Notizie mercati esteri

Lunedì 15 Gennaio 2024

Quattro aziende turche nella lista delle prime 100 imprese di armamenti al mondo

Con una crescita del 22% nei ricavi combinati rispetto al 2021, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) quattro aziende turche - Aselsan, Baykar, Turkish Aerospace Industries e Roketsan con un fatturato totale di 5,5 miliardi di dollari - sono tra le prime 100 imprese di armamenti nel 2022.

Tra le new entry rispetto alla scorsa edizione della classifica spiccano Baykar, posizionata alla 76ª posizione e Roketsan, alla 100ª. Baykar ha registrato una crescita del 94% nel fatturato di armamenti, principalmente grazie alle robuste vendite degli UAV Bayraktar TB-2.

Roketsan e Turkish Aerospace Industries hanno anch'esse ottenuto un notevole aumento del 17% e del 14%, rispettivamente, nei ricavi nella vendita di armamenti nel 2022. Aselsan, classificata al 60º posto, ha registrato un fatturato di armamenti superiore a 2 miliardi di dollari.

La presenza di quattro aziende turche nella Top 100 delle aziende di armamenti del SIPRI riflette la forza e la competitività crescenti dell'industria turca nel settore della difesa. Questo successo non solo evidenzia la capacità delle aziende turche di essere competitive sul mercato internazionale, ma anche il ruolo sempre più centrale che il settore riveste per l’export della Turchia: nei primi dieci mesi del 2023 infatti le esportazioni sono state di quasi 4,3 miliardi di dollari, con una proiezione a fine anno di circa 6 miliardi di dollari.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Lunedì 15 Gennaio 2024
Lunedì 15 Gennaio 2024

Relazioni Turchia - Paesi del Golfo. L’edizione del 2023 del “Gulf Cooperation Council” (GCC)

Le relazioni economiche tra Turchia e i Paesi che si affacciano sul Golfo Persico stanno vivendo una fase particolarmente positiva grazie all’azione diplomatica condotta da Ankara negli ultimi due anni, intensificata dalla squadra economica del nuovo Esecutivo che dal suo insediamento del maggio scorso si è ripetutamente recato in visita negli EAU, in Qatar e in Arabia Saudita.

Il volume degli scambi bilaterali tra Turchia e i Paesi della GCC - Gulf Cooperation Council (di cui fanno parte Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e EAU) è aumentato di 11 volte negli ultimi venti anni passando dai 2,1 miliardi di dollari nel 2002 a 22,7 miliardi nel 2022” - ha commentato il Ministro del Commercio Ömer Bolat intervento ai lavori del Forum economico GCC-Turchia che si è tenuto a Istanbul dall’11 al 13 novembre. Bolat ha poi aggiunto che esportazioni turche sono incrementate nello stesso arco di tempo da poco più di un miliardo di dollari a USD 9,5 mld del 2022 a fronte dei 13,3 miliardi di import dai Paesi del GCC.

Considerando il flusso dell’interscambio con tutti i Paesi arabi, nel 2022, le esportazioni della Turchia sono ammontate a USD 46 mld a fronte di importazioni pari a USD 36 mld; la quota dei paesi arabi sull’export turco è stata di circa il 18% mentre quella dei Paesi arabi sull’import turco si è attestata al 10%. Bolat ha anche condiviso le cifre del commercio della Turchia con i 57 paesi dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC): “nel 2002, le esportazioni totali della Turchia verso i 57 paesi dell’OIC ammontavano a soli 4,7 miliardi di dollari; nel 2022 questa cifra ha raggiunto i 65 miliardi di dollari”.

Al Forum hanno partecipato numerose aziende che operano nei settori chiavi nei rapporti che la Turchia intrattiene con i Paesi GCC, dall’agricoltura all’energia passando per l’agroalimentare, i trasporti & logistica, ma anche turismo e finanza.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Lunedì 15 Gennaio 2024

La Turkish Airlines (THY) punta a trasformarsi in una delle più grandi compagnie aeree al mondo

La Turkish Airlines (THY) punta a diventare una delle più grandi compagnie aeree del mondo” ha affermato il Presidente Ahmet Bolat. La dichiarazione giunge a poche settimane di distanza dai colloqui che THY ha avuto a novembre con Airbus, per un potenziale ordine di 355 nuovi aerei che, se finalizzato, sarebbe il più grande ordine nella storia della compagnia di bandiera turca.

Nel recente passato THY aveva più volte dichiarato pubblicamente di voler raddoppiare la sua flotta portandola a 800 velivoli entro il 2033.

La THY vola oggi verso la maggior parte dei paesi del mondo e utilizza il suo grande aeroporto di Istanbul (120 decolli e atterraggi all’ora) per costruire una rete che connette tutta l’Europa, l’Africa e l’Asia.

Bolat ha aggiunto che lo scalo di Istanbul da 12 mld di dollari inaugurato nel 2018, ha consentito alla THY di diventare in pochi anni uno dei più strategici e importanti scali al mondo. Per tale motivo, THY punta entro la fine dell’anno a raggiungere gli 85 milioni di passeggeri e i 170 milioni entro i prossimi 10 anni.

Fondata nel 1933, Turkish Airlines vola verso 344 destinazioni in 129 paesi con una flotta di 429 aerei. Il suo valore è di circa 10,6 miliardi di dollari. In Italia La THY vola su nove destinazioni (Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Bologna e Pisa).

La Turkish Airlines costituisce quindi un asset fondamentale per la Turchia. Da un lato l’azienda è divenuta rapidamente una degli operatori più grandi e di successo al mondo. Dall’altro, la capillarità dei suoi collegamenti rende la Turchia una meta sempre più attraente per i turisti internazionali, contribuendo in maniera importante al flusso di circa 60 milioni di visitatori l’anno.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Lunedì 15 Gennaio 2024

La Turchia accelera l'elettrificazione del settore automobilistico: crescita prevista del 61% nelle vendite di veicoli elettrici

La Turchia sta procedendo rapidamente verso l'elettrificazione del settore automobilistico, con una crescita media annua prevista del 61% delle vendite di veicoli elettrici (VE). Un boom evidente nel 2023, dove si è registrata una crescita del 900% delle vendite di VE nei primi dieci mesi rispetto all'anno precedente.

Secondo diverse stime la quota di VE sul totale delle vendite di auto passeggeri raggiungerà il 30,4% entro il 2032.

Il debutto della marca di auto elettriche Togg, la prima prodotta interamente in Turchia, ha giocato un ruolo chiave in questo trend. L’azienda stima di raggiungere un milione di unità prodotte entro il 2030 e di iniziare le esportazioni verso l'Europa a partire dal 2025.

La rapida crescita del settore è possibile grazie anche all’arrivo di giganti automobilistici globali come Tesla e la cinese BYD, tra i maggiori produttori di VE al mondo, che guardano con crescente interesse al mercato turco.

Il Governo turco punta molto sul settore, con incentivi per le case automobilistiche e con investimenti nelle infrastrutture di ricarica e nella produzione di batterie. La crescita del mercato delle VE è infatti accompagnata da un forte incremento delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Secondo recenti dati, i punti di ricarica installati superano le 8.800 unità. La Turchia dispone quindi di un punto di ricarica rapida ogni 14 veicoli elettrici, collocandosi al primo posto in Europa.

Il Presidente Erdoğan ha sottolineato il notevole successo della Turchia nel settore, che è passata dal 15º al 13º posto nella produzione globale di auto in soli cinque anni. "Con una capacità di produzione di batterie per veicoli elettrici di 70 gigawatt-ora, miriamo a diventare la base di produzione dell'Europa entro il 2030", ha dichiarato il Presidente.

L'attenzione sia a livello politico che da parte dei consumatori sta trasformando la Turchia in pochi anni in un autentico leader nel settore dei veicoli elettrici. La crescita continua e gli sforzi mirati posizionano il paese in prima linea nella rivoluzione dell'elettrificazione automobilistica, con importanti ricadute sia dal punto di vista economico che della sostenibilità ambientale.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 12 Gennaio 2024

OUTLOOK 2024 - Il Canada e la provincia dell'Ontario

L’economia canadese sta attraversando nel 2023 un periodo di rallentamento, di riflesso ai movimenti dei mercati internazionali. Il Paese sembra infatti versare in uno stato di raffreddamento, che potrebbe presto trasformarsi in stagnazione. Le previsioni riportate nell'analisi non lasciano ben presagire il livello di fiducia dei consumatori, che risulta essere ai minimi, anche messo in confronto con le ultime due recessioni.

In questo quadro, la provincia dell'Ontario risulta essere il centro dell’economia canadese e il polo d’attrazione principale per i lavoratori migranti. La provincia è in linea con la tendenza nazionale con un tasso di disoccupazione, anche nella provincia, che sembra essere sopra la media nazionale (nel 2024 questo potrebbe raggiungere il 6,7%).

In allegato un approfondimento sul tema.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Venerdì 12 Gennaio 2024
Venerdì 12 Gennaio 2024

Calzature, pelletteria, abbigliamento e accessori in Ontario

Si riporta qui in allegato un'analisi delle normative di importazione, certificazioni ed etichettatura prodotti, barriere doganali/tariffarie (Accordo CETA) in Ontario. 

Il Canada si caratterizza come regime commerciale liberale, che consente l’importazione di merci con un approccio collaborativo, dimostrato anche dall’adesione all’ accordo dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio), che previene l’imposizione di barriere non tariffarie. 

Le uniche barriere tariffarie riguardano dazi antidumping e dazi compensativi, che vanno a compensare eventuali incentivi forniti dai governi dei paesi esportatori. L’Italia rientra nella rete MFN (Most Favoured Nation Tariff), cioè tra i Paesi sviluppati che godono di tariffe agevolate, ed anche nella rete CEUT (Canada-European Union Tariff), che fornisce tariffe di importazione ancora più agevolate grazie all’accordo CETA.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

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Venerdì 12 Gennaio 2024

Il Settore Agroalimentare in Ontario

L’Italia è il 4° paese fornitore del Canada per quanto riguarda il settore agroalimentare, ed il primo paese fornitore europeo. La provincia dell’Ontario rimane di gran lunga quella più interessata dal settore dell’import/export, occupando al suo interno quasi la metà della quota di mercato nazionale.

Le esportazioni alimentari italiane in Canada hanno continuato a crescere costantemente a partire dalla pandemia di COVID e negli anni successivi. L'analisi riportata guarda ai prodotti italiani più ricercati nel mercato canadese come vino, formaggi e salumi, solo per citarne alcuni. 

In allegato un approfondimento sul tema.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

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Venerdì 12 Gennaio 2024

I consumi in Venezuela registrano una crescita del 16% tra gennaio e settembre 2023

Il direttore commerciale e fondatore di Atenas Consulting Group, Alexander Cabrera, ha riferito che i consumi nel Paese nel secondo semestre hanno avuto una ripresa di circa il 16%.

Ha affermato che su 100 dollari che un venezuelano possiede, 60 sono destinati al paniere di base: riso, olio, zucchero, burro; proteine, le più importanti delle quali sono le uova, il pollo e la carne; e prodotti lattiero-caseari, in particolare il formaggio duro di pianura.

Ha aggiunto che i restanti 40 dollari si concentrano su altri prodotti: la manutenzione della casa, tra gli altri. "La crescita è nel paniere di base", ha detto.

 

Fonte: http://tinyurl.com/3zaw2k8c

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)

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Venerdì 12 Gennaio 2024

Venezuela - La riforma della Legge sull'attività assicurativa

La riforma della Legge sull'attività assicurativa è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Straordinaria n. 6.770.

Scopo della presente norma è quello di stabilire il quadro normativo di autorizzazione, regolamentazione, esercizio, controllo, vigilanza e vigilanza dell'attività assicurativa, al fine di garantire i processi di trasformazione socioeconomica promossi dallo Stato, a tutela dell'interesse generale rappresentato dallo Stato. diritti e garanzie dei contraenti, degli assicurati, dei beneficiari, dei contraenti, degli utenti e degli affiliati, a seconda dei casi, dei contratti di assicurazione, riassicurazione, medicina prepagata e gestione del rischio, in conformità con le disposizioni della Legge Organica del Sistema Finanziario Nazionale.

"La presente legge si applica a tutte le attività assicurative svolte nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, o concretizzate all'estero, che si riferiscono a rischi o persone situate nel territorio nazionale, realizzate dai soggetti regolamentati, definiti nel presente strumento giuridico, e da tutte quelle persone fisiche o giuridiche che svolgono operazioni e attività legali qualificate come attività assicurativa, nonché alle persone che rappresentano l'interesse generale oggetto del presente quadro normativo".

Parimenti, ha indicato che possono esercitare attività assicurativa nel territorio della Repubblica, previa autorizzazione della Soprintendenza alle attività assicurative, soltanto i seguenti soggetti regolamentati:

  1. Compagnie di assicurazione.
  2. Imprese di riassicurazione.
  3. Aziende farmaceutiche prepagate.
  4. Società di gestione del rischio.
  5. Società di finanziamento a premio o rateali.
  6. Gli intermediari dell'attività assicurativa.
  7. Associazioni cooperative che svolgono attività assicurativa.
  8. Assistenti assicurativi: ispettori del rischio, periti e periti assicurativi nelle attività assicurative.
  9. Uffici di rappresentanza o filiali di società di riassicurazione estere e filiali di società di intermediazione riassicurativa estera.

 

Fonte: http://tinyurl.com/4vpd6d9u

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)

 

Ultima modifica: Venerdì 12 Gennaio 2024
Venerdì 12 Gennaio 2024

Dazi americani sull'importazione dell'acciaio e alluminio - aggiornamento

L'Unione Europea e gli Stati Uniti, in assenza di un accordo sulla rimozione dei dazi sull'importazione dell'acciaio e alluminio da parte degli USA, hanno scelto di prendere tempo, mantenendo la situazione invariata. Bruxelles ha sospeso fino a marzo 2025 le previste misure di ritorsione, in cambio del prolungamento, da parte di Washington, della parziale esclusione dei prodotti europei, dalle tariffe americane. La logica di questa mossa è chiaramente quella di oltrepassare il voto per la Casa Bianca che si terrà il prossimo novembre.

I dazi americani furono introdotti dall'Amministrazione Trump nel 2018 - Il valore dell'export di acciaio e alluminio europeo verso gli USA nel 2022 è stato pari a 4.089 milioni di tonnellate.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Ultima modifica: Venerdì 12 Gennaio 2024