Domenica 4 Maggio 2025
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I massimi esponenti del settore finanziario britannico hanno dichiarato che avrebbero definito un progetto per dare il via a Londra come centro finanziario globale post-Brexit entro il 2030. La City di Londra, sede dello storico distretto finanziario britannico, ha affermato che Lloyd's, Schroders, KPMG, Barclays e altri esperti del settore lavoreranno su una tabella di marcia per competere meglio con centri mondiali come New York e Singapore.
Il settore, che rappresenta il 12% della produzione economica del Regno Unito, è stato in gran parte tagliato fuori dalla politica europea dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE. Londra rimane il secondo centro finanziario più importante al mondo dopo New York, ma gli hub finanziari asiatici come Singapore si stanno avvicinando.
Il governo ha già proposto le "Edinburgh Reforms" che comprendono oltre 30 modifiche alle norme esistenti. Come affermato da Chris Hayward, la nuova iniziativa City's Finance for Growth “sarà una strategia a lungo termine, collocandosi al di sopra delle riforme delle singole leggi. Si concentrerà su tecnologia e innovazione, finanza sostenibile, mercato competitivo e commercio internazionale, e mirerà a fornire consigli attuabili e di alto livello per la competitività dei servizi finanziari britannici".
Il City Minister Andrew Griffith ha tuttavia escluso una divergenza radicale dalla politica di Stati Uniti e UE, affermando che ciò aumenterebbe i costi per le aziende globali.
Fonte: https://reut.rs/408Albm
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'indebitamento del governo britannico è aumentato il mese scorso, in gran parte a seguito del programma di sostegno alle famiglie e alle imprese dopo l’aumento delle bollette energetiche. Il governo ha preso in prestito 16,7 miliardi di sterline a febbraio, 9,7 miliardi di sterline in più rispetto all'anno precedente, ed è il più alto prestito di febbraio degli ultimi 30 anni, come riportato dagli ultimi dati dell'Office for National Statistics.
Rispondendo alle cifre ONS, il Cancelliere Jeremy Hunt ha affermato: “I prestiti sono ancora alti perché siamo determinati a sostenere le famiglie e le imprese dopo l’aumento dei prezzi, spendendo circa £1.500 per famiglia. Ciò che ridurrà questi costi sarà una minore inflazione, motivo per cui rimane una delle nostre massime priorità dimezzarla entro quest'anno, facendo crescere la nostra economia e riducendo il debito". Nel bilancio della scorsa settimana, Hunt ha inoltre annunciato che il sostegno energetico del governo per le famiglie continuerà al livello attuale per altri tre mesi.
I dati odierni hanno mostrato che i pagamenti degli interessi sul debito pubblico a febbraio sono diminuiti di 1,3 miliardi di sterline su base annua, attestandosi sui 6,9 miliardi di sterline. Questi erano aumentati notevolmente nei mesi precedenti, a causa dell'effetto dell'inflazione sui Gilt indicizzati.
A solo un mese dalla fine dell'anno finanziario britannico, il settore pubblico ha finora preso in prestito 132,2 miliardi di sterline, 15,5 miliardi di sterline in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La cifra è ben al di sotto del deficit per l'intero anno di 152,4 miliardi di sterline (6,1% del PIL) previsto nel bilancio dall'Office for Budget Responsibility, l'organo di controllo della spesa del governo. Gli economisti hanno affermato che ci sono buone possibilità che l’indebitamento del paese sia inferiore alle attese per il 2022-23.
La spesa pubblica totale è stata di 80,8 miliardi di sterline il mese scorso, 9,5 miliardi di sterline in più rispetto all'anno precedente. Allo stesso tempo, le entrate fiscali totali sono aumentate di 4,9 miliardi di sterline a 77,8 miliardi di sterline.
Divya Sridhar, economista di PwC, ha dichiarato: “Guardando al futuro, l'OBR prevede prospettive fiscali più rosee di quanto precedentemente pronosticato. L'indebitamento nell'anno finanziario 2022-23 dovrebbe essere inferiore del 14% rispetto alle previsioni del novembre dello scorso anno. Questo a seguito di maggiori entrate e di una diminuzione della spesa pubblica, grazie al calo dei prezzi dell'energia più rapido del previsto”.
Fonte: https://bit.ly/3Tz5XV0
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Muratori e carpentieri d'oltremare potrebbero essere in grado di ottenere visti di lavoro più facilmente dopo che il governo ha aggiornato la sua “shortage occupation list”. L'elenco, che ora comprende anche conciatetti e stuccatori, evidenzia le professioni che i datori di lavoro faticano a coprire.
Il Comitato Consultivo per la Migrazione (MAC) ha esaminato 26 lavori nel settore edile e nell'ospitalità, e ha raccomandato l'inclusione di alcuni di questi nell'elenco delle occupazioni ritenute più carenti. Il Comitato non ha tuttavia richiesto di aggiungere alcuna mansione del settore dell’ospitalità, sebbene Brexit e pandemia hanno avuto "effetti significativi" su entrambi i settori.
Le cinque occupazioni approvate dal comitato sono state:
Queste figure possono richiedere direttamente un visto per lavoratori qualificati. Analizzando alcuni dati, da novembre 2022 a gennaio 2023, rispetto al periodo pre-pandemia (da gennaio a marzo 2020), i posti vacanti sono aumentati del 72% nell'ospitalità e del 65% nel settore dell’edilizia.
Come riportato dal MAC, “il settore edile è estremamente importante per l'economia del Regno Unito. La sua forza lavoro potrebbe cambiare nel prossimo decennio, con un notevole aumento della domanda".
L'occupazione complessiva nel settore dell'ospitalità si è tuttavia ripresa dopo il forte calo durante la pandemia e ha superato i livelli pre-covid. Il comitato ha affermato di non aver suggerito nessuna delle occupazioni di questo settore - inclusi chef, gestori di ristoranti o bar – in quanto "il governo è stato chiaro che tale “suggerimento” deve essere qualcosa di eccezionale e basato su dati particolarmente evidenti". Lo scorso ottobre, il ministro dell'Interno Suella Braverman ha dichiarato inoltre di voler ridurre i numeri di lavoratori migranti in Regno Unito, attestando la soglia sulle decine di migliaia.
Fonte: https://bbc.in/3LBSYjB
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Prevedendo un aumento di 22 miliardi di sterline tra spese e agevolazioni fiscali nel prossimo anno finanziario, il cancelliere britannico ha presentato il nuovo budget, sottolineando come l'economia britannica eviterà una recessione tecnica nel 2023 con un dimezzamento dell’inflazione nonostante la contrazione economica. Nel tentativo di impedire ai lavoratori più anziani di andare in pensione anticipatamente, Hunt ha inoltre annunciato a sorpresa la decisione di eliminare il tetto di 1 milione di sterline sui risparmi pensionistici esenti dalle tasse.
Durante la presentazione del budget si è ribadito di voler rilanciare l'economia britannica, con l'obiettivo di aumentare la forza lavoro attraverso sostegni mirati a genitori lavoratori, ad ultracinquantenni e a coloro che non sono in grado di lavorare a causa di problemi di salute e disabilità.
Tali misure includono:
La seconda grande mossa di Hunt è stata quella di incentivare gli investimenti delle imprese, con sgravi fiscali fino a 9 miliardi di sterline all'anno per le aziende che effettuano investimenti con lo scopo di aumentare la produttività, nel tentativo di sostenere una crescita economica a lungo termine.
Questa scelta arriva dopo le forti pressioni ricevute da parte di aziende e parlamentari conservatori, preoccupati per il forte aumento dell'imposta societaria dal 19% al 25%. Hunt ha affermato che il regime di "full expensing" durerà per tre anni, con l'intenzione di mantenere l'agevolazione fiscale anche oltre questo periodo. “Affrontiamo i due maggiori problemi che impediscono alle imprese di crescere, ovvero gli incentivi agli investimenti e l'offerta di lavoro. Oggi lavoriamo per il futuro: inflazione in calo, debito in calo e crescita in aumento”.
Paul Johnson, direttore dell'Institute for Fiscal Studies, ha affermato che le misure del cancelliere sono "le ultime di una lunga serie di cambiamenti e modifiche temporanee". Nel complesso, il budget include diverse scelte "ragionevoli", ma la nuova tassa sulle imprese dimostra che "non c'è stabilità, nessuna certezza e non è un piano a lungo termine".
Le previsioni aggiornate dell'Office for Budget Responsibility (OBR), l'organo di controllo fiscale e di spesa del governo, hanno mostrato che l'economia si contrarrà ulteriormente dello 0,2% nel 2023, anche se di dovrebbero evitare due trimestri consecutivi di flessione: il cancelliere ha affermato che le sue misure ridurranno l'inflazione "aiutando le persone in difficoltà in questi periodi complicati".
L'OBR ha affermato inoltre che l'inflazione dovrebbe diminuire di oltre la metà, da un picco del 10,7% lo scorso autunno - tasso più alto dall'inizio degli anni '80 - al 2,9% entro la fine dell'anno.
Il governo congelerà le tasse sul carburante, così come le tasse sulla birra, oltre a estendere il sostegno energetico. Le misure sono state progettate per incoraggiare le persone a tornare al lavoro dopo un drammatico calo dell'occupazione tra gli ultracinquantenni a seguito della pandemia di Covid, lasciando le varie aziende già colpite dalla Brexit, alle prese con una cronica carenza di personale.
Per aiutare i genitori con i costi di assistenza all'infanzia e per incoraggiare le madri a tornare al lavoro o aumentare le loro monte ore, Hunt ha affermato che il governo amplierà il sostegno esistente per i bambini in età prescolare, offrendo 30 ore di finanziamento per un costo di 4 miliardi di sterline.
Con una mossa ampiamente attesa, mercoledì il governo ha inoltre riconfermato la garanzia sui prezzi dell'energia a sostegno delle famiglie, continuando ad applicare la scontistica sulla bolletta del gas e dell'elettricità fino alla fine di giugno.
Jeremy Hunt poi si è impegnato a creare 12 nuove zone di investimento in otto aree diverse, incluse le West Midlands e il nord-est, ciascuna sostenuta da 80 milioni di sterline di finanziamenti governativi.
Il cancelliere ha annunciato un budget progettato per ristabilizzare l'economia dopo le ricadute del disastroso mini-budget voluto dal precedente governo Liz Truss/Kwasi Kwarteng di settembre. Ma il budget di Hunt rischia di essere influenzato dai timori del settore bancario che attanagliano la City di Londra. Recentemente, il FTSE 100, l'indice azionario delle blue chip britanniche, è crollato del 2,5% al livello più basso dallo scorso dicembre. Il trading delle azioni di alcune delle più grandi banche europee, tra cui BNP Paribas, Société Générale e UniCredit, è stato brevemente interrotto e riavviato a causa della velocità con cui i prezzi delle loro azioni sono scesi negli ultimi giorni.
Fonte: https://bit.ly/3yScTmQ
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il cancelliere Jeremy Hunt ha annunciato un ulteriore sostegno per l'energia nucleare nel nuovo bilancio. L’intenzione è inserire questa fonte energetica tra le energie "ecologicamente sostenibili" così da favorire l’industria e accedere a nuovi finanziamenti. L’energia nucleare dovrebbe fornire il 25% del fabbisogno elettrico del Regno Unito entro il 2050.
Per generare energia nucleare, gli atomi di uranio vengono bombardati da particelle di neutroni molto più piccole. Questo fa sì che gli atomi si rompano e rilascino enormi quantità di energia sotto forma di calore. Il calore viene quindi utilizzato per far bollire l'acqua, producendo vapore che aziona le turbine e genera elettricità. I combustibili nucleari sono risorse energetiche non rinnovabili, ma a differenza dei combustibili fossili, le centrali nucleari non producono gas serra (come anidride carbonica o metano) durante il loro funzionamento.
La costruzione di nuove centrali nucleari emette emissioni, attraverso la produzione di acciaio e di altri materiali necessari. Tuttavia, il numero di emissioni generate durante il ciclo di vita di un impianto è ancora molto basso.
Il governo si consulterà sulla proposta di riclassificare il nucleare come "energia ecologicamente sostenibile". L'annuncio segue una decisione già presa dall'UE nel 2022. Come riportato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, le centrali nucleari sono tra "le strutture più sicure e protette al mondo e sono soggetti a severi standard di sicurezza internazionali”.
Anche in condizioni normali, la produzione di energia nucleare genera scorie radioattive, che devono essere gestite e mantenute in sicurezza per centinaia di anni. Attualmente ci sono sei impianti in Regno Unito in grado di fornire circa il 20% della domanda energetica. Nel 2022, il 15,5% dell’energia è stata prodotta dalle centrali nucleari. Tuttavia, la maggior parte di queste sono strutture vecchie e alla fine della loro vita.
Il piano del governo è costruire fino a otto nuovi reattori nucleari, approvandone uno ogni anno fino al 2030. L'impianto di Hinkley Point C è già in costruzione nel Somerset e nel luglio 2022 il governo ha dato il via libera alla centrale nucleare di Sizewell C sulla costa del Suffolk. Insieme, questi stabilimenti saranno in grado di alimentare 12 milioni di case in tutto il Regno Unito. Oltre a queste centrali, il governo vuole anche sviluppare piccoli reattori modulari (SMR).
Il costo complessivo per generare energia nucleare è paragonabile ad altre forme di energia, ma le centrali nucleari sono estremamente economicamente impegnative da costruire. Hinkley C dovrebbe costare l'80% in più rispetto al budget originale di 33 miliardi di sterline.
I critici del nucleare hanno sottolineato come i nuovi impianti impiegheranno troppo tempo per entrare in funzione e che sarà troppo tardi per aiutare il Regno Unito a raggiungere gli obiettivi prefissati come il livello dell’emissioni o la riduzione dei prezzi dell'energia. Per esempio, la centrale di Hinkley Point C è in ritardo di due anni rispetto a quanto programmato - in parte a causa della pandemia - e si prevede che la costruzione di Sizewell C impiegherà nove anni. Uno dei vantaggi degli impianti SMR è che sono molto più veloci da costruire in quanto più piccoli.
Fonte: https://bbc.in/3FExYVA
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La Danimarca spicca su molti altri Paesi europei per il suo impegno nella transizione ecologica e nella produzione di energia da fonti sostenibili: il Paese scandinavo, a partire dalla drammatica crisi petrolifera del 1973, ha messo in opera, nel corso dei decenni, una politica energetica rivelatasi lungimirante, che ha puntato fortemente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili (86.4% del mix di generazione energetica). È, dunque, sulla scorta di questo impegno di lunga durata se il governo danese può annunciare di puntare a raggiungere l’obiettivo di rendere il Paese carbon neutral entro il 2050, senza che ciò sembri una mera dichiarazione simbolica ma, al contrario, un obiettivo concreto, al punto che questo stesso obiettivo è stato spostato al 2045 nel dicembre dello scorso anno.
Nel quadro di tale impegno, il governo danese ha concesso, lo scorso febbraio, tre licenze per conservare fino a 13 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, a partire dal 2030, nelle cave di arenaria di vecchi giacimenti petroliferi e gassosi situati nel Mare del Nord. Le licenze sono state concesse a tre colossi energetici: la francese TotalEnergies, l’inglese Ineos e la tedesca Wintershall DEA.
Ineos e Wintershall, stando a quanto annunciato dal Ministero per il Clima e l’Energia danese, inizieranno a stoccare CO2 a partire dal 2025, nell’ambito del progetto condiviso Greensand, con un’iniziale contributo di 1.5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, che aumenteranno gradualmente fino a toccare gli 8 milioni entro il 2030. Il progetto Bifrost di TotalEnergies inizierà con 3 milioni di tonnellate all’anno nel 2027 per raggiungere le 5 nel 2030.
L'Indagine Geologica di Danimarca e Groenlandia ha dimostrato che il sottosuolo danese, sia onshore che offshore, è particolarmente adatto per lo stoccaggio di anidride. Si è stimato che il potenziale di stoccaggio del sottosuolo danese raggiunga i 22 miliardi di tonnellate – corrispondenti a un numero compreso tra 500 e 1000 anni di emissioni danesi agli attuali livelli – il che assicura un futuro florido a questa industria nel Paese, che ha già stipulato accordi con altri Paesi: in particolare, a settembre Danimarca e Belgio hanno siglato un accordo affinché quest’ultimo possa stoccare le sue emissioni di carbonio all’interno delle riserve danesi.
Benché, in comparazione, sia decisamente più costoso ridurre le emissioni tramite l’impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 rispetto all’investimento in fonti rinnovabili, la tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage) si rivela estremamente utile perché permette di ridurre emissioni di settori ad alto tasso inquinante che difficilmente possono essere riconvertiti in “green” – si pensi all’industria chimica, a quella cementizia o alla siderurgica.
In conclusione, la Danimarca, nel quadro di un consolidato percorso pluriennale green, sta iniziando un progetto a lungo termine di stoccaggio di anidride carbonica che mira a rendere la Danimarca un hub europeo. La scala di questo progetto, nonché l’eccellente track record danese, lo rendono di particolare interesse per le imprese operanti in questo settore.
Fonte: https://bit.ly/3ZZdAGB
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il budget ha allentato le regole sull'immigrazione per aiutare i datori di lavoro nel settore edile a trovare manodopera. Il saldo migratorio verso il Regno Unito - una questione politica importante prima del referendum UE del 2016 - è salito a un livello record di circa 500.000 nel 2022.
Una revisione sulla carenza di lavoratori nel settore dell'ospitalità e delle costruzioni ha rivelato che i posti di lavoro disponibili sono aumentati notevolmente in entrambi i settori, rispetto ai livelli pre-pandemia. In un'intervista alla BBC, al cancelliere Jeremy Hunt è stato chiesto se il cambiamento riguardante i lavoratori edili fosse "un atto di tradimento verso Brexit e i britannici che avevano votato per lasciare l'UE”. La risposta è stata “No, l’obiettivo di coloro che hanno votato per la Brexit è creare un'economia che non dipenda da una migrazione non controllata e poco qualificata", ha affermato Hunt.
Il partito laburista ha accettato la necessità di lavoratori stranieri qualificati, ma ha promesso un piano per formare i lavoratori britannici.
La libertà dei cittadini dell'UE di vivere e lavorare in Regno Unito - e dei cittadini britannici di fare lo stesso in qualsiasi paese dell'UE - senza bisogno di un visto è terminata nel 2021 in seguito al voto sulla Brexit. Alcuni sostenitori della Brexit hanno sottolineato che l'uscita dall'UE ha dato al Regno Unito un maggiore controllo sulla politica migratoria. Alla fine del 2020, il governo ha lanciato un sistema di immigrazione a punti post-Brexit, per migranti UE ed extra UE. L'Office for National Statistics (ONS) ha riferito che la migrazione netta - la differenza tra le persone in arrivo e in partenza - si è attestata a poco più di 500.000 nell'anno terminato a giugno 2022, rappresentando un record e un aumento di 331.000 rispetto all'anno precedente (terminato a giugno 2021).
Fonte: https://bbc.in/3JQnHrO
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
CCR Steel è il primo marchio di profilati Steel Framing prodotto al 100% a Rosario e nella provincia di Santa Fe. Si tratta di un metodo di costruzione a secco che raccoglie sempre più seguaci e l'azienda è in piena espansione a livello nazionale e mira ad espandersi a livello internazionale. Matias Virgilio, direttore dell'azienda di Chapas Rosario e fondatore del marchio CCR Steel, afferma che tra i molteplici vantaggi di questo tipo di costruzione vi sono: la velocità di esecuzione, i costi più accurati, la garanzia di una durata uguale o persino maggiore rispetto alla costruzione tradizionale bagnata, il risparmio fino al 40% di energia destinata alla climatizzazione grazie al maggiore isolamento termico e un maggiore isolamento idraulico e comportamento acustico.
Lo Steel Framing, sistema di costruzione aperto composto da un reticolo di profili strutturali in lamiera d'acciaio zincata con montaggio a secco, consente la costruzione di diverse strutture come abitazioni, mezzanini, recinzioni esterne, edifici commerciali e industriali, tra gli altri. Questo sistema si adatta a una grande varietà di progetti e ha generato una grande domanda negli ultimi mesi, con diversi vantaggi che posizionano questa proposta al di sopra della costruzione tradizionale quando si sceglie un'opzione. Inoltre, questo sistema consente di ridurre l'impronta di carbonio del 25% rispetto alla costruzione tradizionale bagnata. La sua capacità di isolare il freddo e il calore contribuisce all'efficienza energetica e rende la struttura adatta a tutti i tipi di clima.
Sviluppo e innovazione contribuiscono a fortificare ed ampliare la rete di contatti commerciali esistenti tra Argentina e Italia per i settori edilizia e costruzioni in ambito pubblico e privato.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
L'azienda Rosarina Corven ha investito oltre 4 milioni di dollari per avviare un nuovo impianto di verniciatura nella fabbrica di ammortizzatori nella sua sede di Rosario. L’investimento consentirà all’azienda di aumentare la capacità produttiva, di accrescere il volume delle esportazioni e di prendere in considerazione l'ingresso nel mercato di altre attrezzature.
Il nuovo impianto di verniciatura consiste nel trasportatore aereo di tipo birotaia che percorre diverse istanze della verniciatura, asciugatura e trattamento degli ammortizzatori, sviluppato congiuntamente con un’azienda europea leader nella progettazione e produzione di convogliatori aerei. L’applicazione di tecnologie di ultima generazione aumenterà l'efficienza nel processo nell’impianto automobilistico e faciliteranno lo sviluppo di nuove attività nella catena del valore, consentendo la diversificazione dell'azienda.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Il tasso d’inflazione annuo ha registrato in febbraio una leggera frenata. Lo indicano i dati diffusi dall’Ufficio di Statistica Ceco.
In febbraio i prezzi sono cresciuti, nel confronto anno su anno, in media del 16,7%. Rispetto a gennaio si tratta di un rallentamento di 0,8 punti percentuale. “Il rallentamento è stato registrato nella metà del paniere” ha indicato Pavla Šedivá dell’ufficio di statistica. In frenata, ad esempio, i prezzi del gas e di altri beni energetici, mentre la crescita dell’inflazione è stata alimentata dall’aumento degli affitti e degli alimenti.
Per i prossimi mesi gli esperti attendono un ulteriore calo del tasso dovuto anche all’alta base di confronto dello scorso anno. “Già in marzo l’inflazione potrebbe calare di due punti percentuale” ha indicato Patrik Rožumberský, economista di UniCredit Bank Czech Republic and Slovakia.
Fonte: https://bit.ly/3ZQYoLR
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)