Notizie mercati esteri

Giovedì 16 Marzo 2023

Rep. Ceca - Il commercio estero è tornato in attivo dopo quasi un anno

Il commercio estero ceco è tornato in attivo dopo quasi un anno. Lo evidenziano i dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.

Nel primo mese dell’anno il commercio estero ha registrato un attivo di 9,5 miliardi di corone dopo 11 mesi segnati dal passivo. A favorire tale condizione è stata la forte ripresa dell’automotive, il cui export è cresciuto di circa un quarto, e il calo delle importazioni dei beni energetici per effetto di minori prezzi sul mercato. Complessivamente, in gennaio, le esportazioni sono cresciute rispetto a un anno fa del 12,1% e le importazioni dell’11,8%.

Nel 2022 il commercio estero si è concluso in passivo di quasi 200 miliardi di corone. Quest’anno le vendite all’estero dovrebbero tornare a essere un motore della crescita economica. “Ci attendiamo una prima parte dell’anno più debole, mentre nella seconda parte l’export dovrebbe ottenere una nuova spinta dalla prospettata crescita dell’economia nell’eurozona” ha indicato l’analista di Raiffeisenbank David Vagenknecht.

 

Fonte: https://bit.ly/3JGr8kB

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Venerdì 14 Aprile 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Rep. Ceca - Nel 2022 lo stipendio medio ha superato le 40.000 corone ceche

Nel 2022 lo stipendio medio ha superato in Repubblica Ceca le 40.000 corone ceche. Lo ha indicato l’Ufficio di Statistica Ceco.

Lo scorso anno lo stipendio medio lordo è cresciuto nell’economia ceca del 6,5% a 40.353 corone ceche. Gli aumenti più ampi di oltre il 10% sono stati registrati nel settore finanziario e assicurativo, che è anche tra le attività meglio remunerate in Repubblica Ceca, e nel settore amministrativo. La crescita è stata ridotta negli impieghi a predominanza del settore pubblico. Ad esempio, nell’istruzione i salari sono aumentati di quasi il 2%, mentre nella sanità sono calati di oltre il 4% per effetto di bonus straordinari per il Covid-19 versati nel 2021.

Nel 2022 i dipendenti cechi hanno registrato un calo del potere d’acquisto, in quanto i prezzi al consumo sono aumentati di oltre il 15%. “Per quest’anno attendiamo un aumento medio degli stipendi dell’8%” ha indicato Radomír Jáč, Chief Economist di Generali CEE Investment. Anche quest’anno le remunerazioni dei dipendenti dovrebbero rimanere al di sotto del tasso d’inflazione.

Fonte: https://bit.ly/3yCzunc

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Silicon Valley Bank e la più grave crisi di un istituto di credito americano dal 2008

La Silicon Valley Bank (SVB), l'istituto finanziario più noto per i suoi rapporti con le startup tecnologiche e le società di venture capital, ha sperimentato uno dei più vecchi problemi del settore bancario, la corsa agli sportelli, che ha causato nel giro di poche ore il più grande fallimento negli Stati Uniti dai tempi del Washington Mutual del 2008.  

La Silicon Valley Bank è stata colpita in pieno dalla flessione delle azioni del comparto tecnologico dell’ultimo anno e dal piano aggressivo della Federal Reserve di rialzo dei tassi nel tentativo di combattere l’inflazione dilagante nel paese. 

Negli ultimi due anni, la SVB ha acquistato obbligazioni per miliardi di dollari, utilizzando i depositi dei clienti come farebbe normalmente una banca. Questi investimenti sono tipicamente sicuri, ma il loro valore è diminuito perché i tassi d'interesse che pagavano risultavano inferiori a quelli che un'obbligazione analoga avrebbe pagato se fosse stata emessa in un contesto come quello di oggi con tassi d'interesse più elevati.

Solitamente questo differenziale dei tassi non è un problema per le banche dal momento che conservano questi investimenti a lungo, a meno che debbano venderli in casi di emergenza. Tuttavia, proprio la clientela della SVB si è rivelata in difficoltà: queste aziende, infatti, in gran parte startup e high tech, hanno avuto necessità di maggiore liquidità a causa dell’esaurimento di finanziamenti da parte dei venture capitalist. Un altro segnale di crisi del settore high tech è da ritrovarsi nei numerosi licenziamenti da parte di aziende più strutturate, tra cui Microsoft, Google, Amazon, Alphabet e Coinbase,  che nel solo 2022 hanno licenziato complessivamente 70.000 dipendenti.

Le aziende della Silicon Valley si sono quindi trovate costrette a prelevare dai propri depositi bancari e la SVB ha iniziato a vendere i propri asset per poter soddisfare questa crescente domanda di liquidità. I clienti della SVB, essendo principalmente persone facoltose ed aziende, i cui depositi superano il limite federale assicurato di $ 250.000, temevano un default dell’istituto di credito. 

Ciò ha richiesto la vendita in perdita di obbligazioni tipicamente sicure, perdite che si sono sommate fino a rendere la Silicon Valley Bank di fatto insolvente. La banca ha cercato quindi senza successo di raccogliere ulteriore capitale da investitori esterni. Le autorità regolatorie hanno dovuto di conseguenza sequestrare gli asset della Silicon Valley Bank per proteggere le attività e i depositi rimasti presso la banca.

Considerato che la maggior parte dei depositi, come evidenziato in precedenza, non è assicurato dal governo federale e che non si ritiene di trovare un compratore che voglia caricarsi dei problemi di liquidità del settore high tech, la situazione sembra destinata a congelarsi nei prossimi mesi. 

Al momento però gli analisti non temono un contagio globale come avvenuto nel 2008: la Silicon Valley Bank era un importante istituto di credito ma che serviva quasi esclusivamente una cerchia ristretta di aziende dell’ecosistema high tech e venture capital della California.

Le altre banche però hanno un business model molto più diversificato dal punto di vista della clientela e degli investimenti effettuati. Come dimostra il recente “stress test” della Federal Reserve, gli istituti di credito e finanziari più grandi degli Stati Uniti sono in grado di resistere ad uno scenario di profonda recessione e di calo della disoccupazione. Tuttavia, se non si riuscirà a sbloccare in tempi brevi la liquidità dei correntisti della SVB, c’è da aspettarsi un effetto boomerang sull’economia della Bay Area e nel mondo delle startup tecnologiche. 

 

Fonte: https://bit.ly/3YXF1zy

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Forte crescita delle esportazioni italiane verso la Florida

Il 2022 segna un altro anno record per le esportazioni italiane in Florida che hanno raggiunto l’importante cifra di 3.470,9 milioni di dollari, con una crescita rispetto all’anno precedente di ben +26,6%.

 Secondo i dati recentemente pubblicati da Enterprise Florida su fonti dello U.S. Department of Commerce, tra i prodotti italiani che registrano la crescita più significativa segnaliamo Yacht e Imbarcazioni da diporto+37,5% rispetto al 2021 e un valore complessivo di 522,9 milioni di dollari. Quello della nautica è il comparto da cui provengono la maggior parte di esportazioni italiane verso la Florida. 

 Sebbene con una leggera diminuzione del -3,7%, al secondo posto si classifica il settore delle Automobili e Motoveicoli. Seguono poi in terza posizione i Prodotti derivati dal petrolio, e in quarta posizione, il Vino che registra una crescita interessante delle importazioni del +5,5% rispetto al 2021. 

 A seguire troviamo l’Arredo, in crescita di ben +24,1% sull’anno precedente e in sesta posizione le Ceramiche, con una crescita del +8,7% e un valore delle esportazioni di 110,4 milioni di dollari. Un’altra crescita importante è stata registrata nel settore Cosmetici+54,3% rispetto all’anno precedente.

 Tra i prodotti alimentari, oltre al vino, registrano crescite importanti le importazioni di Olio d’oliva (+28,9%) e la Pasta (+48,5%)

 

Fonte: https://bit.ly/3JhMOSY

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Regno Unito - "Global greedflation": le grandi aziende fanno salire i costi a livelli record

Le grandi compagnie hanno alimentato l'inflazione con aumenti dei prezzi superiori all'incremento delle tariffe delle materie prime e dei salari, spingendo così i costi della spesa a livelli record. Evidenziando una tendenza chiamata "greedflation", supermercati, produttori alimentari e compagnie di spedizioni sono tra le centinaia di aziende che hanno visto aumentare i propri profitti, dando un ulteriore rialzo ai prezzi.

Un'analisi delle prime 350 società quotate alla Borsa di Londra da parte di un team di ricercatori di Unite, il più grande sindacato del settore privato del Regno Unito, ha mostrato che i margini di profitto medi sono aumentati dal 5,7% nella prima metà del 2019 al 10,7% nello stesso periodo del 2022.

Nel Regno Unito, Tesco, Sainsbury's e Asda hanno realizzato utili per 3,2 miliardi di sterline nel 2021, quasi il doppio dei livelli pre-pandemia. Anche i produttori alimentari globali come Nestlé hanno aumentato i margini di profitto negli ultimi 18 mesi.

Unite ha inoltre affermato di aver esaminato anche i conti di società internazionali che vendono servizi e materiali che direttamente influiscono sull'inflazione in Regno Unito. “Le quattro più grandi società agroalimentari che dominano alcune colture fondamentali come quella cerealicola – ADM, Bunge, Cargill e Louis Dreyfus – hanno visto i profitti aumentare del 255%, realizzando un totale di 10,4 miliardi di dollari nel 2021. I 10 principali produttori di semiconduttori al mondo hanno realizzato utili per 44 miliardi di sterline – il 96% in più rispetto al 2019”.

Le due catene britanniche Tesco e Sainsbury’s, che insieme detengono una quota del 43% del mercato alimentare, sono sulla buona strada per realizzare grandi profitti anche quest'anno. Tesco ha affermato che prevede di realizzare utili fino a 2,5 miliardi di sterline e Sainsbury ha indicato che raggiungerà quasi 700 milioni di sterline.

Il rapporto è un aggiornamento sui dati pubblicati la scorsa estate da Unite che hanno rivelato la crescita dei profitti aziendali, l’aumento dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica.

Le catene di supermercati incluse nel rapporto hanno tuttavia negato di essere responsabili dell'aumento dei prezzi.

Paul Donovan, capo economista di UBS Wealth Management, è uno dei pochi economisti della City a richiamare l'attenzione sull'aumento dei profitti aziendali come causa dell'aumento dei prezzi. “Credo che gran parte dell'attuale inflazione sia guidata dall'espansione degli utili. In genere ci si aspetterebbe che circa il 15% dell'inflazione provenga dall'espansione dei margini di profitto, ma il numero oggi è probabilmente intorno al 50%. Uno dei segnali più eloquenti è il calo del costo del lavoro: l'automazione ha aumentato la produttività, la crescita dei salari è stata molto debole in termini reali e, come per i prezzi delle materie prime, l’inflazione è fortemente legata ai margini di profitto delle aziende".

 

Fonte: https://bit.ly/3JGW3x7  

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Il settore scientifico britannico sta cambiando

Secondo una nuova analisi di alcuni accademici, il Regno Unito si posiziona a buoni livelli nel campo tecnologico e scientifico, ma non tra i primi a livello mondiale.

La scienza britannica sta subendo un importante cambiamento spinto da numerosi fattori, tra cui Brexit e calo della produttività: il mese scorso è stato inaugurato il Dipartimento per la Scienza, l'Innovazione e la Tecnologia.  Nell’occasione, Sir Paul Nurse, premio Nobel e direttore del Francis Crick Institute di Londra, ha pubblicato il proprio report riguardo ricerca e innovazione in Regno Unito. La premessa che la scienza britannica è a buoni livelli ma non eccezionali viene rafforzata anche dalla ripresa dei legami post-Brexit con Horizon, il programma di ricerca dell'UE.

Alcuni dati molto importanti ci vengono forniti analizzando alcune aree fondamenti della ricerca, come intelligenza artificiale e biologia sintetica. La percentuale delle citazioni del Regno Unito negli ultimi 100 articoli pubblicati riguardanti l'intelligenza artificiale è di 7,8 in generale, ma, escludendo il laboratorio DeepMind, questa scende all'1,9.

La biologia sintetica in UK è analogamente monopolizzata dal MRC Laboratory for Molecular Biology dell'università di Cambridge. Tre istituzioni statunitensi, incluso il MIT, superano individualmente l'intera produzione "synbio" del Regno Unito. Le tecnologie quantistiche, un altro punto di forza del governo, dovrebbero ricevere 2,5 miliardi di sterline nel prossimo bilancio.

Il paese si è aggiudicato per l'ultima volta il titolo di "superpotenza quantistica" tra il 2003 e il 2007, quando arrivò secondo per numero di citazioni su documenti ufficiali - ora si attesta al quinto posto. Il Regno Unito segue paesi come Stati Uniti e Cina, e preceduto da nazioni più piccole come Singapore, Svizzera e Danimarca.

Mentre il Regno Unito nel suo insieme spende circa il 2,5% del PIL medio OCSE del 2019 in ricerca e sviluppo, il contributo diretto del governo alla R&S interna è inferiore allo 0,5%, collocando il paese al 27° posto tra i 36 paesi OCSE e dietro a Sud Corea, Germania e Stati Uniti. Tra i punti da sviluppare sono inclusi: maggiore spesa nel settore scientifico; contesto politico meno volatile e attraente per gli investitori; burocrazia più semplificata; e una forte collaborazione con le istituzioni internazionali.

 

Fonte: https://on.ft.com/3Jm1G2E

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

Calano le offerte di lavoro in Regno Unito

Il numero di posti di lavoro vacanti tra dicembre e febbraio in UK è diminuito di 51.000 unità rispetto ai tre mesi precedenti. Nonostante il calo, il numero di posti di lavoro disponibili rimane elevato stabilendosi a 1,1 milioni, con 328.000 posti in più rispetto al periodo pre-pandemia (tra gennaio e marzo 2020).

Il tasso di inattività economica – ovvero le persone di età compresa tra 16 e 64 anni che non lavorano e non cercano lavoro - è sceso al 21,3% tra novembre e gennaio. Ci sono, tuttavia, ancora nove milioni di britannici economicamente inattivi che non fanno parte della forza lavoro in quanto studenti, pensionati o malati, e quindi non disponibili a lavorare.

James Reed, presidente della società di reclutamento Reed, ha affermato che questo calo non è motivo di panico: “Ci sono oltre 300.000 posti vacanti in più rispetto al periodo pre-pandemico di tre anni fa. Il mercato del lavoro è ancora piuttosto vivace”.

L'occupazione è nuovamente aumentata, ma questa volta trainata dai lavoratori part-time e da quelli autonomi. I salari hanno subito un aumento rispetto allo scorso anno, ma sono ancora ben al di sotto del tasso di inflazione: su base mensile vi sono alcuni dati che indicano come la crescita salariale stia iniziando a bloccarsi. Con i tassi di disoccupazione ancora molto bassi rispetto agli standard internazionali, il mercato del lavoro rimane tuttavia un punto di forza del Regno Unito.

Nonostante il sistema finanziario globale stia mostrando una certa fragilità dopo i crolli delle banche negli Stati Uniti, la Bank of England potrebbe decidere di sospendere ulteriori aumenti dei tassi previsti la prossima settimana. La crescita salariale sembra essere comunque in una fase di stallo, come riportato dall'Office for National Statistics. Lo stipendio medio settimanale in UK, esclusi i bonus, a gennaio era di 589 sterline, in aumento di 1 sterlina rispetto al mese precedente.

Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche presso l'ONS, ha dichiarato: "Sebbene il tasso di inflazione sia leggermente diminuito, resta ancora più alto della crescita salariale: questo significa che la retribuzione reale continua a diminuire".

 

Fonte: https://bbc.in/40azJ4x

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Giovedì 16 Marzo 2023

British Land annuncia piani per lo sviluppo di un polo scientifico a Canada Water

Una serie di laboratori modulari con una terrazza sul tetto sono sorti a Canada Water, nel sud-est di Londra, e dovrebbero essere ufficialmente aperti a fine maggio. A seguito della crescente domanda di spazi destinati alla ricerca, la società britannica British Land ha deciso di creare un grande polo scientifico, parte di un nascente cluster locato a sud del Tamigi.

Il promotore immobiliare FTSE 100 e il fondo pensione australiano AustralianSuper hanno incaricato Stanton Williams Architects, di progettare un edificio destinato allo studio delle “scienze della vita” di 300.000 piedi quadrati, dalle dimensioni di cinque campi da calcio. Ospiterà laboratori in grado di gestire vari tipi di sostanze chimiche e altre strutture destinate alla ricerca e allo sviluppo scientifico.

Lo studio Stanton Williams ha recentemente completato un centro di ricerca per il Great Ormond Street Hospital di Londra e ha vinto lo Stirling Prize per il suo Sainsbury Laboratory a Cambridge, un istituto di ricerca finanziato in modo indipendente all'interno della School of Biological Sciences.

Chiamati Paper Yard, i laboratori a Canada Water hanno impiegato solo nove mesi per essere costruiti e saranno pronti entro la fine di maggio. British Land potrebbe facilmente aggiungere nuovi laboratori modulari in futuro, potenzialmente raddoppiando o triplicando lo spazio, a seconda delle richieste.

Secondo i dati di Cushman & Wakefield, lo sviluppo scientifico nel triangolo d'oro degli hub scientifici (Oxford – Cambridge – Londra) è rimasto piuttosto limitato nel 2022, e mentre la costruzione di due nuovi hub dovrebbe iniziare il prossimo anno, ma non saranno inaugurati prima di giugno 2025.

Il programma per le scienze della vita fa parte di un massiccio progetto di rigenerazione da 5,6 miliardi di sterline di British Land a Rotherhithe, situato a sud del Tamigi.  Il programma trarrebbe vantaggio dalla sua vicinanza a tre importanti ospedali di insegnamento e ricerca: il Guy's Hospital di London Bridge; L'ospedale St Thomas a Waterloo e l'ospedale King's College a Denmark Hill. Dall'altra parte del Tamigi, il Canary Wharf Group, che negli ultimi decenni ha trasformato le zone portuali di East London in un nuovo centro finanziario, ha espresso l'ambizione di creare un nuovo cluster scientifico. A dicembre il gruppo ha ricevuto l'autorizzazione alla costruzione di una torre di 23 piani con il 60% di spazio per laboratori, con la speranza di attrarre piccole imprese operanti nelle biotecnologiche.

I progetti daranno una spinta al settore scientifico di Londra, con altri cluster presento al Francis Crick Institute a King's Cross, a Paddington, e White City nella zona ovest di Londra.

Il governo del Regno Unito ha ripetutamente dichiarato la sua ambizione di trasformare il paese in una superpotenza nelle “scienze della vita”; nonostante l'industria farmaceutica abbia deciso di spostare le sperimentazioni cliniche all’estero. Il capo di GSK Emma Walmsley ha recentemente affermato che il Regno Unito è a un punto di svolta.

 

Fonte: https://bit.ly/3la5DiV  

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023
Martedì 14 Marzo 2023

La tassazione britannica rischia di inficiare lo sviluppo green

Un limite ai profitti e la mancanza di incentivi offerti a nuovi attori nel settore petrolifero stanno bloccando lo sviluppo delle energie rinnovabili in Gran Bretagna; come affermano funzionari del settore che stanno premendo per alcuni cambiamenti prima della pubblicazione del budget di questa settimana.

Il governo britannico si è posto importanti obiettivi soprattutto nella produzione eolica, cercando di raggiungere il punto di Net-Zero entro il 2050 e diventando così più indipendente dal punto di vista energetico – soprattutto a seguito dell'interruzione dell'approvvigionamento causata dall'invasione russa dell'Ucraina.

Alcuni rappresentanti del settore delle energie rinnovabili hanno affermato che questi obiettivi potrebbero non essere raggiunti senza cambiamenti dal punto di vista politico, soprattutto visto come altri paesi stiano lavorando maggiormente per attrarre investimenti nel settore della green energy.

Tra le questioni più controverse c'è l'Electricity Generator Levy (EGL), che il governo ha implementato dall'inizio di quest'anno per combattere i prezzi elevati dell'energia, e che l'industria definisce una tassa “inaspettata".

Rod Wood, amministratore delegato presso lo sviluppatore di energia eolica Community Wind Power, è tra coloro che cercano modifiche all'EGL nel budget del 15 marzo: "La tassazione (EGL) sta per mettere la parola fine agli obiettivi rinnovabili che il Regno Unito si era prefissato", ha affermato. In particolare, vorrebbe includere un'indennità di investimento paragonabile a quella che le compagnie petrolifere e del gas ricevono come riportato nella Energy Profits Levy (EPL).

Gli obiettivi del governo britannico includono l'aumento della capacità eolica offshore a 50 gigawatt (GW) dai circa 14 GW attuali. Wood ha inoltre sottolineato che senza modifiche fiscali, la sua azienda sarebbe costretta a fermare lo sviluppo di tre progetti scozzesi onshore, per un totale di 1,2 GW, che entro il 2025 potrebbero generare energia sufficiente per più di un milione di case.

"Quando si guarda a quanto sono aumentati i costi nel Regno Unito rispetto ai pacchetti offerti dagli Stati Uniti, non è difficile capire perché conviene trasferire il business in US", ha affermato.

Altri sviluppatori affermano che la combinazione di tassazione, alti prezzi dell'energia, difficoltà nella catena di approvvigionamento, inflazione e aumento dei tassi di interesse può minacciare i loro progetti.

La scorsa settimana la compagnia danese Orsted ha dichiarato che il suo progetto “Hornsea 3” nel Mare del Nord, che con circa 3 GW sarebbe il parco eolico più grande del mondo una volta costruito, potrebbe essere sospeso a meno che non ottenga sostegno come agevolazioni fiscali, soprattutto a causa dell’aumento dei costi.

Un altro grande progetto è la Norfolk Offshore Wind Zone del gruppo Vattenfall. Rob Anderson, il suo direttore del progetto, ha affermato che il governo britannico "deve mostrare il suo sostegno al settore nel bilancio della prossima settimana, attraverso quote di capitale".

Anche i produttori di petrolio e gas, soggetti a una tassa sui guadagni straordinari dal maggio 2022, si stanno battendo per un ottenere cambiamento. L’imposta sull'Energy Profit Levy (EPL) che lo scorso anno ha aumentato l'aliquota fiscale al 75%, una delle più alte al mondo, sta restringendo l'accesso dei produttori a possibili finanziamenti.

Gli sviluppatori di energie rinnovabili affermano che il settore del petrolio e del gas ha goduto per anni di agevolazioni fiscali, mentre gli attivisti green sottolineano come il settore non dovrebbe più ricevere alcun incentivo data la necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili.

L'industria britannica dei combustibili fossili, tuttavia, ha dichiarato che è ancora necessario investire nel bacino del Mare del Nord e che il combustibile prodotto in casa è molto meno inquinante rispetto all'importazione di petrolio e gas da luoghi lontani dove l'approvvigionamento potrebbe essere interrotto più facilmente. Le aliquote fiscali più elevate dovrebbero entrare in vigore solo quando i profitti derivano da prezzi superiori a un prezzo minimo ancora da concordare, basato su una media storica, piuttosto che l'intero profitto indipendentemente dal prezzo come avviene attualmente.

Il ministro delle finanze Jeremy Hunt, in una riunione a dicembre, ha respinto le richieste dell'industria petrolifera e del gas di modificare la tassa sui guadagni “eccezionali”.

Ulteriori incontri, anche a fine febbraio, con i funzionari del Tesoro hanno avuto luogo, ma non ci si aspetta alcun cambiamento rispetto al bilancio del 15 marzo, hanno detto due fonti anonime del settore.

Nel frattempo, il più grande produttore di petrolio e gas della Gran Bretagna, Harbour, ha annunciato tagli di posti di lavoro. La multinazionale TotalEnergies ha tagliato di un quarto il suo programma di investimenti nel Regno Unito.

 

Fonte: https://bbc.in/402FtgB

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Martedì 14 Marzo 2023
Martedì 14 Marzo 2023

Regno Unito - Rishi Sunak afferma che la fiducia sta tornando

Dopo che le statistiche ufficiali hanno mostrato che l'economia è cresciuta più del previsto a gennaio, il primo ministro Rishi Sunak ha detto che i dati confermano che il piano del Governo funziona: l'economia è infatti cresciuta dello 0,3% a gennaio, riprendendosi dal brusco calo di dicembre.

La crescita di gennaio ha fatto seguito ad una contrazione dello 0,5% dell'economia nel mese di dicembre. Il primo ministro ha aggiunto che i dati mostrano che lo stato dell'economia è "migliore di quanto la gente avesse temuto".

Rachel Reeves, cancelliere del partito laburista, ha dichiarato: "I risultati di oggi mostrano che la nostra economia sta ancora avanzando lentamente seguendo il “declino controllato” iniziato dal partito conservatore".

Il ritorno degli studenti a scuola ha contribuito a rilanciare l'economia, generando un aumento nella produzione del settore dell'istruzione. L'ONS ha affermato che questo settore è cresciuto del 2,5% a gennaio, dopo un calo del 2,6% del mese precedente. Cresce anche l'attività nelle arti, nello spettacolo e nel tempo libero, principalmente grazie al ritorno della Premier League. Questi numeri sono migliori del previsto, ma l'economia non è ancora cresciuta in tre mesi - ed è quello che ci si aspetta di nuovo tra gennaio e marzo.

Finora i consumatori si sono dimostrati più resilienti all'aumento dei prezzi dell'energia e dei tassi di interesse. Le previsioni di bilancio della prossima settimana avranno un punto di partenza migliore rispetto all'ultima volta, grazie alla riduzione dei prezzi dell'energia.

Sebbene ora sia possibile evitare del tutto una recessione formale, per ora l’andamento generale dell'economia è stabile, a seguito degli aumenti delle tasse e dei tassi d’interesse più elevati.

Tuttavia, i dati di gennaio hanno mostrato un calo della produzione sia nel settore manifatturiero che in quello delle costruzioni.

"Guardando più approfonditamente, le cifre suggeriscono che l'economia si trova su un terreno più debole di quanto sembri", ha affermato Ruth Gregory, vicecapo economista britannico presso Capital Economics.

Gli scioperi a febbraio potrebbero aver colpito la crescita economica, con l'impatto dei successivi aumenti dei tassi di interesse che deve ancora essere avvertito da parte dell'economia.

Tuttavia, altri economisti hanno dimostrato maggiore ottimismo, tra cui Goldman Sachs, che ha previsto che il Regno Unito eviterà una recessione.

Il paese continua a fare i conti con un alto tasso di aumento dei prezzi, o inflazione, con conseguente compressione del costo della vita. Sebbene sia leggermente diminuita negli ultimi mesi poiché i prezzi all'ingrosso del gas sono diminuiti, l'inflazione rimane al livello più alto da quasi quattro decenni.

La Banca d'Inghilterra ha alzato i tassi di interesse al 4% - il più alto dal 2008 - nel tentativo di sedare l'inflazione. Sebbene ciò avvantaggi alcuni risparmiatori, ha anche aumentato le pressioni su molti titolari di mutui.

 

Fonte: https://bbc.in/402FtgB

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Martedì 14 Marzo 2023