Notizie mercati esteri

Giovedì 11 Aprile 2024

Brasile: prospettive economiche 2024

Il 2023 si è chiuso con un bilancio molto positivo per l’economia brasiliana, e gli esperti sottolineano che la crescita del Paese è stata sorprendente, in particolare nella prima metà dell’anno, con un PIL che dovrebbe superare il 3%, un successo grazie soprattutto all’agrobusiness. Inoltre, nel 2023 il Brasile è tornato alla lista delle dieci maggiori economie del mondo, classificandosi al 9° posto, con un PIL stimato in 2,13 trilioni di dollari. Vale anche la pena sottolineare che, secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, il Brasile è stata la terza principale destinazione per gli investimenti diretti esteri nel 2023 tra tutte le economie del G20, ricevendo un totale di 67,9 miliardi di dollari, superando paesi come Francia e Germania.

E forte di un contesto politico stabile e di ingenti flussi di investimenti diretti esteri come appena visto, il Brasile gode attualmente di una robusta crescita economica ed è tra i Paesi più dinamici per le esportazioni italiane.

L’aspettativa per il 2024, secondo la Banca Centrale del Brasile, è che il PIL cresca più moderatamente e raggiunga l’1,6%. Ciononostante, l'attività economica del Paese dovrebbe crescere quest'anno, principalmente grazie al miglioramento del mercato del credito, con un tasso di interesse previsto intorno al 9 %; inoltre, anche altri fattori sembrano favorire l’attività economica nel 2024, come il pagamento anticipato dello stock di precatórios*, un’inflazione più bassa e stabile (intorno al 3,86%), un minore debito delle famiglie, un mercato del lavoro solido (con un tasso di disoccupazione stimato al 5,2%), le elezioni comunali – per sindaco e consiglieri – e in un contesto di emendamenti parlamentari potenziati (che aumentano la possibilità di spesa per sostenere le basi elettorali) e dello stesso Programma di Accelerazione della Crescita (PAC) del governo. 

Di interesse per il commercio internazionale in Brasile e in discussione da 40 anni, la Riforma Fiscale è stata approvata il 15/12/2023, in due tornate dalla Camera dei Deputati. In termini generali, questa riforma (che inizierà ad entrare in vigore nel 2026) mira ad adeguare la tassazione sui consumi, con l’unificazione di una serie di imposte in vigore nel Paese, formando una sorta di “IVA brasiliana”. Tra i pilastri presentati per la riforma figurano la semplicità, la giustizia fiscale (rispetto della capacità contributiva), il mantenimento del carico fiscale globale, l’efficienza, la trasparenza del costo fiscale per il consumatore e la tutela dell’ambiente. La fine delle distorsioni causate dall'attuale sistema fiscale dovrebbe avere un impatto positivo sulla produttività e sulla crescita del Brasile.

Anche se il 2024 presenta previsioni più prudenti per la crescita economica, reputiamo, comunque, che la nostra attività progettuale e promozionale per l’anno in corso possa continuare a dare maggiore enfasi alle opportunità che il Brasile offre alle aziende italiane, sia grandi ma e soprattutto, PMI.

*Nota: il ‘precatório’ è un titolo che formalizza la richiesta di pagamento di un credito riconosciuto giudizialmente, di un individuo contro la pubblica amministrazione

Fonti: Banco Central do Brasil, O Globo, IBGE, Uol Economia

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 31 Luglio 2024
Mercoledì 10 Aprile 2024

Il Border Target Operating Model (BTOM) e le novita’ in materia di controlli doganali in Regno Unito

Il governo del Regno Unito ha recentemente pubblicato il nuovo modello operativo doganale, noto come BTOM, che definisce le nuove direttive in materia d’importazione di beni sanitari e fitosanitari, compresi animali, piante e prodotti vegetali. Il modello, basato su un approccio modulare di gestione del rischio, è stato sviluppato attraverso il confronto costante con l’industria frontaliera e le imprese in tutto il Regno Unito per modernizzare le frontiere e accelerare le tempistiche di sdoganamento.

Le piante, i prodotti vegetali e gli animali sono stati classificati in categorie a rischio alto, medio e basso e i conseguenti controlli sono proporzionati rispetto ai rischi di biosicurezza posti alla Gran Bretagna: maggiore è la categoria di rischio, maggiori saranno le garanzie richieste e i controlli effettuati.

Requisiti e classificazioni in vigore dal 2024

  • Merci ad alto rischio

Questa categoria comprende piante da semina, patate, macchine agricole usate, alcune sementi e il legname. A livello animale: animali vivi, tra cui animali acquatici; api, e prodotti germinali animali.

Questi prodotti ad alto rischio richiedono una notifica preventiva e un certificato fitosanitario (PC) quando vengono importati dall'UE, dal Liechtenstein e dalla Svizzera. I certificati sanitari devono essere ottenuti da un'autorità competente nel paese di esportazione ed essere inclusi nella notifica di importazione di prodotti, animali, alimenti e mangimi (IPAFFS) prima che le merci arrivino in Gran Bretagna.

Dal 30 aprile 2024 le merci dovranno passare attraverso un posto di controllo frontaliero (BCP) o un punto di controllo (CP) dove verranno effettuati controlli fisici e di identità. I controlli non avverranno più presso i Punti di Destinazione (PoD).

 

  • Merci a medio rischio

Questa categoria comprende prodotti vegetali e animali con un rischio identificato di parassiti/malattie.

Dal 31 gennaio 2024, tutte le importazioni dall'UE devono avere avere un certificato fitosanitario all'ingresso. Questi beni necessitano anche di pre-notifica sul sistema IPAFFS.

Dal 30 aprile 2024 verranno introdotti controlli documentali e fisici alla frontiera per le merci a medio rischio importate dall’UE. In linea con la categoria di rischio, i controlli avranno una base del 3% per le importazioni dell’UE e del 5% per i paesi terzi. Ciò può essere soggetto a modifiche in casi specifici, in cui si aggiungano ulteriori fattori di rischio.

 

  • Merci a basso rischio

Questa categoria comprende tutti i prodotti non elencati in precedenza, quali ad esempio prodotti freschi che non comportino rischi identificati di parassiti/malattie.

Dal 31 gennaio 2024 le merci UE a basso rischio sono esentate da controlli sistematici alla frontiera e quindi non richiedono più un certificato fitosanitario o una pre-notifica. Ciò include la maggior parte dei prodotti di frutta e verdura.

 

(Contributo editoriale a cura della The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Mercoledì 17 Luglio 2024
Martedì 9 Aprile 2024

Polonia: migliaia di imprese individuali fondate da stranieri, predominano gli ucraini

Nell'ultimo anno gli stranieri hanno fondato in totale circa 42 mila attività economiche individuali (JDG). Oltre il 70% delle imprese è stato registrato da ucraini. I dati sulle imprese in Polonia sono stati resi noti dall’Istituto Economico Polacco (PIE). Gli ucraini scelgono spesso di aprire attività economiche individuali (JDG). L’anno scorso la cifra delle attività aperte da cittadini stranieri era la seguente: ucraini 28 647 (70%), bielorussi 7 663 (19%), tedeschi 684 (2%), russi 573 (1%). Tra i cittadini di altri paesi (9%) rientrano: romeni, statunitensi, bulgari, italiani, britannici, francesi, spagnoli, vietnamiti. Quasi la metà delle aziende (45%) è legata al settore informativo e delle comunicazioni, il 14% all'attività tecnica e scientifica, il 9% al commercio. La struttura del settore dipende tuttavia dal paese di provenienza di chi apre le attività. Le analisi dettagliate indicano che gli ucraini aprono ditte individuali soprattutto nei settori della costruzione e della comunicazione. Le imprese di bielorussi sono per la maggior parte legate all'informatica, un po' meno nel settore delle costruzioni. Gli analisti PIE indicano che le JDG fondate da tedeschi riguardano soprattutto il commercio (16%) ma anche la comunicazione. Invece gli statunitensi investono nel settore formativo (25%) e i bulgari nel commercio (65%). Gli analisti PIE concludono che gli stranieri che lavorano e che conducono le imprese in Polonia influenzano significativamente la crescita economica attraverso il pagamento delle tasse, gli investimenti, e la creazione di posti di lavoro e poi naturalmente stimolando il consumo.

Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 29 Luglio 2024
Martedì 9 Aprile 2024

Le città polacche dove si guadagna di più

I dati dell’Ufficio Generale di Statistica di febbraio 2024 mostrano un aumento del salario lordo del 12,9% rispetto all’anno precedente e un aumento del 2,7% rispetto a gennaio 2024. Gli economisti notano che il calo della domanda di lavoro non fa molta differenza sui salari. Inoltre nelle maggiori città polacche gli stipendi sono molto diversi tra loro. Secondo i dati gli stipendi più alti sono percepiti dai dipendenti che lavorano a Katowice. Il loro stipendio è aumentato del 14,8% rispetto all’anno precedente. Gli aumenti nei settori dell’informazione, della comunicazione e dell’industria hanno avuto un grande impatto sugli aumenti salariali in città. Invece si registrano diminuzioni nei settori della gestione del trasporto o dello stoccaggio. Al secondo posto nella classifica si trova Cracovia, dove gli stipendi sono aumentati del 9% rispetto al 2023. È importante notare che il valore dei salari a Cracovia sia superiore alla media dell’intero Voivodato della Piccola Polonia. Una forte crescita è riscontrabile nei settori commerciale, tecnico o scientifico, mentre una diminuzione nei settori dell’informazione e della comunicazione. Al terzo posto della classifica si trova Danzica, dove gli stipendi sono aumentati del 14,03% rispetto al 2023. In questo caso si nota un forte aumento nelle divisioni commerciali o scientifiche, mentre si vede una diminuzione nella sezione trasporto e stoccaggio. Invece Varsavia, che era in testa alla classifica nel gennaio 2024, è oggi fuori dal podio. In coda della classifica si trova Białystok. Molti economisti sostengono che la crescita dei salari indichi un buon sviluppo del mercato del lavoro.

Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia

(Contenuto ditoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 31 Luglio 2024
Lunedì 8 Aprile 2024

Le imprese polacche esportano sempre di più

Come risulta dal rapporto elaborato dall'Istituto Economico Polacco (PIE), l’esportazione dei prodotti polacchi e i servizi risultano in crescita nonostante le avversità.

L'Istituto analizza dettagliatamente la dinamica dell'esportazione nei diversi settori, sottolineando che la crescita più alta è stata registrata fra i settori tecnologici, inclusi l'elettronica e il farmaceutico. Le imprese di questi settori concorrono al successo sui mercati internazionali grazie ai prodotti innovativi. PIE valuta che gli esportatori polacchi mostrano una grande resistenza e flessibilità per adattarsi a condizioni che variano costantemente. Secondo la relazione, il ruolo delle piccole e medie imprese (MŚP) nel promuovere l’esportazione è molto importante, infatti le MŚP sono sempre più dinamiche nel proporre la loro offerta ai mercati esteri, anche ai mercati fuori dall'UE, ciò si riflette nell’aumento della loro quota nell'esportazione totale. PIE prevede che nei prossimi trimestri, la forza dell'esportazione potrebbe subire un arresto a causa dell’indebolimento della domanda. Tuttavia a lungo termine le prospettive per l'export polacco rimangono positive. (Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

 

Ultima modifica: Lunedì 29 Luglio 2024
Lunedì 8 Aprile 2024

Polonia: Fatturazione elettronica, non c'è ancora la data certa della sua introduzione

Il Ministero delle Finanze ha annunciato che la scadenza per l'implementazione obbligatoria del Sistema nazionale di fatturazione elettronica (il KSeF) nelle aziende è stata posticipata, ma la nuova data non è ancora stata fissata. Il Ministero prevede di introdurre modifiche per semplificare la vita agli imprenditori e di lanciare un programma di sensibilizzazione a maggio. Il sistema di e-fatturazione consente di emettere e condividere fatture strutturate e si prevede che la sua introduzione renderà tutte le imprese di fatto dipendenti dall'accesso a Internet. Le modifiche prevedono, tra l'altro, un termine di attuazione unificato per tutti i contribuenti e la possibilità di emettere fatture per i consumatori nel KSeF. Il rinvio della scadenza ha lo scopo di consentire modifiche vantaggiose al sistema. A maggio gli uffici fiscali inizieranno la formazione per gli imprenditori relativa al KSeF, che dovrebbe includere una discussione sui principali presupposti e funzionalità del sistema, sui principi della fatturazione elettronica obbligatoria e sull'accesso agli strumenti gratuiti offerti dal Ministero delle Finanze. Tuttavia, gli esperti temono che, nonostante i cambiamenti e i miglioramenti annunciati, l'implementazione del KSeF possa incontrare numerosi problemi. Indipendentemente dalla data di introduzione, il caos è quasi certo. Nonostante le modifiche proposte, non tutti sono convinti della digitalizzazione obbligatoria, che potrebbe portare all'esclusione di alcuni gruppi di imprenditori. In conclusione, sebbene le modifiche puntino a semplificare le cose per gli imprenditori, il loro pieno successo è ancora discutibile e alcuni temono che l'introduzione del KSeF possa portare al caos e a difficoltà per le imprese. (Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Giugno 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Repubblica Ceca: Trasformazioni nel Paesaggio Salariale: il futuro dello stipendio minimo e della contrattazione

Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha presentato una proposta audace che potrebbe rivoluzionare il paesaggio salariale della nazione nei prossimi anni. Secondo quanto riportato, il Ministero auspica che il salario minimo rappresenti circa il 45% dello stipendio medio nazionale, un'iniziativa che sarà ora sottoposta all'attenzione del governo.

La proposta ministeriale mira a introdurre un meccanismo innovativo basato sulle proiezioni del Ministero delle Finanze, il quale consentirebbe un aggiornamento quasi automatico dello stipendio minimo. L'obiettivo dichiarato è quello di garantire che il salario minimo sia fissato al 45% dello stipendio medio per l'anno in corso. Inoltre, il Ministero intende semplificare le tabelle dei cosiddetti stipendi garantiti, riducendo le categorie tutelate da otto a quattro.

Attualmente, lo stipendio minimo è stabilito dal governo tramite decreto, senza un meccanismo automatico di adeguamento alle condizioni economiche. Nel 2023, ad esempio, lo stipendio minimo è stato fissato a 17.300 corone ceche al mese, rappresentando quasi il 40% dello stipendio medio. Tuttavia, le autorità comunitarie raccomandano che lo stipendio minimo sia almeno pari al 50% dello stipendio medio nazionale.

Un provvedimento recentemente approvato dal governo prevede che lo stipendio minimo entro il 2029 raggiunga il 47% dello stipendio medio. Attualmente, questa percentuale si attesta al 41%, e ogni anno dovrebbe aumentare di un punto percentuale grazie all'introduzione di un meccanismo semiautomatico. "Così eliminiamo la necessità di condurre ogni anno le trattative (tra le parti sociali)", ha sottolineato il ministro del lavoro e degli affari sociali Marian Jurečka, indicando che con le norme attuali gli eventuali aumenti vengono decisi dal governo tramite decreto.

L'esecutivo ha anche parzialmente accolto la richiesta delle associazioni imprenditoriali, che chiedevano l'abolizione del sistema degli stipendi garantiti. Se la modifica del Codice del Lavoro verrà approvata dal parlamento, gli stipendi garantiti saranno vincolanti solo per il settore pubblico. La modifica include anche provvedimenti per potenziare la contrattazione collettiva nelle aziende. Queste misure, se attuate, potrebbero avere un impatto significativo sulle dinamiche del mercato del lavoro e sulle relazioni industriali nel paese.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

La nuova frontiera dell'edilizia svedese

Il materiale giusto al posto giusto. Questo è stato il motto quando Heidelberg Materials Precast Contiga insieme alla finlandese Metsä Wood ha sviluppato una parete ibrida con un basso impatto climatico.

La parete ibrida è un elemento di facciata in costruzione “sandwich” con un pannello esterno in calcestruzzo climalterato, isolamento intermedio e un pannello interno portante in legno Kerto. Ha un impatto climatico inferiore di circa il 40-50% rispetto ad un corrispondente materiale tradizionale in calcestruzzo ed è molto più leggero, il che influisce anche sull'impatto climatico totale dell'intero progetto di costruzione.

“I trasporti verso l'edificio possono essere ridotti, perché è possibile trasportare il doppio degli elementi con lo stesso viaggio” afferma Daniel Eriksson.

Precast Contiga produce strutture in acciaio ed elementi in calcestruzzo negli stabilimenti di Norrtälje e Uddevalla. Quasi due anni fa l'azienda ha avviato trattative con Metsä Wood per inserire anche la produzione di elementi ibridi nel mercato svedese. Poiché normalmente l'azienda lavora con acciaio e cemento, ha dovuto imparare a trattare anche il legno.

“Il metodo di produzione è molto simile a quello che già abbiamo, quindi possiamo realizzare questi elementi ibridi utilizzando lo stesso metodo degli altri nostri muri e assemblarli allo stesso modo. Non abbiamo dovuto fare grandi investimenti o ristrutturazioni” dice Daniel Eriksson.

Sensore di umidità nell'edificio di prova

Per testare nella pratica il funzionamento del muro ibrido, nell'area dello stabilimento di Norrtälje è stata costruita una vera casa con i nuovi materiali. L'edificio di prova è dotato di sensori di umidità per poter seguire ciò che accade all'interno degli elementi della parete e finora non è stata registrata traccia di umidità.

Per molti esperti del settore questi nuovi elementi ibridi saranno i protagonisti del mondo edilizio del futuro.

 

FONTE: Heidelberg Materials Sverige

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Il nuovo Polo Aziendale di Rosario: iniziativa di sviluppo industriale che beneficia l'Italia

Il sindaco Pablo Javkin ha annunciato oggi in un discorso durante l'apertura delle sessioni del Consiglio che, entro due settimane, presenterà un accordo raggiunto con un gruppo di investitori privati per lo sviluppo del più importante parco industriale della regione. Si tratta di un progetto ambizioso situato a sud dell'autostrada Rosario-Córdoba, a soli 10 minuti dal centro della città, in un'area attualmente in fase di consolidamento come polo produttivo regionale. Questo progetto, denominato "Nuovo Polo Aziendale", promuoverà lo sviluppo industriale, logistico e commerciale di Rosario, generando nuovi posti di lavoro.

L'iniziativa, sviluppata da diversi attori tra cui Rosental Inversiones, Ivanar, Rossetti Desarrollos Urbanos e Fundar, prevede la realizzazione di tre diverse aree: Lotti Industriali, Area Commerciale e a Usi Misti e Centro Logistico. Particolare attenzione sarà rivolta alle piccole e medie imprese, offrendo lotti di dimensioni ridotte rispetto ad altre proposte e la possibilità di unificarli per adattarsi alle esigenze dei diversi tipi di attività.

Il parco industriale, con circa 350 lotti destinati a PMI, officine e depositi, garantirà una buona ubicazione, connettività, sicurezza permanente, minori imposte e tutti i servizi necessari. L'area commerciale e a usi misti prevede la realizzazione di diverse proposte commerciali, industriali e di servizi, mentre il Centro Logistico sarà uno dei più grandi della regione, senza attività produttive né industriali, garantendo un'attività libera da emissioni.

Inoltre, il progetto beneficerà di una buona connettività e facilità di accesso grazie alla nuova uscita diretta dall'autostrada Rosario-Córdoba. Il "Nuovo Polo Aziendale" segnerà un punto di svolta nello sviluppo produttivo di Rosario, consolidando il progresso industriale già avviato nella regione. La presenza della Camera di Commercio italiana a Rosario potrebbe facilitare la concretizzazione di possibili affari, fornendo agli imprenditori italiani un punto di contatto locale per esplorare opportunità di investimento e collaborazione in questo nuovo polo industriale.

Questo progetto non solo porta vantaggi tangibili alla regione di Rosario, ma offre anche opportunità significative per gli imprenditori italiani. La stretta collaborazione tra Italia e Argentina in questo ambito evidenzia il potenziale di sviluppo economico reciproco tra i due paesi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

La Danimarca non è solo Danimarca

La Danimarca non è solo Danimarca

Le Isole Faroe adottano un sistema politico di tipo Scandinavo: una democrazia parlamentare, con un’assemblea legislativa eletta democraticamente, chiamata Løgting, e un governo esecutivo guidato dal primo ministro.

Facendo parte del Regno di Danimarca le isole Faroe hanno due rappresentanti nel parlamento danese. A causa della loro semi-indipendenza, hanno deciso di rimanere fuori dall’Unione Europea, a differenza della Danimarca. A causa di questo, le Isole, negoziano autonomamente i propri accordi commerciali con l’UE e con le altre nazioni.

Il Primo Ministro Aksel V. Johannesen e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, hanno, in settimana, firmato il Protocollo d’Intesa (MoU). Il documento mira a stabilire un quadro di riferimento per il partenariato, concentrandosi su aree quali la transizione verde, l'energia, il cambiamento climatico, la digitalizzazione e l'Artico, oltre alle aree di cooperazione esistenti in materia di commercio, pesca e ricerca.

Le Faroe sono un possibile buon investimento?

Le isole Faroe, seppur di piccole dimensioni, rappresentano un attore significativo nel mercato del pesce mondiale. I prodotti ittici costituiscono circa il 90-95% delle esportazioni delle Isole, e circa il 20% del PIL.

Il PIL delle Isole Faroe è di circa 3,65 miliardi di dollari, con un PIL pro capite di circa 69 mila dollari.

L’economia risente particolarmente dei cambiamenti climatici e politici, riguardanti l’industria della pesca. Per questo l’industria del turismo è in continuo aumento, come i servizi finanziari, le imprese legate all'energia, il trasporto marittimo, la produzione per il settore marittimo, l'informatica, le telecomunicazioni e le industrie creative.

Le Isole Faroe rappresentano una possibilità economica non indifferente, essendo un’economia in crescita e in cerca di maggiore stabilità. Questa possibilità è al contempo agevolata dalla politica locale che permette di stabilire il proprio business in maniera facile e veloce, con una tassazione sulle società conveniente: 18%.

Geograficamente si trovano nel mezzo dell’Oceano Atlantico, eppure i paesi vicini (Danimarca, Islanda, Norvegia e Regno Unito) sono raggiungibili in circa 1-2 ore. In più la popolazione locale, come molti dei paesi scandinavi, hanno un livello molto avanzato di inglese.

Groenlandia, le possibilità economiche

Anche la Groenlandia fa parte del Regno di Danimarca. L'economia della Groenlandia dipende dalle esportazioni di gamberi e pesce e da una sostanziosa sovvenzione del governo danese. Il PIL del Paese si aggira sui 3 mld di dollari ed il pesce rappresenta oltre il 90% delle sue esportazioni, sottoponendo l'economia alle fluttuazioni dei prezzi. La sovvenzione del governo danese è più del 50% delle entrate statali e il 25% del PIL.

L'economia è in espansione dopo un periodo di declino. L'espansione sta avvenendo grazie all'aumento delle quote per i gamberi, la principale esportazione groenlandese, e anche dall'incremento dell'attività nel settore delle costruzioni. Il turismo in Groenlandia è cresciuto, in gran parte grazie al numero crescente di compagnie di crociera che ora operano nelle acque occidentali e meridionali della Groenlandia durante l'alta stagione turistica estiva.

L'isola deve affrontare sfide significative, tra cui i bassi livelli di manodopera qualificata, la dispersione geografica, la mancanza di diversificazione dell'industria, la sostenibilità a lungo termine del bilancio pubblico e il calo della popolazione dovuto all'emigrazione. L'esplorazione di idrocarburi è cessata a causa del calo dei prezzi del petrolio. L'isola ha un potenziale per lo sfruttamento delle risorse naturali, con progetti di estrazione di olio, gas, terre rare, uranio e minerali di ferro, ma, grazie a politiche attente alla salvaguardia ambientale, non è più possibile, e la Groenlandia sta tutt’ora cercando, alternative sostenibili per il supporto della sua economia. Questo rappresenta un’opportunità significativa per entrare a far parte del sistema economico della Groenlandia, con idee innovative e rispettose dell’ambiente e della biodiversità.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024