Venerdì 25 Luglio 2025
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Il Governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato oggi l’assegnazione di oltre $ 7,3 milioni in nuovi finanziamenti tramite il programma Texas Talent Connection Grant, a sostegno di 22 progetti innovativi di formazione professionale e inserimento lavorativo attivi in tutto lo Stato.
Dal lancio del programma nel 2015, il Governatore Abbott ha distribuito più di $ 57 milioni in contributi destinati a rafforzare le competenze della forza lavoro texana. Questi finanziamenti mirano a favorire una migliore collocazione lavorativa, aumenti salariali e una maggiore stabilità occupazionale, con particolare attenzione a categorie vulnerabili, tra cui i cosiddetti opportunity youth — giovani tra i 16 e i 24 anni che non studiano né lavorano.
«Il Texas è leader nazionale nella creazione di posti di lavoro grazie al miglior clima per gli affari in America e a una forza lavoro sempre più qualificata», ha dichiarato il Governatore Abbott. «Per sostenere la crescita della nostra economia, stiamo investendo in percorsi di formazione che aiutano i texani a ottenere impieghi migliori e stipendi più alti. Insieme a partner locali e imprenditori, stiamo costruendo la forza lavoro del Texas del futuro.»
I fondi saranno distribuiti attraverso bandi competitivi e supporteranno iniziative educative che coniugano innovazione, inclusività e un forte orientamento ai risultati occupazionali.
La Commissione Europea ha presentato agli Stati membri una nuova lista di beni statunitensi soggetti a possibili contro-dazi per un valore di 72,1 miliardi di euro, nel caso in cui i negoziati con Washington fallissero. Questo pacchetto si aggiunge ai 21 miliardi di euro di dazi già previsti e finora congelati. Se non si raggiungerà un accordo, i primi dazi potrebbero entrare in vigore il 6 agosto 2025.
I settori colpiti riguardano principalmente:
Restano escluse le forniture militari, i farmaci, i semiconduttori e alcune materie prime strategiche. Inoltre, l’UE valuta restrizioni all’export europeo verso gli USA per circa 94 milioni di euro, focalizzate su rottami di ferro e alluminio.
Per le aziende texane – in particolare nei settori high-tech, agroalimentare e aerospaziale – si profilano potenziali ripercussioni commerciali in Europa.
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas, Inc.)
Dall’inizio dell’anno, il Brasile ha saldato 1,3 miliardi di R$ di contributi verso organizzazioni internazionali, ha annunciato il 14 luglio il Ministero della Pianificazione e del Bilancio. Secondo il Ministero, il Paese ha saldato le obbligazioni con 62 organizzazioni esterne.
L’importo maggiore è stato versato alle Nazioni Unite (ONU). Secondo il Ministero, il Brasile ha versato integralmente i suoi contributi al bilancio ordinario delle Nazioni Unite e all’International Residual Mechanism for Criminal Tribunals (IRMCT).
Il governo brasiliano ha contribuito anche alle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite.
“I pagamenti rafforzano l’impegno del Paese nei confronti del multilateralismo, dell’integrazione regionale e della cooperazione internazionale, in settori quali commercio e finanza, sanità, diritti umani, scienza e tecnologia, ambiente e sviluppo sostenibile”, ha affermato il Ministero in una nota.
Dal 2024, il Brasile è nell’elenco dei Paesi in regola con le Nazioni Unite. Secondo il Ministero, nel 2025 il Paese continuerà a onorare i propri obblighi per riaffermare l’impegno del Brasile nei confronti del sistema multilaterale e il ruolo delle Nazioni Unite in uno scenario globale avverso.
Secondo il Ministero della Pianificazione, il Paese ha inoltre versato contributi alle seguenti organizzazioni:
Mercosur
A livello regionale, il Brasile ha adempiuto ai propri obblighi nei confronti delle seguenti istituzioni:
Banche multilaterali
Nel settore finanziario, il Brasile ha contribuito pienamente alla International Finance Corporation (IFC), un’istituzione finanziaria collegata alla Banca Mondiale che finanzia gli investimenti privati nei paesi emergenti.
Il pagamento, ha riferito il Ministero, rafforzerà la partecipazione del Brasile alle decisioni dell’istituzione e favorirà il finanziamento di investimenti privati con un impatto socioeconomico positivo, in linea con l’agenda di sviluppo nazionale.
Il Paese ha inoltre iniziato a pagare le rate complete della Banca di Sviluppo dell’America Latina e dei Caraibi (CAF) e del Fondo Finanziario per lo Sviluppo del Bacino di La Plata (Fonplata).
Ambiente
Nell’anno in cui ha ospita la 30ª Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 30) a Belém, in Brasile, ha anche onorato i suoi impegni nei confronti delle seguenti organizzazioni per la tutela ambientale. Tra i pagamenti più significativi figurano quelli effettuati alle seguenti istituzioni:
Fonte: Agência Brasil
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
La brasiliana Embraer, terzo maggiore costruttore di aeromobili commerciali al mondo, ha annunciato la vendita di 45 jet della famiglia E195-E2 alla compagnia aerea SAS (Scandinavian Airlines), attualmente in fase di ristrutturazione e sotto nuova direzione strategica danese. L'accordo, il più importante mai siglato da SAS per numero di velivoli dal 1996, ha un valore stimato di 21,8 miliardi di reais (circa 4 miliardi di dollari), e rappresenta una delle maggiori commesse internazionali della storia recente dell’industria aeronautica brasiliana.
Secondo quanto comunicato dalla presidenza della Repubblica del Brasile e confermato da fonti ufficiali dell’azienda, l’accordo prevede anche opzioni per ulteriori dieci aeromobili. Le consegne inizieranno nel 2027 e si estenderanno nei quattro anni successivi. I jet E195-E2, noti per la loro efficienza e sostenibilità, saranno equipaggiati con motori Pratt & Whitney GTF, in grado di ridurre il consumo di carburante del 29% e il rumore del 62% rispetto alla generazione precedente. Inoltre, gli aeromobili sono già compatibili con carburanti sostenibili (SAF) fino al 50%, con certificazioni in corso per il 100%.
La transazione arriva in un momento geopolitico delicato: mentre l’industria aeronautica globale guarda con attenzione alle potenziali restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti, in particolare sotto l’amministrazione Trump, Embraer rafforza la propria presenza sul mercato europeo, consolidando legami con un partner strategico e ampliando il proprio portafoglio in una regione che punta sempre più a una transizione verde nell’aviazione.
L'annuncio ha avuto un impatto positivo anche sui mercati finanziari: le azioni di Embraer hanno chiuso la giornata in rialzo alla Borsa di San Paolo, raggiungendo il massimo storico. Per il governo brasiliano, il contratto è stato celebrato come un esempio di diplomazia econômica bem-sucedida e come una prova della competitività della tecnologia nazionale sul mercato internazionale.
Oltre al valore economico diretto, l'accordo è considerato un passo importante nella strategia di SAS di rinnovamento della propria flotta, volta ad aumentare l'efficienza operativa, ridurre l'impronta ecologica e offrire maggiore flessibilità sulle rotte europee. Per Embraer, si tratta di una conferma del ruolo centrale che gli E-Jets di nuova generazione giocano nel mercato dei velivoli regionali, dove la concorrenza si fa sempre più serrata con modelli come l’Airbus A220.
Con questa nuova commessa, Embraer rafforza non solo la sua presenza in Europa, ma anche la fiducia del mercato nella propria capacità industriale e di innovazione. In un contesto globale incerto, l’industria aeronautica brasiliana dimostra così di poter essere protagonista nello scenario internazionale.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
La Slovacchia sta attraversando una fase economica difficile, con l’inflazione che cresce a un ritmo tra i più alti dell’Unione europea. Secondo i dati di maggio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato del 4,3% su base annua, quasi il doppio rispetto alla media dell’eurozona, ferma all’1,9%. Il Paese figura tra i cinque Stati membri con la maggiore inflazione dell’UE.
L’aumento più marcato ha riguardato alimentari e bevande, i cui prezzi sono saliti dell’1,3% solo nel mese di maggio. Anche altri settori, come l’istruzione, hanno registrato rincari significativi, con costi cresciuti del 10% su base annua. Più contenuti, invece, gli aumenti nel settore dei trasporti. Tra le cause immediate dell’inflazione ci sono recenti interventi di politica fiscale, come l’aumento dell’IVA, l’introduzione di nuove imposte sui pagamenti bancari e una tassa sullo zucchero. La Banca nazionale slovacca avverte che queste misure avranno un impatto ancora più evidente nei prossimi mesi. Per il 2025, la banca centrale prevede un’inflazione media annua del 4,4%, il che significa che le famiglie slovacche dovranno affrontare un’ulteriore erosione del potere d’acquisto. Un acquisto da 100 euro oggi costa in media circa 104 euro rispetto a un anno fa, comprimendo i bilanci familiari e obbligando le persone a ridurre i consumi. Gli analisti non prevedono un miglioramento a breve. Al contrario, ritengono probabile un ulteriore aumento dei prezzi nei mesi estivi, aggravato da una base di confronto più bassa rispetto all’anno precedente.
L’inflazione resta dunque uno dei principali problemi economici per la Slovacchia, dove i consumatori si trovano costretti a ponderare attentamente ogni spesa.
La società statale slovacca Javys ha indetto una gara d’appalto del valore stimato di 15 milioni di euro per servizi di consulenza relativi alla costruzione e al finanziamento di una nuova centrale nucleare. Il consulente selezionato assisterà la società nella conclusione dei contratti necessari. Nel frattempo, Javys (51%) ha costituito una joint venture con Newcleo (49%), denominata CVP, con l’obiettivo di costruire quattro reattori nella località di Jaslovské Bohunice, per una capacità installata complessiva di 800 MW. I nuovi impianti produrranno energia elettrica utilizzando combustibile nucleare esausto, segnando un passo importante verso l’economia circolare nel settore energetico. Secondo quanto riportato da OKTE, nel 2023 l’energia nucleare ha rappresentato il 61% della produzione elettrica slovacca, seguita da quella idroelettrica (17%) e da quella a gas (10%).
Grazie a questa composizione, la Slovacchia ha ridotto per la prima volta la propria impronta carbonica sotto i 100 gCO₂/kWh, raggiungendo i 99 gCO₂/kWh, uno dei valori più bassi d’Europa dopo Svezia, Francia e Finlandia. Newcleo, con sede a Torino, punta a chiudere il ciclo del combustibile nucleare e a rivoluzionare il settore con soluzioni sostenibili e replicabili, basate sull’uso di piombo liquido come refrigerante e combustibile riciclato come fonte. Il modello sviluppato per la Slovacchia potrebbe diventare un benchmark europeo per la gestione sostenibile delle scorie e la produzione di energia pulita: un esempio concreto di sinergia tra tecnologia italiana, know-how industriale e cooperazione strategica internazionale. L’azienda di Stefano Buono ha inoltre recentemente firmato, presso la sede della società statale slovacca JAVYS, l’accordo per la creazione del Centro per lo sviluppo dell’utilizzo del combustibile nucleare esaurito (CVP).
Il primo ministro slovacco Robert Fico, durante la cerimonia di sottoscrizione del memorandum d’intesa, ha sottolineato che l’energia nucleare gode del pieno sostegno del governo, ricordando che, nonostante la Slovacchia sia ormai un esportatore netto di energia grazie all’attivazione del quarto blocco di Mochovce, entro il 2040 il fabbisogno nazionale di elettricità potrebbe aumentare fino all’80%.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Il settore delle pompe di calore in Slovacchia sta attraversando una fase di difficoltà a causa della domanda in calo in Europa, nonostante investimenti significativi da parte dei principali produttori tedeschi e di altre aziende europee.
La nuova fabbrica di Senica del produttore tedesco Vaillant ha chiuso lo scorso anno con una perdita quintuplicata a 46,3 milioni di euro, nonostante un aumento del 54% delle vendite, salite a 243 milioni di euro. Lo stabilimento, entrato in produzione nel 2023 dopo un investimento di 120 milioni di euro, ha ridotto il personale da 560 unità a fine 2023 a 478 un anno dopo. Rimane in sospeso la decisione su un ulteriore investimento da 130 milioni di euro previsto a Palárikovo. Vaillant ha ridotto di 100 unità anche il personale nello stabilimento di Trenčianske Stankovce, sceso a 890 dipendenti. In questa sede, i ricavi sono calati dell’8% a 441 milioni di euro, mentre l’utile netto è cresciuto del 25% a 13,3 milioni di euro. Nello stabilimento di Skalica, i ricavi sono rimasti stabili a 400 milioni di euro, ma l’utile si è dimezzato, scendendo a 15,4 milioni di euro.
Anche il concorrente tedesco Stiebel Eltron ha rivisto i propri piani. L’azienda aveva annunciato un investimento da 26 milioni di euro a Poprad e l’assunzione di 100 nuovi addetti, ma ha invece tagliato 150 posti di lavoro, riducendo la forza lavoro a 350 persone. Le vendite sono diminuite di un terzo a 49 milioni di euro, mentre l’utile si è ridotto di due terzi, fermandosi a 1,4 milioni di euro.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
L’Italia si posiziona come terzo fornitore mondiale e primo esportatore europeo di gioielleria verso gli Emirati Arabi Uniti, con esportazioni che hanno raggiunto i 1,22 miliardi di euro. Solo nel febbraio 2025, l’Italia ha registrato esportazioni di gioielli per 238 milioni di euro verso gli EAU, segnando un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo del 2024 e mantenendo una quota del 5% del mercato totale delle importazioni.
A conferma di questo slancio, il Padiglione Italiano alla 55ª edizione del Watch & Jewellery Middle East Show sarà ampliato per ospitare 48 brand, rafforzando la presenza italiana all’interno della fiera.
Lorenzo Fanara, Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti, ha dichiarato:
“La gioielleria italiana è molto più che maestria artigianale. È una celebrazione del nostro stile di vita, della nostra creatività e della nostra passione per la bellezza.”
Con l’industria che si orienta verso nuovi standard di sostenibilità, i produttori italiani stanno evolvendo, puntando su trasparenza della filiera e modelli produttivi circolari. Di fronte alla crescente attenzione dei consumatori emiratini verso l’approvvigionamento etico, i brand italiani mettono in risalto il loro impegno verso la responsabilità ambientale, integrando valori moderni con tecniche artigianali secolari.
Con una superficie espositiva complessiva di 708 m², l’Italia si conferma la più grande presenza internazionale dell’edizione 2025 dell’evento, che si tiene dal 28 maggio al 1° giugno presso l’Expo Centre Sharjah.
La società tecnologica emiratina G42 ha annunciato di aver stretto un accordo con la startup italiana di intelligenza artificiale iGenius per sviluppare in Italia un importante supercomputer dedicato all’IA, come dichiarato in un comunicato congiunto diffuso venerdì.
L’intesa rientra nel quadro di cooperazione bilaterale annunciato durante il vertice Italia–Emirati dello scorso febbraio, in occasione del quale gli EAU si sono impegnati a investire 40 miliardi di dollari in Italia, come dichiarato all’epoca dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il progetto, denominato Colosseum, prevede la creazione di un data center per l’intelligenza artificiale nel sud Italia, con un investimento di 1 miliardo di dollari in cinque anni, sfruttando tecnologie avanzate sviluppate da Nvidia.
G42 sarà il principale finanziatore della fase iniziale, con l’obiettivo di realizzare quella che le due aziende definiscono la più grande infrastruttura di calcolo per l’IA in Europa.
L'accordo porterà alla nascita di un hub dell’intelligenza artificiale in Italia, ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante la conferenza Investopia a Milano, evidenziando le “forti possibilità” che la sede venga realizzata in Puglia.
Tra gli azionisti di G42 figurano il fondo sovrano di Abu Dhabi Mubadala, la famiglia reale degli Emirati e la società statunitense di private equity Silver Lak.
Il gruppo energetico italiano Eni e la società di Dubai Khazna hanno firmato un accordo preliminare per sviluppare congiuntamente un campus di data center da 500 megawatt (MW) nel nord Italia, secondo quanto annunciato dalle due aziende venerdì.
Il campus, che sorgerà nei pressi di Milano, rientra in una più ampia collaborazione tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, finalizzata a potenziare le infrastrutture digitali nazionali, con l’obiettivo di installare fino a 1 gigawatt di capacità IT sull’intero territorio italiano.
Secondo quanto riferito da Eni, il nuovo centro sarà alimentato da energia cosiddetta "blue power", ovvero elettricità prodotta da un impianto a gas dotato di tecnologia di cattura della CO₂, per ridurre le emissioni inquinanti.
Secondo le stime dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, gli investimenti nei data center in Italia raddoppieranno a 10 miliardi di euro nel biennio 2025-2026, rispetto ai due anni precedenti, grazie ai piani di espansione delle grandi aziende tecnologiche.
Il 24 febbraio 2025, Italia ed Emirati Arabi Uniti hanno sottoscritto un accordo di portata storica che prevede investimenti congiunti per un valore complessivo di 40 miliardi di dollari. La partnership punta a consolidare i rapporti economici tra i due Paesi, con particolare attenzione a settori strategici quali intelligenza artificiale, data center, ricerca spaziale, energie rinnovabili e terre rare. L’intesa segna un’importante evoluzione nelle relazioni bilaterali, con l’obiettivo di favorire l’innovazione tecnologica e promuovere uno sviluppo sostenibile condiviso.
L’accordo include oltre 40 intese sottoscritte da enti governativi e aziende private di entrambi i Paesi, coinvolgendo alcune delle principali realtà italiane, tra cui Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri, Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Intesa Sanpaolo. Le collaborazioni si estendono a numerosi ambiti strategici:
Questo accordo rappresenta un punto di svolta nelle relazioni tra Italia ed Emirati Arabi Uniti, dando avvio a una cooperazione strutturata e duratura in settori chiave per la crescita economica e tecnologica di entrambi i Paesi.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)
Il Ministero delle Finanze afferma che la revisione della crescita del PIL è correlata alla resilienza del mercato del lavoro nel secondo trimestre
Il Ministero delle Finanze ha aumentato le sue previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano dal 2,4% al 2,5% nel 2025. La revisione è legata alla resilienza del mercato del lavoro nel secondo trimestre.
Secondo il Ministero, l’andamento del mercato del lavoro nel periodo in esame ha portato ad “aspettative di performance migliori di quelle inizialmente attese per i consumi delle famiglie nei prossimi mesi, nonostante la politica monetaria restrittiva”.
I dati sull’andamento dell’economia brasiliana fanno parte del Bollettino ‘Macrofiscal’ di giugno, pubblicato dalla Segreteria di Politica Economica (SPE) del Ministero delle Finanze, dell’11/07 (6/11).
Macrofiscal è un rapporto bimestrale che pubblica proiezioni a breve e medio termine sull’attività economica e sugli indicatori di inflazione, utilizzati nel processo di bilancio dell’Unione.
Vale la pena notare che le proiezioni non considerano ancora i potenziali impatti dell’aumento dei dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti al Brasile dal 10% al 50%. Il Ministero delle Finanze ritiene che l’impatto della misura sarà concentrato in settori specifici e potrebbe avere “scarsa” influenza sulla stima di crescita per il 2025.
Per la SPE, la lettera di Donald Trump “giustifica la decisione per ragioni puramente politiche, creando grande incertezza”. La segreteria ha inoltre riferito che “l’incertezza sulla direzione dell’economia globale rimane elevata”.
PIL
PIL del secondo trimestre per il Ministero delle Finanze
L’economia brasiliana è cresciuta dell’1,4% nel primo trimestre, grazie anche alla solida performance del settore agricolo. Il Ministero delle Finanze prevede un rallentamento del PIL nel secondo trimestre rispetto al periodo precedente.
Secondo il Bollettino Macrofiscal, l’economia dovrebbe crescere solo dello 0,6% marginale. “In un confronto trimestrale, si prevede un calo del PIL agricolo, mentre il ritmo di attività nell'industria e nei servizi dovrebbe aumentare”, ha riportato la SPE.
Dal punto di vista della domanda, il Ministero prevede un rallentamento nel ritmo di espansione dell’assorbimento interno, con un calo degli investimenti e un contributo positivo dal settore estero.
Altre proiezioni per il 2025 e il 2026
2025 - PIL reale: 2,5%; Inflazione: 4,9%; Inpc (Indice nazionale dei prezzi al consumo) accumulato: 4,7%; Igp-di (Indice generale dei prezzi - disponibilità interna) accumulato: 4,6%
2026 - PIL reale: 2,4%; Inflazione: 3,6%; Inpc accumulato: 3,3%; Igp-di accumulato: 5%
Fonte: Metrópolis | di Mariana Andrade
I paesi sudamericani avranno accesso a un mercato da 1,4 trilioni di dollari
Il blocco economico del Mercosur ha concluso i negoziati per un accordo commerciale con l’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA), che comprende Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. L’annuncio della conclusione dei negoziati, iniziati nel 2017, è stato dato il 2 luglio, durante il 66° Vertice del Mercosur, a Buenos Aires, in Argentina.
Il Mercosur è composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, oltre alla Bolivia, che è in procinto di aderire.
“Dopo Singapore nel 2023 e l’Unione Europea nel 2024, il Mercosur ha ora concluso i negoziati con l’EFTA, un blocco che comprende Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda. Un mercato ad alto reddito che garantirà un facile accesso al 100% delle nostre esportazioni industriali. Ci sono voluti otto anni di duro lavoro, ma i risultati dimostrano che il dialogo è la strada giusta per stimolare la nostra economia, generando posti di lavoro e reddito”, ha celebrato il Vicepresidente e Ministro dello Sviluppo, dell’Industria e del Commercio del Brasile, Geraldo Alckmin.
Creata nel 1960, l’EFTA è un’organizzazione intergovernativa con una popolazione di 15 milioni di persone e un Prodotto Interno Lordo (PIL) combinato di 1,4 trilioni di dollari. In termini di PIL pro capite, il Liechtenstein è considerato il secondo Paese più ricco al mondo, con un reddito medio annuo di 186.000 dollari pro capite. La Svizzera è il quarto Paese più ricco, con un reddito medio pro capite di 104.500 dollari. Anche Islanda e Norvegia si classificano tra i paesi con i redditi medi più alti.
“Il mercato dei servizi dell’EFTA è uno dei più grandi al mondo. Nel 2024, il blocco ha importato servizi per 284 miliardi di dollari. Rispetto agli altri paesi, sarebbe il nono importatore al mondo, davanti a India, Giappone, Italia, Corea del Sud e Canada. Nel 2024, il blocco ha esportato servizi per un valore di 245 miliardi di dollari. È stato anche il nono maggiore esportatore, davanti a paesi come Giappone, Spagna, Canada e Italia”, ha sottolineato il governo brasiliano in una nota.
Nonostante la fine dei negoziati, i termini dell’accordo devono essere ratificati internamente da ciascuno dei paesi coinvolti.
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva si trovava a Buenos Aires, dove ha partecipato a un incontro con gli altri leader del Mercosur la mattina del 3 luglio. Il governo brasiliano assumerà la presidenza pro tempore dell’Unione per i prossimi sei mesi.
Fonte: Agência Brasil | di Pedro Rafael Vilela
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il Governo catalano ha approvato il Catalonia Leads Plan, una strategia ambiziosa e trasversale che mira a posizionare la Catalogna tra le regioni più avanzate e competitive d’Europa. Il piano, che sarà attuato nel periodo 2025-2030, prevede un investimento pubblico complessivo fino a 18,5 miliardi di euro, rappresentando così la più grande mobilitazione di risorse pubbliche nella regione dal 2010.
Il piano si basa su cinque grandi obiettivi strategici che riflettono una versione olistica di sviluppo:
Il Catalonia Leads Plan si articola in cinque blocchi strategici, che comprendono 25 linee d’azione e ben 200 misure concrete:
Per garantire l’effettiva realizzazione del piano, sarà creata una nuova entità denominata LIDERA, incaricata di guidare e gestire gli investimenti previsti. Questa struttura sarà il punto di riferimento per il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative.
Questa iniziativa rappresenta un’opportunità strategica per le imprese italiane interessate a espandersi o rafforzare la propria presenza in Catalogna, grazie all’ampia disponibilità di investimenti pubblici, alla forte spinta verso l’innovazione e la sostenibilità, e alla possibilità di partecipare a progetti congiunti nell’ambito di partenariati pubblico-privati, in un contesto economico stabile e in forte trasformazione.
Per il mercato spagnolo e catalano, questo piano rappresenta un cambio di passo strutturale: si apre una fase di forte mobilitazione economica e istituzionale, che aumenterà la capacità di attrazione degli investimenti esteri, rafforzerà il posizionamento della Catalogna come hub innovativo e sostenibile, e creerà nuove reti di collaborazione tra attori pubblici e privati. Le imprese che sapranno leggere in anticipo queste dinamiche e inserirsi nei meccanismi operativi del piano (come bandi, consorzi, partenariati) avranno un chiaro vantaggio competitivo, potendo cogliere opportunità concrete in un contesto favorevole allo sviluppo e alla cooperazione internazionale.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)
Secondo l’ Asian Cities Internationality Index 2025, Hong Kong emerge come la città più internazionale tra undici grandi metropoli asiatiche: Bangkok, Ho Chi Minh City, Hong Kong, Jakarta, Kuala Lumpur, Mumbai, Seoul, Shanghai, Singapore, Taipei, Tokyo. Il report, sviluppato dalla Hong Kong General Chamber of Commerce insieme alla società di ricerche di mercato globali Ipsos, valuta le città su sette dimensioni: Economia & Affari, Qualità della Vita, Infrastrutture & Connettività, Innovazione & Idee, Diversità del Capitale Umano, Interazione tra Culture e Sistema legale & Governativo per le imprese.
Hong Kong eccelle in particolare nella dimensione Economia & Affari, dove si classifica prima assoluta grazie a un ambiente imprenditoriale aperto, mercati finanziari sofisticati e forti flussi di investimento estero. Ciò è accompagnato da un alto livello di qualità della vita. Infatti, nella categoria Qualità della Vita, Hong Kong si posiziona seconda: vanta eccellenti servizi sanitari, alti standard di sicurezza e un forte impegno verso la sostenibilità. Manca il primo posto, occupato da Tokyo, a causa dei costi elevati di affitto e istruzione privata.
Hong Kong si classifica seconda anche nella dimensione Infrastrutture & Connettività. La città domina nella connettività aerea (collegata a 55 paesi) e mantiene prestazioni elevate nei trasporti digitali e fisici. Tuttavia, Hong Kong sta risentendo di un calo costante nel traffico portuale containerizzato e della crescente concorrenza da parte di porti rivali, in un contesto globale che si orienta verso il nearshoring. Ciò fa sì che unicamente a livello di efficienza logistica si posizioni al quarto posto nella classifica, dominata da Singapore. La dimensione Infrastrutture & Connettività analizza anche la facilità e la libertà nella diffusione delle informazioni. Hong Kong, in questa sottocategoria, si posiziona terza, mostrando una netta differenza rispetto alla Cina continentale, come evidenziato dalla posizione di Shanghai, situata nella bottom 3 della classifica.
Hong Kong si classifica seconda anche per la dimensione Diversità del Capitale Umano, grazie all’alto livello delle sue università e delle sue istituzioni superiori - che permettono alla città di primeggiare nella sottodimensione Risorse educative. Tra le città analizzate, Hong Kong è inoltre la città con la forza lavoro più internazionale.
Hong Kong si posiziona tra le migliori anche per il suo sistema legale. Infatti, nella dimensione Sistema legale & Governativo per le imprese è terza, eccellendo in particolare nella sottocategoria Sistema legale per le imprese, favorita da un sistema di common law che le permette di allinearsi agli standard legali internazionali. Non raggiunge Tokyo (1a posizione) e Singapore (2a posizione) a causa di una presenza internazionale minore (ambasciate, organizzazioni globali) e a un margine di miglioramento nella percezione di apertura del governo verso attori esterni.
Forte di questi risultati, Hong Kong presenta margini di miglioramento in due dimensioni, posizionandosi 4°: Innovazione & Idee e Interazione tra Culture. La prima, che analizza la capacità nello sviluppare e scambiare idee spingendo l’innovazione, Hong Kong si lascia superare da Shanghai (1a posizione), Singapore (2a posizione) e Seoul (3a posizione) a causa di minori investimenti in ricerca e innovazione. Considerando l’alto livello del suo capitale umano, Hong Kong ha però le risorse per capitalizzare sul potenziale delle sue università e istituti di ricerca. Per quanto riguarda la dimensione Interazione tra Culture, Hong Kong si distingue per la sua identità “East-meets-West” e per gli alti numeri turistici, ma è penalizzata dalla relativa scarsità di musei e strutture culturali.
In conclusione, Hong Kong rimane un punto di riferimento urbano globale e ha dimostrato di essere capace di performare meglio di città come Singapore e Tokyo, rispettivamente 2a e 3a posizione nella classifica generale. Per consolidare e rafforzare la propria leadership, Hong Kong ha l'opportunità di aumentare gli investimenti nella ricerca e di promuovere ancora di più la sua ricchezza culturale e la sua diversità demografica. Inoltre, rafforzando il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente, la città può affrontare con successo le sfide geopolitiche e continuare a coltivare forti legami commerciali e culturali con il resto del mondo.
Fonti:
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Hong Kong and Macao)
Un’opportunità unica per le imprese nella capitale dell’Amazzonia
Belém, la vibrante città brasiliana situata alle porte dell’Amazzonia, si prepara a ospitare nel novembre 2025 la 30ª Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. In un momento cruciale per l’agenda climatica globale, l’apertura ufficiale delle iscrizioni alla Green Zone della COP30 segna un passo strategico verso un evento più inclusivo, partecipativo e orientato alle soluzioni concrete.
Dal 7 al 17 luglio 2025, organizzazioni della società civile, imprese, istituzioni pubbliche e private, università, startup e collettivi culturali potranno candidarsi per realizzare eventi, esposizioni, dibattiti e attività all’interno della Green Zone, uno spazio concepito per stimolare il dialogo tra attori diversi e promuovere l’innovazione sostenibile. La partecipazione è aperta anche a soggetti internazionali, rendendo questa edizione una delle più accessibili e strategiche degli ultimi anni.
Ma cos’è esattamente la Green Zone? Si tratta di un’area parallela alla cosiddetta Blue Zone, dove si svolgono i negoziati ufficiali tra delegazioni e capi di Stato. Nella Green Zone, invece, il clima si affronta dal basso: si parla di finanza sostenibile, tecnologie pulite, economia circolare, energie rinnovabili, gestione delle risorse naturali, bioeconomia amazzonica, giustizia climatica e diritti delle popolazioni indigene. Tutto questo in un contesto aperto al pubblico, senza necessità di accrediti diplomatici o pass ufficiali dell’ONU. A ospitare la zona sarà il Parque da Cidade, uno dei grandi polmoni verdi urbani di Belém, che verrà completamente ristrutturato per l’occasione.
L’esperienza delle ultime edizioni della COP dimostra l’importanza crescente di questo spazio. A Dubai, durante la COP28, la Green Zone ha accolto oltre 150.000 visitatori e ha ospitato centinaia di eventi tematici, esposizioni interattive e lanci di iniziative internazionali con la presenza di aziende, giovani, scienziati, attivisti e investitori. Già a Glasgow, nella COP26, e a Sharm El-Sheikh, durante la COP27, questa formula aveva dimostrato la propria efficacia nel connettere mondi diversi, favorendo sinergie tra settore privato, società civile e istituzioni multilaterali.
In questo contesto, la partecipazione delle imprese assume un ruolo centrale. Per le aziende italiane, la Green Zone rappresenta molto più di una vetrina: è uno spazio di posizionamento strategico. In un mondo in cui l’adozione di criteri ESG è ormai un elemento chiave per attrarre investimenti, talenti e fiducia da parte del mercato, essere presenti alla COP30 significa rafforzare la propria reputazione e dimostrare un impegno concreto verso la transizione ecologica. L’opportunità di presentare progetti, tecnologie, prodotti o servizi sostenibili a un pubblico altamente qualificato – composto da investitori, fondazioni, policy makers e opinion leader – è una leva di differenziazione e crescita.
Inoltre, la scelta di Belém come sede della conferenza conferisce alla COP30 un significato politico e simbolico potente. Portare il centro del dibattito climatico mondiale nel cuore dell’Amazzonia è un segnale chiaro: il futuro del pianeta si gioca anche e soprattutto nei territori dove le conseguenze del cambiamento climatico sono già realtà quotidiana. Essere presenti lì, in ascolto e in dialogo con comunità locali, ricercatori e imprenditori sociali, significa avvicinarsi alla sostenibilità non come slogan, ma come prassi concreta.
L’evento sarà anche un banco di prova per nuove forme di collaborazione pubblico-privato. La Green Zone offrirà spazi per tavole rotonde, sessioni di networking, incontri bilaterali e workshop, favorendo lo scambio di know-how e la co-creazione di soluzioni. Le imprese potranno proporre panel tematici, partecipare a sessioni istituzionali e contribuire a iniziative speciali legate alla rigenerazione ambientale, alla digitalizzazione per il clima, all’economia inclusiva e alla valorizzazione delle risorse amazzoniche.
Se la Blue Zone è il luogo delle promesse, la Green Zone è quello delle soluzioni. La sua apertura in un contesto così strategico come quello amazzonico rafforza il messaggio che la lotta al cambiamento climatico deve essere condivisa, concreta e multilivello. Non basta più aspettare il consenso delle grandi potenze: serve mobilitare tutte le energie disponibili – economiche, sociali, culturali – per costruire un futuro possibile. La Green Zone della COP30 è la piattaforma ideale per farlo.
Le imprese italiane che vorranno giocare un ruolo attivo nella transizione ecologica globale troveranno a Belém non solo una sfida, ma anche una straordinaria occasione di leadership e impatto.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)