Martedì 16 Dicembre 2025
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Il settore delle costruzioni e delle infrastrutture in Australia sta attraversando una fase di crescita senza precedenti, sostenuta da investimenti governativi record e dalla necessità di modernizzare le reti di trasporto e le infrastrutture urbane. Con un pipeline di progetti stimato in oltre 200 miliardi di dollari australiani nei prossimi anni, il paese offre opportunità significative per le imprese italiane specializzate in materiali, tecnologie e servizi di ingegneria.
Progetti infrastrutturali chiave
New South Wales
Lo stato del NSW ha lanciato il più ambizioso programma infrastrutturale della sua storia, con progetti emblematici quali:
Victoria
Melbourne e lo stato del Victoria stanno investendo massicciamente in:
Queensland
Il Queensland si concentra su progetti legati alle infrastrutture olimpiche e di trasporto:
Altri stati
Anche Western Australia, South Australia e ACT hanno lanciato significativi progetti di sviluppo di porti, collegamenti ferroviari minerari e infrastrutture urbane.
La presenza italiana: un'eccellenza riconosciuta
L'Italia vanta una presenza consolidata nel settore infrastrutturale australiano, con Webuild (ex Salini Impregilo) che si è affermata come uno dei principali contractor del paese. L'azienda italiana è coinvolta in diversi mega-progetti tra cui la Sydney Metro e altre opere strategiche, dimostrando l'eccellenza dell'ingegneria italiana a livello globale.
Questa presenza apre la strada a un ecosistema più ampio di fornitori e subfornitori italiani, creando un effetto moltiplicatore per l'intero sistema produttivo nazionale.
Opportunità per le imprese italiane
Materiali innovativi
Il mercato australiano è particolarmente ricettivo verso:
Tecnologie smart e digitalizzazione
Crescente domanda per:
Servizi di ingegneria specializzata
Opportunità nei settori di:
Energie rinnovabili nelle infrastrutture
L'Australia sta integrando sempre più fonti rinnovabili nei progetti infrastrutturali:
Come accedere al mercato: bandi e procedure
Sistema di procurement pubblico
L'Australia adotta un sistema di appalti pubblici trasparente e competitivo:
Requisiti per partecipare
Le imprese estere devono considerare:
Partnership strategiche
Particolarmente efficaci risultano:
Incentivi e supporto per partner esteri
Programmi governativi australiani
Export Market Development Grants (EMDG)
Programma gestito da Austrade che fornisce rimborsi fino al 50% delle spese di promozione export per PMI australiane e imprese estere con presenza locale.
Research & Development Tax Incentive (R&DTI)
Incentivo fiscale che offre crediti d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo.
Export Finance Australia (EFA)
Agenzia governativa per il credito all'export che fornisce finanziamenti, garanzie e assicurazioni.
Australian Infrastructure Financing Facility for the Pacific (AIFFP)
Fondo per il finanziamento di infrastrutture nel Pacifico e Timor-Leste.
Sfide
Aspetti da considerare
Fattori competitivi dell'offerta italiana
Tendenze future
Il settore infrastrutturale australiano si sta orientando verso:
L'Australia rappresenta un mercato strategico per le imprese italiane del settore costruzioni e infrastrutture. La combinazione di investimenti massicci, apertura internazionale, presenza consolidata di player italiani e apprezzamento per la qualità del Made in Italy crea un contesto favorevole per l'espansione.
Le PMI italiane, in particolare quelle specializzate in nicchie tecnologiche avanzate o in materiali innovativi, possono trovare spazi significativi come fornitori di eccellenza all'interno della supply chain dei grandi progetti.
La chiave del successo risiede in un approccio strutturato: partnership locali solide, adattamento agli standard australiani, investimento in presenza locale e capacità di offrire soluzioni innovative che rispondano alle priorità del paese in termini di sostenibilità, digitalizzazione e resilienza.
Link utili
Portali governativi australiani
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)
Il successo dell’edizione del 2024 del Salone Internazionale del Mobile di Bruxelles ha confermato la sua centralità nel settore dell’arredamento in Europa.
L’evento ha radunato circa 20.000 persone tra compratori e professionisti del settore, provenienti da diversi paesi Europei per scoprire le proposte di 228 aziende espositrici.
Il Salone è stato fondato nel 1937. Sebbene inizialmente rivolta solo al mercato belga, la fiera si è rapidamente internazionalizzata, fino ad attrarre operatori stranieri (belgi, ma anche) da Italia, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Svizzera, Scandinavia.
Il successo (del Salone del mobile) dell’edizione 2024 è ancora più significativo se si considera il difficile contesto del mercato dell’arredamento, che ha affrontato un periodo di decrescita in tutta Europa. L’industria Belga nel 2023 ha registrato un fatturato di 2,1 miliardi di euro, mentre nel primo semestre 2024 ha visto un calo di fatturato del 7,8%.
Il Belgio grazie alla sua posizione strategica nel cuore dell’Europa e alle infrastrutture logistiche altamente sviluppate si conferma un nodo strategico di distribuzione e scambio tra i principali mercati nazionali dell’Unione Europea.
Con 66.000m2 di superficie espositiva, la fiera ha accolto le nuove collezioni di espositori belgi, olandesi, tedeschi, italiani. Particolarmente apprezzata da visitatori ed espositori è stata l’atmosfera calda e professionale, elemento distintivo che riflette l’identità belga: accogliente, concreta e orientata alle relazioni di lungo termine.
Fonti: https://www.salondumeuble.be/le-salon
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)
Il porto di Anversa-Bruges, uno dei principali snodi marittimi europei, ha registrato nel primo semestre del 2025 un calo nel traffico di merci del -4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo è dovuto soprattutto ad una riduzione dei traffici energetici del -17% e delle materie prime secche del -11%.
Nonostante ciò, il traffico container ha registrato una crescita del +3,6%, riuscendo così a limitare l’impatto economico negativo e a mantenere lo status di porto tra i più dinamici d’Europa.
Il flusso complessivo di merci ha raggiunto un volume di 135,5 milioni di tonnellate nel primo semestre dell’anno, di cui 7 milioni sono container.
Il traffico dei prodotti energetici, come combustibili e gas liquefatto è calato, mentre il settore chimico ha mostrato segni di vitalità con una crescita vicina al +9%. Anche materie secche, come carbone e minerali, hanno subito un rallentamento.
Al contrario, il traffico di veicoli e mezzi su ruote è leggermente aumentato, soprattutto grazie all’incremento della circolazione di auto usate e dei camion.
Nonostante la pressione esercitata dalla congestione dei terminal, il porto ha saputo ottimizzare i propri spazi e incrementare la capacità di gestione dei container. Il progetto ECA (Extra Container Capaciting Antwerp), volto all’ampliamento dei moli e all’efficienza delle operazioni, rappresenta una scelta strategica complessa adottata dal governo fiammingo nel 2019. Questo piano non si limita alla sola espansione fisica del molo, ma include la creazione di aree logistiche/industriali dedicate e l’impegno per l’accesso multimodale.
L'obiettivo è quello di trasportare container in grandi quantità in modo sostenibile, ad esempio con energia a terra per navi marittime. Questa riorganizzazione ha contribuito in modo cruciale a ridurre i tempi di sosta del container e a sostenere i ritmi della domanda europea.
Nella seconda metà del 2025 il porto Anversa-Bruges ha puntato a consolidare la crescita del traffico container e a ottimizzare ulteriormente le operazioni nei terminal.
Le infrastrutture recentemente ampliate e i progetti di digitalizzazione continueranno a sostenere la competitività del porto, garantendo efficienza per operatori e clienti e confermando il ruolo di pilastro logistico negli scambi commerciali internazionali.
Fonti: Sito ufficiale porto Anversa- Bruges
https://mow.vlaanderen.be/eca-nf-12/index.html
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)
La capitale dello stato di Santa Catarina, Florianópolis, si è affermata come una delle destinazioni più ricercate dai visitatori stranieri in Brasile. Nel 2025, l’Aeroporto Internazionale di Florianópolis ha accolto 1 milione di passeggeri internazionali, trainato dall’ampliamento dell’offerta di voli e dall’inclusione di nuove rotte, con collegamenti rapidi verso il Nord America, i Caraibi e l’Europa. Questo volume di traffico aereo era stato raggiunto in precedenza solo negli aeroporti di Rio de Janeiro e San Paolo.
I risultati significativi sopra riportati sono legati all'elaborazione di una strategia di espansione delle rotte, agli investimenti in infrastrutture, alla fiducia delle compagnie aeree e alle partnership pubblico-private, come afferma Ricardo Jesse, direttore esecutivo della società Zurich Airport Brasil, che gestisce l'aeroporto.
Parallelamente, il Segretariato al Turismo di Santa Catarina ha anche investito in azioni volte a rafforzare l'immagine dello stato a livello internazionale, con l'obiettivo di consolidare la regione come il nuovo Hub Internazionale del Sud del Brasile. Tra le iniziative, spiccano l'espansione della rete aerea, le campagne stagionali e la promozione delle destinazioni regionali, integrando gli itinerari turistici dalla costa fino alla regione montagnosa di Santa Catarina.
Le proiezioni indicano che, entro la fine del 2025, l'Aeroporto Internazionale di Florianópolis dovrebbe raggiungere 1,2 milioni di passeggeri internazionali, confermando una tendenza costante di crescita.
Le bellezze naturali di Santa Catarina, che comprendono dalle spiagge all'agriturismo, rappresentano attrazioni turistiche rilevanti per il pubblico italiano.
Inoltre, la regione presenta un alto potenziale per future collaborazioni e parnership con imprenditori anche stranieri per investimenti sia nel settore aeroportuale, sia nei servizi di supporto e nei servizi turistici in generale.
Lo Stato di Santa Catarina ha registrato un forte ritmo di crescita delle attività economiche nel corso dell’anno e presenta un notevole potenziale di espansione in vari settori, con un potenziale per nuove opportunità di business.
Secondo i dati della Banca Centrale del Brasile, tra gennaio e agosto 2025 l’economia statale è cresciuta del 4,9%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale.
Questi dati riflettono in particolare l’espansione dei settori dell’industria, del commercio e dei servizi nello Stato. L’industria ha registrato una crescita del 3,3%, mentre il commercio ha avuto un incremento significativo del 6%, trainato dalle vendite nei supermercati, farmacie e negozi in generale.
Il settore dei servizi, invece, è cresciuto del 4,2%, con particolare rilievo per i servizi rivolti alle famiglie, come bar, ristoranti e strutture alberghiere.
Un altro fattore rilevante che contribuisce alla performance economica di Santa Catarina è il fatto che lo Stato presenta il tasso di disoccupazione più basso in Brasile, attualmente pari al 2,2%. Ciò favorisce l’aumento dei consumi locali, l’acquisto di beni di maggior valore e la costituzione di nuove aziende.
Inoltre, il Governo dello Stato stimola gli investimenti privati attraverso partnership pubblico-private, promozione all’imprenditorialità e politiche di supporto allo sviluppo economico.
Alla luce di questo scenario, Santa Catarina si conferma come una delle destinazioni in Brasile più promettenti per gli investitori italiani, offrendo un’ampia gamma di opportunità nel settore industriale, commerciale e dei servizi. Si tratta infatti di uno degli Stati con l’economia più solida del Brasile e con un significativo potenziale di crescita ed espansione.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana di Santa Catarina)
Il mercato assicurativo ceco ha continuato a crescere dall'inizio dell'anno. Lo indica l'Associazione delle Compagnie Assicurative Ceca.
La raccolta dei premi è aumentata nei primi tre trimestri dell'anno di quasi l'otto percento superando i 171 miliardi di corone. Da gennaio a fine settembre è aumentato il numero dei contratti gestiti dalle compagnie assicurative di circa l'1,5% e cresce anche il valore medio del premio per contratto. Il settore vita ha registrato un incremento del 5,8 percento a 46 miliardi di corone e quello dei danni è cresciuto dell'8,5% a 125 miliardi di corone.
I dati del 2025 confermano la forte posizione di Generali Česká pojišťovna sul mercato ceco. La controllata ceca del gruppo Generali ha aumentato la sua raccolta a circa 35 miliardi di corone con una quota di mercato del 23,3%. La compagnia è la seconda realtà più grande in Repubblica Ceca.
Fonte: cap.cz
La maggior parte delle imprese ceche del settore privato prevede per il 2026 un aumento dei salari entro il cinque percento. Lo indica un'indagine della Camera di Commercio Ceca.
Il 55% delle aziende prevede un aumento dei salari dei propri dipendenti entro il 5%. Un ulteriore dieci percento delle aziende poi prevede un aumento tra il cinque e il dieci percento. Meno di un percento delle imprese poi vuole aumentare i salari di oltre un decimo. Tre aziende su dieci poi non pensano di aumentare le remunerazioni dei propri dipendenti e meno del tre percento invece prevede un calo.
Le previsioni sono secondo la Camera di Commercio Ceca in linea con lo stato finanziario delle aziende. “Un rialzo dei salari più alti potrebbe urtare le condizioni finanziarie delle imprese e creare un fattore per una crescita dell'inflazione” ha detto il presidente dell'associazione imprenditoriale Zdeněk Zajíček.
Fonte: komora.cz
La Repubblica Ceca dovrebbe crescere entro il 2027 più della media dell'Unione Europea. Lo indicano le stime della Commissione Europea.
Quest'anno l'economia ceca dovrebbe aumentare del 2,4% e nel 2026 dell'1,9%. Nel 2027 il tasso di crescita dovrebbe ritornare al 2,4% grazie a un maggiore contributo della domanda estera. La media della crescita nell'Unione Europea dovrebbe raggiungere l'1,4% nel 2025 e nel 2026 e salire all'1,5% nel 2027.
Per tutto il periodo di previsione sarà determinante per la crescita ceca l'aumento dei consumi domestici e della domanda interna. “Nel 2025 si attende che per la prima volta i consumi delle famiglie saliranno oltre i livelli del 2019” ha indicato la Commissione Europea, che prevede anche una ripresa degli investimenti. Il mercato del lavoro poi rimarrà sotto pressione con un tasso di disoccupazione previsto sotto il tre percento.
Fonte: economy-finance.ec.europa.eu
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
L’economia di Singapore è cresciuta del 4,2% nel terzo trimestre del 2025 rispetto all’anno precedente, spingendo il governo a migliorare le previsioni di crescita per l’intero anno, ha dichiarato venerdì il Ministero del Commercio e dell’Industria (MTI).
Il dato, rivisto al rialzo rispetto alla stima preliminare, ha seguito una crescita del 4,7% nel secondo trimestre, portando l’espansione media nei primi nove mesi al 4,3%.
L’MTI ha dichiarato che ora prevede una crescita del PIL 2025 "intorno al 4,0%", rispetto alla precedente previsione dell’1,5-2,5%, citando condizioni globali più forti del previsto, flussi commerciali resilienti e un’impennata nella domanda di elettronica legata all’intelligenza artificiale.
Ha previsto una crescita per il 2026 dell’1-3%, poiché gli effetti dei dazi e una domanda esterna più lenta peseranno sulle economie regionali.
La crescita del terzo trimestre è stata guidata dalla produzione manifatturiera, dal commercio all’ingrosso e dalla finanza, sostenuta da una robusta produzione elettronica e da una ripresa nelle vendite di macchinari e attrezzature.
Il settore elettronico si è espanso sulla scia della crescente domanda di semiconduttori, server e prodotti correlati, mentre il settore finanziario ha beneficiato di commissioni più elevate e di una maggiore attività creditizia.
L’MTI ha affermato che la continua domanda guidata dall’IA e la stabile attività dei servizi dovrebbero continuare a sostenere l’economia fino alla fine dell’anno, sebbene abbia avvertito dei rischi derivanti da rinnovate tensioni commerciali e potenziale volatilità dei mercati finanziari.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Singapore)
L’Agenzia di sviluppo della Serbia (RAS) ha pubblicato un bando pubblico per la partecipazione al Programma di sostegno alle società commerciali per l’ingresso nelle catene di fornitura delle aziende multinazionali.
Il Programma di sostegno alle società commerciali per l’ingresso nelle catene di fornitura delle multinazionali è un programma pluriennale, orientato al rafforzamento delle capacità operative dei soggetti economici nazionali affinché diventino fornitori di grandi multinazionali o amplino la loro cooperazione con le multinazionali.
Le domande di partecipazione al Programma possono essere presentate dal 31 ottobre 2025 al 29 dicembre 2025. Per la realizzazione del Programma sono stati stanziati fondi per un importo di 150 milioni di dinari, mentre l’importo massimo dei fondi a fondo perduto per singolo soggetto economico è di 15 milioni di dinari.
Misure di intervento incluse nel Programma:
Hanno diritto alla partecipazione le società commerciali orientate alla produzione che soddisfano:
Le informazioni sul Programma e sulle condizioni di partecipazione sono disponibili sul sito dell'Agenzia di Sviluppo della Serbia.
Nel settembre 2025 sono stati rilasciati 2.961 permessi di costruzione, il che rappresenta un aumento del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Del numero totale di permessi rilasciati a settembre, l’85,6% riguarda edifici e il 14,4% altre costruzioni. Considerando solo gli edifici, l’86,1% dei permessi è stato rilasciato per edifici residenziali e il 13,9% per edifici non residenziali, mentre per le altre costruzioni la maggior parte riguarda condutture, infrastrutture di comunicazione e linee elettriche (77,8%).
Secondo i permessi rilasciati nel settembre 2025 nella Repubblica di Serbia, è stata dichiarata la costruzione di 3.013 appartamenti, con una superficie media di 70,5 m². Dal numero totale di appartamenti nei nuovi edifici residenziali, il 13,0% sarà costruito in edifici con un solo appartamento, con una superficie media di 135,8 m², mentre l’86,0% degli appartamenti sarà costruito in edifici con tre o più appartamenti, e la loro superficie media sarà significativamente inferiore e ammonterà a 59,8 m².
Il valore previsto dei lavori di nuove costruzioni nel settembre 2025 ammonta al 90,1% del valore totale previsto dei lavori. Considerando le aree, la maggiore attività edilizia è attesa nell’area di Belgrado, con il 65,4% del valore previsto delle nuove costruzioni, seguita dall’area del Banato meridionale (10,6%), dall’area del Rasina (5,4%), dall’area della Bačka meridionale (3,3%) e dall’area della Raška (3,0%), mentre le quote delle altre aree si collocano tra lo 0,1% e il 2,3%.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)
Angelini Ventures, il fondo di venture capital di Angelini Industries, ha aperto la sua nuova sede a Singapore. L’ufficio, il primo di Angelini Ventures in Asia, si inserisce nel percorso di sviluppo delle attività del fondo in Estremo Oriente, per sostenere la capacità di innovazione e la crescita nel campo delle biotecnologie e del medtech. A dirigere la sede di Singapore sarà Elia Stupka, managing director di Angelini Ventures, che ha un’esperienza ultra-ventennale nel settore delle scienze della vita.
Il team locale sarà supportato da un team globale di ricercatori, medici, imprenditori e professionisti nel campo della salute. Contestualmente Angelini Ventures ha siglato due partnership con Enterprise Singapore, l’agenzia del ministero del Commercio e dell’Industria del governo che supporta la crescita delle imprese nazionali e internazionali, e con Ai Singapore, l’organismo che riunisce istituti di ricerca, startup e aziende che sviluppano soluzioni di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di applicare la tecnologia sviluppata sull’ai dai ricercatori singaporiani all’ambito delle scienze della vita.
Una delle aree di collaborazione comprende la co-realizzazione di eventi di presentazione focalizzati su iniziative imprenditoriali che sfruttano le tecnologie di intelligenza artificiale nel campo della salute e del biotech. Nell’ambito di questa collaborazione sarà lanciato un nuovo programma di venture boost, Espresso Lab, che offrirà ad alcune startup selezionate nel campo biomedico con sede a Singapore percorsi di mentoring personalizzato, supporto mirato allo sviluppo aziendale e accesso a dati critici e approfondimenti di settore.
Nell’ambito di un protocollo d’intesa biennale, Angelini Ventures collaborerà inoltre con Ai Singapore attraverso una serie di programmi finalizzati ad accelerare l’innovazione e la commercializzazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nel campo biomedico.
Nei mesi scorsi Angelini Ventures aveva già investito nella startup di Singapore, Nuevocor, che sviluppa terapie per la cardiomiopatia, co-guidando con Kurma Partners un round di investimento da 45 milioni di dollari complessivi. Mettendo insieme competenze tecniche e conoscenze basate sui dati, Angelini Ventures ha inoltre progettato e realizzato una piattaforma alimentata dall’intelligenza artificiale: Angelini Ventures Intelligence Hub. La piattaforma che aggrega e analizza informazioni relative a startup nel settore sanitario e delle scienze della vita in tutto il mondo, e le trasforma in intelligence operativa per il team di investimento e i partner.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Singapore)
Negli ultimi anni, il dibattito sulla casa in Danimarca e nel resto d’Europa è diventato sempre più urgente. Trovare un alloggio stabile e accessibile è diventato per molti quasi un percorso ad ostacoli, con affitti in crescita costante e una disponibilità di abitazioni sempre più limitata. In mezzo a questa pressione abitativa, uno dei fenomeni che ha maggiormente attirato l’attenzione delle autorità è quello dei cosiddetti shadow hotels, appartamenti privati trasformati di fatto in strutture ricettive “nascoste” grazie alle piattaforme digitali. Ciò che nasceva come una forma di condivisione occasionale degli spazi si è trasformato per alcuni in un vero e proprio business parallelo, sottraendo case al mercato residenziale e contribuendo ulteriormente alla carenza di alloggi per chi vive e lavora nelle città.
Per cercare di frenare questo fenomeno, il governo danese ha annunciato nuove regole mirate a rendere più trasparenti le attività su piattaforme come Airbnb e Booking. L’idea è semplice: chiedere alle piattaforme di comunicare quante notti ogni abitazione viene effettivamente affittata nel corso dell’anno. Un passaggio che potrebbe sembrare tecnico, ma che ha un’importanza concreta, perché permetterà alle autorità di individuare rapidamente quei proprietari che superano il limite legale annuale, attualmente compreso tra settanta e cento giorni a seconda del comune. In questo modo diventa più difficile aggirare le norme o mascherare le attività che, di fatto, funzionano come hotel non registrati.
Il piano prevede anche un inasprimento delle sanzioni per chi continua ad ignorare le regole e introduce un nuovo strumento che potrebbe rivelarsi decisivo: la possibilità per le autorità di imporre alle piattaforme il blocco di un annuncio nel momento in cui un proprietario supera il tetto massimo consentito. Non si tratta solo di punire i comportamenti scorretti, ma di bilanciare meglio l’uso delle abitazioni tra turismo e vita quotidiana. Mentre il turismo resta una risorsa importante per le città danesi, non può diventare un fattore che soffoca l’accesso alla casa per i residenti, soprattutto in un contesto in cui gli studenti, le famiglie e i lavoratori faticano sempre più a trovare un posto dove vivere a un costo sostenibile.
La Danimarca non è sola in questa discussione. Da Berlino a Lisbona, passando per Amsterdam e Barcellona, il problema degli affitti brevi è diventato parte integrante della più ampia crisi abitativa europea. Le città si trovano a dover gestire un equilibrio delicato: accogliere i visitatori senza però sacrificare la vivibilità di chi ci abita tutto l’anno. Molti governi stanno dunque intervenendo con regolamenti più severi che mirano a riportare sul mercato residenziale quelle abitazioni che altrimenti verrebbero sottratte alle famiglie e ai lavoratori locali.
Il nuovo pacchetto di norme danese va esattamente in questa direzione. Non risolve da solo la crisi della casa, che nasce da un insieme ben più complesso di dinamiche economiche, urbanistiche e sociali, ma rappresenta un passo concreto per cercare di ridurre una delle pressioni più evidenti sul mercato degli affitti. Rendere visibile ciò che oggi è nascosto significa dare agli enti locali uno strumento reale per intervenire e impedire che interi condomini o quartieri vengano trasformati in zone dedicate quasi esclusivamente ai turisti, lasciando ai margini chi invece ha bisogno di un tetto stabile sopra la testa.
In un momento in cui sempre più persone sentono l’incertezza di non riuscire a permettersi una casa, anche piccoli cambiamenti normativi possono avere un impatto reale. La speranza è che una maggiore trasparenza e un controllo più efficace aiutino a riportare una parte delle abitazioni al loro scopo originario: essere un luogo dove vivere, non un’attività parallela priva di regolamentazione. L’equilibrio tra diritto alla casa e sviluppo turistico rimane una sfida complessa, ma è anche una delle più importanti per garantire città più giuste, vivibili e accessibili per tutti.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nel contesto della COP30, svolta a Belém, il governo brasiliano ha annunciato un investimento strategico di circa R$ 107 milioni per potenziare la bioeconomia amazzonica attraverso il nuovo programma “Coopera+ Amazônia”. L’iniziativa punta a rafforzare l’innovazione gestionale e produttiva di cinquanta cooperative estrattiviste attive nelle catene del babaçu, dell’açaí, della castanha-do-Brasil e del cupuaçu, diffuse in cinque stati della Amazônia Legal: Pará, Rondônia, Maranhão, Amazonas e Acre.
L’annuncio, che è avvenuto alla presenza del vice presidente Geraldo Alckmin, è parte di un piano quadriennale: le risorse saranno distribuite lungo 48 mesi e dovrebbero avvantaggiare circa 3.500 famiglie.
Il sostegno economico si struttura tramite una collaborazione interistituzionale che coinvolge il Ministero dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico (MMA), il Banco Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale (BNDES), il Ministero dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi (MDIC), l’Embrapa e il Sebrae. Di questi fondi, R$ 103 milioni provengono dal BNDES attraverso il Fondo Amazônia, mentre circa R$ 3,7 milioni sono offerti dal Sebrae stesso.
L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, aggiungere valore ai prodotti amazzonici, aumentando la produttività e l’accesso ai mercati; dall’altro, promuovere la sostenibilità, contrastando il cambiamento climatico grazie a un modello economico che preservi la foresta in piedi. COP30 Brasil
Le azioni previste includono la fornitura di macchinari, assistenza tecnica, formazione manageriale, consulenza per l’accesso al credito e per l’apertura di nuovi mercati. Saranno inoltre creati “Agenti Locali di Innovazione per Cooperative” (ALICoop), sponsorizzati da Sebrae, che monitoreranno i progressi tecnologici e gestionali. Embrapa contribuirà mappando macchine e attrezzature adeguate alle filiere sociobiodiverse per aumentare la meccanizzazione compatibile con l’ecosistema amazzonico.
Il programma nasce come una risposta concreta a una visione più ampia: quella di una bioeconomia inclusiva e sostenibile, capace di generare reddito per le comunità locali senza compromettere la conservazione della foresta. Secondo Tereza Campello, direttrice del BNDES per gli affari sociali e ambientali, gli investimenti contribuiranno a rafforzare il tessuto cooperativo nella regione e a sostenere misure di mitigazione climatica.
Per Sebrae, rappresentato dal presidente Décio Lima, questo progetto è un punto di svolta per l’industrializzazione “verde”: non solo favorirà l’accesso al mercato, ma introdurrà tecnologie che rendono sostenibile un’economia nata dalla foresta amazzonica.
Inoltre, Embrapa, attraverso Silvia Musshurá, ha sottolineato l’importanza di utilizzare dati e indicatori per analizzare le catene produttive, supportare i sistemi di produzione locale e orientare la ricerca verso soluzioni che possano coniugare produttività e conservazione.
Questa iniziativa si inserisce in una strategia più ampia che il Brasile ha delineato durante la COP30, volta a consolidare la bioeconomia come pilastro della transizione ecologica. In parallelo a Coopera+ Amazônia, è stato lanciato il Bioeconomy Challenge, una piattaforma globale che mira a orientare investimenti internazionali verso progetti di bioeconomia attraverso standard misurabili, strumenti finanziari innovativi e modelli inclusivi.
Il programma esemplifica una tendenza emergente: l’economia della foresta non più vista solo come fonte di materie prime, ma come motore strategico per lo sviluppo sostenibile. In questo senso, “Coopera+ Amazônia” può essere interpretato come un investimento altamente simbolico ma anche pragmatico, che dimostra come un modello di crescita possa essere costruito partendo dalla natura, restituendo valore alle comunità locali e rafforzando al contempo l’impegno del Brasile sulla scena climatica globale.
Fonte: Sitio COP30
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)