Martedì 6 Maggio 2025
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Nel mese di febbraio 2022, i flussi di investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia sono stati pari a 450 milioni di dollari, valore più basso degli ultimi 17 mesi, pari al 9% del disavanzo delle partite correnti.
Gli IDE nel settore immobiliare da parte di cittadini stranieri sono stati pari a 396 milioni di dollari e hanno rappresentato l'88% del totale. Insieme alle vendite di immobili, gli altri settori che hanno beneficiato di importanti acquisizioni dall’estero sono stati i servizi di ristorazione, l’ICT, il settore chimico e quello agroalimentare con una quota pari all’80% provenienti dai Paesi dell'UE-27 e Regno Unito.
In testa i Paesi Bassi con il 35% di tutto il capitale IDE in entrata in Turchia seguiti da Austria e Germania.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di aprile 2022 erano iscritti 104’391 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 5’109 in meno rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 2,4% nel mese di marzo 2022 al 2,3% nel mese in rassegna. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 46’888 unità (-31,0%).
Disoccupazione giovanile
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è diminuito di 671 unità (-7,3%) arrivando al totale di 8’534, ciò che corrisponde a 5’570 persone in meno (-39,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è diminuito di 1’418 persone (-4,1%), attestandosi a 32’887. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 11’486 persone (-25,9%).
Persone in cerca d’impiego
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 183’220, 10’375 in meno rispetto al mese precedente e 63’007 (-25,6%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è diminuito in aprile di 1’603 raggiungendo le 69’535 unità. Dei 69’535 posti, 55’420 sottostavano all’obbligo di annuncio.
Lavoro ridotto conteggiato nel mese di febbraio 2022
Nel mese di febbraio 2022 sono state colpite dal lavoro ridotto 49’579 persone, ovvero 4’156 in meno (-7,7%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 636 unità (-8,8%) portandosi a 6’569. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 461’656 unità (-16,5%), portandosi a 2’328’007 ore. Nel corrispondente periodo dell’anno precedente (febbraio 2021) erano state registrate 30’206’844 ore perse, ripartite su 413’451 persone in 51’622 aziende.
Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di febbraio 2022
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di febbraio 2022, 1’965 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1504
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) stanzierà un finanziamento di 500 milioni di euro alla Turchia per sostenere la transizione verde, lo ha fatto sapere il Vice-Responsabile della Bers Turchia, Arthur Poghosyan in una intervista rilasciata all'agenzia Anadolu lo scorso 19 aprile in cui rivela che la somma da stanziare è la maggiore rispetto ai finanziamenti precedentemente concessi alla Turchia per sostenere progetti energetici. "La dimensione del nuovo finanziamento (Green Economy Financing Facility Geff) risponde all'ambizioso impegno da parte della Turchia, soprattutto dopo la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi dell’ottobre 2021” ha poi continuato Arthur Poghosyan, concludendo che “onorare questi impegni richiederà da parte della Turchia un netto aumento degli investimenti green dato che utilizza soltanto il 3% del potenziale stimato per l'energia solare e il 15% dell’eolico onshore”.
I tempi per l’erogazione dello stanziamento dipenderà dalla reattività del sistema finanziario turco. Nel dettaglio, il GEFF della BERS destinato alla Turchia prevede 21,5 milioni di euro di finanziamenti agevolati dal Clean Technology Fund (CTF) e 7,1 milioni di euro di sovvenzioni per l'assistenza tecnica dalla CTF e il restante dal Fondo di cooperazione Turchia-BERS. Per consentire al Paese di aumentare gli i investimenti verdi verranno messi in campo altri finanziamenti da parte di altre organizzazioni multilaterali come ad esempio quelli della International Finance Corporation della Banca Mondiale per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo prefissato delle zero emissioni entro il 2053.
Dal 2010 la BERS e i suoi partner finanziari hanno messo a disposizione per la Turchia 2,5 miliardi di euro insieme a quasi 80 milioni di euro in finanziamenti agevolati dalla CTF e 23 milioni di euro in sovvenzioni da parte dell'Unione Europea a 14 istituzioni finanziarie in Turchia.
Le energie rinnovabili svolgono un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi e nella riduzione dei costi per l'energia importata, che sono aumentati notevolmente a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a livello mondiale dopo l’invasione dell’Ucraina: la capacità solare fotovoltaica installata della Turchia ha superato gli 8 mila megawatt nel marzo 2022, rappresentando l'8% della sua capacità installata totale, mentre l'energia eolica si è attestata a 10.861 megawatt, di cui il 10,8% della capacità elettrica totale. La capacità geotermica del paese è invece di 1.676 megawatt.
La quota delle risorse di energia rinnovabile sulla capacità totale installata ha raggiunto il 54%, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali; la capacità è passata da 32.000 MW nel 2002 a 100.334 a fine marzo 2022. Gli impianti idroelettrici detengono la quota maggiore potenza installata con 31.508 MW, seguita da centrali a gas naturale con 25.458 MW. Il carbone domestico detiene la terza quota più grande con 11.388 MW, seguito dalle centrali eoliche con 10.861 MW.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo un decreto presidenziale pubblicato nel mese di marzo scorso sulla Gazzetta Ufficiale, il Governo di Ankara sosterrà il progetto del giacimento di gas naturale scoperto nel 2020 nel Mar Nero. Il valore dell'investimento del progetto Turkish Petroleum (TPAO) è stimato in 145 miliardi di lire turche (circa 10 miliardi di dollari) e la durata del progetto sarà di 11 anni.
Per lo sfruttamento del giacimento di gas, che creerà posti di lavoro per oltre 1.000 persone, è prevista l'esenzione dai dazi doganali, l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) e un abbattimento di tutte le tasse. L’espansione del progetto porterà la capacità di produzione annua della Turchia a 14 miliardi di metri cubi (bcm).
Il giacimento di Sakarya al largo della provincia settentrionale di Zonguldak ha volumi stimati in 540 miliardi di metri cubi.
I dati più recenti diffusi dall'Autorità di regolamentazione del mercato dell'energia (EPDK) mostrano che il consumo di gas naturale della Turchia è stato di 59,6 miliardi metri cubi nel 2021, con un aumento del 24% rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni della Turchia sono cresciute del 22% a 58,7 miliardi di metri cubi.
Si stima che il flusso annuo di gas naturale dal giacimento di Sakarya (il gas verrebbe trasportato dal porto di Fiyos alla rete nazionale turca grazie anche all’ingegneria della nostra SAIPEM), potrebbe variare tra 15 e 20 miliardi di metri cubi, corrispondenti a circa il 30% del consumo annuo di gas della Turchia.
Secondo i piani di Ankara, l’impianto dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del prossimo anno contribuendo a ridurre sensibilmente le importazioni estere, in particolare dalla Federazione Russa. La Turchia, infatti, riceve quasi il 98% del gas che consuma dal gasdotto Blue Stream e Turkish Stream attraverso il Mar Nero dalla Russia e dall’Azerbaigian attraverso il gasdotto TANAP e dall’Iran oltre che il GNL dal Qatar, Algeria e Nigeria.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Rio è stato appena scelto per ospitare l’edizione brasiliana del Web Summit, uno dei più grandi eventi di tecnologia e innovazione al mondo, che riunisce più di 70.000 persone ogni anno a Lisbona.
La prima edizione brasiliana si svolgerà tra un anno, dal 1° al 4 maggio, in uno spazio di oltre 100mila metri quadrati a Riocentro.
Rio de Janeiro stava disputando l’evento con altre due capitali: Porto Alegre e Brasilia.
L’evento fa parte di uno sforzo più ampio di Rio per attrarre investimenti privati e posizionarsi come la capitale latinoamericana della tecnologia e dell’innovazione.
Come parte di questo sforzo, Rio ha già ospitato tre importanti eventi tecnologici negli ultimi 12 mesi: la Rio Innovation Week, che si è svolta a gennaio; Ethereum Rio, a marzo; e Rio2C la scorsa settimana.
Oltre ad attirare il Web Summit, la città ospiterà ad agosto un nuovo evento crypto, Unblockd, organizzato da Dream Factory, dalla stessa holding che organizza Rock in Rio, e da Grupo C+D.
Il Web Summit “segna un nuovo momento per la città: l’attrazione di investimenti e imprese, la trasformazione del contesto imprenditoriale e la qualificazione del nostro capitale umano sono un salto straordinario per fare di Rio la capitale dell’innovazione in America Latina”, il Sindaco Eduardo Paes ha detto al Brazil Journal. “Rio sta pensando di nuovo in grande.”
I negoziati per l’arrivo del Web Summit in Brasile sono iniziati bene nello stile del mercato tecnologico… sui social network.
Nel dicembre 2020, Paddy Cosgrave, l’irlandese che ha fondato il Web Summit più di dieci anni fa, ha pubblicato un tweet prendendo in giro i brasiliani e chiedendo chi avrebbe vinto il concorso Web Summit Brasil: Porto Alegre o Rio.
“All’epoca ho inviato questo tweet a Paes e ho detto che questo evento era estremamente importante strategicamente e che non potevamo mancare affatto a questo!” ha affermato Rodrigo Stallone, presidente di InvestRio, l’agenzia di promozione degli investimenti della città.
Il giorno successivo, Paes ha risposto al tweet di Paddy dicendo che Rio aveva le braccia aperte.
Stallone ha negoziato l’arrivo del Web Summit con Connected Intelligence, la holding che controlla il Web Summit e altri due eventi tecnologici nel mondo: Collision, a Toronto, e Rise, a Hong Kong.
Per Connected, il franchise brasiliano è una naturale espansione del business in uno dei pochi continenti dove ancora non era presente: l’America Latina. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di creare una filiale in Africa.
Quanto a Rio, l’arrivo del Web Summit è una doppia vittoria. Oltre ad attrarre investimenti nella città e promuovere il turismo durante i quattro giorni della manifestazione, il Comune è riuscito a creare un contratto che lo esonera da qualsiasi esborso di risorse pubbliche.
A differenza del modello di Lisbona, in cui la città paga con risorse pubbliche le royalties per l’utilizzo del marchio, Rio pagherà questa cifra con le sponsorizzazioni che attira all’evento.
Per garantire lo svolgimento dell’evento, Senac/Fecomércio ha anche agito come garante dell’operazione: se la città non è in grado di riscuotere l’intero importo delle royalties con la sponsorizzazione, l’istituto integrerà l’importo.
Per rendere la sponsorizzazione più attraente per le aziende, Rio è anche riuscita a ottenere quote di sponsorizzazione per dare ai marchi il diritto di visibilità sia al Web Summit Rio che agli altri tre eventi Connected (Web Summit Lisboa, Collision e Rise).
Inizialmente il contratto con Connected è di tre anni, con possibilità di proroga per altri tre anni.
Il municipio prevede di attirare da 30 a 35mila persone nella prima edizione dell’evento, che dovrebbe generare (direttamente e indirettamente) circa 1 miliardo di R$.
Nel sesto anno, il municipio proietta un pubblico di oltre 70mila persone e un giro d’affari di 3 miliardi di R$.
“Questo deriva dai posti di lavoro che l’evento genera e dal turismo, ma anche dall’attrarre imprese in città”, ha affermato Stallone. “Sia Google che BMW, ad esempio, hanno deciso di aprire la loro sede europea a Lisbona perché vedevano nella città un epicentro dell’innovazione. Pensiamo che il Web Summit farà la stessa cosa qui: quando un’azienda che guarda al Brasile vede che Rio si sta concentrando su tecnologia e innovazione, vorrà venire qui”.
Fonte: Brazil Journal
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Il Ministero degli Affari Esteri di Ankara ha segnalato una interessante iniziativa da parte della Camera di Commercio e Industria di Konya che ha recentemente lanciato una piattaforma rivolta a tutti gli enti economici, istituzioni pubbliche e private e imprenditori interessati a intrattenere rapporti commerciali con l’ente camerale.
Il portale, raggiungibile al seguente link www.listofcompany.com, mira infatti a valorizzare e diffondere una delle più importanti realtà economiche della provincia dell’Anatolia.
Realizzato in otto diverse lingue, il sito web presenta sezioni dettagliate per ogni voce merceologica e consente l’interrogazione di un database aggiornato da parte delle aziende potenzialmente interessate. La piattaforma consente ad importatori ed esportatori di instaurare un primo contatto attraverso il “meeting point” dell’applicativo che prevede la compilazione di un request form. Il tutto è arricchito da una lista di oltre diecimila aziende locali classificate in 50 differenti categorie in base al settore di attività e da un canale virtuale dedicato ai meeting B2B.
La città è tra i centri commerciali più attivi della Turchia e può contare su un patrimonio culturale di primo livello. La regione esporta in quasi duecento differenti Paesi di tutto il Mondo e ha realizzato negli ultimi 20 anni un impressionante sviluppo che le ha consentito di raggiungere un grado di industrializzazione di tutto rispetto nel settore agroalimentare, dell’arredamento, dei macchinari, plastica e calzaturificio e tessile in generale.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il 27 aprile ha debuttato nel porto turco di Galataport, la nave da crociera “Costa Venezia”, prima cruise ship di queste dimensioni ad ormeggiare nel nuovo terminal di Galaport. Il 28 aprile si è tenuta a bordo della nave una suggestiva cerimonia inaugurale durante la quale sono intervenuti il Vice Ministro del Turismo e l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Giorgio Marrapodi.
L’Ambasciatore Marrapodi, nel suo discorso, ha voluto sottolineare l’elevato valore simbolico della presenza della Costa Venezia ad Istanbul che rappresenta al tempo stesso una eccellenza della cantieristica italiana ed il simbolo della ripartenza dell’importante settore crocieristico in Turchia a seguito degli ultimi difficili anni caratterizzati dalla Pandemia. La nave di Fincantieri-Monfalcone, ultimata nel 2019, infatti, ha una lunghezza complessiva di 323 metri per una larghezza massima di 37 e può ospitare oltre 5 mila passeggeri.
Secondo quanto affermato dal Ministro del Cultura e del Turismo Nuri Ersoy, il Galataport di Istanbul dovrebbe raddoppiare la propria capacità nel 2023 (attualmente dispone di oltre mille metri di costa nel centro di Istanbul e costato quasi 2 miliardi di dollari) candidandosi a diventare uno dei principali porti di origine per imbarcazioni come la Costa Venezia potendo contare oggi di infrastrutture di primo livello favorite anche dai collegamenti aeroportuali (la Turkish Airlines ha infatti attualmente voli diretti da Istanbul in più di 130 destinazioni nel mondo).
Il Ministro Ersoy insieme al Governatore della città di Istanbul, Ali Yerlikaya, hanno visitato l’imbarcazione che è salpata in direzione del porto egeo di Izmir, prima tappa dei previsti 25 tour lungo le coste della Turchia e della Grecia che si protrarranno fino all’inizio del prossimo inverno. Cetin Ay, Presidente di “Ay Cruise” che collabora con l’armatore italiano di Costa Crociere, è ottimista e ha previsto un flusso di passeggeri dal porto turco di oltre un milione nel prossimo periodo. Un obiettivo che potrà ulteriormente essere migliorato nei prossimi anni considerando che, ad esempio, la Spagna ospita più di 6 milioni di passeggeri all’anno nei propri porti.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
L’Europa è fortemente dipendente dal gas russo. Lo dimostra una stima pubblicata da Eurostat, in cui viene sottolineato come più del 40% del gas, ovvero oltre 380 milioni di metri cubi al giorno e 140 miliardi di mcm all’anno, utilizzato dall’UE, sia proveniente dalla Russia.
La proposta per una soluzione, che permetterebbe all’Europa di essere indipendente dalle importazioni, arriva da Dan Jørgensen, Ministro per il clima e l’energia danese, il quale ha recentemente annunciato il suo totale impegno nella promozione del green energy plan come risposta alla guerra in Ucraina.
Cosa prevede il piano:
La previsione del Ministro è la costruzione di due isole energetiche, situate in punti strategici differenti, che abbiano il potere di alleggerire la dipendenza dell’Europa, ma in primis della Danimarca, dalla Russia.
La prima verrà costruita nel Mare del Nord, posizionata a 80 km a Ovest della penisola dello Jutland, e avrà inizialmente il potere di fornire energia green a 3 milioni di famiglie europee, producendo 3 gigawatt.
La seconda invece, sarà costruita sull’isola di Bornholm, nel Mar Baltico, con una potenza di 2 gigawatt.
Con una superficie di 120 000 metri cubi, grosse quanto 18 campi da calcio, le isole ecologiche verranno collegate a 200 turbine eoliche e forniranno energia a milioni di famiglie europee, con un costo stimato di 210 miliardi di corone.
Insieme saranno in grado di alimentare almeno 5 milioni di case con il potenziale di espandersi a 10 milioni in futuro.
Il ministro danese ha sottolineato, inoltre, come l’energia prodotta non sarà solamente per uso domestico, ma anche per auto, camion, aerei o treni, aiutando e favorendo il completo commercio internazionale.
La prima previsione era quella di rendere operative le isole eoliche entro il 2030, ma ora, la Danimarca, sulla scia della guerra in Ucraina, sta cercando di ridurre, non solo per un fattore ambientale, l’utilizzo e le importazioni di combustibili fossili. Ad inizio 2022, infatti, già il 48.6% del totale proveniva da energia eolica.
La speranza del ministro Jørgensen in una piena e completa collaborazione tra i paesi europei: "L'UE deve diventare indipendente dai combustibili fossili russi il più velocemente possibile e il modo migliore di procedere è che i paesi europei lavorino insieme per aumentare e accelerare la costruzione di energia rinnovabile nel Mare del Nord".
Per questo motivo sono in atto accordi politici con Germania, Belgio e Paesi Bassi per avviare l’analisi dei collegamenti con le isole energetiche.
Si tratta del più grande piano mai messo in atto nella storia danese, dimostrando il forte impegno del Paese a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, dando un contributo significativo agli obiettivi europei in materia rinnovabile.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il commercio bilaterale con il Brasile-Italia è stato il 15° più grande del Brasile per esportazioni dal Paese per un totale di circa 5.478,9 miliardi di dollari e il 7° per importazioni dal Brasile per un totale di circa 3,9 miliardi di dollari. Come previsto, il 2021 è stato caratterizzato da una crescita delle importazioni dal Brasile del 34,4% e le esportazioni brasiliane, invece, hanno avuto una crescita del 26,4% rispetto al 2020, a causa della ripresa dell’economia dopo la fase più acuta della pandemia. (ComexStat)
I principali settori con le maggiori importazioni dal Brasile nel 2021 sono stati:
Da segnalare le importazioni dal Brasile verso l’Italia di parti e accessori per autoveicoli e relativi motori che hanno avuto un valore FOB di US$ 424 milioni, con un incremento del 75,20% rispetto all’anno precedente; I motori a pistoni e i loro componenti avevano un valore FOB di 323 milioni di dollari, in aumento del 69,11% rispetto al 2020; Medicinali e prodotti farmaceutici diversi dai veterinari hanno un valore FOB di $ 276 milioni, in aumento del 21,59% su base annua. Tuttavia, altri farmaci, compresi i veterinari, avevano un valore FOB di 305 milioni di dollari, in calo del 27,61% rispetto all’anno precedente. (ComexStat)
I principali settori con le maggiori esportazioni dal Brasile nel 2021 sono stati:
Tra queste spiccano le esportazioni di cellulosa, con un valore FOB di 383 milioni di dollari USA, in crescita del 24,79% rispetto all’anno precedente; Il caffè tostato ha un valore FOB di 477 milioni di dollari, in aumento del 14,38% rispetto all’anno precedente; La soia presentata come valore FOB di US$ 382 milioni, in crescita dell’81,04% rispetto al 2020; Il minerale di ferro e i suoi concentrati hanno raggiunto un valore FOB di 412 milioni di dollari, una crescita record del 169,28% rispetto all’anno precedente. (ComexStat)
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Gli investitori stranieri che si recano in Brasile mostrano un interesse molto specifico: le materie prime. Un’indagine svolta dalla società di consulenza Economatica su richiesta di Estadão evidenzia questa situazione.
Dei 33 settori economici rappresentati in B3, meno di un terzo si è apprezzato quest’anno e solo tre hanno mostrato guadagni superiori al 10%. L’attività mineraria è cresciuta del 34,77%, il settore agricolo del 17,72% e il petrolio e il gas hanno registrato una crescita dell’11,78%. Nel periodo l’Ibovespa, il principale indice di borsa è salito del 9%.
D’altra parte, il settore dei computer e delle apparecchiature, che comprende aziende come Positivo, Intelbras e Multilaser, ha già perso il 34% nell’anno, mentre le automobili e le moto sono scese del 19,71%. Nel settore dei trasporti il calo ha raggiunto il 15,31%, secondo lo studio preparato da Einar Rivero.
Secondo Daniel Gewehr, corrispondente di portafoglio per le azioni del gestore WHG, l’ascesa di Ibovespa all’inizio dell’anno è stata sostanzialmente sostenuta da dieci azioni quotate in Borsa. Ricorda che il peso del settore delle commodities oggi raggiunge il 30% dell’indice (un anno fa era il 20%). Per lui, ciò che attrae anche gli investitori è il fatto che queste società sono economiche rispetto ai loro concorrenti globali.
Per Gewehr, l’afflusso di risorse estere verso il Brasile dovrebbe continuare. Ma dice che non si aspetta, in futuro, un movimento così forte come quello visto all’inizio di quest’anno. D’altra parte, dice, gli investitori locali dovrebbero continuare a fuggire dal mercato azionario, a causa del forte aumento dei tassi di interesse, che ha causato una migrazione al reddito fisso. Nel risultato accumulato per quest’anno, gli investitori individuali hanno già ritirato R$ 16,213 miliardi da B3.
L’economista responsabile dei mercati emergenti della società di consulenza londinese Capital Economics, William Jackson, spiega che, oltre al prezzo delle materie prime, che aumenterà le esportazioni, attirando investitori, la mancanza di collegamento del Brasile con Russia e Ucraina e il poco contagio del gli effetti della guerra nell’Europa orientale hanno anche contribuito a dirigere qui il flusso di capitali.
Un rapporto dell’Institute of International Finance (IIF), un’entità formata da più di 400 banche globali e con sede a Washington (Stati Uniti), corrobora questa valutazione. L’entità ha sottolineato che, nel solo mese di febbraio, gli afflussi di capitali nei paesi emergenti hanno raggiunto i 17,6 miliardi di dollari, di cui 8,7 miliardi di dollari sono andati solo in America Latina.
L’agenzia ha sottolineato che esiste una distinzione nella direzione dei flussi tra i paesi e che alcune regioni stanno, potenzialmente, beneficiando proprio della dinamica dei prezzi elevati delle materie prime.
In un report inviato ai clienti qualche giorno fa, Bank of America ha evidenziato che, mentre gli investitori nazionali lasciano i fondi azionari e migrano verso il reddito fisso, a fronte di tassi di interesse più elevati, cosa che rende questa classe di investimento più attraente, gli investitori stranieri diretti il flusso verso il Brasile, in gran parte responsabile del rialzo dell’indice brasiliano di inizio anno.
Secondo la banca, a favore del Brasile c’è l’afflusso di risorse verso i mercati emergenti e la preferenza degli investitori per le società di materie prime, “in un mondo di inflazione e tassi di interesse in aumento”.
Il manager americano Franklin Templeton ritiene inoltre che il Brasile possa essere una buona opzione per gli investitori stranieri. “Nonostante il recente rally del mercato azionario, le valutazioni (valutazioni aziendali) sembrano interessanti”, sottolinea un’analisi del gestore.
Così, “in questi tempi incerti”, gli strateghi della società ritengono che il Brasile, con la sua abbondante offerta di materie prime, momento favorevole per risultati aziendali e rendimenti interessanti, “meriti una maggiore attenzione da parte degli investitori”. (InfoMoney)
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)