Lunedì 5 Maggio 2025
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Quello aerospaziale è un settore strategico per il Canada, sia in termini economici sia di difesa e sicurezza nazionale, ed è attualmente uno dei più dinamici. In particolare, l'area dell'Ontario è molto attiva (il settore impiega tra i 25,000 e 50,000 lavoratori) le cui maggiori aree di competenza sono la produzione di parti di aeromobili, lo sviluppo di sistemi aeronautici e le attività di manutenzione.
L'analisi qui riportata conferma come lo spirito innovativo e di sviluppo del settore aerospaziale canadese, sia tra i principali motivi a rendere la provincia dell'Ontario una buona destinazione per gli investimenti: il costo del lavoro, infatti, è concorrenziale rispetto a quello francese e significativamente più basso rispetto a quello statunitense.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
Il deficit della pubblica amministrazione è salito nei primi nove mesi dell’anno a 271 miliardi di corone. Lo ha comunicato il Ministero delle Finanze. Il risultato è stato definito dal ministro Zbyněk Stanjura “lontano un miglio” rispetto alle prospettive di inizio anno.
Secondo gli esperti l’aumento del deficit è accelerato negli ultimi due mesi e a fine anno potrebbe arrivare a 400 miliardi di corone. Il governo ha già chiesto uno scostamento di bilancio, che farebbe arrivare il deficit previsto per quest’anno a 330 miliardi di corone. Il parlamento, su richiesta della coalizione di governo, potrebbe alla fine approvare ulteriori 45 miliardi di corone di deficit.
Fonte: https://bit.ly/3CUYUhn
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan ha inaugurato alla V edizione di “Teknofest 2022” organizzato dalla Turkish Technology Team Foundation (T3 Foundation) e dal Ministero dell'Industria e della Tecnologia e svoltosi presso l'aeroporto di Çarşamba (Mar Nero), dove hanno partecipato oltre mezzo milione di giovani che hanno gareggiato in 40 categorie tecnologiche diverse, dai semiconduttori ai droni, passando per satelliti, razzi, robotica e intelligenza artificiale. Erdoğan, nel suo discorso introduttivo, ha ricordato con orgoglio i velivoli da combattimento senza pilota (UCAV), esportati in oltre 30 Paesi definendo il nuovo sistema nazionale di droni chiamato Bayraktar Kızılelma come “rivoluzionario" nella storia militare della Turchia e per il mantenimento della pace. Il nuovo sistema di aviazione (MİUS) Kızılelma prodotto dal leader turco dei droni Baykar dovrebbe effettuare il suo primo volo nel 2023 e sarà in grado di decollare e atterrare sulla nave d'assalto anfibia della Turchia, prima nave del suo genere al mondo che consente l'atterraggio di velivoli UCAV. Dopo il successo del famoso Bayraktar TB2, Baykar sta attualmente lavorando alla nuova versione aggiornata, il Bayraktar TB3 UCAV, in grado di operare in tandem con velivoli pilotati e potrà trasportare missili aria-aria e condurre una moltitudine di azioni militari offensive strategiche, di supporto aereo ravvicinato e di difesa aerea.
L’evento-festival ha attirato 900.000 visitatori, secondo le stime di Zülkif Dağli, governatore della provincia di Samsun, in una sei giorni che ha ospitato attività di “air show” di velivoli da guerra, spettacoli con droni ed elicotteri, nonché seminari e competizioni tra i più giovani.
Il festival prevedeva varie competizioni nei settori della tecnologia applicata al volo per premi di oltre 7 milioni di lire turche (circa 400 mila euro): vincitori, al primo e secondo posto, la Corea del Sud nella gara del “World Drone Cup-2022”, mentre la Francia è risultata terza.
All'evento erano presenti i droni Bayraktar TB2, Kızılelma e Aksungur, nonché i caccia F-16 e F-4 Phantom, gli elicotteri Gökbey e Bell 429 M, aerei da addestramento Hürjet e quello da trasporto Hürkus, e gli aerei per il pattugliamento marittimo P-72. Presenti numerose aziende locali operanti nei settori della difesa, dei trasporti e delle comunicazioni.
Il “Teknofest”, organizzato per la prima volta nel 2018, era stato presentato lo scorso anno all'aeroporto Atatürk mentre l’edizione del 2022 è stata preceduta per la prima volta in assoluto da una pre-edizione “estera” di Teknofest che si tenuta nella capitale azera Baku.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Si è svolto lo scorso 6 settembre ad Istanbul un incontro tra l’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi ed i rappresentanti delle Camere di Commercio dei principali Paesi europei in Turchia per confrontarsi ed analizzare gli esiti della missione di sistema condotta dagli Enti Camerali a Bruxelles. Scopo principale della missione era quello di perorare la causa della revisione e modernizzazione dell’Accordo di Unione Doganale Turchia-UE, risalente agli anni ’90.
Quello della modernizzazione e dell’ampliamento del campo di applicazione dell'attuale Unione Doganale tra Turchia e Unione europea è un processo cui da anni si guarda con grande aspettativa in Turchia (risalgono al 2014 i colloqui iniziali) e in questi mesi invocato spesso dal Governo di Ankara. Se si considera che l'Accordo è stato attuato per la prima volta nel 1996 e, da allora, non è mai stato aggiornato mentre l'economia mondiale e gli schemi commerciali sono completamente cambiati in quasi 3 decenni, è chiaro che intere gamme di prodotti e settori restano completamente esclusi dalla disciplina, basti pensare ad esempio alla categoria dei servizi, assente nell'attuale regime di Unione doganale. Questa esigenza di rilancio è chiaramente mostrata anche nel Position Paper realizzato nel 2021 da TOBB (L’Unione delle Camere di Commercio turche) e dalle Camere di Commercio Estere Bilaterali in Turchia.
Nel 2019, prima della Pandemia, il volume totale degli scambi bilaterali tra la Turchia e l'UE era di 141 miliardi di dollari. I dati più recenti elaborati dall’Ufficio ICE (vedi infra.) mostrano che il commercio bilaterale tra Turchia e Ue nei primi sei mesi del 2022 ha già raggiunto i 114 miliardi di dollari con un aumento del 14% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Con ogni probabilità questo trend in crescita proseguirà anche nei prossimi anni, favorito dal “near-shoring” delle catene del valore che l'Emergenza Covid-19 ha innescato. Questo è un chiaro indicatore del fatto che l’attuale Accordo non possa più essere considerato adeguato ai tempi, escludendo una gamma rilevante di settori commerciali che va dall’agricoltura agli appalti pubblici, passando per il commercio elettronico ed i servizi. Viene stimato che l’ampliamento dell’Accordo a questi vitali settori possa notevolmente incidere sul commercio bilaterale UE-Turchia con oltre 300 miliardi di dollari di interscambio all’anno rispetto agli attuali 165 miliardi di dollari oltre che contribuire alla crescita del PIL della Turchia fino all’1,9%.
I Presidenti degli enti camerali europei in Turchia durante la missione a Bruxelles hanno posto l’accento sull'interesse reciproco per arrivare alla ripresa dei negoziati per la modernizzazione dell’Accordo segnalando che la Turchia è peraltro l'unico Paese extra UE con un accordo di unione doganale con l’UE congelato, ed evidenziando l’affidabilità oramai raggiunta dalla Turchia come interlocutore di fondamentale importanza per l’UE. I presidenti hanno concluso affermando che non possono più essere considerati sufficienti gli “accordi temporanei” del passato per oltrepassare le barriere tariffarie e i dazi nell’entrata e nell’uscita di merci e servizi tra l’UE e la Turchia.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati prodotti con la collaborazione dell'Istituto statistico turco (TÜİK) e del ministero del Commercio, nel mese di luglio scorso le esportazioni della Turchia sono ammontate a 18,5 miliardi di dollari con un incremento del 13,4% mente le importazioni sono cresciute del 41,4% attestandosi a 29,2 miliardi rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi del 2022 le esportazioni sono state pari a 144,3 miliardi di dollari (+19,1%) mentre l’import si è attestato a 206,5 miliardi (+40,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 30,9% passando da 267,9 a 350,8 miliardi di dollari mentre il deficit della bilancia commerciale della Turchia è salito a 62,6 miliardi di dollari.
Il rapporto di copertura delle esportazioni e delle importazioni che si era attestato all’82,6% nel periodo gennaio-luglio 2021, è sceso al 69,9% nello stesso periodo di quest'anno.
Nel periodo gennaio-luglio 2022, la Federazione russa ha nuovamente conquistato il primo posto come principale mercato di provenienza delle importazioni turche con acquisti pari a 32,1 miliardi di dollari (chiaramente in larga parte riferibili a combustibili e gas); seguita dalla Cina (23,8 miliardi di dollari), dalla Germania (13,2 miliardi di dollari), dagli Stati Uniti (8,9 miliardi di dollari) e dall'Italia che si piazza al 5° posto con 7,9 miliardi di dollari. Le importazioni dei primi cinque Paesi hanno rappresentato nei primi sette mesi del 2022 il 41,7% degli acquisti totali della Turchia. Interessante segnalare che l’importo pagato dalla Turchia per le importazioni energetiche è aumento del 95,7% a luglio scorso rispetto all’analogo periodo del 2021 (+7,7 miliardi di dollari nel solo mese in considerazione). Se consideriamo il periodo gennaio – luglio del 2022, le importazioni di combustibili hanno subito una variazione del +145% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno passando da 22,6 a 55,5 miliardi di dollari.
Passando ai principali mercati di sbocco delle esportazioni turche, al primo posto si colloca la Germania (12,1 miliardi di dollari), seguita da Stai Uniti (9,3 miliardi), Regno Unito (7,5 miliardi), Italia (7,4 miliardi) e Iraq, Spagna e Francia rispettivamente con 7,3, 5,1 e 5 miliardi di dollari.
Il Ministro del Commercio Mehmet Muş commentando i dati dell’export ha evidenziato l’eccellente performance dall'inizio dell'anno delle entrate provenienti dalla voce “servizi” (+66% nei primi 7 mesi dell’anno rispetto al 2021) che oltrepasseranno l'obiettivo iniziale di 68,5 miliardi di dollari stimato entro il 2022; un risultato, secondo il Ministro, che contribuirà significatamene a migliorare il saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Il Ministro Muş ha poi aggiunto che le esportazioni di servizi svolgono un ruolo chiave nell’economia del Paese facendo affluire valuta forte e sostenendo così l’occupazione e la crescita del PIL.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
La Danimarca, in virtù della propria conformazione fisica e posizione geografica, è una delle maggiori nazioni marittime al mondo. Invero, l’attività delle compagnie appartenenti al settore marittimo danese rappresenta circa un quarto delle esportazioni totali del paese, e da queste derivano sia indirettamente che direttamente circa il 4% dei posti di lavori della Danimarca.
In questo contesto di dipendenza del paese dallo sfruttamento dei mari che lo circondano, appare necessaria la collaborazione dell’Autorità Marittima Danese (DMA) con le aziende private del settore, al fine di supportare la crescita del cluster marittimo danese, attraverso la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo. Il settore marittimo è infatti regolato prevalentemente da norme stabilite a livello internazionale, che sovente risultano essere delle barriere legislative per le aziende che vi operano, in quanto l’evoluzione legislativa non sempre riesce a stare al passo con le innovazioni tecnologiche implementate in risposta alle necessità correlate a temi in costante evoluzione come, ad esempio, la tutela dell’ambiente.
L’Autorità Marittima Danese, quindi, attraverso l’istituzione del DMA Regulatory Future Lab si propone come un partner facilitatore per l’applicazione delle nuove soluzioni d’innovazione nel settore marittimo, aiutando le aziende private a superare barriere normative attraverso la gestione di richieste che necessitano di un controllo ed un’accettazione da parte delle autorità competenti.
Per la Danimarca e le sue istituzioni, è di primaria importanza poter sostenere le aziende nello sviluppo e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, soprattutto nell’ambito di processi contemporanei, che sempre più stanno condizionando il modo di fare business in tutti i settori, come la transizione green, la decarbonizzazione e la digitalizzazione. Per il paese è perciò necessario poter supportare le idee d’innovazione che nascono dal settore privato, attraverso progetti come il Future Lab, e che spesso si sviluppano più rapidamente dell’aggiornamento legislativo sia internazionale che del paese.
Dal punto di vista pratico, il DMA Regulatory Future Lab si propone di aiutare le aziende private del settore in diverse fasi del processo di innovazione. Da un lato, supporta la stessa nascita e crescita di idee innovative ancora quindi nel corso della loro fase embrionale e di test, dall’altro gestisce l’applicazione di progetti già pronti per essere implementati. Sostenendo un processo di co-creazione di soluzioni innovative attraverso una partnership con aziende private, il DMA Regulatory Future Lab avvia una collaborazione il più possibile adattata e personalizzata alla risoluzione del caso specifico, che inizia con una perizia approfondita del progetto da implementare, al fine di comprenderne al meglio la natura e definire in modo preciso il tipo di sostegno da attuare. Successivamente, è l’Autorità Marittima Danese che fissa una base di approvazione, che servirà all’azienda come quadro per condurre analisi, test e valutazioni del progetto, al fine che questo sia conforme alla regolamentazione per l’approvazione da parte della DMA.
Attraverso il lavoro del DMA Regulatory Future Lab, l’Autorità Marittima Danese intende creare un ambiente sempre più favorevole alla crescita delle aziende che operano nel settore navale del mercato danese, supportando la realizzazione di tecnologie e soluzioni innovative, che possano sviluppare il settore, che al momento della loro esecuzione sfidano l’attuale sistema di regolamentazione statale.
Fonti: https://bit.ly/3CVpiYI; https://bit.ly/3DiE3pN
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il governo polacco ha 6 giorni per prendere la decisione di chi costruirà la prima centrale nucleare in Polonia. La Polonia ha due possibilità, prendere l'offerta dagli americani oppure dei francesi. La sensazione è che sarà scelta l’offerta degli americani, ovvero l'azienda Westinghouse Polonia.
La costruzione della centrale è cruciale in Polonia visto che senza il nucleare la Polonia non sarà in grado di realizzare una strategia di Green Deal europeo, che postula la notevole limitazione dell'emissione di gas serra per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L'azienda Westinghouse stima il contributo dell’industria polacca al 50%, però con il tempo la partecipazione polacca crescerà. Infatti, l’azienda americana ha già cominciato a dialogare con le aziende polacche.
Con alcune Westinghouse ha già firmato un accordo iniziale. Il piano della costruzione è ambizioso, prevede di finire i lavori entro il 2033 e il presidente della Westinghouse sostiene che questo piano è fattibile. La costruzione della centrale è complicata e complessa e ha bisogno delle aziende e dei lavoratori specializzati in questa materia. Come sostiene Westinghouse parte della costruzione potrà essere effettuata dalle aziende polacche finora specializzate nelle centrali a carbone. Inoltre, la costruzione di tale centrale creerebbe circa 10 mila di posti di lavoro nel campo dell'edilizia e poi circa 20-30 mila di posti nella rete dell'erogazione energetica.
Fonte: POLONIA OGGI
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Le imprese edili hanno migliorato le attese di crescita di quest’anno per il loro settore. Lo indica il report trimestrale dell’agenzia CEEC Research.
In media le aziende prevedono che l’edilizia crescerà quest’anno dell’1,9%. Nel report precedente veniva atteso un calo. Oltre il 60% delle aziende crede che il settore registrerà un aumento, le più ottimiste sono le piccole e medie imprese con una previsione di crescita del 2,2%.
Per il 2023 invece le aziende rimangono molto prudenti e attendono un calo del 3,7%. “I direttori delle aziende temono maggiori pressioni per la limitazione degli investimenti statali” ha indicato il direttore esecutivo dell’agenzia Michal Vacek. Sul settore potrebbero avere un impatto negativo anche il calo della domanda delle famiglie e la difficoltà nel reperire la manodopera.
Fonte: https://bit.ly/3eLzzic
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.
La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi sette mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+19%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+1,9%), e dal Regno Unito (+0,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +12,2% rispetto ai primi sette mesi del 2021. Si registrano invece, sempre nel periodo in osservazione, incrementi delle quote di export dalla Turchia verso la Germania (+12,2%), il Regno Unito (3,3%) e verso la Francia (+5,7%). In ambito Ue, l’Italia si posiziona invece al secondo posto con oltre 15 miliardi di interscambio totale con la Turchia, seconda solo alla Germania (25 miliardi di dollari) e prima di Francia (11 miliardi di dollari) e Spagna (10 miliardi di dollari).
Il turismo rappresenta un importante settore dell’economia turca ed il ritmo di crescita registrato nel primo semestre del 2022 spinge a rivedere al rialzo le aspettative sia per quanto riguarda gli arrivi internazionali nel Paese che per quanto concerne gli introiti generati. Dopo l’eccezionale risultato della festa religiosa di Eid al-Adha dello scorso luglio, che ha fatto registrare il tutto esaurito con un numero di turisti impressionante e i successivi aumenti di presenze del mese successivo, le stime del Ministero del Turismo dello scorso mese di settembre sono in rialzo con l’obiettivo di 37 miliardi di dollari di entrate turistiche e 47 milioni di turisti entro il 2022, una stima indubbiamente ottimistica se si considerano i 29,3 milioni di turisti stranieri che hanno visitato la Turchia nel periodo gennaio- agosto 2022. Il dato dei primi 8 mesi di quest’anno è raddoppiato rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso (+108,5%) quando furono 14 milioni le presenze in Turchia.
A tale proposito Mehmet Işler, vicepresidente della “Türkiye Hoteliers Federation” (TÜROFED) ha affermato: “non ci aspettavamo un risultato così netto considerando le incertezze legate all'invasione russa dell'Ucraina e la susseguente crisi economica, eppure proprio gli arrivi dalla Federazione russa tra giugno e agosto scorso hanno evidenziato un continuo aumento, in particolare nelle località di Antalya, Bodrum e Dalaman”.
Per quanto riguarda il turismo dalla Russia, l’ottimo risultato registrato dalla Turchia questa estate è stato in particolare agevolato dalla possibilità concessa da alcune banche locali di utilizzare il circuito delle carte di credito della Federazione russa (MIR) nonché dal mantenimento dei collegamenti aerei tra Turchia e Russia.
Anche il numero di viaggiatori internazionali provenienti da altri Paesi mostra una continua tendenza al rialzo: da gennaio ad agosto Regno Unito e Germania hanno fatto registrare quasi 7 milioni di arrivi, un numero non atteso ad inizio stagione, e i dati disponibili riferiti ai primi sette mesi del 2022 indicano un numero di presenze di oltre 23 milioni di visitatori (26 milioni se si considerano i cittadini turchi che vivono all'estero) in crescita del 128,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Nel solo mese di agosto la Turchia ha ospitato 6,6 milioni di visitatori stranieri con un incremento del 52,84% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Dalla seguente tabella si evince che nei mesi in osservazione i tedeschi rappresentano il 13,13% delle presenze totali, seguiti dai russi (10,24%) e dai britannici (8,05%).
Julia Simpson, presidente e CEO della “World Travel and Tourism Council” (WTTC), ha dichiarato: “la Turchia sta diventando una destinazione incredibilmente popolare e prevediamo che alle attività turistiche saranno direttamente riconducibili oltre il 14% del PIL e il settore potrebbe raggiungere i livelli pre-pandemia entro il 2023”. Citando i dati del World Travel and Tourism Council, Simpson ha affermato che il settore ha conosciuto una straordinaria espansione contribuendo con oltre 526 miliardi di lire turche (circa 60 miliardi di dollari) all'economia nazionale nel 2021, quando il tasso di cambio della valuta nazionale veniva scambiato con il dollaro in media a 8,88 (oggi siamo a 18,45) e una spesa complessiva da parte dei turisti stranieri che, sempre lo scorso anno, è stata pari a 249 miliardi di lire turche (circa 13,7 miliardi di dollari).
A livello di distribuzione, dal 1 gennaio al 15 settembre, città come Istanbul, la mediterranea Antalya ed Edirne nella Turchia nordoccidentale, al confine con Bulgaria e Grecia, hanno intercettato la gran parte dei flussi turistici internazionali. L’incidenza per Istanbul è stata del 41,3% del flusso totale con 6,8 milioni di presenze, seguita da Antalya con il 24,7% e più di 4 milioni di turisti ed Edirne con una quota del 10,7% sul totale e quasi 2 milioni di visitatori.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)