Venerdì 25 Luglio 2025
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Il 9 luglio 2025, a Roma, è stata firmata la nuova formulazione dell'Accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida ai fini della conversione.
Il documento è stato firmato dal Vice Primo Ministro, Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Regionale della Repubblica di Moldova, Vladimir Bolea, e dal Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica Italiana, Edoardo Rixi.
Il nuovo accordo consente il riconoscimento e la conversione in Italia di tutte le patenti di guida moldave, comprese quelle che verranno rilasciate in futuro. I nuovi modelli di patente potranno essere comunicati attraverso procedure amministrative semplificate, lo scambio di Note Verbali, senza la necessità di rinegoziare l'Accordo - un processo che finora poteva richiedere anni.
In questo modo si elimina uno dei principali problemi affrontati negli ultimi anni dai cittadini moldavi in Italia: l'impossibilità di convertire i nuovi modelli di patente.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)
L’Italia, nel 2024, ha raggiunto un risultato ragguardevole in termini attrattività per gli investitori esteri, registrando ben 224 progetti di investimento diretto estero (IDE). Una crescita del 5% rispetto al 2023 (fonte: EY Attractiveness Survey Italy),
Nello stesso anno gli Stock di IDE svizzeri in Italia hanno raggiunto complessivamente i 26,281 miliardi € (in crescita di 1,007 miliardi rispetto al 2022.
Numeri eccezionali che testimoniano un generale clima di fiducia verso il nostro Paese. A confermarlo è la stessa Premier Giorgia Meloni che, nel recente incontro con Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, ha ricordato il generale clima di fiducia, generato dalla stabilità di Governo. Durante lo stesso meeting è sempre Meloni a sottolineare il cambio di rotta al quale si sta assistendo, con l’Italia che è passata dall’essere meta per investimenti in titoli di debito a diventare destinazione per capitali rivolti a infrastrutture, reti digitali e intelligenza artificiale. “Non possiamo lasciare spazio agli altri” ha concluso Meloni, riferendosi agli appetiti di Pechino e Mosca sull’Africa, e rilanciando il Piano Mattei come leva strategica per attrarre investimenti esteri verso l’Italia.
I seguenti dati inquadrano il rilevante contributo della Svizzera alla crescita degli investimenti esteri in Italia
Graduatoria dei principali investitori esteri in Italia (2024)
Paese | Quota sul totale IDE in Italia |
---|---|
Stati Uniti | 16% |
Germania | 14% |
Francia | 13% |
Regno Unito | 11% |
Svizzera | 9% |
Spagna | 7% |
Paesi Bassi | 5% |
Giappone | 3% |
Belgio | 3% |
Svezia | 3% |
Il contributo della CCIS all’attrazione di investimenti in Italia si manifesta soprattutto sul fronte dell’attrazione di investimenti finanziari svizzeri su tech italiano
con la sua tradizione di investimento in deeptech e biotech (settore che da solo ha registrato +31% nel solo 2024) ha realizzato nel 2024 quasi 2.3 miliardi di franchi (circa 2,5 miliardi di Euro) da parte di VC su startup tech svizzere, più del doppio che in Italia.
In questo contesto CCIS realizza annualmente:
Il rapporto che l’Italia intrattiene con la Svizzera, anche sul fronte attrazione investimenti, si conferma solido, strategico e in continua evoluzione. La complementarità tra i due sistemi economici, la vicinanza geografica e culturale, e il dinamismo delle rispettive imprese rendono questa relazione un modello virtuoso di diplomazia economica. In questo contesto, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera rappresenta un pilastro fondamentale per sostenere e ampliare le opportunità di crescita bilaterale.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Il secondo semestre del 2025 si preannuncia caldo per quanto riguarda i progetti infrastrutturali a Salonicco, nella Regione della Macedonia Centrale e nel Nord della Grecia in generale. Entro la fine dell'anno, nell'area sono previste le gare d'appalto per nove grandi opere, con un budget che si avvicina ai 3 miliardi di euro.
A Salonicco, questi progetti sono cinque:
Si tratta delle due unità di trattamento dei rifiuti (MEΑ) dei settori est e ovest, che riguardano l’intera Macedonia Centrale ma saranno ubicate nella prefettura di Salonicco; del centro merci e logistica nell’ex campo militare Gonou; del nuovo ospedale oncologico nell’ex campo Karatassiou; e dell'autostrada Salonicco–Edessa.
Gli altri quattro grandi progetti nel Nord della Grecia sono: l’asse stradale Drama–Amfipoli, il trasferimento di acqua dal fiume Nestos alla pianura di Xanthi, e due progetti ferroviari: la nuova linea Nea Karvali–Toxotes Xanthi e la linea Alexandroupoli–Ormenio.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Il 22 maggio la Camera dei Deputati italiana ha votato la ratifica dell'accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana in materia di sicurezza sociale, un passo decisivo che consentirà l'attuazione del documento. L'accordo era già stato approvato dal Senato italiano a marzo e dopo la ratifica della Camera dei Deputati e la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, entrerà in vigore dopo 60 giorni.
"Dopo molti anni di attesa e molti sforzi negoziali, siamo molto vicini a dare ai nostri cittadini in Italia la tranquillità di poter godere di pensioni che riflettono i loro contributi. Questo storico accordo risponde a un'esigenza reale della nostra diaspora in Italia e rappresenta un passo concreto verso la garanzia dei diritti previdenziali all'estero", ha dichiarato Alexei Buzu, Ministro del Lavoro e della Protezione Sociale.
Nel frattempo, il 21 maggio 2025, il Governo della Repubblica di Moldova ha approvato la firma dell'accordo amministrativo per l'applicazione dell'accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana nel campo della sicurezza sociale. L'iniziativa, promossa dal Ministero del Lavoro e della Protezione Sociale, facilita l'accesso alle pensioni e ad altre prestazioni sociali per i cittadini moldavi e italiani che hanno lavorato nei due Paesi. Il documento regola la cooperazione tra le istituzioni competenti, stabilisce le procedure di comunicazione, lo scambio di dati e i documenti necessari.
L'accordo bilaterale sulla sicurezza sociale comporta molteplici vantaggi per i cittadini moldavi che lavorano o hanno lavorato in Italia. Il documento prevede la combinazione dei periodi di contribuzione per determinare il diritto alla pensione. Allo stesso tempo, le domande di pensione e di altre prestazioni sociali possono essere presentate sia in Italia, ma anche in Repubblica di Moldova.
L'accordo prevede anche un quadro di garanzie sociali per i lavoratori migranti moldavi che lavorano o hanno lavorato o vivono in Italia, nonché per gli italiani residenti nella Repubblica di Moldova. Le disposizioni si applicheranno ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori autonomi, ai lavoratori distaccati, al personale delle missioni diplomatiche e consolari. Gli aventi diritto potranno ricevere pensioni di vecchiaia, pensioni di invalidità per malattia o infortunio sul lavoro e pensioni di reversibilità.
Le prestazioni sociali saranno concesse secondo il principio di proporzionalità. Pertanto, ogni Stato contraente coprirà la parte della pensione corrispondente al periodo di contribuzione maturato sul suo territorio, in conformità con la legislazione nazionale applicabile.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)
Il valore complessivo dello scambio commerciale estero di merci della Serbia per il periodo gennaio–maggio 2025 ammonta a:
– 31.243,10 milioni di euro, con una crescita del 10,90% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
L’esportazione di merci, espressa in euro, ha raggiunto un valore di 13.749,10 milioni, con un aumento del 10,20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’importazione di merci ha raggiunto un valore di 17.494,00 milioni, con un aumento dell’11,50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Espresso in euro, il deficit ammonta a 3.744,90 milioni, con un aumento del 16,70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La copertura delle importazioni con le esportazioni è pari al 78,60%, inferiore rispetto alla copertura registrata nello stesso periodo dell’anno scorso, che era pari al 79,50%.
Lo scambio commerciale estero di merci è stato maggiore con i Paesi con cui la Serbia ha accordi di libero scambio. I Paesi membri dell’Unione Europea rappresentano il 58,30% dello scambio totale.
Il nostro secondo partner commerciale più importante sono i Paesi CEFTA, con i quali la Serbia registra un surplus commerciale di 1.161,30 milioni di dollari, risultato principalmente dell’esportazione di: cereali e derivati, veicoli stradali, petrolio e derivati, bevande, prodotti medici e farmaceutici.
Espresso in euro, l’esportazione verso i Paesi CEFTA è pari a 1.968,90 milioni, mentre l’import è di 895,50 milioni (un surplus di 1.073,40 milioni di euro e una copertura dell’importazione con l’esportazione pari al 219,90%).
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)
Rio de Janeiro, luglio 2025 – Il recente Decreto n. 118/2024 pubblicato dalla Câmara de Comércio Exterior (CAMEX) del Brasile ha introdotto una misura strategica e altamente significativa per il settore agroalimentare: la riduzione a zero dell’aliquota dell’imposta di importazione per l’olio d’oliva virgem e extravirgem, inserito nella Lista de Exceções à Tarifa Externa Comum (LETEC) do Mercosul.
Questa decisione, resa pubblica nel Diário Oficial da União il 12 dicembre 2024, rappresenta un cambiamento di paradigma per il mercato brasiliano, aprendo opportunità senza precedenti per i produttori italiani, storicamente riconosciuti per l’eccellenza, l’autenticità e la tracciabilità del loro olio d’oliva.
Questa misura elimina una barriera tariffaria storica e consente all’olio italiano di accedere al mercato brasiliano con maggiore competitività, permettendo così al consumatore locale di avere accesso a un prodotto di altissima qualità a prezzi più vantaggiosi.
Il Brasile è oggi il secondo maggiore importatore di olio d’oliva dell’emisfero sud, e uno dei mercati emergenti con maggiore potenziale di crescita nel consumo di prodotti gourmet e salutari. Negli ultimi dieci anni, il consumo pro capite di olio d’oliva in Brasile è aumentato costantemente, raggiungendo una fascia di consumatori sempre più attenta alla qualità, alla salute e alla provenienza dei prodotti.
Secondo i dati della Associação Brasileira de Supermercados (ABRAS), l’olio d’oliva è considerato un “item nobre”, il cui consumo si è espanso non solo nei ristoranti e nella cucina professionale, ma anche nelle case dei brasiliani, soprattutto nelle grandi città come Rio de Janeiro, São Paulo e Brasília. In questo scenario, il prodotto italiano si distingue per prestigio, gusto e garanzie di qualità.
L’azzeramento dell’aliquota doganale consente ora una riduzione dei prezzi al consumo e, allo stesso tempo, incrementa le possibilità per le aziende italiane di aumentare le proprie esportazioni, consolidando il ruolo dell’Italia come partner commerciale privilegiato del Brasile nel settore agroalimentare.
Oltre al contesto favorevole sul piano fiscale, è importante evidenziare l’accordo recentemente firmato tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste della Repubblica Italiana e il Ministero dell’Agricoltura e Zootecnia del Brasile, finalizzato a garantire il controllo di qualità e l’autenticità dell’olio d’oliva importato.
Il Memorandum d’Intesa (MoU), firmato nel 2024, prevede la creazione di un canale diretto di cooperazione tra le autorità competenti, lo sviluppo di sistemi di tracciabilità e la condivisione di metodologie di analisi chimiche e organolettiche. Inoltre, l’accordo consente l’istituzione di panel di assaggio brasiliani formati da esperti italiani, promuovendo così una maggiore conoscenza delle caratteristiche sensoriali dell’olio di qualità.
Questa collaborazione istituzionale rafforza la fiducia del mercato brasiliano nel prodotto italiano e tutela sia i produttori onesti sia i consumatori finali, evitando frodi, contraffazioni e pratiche commerciali sleali.
Il nuovo scenario normativo, combinato con la cooperazione bilaterale in materia di qualità e con l’interesse crescente dei consumatori brasiliani, rappresenta una finestra strategica per le imprese italiane.
L’azzeramento dell’imposta di importazione sull’olio d’oliva rappresenta una conquista per il libero scambio, ma anche una responsabilità per i produttori italiani: quella di offrire prodotti certificati, trasparenti e di qualità superiore. In questo contesto, la collaborazione tra le istituzioni e il settore privato è fondamentale per cogliere pienamente questa opportunità.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Il ruolo ambiguo del Brasile nella 17ª Cumbre del BRICS segna un possibile distanziamento dal blocco, con implicazioni importanti per la cooperazione internazionale sul clima e nuove sinergie con l'UE.
Il 7 luglio 2025, durante la 17ª Cumbre dei BRICS svoltasi a Rio de Janeiro, è stata pubblicata la Dichiarazione‑Marco dei Leader del BRICS sulle Finanze Climatiche. Il documento riafferma l’impegno del gruppo verso un sistema finanziario internazionale più equo, con l’obiettivo di facilitare l’accesso ai fondi per l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la partecipazione del Brasile si è distinta per un tono moderato e una visibilità molto inferiore rispetto agli anni precedenti — un segnale che molti analisti interpretano come un progressivo distanziamento da un blocco che sta attraversando una fase di frammentazione interna.
Il documento riconosce che la responsabilità di fornire risorse finanziarie ricade in primo luogo sui Paesi sviluppati, sottolineando il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. Tuttavia, la dichiarazione è stata accolta con una certa freddezza dall’opinione pubblica brasiliana e da alcuni settori del governo federale, che sembrano oggi più inclini a rafforzare alleanze con blocchi occidentali e organismi multilaterali tradizionali.
Il blocco dei BRICS, nato nel 2009 con grandi ambizioni di riforma della governance globale, si trova oggi in una fase delicata. Le tensioni geopolitiche tra alcuni dei suoi membri (come India e Cina), la guerra in Ucraina e le difficoltà economiche interne della Russia e del Sudafrica ne hanno compromesso l’efficacia come polo alternativo alle istituzioni occidentali.
Il Brasile, con un governo democratico, una solida economia verde e un crescente impegno nella diplomazia climatica, si trova oggi in una posizione privilegiata per ripensare le proprie priorità strategiche. La presidenza pro tempore del BRICS nel 2025, esercitata proprio dal Brasile, non ha portato ad alcuna innovazione sostanziale né a nuove linee d’azione concrete — un’ulteriore prova di disimpegno, secondo molti osservatori.
Questo momento di transizione offre un’occasione unica per l’Unione Europea di rafforzare il proprio partenariato con il Brasile, soprattutto in ambiti dove le due parti condividono interessi comuni, come la transizione energetica, la finanza climatica, la protezione dell’Amazzonia e la promozione di un multilateralismo efficace.
L’UE è da tempo in prima linea nella mobilitazione di risorse per il clima: attraverso strumenti come il Green Deal Europeo e le iniziative del Consiglio dell’UE per la Finanza Climatica, Bruxelles mira a mobilitare almeno 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare le sfide ambientali. Questa ambizione si sposa perfettamente con le priorità del Brasile, che si è posto come leader globale nella bioeconomia e nella diplomazia climatica, in particolare nei negoziati COP.
Inoltre, il potenziale accordo commerciale UE-Mercosur, in fase avanzata di revisione, potrebbe trovare nuova linfa proprio in un Brasile più allineato ai valori e agli standard ambientali europei.
I segnali di distanziamento del Brasile dai BRICS potrebbero facilitare la costruzione di una nuova alleanza verde tra UE e Brasile, basata su:
Il programma europeo Global Gateway potrebbe rappresentare un canale privilegiato per mobilitare fondi pubblici e privati destinati al Brasile, offrendo alternative concrete a progetti promossi da Cina e altri attori emergenti.
Il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta nella politica estera del Brasile. Il disimpegno dal BRICS — mai annunciato ufficialmente, ma evidente nei toni e nei gesti — apre spazi per una nuova stagione diplomatica più coerente con gli interessi democratici e ambientali dell’Unione Europea. In un mondo sempre più multipolare e segnato dalle crisi climatiche, la costruzione di ponti tra Europa e America Latina diventa non solo auspicabile, ma strategicamente necessaria.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Il Progetto della Ferrovia Suburbana Occidentale di Salonicco entra in fase di realizzazione, con l’obiettivo di collegare i sobborghi occidentali della città con il centro e con altre aree, servendo migliaia di cittadini, soprattutto studenti a Sindos e lavoratori nella Zona Industriale.
Come annunciato al termine della riunione operativa tenutasi presso la Regione della Macedonia Centrale, alla presenza del vice ministro dei Trasporti, Konstantinos Kyranakis, e del vice governatore di Salonicco, Kostas Gioutikas, il progetto sarà messo a gara entro ottobre 2025 e i lavori di costruzione inizieranno nella primavera del 2026.
La Ferrovia Suburbana Occidentale di Salonicco partirà dalla Nuova Stazione Ferroviaria, dove si trova anche la fermata della metropolitana, completando la rete dei trasporti della città e servendo studenti e lavoratori dell’Università Internazionale Ellenica (DI.PA.E.), dipendenti della Zona Industriale di Salonicco (V.I.PE.TH) e delle imprese manifatturiere dell’area più ampia.
Dopo la Nuova Stazione Ferroviaria, il treno effettuerà fermate a Menemeni, Eptanisou e Kordelio, per poi dividersi in due linee: la prima verso Sindos e la seconda verso Diavata e Anchialos. L’obiettivo è estendere la linea suburbana anche verso Agios Athanasios e Gefyra, servendo così anche i residenti dei comuni di Delta e Chalkidona.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
La crescita economica della Slovacchia sta rallentando in modo evidente, anche se, fino ai dati disponibili di aprile, non si notano ancora effetti tangibili della guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti. Tuttavia, i segnali di debolezza si moltiplicano. L’economia ha registrato nel primo trimestre un incremento del PIL reale dello 0,9% su base annua e di appena lo 0,2% su base trimestrale. La dinamica è stata frenata dall’effetto base di un forte finale dell’anno scorso e dall’entrata in vigore a gennaio di gran parte delle misure di consolidamento fiscale. Inoltre, l’occupazione è diminuita per il quinto trimestre consecutivo. La guerra commerciale, con i nuovi dazi americani annunciati contro Cina e Unione Europea, non ha ancora lasciato il segno sui numeri slovacchi, ma le ripercussioni nei prossimi trimestri, in termini di calo degli scambi esteri, aumentano l’incertezza e quindi l’attività economica. Nel primo trimestre, il commercio estero slovacco ha mostrato ancora una certa vivacità sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua, sostenuto anche dall’effetto “scorta” di molte imprese e famiglie americane e di altri paesi, preoccupate dall’imminente aumento dei dazi.
Tuttavia, il surplus commerciale slovacco è calato e ha contribuito negativamente alla crescita del PIL, nonostante importazioni ed esportazioni siano cresciute in maniera significativa tra gennaio e marzo. Gli analisti prevedono che questo effetto di anticipo degli acquisti possa invertirsi nei trimestri successivi, con un rallentamento sia delle esportazioni, penalizzate da una domanda estera più debole soprattutto dagli USA e dai paesi che esportano verso gli Stati Uniti, sia delle importazioni, frenate da una minore domanda interna e da una riduzione degli acquisti di input produttivi. Una possibile boccata d’ossigeno potrebbe arrivare da un’accelerazione nell’utilizzo dei fondi europei, in particolare quelli del Recovery and Resilience Facility.
I dati più recenti sui principali indicatori mensili fino ad aprile confermano un calo marcato delle vendite al dettaglio reali, legato all’aumento dei prezzi e anche al forte anticipo degli acquisti avvenuto a dicembre, quando imprese e famiglie si erano affrettate a fare scorte in vista dell’innalzamento dell’aliquota base dell’IVA. Anche la produzione industriale ha subito un calo, specie a gennaio, mentre le esportazioni in valore nominale si sono mantenute ancora su livelli sostenuti fino ad aprile. L’industria automobilistica slovacca, pilastro dell’economia nazionale, ha registrato nei primi quattro mesi una crescita media annua del 12,5%, ma anche in questo settore si teme un rallentamento nei prossimi mesi. Sul fronte immobiliare, la situazione appare debole. Nel primo trimestre 2025, il numero di nuovi cantieri residenziali è sceso al livello più basso dal 2013, con meno di 15 mila abitazioni iniziate su base annua. Questo riflette gli effetti del forte aumento dei tassi d’interesse negli anni 2022 e 2023, che ha depresso la domanda di nuove case. Anche se si intravedono segnali di ripresa nella domanda, la nuova attività edilizia dovrebbe reagire con ritardo e sarà comunque limitata dal calo demografico nella fascia di popolazione in età di acquisto di immobili. Il sentiment economico nel Paese continua a indebolirsi. Secondo l’Ufficio di Statistica slovacco, l’indice di fiducia è sceso a giugno al livello più basso da ottobre 2023, soprattutto per via del peggioramento delle attese nell’industria.
Anche la fiducia delle imprese nei servizi è diminuita rispetto a gennaio. La fiducia dei consumatori rimane invece su livelli molto bassi. Pur con alcune differenze di metodologia, anche l’indice della Commissione Europea evidenzia una situazione fragile, restando circa sette punti al di sotto della media di lungo periodo. Entrambi gli indicatori segnalano il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia slovacca. Sul piano interno, la Banca Nazionale Slovacca e il Ministero delle Finanze hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025 e il 2026, portandole rispettivamente all’1,2% e 1,6% (Banca Nazionale) e all’1,3% e 1,6% (Ministero). La VÚB banca, parte del gruppo Intesa, è ancora più prudente nelle proprie stime. Il peggioramento del quadro economico renderà più difficile il percorso di consolidamento dei conti pubblici. Raggiungere l’obiettivo di deficit al 4,1% del PIL nel 2026 richiederà interventi di consolidamento per almeno tre miliardi di euro, pari al 2,1% del PIL, tra tagli di spesa e aumenti delle entrate. Il quadro complessivo resta dunque improntato alla cautela. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere l’evoluzione della crescita slovacca, la stabilità del commercio internazionale e la tenuta dei conti pubblici, in un contesto segnato da molteplici rischi geopolitici e da un’economia mondiale che, secondo alcuni analisti, potrebbe registrare entro il primo trimestre 2026 una contrazione degli scambi commerciali di circa il 3 per cento.
Nel primo trimestre dell’anno, la produzione automobilistica in Slovacchia è cresciuta del 15% su base annua, in netta controtendenza rispetto al calo registrato nell’Unione Europea, dove si è osservata una diminuzione del 6%. Anche la Repubblica Ceca e la Germania hanno segnato flessioni, rispettivamente del 2%, secondo i dati di Eurostat. Mentre i costruttori europei affrontano una domanda debole e la concorrenza dei produttori cinesi a basso costo, la Slovacchia beneficia dell’aumento della produzione nello stabilimento Stellantis di Trnava. L’impianto ha investito nella produzione di veicoli elettrici, dopo aver ridotto drasticamente i volumi nei due anni precedenti. Nel 2023, i quattro stabilimenti automobilistici slovacchi hanno prodotto meno di un milione di veicoli, ma per quest’anno si prevede un record di 1,15 milioni di unità.
La casa automobilistica svedese Polestar assemblerà il suo nuovo modello di SUV elettrico nel futuro impianto Volvo in Slovacchia. Volvo e Polestar, entrambe controllate dal gruppo cinese Geely, hanno firmato un memorandum d’intesa per avviare la produzione della Polestar 7 nel 2028. Volvo ha posticipato l’avvio della produzione del nuovo stabilimento, inizialmente previsto per fine 2026, ai primi mesi del 2027. L’impianto, dal valore di 1,2 miliardi di euro, avrà una capacità annua iniziale di 250.000 veicoli, compresi due modelli di piccoli SUV urbani.
La società statale Železnice Slovenskej republiky (ŽSR), gestore dell’infrastruttura ferroviaria in Slovacchia, ha ricevuto 130 milioni di euro dall’Unione europea per migliorare i collegamenti ferroviari con l’Ucraina. I fondi saranno destinati all’ammodernamento delle tratte nei pressi di Spišská Nová Ves e Čierna nad Tisou, oltre che all’installazione del sistema di sicurezza ETCS. L’iniziativa rientra in un pacchetto complessivo da 2,8 miliardi di euro con cui l’UE sostiene 94 progetti infrastrutturali nella regione. Il governo slovacco ha inoltre approvato l'aggiornamento del programma nazionale per le infrastrutture stradali e ferroviarie, stabilendo le priorità per 167 progetti autostradali, 370 stradali e 141 ferroviari. Tra gli interventi principali figura il completamento di tre tratti dell'autostrada D3, attualmente in fase di gara d'appalto, con data prevista di completamento entro il 2032. Per il solo settore autostradale sono stati stanziati 536 milioni di euro per il 2025, 844 milioni per il 2026 e ben 1,4 miliardi di euro nel 2027, anno elettorale. Tuttavia, si rileva una contrazione rispetto alle previsioni precedenti: lo scorso anno si stimava una spesa di 800 milioni già per quest'anno. L'aggiornamento del piano esclude esplicitamente investimenti nel controverso tunnel Karpaty (12 km), previsto tra Rača e Záhorie, che quindi non sarà realizzato nei prossimi anni. Nel frattempo, l'ente autostradale NDS ha confermato l'esito originario della gara per la realizzazione di un tratto di 10 km della D3 tra Kysucké Nové Mesto e Oščadnica. L'appalto è stato aggiudicato nuovamente alla società Skanska, con un'offerta pari a 261,3 milioni di euro. Per maggiori informazioni su tutte le gare d'appalto aperte è possibile contattare la Camera di Commercio Italo-Slovacca.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
La regione Sud-Est del Brasile è considerata una delle aree più sviluppate del Paese e concentra la maggior parte del PIL nazionale – il 64,4%. Focalizzandosi principalmente sulle aree fluminense e paulista, Minas Gerais si presenta come uno stato promettente e leader in settori economici che prima erano dominati da San Paolo e Rio de Janeiro: è il leader nella crescita del turismo considerando l’intera unità nazionale. L'attività turistica si è dimostrata davvero promettente considerando gli anni 2023 e 2024, nel primo dei quali ha registrato un movimento di capitale pari a 34 miliardi di reais, accumulando un aumento del 10,5% tra settembre 2023 e agosto 2024.
L'espansione di questo settore economico nello stato è il risultato di diversi fattori congiunti, con particolare enfasi sul rafforzamento degli investimenti nella catena turistica grazie alla collaborazione tra amministrazioni comunali e imprese private. Il principale focus di questo settore è senza dubbio la cultura, che occupa il primo posto nella classifica delle principali segmentazioni turistiche secondo il Censimento del Turismo Mineiro 2023, al quale hanno partecipato l'80% dei comuni dello stato.
L'economia di Minas Gerais è, così, modernizzata e si mostra molto dinamica e redditizia: è la terza economia più grande del paese considerando i valori del Prodotto Interno Lordo (PIL), avendo raggiunto nel 2023 la cifra record di 1,02 trilioni di reais per la prima volta. La sua economia è quindi più grande di quella di vari paesi, come Marocco, Tunisia, Croazia e Serbia, tra altri.
Dato l'attuale rafforzamento dell'economia mineira, è naturale che l'offerta turistica presenti grande varietà grazie a una serie di itinerari diversi:
Un itinerario di spicco è "Caminhos da Arte e Cultura", che si concentra sul Museo Inhotim a Brumadinho. L'Inhotim è più di una semplice esperienza artistica: combina architettura, paesaggismo e arte attraverso percorsi ed esperienze immersive e interattive. Un altro itinerario di rilievo è quello dell'Architettura Italiana, tra Belo Horizonte e Juiz de Fora, che si concentra su progetti architettonici progettati o decorati da immigrati italiani, come l'Edifício Dantas & Irmão e il Palácio das Artes.
In questa linea, l'Azienda di Assistenza Tecnica e di Estensione Rurale dello Stato di Minas Gerais (Emater-MG) ha catalogato 90 esperienze turistiche legate ai prodotti dell’agroindustria mineira, come formaggi artigianali, dolci, caffè e cachaça.
Un altro punto strettamente legato al turismo rurale è il turismo gastronomico a Minas Gerais, uno degli stati con la migliore cucina del Paese. In questo senso, lo Stato presenta alcuni punti salienti:
In questo modo, è importante evidenziare alcune concentrazioni produttive nello stato legate al settore turistico.
Un grande paese importatore del caffè brasiliano è l'Italia: nel 2023, l’Italia è stata il terzo principale mercato di destinazione delle esportazioni mineiras di caffè e, nel 2024, è il quarto mercato principale. Nel 2023, le esportazioni di caffè da Minas verso l'Italia hanno totalizzato 512,1 milioni di dollari. Nel 2024, considerando il periodo da gennaio a ottobre, le esportazioni verso l'Italia hanno già raggiunto 517,2 milioni di dollari.
In sintesi, il turismo mineiro mostra una crescita straordinaria: nel 2023, Minas Gerais ha ricevuto 31 milioni di turisti, un numero superiore alla popolazione dello stato, e a livello internazionale, 38.526 turisti sono entrati nello stato per via aerea, provenienti principalmente dagli Stati Uniti, Colombia e Portogallo. Con tutta questa diversità, il Minas Gerais rafforza la sua posizione come una delle principali destinazioni turistiche del Brasile, unendo tradizione, innovazione e un’ospitalità unica.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)