Sostenibilità

Lunedì 10 Luglio 2023

Italia e Germania: strategie comuni per lo sviluppo dell’idrogeno- Forum a Monaco il 25 Ottobre

Che si parli di Transizione Ecologica o di Dekarbonisierung (decarbonizzazione), la ricerca di fonti energetiche rinnovabili è ormai da molti anni al centro degli obiettivi e delle politiche degli stati europei. In questo frangente, sebbene con tempistiche differenti, Italia e Germania si stanno muovendo con determinazione verso la neutralità climatica, cavalcando l’onda del NextGenerationEU e varando misure atte a promuovere vettori energetici sostenibili, tra i quali l’idrogeno verde.

Avendo come unico prodotto di scarto il vapore acqueo, l’idrogeno verde (che si distingue dalla sua cosiddetta forma “grigia” o da quella “blu”, in quanto ottenuto tramite l’elettrolisi dell’acqua a partire da fonti energia rinnovabili) costituisce senza dubbio uno dei vettori energetici più ecologi, offrendo opportunità di crescita economica a fronte però degli, ancora, alti costi di produzione e di trasporto.

La prospettiva tedesca

Avendo varato nel 2020 un pacchetto economico da 9 miliardi di euro a favore della cosiddetta economia dell’idrogeno, la Germania si prepara alla neutralità climatica auspicata dall’ UE nel 2050 con ambiziose strategie di sviluppo, tra le quali spicca la Nationale Wasserstoffstragie (Strategia Nazionale per l’idrogeno). La strategia, supportata dall’attività di numerose autorità regionali, prima fra tutte il Zentrum Wasserstoff.Bayern (H2.B) - Centro Idrogeno della Baviera (H2.B), mira a generare entro il 2030 trai 120 e i 150 mila posti di lavoro in tutto il paese, con impatto stimato sul PIL di circa 17 miliardi di Euro. In questo frangente, il governo tedesco intende incrementare la ricerca e l’impiego dell’idrogeno verde a sostegno soprattutto dell’industria pesante, del mix energetico e dei trasporti, con 300 stazioni di rifornimento ad idrogeno da completarsi entro il 2030, il primo treno ad idrogeno che verrà testato il prossimo anno dalla Deutsche Bahn ed il contributo di aziende all’avanguardia come Quantron AG e-mobility e Green Hydrogen technology GmbH, aziende leader rispettivamente nella produzione di camion e veicoli commerciali ad idrogeno e nella produzione di idrogeno verde a partire da materiali di scarto.

La prospettiva italiana

Sono circa 3,7 miliardi invece gli euro stanziati dal PNRR italiano a favore della produzione e dell’impiego di idrogeno verde. Le misure, indicate nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) del 2019 che verrà rinnovato a breve, contribuiranno entro il 2030 a generare fino a 27 miliardi di euro di PIL aggiuntivo, alla creazione di oltre 200 mila posti di lavoro temporanei e 10 mila posti fissi, nonché alla riduzione di 8 Mton di Co2 equivalenti. I target di investimento, a fianco della ricerca e della produzione di idrogeno verde, rimangono in linea con la Germania i trasporti a lungo raggio, le ferrovie, l'industria pesante (raffinazione petrolifera e chimica) e la miscelazione dell'idrogeno nella rete gas, con possibile stimolo alla crescita interna del mercato dell'idrogeno.

Come ricorda inoltre l’Associazione Italiana per l’Idrogeno e Celle a Combustibile H2IT, le competenze italiane in materia di idrogeno sono attualmente ben radicate: grande attenzione è riposta in particolare sulle cosiddette Hydrogen Valleys, siti di produzione di idrogeno verde realizzate in aree industriali dismesse (attualmente interessanti le regioni Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata, Puglia e Piemonte) e sui progetti sull’idrogeno verde promossi da numerose aziende italiane. Tra di esse spiccano i nomi di Italgas, Rina (impegnata in un progetto sulla produzione di acciaio tramite idrogeno) e Fincantieri, che sta attualmente sperimentando l’utilizzo di navi ad idrogeno per le operazioni di Porto.

Rimangono tuttavia carenti, come del resto anche in Germania, le infrastrutture di trasporto. A riguardo però si rilevano i 530 milioni di euro del PNRR destinati alla costruzione di stazioni di rifornimento ad idrogeno su tutto il territorio nazionale (40 per il trasporto stradale e 10 per quello ferroviario).

Una via comune – La dorsale Europea dell’Idrogeno

Ad accomunare i due stati, partner commerciali ed ecologici, vi è la ferma volontà di allacciarsi alla Ehb, la European Hydrogen Backbone (in italiano Dorsale Europea dell’Idrogeno), un’iniziativa promossa da 32 operatori di infrastrutture energetiche che punta a realizzare una rete europea per il trasporto dell’idrogeno. L’allacciamento alla rete è previsto per la Germania entro il 2035 ed entro il 2040 per l’Italia e porterà ad un significativo abbattimento dei costi di trasporto, che si aggireranno tra gli 0,11 e 0,21 € per kg sulle tratte onshore della dorsale e tra gli 0,17 e 0,32 €/kg su quelle offshore per ogni 1.000 km di tratta.

Fonti: https://tinyurl.com/4ksv5xvxhttps://tinyurl.com/2hhdy2d9https://tinyurl.com/5n7pmyj2https://tinyurl.com/d84ed2ua;

 https://tinyurl.com/4xpk2mzxhttps://tinyurl.com/4mf3nnnthttps://tinyurl.com/2ytb5s8bhttps://tinyurl.com/5efvtpvv

https://tinyurl.com/3jshzmxe

 

Sul tema delle strategie comuni per lo sviluppo di collaborazioni nell’ambito della filiera dell’idrogeno e l’impatto sull’industria, relatori italiani e tedeschi si confronteranno nel corso del Forum sull’idrogeno che la Camera di Commercio italo-tedesca ITALCAM ed il Ministero dell’Economia della Baviera, assieme al Centro di Competenza per l’Idrogeno della Baviera, organizzeranno il 25 ottobre 2023 a Monaco, allo scopo di  approfondire ed accelerare le possibilità di collaborazione tra i due Paesi alla luce degli ambiziosi obiettivi climatici e ambientali imposti dall’UE.

È prevista la partecipazione di rappresentanti istituzionali e di aziende di entrambi i Paesi, che si alterneranno come relatori all’interno di sessioni di tavole rotonde.

Il Ministro dell’Economia della Baviera Hubert Aiwanger ha di recente affermato a tale proposito:  "Solo con l'idrogeno possiamo decarbonizzare con successo la nostra industria. Per questo abbiamo bisogno di una stretta cooperazione transfrontaliera con l'Austria e l'Italia. In futuro, l'idrogeno verde proveniente dalla Tunisia, ad esempio, potrà essere trasportato attraverso i gasdotti esistenti in Italia fino all'Austria e alla Germania. Ci sono giá progetti specifici in fase di attuazione. Ora è il momento di assumere impegni chiari da parte di tutti gli attori”.

Il programma completo dell’evento sará  a breve disponibile sul sito www.italcam.de

Nel caso siate interessati a partecipare o desideriate ulteriori informazioni, potete contattare:

Martina Agosti

agosti@italcam.de

+49 89 96166172

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Tedesca)

Ultima modifica: Mercoledì 30 Agosto 2023
Martedì 27 Giugno 2023

Brasile e Italia aprono canale di dialogo sull'ambiente

Italia e Brasile, che presiederanno rispettivamente il G7 e il G20 nel 2024, hanno aperto un canale di dialogo sui temi ambientali durante un'assemblea del Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (ONU-Habitat) a Nairobi, in Kenya.

L'obiettivo è dare particolare attenzione alla tutela dei piccoli centri, tema che è stato discusso in un incontro bilaterale tra il sottosegretario del Ministero dell'Ambiente italiano, Claudio Barbaro, con i segretari del Ministero delle Città del Brasile Roberto Queiróz Tomé (Sviluppo Urbano e Metropolitano) e Guilherme Simões (Periferie).

Il tema è delicato, importante e non sempre riceve attenzione, mentre le metropoli sono sotto i riflettori. Le città cosiddette secondarie dovrebbero essere considerate primarie per la loro importanza nel decongestionare i grandi centri e per la loro capacità di generare bene urbano, sociale, ambientale ed economico", ha detto Barbaro.

L'Italia, che dispone di un'ampia rete di comuni e borghi storici e di grande valore culturale, ha invitato il Brasile a "mantenere alta l'attenzione" su un'iniziativa nata da Roma durante la sua presidenza del G20, nel 2021, finalizzata agli obiettivi di sviluppo sostenibile e alle città secondarie. 

Fonte: https://tinyurl.com/4bvuczvy

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 27 Giugno 2023
Venerdì 9 Giugno 2023

Il governo UK ha stanziato oltre 30 milioni di sterline per aumentare la produzione alimentare sostenibile

Gli agricoltori britannici beneficeranno di nuove attrezzature e tecnologie per aumentare la propria produzione alimentare sostenibile, riducendo così emissioni e sprechi – questo quanto riportato dal Fondo per le Attrezzature e Tecnologie Agricole (FETF), che ha messo a disposizione 31 milioni di sterline. I candidati prescelti potranno richiedere sovvenzioni nell'ambito del budget Produttività per aiutare a coprire i costi per oltre 90 tipi di attrezzature.

Il Farming Equipment and Technology Fund fornirà finanziamenti alle aziende agricole per migliorare la propria produzione sostenibile, riducendo emissioni e sprechi. Con oltre 3.000 domande ricevute per le sovvenzioni FETF 2023, il governo ha aumentato il finanziamento da £ 17 milioni a £ 31 milioni.  

Il segretario di Stato per l'alimentazione e l'agricoltura Thérèse Coffey ha dichiarato: “L'enorme interesse mostrato per la FETF 2023 Productivity and Slurry sottolinea la determinazione dei nostri agricoltori nel sostenere pratiche sempre più produttive e sostenibili. Consentendo alle aziende agricole di investire denaro in nuovi kit, assicuriamo ai nostri agricoltori, coltivatori e silvicoltori le attrezzature di cui hanno bisogno per incentivare l'innovazione, proteggere l'ambiente e contribuire a creare un settore agricolo fiorente e sostenibile”.

Il FETF 2023 fa parte del piano del governo per investire 2,4 miliardi di sterline all'anno nell'agricoltura. Solo nel 2023, 168 milioni di sterline saranno messi a disposizione per aumentare la produttività agricola attraverso 16 diverse sovvenzioni a tema produttività, ricerca e innovazione.

Intendiamo offrire ulteriori finanziamenti FETF. Nel frattempo, la nostra ampia offerta di sovvenzioni sosterrà ulteriori investimenti nello stoccaggio dell'acqua e nel miglioramento delle infrastrutture d’ irrigazione, nonché finanziamenti per l'automazione e la robotica”. Questo annuncio fa seguito al vertice Farm to Fork del mese scorso, in cui il governo ha annunciato un pacchetto di sostegno per il settore agricolo.

Fonte: https://tinyurl.com/4wd3rttz

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 9 Giugno 2023
Martedì 6 Giugno 2023

L'Agenzia per l'Ambiente britannica investe in 220 progetti a favore del settore ittico

L'Agenzia Britannica per l'Ambiente ha annunciato che è stato investito quasi 1 milione di sterline per migliorare la pesca in tutto il paese, con 220 progetti che offrono vantaggi ai pescatori e favoriscono stock ittici sostenibili. I progetti sostenuti con 925.000 sterline attraverso un programma di miglioramento della pesca (FIP) includono la creazione di habitat per alcune specie di pesci e il miglioramento delle strutture di accesso alla pesca sportiva. Da quando il programma è stato istituito nel 2015, oltre 1000 progetti sono stati completati con successo, con un totale di quasi 7 milioni di sterline reinvestiti dalle sole vendite delle licenze di pesca.

Heidi Stone, direttore del settore ittico dell'Agenzia per l'ambiente, ha dichiarato: “Il programma di miglioramento della pesca è un ottimo esempio di come i ricavi vengano reinvestiti nel settore, creando così stock ittici sostenibili e benefici per la pesca e le comunità locali. Guardando al futuro, continueremo a lavorare con i nostri partner, club di pesca e pescatori per identificare e realizzare progetti di alta qualità”.

Il finanziamento FIP è anche sostenuto dai partner del settore come club di pesca, società di pesca e fondi locali. Nell'ultimo anno il finanziamento ha raggiunto i 6,3 milioni di sterline. L'Agenzia per l'Ambiente britannica lavora con organizzazioni come Angling Trust e Wild Trout Trust per assicurarsi che i progetti vengano realizzati al massimo delle loro potenzialità e abbiano il supporto di cui hanno bisogno.

Shaun Leonard, direttore del Wild Trout Trust, ha affermato: “I soldi del programma di miglioramento della pesca ci hanno permesso di fare un ottimo lavoro con i nostri membri per migliorare gli habitat per la fauna selvatica di determinate aree. Nei fiumi in Cumbria, Hertfordshire, Lancashire, Northumberland, Suffolk e Yorkshire, abbiamo piantato alberi e migliorato l’ambiente, così da creare un habitat più vario a sostegno del nostro settore ittico”.

Fonte: https://tinyurl.com/mrx7mkjx

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 6 Giugno 2023
Mercoledì 31 Maggio 2023

Il Regno Unito si impegna a porre fine all'inquinamento da plastica entro il 2040

Il Regno Unito, insieme ad altri 52 membri della High Ambition Coalition (HAC), ha firmato una dichiarazione per porre fine all'inquinamento da plastica, spingendo per la creazione di un ambizioso concordato globale per affrontare l'inquinamento da plastica e proteggere l'ambiente marino.

Il governo britannico ha chiesto di includere determinate disposizioni nel trattato sull'inquinamento da plastica, attualmente in fase di negoziazione. Queste includono la riduzione della produzione e del consumo di polimeri plastici primari; l’eliminazione e la limitazione di materie plastiche, sostanze chimiche e prodotti non necessari; e il divieto di dispersione di plastica nell’ambiente.

Questa dichiarazione precede il secondo Comitato intergovernativo di negoziazione (INC-2) che si terrà a Parigi la prima settimana di giugno e definirà le principali strategie dell'HAC per l'INC-2.

Il ministro dell'Ambiente britannico Rebecca Pow ha dichiarato: “L'inquinamento da plastica continua ad avere un effetto devastante sugli oceani, sulle persone e sull'ambiente in generale nel nostro mondo. Ecco perché è importante intensificare, agire e portare avanti il cambiamento necessario per porre fine a questo problema. Sono orgogliosa di essere tra i membri firmatari di questa dichiarazione, attendendo con impazienza il prossimo incontro INC-2 a Parigi.”

All'inizio di quest'anno, in attuazione del piano di miglioramento ambientale, il governo britannico ha annunciato inoltre la designazione delle prime tre aree marine altamente protette nelle acque inglesi e ha avviato una consultazione sulle misure di gestione proposte per il settore ittico, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente gli impatti negativi sull'importante biodiversità marina. Basandosi sui divieti esistenti sulla plastica, il governo sta introducendo ulteriori divieti su una vasta gamma di articoli in plastica monouso, tra cui piatti, posate, palloncini e contenitori per bevande in polistirene.

L'incontro INC-2 che si svolgerà a Parigi è la seconda di cinque sessioni con gli Stati membri delle Nazioni Unite. Le speranze sono che l’effettivo trattato globale sull'inquinamento da plastica venga finalizzato entro la fine del 2024.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 31 Maggio 2023
Lunedì 29 Maggio 2023

I cechi sostengono il sistema di vuoto a rendere per tutti gli imballaggi

La stragrande maggioranza dei cechi sostiene il sistema di vuoto a rendere per tutti i tipi di imballaggi utilizzati per le bevande. Lo indica un’indagine dell’agenzia STEM per la società Ball.

Ben l’84% dei cechi sostiene l’introduzione del sistema per tutti i tipi di imballaggi. Tuttavia, circa un quarto dei consumatori dichiara che sceglierebbe la bevanda nel contenitore più economico, quindi quello probabilmente non gravato dall’acconto tipico per il vuoto a rendere. L’utilizzo quanto più ampio del sistema, quindi, eviterebbe la concorrenza tra i diversi tipi di imballaggi.

Attualmente il vuoto a rendere funziona in Repubblica Ceca per alcuni tipi di bottiglie in vetro. Dopo anni di richieste dei maggiori gruppi del settore beverage il Ministero dell’Ambiente sta preparando una legge che estenderebbe il sistema anche alle bottiglie in plastica e alle lattine.

Fonte: https://tinyurl.com/bdnkam82

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Lunedì 29 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

La Green Economy in Danimarca e la Mobilità Elettrica

Quando nel 1973 iniziò la crisi petrolifera, la Danimarca era uno dei paesi OECD maggiormente dipendenti da questo tipo di forniture energetiche. Con più del 90% delle forniture energetiche nazionali basate sull’importazione di petrolio, l’elevato prezzo di queste energie ha spinto il paese e la politica interna verso un riorientamento del settore delle energie interne, volgendo lo sguardo verso le energie rinnovabili.

Gli investimenti in energie rinnovabili hanno rappresentato per il Paese una sfida vinta, che ha dimostrato al mondo intero come sia possibile creare crescita senza consumare più energia.  Oggi, il PIL nazionale è più che raddoppiato dal 1980, mentre il consumo di energia è cresciuto del solo 6%. Oggi, più di 75.000 persone detengono “lavori verdi” su una forza lavoro nazionale di 2,75 milioni di persone, con un prefissato programma climatico futuro che potrebbe anche alla creazione di ulteriori 300.000 lavori verdi.

La Cultura Danese delle Biciclette

Che il popolo danese ami le biciclette non è un mistero, basta infatti mettere piede in una qualsiasi città della Danimarca per sentirsi immediatamente spettatori di una competizione ciclistica come il “Tour de France”; ma invece no, è la normale routine del popolo scandinavo, nelle cui città sfrecciano centinaia di biciclette da ogni angolo di strada.

In Danimarca le persone vanno in giro con qualsiasi condizione atmosferica e a ogni ora del giorno, le biciclette sono utilizzate per piacere, per lavoro, come mezzi di trasporto merci o dagli stessi pendolari: «La bicicletta è la migliore amica di un danese» e ad attestarlo ci pensano i numeri; nella sola città di Copenaghen si contano 675.000 biciclette contro sole 120.000 auto.

Non deve stupire, dunque, come nuove forme di mobilità eco sostenibile abbiano presto trovato un terreno fertile nel paese scandinavo. Oggi, infatti, a sfrecciare accanto alle tradizionali o più evolute biciclette, si affiancano quelle elettriche, di privati cittadini che montano motori elettrici o quelle a noleggio offerte da aziende di bike sharing. Proprio il mercato del bike sharing rappresenta, oggi, un segmento di mercato del valore di $ 1.75m con diverse compagnie che operano su tutto il territorio nazionale e che offrono proposte differenti

Il Mercato delle Auto-Elettriche in Danimarca

I nuovi dati mostrano come le vendite di auto elettriche stiano aumentando sia sul mercato privato che su quello aziendale. Oggi il 36% delle auto di nuova immatricolazione sono elettriche e lo stock totale di auto elettriche è aumentato del 65,4 per cento in un anno, tanto che a fine marzo lo stock ammontava a 127.000 auto su un totale di 2,8 milioni di autovetture distribuite tra famiglie e imprese. Ciò corrisponde al 4,5% di tutte le autovetture in Danimarca

Per il primo ministro danese Lars Løkke Rasmussen «Le auto a diesel e benzina sono il passato». La decisione del governo di vietare la vendita di nuovi veicoli diesel dal 2030 e di quelli ibridi dal 2035. L’impegno è arrivato durante l’incontro formale del governo danese per varare la prossima roadmap climatica al 2050. L’obiettivo è quello di diventare un paese a zero emissioni di CO2 entro metà secolo, grazie soprattutto alla crescita delle rinnovabili, eolico in testa. “Certo si tratta di un obiettivo ambizioso, ma è esattamente quello che dobbiamo provare a fare”, ha detto Rasmussen al Parlamento.

La Danimarca si qualifica quindi come uno dei paesi sempre più proiettati alla transizione ecologica, dove industri della green economy possono trovare terreno fertile per nuovi progetti volti al rispetto dell’ambiente.

 

Fonte: https://bit.ly/3BeRu8m

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Rifiuti da imballaggi: nuove norme in Germania e Austria

Tra le misure volte a rendere l’economia dell’UE efficiente e sostenibile e a ridurre l’inquinamento, il Green Deal Europeo prevede delle norme specifiche sugli imballaggi. I rifiuti di imballaggio hanno un grande impatto sull’ambiente e crescono spesso a un ritmo più rapido del PIL. Negli ultimi 10 anni sono aumentati di oltre il 20% nell'UE e, in assenza di interventi, si prevede un ulteriore aumento del 19% entro il 2030. Tutti i Paesi sono

L’attuazione delle direttive in Italia si è concentrata in particolar modo sul riciclaggio. I dati diffusi dal CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi riportano che nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate. Una percentuale in leggera crescita rispetto al record del 2020, in cui si era toccato un livello di avvio a riciclo che sfiorava il 73% e che ha ha già superato il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025. Germania e Austria hanno invece aggiornato recentemente le loro norme.

In Germania, la più recente legge sugli imballaggi (VerpackG) è entrata in vigore nel 2019, sostituendo la precedente ordinanza (VerpackV). La legge ha attuato nel 2021-2022 le disposizioni della direttiva sulla riduzione della plastica monouso, e sul riutilizzo dei materiali. Gli aggiornamenti della VerpackG hanno previsto un aumento della percentuale di riciclaggio e riutilizzo di tutti gli imballaggi: la percentuale di vetro, metallo e alluminio riciclati è passata dall’80% al 90% dal 2019 al 2022; carta, cartoncino e cartone dall’85% al 90%; gli imballaggi composti dal 55% al 70%. Tra i nuovi obblighi anche la registrazione degli imballaggi nel registro LUCID da parte di tutte le aziende che commercializzano in Germania.

In Austria è invece entrata in vigore una nuova legge a gennaio 2023. Questa prevede, in aggiunta all’obbligo di partecipazione al sistema, che i venditori esteri nominino per lo smaltimento un delegato domiciliato in Austria. Inoltre, i produttori stranieri che forniscono in Austria consumatori finali diversi da quelli privati, e che desiderano farsi carico dello smaltimento degli imballaggi dei propri rivenditori austriaci, hanno l’obbligo di nominare un delegato o mandatario accreditato da un notaio.

Altri cambiamenti importanti introdotti da gennaio 2023 riguardano:

  • La segnalazione e la partecipazione ai costi di bonifica del territorio da parte delle aziende che commercializzano in Austria prodotti e imballaggi in plastica mono uso
  • La rendicontazione del contenuto riciclato delle bottiglie in PET (che dovrà raggiungere il 30% entro il 2030)
  • La classificazione sotto la categoria “plastica” anche delle “bioplastiche”
  • La rendicontazione dell'uso di imballaggi riutilizzabili e della loro circolazione

Per quanto riguarda quest’ultima, il legislatore ha inoltre introdotto delle nuove categorie di rendicontazione, che dovranno essere correttamente compilate per i diversi tipi di imballaggio: le aziende sono tenute a segnalare gli imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato per la prima volta, quelli che hanno lasciato il magazzino nell’anno precedente e quelli smaltiti in loco, suddividendoli per categoria tariffaria e per tipologia di materiale.

Al fine di garantire l’applicazione della legge del Green Deal, il legislatore ha stabilito una sanzione per le violazioni. Le sanzioni interessano qualsiasi azienda che dispone di un audit per il periodo di riferimento dal 2022 in poi. Se più del 5% per materiale di imballaggio viene dichiarato troppo poco, secondo il legislatore deve essere applicata una sanzione del 20% del deficit.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Sostenibilità: il Brasile nel mondo

Il Brasile ha un'enorme area verde e la capacità di svolgere un ruolo importante per evitare il cambiamento climatico

Il mondo è sempre più desideroso di azioni per combattere il cambiamento climatico. C'è una crescente pressione per ridurre il consumo di combustibili fossili. Il tempo passa e molto deve ancora essere definito, perfezionato e implementato a questo scopo.

Diversi fattori hanno ritardato l'adozione delle misure promesse dai Paesi. La guerra in Ucraina ha ridotto la fornitura di gas naturale russo e ha indotto i Paesi europei a riprendere l'uso del carbone minerale.

Il 2023 porta nuove direzioni e la possibilità per il Brasile di assumere un ruolo di leadership nella conservazione ambientale e sostenibilità. Ci sono più di 500 milioni di ettari nell'Amazzonia Legale, che possono beneficiare di nuove risorse promesse dai Paesi sviluppati per il fondo Amazzonia, mirando alla sua conservazione e allo sviluppo sociale.

Questa immensità verde rappresenta anche un'opportunità di investimento per il settore privato di originare crediti di carbonio e titoli di conservazione, come il Certificato di Prodotto Rurale Verde. La domanda di questi crediti e titoli è cresciuta sostanzialmente come un modo per le aziende di raggiungere i loro obiettivi di decarbonizzazione e soddisfare mercati e normative più severi.

La partecipazione dei ministri dell'economia e dell'ambiente a Davos conferma la prospettiva che questo governo enfatizzerà le questioni ambientali e sociali, aprendo diverse prospettive per gli investimenti esteri che coniugano la ricerca del profitto con la protezione dell'ambiente.

Fonte: Rassegna Legale - Rivista AFFARI numero 176 | pagina 70: https://bit.ly/43Xb4Dc

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Per un mercato del carbonio in Brasile

Il paradigma europeo e i principali dibattiti brasiliani per la strutturazione iniziale di un sistema di commercio di emissioni

Allineati ai compromessi internazionalmente assunti, molti paesi hanno sviluppato meccanismi di commercio di emissioni come strategia di mitigazione del riscaldamento globale. La letteratura giuridico-economica difende che l'adozione di questo strumento tende a riorientare la decisione dei privati in virtù degli incentivi economici garantiti in cambio della riduzione delle emissioni.

Il già consolidato EU ETS, certamente è un paradigma globale su come strutturare la governance di un mercato del carbonio regolamentato, così come affrontare le relative sfide regolatorie - in particolare in relazione alle forme di allocazione e al meccanismo di stabilizzazione del prezzo delle autorizzazioni di emissione. Negli ultimi anni, il dibattito sulla costituzione di un mercato regolamentato di emissioni in Brasile è stato in evidenza nel Congresso Nazionale, in modo che alcuni temi abbiano occupato il centro del dibattito pubblico in ragione della loro importanza per la sua efficacia. Essi sono: i settori che saranno soggetti al meccanismo di cap-and-trade; la metodologia per la definizione dei limiti di emissione e dei relativi obiettivi di riduzione; oltre alla possibilità e all’eventuale quantitativo di sfruttamento di offsets del mercato volontario del carbonio per il rispetto degli obiettivi di riduzione nel mercato regolamentato.

L'aspettativa è che l'agenda avanzerà con una certa rapidità nell'attuale gestione del Governo Federale, soprattutto sotto la pressione internazionale per misure strutturate rivolte all'agenda climatica.

Fonte: Rassegna Legale - Rivista AFFARI numero 176 | pagina 66: https://bit.ly/3NhnvE2

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023