Domenica 4 Maggio 2025
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Sempre più start up italiane scelgono la Svizzera come leva di sviluppo della loro attività internazionali. L’altissima propensione alla digitalizzazione espressa dalla Confederazione Svizzera e la domanda di innovazione dell’industria svizzera come fattore di competitività internazionale aprono il mercato ad opportunità per la ricerca e la tecnologia italiana. Dopo la giornata dedicata alle start up che si è tenuta a Lugano il 9 febbraio scorso, anche la Svizzera tedesca apre le porte alle idee tecnologiche Made in Italy con eventi aperti a all’ecosistema dell’innovazione svizzera:
A questo proposito, incubatori, acceleratori e start-up italiane interessate ad ampliare il proprio network su una piazza finanziaria e industriale di questo rilievo possono rivolgersi alla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera per sondare le opportunità esistenti.
La Camera è infatti promotrice di un servizio per la promozione del tech italiano in Svizzera volto ad ampliare il mercato e ad attirare investimenti elvetici sulle aziende italiane più innovative.
Fonte: https://bit.ly/3IEbvcW
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Sono oltre 630 mila gli italiani che vivono in Svizzera, di cui, quasi la metà, con doppia cittadinanza. Una popolazione che ama il luogo in cui vive e lavora, ma che non dimentica le proprie fiere origini.
Un atteggiamento che ha dei risvolti molto positivi anche sul fronte lavorativo: essere italiani in Svizzera porta, infatti, con sé numerosi vantaggi che vengono ben riassunti da Monica Dell’Anna, Presidente della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, nell’intervista rilasciata a Swiss Info.
Un articolo che mette in luce i temi legati all’integrazione e al lavoro, spiegando nel dettaglio l’evoluzione che questi hanno avuto negli ultimi decenni. Professionisti qualificati, manodopera specializzata, grande capacità di interazione digitale sono solo alcuni degli aspetti che rendono l’italiano un lavoratore apprezzato e ricercato sul territorio elvetico. E ancora un focus sulla possibilità di aumentare l’attrattività delle imprese italiane verso investitori svizzeri pronti a finanziare operazioni di caratura internazionale.
Valorizzare il Made in Italy e raccontare le potenzialità del marchio Italia sono quindi obiettivi che la stessa Camera di Commercio Italiana per la Svizzera porta avanti, con l’intento di intensificare e approfondire il legame tra le due nazioni confinanti.
L’articolo completo al link seguente: https://bit.ly/3Km07Ux
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Il Ministero dell’Industria, del Commercio e del Turismo spagnolo ha pubblicato il rapporto sul commercio estero, gennaio-dicembre 2022, che indica che le esportazioni spagnole sono aumentate del 22,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 389.208,9 milioni di euro.
Di conseguenza, le esportazioni spagnole sono tornate ai massimi storici. La crescita è stata superiore a quella registrata dalla zona euro (21,0%) e dal resto dei principali Paesi esportatori europei, come Germania (14,1%), Francia (19,1%) e Italia (19,9%). Al netto degli effetti dell’inflazione, le esportazioni sono aumentate in volume del 3,9% su base annua, mentre i loro prezzi, approssimati dagli indici di valore unitario, sono cresciuti del 18,3%.
Le esportazioni spagnole di prodotti non energetici sono aumentate del 2,7% in volume, dopo l’aumento dell’11,6% dell’anno precedente come effetto di rimbalzo dopo la pandemia. “Nonostante l’aumento dei prezzi e un contesto complesso e molto incerto, le aziende industriali spagnole continuano ad aumentare le loro esportazioni”, sottolinea il direttore generale di Amec (l’ente che riunisce le principali imprese internazionali in Spagna), Joan Tristany.
“Abbiamo vissuto in un’incertezza in cui c’era persino chi prevedeva una recessione nel giugno 2022. Questo scenario è stato rimandato nei mesi successivi, una situazione critica che non arrivava e non è arrivata”. Per quanto riguarda la situazione attuale, “è ancora visibile l’effetto dell’inflazione, che è a livelli elevati rispetto al periodo pre-covid. Tuttavia, si registra che ha già raggiunto il suo picco, e anche se è difficile che i prezzi tornino ai livelli precedenti, la verità è che l’economia continua a crescere”, aggiunge il direttore generale di Amec.
Mercati principali
L’Unione Europea mantiene il suo peso come principale destinazione delle esportazioni, con un leggero aumento che si colloca al 62,8% del totale. La Cina è passata da un inizio anno con cali superiori al 30% a un graduale miglioramento dopo l’allentamento delle politiche di contenimento di Covid-19, chiudendo l’anno con un calo di solo il 7,5%. Gli Stati Uniti hanno registrato una crescita del 28,1%, confermandosi il mercato più affidabile per le aziende esportatrici, come previsto dal Market Ranking di Amec, pubblicato a dicembre 2021, sui Paesi più interessanti per le aziende nel 2022.
D’altra parte, i Paesi in cui, a causa degli effetti della pandemia, i problemi degli scambi commerciali si sono prolungati, hanno registrato un significativo rimbalzo nel 2022, come il Brasile (37,6%), il Messico (26,2%) e l’India (21,9%). Questi mercati, insieme a Marocco e Portogallo, hanno mantenuto una crescita sostenuta per tutto l’anno.
Fonte: Monedaunica.net
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
Secondo i dati dell'Associazione brasiliana dell'industria dei prodotti per animali domestici (Abinpet), il Brasile è il secondo paese al mondo con la più grande popolazione di cani, gatti, uccelli canori e uccelli ornamentali. Pertanto, il mercato del franchising di negozi di animali domestici è attraente.
L'industria di prodotti e servizi per animali da compagnia cresce ogni giorno in Brasile. In relazione al fatturato del segmento, il Brasile occupa la 6° posizione nella classifica mondiale, essendo responsabile di una fetta del 4,5% del totale, davanti a grandi Paesi come Francia, Italia, Canada e Australia.
Nel 2021, l'importo relativo alle esportazioni è stato superiore a 412,5 milioni di BRL, con una crescita del 33% rispetto all'anno precedente.
Nell'esportazione di merci dal mercato degli animali domestici, il 95% – ovvero più di R$ 391,9 milioni – di questo totale era in prodotti del segmento Pet Food.
Anche le importazioni hanno avuto un forte incremento, con un aumento del 58,7% nel 2021. Così, sono passate da R$ 9,3 milioni a R$ 14,7 milioni.
Considerando le prospettive fornite da questo quadro, potrebbe essere interessante investire in questo mercato. Abbiamo a tal fine anche identificato alcuni franchising in questo segmento.
Animalia Farma è una farmacia veterinaria. Attualmente ha 14 unità distribuite tra San Paolo, Paraná, Rio Grande do Sul e Rio de Janeiro.
Formula Animal è un'altra rete in franchising di pet shop specializzata nella gestione veterinaria, che conta già più di 70 unità distribuite in tutte le regioni del Brasile.
Petland è una catena in franchising di pet shop, fondata negli Stati Uniti nel 1967. Oggi è presente in 19 paesi, tra cui il Brasile, dove conta più di 100 negozi distribuiti in 18 stati. Il suo portafoglio comprende cure veterinarie, servizi di bagno e toelettatura, adozione di animali domestici, vendita di prodotti alimentari e accessori.
Fonte: https://bit.ly/3EqUhgV
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
In tema di legislazione sui giorni di malattia retribuita, sussistono importanti differenze tra Danimarca e Italia.
La legislazione danese in tema d'indennità di malattia
Nel Paese scandinavo, infatti, la legislazione permette, in linea generale di richiedere 22 settimane di malattia in nove mesi; sta poi alla valutazione delle autorità municipali stabilire se sussistano i requisiti per un’estensione del congedo per malattia.
Sebbene esistano delle differenze tra i vari contratti di lavoro, è piuttosto comune che i dipendenti in Danimarca abbiano diritto alla piena retribuzione, a spese del datore di lavoro, per i primi 30 giorni di malattia, con effetto dal primo giorno. Di norma, questo diritto è soggetto all’aver lavorato per almeno 74 ore durante le otto settimane precedenti alla malattia.
Al fine di ottenere l’indennità di malattia è necessario informare il proprio datore di lavoro non oltre due ore dopo l’inizio del proprio turno lavorativo, in modo che l’assenza sia registrata correttamente.
Per periodi di malattia superiori ai 30 giorni, è necessario invece richiedere l’indennità di malattia, la quale dev’essere approvata dal Comune in cui si lavora, a condizione di soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:
Pertanto, hanno diritto all’indennità di malattia dal proprio municipio non solo i lavoratori dipendenti ma anche altre categorie (autonomi, tirocinanti retribuiti, eccetera).
L’indennità massima settimanale equivale attualmente a DKK 4550 (pari a circa 610 € al cambio attuale), tassabili come un normale stipendio.
Confronto con la situazione italiana
Per quanto riguarda l’Italia, invece, il numero effettivo di assenze per malattia - e la relativa retribuzione – dipende da diversi fattori: settore in cui si lavora, datore di lavoro e dal tipo di contratto.
L’indennità di malattia italiana presenta alcune differenze rispetto a quella danese: anzitutto corrisponde, di norma, alla metà del proprio salario giornaliero, che può aumentare fino al 66.66% a partire dal ventunesimo giorno di malattia. È possibile richiederla per un massimo di 180 giorni all’anno e viene pagata direttamente dal datore di lavoro.
Contrariamente alla Danimarca, poi, in Italia i lavoratori autonomi non hanno diritto a richiedere un’indennità di malattia.
Infine, in Italia è necessario, per i beneficiari di indennità di disoccupazione, rendersi reperibili presso la propria abitazione durante precise fasce orarie per le visite fiscali condotte da un medico designato dall’INPS, cosa che in Danimarca non è prevista.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
I dati pubblicati a dicembre dal NYC State Comptroller lasciano spazio all’ottimismo. Nell’ultimo mese, inflazione e tasso di occupazione nell’area metropolitana di New York hanno seguito percorsi diametralmente opposti: la prima ha subito un calo, il secondo un incremento.
Il periodo di preannunciata recessione potrebbe dunque essere scongiurato. Brad Lander -New York City Comptroller-, al fine di fornire una spinta che permetta di allontanarsi ulteriormente dalla presunta crisi, punta a una più ingente spesa da destinare al settore dell’infrastruttura pubblica. Secondo le sue parole: «Le infrastrutture della città di New York costituiscono le fondamenta per lo sviluppo di un’economia florida. I progetti infrastrutturali si traducono in edifici scolastici che educano i nostri figli […], in parchi pubblici, biblioteche, ospedali, case a prezzi accessibili per le famiglie […], così come strade e ponti su cui i newyorkesi fanno affidamento ogni giorno».
Investire nell’infrastruttura, continua Brad Lander, è essenziale per una città che cresce e cambia. A titolo esemplificativo si ricorda come la rete fognaria di New York sia stata realizzata più di 100 anni fa. La spesa verrà sostanzialmente sostenuta attraverso debiti di finanziamento. La città di New York ha toccato nel 2022 i livelli di debito pubblico più bassi degli ultimi 20 anni. Nel 2002 il debito della città, espresso in termini percentuali in relazione al gettito fiscale locale, ammontava al 17,2%. Nel 2022 al 9,7%.
Due principali ragioni costituiscono il motore di tale flessione: i bassi tassi di interesse, e le entrate fiscali che, insieme ai valori immobiliari, sono cresciute più velocemente della spesa pubblica. Ma c’è un’altra motivazione messa in luce da Brad Lander: la tendenza a non portare a termine o ritardare l’implementazione dei progetti a stampo infrastrutturale. Facendo riferimento a un database di 10.000 progetti completati e non, è stato appurato che il 63,8% di quelli ormai conclusisi sono stati avviati in ritardo o si sono protratti per una durata maggiore rispetto a quanto originariamente previsto.
Un più ingente investimento in piani infrastrutturali potrebbe condurre a risultati favorevoli sul breve e lungo periodo: un’economia più inclusiva che possa offrire alla popolazione di basso reddito un passaggio verso la classe media, insieme a una decisiva spinta all’economia nel suo complesso.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce)
Nonostante le indubbie difficoltà sopportate dall’economia mondiale nel corso del 2022, l’economia e il mercato canadese si sono dimostrati particolarmente resistenti e solidi, mantenendo un ottimo tasso di crescita, un miglioramento nel livello dell’indebitamento pubblico e del tasso di disoccupazione.
Da un’ottica italiana, in particolare, i dati raccolti in questo report fanno emergere come il Canada sia con intensità crescente un partner cruciale economico, commerciale e culturale per il nostro paese, e la cui solidità del tessuto produttivo e imprenditoriale possono rappresentare un volano per la crescita delle imprese e dei professionisti italiani.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada)
Per la prima volta da diversi anni il numero dei disoccupati ha superato quello delle posizioni vacanti. Lo ha indicato il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali.
A gennaio il tasso di disoccupazione è salito al 3,9 %. L’aumento è stato fisiologico per effetto della cessazione di una serie di lavori stagionali. Gli uffici per l’impiego avevano nei registri 283.000 persone in cerca di occupazione. Il numero delle posizioni vacanti era di 281.000, circa 70.000 in meno rispetto a un anno fa.
Gli analisti prevedono per quest’anno una disoccupazione lievemente superiore al 2022. “Attendo una media su tutto l’anno del 3,7 %” ha indicato l’analista di Generali Investments Radomír Jáč.
Fonte: https://bit.ly/3YwExRk
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il tasso di inflazione è cresciuto a gennaio al 17,5%. Lo ha indicato la rilevazione dell’Ufficio di Statistica Ceco.
A gennaio i prezzi sono aumentati in media del 17,5% rispetto a un anno fa. Il dato è in crescita rispetto a dicembre, quando il tasso annuo aveva sfiorato il 16%. Rispetto all’ultimo mese del 2022 i prezzi sono aumentati del 6%. Ad avere maggiore impatto sull’andamento dell’inflazione sono stati i prezzi nel comparto dell’abitazione e la fine di alcuni provvedimenti governativi contro il caro energie.
L’inflazione ceca continua a essere più ampia che in molti altri Paesi europei. Secondo l’indice comunitario i prezzi sono cresciuti nel Paese di oltre il 19%, mentre nell’eurozona sono aumentati dell’8,5%.
Fonte: https://bit.ly/3k0LI5c
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Secondo le previsioni della Commissione Europea, la Repubblica Ceca riuscirà nel 2023 a evitare la recessione.
Le previsioni di Bruxelles prevedono che l’economia ceca crescerà quest’anno dello 0,1%. Altre istituzioni hanno invece previsto una lieve recessione durante quest’anno. Il prossimo anno il prodotto interno lordo potrebbe crescere dell’1,9%. Lo scorso anno l’economia della Repubblica Ceca è aumentata del 2,5%. Nell’intera Unione Europea l’economia dovrebbe crescere dello 0,8%.
Anche quest’anno l’inflazione si manterrà a livelli piuttosto alti con una crescita media del 9,5%. È il quinto dato più alto nell’UE.
Fonte: https://bit.ly/3Ec9Cl3
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)