Domenica 4 Maggio 2025
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La Repubblica Ceca potrà continuare a importare i carburanti prodotti all’estero dal petrolio russo. Lo ha deciso il Consiglio dell’Unione Europea.
La deroga, che permetteva alla Repubblica Ceca importare i carburanti prodotti dal petrolio russo, è scaduta il 5 dicembre. Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso di prolungare la deroga al 5 dicembre del prossimo anno. La Repubblica Ceca potrà tuttavia importare solo volumi pari alla media degli ultimi cinque anni.
Una parte del fabbisogno dei carburanti nel Paese viene coperta dalla produzione della raffineria slovacca Slovnaft, che utilizza appunto il petrolio russo. Senza la deroga, i fornitori cechi avrebbero dovuto importare i carburanti da altri mercati europei con un probabile aumento dei costi.
Fonte: http://tinyurl.com/mszm5t63
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Uno dei leader dell’industria della difesa ceca, la Czechoslovak Group, ha concordato una nuova acquisizione in Italia. La società ceca rileverà l’80% del capitale del produttore dei prestigiosi fucili da caccia e sport Perazzi.
All’interno dell’azienda rimarranno come soci di minoranza i fratelli Perazzi, che hanno guidato fino ad ora la loro azienda familiare. Secondo Mauro Perazzi, la famiglia titolare cercava un socio strategico per garantire all’azienda “un futuro sicuro e uno sviluppo sostenibile” e per rafforzare la posizione della società sul mercato delle armi di lusso.
Czechoslovak Group (CSG) punta sull’eccellenza che rappresenta Armi Perazzi. “Le motivazioni per l’acquisizione non sono state solo finanziarie. L’obiettivo è anche quello di rafforzare il prestigio e la fama di CSG” ha dichiarato il titolare del gruppo ceco Jaroslav Strnad, che ha già acquisito in Italia la società Fiocchi Munizioni.
Fonte: http://tinyurl.com/bdd9265s
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, tra gennaio e novembre 2023, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 24,9 mld, ha registrato un incremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono aumentate del 6,7% (USD 13,5 mld), mentre le importazioni sono rimaste pressoché invariate (+0,1%) e si sono attestate a USD 11,4 mld. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per L’Italia pari a USD 2,2 mld.
Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Cina, Russia, Germania, Svizzera e Stati Uniti) e il quarto cliente (dopo Germania e Stati Uniti e Iraq).
Le esportazioni italiane costituiscono il 4,1% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 4,9% delle importazioni complessive italiane.
In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 45,6 mld) e seguita da Parigi (USD 20,8 mld) e Madrid (USD 17,8 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.
Nei primi undici mesi del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+81%), di “strumenti ottici, fotografici e per cinematografia” (+40,6%), e “macchinari di precisione e apparecchiature elettriche ed elettroniche (+22,9%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-75,2%) e “ferro e acciaio e derivati” (-21,4%).
In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 14% rispetto all’analogo periodo del 2022, con un valore che per la prima volta supera USD 3 mld.
La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “ferro e acciaio e derivati” (-55,8%) e “di materie plastiche” e “rame”, a fronte di una crescita nel settore “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+26,9%); “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 2,6 mld. Nel periodo in osservazione la domanda italiana di cereali dalla Turchia è aumentata in maniera esponenziale rispetto ad un anno fa.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia e Germania verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 22,7% e del 20,7%; l’export britannico hanno registrato un aumento del 10,5%.
L’interscambio della Turchia con il resto del mondo nel periodo in osservazione segnala gli incrementi delle esportazioni turche verso gli EAU (+65,1%), la Svizzera (+62,8%), e Russia (+25,1%) mentre sul lato delle importazioni i volumi dagli EAU segnano un +167% e quelli dalla Svizzera un +46,2% e dalla Spagna (+39,1%). Calo degli acquisti dalla Russia (-23,8%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
I flussi di ingresso di visitatori stranieri registrati a novembre 2023 segnano una leggera flessione dell’1% (il primo calo dai tempi della pandemia) rispetto all’analogo mese del 2022: la Turchia ha accolto 2,5 milioni di stranieri secondo i dati presentati dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 22 dicembre dopo mesi di crescenti incrementi.
Nei primi undici mesi dell’anno invece, il numero di turisti nel Paese, pari a 46,7 milioni è aumentato del 10,82% rispetto allo stesso periodo del 2022 (presenze che salgono a 52,74 milioni se si considerano i cittadini turchi che risiedono all’estero).
Nel periodo tra gennaio e novembre 2023, Istanbul ha accolto il 34,3% dei visitatori stranieri, pari a circa 16 milioni, seguita da Antalya (14,5 milioni), Edirne (4,4 milioni) e Muğla (3,3 milioni).
In termini di provenienza geografica, nell’arco temporale considerato, i turisti russi si sono collocati al primo posto (6,1 milioni), seguiti da tedeschi (5,9 milioni), inglesi (3,7 milioni), bulgari (2,6 milioni) e iraniani (2,3 milioni). Gli italiani, nel periodo in osservazione, hanno fatto registrare 560 mila presenze rispetto ai 390 mila del 2022.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il Ministro del Tesoro Şimşek ha annunciato l’istituzione del “Türkiye Green Fund” sostenuto attraverso un prestito del valore di USD 155 mln concesso dalla Banca Mondiale (WB). Il prestito sarà gestito dalla “Banca per lo sviluppo industriale della Turchia” (TSKB) e garantito dal Ministero del Tesoro.
Il Türkiye Green Fund è un fondo di investimento dedicato alla riduzione delle emissioni e alla promozione di una trasformazione verde del settore privato turco. Il fondo mira a raggiungere un ammontare totale di equity di 405 milioni di dollari, attraendo ulteriori investimenti da parte del settore privato.
"Con il Türkiye Green Fund, ci proponiamo di svolgere un ruolo incisivo nel percorso di trasformazione green delle aziende nel nostro Paese, potenziando l'ampiezza e l'effetto moltiplicatore dei fondi destinati al finanziamento climatico attraverso i mercati finanziari," ha dichiarato in un comunicato stampa Murat Bilgiç, CEO di TSKB.
Con questo finanziamento, come sottolineato dal Ministro Simsek, il sostegno finanziario fornito dalla World Bank alla Turchia ha raggiunto il livello record di USD 3,3 mld nel 2023.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
L'industria della difesa e dell'aerospaziale turca ha registrato un record di esportazioni lo scorso anno, raggiungendo la cifra di 5,55 miliardi di dollari.
Le entrate delle esportazioni del settore sono aumentate del 27% nel 2023 rispetto al 2022, rappresentando il 2,3% delle esportazioni totali della Turchia nello scorso anno. Nel solo mese di dicembre, le esportazioni nel settore della difesa sono cresciute di oltre l'11% su base annua, raggiungendo i 719 milioni di dollari, un nuovo record storico.
Si tratta di un risultato che testimonia l’importante crescita del settore negli ultimi anni, considerando che il valore delle esportazioni nel settore era di circa 1 miliardo di dollari nel 2011 e di 2 miliardi nel 2018.
Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia dell'Industria della Difesa (SSB), il fatturato totale del settore è salito da 1,1 miliardi di dollari nel 2002 a 12,2 miliardi di dollari nel 2022. Il numero di progetti realizzati dalle aziende turche è cresciuto da 62 nel 2002 a oltre 850 nel 2023. Con un fatturato combinato di 5,5 miliardi di dollari, quattro aziende turche, Aselsan, Baykar, Turkish Aerospace Industries e Roketsan, hanno conquistato un posto nella lista delle prime 100 imprese al mondo nel settore degli armamenti secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Baykar (classificatasi 76a) e Roketsan (classificatasi 100a) nel 2023 sono entrate per la prima volta in questa Top 100.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
La Polonia emerge come destinazione attraente per le principali aziende tecnologiche. È qui che verrà costruito, tra gli altri, lo stabilimento di Intel per la fase finale della produzione di semiconduttori. La decisione di investire in questo Paese è supportata da vantaggi significativi legati ad aspetti che agevolano gli investimenti.
La Polonia offre una posizione strategica, una situazione economica stabile e una posizione macroeconomica consolidata. Come ha osservato Marcin Fabianowicz, direttore del Dipartimento Investimenti dell'Agenzia Polacca per gli Investimenti e il Commercio (PAIH), i polacchi stessi, caratterizzati da ambizione e un'elevata etica del lavoro, costituiscono un notevole capitale. Con quasi mezzo milione di specialisti IT sul mercato, la Polonia vanta il più grande gruppo di esperti in questo settore nella regione. Gli investitori tedeschi stanno sostenendo lo sviluppo industriale in Polonia, e ci sono anche investimenti rilevanti nel settore dei servizi, come dimostra la creazione di 600 nuovi posti di lavoro nel centro IT di Bayer. Allo stesso modo, le imprese francesi che decidono di investire in Polonia riconoscono il notevole potenziale tecnologico e di ricerca del Paese.
Nel settore farmaceutico si evidenziano due investimenti: il continuo sviluppo dello stabilimento Servier a Varsavia e l'apertura del moderno stabilimento Nemera. Sia le aziende tedesche che francesi mantengono un forte legame con il mercato polacco, soprattutto nell'ambito dello sviluppo dell'energia verde da fonti rinnovabili. Gli investimenti francesi in Polonia sono strategici e a lungo termine da molti anni. Dal punto di vista di Berlino, il mercato polacco ha un grande potenziale di sviluppo riguardo la mobilità elettrica.
Il 2024 si prospetta come un anno di significativi investimenti nei settori chiave della Polonia, con una prevista crescita nel settore dei servizi digitali. Tuttavia, si rilevano anche minacce allo sviluppo degli investimenti in Polonia legate al ritmo insufficiente delle normative sulla transizione energetica. La necessità di investire in centri di formazione di alta qualità è un altro elemento critico, mentre la creazione di un quadro giuridico stabile è essenziale per facilitare gli affari. La prospettiva di spendere i fondi europei suscita speranze. Nel corso degli ultimi vent'anni, gli investimenti esteri in Polonia sono raddoppiati. Il 2024 si preannuncia come un anno record per la PAIH, con significativi sviluppi e opportunità in vista.
Fonte: http://tinyurl.com/53p5zckv
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
L'inflazione di dicembre in Slovacchia è stata del 6,6% attestandosi ancora come la più alta dell'area dell'euro. Il ministro del Lavoro Erik Tomáš sta preparando una legislazione che aumenterà il salario minimo dall'attuale 57% al 60% del salario medio. Nel 2027 il salario minimo dovrebbe attestarsi a 970 euro, rispetto ai 750 euro di quest'anno. Oltre al salario minimo, sono previsti aumenti anche per la remunerazione del lavoro notturno, festivo e nei fine settimana. La legislazione preparata includerà anche l'estensione dei contratti collettivi a livello industriale a tutte le aziende del settore, in linea con le norme dell'UE. Secondo un sondaggio di Stem/Mark per Home Credit, due terzi degli slovacchi prevedono un aumento delle spese quest'anno rispetto al 2023 (il 29% prevede un aumento significativo).
Solo il 10% degli slovacchi prevede che i propri redditi saranno significativamente più alti dell'anno scorso e un altro 30% si aspetta un leggero aumento. Quest'anno il 56% degli intervistati non prevede alcun investimento importante. Secondo l'agenzia di collocamento Grafton, l'anno scorso le aziende hanno dovuto affrontare una rapida crescita dei salari e una carenza di lavoratori qualificati. La carenza di candidati è stata evidente in tutti i settori e la situazione non è destinata a cambiare così presto. Il governo ha promesso di aiutare le aziende alleggerendo le norme sull'immigrazione. L'anno scorso gli aumenti salariali più significativi sono stati registrati nei settori manifatturiero, edile e logistico. Al contrario, l'informatica, i servizi bancari e finanziari sono stati tra i settori con una bassa crescita salariale. Entrambi questi settori sono influenzati dall’impatto dell’intelligenza artificiale e dalla digitalizzazione dei processi. I salari nelle regioni della Slovacchia orientale stanno raggiungendo rapidamente i livelli salariali di Bratislava.
Anche il turnover del personale è aumentato. Il premier Robert Fico ha dichiarato che il governo invierà questo mese al Parlamento una legge per semplificare l'impiego dei lavoratori extracomunitari. Le aziende lamentano da tempo la carenza di manodopera e sono necessari 12-18 mesi per assumere lavoratori extracomunitari. Il governo vuole accorciare i tempi. Altri Paesi dell'UE hanno un processo molto più semplice per la concessione dei permessi di lavoro e il riconoscimento dei titoli d’istruzione. L'immigrazione legale regolamentata è sostenuta anche dai sindacati, ma solo se non eserciterà una pressione al ribasso sui salari. Le sfide più importanti per i datori di lavoro quest'anno saranno la carenza di manodopera, le nuove tecnologie e il diverso atteggiamento delle giovani generazioni nei confronti del lavoro. Secondo l’associazione delle agenzie di ricerca di personale, questi fattori si combineranno per esercitare una pressione al rialzo sui salari. L'afflusso di giovani nel mercato del lavoro sta rallentando a causa del calo delle nascite e i lavoratori più anziani, quando possono, vanno in pensione anticipata. Le aziende stanno rispondendo offrendo orari di lavoro flessibili e modificando i loro sistemi di retribuzione.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Praga spenderà otto miliardi di corone per il recupero completo e la rivitalizzazione dell’area della stazione di Smíchov. Lo ha approvato il consiglio comunale di Praga Capitale.
Il recupero prevede la creazione di un nodo di trasporto pubblico integrato con la stazione per i treni, la metropolitana e gli autobus urbani e interurbani. Nei pressi della stazione sorgerà anche un parcheggio per i visitatori della città che potranno lasciare lì la loro auto e proseguire in centro con i mezzi pubblici.
Il costo complessivo è cresciuto rispetto ai piani originari suscitando polemiche anche in giunta. “Mi sembra troppo caro” ha detto l’assessore Antonín Klecanda, che ha esortato i progettisti a moderare i prezzi. Secondo il vicesindaco per lo sviluppo urbano, Petr Hlaváček, il nuovo terminal ha molte funzioni in più rispetto ai piani precedenti e diventerà una delle porte d’ingresso nella Capitale.
Fonte: http://tinyurl.com/mpmajn8u
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Spinta dal raccolto record di soia e dal calo delle importazioni, la bilancia commerciale del Brasile ha chiuso il 2023 con un surplus record di 98,839 miliardi di dollari, annunciato a Brasilia dal Ministero dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC). Il risultato rappresenta un aumento del 60,6% rispetto al 2022, utilizzando il criterio della media giornaliera, ed è il più alto dall’inizio della serie storica nel 1989.
L’anno scorso le esportazioni hanno raggiunto un record, mentre le importazioni sono diminuite. Nel 2023, il Brasile ha venduto all’estero 339,673 miliardi di dollari, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2022. Gli acquisti dall’estero sono stati pari a 240,835 miliardi di dollari, con un calo dell’11,7% nello stesso confronto.
Solo nel mese di dicembre la bilancia commerciale ha registrato un surplus di 9,36 miliardi di dollari. Il valore è record anche per il mese, con un incremento del 127,1% rispetto allo stesso mese del 2022 utilizzando il criterio della media giornaliera, che minimizza la differenza di giorni lavorativi tra mesi simili di un anno e un altro.
Il mese scorso le esportazioni sono state pari a 28,839 miliardi di dollari, con un aumento del 2,1% rispetto a dicembre 2022 sulla base della media giornaliera. Le importazioni ammontano a 19,479 miliardi di dollari, con un calo dell'11,3%, anche in base alla media giornaliera.
Previsioni
Il risultato ha superato le previsioni del mercato. Secondo il Bollettino Focus, un sondaggio settimanale sulle istituzioni finanziarie pubblicato dalla Banca Centrale (BC), le istituzioni finanziarie hanno stimato un surplus commerciale di 81,3 miliardi di dollari per lo scorso anno. Il surplus ha inoltre superato la stima di 93 miliardi di dollari pubblicata dal MDIC in ottobre.
Quantità
Per quanto riguarda le esportazioni, il record è dovuto principalmente all'aumento della quantità esportata, che lo scorso anno è aumentata dell'8,7%, trainata principalmente dal raccolto record di cereali. I prezzi medi sono diminuiti del 6,3%, spinti principalmente dal rallentamento dei prezzi delle materie prime (beni primari con prezzi internazionali).
Nelle importazioni, la quantità acquistata è scesa del 2,6%, ma il prezzo medio è sceso dell'8,8%. Il calo dei prezzi è dovuto principalmente alla riduzione del prezzo internazionale del petrolio e dei derivati, come i fertilizzanti, nel 2023. Nel 2022 i prezzi sono aumentati a causa dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
“Anche con il calo dei prezzi delle materie prime e la minore crescita dell’economia mondiale, il Brasile è cresciuto dell’8,7% in volume delle esportazioni e dell’1,7% in valore delle esportazioni. Le nostre esportazioni sono cresciute dieci volte di più della media mondiale. A livello mondiale, l'anno scorso le esportazioni sono cresciute dello 0,8%”, ha dichiarato in videoconferenza il Ministro dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi e Vicepresidente della Repubblica, Geraldo Alckmin.
Ha annunciato un obiettivo di 348 miliardi di dollari di esportazioni per quest’anno. “Lavoreremo su questo”, ha detto. Alckmin ha inoltre annunciato lo scorso anno il numero record di 28.500 aziende esportatrici e le vendite record all'estero dei seguenti prodotti nel 2023: soia, zucchero, mais, carne e macchinari minerari.
Per quanto riguarda i principali mercati, Alckmin ha sottolineato che le maggiori espansioni si sono registrate nelle esportazioni verso Cina, Indonesia, Messico, Vietnam, Argentina, Uruguay e Paraguay.
Per quanto riguarda la bilancia commerciale, l’MDIC prevede un surplus di 94,4 miliardi di dollari nel 2024, un calo del 4,5% rispetto al 2023. Questo perché il ministero prevede un aumento delle esportazioni del 2,5% e un aumento del 5,4% delle importazioni quest’anno. Gli acquisti dall'estero sono attesi in aumento grazie alla ripresa dell'economia, che aumenta i consumi, in uno scenario di prezzi internazionali meno volatili rispetto all'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Fonte: http://tinyurl.com/49c58s3b
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)