turchia con il resto del mondo nel periodo in osservazione 2021 ha registrato un incremento pari a +30,4%, passando da 237,8 a 310,2 miliardi di Dollari USA mentre e il deficit commerciale è sceso a 29,8 miliardi USD.
Nei confronti con l’Unione Europea, principale partener commerciale di Ankara, l’interscambio è aumentato nel periodo considerato del 34,6% passando da 85,4 miliardi di Dollari USA nel 2020 a 114,9 miliardi registrati nei primi otto mesi dell’anno in corso.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)