Domenica 27 Luglio 2025
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Le previsioni del rapporto mBank indicano che i salari reali aumenteranno fortemente. L'economia dovrebbe accelerare costantemente, spinta inizialmente soprattutto dai consumi e poi anche dalle esportazioni e dagli investimenti. Già nel 2024 dovremmo assistere a una nuova fonte di investimenti a lungo termine (energia, automazione).
La crescita prevista sarà difficile da sostenere senza inflazione per diversi anni a causa del forte mercato del lavoro e della necessità di elevati investimenti da parte delle imprese. Gli analisti prevedono che il PIL della Polonia crescerà del 3,5% Secondo le stime precedenti, il PIL sarebbe cresciuto del 2,7%.
I consumi privati saliranno al 5,1% annuo quest'anno, rispetto allo 0% dell'anno scorso. L'inflazione media annua raggiungerà il 5,2%. Il punto più basso dovrebbe essere registrato a marzo o aprile. I tassi di interesse saranno mantenuti invariati (5,75%) per tutto il 2024.
Dopo lo scorso ottimo anno, nel 2024 ci sarà una decelerazione degli investimenti. Tuttavia, non sarà drastica. Il rallentamento si concentrerà sul settore pubblico. Si prevede che gli investimenti nominali del settore pubblico saranno del -9%, mentre quelli del settore privato del +9%. In totale, gli investimenti cresceranno dell'1,9% in termini reali.
Fonte: http://tinyurl.com/4j4h5mz4
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Durante la riunione di gennaio, il Consiglio di Politica Monetaria ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, con il tasso principale della Banca Nazionale di Polonia (NBP) che rimane al 5,75%. Questa decisione era in linea con le aspettative degli economisti, che sottolineavano l'attuale incertezza legata alla politica fiscale e al suo impatto sull'inflazione.
I tassi di interesse in Polonia restano stabili, e i rappresentanti del RPP sottolineavano la necessità di attendere le nuove previsioni macroeconomiche e l'impatto delle decisioni del governo sui prezzi interni.
Gli economisti prevedono che la RPP potrebbe tornare a ridurre i tassi di interesse nella seconda metà del 2024, e l'attuale politica monetaria favorisce il raggiungimento degli obiettivi inflazionistici. Dopo la pubblicazione del comunicato della RPP, lo złoty è leggermente più forte, con un tasso di cambio EUR/PLN di circa 4,341. Questa decisione è stata ben accolta rispetto ai mercati emergenti, e lo złoty, essendo un punto di forza della valuta polacca, sottolinea la sua resilienza rispetto alle economie di altre regioni.
Fonte: http://tinyurl.com/2sbj7mk8
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
La banca VÚB Banka del gruppo Intesa Sanpaolo, socio Camic, ha erogato al gruppo energetico ČEZ un’importante linea di credito, da tre miliardi di corone, connessa ai parametri di sostenibilità ambientale e sociale (ESG).
Il tasso del credito potrà variare secondo il rating ESG del gruppo ČEZ. Nel caso di un miglioramento del rating ESG del gruppo energetico, i tassi d’interesse diminuiranno, in caso contrario verranno rialzati, ha dichiarato il gruppo. “La nostra ambizione è di continuare a supportare progetti sostenibili, affinché i nostri clienti ottengano un vantaggio competitivo durante la trasformazione verde delle loro attività imprenditoriali” ha indicato Andrea Fiori, direttore di VÚB Banka di Praga.
Il più importante gruppo energetico ceco sta affrontando un’importante fase di trasformazione con il progressivo abbandono del carbone. Per il gruppo si tratta della seconda linea di credito legata a parametri ESG. La prima da 7,5 miliardi di corone era stata aperta presso l’istituto UniCredit.
Fonte: http://tinyurl.com/4eyfmzme
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Lo scorso anno, il tasso d’inflazione ha registrato un calo rispetto al 2022. Lo indicano i primi dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.
I prezzi al consumo sono cresciuti nel 2023 del 10,7%, mentre l’anno prima l’inflazione aveva superato il 15%. Si tratta di dati molto alti, registrati l’ultima volta durante gli anni Novanta. La salita dei prezzi ha cominciato a diminuire nella seconda parte dello scorso anno, e a dicembre era scesa al 6,9%.
A spingere l’inflazione a rialzo sono stati i prezzi del gas e dell’energia elettrica, degli alimenti e dei servizi di accoglienza e ristorazione. Il settore dei trasporti, inizialmente impattato negativamente dall’inflazione, ha invece beneficiato del calo dei costi dei carburanti.
Fonte: http://tinyurl.com/4ax6ekbd
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il numero dei fallimenti aziendali ha continuato a diminuire in Repubblica Ceca lo scorso anno. Lo indicano i dati diffusi da CRIF – Czech Credit Bureau.
Lo scorso anno sono fallite 659 aziende, circa il 6% in meno rispetto al 2022. 16 fallimenti ogni 10.000 aziende attive. “Dal punto di vista dei fallimenti le imprese ceche sono in una condizione migliore rispetto al resto del mondo” ha indicato l’analista di CRIF – Czech Credit Bureau Věra Kameníčková. I settori con maggiore frequenza nei fallimenti sono il trasporto, la logistica e l’industria manifatturiera.
L'aumento nel numero delle istanze di fallimento, che ha riguardato in maniera particolare il mese di dicembre, è in controtendenza rispetto alla media annuale. Questo potrebbe essere presagio di un aumento dei fallimenti durante i primi mesi del 2024 dovuto alle difficoltà economiche in Repubblica Ceca e nell’UE.
Fonte: http://tinyurl.com/3jbt5xr3
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Lo Stato ceco ha sostenuto lo scorso anno l’installazione di nuove fonti fotovoltaiche con una cifra pari a circa 24 miliardi di corone. Lo ha detto il ministro dell’ambiente Petr Hladík.
Lo scorso anno, i sussidi pubblici hanno sostenuto l’installazione di circa 71.000 nuove centrali fotovoltaiche per una potenza complessiva di 2,27 gigawatt. I sussidi statali per le fonti fotovoltaiche sono in evidente aumento. Nel 2022, lo Stato ha erogato circa 14 miliardi di corone per 50.000 nuovi fonti fotovoltaiche.
La maggior parte dei nuovi impianti ha ottenuto i sussidi tramite il programma Nová zelená úsporám, che eroga incentivi alle famiglie che ad esempio ristrutturano casa. Invece, gran parte delle nuove centrali installate ha invece ricevuto sussidi dal Fondo di Modernizzazione, finalizzato a supportare progetti di più grande portata, oppure sponsorizzati dalle aziende.
Fonte: http://tinyurl.com/4ts258zd
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il deficit della pubblica amministrazione ha rispettato lo scorso anno i valori previsti dalla legge di bilancio. Lo ha indicato il Ministero delle Finanze della Repubblica Ceca.
Lo scorso anno il buco di bilancio è stato di 288,5 miliardi di corone, meno dei 295 miliardi di corone previsti dalla finanziaria. Si tratta del quarto deficit più significativo nella storia della Repubblica Ceca. Il dato è in miglioramento rispetto al 2022, quando la differenza tra entrate e uscite aveva superato i 360 miliardi di corone.
Nella prima parte del 2023 il deficit aveva registrato una rapida crescita. A migliorare il bilancio sono state alcune entrate extra, come i dividendi del gruppo energetico ČEZ, e il maggior gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche e giuridiche. L’imposta sui profitti eccessivi ha portato nelle casse dello stato 39 miliardi di corone ceche, molto meno del previsto.
Fonte: http://tinyurl.com/adez3bbu
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Nella cornice di Palazzo di Venezia a Istanbul, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Giorgio Marrapodi, ha ospitato la cerimonia di consegna del ‘Premio Leonardo da Vinci’, organizzato dalla Camera di Commercio e dell’Industria Italiana ad Istanbul, per premiare un’azienda italiana e una turca distintesi nel corso del 2022 per gli investimenti bilaterali diretti.
Ospite d’eccezione della serata è stato il Ministro dell’Industria e della Tecnologia Mehmet Fatih Kacir. Nel corso del suo intervento, l’Ambasciatore Marrapodi ha messo in risalto come, in un momento di grande complessità internazionale, “la Turchia rimane un partner commerciale strategico e amico dell’Italia, come dimostrato dagli intensi contatti ad ogni livello”.
Sono stati inoltre ricordati gli importanti traguardi di cooperazione economica raggiunti dai due Paesi, in particolare la cifra record di 25 miliardi di euro di interscambio nel 2022, indicando nella JETCO e nel connesso business forum previsti in Turchia nel 2024 due momenti chiave per il rafforzamento del partenariato economico. Da parte sua, il Ministro dell’Industria Kacir ha voluto rimarcare l’intenso rapporto bilaterale, auspicando un’ulteriore crescita degli investimenti. In particolare, il Ministro ha invitato a cogliere le opportunità di collaborazione offerte dal mercato turco, soprattutto nei settori chiave della transizione ecologica e digitale, sempre più centrali nelle strategie di sviluppo del Paese.
Come investitore turco in Italia è stata premiata Desa, società che opera nel settore dell’abbigliamento, in particolare nella pelletteria, con sede a Istanbul. L’azienda possiede in Italia un proprio showroom a Milano inaugurato nel 2013 e nel luglio 2022 ha investito in un nuovo stabilimento in Toscana. Come investitore italiano in Turchia il riconoscimento è andato al Gruppo Pietro Fiorentini S.p.A., attivo nel settore del gas naturale e dell’energia. La società, attraverso anche una strategia di fusioni e acquisizioni, ha consolidato la sua posizione nel mercato turco.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il Presidente Erdogan, durante un intervento pubblico ad Ankara all'inizio di gennaio, ha anticipato i dati preliminari sul commercio estero.
"Le esportazioni hanno superato il record dell'era repubblicana, raggiungendo 255 miliardi 809 milioni di dollari nel 2023, con un aumento dello 0,6% rispetto all'anno precedente" ha dichiarato il Presidente. "Con questa cifra, abbiamo persino superato l'obiettivo di 255 miliardi di dollari stabilito nel Programma di Medio Termine. A dicembre 2023, le nostre esportazioni hanno raggiunto i 23 miliardi di dollari, con un aumento dello 0,44%. Il rapporto tra esportazioni e importazioni nel 2023 è salito di 0,8 punti percentuali al 70,7%."
Il Presidente Erdogan ha anche sottolineato un primo miglioramento con riferimento al deficit di conto corrente. Infatti, rispetto al 2023, questo è sceso del 3,2%, passando da 109 a 106 miliardi di dollari. Il merito di questo risultato è dell’espansione dell’export dei servizi, a cui si è accompagnata una riduzione del deficit della bilancia commerciale.
Questi dati, se confermati nei prossimi mesi, potrebbero essere considerati tra i primi risultati positivi raggiunti dal nuovo corso economico della Turchia. Proprio la riduzione dello strutturale deficit di conto corrente e il rilancio delle esportazioni sono due dei capisaldi della svolta economica "ortodossa" del nuovo Governo, attribuibile al Ministro dell'Economia e delle Finanze Mehmet Şimşek, al fine di rendere la crescita della Turchia più stabile e sostenibile.
Secondo tali dati preliminari, l'Italia e la Turchia hanno raggiunto un interscambio commerciale di oltre 27 miliardi di dollari nel 2023. L'Italia si conferma come il secondo partner commerciale a livello dell'UE e il primo nell'area del Mediterraneo della Turchia.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi l’11 dicembre scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il dato degli IDE in Turchia da gennaio a ottobre 2023, è stato pari a USD 4,1 mld in capitale azionario, USD 3,1 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri e USD 900 mln tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 300 mln. Il valore netto degli IDE è stato nei primi dieci mesi del 2023 pari a USD 7,8 mld in calo del 31% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2022.
Nel periodo in considerazione, con una quota pari al 69% del totale degli IDE, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori in Turchia.
Per quanto riguarda i singoli Paesi, nel mese di ottobre, al primo posto troviamo la Francia (25%), seguita da Olanda (21%), EAU (16%), Germania (15) e Regno Unito (9%). Se invece vengono considerati i primi dieci mesi del 2023, al primo posto resta saldamente l’Olanda seguita da Germania, EAU e Russia.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)