Notizie mercati esteri

Venerdì 11 Novembre 2022

La piattaforma di e-commerce Amazon diventa operativa con la nuova sede logistica a Tuzla (Istanbul) inaugurata lo scorso marzo

Dopo l’annuncio del marzo scorso, con un investimento di 100 milioni di dollari, è finalmente operativa la sede della logistica di Amazon a Tuzla, la nuova base dotata delle ultime tecnologie potrà finalmente sostenere le numerose richieste da parte delle PMI turche che effettuano acquisti dal 2018 attraverso il dominio “Amazon.com.tr” e che ora possono usufruire anche di un supporto logistico nel Paese.

Il Country Manager di Amazon Logistics Turchia, Richard Marriott, ha dichiarato che nei prossimi mesi la sede di Istanbul di Amazon offrirà inizialmente impiego ad oltre mille persone per soddisfare le esigenze dei clienti dal nuovo hub logistico considerando che le vendite sono raddoppiate in questi ultimi 12 mesi.

Secondo i dati forniti dal dell'azienda, le PMI partner di Amazon in Turchia sono oltre 25 mila con esportazioni che lo scorso anno hanno superato i 300 milioni di euro. Marriott ha tenuto a porre l’accento anche sull’impatto occupazionale segnalando che la ricerca di personale spazia dagli Ingegneri ai marketing Manager passando per Informatici e Responsabili delle risorse con importanti opportunità di crescita professionale. Ahmet Burak Dağlıoğlu, Direttore dell'Ufficio Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia, ha evidenziato come la Turchia sia ormai considerata un hub privilegiato da un numero crescente di investitori internazionali non solo per la sua posizione geopolitica strategica ma anche per le competenze raggiunte nella logistica e nelle infrastrutture.

La decisione di Amazon di investire in Turchia con un proprio centro logistico favorisce un settore, quello dell'e-commerce, in continua crescita.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 11 Novembre 2022
Venerdì 11 Novembre 2022

Il primo marchio automobilistico nazionale della Turchia è un SUV completamente elettrico

In concomitanza con il 99° anniversario della nascita ella Repubblica di Turchia, si è svolto lo scorso 29 ottobre nella provincia nord-occidentale di Bursa, la cerimonia di presentazione del primo SUV completamente elettrico di Togg. La nuova vettura è prodotta da un consorzio di cinque società turche sotto l’egida dell’Automobile Initiative Group of Türkiye (TOGG) in collaborazione con l'Unione of Chambery and Commodity Exchanges of Türkiye (TOBB) e la collaborazione strategica di Pininfarina. il primo prototipo è stato progettato nel 2020. Si tratta del primo concept intelligente per la mobilità sostenibile.

L'impianto dove verrà prodotto il nuovo SUV ricco di contenuti tecnologici, occupa un'area di 1,2 milioni di metri quadrati nel distretto di Gemlik di Bursa. Il lancio sul mercato locale è previsto nel primo trimestre del 2023 e si tratterà del primo SUV elettrico prodotto in Europa.

La Togg (100% turca) produrrà cinque diversi modelli elettrici, SUV ma anche Sedan ampliando la gamma. Il prototipo presentato appartiene al segmento C, quello della Jeep Compass e della Volvo C40. L’obiettivo dichiarato è di produrre 1 milione di veicoli entro il 2030.

Per la componentistica Togg ha optato per la società Farasis per la produzione di batterie agli ioni di litio con una stima di ricarica in meno di 30 minuti e un’autonomia compresa tra 300 chilometri e 500 chilometri. I test in pista hanno mostrato che la vettura impiegherà circa 7,6 secondi per accelerare da zero a 100 km/h grazie ad una potenza di 200 cavalli e meno di 4,8 secondi con il modello superiore da 400 cavalli. Bursa ospita altre case automobilistiche straniere tra cui la joint venture turco-francese Oyak Renault e Tofaş, una joint venture tra la Koç Holding di Türkiye e la casa automobilistica italo-americana Fiat Chrysler.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 11 Novembre 2022

12 aziende polacche nella lista nera stilata dalla Russia

La Russia ha aggiornato la lista delle aziende soggette a sanzioni. Il regolamento è stato firmato dal Primo Ministro russo Mikhail Mishustin.

Prima c'erano 30 aziende nella lista, ora ce ne sono 74 tra aziende e istituzioni. Il numero maggiore, 21, è costituito da entità legali tedesche. La Bulgaria si è piazzata al secondo posto con 15 aziende, seguita dalla Polonia con 12.

Secondo Arkadiusz Mularczyk, viceministro degli Affari Esteri, la decisione non avrà alcun impatto reale sulla situazione geopolitica. "È un'espressione della disperazione della politica estera russa. Dopotutto, le sanzioni applicate dall'UE eliminano già di fatto la possibilità di qualsiasi cooperazione con le aziende russe a causa della guerra in Ucraina", ha dichiarato. "Lo percepisco in termini di gesto simbolico senza un significato reale", ha aggiunto.

Fonte: POLONIA OGGI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

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Venerdì 11 Novembre 2022

Il commercio estero della Turchia fotografato dall’ultimo rapporto dell'Assemblea degli esportatori turchi (TİM)

Secondo i dati elaborati dalla TIM (Assemblea Esportatori Turchi) con la collaborazione dell'Istituto statistico turco (TÜİK) e del Ministero del Commercio, nel mese di settembre scorso le esportazioni della Turchia sono ammontate a 22,6 miliardi di dollari con un incremento del 9,2%.

Un risultato commentato dal ministro del Commercio Mehmet Muş e dal presidente della TİM Mustafa Gültepe, eccezionale, considerando l’attuale clima recessivo di molti partner commerciali della Turchia. Gültepe ha poi evidenziato l’aumento significativo delle vendite turche in nuovi mercati quali quello dell’Arabia Saudita (+221%), del Libano (+71%) e della Svizzera. Un ampliamento dei nuovi mercati di sbocco importante ha poi proseguito il Presidente di TIM malgrado la il rapporto Euro/Dollaro, che da inizio 2022 era a quota 1,15, è oggi a 0,96, con un riflesso negativo per le vendite turche: la perdita delle esportazioni legata alla parità ha raggiunto infatti i 2 miliardi di dollari solo a settembre scorso e ha superato i 10 miliardi di dollari dall'inizio del 2022.

Nel frattempo, le importazioni, sempre nel mese di settembre 2022, sono aumentate del 44,5% rispetto all’analogo mese del 2021, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia e di altre materi prime, attestandosi a 33 miliardi di dollari in un mese. Nel dettaglio le importazioni di energia sono cresciute del 115% attestandosi a 9,56 miliardi di dollari a settembre scorso.

Tornando ai numeri, nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni sono state pari a 188,2 miliardi di dollari (+17%) mentre l’import si è attestato a 271,3 miliardi (+40,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 29,8% passando da 354 a 459,4 miliardi di dollari mentre il deficit della bilancia commerciale della Turchia è salito a 83 miliardi di dollari; in aumento le importazioni di oro (+543%).

Il rapporto di copertura delle esportazioni e delle importazioni è sceso dall’82,6% al 69,9% (primi 8 mesi del 2022 rispetto all’analogo periodo del 2021).
Nel periodo gennaio-settembre 2022, la Federazione russa ha nuovamente conquistato il primo posto come principale mercato dell’import turco con acquisti pari a 44,6 miliardi di dollari. La Russia è seguita dalla Cina (31,7 miliardi di dollari), dalla Germania (17,3 miliardi di dollari), dagli Stati Uniti (11,8 miliardi di dollari) e dall'Italia che si piazza al 5° posto con 10,3 miliardi di dollari.

Le importazioni dai primi cinque Paesi hanno rappresentato il 41,7% degli acquisti totali della Turchia. Interessante segnalare che l’importo pagato dalla Turchia per le importazioni di energia a settembre scorso: oltre 70 miliardi di dollari e +8,8 miliardi di dollari nel solo mese in considerazione rispetto al mese di agosto 2022. Se consideriamo il periodo gennaio-settembre del 2022, le importazioni di combustibili (1/3 dell’import totale) hanno subito una variazione del 132,2% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno passando da 31,4 a 73,1 miliardi di dollari. Significativo l’aumento dell’export del chimico (quasi 3 miliardi di dollari) seguito dall’automotive (2,7 miliardi). In crescita anche la domanda estera del siderurgico, cemento, ceramica, vetro e fertilizzanti.

Passando ai principali mercati di sbocco delle esportazioni turche al primo posto si colloca la Germania (15,7 miliardi di dollari), seguita da Stai Uniti (12,7 miliardi), Iraq (9,8 miliardi) che scavalca il Regno Unito (9,7 miliardi), e l’Italia (9,2 miliardi).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 11 Novembre 2022

Spagna, quarto paese in Europa con il maggior numero di donne inventrici

L'Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha pubblicato martedì uno studio che analizza la presenza delle donne nell'innovazione e conclude che solo il 13,2% di tutti gli inventori nell'Unione europea sono donne. Lo studio si è basato sulla percentuale di inventori donna citati in tutte le domande di brevetto ricevute dall'EPO dal 1978 al 2019.

L'analisi mostra un miglioramento significativo nella presenza delle donne all'avanguardia dell'innovazione nel periodo analizzato, passando da un misero 2% alla fine degli anni '70 al 13,2% nel 2019. Considerando solo il volume delle donne e non il loro livello di protagonismo, l'Europa è molto indietro rispetto ai leader mondiali. Il Paese con il maggior numero di inventori donne è la Corea del Sud, con il 28,3%, seguita dalla Cina con il 26,8% e dagli Stati Uniti con il 15%. La Spagna spicca nella classifica come il quarto Paese con il più alto tasso di donne inventrici in Europa, con il 23,6%. Questo rapporto getta nuova luce sul contributo delle donne all'innovazione tecnologica e sulle lacune che devono essere colmate per realizzare il pieno potenziale delle donne inventrici in Europa.

Fonte: https://bit.ly/3UsQVQ9

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)

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Venerdì 11 Novembre 2022

Repubblica Ceca - Inflazione: il tasso potrebbe essere in calo nei prossimi mesi

La Banca Centrale Ceca (ČNB) ha leggermente ridotto le previsioni dell’inflazione per quest’anno. Nel 2022 tuttavia ci sarà per le famiglie ceche in media una perdita del potere d’acquisto.

Nella stima d’estate la ČNB prevedeva un’inflazione oltre il 17%, mentre la nuova stima pubblicata a inizio novembre prevede un aumento medio dei prezzi del 15,8%. Sono diminuite alcune forti spinte inflattive, ad esempio nel settore delle abitazioni o dei carburanti.

La Banca Centrale prevede un calo dell’inflazione nel 2023 al 9% con il rientro verso il 2% nella prima metà del 2024. Quest’anno, e probabilmente anche quello prossimo, ci sarà una riduzione del potere d’acquisto con una ripercussione sul PIL.

Fonte: https://bit.ly/3ttlJo1

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Venerdì 11 Novembre 2022

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento di novembre 2022 dell’ICE-Agenzia di Istanbul

La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Confermato il trend positivo dello scorso anno quando l’interscambio fu pari a 23 miliardi di dollari, un risultato superiore al 2019 in periodo pre-pandemico. La tendenza dell’import/export è molto incoraggiante in questi primi 9 mesi del 2022 e, se mantenuta fino alla fine dell’anno, potrebbe toccare la soglia record di 25 miliardi di dollari, rendendo realistico il raggiungimento in prospettiva dell’ambizioso obiettivo di 30 miliardi di dollari, già da tempo individuato dal Presidente Erdoğan.

Dopo un brillante 2021, l’interscambio totale è stato pari a 23 miliardi di dollari (+33,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno recedente), con oltre 11 miliardi e mezzo di esportazioni (un risultato in linea con un anno straordinario del Made in Italy con oltre 500 miliardi di euro di merci vendute in tutto il mondo), nel primi nove mesi del 2022, secondo i dati resi pubblici dall’Ice-Agenzia di Istanbul, l’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale della Turchia con 19,6 miliardi di interscambio (+4,2 miliardi di dollari in più rispetto al mese precedente di agosto) e +19,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Dopo un primo semestre che aveva visto distribuire equamente vendite e acquisti tra i due Paesi con un saldo pressoché equilibrato, il mese in osservazione ha registrato un saldo negativo per la Turchia superiore al miliardo di dollari, raddoppiato in un solo mese.

Anche nei primi nove mesi di questo anno l’Italia si conferma il 5° fornitore della Turchia (con 10,3 milioni di dollari e +23,5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) dopo Federazione Russa, Cina Germania e USA mentre passa dal 3° al 5° posto in due mesi tra i più importanti clienti preceduta da Germania e Stati Uniti scavalcata da Iraq e Regno Unito, con 9,2 miliardi di dollari di merci e servizi acquistati e +14,5% rispetto ai primi nove mesi del 2021.

La dinamica dell’export italiano nei nove mesi dell’anno è stata trainata, come nei precedenti mesi, soprattutto dall’aumento delle vendite di combustibili e oli minerali (+266,5% rispetto all’analogo perdio dello scorso anno) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+173,7%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di ferro e acciaio (+54,6%). Le principali voci del nostro export nel periodo in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” (superata la soglia dei 2 miliardi di euro).

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel primi nove mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+23,5%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+4,5%), e dal Regno Unito (+1,3%), mentre la Francia ha fatto registrare un +15,1% rispetto ai primi nove mesi del 2121; si registrano invece, sempre periodo in osservazione, incrementi delle quote di export della Turchia verso la Germania (+10,4%), il Regno Unito (+0,8%) e verso la Francia (+6,3%); in ambito Ue l’Italia si posizione invece al secondo posto con oltre 19 miliardi di interscambio totale nei primi nove mesi dell’anno, dopo la sola Germania (33,1 miliardi di dollari) e prima di Francia (14 miliardi di dollari) e Spagna (12,6 miliardi di dollari), guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 11 Novembre 2022

Repubblica Ceca - La Banca Centrale ha deciso di non rialzare i tassi d’interesse

Il board della Banca Centrale Ceca (ČNB) ha deciso di non modificare i tassi d’interesse nonostante la forte inflazione negli ultimi mesi.

Secondo il governatore Aleš Michl la maggioranza del board ha deciso di inviare un segnale di stabilità. “Secondo il modello macroeconomico dovremmo ora rialzare in maniera significativa i tassi d’interesse per poi ridurli fra qualche trimestre” ha notato Michl. I tassi restano quindi ai livelli più alti dagli anni Novanta.

La Banca Centrale Ceca continuerà a difendere il cambio della corona da oscillazioni abnormi” ha indicato Michl. Da qualche mese l’istituto attua interventi per impedire un indebolimento eccessivo della corona. Secondo le nuove previsioni il cambio non dovrebbe superare la soglia di 25 corone per euro neppure il prossimo anno.

Fonte: https://bit.ly/3E1tLJH

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

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Venerdì 11 Novembre 2022

L’industria del turismo in Turchia è in crescita

Nei primi nove mesi del 2022 le entrate derivanti dal settore turistico hanno generato più di 35 miliardi di dollari, con un aumento del 67,9% su base annua. 17,9 i miliardi di dollari ricavati dal settore nei soli tre mesi centrali estivi (in Turchia da luglio a settembre) rispetto ai 14 di un anno fa con oltre 21 milioni di presenze. Oltre il 14% delle entrate turistiche è derivato dal rientro per le vacanze estive di cittadini turchi residenti all'estero (l'11,3% del totale, pari 2 milioni e mezzo di presenze). La spesa media dei viaggiatori stranieri in Turchia per notte è stata di 89 dollari. Sempre tra gennaio e settembre i dati del Ministero della Cultura e del Turismo indicano 34,8 milioni di presenze straniere, un numero che è raddoppiato rispetto al 2021.

Il presidente dell'associazione delle agenzie di viaggio turche (TURSAB) Firuz Baglikaya, stima un totale di 44 milioni di visitatori entro il 2022-, Nel periodo in osservazione, secondo la TURSAB, il maggior numero di visitatori è arrivato in Turchia dalla Germania (3,8 milioni di presenze), seguita dalla Federazione Russa (3 milioni), Regno Unito (2,3 milioni), Bulgaria (1,7 milioni), e Iran (1,5 milioni). In crescita secondo l’Associazione anche i visitatori dagli USA (quasi 700 mila presenze e +193,8% rispetto al 2021) e da Israele (+41% di turisti israeliani rispetto al 2019).

In aumento anche i viaggi di stranieri per motivi di salute e per la chirurgia estetica che registrano già più di 1 milione di visitatori solo per il trapianto di capelli da inizio gennaio.

A livello di distribuzione, è sempre la perla delle coste mediterranee turche Adalia e regione a posizionarsi al primo posto con oltre 11 milioni di visitatori stranieri ospitati nei primi nove mesi del 2022 (presenze rilevate dallo scalo internazionale della città in collaborazione con i dati forniti dall’Assessorato provinciale al turismo e alla cultura del Comune di Antalya) con un aumento del 57% rispetto al 2021. Seguono Istanbul e Edirne che intercettano la gran parte dei flussi turistici in entrata.

Al primo posto tra le presenze straniere i russi, da gennaio a settembre di quest’anno sono sbarcati ad Antalya 2,3 milioni di turisti dalla Federazione), seguiti dalla Germania con 2,1 milioni di presenze e dal Regno Unito (952.246 di turisti) seguita, nella TOP 10 di TURSAB da Polonia, Paesi Bassi, Kazakistan, Romania, Israele, Repubblica Ceca e Danimarca.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Lunedì 28 Novembre 2022
Venerdì 11 Novembre 2022

Aggiornamento dei flussi in entrata degli IDE a cura dell’Associazione degli investitori internazionali in Turchia (YASED)

I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 11 ottobre dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali in Turchia (YASED), indicano che nei primi otto mesi del 2022 gli IDE in entrata sono stati pari a 6,83 miliardi di dollari (-19,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno): in particolare, nel mese di agosto scorso, gli investimenti esteri in Turchia sono ammontati 887 milioni di dollari (29% del deficit delle partite correnti), in calo rispetto ai due mesi precedenti.

Nel dettaglio l’afflusso di IDE è stato guidato nel mese in osservazione, per un valore di 550 milioni di dollari, dai ricavi dalle vendite delle proprietà immobiliari a cittadini stranieri, settore in ripresa nel mese in osservazione con valori che si attestano al livello dell’inizio dell’estate scorsa, seguiti dall’acquisizione di partecipazione azionarie che rallentano insieme a quelli derivanti da crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari.

Se consideriamo i primi otto mesi del 2022, la quota percentuale di IDE affluita sotto forma di vendite immobiliari ai residenti stranieri raggiunge il 63,2% del totale mentre i primi tre settori economici che hanno conquistato la quota maggiore degli afflussi di capitale estero in forma di acquisizione di partecipazioni azionarie sono stati i settori dell’hoteliere, del food e delle costruzioni.

I dati di agosto mostrano ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito tra i più importanti investitori in Turchia che detengono la quota di maggioranza pari al 69% degli IDE totali in entrata nel Paese: l’Olanda nel mese in considerazione sale al primo posto con il 30% dei flussi in entrata seguita dalla Germania (24%) e dalla Giordania (14%). In questo mese l’Italia resta fuori dalla “top ten”.

Sempre nel mese in questione si osserva una crescente presenza degli investimenti da parte dei Paesi del Medio Oriente la cui quota passa dall’8 al 14%.

Se consideriamo i primi otto mesi del 2022 il principale investitore resta la Svizzera con oltre 620 milioni di dollari, seguita dall’Olanda (582 milioni) e dalla Germania (322 milioni). Chiaramente tali dati scontano inevitabilmente, come abbiamo già affermato in precedenti edizioni di questa rassegna, il fatto che molti investimenti di Paesi terzi transitano attraverso società controllate e finanziarie spesso aventi sede in paesi come Olanda, Lussemburgo e Svizzera.

Dopo un 2021 che aveva fatto registrare flussi di IDE in entrate nel Paese pari a a 14,1 miliardi di dollari le stime pe il 2022 si spingono oltre i 15 miliardi di dollari con un leggero recupero sul finanziamento del deficit delle partite correnti.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 11 Novembre 2022