Notizie mercati esteri

Martedì 20 Aprile 2021

Le esportazioni del Vietnam verso l'UE hanno raggiunto quasi i 10 miliardi di dollari nel primo trimestre 2021

Secondo i dati del Ministero dell'Industria e del Commercio (MoIT), da quando è entrato in vigore lo storico Accordo di libero scambio UE-Vietnam (EVFTA), le esportazioni vietnamite verso gli Stati membri dell'UE hanno registrato una rilevante crescita e hanno raggiunto quasi $ 10 miliardi nel primo trimestre del 2021, in crescita del 18% rispetto all'anno precedente.

I settori più performanti sono stati il ​​tessile e l'abbigliamento, l'elettronica e i prodotti agro-ittici, tra gli altri. In particolare, le esportazioni di gamberetti hanno superato i 150 milioni di dollari, con un aumento dell'11% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Inoltre, il fatturato delle esportazioni di pelle e calzature del Vietnam nei primi otto mesi del 2020 è diminuito di oltre il 10% a causa della pandemia COVID-19, ma ha rapidamente ripreso il suo slancio di crescita dopo che l'EVFTA è entrato in vigore. Nel solo gennaio, il fatturato è aumentato del 26% rispetto al corrispondente periodo del 2020.

I principali mercati di importazione, tra cui Belgio, Portogallo, Danimarca e Italia, hanno mostrato una crescita ottimistica del 20-35% tra gennaio e marzo. Molte spedizioni sono atterrate nell'UE, hanno superato lo sdoganamento e hanno ricevuto un trattamento preferenziale.

Con un valore delle esportazioni che supera i 6 miliardi di dollari all'anno, il settore delle calzature e delle borse sta approfuttando dei vantaggi dell'EVFTA. Le scarpe sportive hanno registrato un aumento di oltre il 10% nel valore delle esportazioni nel primo trimestre di quest'anno. Inoltre, si prevede che il settore delle calzature e delle borse vedrà una doppia crescita entro il 2025 sulla base della valutazione dell'impatto dell'EVFTA del Ministero della pianificazione e degli investimenti.

Inoltre, un programma di cooperazione per collegare le imprese vietnamite con i partner dell'UE è stato recentemente lanciato dall'Agenzia per l'e-commerce e l'economia digitale del MoIT, il Vietnam Institute of Digital Economy and Management Science (VIDEM) e la Vietnam Association of Small and Medium Enterprises, aiutando ad aumentare l'esportazione di articoli vietnamiti nell'UE.

Il MoIT ha commentato che gli accordi di libero scambio di nuova generazione sarebbero uno dei fattori importanti che guideranno le esportazioni del Vietnam nel prossimo periodo.

Fonte: https://bit.ly/3v99YSv

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Venerdì 30 Aprile 2021
Lunedì 19 Aprile 2021

Prospettive economiche e Interscambio Ontario Italia 2020

La pandemia da COVID-19 ha sconvolto le economie di tutto il mondo con impatti senza precedenti sulla bilancia commerciale tra i paesi.

Le relazioni economiche tra Italia e Canada rientrano anch'esse tra quelle colpite dalla pandemia. 

Secondo i dati diffusi da Statistics Canada per l'anno 2020, l'export di prodotti italiani in Canada è diminuito nel corso del 2020, con un calo è stato relativamente moderato: L'export totale di merci dall'Italia è stato di CAD 9 miliardi, -5% rispetto al 2019 (CAD 9,5 miliardi). Al contrario, le importazioni italiane di merci dal Canada sono aumentate nel 2020 (CAD 3,7 miliardi), con una crescita del 13,9% rispetto al 2019 (CAD 3,2 miliardi).

Nonostante la crisi, l'Italia si è classificata al 7° posto tra i paesi fornitori mondiali del Canada nel 2020 e al 2° tra i paesi fornitori europei (dopo la Germania).

In dettaglio, i settori che hanno maggiormente contribuito a frenare la diminuzione dell'export di merci rientrano il ​​settore alimentare (+11% dell'export nel primo semestre 2020) e il settore chimico farmaceutico (+16% nel primo semestre 2020).

Nel complesso, la bilancia commerciale tra Italia e Canada rimane positiva per l'Italia, con un saldo significativo e vantaggioso di CAD 5,3 miliardi, ma comunque inferiore a quello del 2019 (CAD 6,2 miliardi).

Fonte: Prospettive economiche e Interscambio Ontario Italia 2020

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Giovedì 20 Maggio 2021
Lunedì 19 Aprile 2021

Coronavirus: opportunità o minaccia per il settore navale tedesco?

L’economia marittima rappresenta uno dei settori industriali più importanti e altamente innovativi per la nazione tedesca, nota per la sua elevata capacità di esportazione che le assicura il ruolo di leader a livello internazionale. Come dimostrano i dati riportati dal BMWi - Ministero Federale per l’Economia e l’Energia, 400.000 posti di lavoro in Germania dipendono direttamente dall’economia marittima, 81.000 dipendenti lavorano in questo settore e, secondo i dati del 2017, ammonta a 50 miliardi di euro il fatturato nella cantieristica marittima tedesca.

Tuttavia, la pandemia da Coronavirus ha colpito duramente l’industria marittima in Germania: nove imprese su dieci registrano un grosso calo della domanda estera con la conseguente riduzione delle ore di lavoro dei dipendenti. Questi i dati riportati da IHK Nord - Associazione Camere del Commercio e dell’Industria della Germania settentrionale

Ciò nonostante, il coordinatore marittimo del Governo Federale tedesco, Norbert Brackmann, presenta in un articolo pubblicato dal BMWi la seconda faccia della medaglia: “dobbiamo vedere la crisi come un’opportunità”. Egli sostiene infatti che l'economia marittima è un'industria in continua crescita e trasformazione, in risposta alle crescenti esigenze ambientali e climatiche del nostro pianeta. Un’industria che sta contribuendo attivamente al percorso verso la transizione energetica e sta investendo nel campo di Ricerca e Sviluppo. Al fine di promuovere la sostenibilità nel trasporto marittimo, il Governo Federale ha evidenziato la necessità di introdurre combustibili rispettosi per l’ambiente e per il clima e tecnologie sostenibili di propulsione per le navi. A tal proposito, in un sondaggio di STATISTA del 2020, si può notare che il 91% dei dirigenti del settore marittimo ha affermato che la crisi da coronavirus sta accelerando i processi di digitalizzazione, ottimizzando allo stesso tempo le ICT - Tecnologie di Informazione e Comunicazione

Fonti: https://bit.ly/3v0qmos;  https://bit.ly/3v3s9ct; https://bit.ly/3dtM91Q; https://bit.ly/3dukRIE  

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Venerdì 7 Maggio 2021
Lunedì 19 Aprile 2021

Il mercato immobiliare danese

La Danimarca ha attraversato nel tempo numerosi cicli di espansione e contrazione delle compravendite. I prezzi degli immobili in Danimarca hanno raggiunto il picco nel secondo trimestre 2007, dopo gli enormi aumenti del 75.4%, dal secondo trimestre del 2007 al terzo trimestre del 2009, i prezzi degli immobili sono scesi di circa il 15,4%, a causa del crollo finanziario globale. Dal terzo trimestre 2009 al terzo trimestre 2010 c’è stata una ripresa di breve durata. Ma i prezzi degli immobili sono scesi di nuovo di circa il 9% dal quarto trimestre 2010 al quarto trimestre 2012, a causa della crisi del debito della zona euro. Da allora, il mercato immobiliare è migliorato gradualmente, rinforzandosi negli anni grazie alla domanda alimentata dai tassi di interesse negativi (Global Property Guide, 2020).

Negli ultimi anni il mercato immobiliare danese ha subito un’impennata e nel 2019 i prezzi delle case sono aumentati del 4,2% a livello nazionale rispetto al 2018, questo perché i tassi di interesse per chi intende acquistare un’abitazione toccano lo zero ed alcuni gruppi bancari offrono mutui a tassi di interesse negativi (0.5%) a 10 anni (Business Insider, 2019). Questa mossa ha contribuito a far salire i prezzi delle case. Il prezzo medio di un’abitazione di 140 metri quadri ammonta all’incirca a 250.000 euro, ma la situazione varia molto a livello territoriale. Una casa della stessa metratura a Copenaghen supera i 650.000 euro rispetto ai 156.000 euro necessari in media nella regione dello Jutland e ai 128.000 nell’isola di Bornholm nel Mar Baltico (ibid.).

In un contesto come quello attuale in cui le banche centrali congelano i tassi di interesse, la banca centrale danese ha mantenuto tassi negativi dal 2012 (Idealista, 2021) consentendo al cliente di rimborsare meno di quanto ricevuto in prestito, sempre tenendo conto degli altri oneri aggiuntivi addebitati dall’intermediario erogatore. L’istituto che concede il mutuo viene coperto dall’emissione di apposite obbligazioni (garantite da ipoteche sugli stessi immobili acquistati dai clienti) e il rischio d’insolvenza si trasferisce di fatto sugli obbligazionisti (Studio Cataldi, 2019).

Stando ai dati di Finance Denmark, gruppo che opera nel settore bancario e dei servizi finanziari danesi, durante febbraio 2021, si è registrato un aumento di case e appartamenti messi in vendita, di quasi 257 al giorno, superando tutti gli altri mesi da giugno 2019 (Finans Danmark, 2021).

A livello nazionale, i prezzi delle case hanno registrato un incremento medio tra il secondo e il terzo trimestre 2020, con un aumento annuo del 12,7% da gennaio 2020, secondo Danmark Statistik (Danmark Statistik, 2021). Migliori prospettive di vendita dei vari tipi di alloggi sono la causa principale dell’aumento dei prezzi. Pertanto, una maggiore domanda ha consentito ai venditori di garantire prezzi più elevati per le loro proprietà (The Local Dk, 2020).

Per far fronte alla grande richiesta di alloggi abitativi, negli ultimi anni sono state costruite nuove aree di sviluppo designate vicino al centro di Copenaghen, tra cui Ørestad, tra il centro città e l’aeroporto, un nuovo quartiere commerciale e residenziale di 3,1 milioni di metri quadrati che ospita circa 10.000 residenti; Carlsberg City District, nel centro di Copenaghen, con case, scuole e uffici, mescolati ad edifici storici; Nordhavn, in precedenza un porto industriale e commerciale, adesso trasformato in un quartiere residenziale e commerciale con scuole, asili nido e strutture sportive in fase di sviluppo (Global Property Guide, 2020).

Fonte: https://bit.ly/3uXFGSE

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Lunedì 3 Maggio 2021
Martedì 30 Marzo 2021

Crolla il tasso di inflazione in Regno Unito

Il tasso di inflazione in Regno Unito è sceso inaspettatamente allo 0,4% nel mese di febbraio contro lo 0,7% di gennaio, mentre crollano i prezzi dell’abbigliamento e delle automobili di seconda mano. L’Office for National Statistics (ONS) ha comunicato poi un rincaro dei prezzi di benzina e gasolio nel Paese.

Tuttavia, l’impatto sui prezzi al consumo è stato piú che controbilanciato dalle pressioni al ribasso, che hanno visto il crollo dei costi dei viaggi e dei prezzi dei giocattoli.

Per la prima volta dal 2007, i prezzi degli articoli di abbigliamento e delle calzature hanno subito un crollo tra gennaio e febbraio, registrando una diminuzione pari al -5,7% rispetto all’anno precedente. Si tratta del declino annuale piú grande da novembre 2009.

L’ONS ha dichiarato che tra gennaio e febbraio il prezzo del petrolio è aumentato di 3,6 pence al litro, mentre quello del gasolio di 3,4 pence al litro. I prezzi dei carburanti sono invece scesi nello stesso periodo l’anno scorso.

I dati arrivano una settimana dopo l’avvertimento della Bank of England circa l’aumento dell’inflazione al 2% nei prossimi mesi, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia. 

Fonte: https://bbc.in/3u1Ao8c

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Lunedì 26 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Economia svizzera: l'eccedenza di risparmio darà nuovo impulso ai consumi

Credit Suisse ha pubblicato lo studio Monitor Svizzera* per il 1° trimestre 2021

Quest'anno l'economia svizzera dovrebbe ampiamente riprendersi. Gli economisti di Credit Suisse confermano le attese di una crescita economica del 3,5% e della prosecuzione dell’aumento delle spese per consumi, favorito dal fatto che gran parte delle economie domestiche private svizzere ha accumulato, anche nel corso della seconda ondata pandemica, un'eccedenza di risparmio. A trarne il massimo vantaggio dovrebbe essere il commercio al dettaglio non alimentare. Entro la fine del 2021 la performance economica dovrebbe raggiungere nuovamente i livelli pre-crisi. Tuttavia, la pandemia di coronavirus ha prodotto una sensibile perdita complessiva di benessere.

Nell'ultimo anno il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è sceso del 2,9%, in misura analoga rispetto alla crisi finanziaria mondiale del 2009 (-2,1%). L'economia ha fatto registrare un andamento da montagne russe: il peggior crollo mai registrato nel secondo trimestre 2020, a cui è seguito un terzo trimestre con la più forte ripresa, che a sua volta nel quarto trimestre ha nuovamente perso slancio. Secondo le stime degli economisti di Credit Suisse la performance economica nel primo trimestre 2021 subirà ancora una leggera contrazione (previsione: -0,5%), prima che si inneschi, con l’avvicinarsi dell'estate, una graduale accelerazione. Per tutto il 2021 gli economisti di Credit Suisse confermano la loro previsione secondo cui il PIL crescerà del 3,5% (previsione di aprile 2020).

*Monitor Svizzera è pubblicato trimestralmente ed è disponibile su Internet in tedesco, francese e inglese all'indirizzo www.credit-suisse.com/monitorsvizzera

La prossima edizione sarà disponibile il 15 giugno 2021.

Per approfondire: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1388

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

 

Ultima modifica: Lunedì 19 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

La Europe Startup Nations Alliance - nuova struttura europea per l'imprenditorialità - avrà sede a Lisbona

António Costa, Primo Ministro del Portogallo, è intervenuto al Centro Cultural de Belém, a Lisbona, in apertura di una conferenza dedicata al 'Digital Day'. Nel suo intervento, il leader dell'esecutivo portoghese ha affermato che a giugno, nel corso di un'iniziativa denominata "Assemblea digitale", verrà firmato un principio di accordo denominato "Dichiarazione di Lisbona", che costituirà "una base d'intesa per promuovere il rispetto dei valori fondamentali nell'ambiente digitale, promuovere la digitalizzazione dell'economia come fattore di prosperità ed incoraggiare la cooperazione internazionale in questo settore".

In questo contesto, secondo António Costa, "verrà quindi lanciata una nuova struttura imprenditoriale europea, la Europe Startup Nations Alliance, strumento per la realizzazione del design europeo in quest'area".

La struttura permanente, situata a Lisbona, contribuirà a rafforzare il marchio europeo nell'area dell’imprenditorialità, evitare la fuga di imprenditori in altre aree geografiche, trattenere e attrarre talenti, stimolare gli investimenti e promuovere l'attuazione delle migliori pratiche tra Stati.

Fonte: https://bit.ly/3cqGvNr


(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

 

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

La bioeconomia rende 20 miliardi di euro per l'economia portoghese

Un rapporto recentemente pubblicato dal Bio-based Industries Consortium (BIC) - un'associazione la cui missione è includere la circolarità, l'innovazione e la sostenibilità come priorità centrale della bioeconomia nel continente europeo - rivela che il settore della bioeconomia, considerato emergente in Portogallo, ha già contribuito con quasi 20 miliardi di euro all'economia nazionale.

“La bioeconomia sostenibile assume un ruolo sempre più cruciale nelle società portoghesi ed europee. Questo è il momento di far emergere i vantaggi di questo modello e trovare le migliori opportunità e soluzioni per supportare le aziende a creare prodotti e servizi più sostenibili”, ha detto il ministro João Pedro Matos Fernandes.

Fonte: https://bit.ly/2PAiB9b

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Lunedì 19 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Le e-bikes, nuova frontiera della mobilità americana

Storicamente gli americani hanno sempre preferito i mezzi a quattro ruote per i loro spostamenti, anche brevi, ma negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando. Nel 2019, negli Stati Uniti sono state vendute 278.000 biciclette elettriche, delle quali 274.000 d’importazione, principalmente dalla Cina, e 4.000 importate ma assemblate negli Stati Uniti.

Grazie ai lockdown, le vendite sono aumentate notevolmente: si calcola che da gennaio a ottobre del 2020 le vendite siano cresciute del 46% per le biciclette tradizionali e del 140% per le biciclette elettriche, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, tanto da raggiungere il mezzo milione di unità. In termini di valore, le due ruote tradizionali registrano una crescita del 67%, le e-bikes di un notevole 158%.

Esperti del settore sottolineano come negli ultimi anni si stia delineando un’enorme opportunità per le e-bikes negli Stati Uniti, che rimangono ancora un mercato non del tutto sfruttato. Infatti, segnali incoraggianti, a supporto della mobilità leggera, arrivano dalle grandi città come BostonMinneapolis e numerose città della California, dove sono stati istituiti i Slow Streets Programs, grazie ai quali vengono riservate parti della carreggiata per i ciclisti, e in cui anche i colossi della logistica, come UPSAmazon e DHL, sperimentano consegne sulle due ruote elettriche.

Buone notizie per gli operatori del settore arrivano dal Congresso: i Rappresentanti Democratici di California e Oregon, Jimmy Panetta ed Earl Blumenauer hanno presentato, lo scorso febbraio, una proposta di legge, soprannominata “E-Bikes Act”, per introdurre un incentivo fiscale per l’acquisto di biciclette elettriche. Questo credito, detraibile dalla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo all’acquisto, ammonterebbe al 30% del prezzo della bicicletta, fino ad un massimo di $1.500.

In conclusione, sebbene il mercato americano si dimostri ancora acerbo rispetto agli analoghi europei, la crescita prevista sarà sicuramente appoggiata dalla crescente domanda di mobilità leggera da parte dei Millennials e dagli incentivi e corsie preferenziali istituiti dagli organi governativi. Alcune ricerche del settore prevedono che il mercato statunitense crescerà per raggiungere le 1,5 milioni di unità all’anno nel breve periodo, per arrivare a 15 milioni nel lungo termine.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Il debito pubblico britannico raggiunge il record a febbraio

Il governo britannico ha accumulato un debito da 19,1 miliardi di sterline a febbraio mentre continua la lotta alla pandemia globale e alla crisi economica causata dai lockdown nazionali.

Si tratta del debito piú alto che il settore pubblico britannico abbia mai registrato nel mese di febbraio dal 1993, secondo i dati raccolti dall’Office for National Statistics (ONS).

Il debito accumulato dagli enti ammnistrativi del Paese è salito a 333 miliardi di sterline da aprile, il primo mese di pieno lockdown in Regno Unito.

Il debito totale ammonta oggi a 2,131 trilioni di sterline, sempre secondo l’ONS.

Si stima che gli enti del Governo Centrale abbiano speso circa 72,6 miliardi per le attività di amministrazione giornaliera quotidiana a febbraio.

Si tratta di un aumento di 14,2 miliardi di sterline rispetto a febbraio 2020, e comprende 3,9 miliardi a supporto dei lavoratori durante la pandemia da Covid19. 

Il Cancelliere britannico Rishi Sunak, che ha supervisionato la risposta del Tesoro britannico alla crisi economica causata della pandemia, ha dichiarato: “il Coronavirus ha causato uno dei piú grandi shock finanziari che il Paese abbia mai conosciuto, il che motiva le nostre spese da 352 miliardi di sterline, a tutela del lavoro e della vita delle persone. È stata la decisione piú responsabile dal punto di vista fiscale e il miglior modo per proteggere le finanze pubbliche sul medio periodo.”

Fonte: https://bit.ly/31nK296

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021