Notizie mercati esteri

Giovedì 30 Settembre 2021

Praga: terza regione più ricca nell’Unione Europea

La città di Praga capitale è stata nel 2019 la terza regione più ricca nell’Unione Europea. Lo indicano i dati diffusi dall’Eurostat.

La ricchezza della capitale ceca espressa in PIL pro capite calcolato sulla base del potere d’acquisto era pari al 205% della media dell’Unione Europea. Un dato superiore è stato registrato solo in Lussemburgo e in Irlanda. Il dato di Praga è stabile rispetto al 2018 e in miglioramento di circa tredici punti rispetto al 2010.

Come spiega l’Eurostat i dati fortemente oltre la media dell’intera Unione Europea sono spesso il risultato dell’affluenza di molti lavoratori specializzati o della sede di aziende multinazionali nel dato territorio.

La Repubblica Ceca è in convergenza rispetto alla media dell’Unione Europea. Il dato per l’intero paese è del 93% della media UE, mentre dieci anni prima era pari all’84%. Oltre a Praga altre due macroregioni registrano un valore superiore all’ottanta percento: la Boemia Centrale e la Moravia meridionale con le Alture boemo-morave (Vysočina). Il dato più basso, il 64%, è invece registrato nel nordovest della Boemia (regioni di Karlovy Vary e Ústí nad Labem).

Fonte: https://bit.ly/3o727Vw

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 30 Settembre 2021
Giovedì 30 Settembre 2021

La situazione sul mercato del lavoro svizzero nel mese di luglio 2021

I disoccupati registrati in luglio 2021 - Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di luglio 2021 erano iscritti 128’279 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 3’542 in meno rispetto al mese precedente. Nel mese in rassegna, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 2,8%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 20’591 unità (-13,8%).

Disoccupazione giovanile
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è aumentato di 438 unità (+3,7%) arrivando al totale di 12’201, ciò che corrisponde a 5’694 persone in meno (-31,8%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è diminuito di 1’291 persone (-3,2%), attestandosi a 39’142. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 388 persone (-1,0%).

Persone in cerca d’impiego
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 219’183, 7’454 in meno rispetto al mese precedente e 16’579 (-7,0%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è diminuito in luglio di 3’905 raggiungendo le 56’812 unità. Dei 56’812 posti, 43’219 sottostavano all’obbligo di annuncio.

Lavoro ridotto conteggiato nel mese di maggio 2021
Nel mese di maggio 2021 sono state colpite dal lavoro ridotto 257’467 persone, ovvero 46’817 in meno (-15,4%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 5’502 unità (-13,4%) portandosi a 35’517. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 4’988’144 unità (-23,8%), portandosi a 15’985’544 ore. Nel corrispondente periodo dell'anno precedente (maggio 2020) erano state registrate 57’933’292 ore perse, ripartite su 890’890 persone in 109’988 aziende.

Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di maggio 2021
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di maggio 2021, 46 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione. Ogni persona assicurata che al 1° marzo 2021 non ha ancora esaurito le sue indennità giornaliere beneficerà al massimo di 66 indennità giornaliere supplementari per il periodo dal 1° marzo 2021 al 31 maggio 2021.

Fonte: https://bit.ly/3lWzzLG

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Giovedì 30 Settembre 2021
Giovedì 30 Settembre 2021

In crescita le esportazioni ceche

Le esportazioni ceche sono tornate a crescere nel mese di febbraio. Lo indica l’Ufficio di Statistica Ceco.

In confronto al 2020 le esportazioni sono aumentate a febbraio del 3,8%. Dall’inizio dell’anno le vendite all’estero sono aumentate dell’1,1%. “I dati dello scorso anno non riflettevano ancora l’epidemia da Covid-19, che si è fatta invece sentire da metà marzo” ha indicato l’Ufficio di Statistica. Aumenta anche l’attivo della bilancia con l’estero. Le importazioni sono cresciute del 3,3% a febbraio e dello 0,7% dall’inizio dell’anno.

Torna in rosso invece la produzione industriale. A febbraio ha registrato un calo tendenziale del 2,6% dopo una lieve crescita di gennaio. “Il peggioramento dei dati è ascrivibile ai problemi nelle catene di fornitura” ha indicato Radek Matějka dell’Ufficio di Statistica. A pesare è il calo dell’otto percento nel settore automotive. Fa invece ben sperare il dato delle nuove commesse: il loro valore è aumentato del 6,7%.

Fonte: https://bit.ly/3obeFuY

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 30 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Cresce l'utile della Banca Nazionale Svizzera

La Banca nazionale svizzera (BNS) è riuscita ad aumentare nettamente i suoi ricavi nel primo semestre del 2021: con 43,5 miliardi di franchi, l'utile dell’istituto è aumentato del 55,6% in un anno.

L’utile sulle posizioni in valuta estera è ammontato a 44,5 miliardi di franchi, mentre sulle disponibilità in oro è risultata una perdita pari a 1,4 miliardi di franchi. Il beneficio finanziario sulle posizioni in franchi è stato complessivamente pari a 0,6 miliardi di franchi.

Il risultato della Banca nazionale dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1440

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

L’Italia si conferma come 5° partner commerciale della Repubblica Ceca

Lo scorso anno il volume del commercio tra i due Paesi ha raggiunto 12,5 miliardi di euro, circa il 6,5 % in meno rispetto al 2019. Le esportazioni italiane hanno comunque superato la soglia dei 6 miliardi di euro, nonostante il calo dell‘8 % su base annua. Le esportazioni ceche in Italia sono calate invece del 4,5 %, assestandosi sui 6,5 miliardi di euro.

Nonostante il rallentamento dovuto alla pandemia, il valore degli scambi resta complessivamente alto, confermando la solidità dei rapporti tra i due Paesi. Dal secondo trimestre, inoltre, l’interscambio bilaterale ha registrato un continuo miglioramento. Nell’ultimo trimestre del 2020 il volume è stato addirittura del 7 % superiore a quello del 2019.

Il principale comparto dell’interscambio italo-ceco continua a essere quello dei macchinari e mezzi di trasporto, che totalizza 5,5 miliardi di euro. Seguono i semilavorati, che registrano però un calo del 12 % a 2,6 miliardi di euro. In forte aumento invece il comparto delle bevande e tabacchi, che registra una crescita dell’8,7 % a 583 milioni di euro.

Fonte: https://bit.ly/3AO7iwT

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Martedì 12 Ottobre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Danimarca-Vietnam: Relazioni e future opportunità

Il 1° agosto 2020 è entrato in vigore l’accordo commerciale tra Unione Europea e Vietnam in seguito a 11 round di negoziazioni e, una volta ottenuta la ratificazione da parte di tutti gli stati membri, entrerà in vigore anche l’accordo in materia di tutela degli investimenti.

L’importanza di questi accordi deriva dalle condizioni commerciali e di investimento più favorevoli che seguiranno e che forniranno ai Paesi europei un miglior accesso all’area ASEAN, quindicesimo partner commerciale europeo per importanza. Oltre alla riduzione e/o cancellazione delle tariffe e delle altre barriere applicate alla frontiera, l’accordo è anche punto di partenza per maggiore trasparenza e migliori condizione per fare business.

La riduzione dei prezzi grazie alla attenuazione delle misure protezionistiche e la maggiore trasparenza agevoleranno i rapporti tra i Paesi sul fronte imports, che nell’anno 2020 sono stati pari a 366.3 milioni di dollari e che hanno riguardato, ad esempio, riso, caffè, anacardi, gomma tessile e abbigliamento, scarpe, elettronica e prodotti agricoli processati.

Le opportunità che si presentano alla Danimarca sono numerose ed è fondamentale che gli agenti economici siano pronti a coglierle. Saper sfruttare questa finestra di opportunità implica agire su entrambi i pesi della bilancia commerciale, soprattutto se teniamo a mente che gli exports, pari a 183.32 milioni di dollari (Trading Economics, 2020), sono circa la metà degli imports. Le principali componenti export sono i settori del food, tessile ed elettronica che, nel 2020, hanno generato un volume complessivo di 61.92 milioni di dollari (Trading Economics, 2020).

Oltre a incrementare la propria presenza in tali aree commerciali, le imprese danesi hanno la possibilità e competenza per supportare la transizione digitale ed ecologica in Vietnam. Ciò sarebbe infatti possibile grazie al prezioso know-how danese in settori come energia rinnovabile, efficientamento energetico, trasporti marittimi, istruzione, gestione dei rifiuti e produzione di cibo.

In un’ottica di sviluppo a lungo termine, l’accordo raggiunto dall’Unione Europea consente agli Stati membri di partecipare allo sviluppo del Vietnam incrementando l’e-commerce, la trasparenza delle procedure amministrative, la semplificazione delle richieste di investimento e l’adozione di un sistema di tassazione più prevedibile.

Il desiderio della Danimarca nel prendere parte a questo processo diviene quanto più chiaro se si pensa ai lunghi rapporti di cooperazione, diplomatica e commerciale, che i due Paesi hanno dal 1971. Pare evidente come questi accordi saranno fonte di crescita per lo Stato danese, per i suoi imprenditori e, allo stesso tempo, il punto di partenza di relazioni ancora più stabili tra Danimarca e Vietnam. 

 

References:

“Continents apart, but on the same page”, CPH Post

Trading Economics

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Congiuntura svizzera: seppur attenuato, permane l’ottimismo

Gli analisti finanziari rimangono ottimisti riguardo all’andamento della congiuntura elvetica, meno però di quanto lo fossero nei mesi scorsi. A pesare sono le incognite della variante delta della pandemia di coronavirus.

L’indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti si è attestato in luglio a 42,8 punti, valore di 8,5 punti inferiore a quello di giugno, come riportato dai dati pubblicati ad agosto.

In sostanza, questo significa che sono comunque più numerosi gli specialisti che nei prossimi sei mesi si aspettano un rafforzamento della dinamica economica di quelli che puntano sull’evoluzione opposta. L’indice era a 8,3 nel gennaio 2020 e - con lo scoppio della pandemia di coronavirus - era crollato a -45,8 nel marzo 2020, per poi risalire nei mesi successivi; nel maggio di quest’anno era stato toccato il valore record di +72,2 punti.

Tornando a luglio 2021 e scendendo nei dettagli, il 40,0% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 51,4% si aspetta un miglioramento e l’8,6% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l’indice complessivo: 51,4 meno 8,6 = 42,8).

Rispetto a giugno calano gli ottimisti (-7,6 punti), aumentano leggermente i pessimisti (+0,9%) e si infoltiscono le file di coloro che puntano sullo status quo (+6,7 punti). Un po’ più negativo, nel confronto mensile, è anche il giudizio sulla situazione attuale, con un indice a 37,2 punti (-6,4 punti).

Il peggioramento delle stime per il futuro elvetico si accompagna a un’analisi analoga - e in parte ancora più marcata - per l’Eurozona (-16,4 punti a 40,0 punti), Stati Uniti (-32,4 a 8,6 punti) e Cina (-9,2 punti a 11,8 punti).

Tornando entro i confini elvetici aumentano gli esperti che si aspettano un incremento dell’inflazione (+15 punti al 69%). Una quota non indifferente (17%) non prevede però cambiamenti e qualcuno (14%) scommette su una contrazione.

I tassi sono attesi fermi nel corto termine (80%); nessuno li pensa in calo e solo una minoranza (20%) vede all’orizzonte un aumento. Sul lungo termine però il 77% ipotizza una progressione: meno consistente è la quota di chi non scorge mutamenti (23%) e nessuno prende in conto una flessione.

Il 47% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell’indice di borsa SMI, mentre il 38% punta su valori stabili e il 15% su una flessione. Riguardo ai cambi, il 51% del campione ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 26% si aspetta un indebolimento del franco e il 23% un rafforzamento. Sul fronte della disoccupazione il 15% vede una crescita dei senza lavoro, il 44% una stagnazione e il 41% un calo.

Al sondaggio, effettuato fra il 15 e il 22 luglio, hanno partecipato 35 analisti.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1439

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

I prezzi in Repubblica Ceca sono cresciuti di oltre il 3%

Lo scorso anno in Repubblica Ceca il tasso d’inflazione è rimasto superiore al 3 %. Lo indicano le rilevazioni dell’Ufficio di Statistica Ceco.

L’inflazione è cresciuta lo scorso anno del 3,2 %. Il dato è in aumento rispetto al 2019 ed è il più alto dal 2012. Il tasso d’inflazione è stato trainato dal forte aumento dei prezzi nel comparto alimentare e delle spese per l’abitazione. Unico comparto che registra un contributo negativo è quello delle poste e telecomunicazioni.

Il tasso d’inflazione ha registrato una frenata a fine anno. Nel quarto trimestre l’aumento dei prezzi è diminuito al 2,6 % rispetto al 3,3 % del terzo trimestre. A dicembre il tasso d’inflazione si è fermato al 2,3 %, di molto inferiore rispetto alle previsioni della Banca Nazionale Ceca. “Nel corso di quest’anno il tasso d’inflazione calerà ulteriormente” prevede l’istituto nazionale.

Fonte: https://bit.ly/3kIKaKD

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Fine delle restrizioni: la Danimarca è pronta a ripartire

Il Ministero della Salute danese aveva dichiarato che, a partire dal 10 settembre, il Covid-19 non fosse più riconosciuto come una minaccia per la società, facendo così decadere il diritto legale del Governo di imporre misure restrittive.

La Danimarca è stata apripista in Europa nella sospensione delle restrizioni e questo è possibile grazie a un elevato numero di cittadini vaccinati, ben il 75% con almeno una dose (Reuters, 2021). Una percentuale abbastanza elevata da alleviare la pressione sugli ospedali e le terapie intensive.

Quali saranno gli effetti di queste aperture sull’economia?

Probabilmente un impatto positivo deriverà dalla riapertura completa di attività come nightclub e discoteche, palestre, centri fitness ed eventi sportivi e outdoor (anche sopra i 2000 partecipanti).

Le restrizioni precedentemente adottate hanno avuto un forte impatto sull’economia danese portando a un significativo calo del PIL e, già a partire dalle prime riaperture, si è potuto constatare un trend nella direzione opposta. A questo proposito, nel report della Danmarks Nationalbank, pubblicato a giugno 2021, viene prevista una crescita per il resto dell’anno e che si prolungherà fino al 2023.

La riapertura avrà effetti positivi sull’economia grazie ai consumi, soprattutto perché i settori che verranno maggiormente coinvolti sono punto di incontro di diverse attività. Nello specifico, ciò che fa ben sperare, è l’aumento dei consumi privati che, già nei mesi precedenti si sono rilevati cruciali e che verranno ampiamente interessati dalle nuove riaperture. Un impatto positivo verrà probabilmente registrato dall’disoccupazione che, già negli ultimi mesi, sta seguendo un trend decrescente e che ha ormai quasi raggiunto i livelli pre-pandemia.

Essendo il primo Stato europeo a eliminare tutte le restrizioni ad eccezione di quelle relative ai viaggi, i punti interrogativi che si presentano sono diversi e spaziano da come reagirà l’economia a come varieranno i contagi e le ospedalizzazioni.

La focalità delle risposte, che sarà possibile dare solo tra qualche mese, assume in questo contesto una rilevanza anche maggiore, dato che la Danimarca potrebbe diventare un benchmark per altri Stati, soprattutto quelli europei.

In un momento in cui alcuni Stati tornano a imporre lockdown locali o a introdurre altre misure restrittive, la Danimarca sembra procedere su un sentiero differente e, auspicabilmente, questa decisione permetterà il ritorno delle tanto attese normalità e crescita.

Fonte: https://bit.ly/2Y5ONWP

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

“Orizzonte Europa”: attualmente la Svizzera è considerata Paese terzo

La Svizzera verrà considerata fino a nuovo ordine Paese terzo non associato al programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE «Orizzonte Europa» e ai relativi programmi e iniziative. Anche in questa modalità i ricercatori in Svizzera possono partecipare ai bandi, seppur in misura limitata, e ottenere un finanziamento diretto da parte della Confederazione. In linea di principio, tuttavia, non è più possibile partecipare a progetti singoli, in particolare nell'ambito di futuri bandi del Consiglio europeo della ricerca, delle Azioni Marie Skłodowska-Curie e del Consiglio europeo dell'innovazione. L'associazione completa della Svizzera a «Orizzonte Europa» rimane l'obiettivo dichiarato del Consiglio federale.

Nel programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE Orizzonte Europa sono previste due modalità di partecipazione per gli Stati non membri dell'Unione europea: in qualità di Paesi terzi associati oppure di Paesi terzi non associati. Il 12 luglio 2021 la Commissione europea (CE) ha informato la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) che la Svizzera ha lo statuto di Paese terzo non associato per tutti i bandi nel 2021.

Anche in questa modalità i ricercatori svizzeri hanno la possibilità di partecipare a Orizzonte Europa nonché ai programmi e alle iniziative correlate e di candidarsi per le componenti del programma e gli strumenti di finanziamento aperti a loro. Di norma, però, non ricevono dalla CE un finanziamento per i costi di progetto. In tal caso il finanziamento è erogato dalla SEFRI ogni volta che è ammessa una partecipazione. Il Parlamento ha già approvato il finanziamento della partecipazione svizzera al pacchetto Orizzonte per un importo di 6,15 miliardi di franchi, così come la possibilità di un finanziamento diretto ai ricercatori svizzeri.

I ricercatori in Svizzera sono attualmente esclusi dalla partecipazione a progetti singoli (Consiglio europeo della ricerca, Azioni Marie Skłodowska-Curie, Consiglio europeo dell'innovazione). Fanno eccezione, tuttavia, i bandi già chiusi ERC Starting Grants e ERC Consolidator Grants: la CE valuterà le proposte di progetto presentate dai ricercatori presso le istituzioni svizzere ospitanti sulla base della portabilità di questi finanziamenti (grants). In caso di valutazione positiva da parte della CE, la SEFRI propone di finanziare direttamente i ricercatori in Svizzera.

Per tutti i bandi del 2021 che non danno a ricercatori e innovatori in Svizzera una possibilità di candidatura/valutazione, la SEFRI sta preparando proposte di misure transitorie adeguate nel quadro del processo creditizio della Confederazione (preventivo). Se necessario, il Consiglio federale si occuperà a tempo debito anche di misure sostitutive a lungo termine.

Il Consiglio federale ribadisce la volontà di ottenere l'associazione al programma, ma al momento non sono in corso negoziati tra la Svizzera e l'Unione europea. Per quanto riguarda la futura associazione della Svizzera a «Orizzonte Europa», la CE pone come condizioni il versamento del secondo contributo all'allargamento e la stipula di un cosiddetto Specific Agreement, che disciplina la partecipazione della Svizzera ai programmi dell'UE ed è già citato nel mandato negoziale della Svizzera. Per la Commissione europea, inoltre, la ripresa delle trattative va inquadrata nel contesto delle relazioni globali tra la Svizzera e l'Europa.

 

«Orizzonte Europa»
Il più ambizioso programma quadro di ricerca e innovazione mai lanciato dall’Unione europea, nonché il più grande al mondo, vanta un budget di oltre 95 miliardi di franchi nel periodo dal 2021 al 2027. Congiuntamente a Next Generation EU, il pacchetto di misure straordinarie per favorire la ripresa, Orizzonte Europa si prefigge di promuovere la transizione verde e quella digitale in tutta Europa. La Svizzera era pienamente associata al programma precedente, Orizzonte 2020, e punta al medesimo statuto per «Orizzonte Europa» e per i programmi e le attività connesse (cioè Euratom, ITER e Digital Europe).

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1438

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021