Martedì 29 Luglio 2025
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L'industria aeronautica francese, crollata durante la pandemia e poi ostacolata da problemi di approvvigionamento e di assunzione, si sta ora riprendendo.
Secondo le stime dell'INSEE, il settore dovrebbe recuperare gran parte del terreno perso nel 2019.
La produzione dovrebbe aumentare del 10% quest'anno e il prossimo. Le esportazioni aeronautiche dovrebbero crescere del 10%-15% nel 2024 e 2025.
Questa ripresa economica dovrebbe avere un impatto positivo anche sulla produttività. Rispetto al periodo pre-crisi, la produttività del lavoro nel settore è diminuita di oltre il 30%. Si tratta di un calo molto più marcato rispetto ad altri settori.
Tuttavia, questo calo potrebbe essere solo temporaneo. L'anno scorso Airbus ha aperto una nuova linea di assemblaggio in Francia per la produzione dell'A320, l'aereo più utilizzato al mondo.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
Il deficit commerciale della Francia si è ridotto per il settimo mese consecutivo. La bilancia commerciale è migliorata di 2,7 miliardi rispetto alla fine del 2023, raggiungendo i 17,6 miliardi.
Ciò si spiega con un aumento delle esportazioni e un calo delle importazioni.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che il deficit rimane più alto di quello precedente alla pandemia, più vicino ai 14 miliardi.
Nel primo trimestre del 2024, l'economia francese ha registrato una diminuzione delle importazioni, principalmente attribuibile al calo dei prezzi globali anziché a una riduzione dell'attività economica. Questa riduzione ha riguardato sia gli approvvigionamenti energetici che i prodotti manifatturieri, come macchinari e prodotti farmaceutici.
D'altra parte, le esportazioni francesi sono aumentate grazie all'aumento dei volumi di beni esportati, con un notevole incremento delle vendite di prodotti chimici, profumi, cosmetici e prodotti metallurgici.
Tuttavia, si è osservato un calo delle esportazioni di apparecchiature meccaniche, elettriche, elettroniche e informatiche, così come dei materiali di trasporto e delle automobili. In termini geografici, i saldi commerciali con l'Asia, l'Africa e l'Europa (esclusa l'UE) hanno registrato miglioramenti, mentre quelli con l'Unione europea, l'America e il Medio Oriente si sono deteriorati. Questa variazione dei saldi commerciali è indicativa di cambiamenti nelle dinamiche economiche e commerciali sia all'interno che al di fuori dell'Europa.
Contenuto a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
Nel 2023, la Francia è stata il principale Paese ospitante di progetti internazionali in Europa per 5 anni consecutivi. Nonostante ciò, soffre della concorrenza degli Stati Uniti e della Cina.
Siamo di fronte al paradosso francese: criticata all'interno dei propri confini, ma considerata un paese scelto dagli stranieri per gli investimenti. Infatti, secondo EY, sono state prese 1.194 decisioni di insediamento o di espansione, con la creazione e il mantenimento di 40.000 posti di lavoro.
Questi buoni risultati dovrebbero essere un vantaggio per il prossimo vertice di Choose France.
Gli investimenti esteri contribuiscono a raggiungere due obiettivi del governo francese: la rivitalizzazione della regione e la reindustrializzazione del Paese.
I punti di forza di questi investimenti contribuiscono alla trasformazione energetica del Paese e molti di essi riguardano il settore dell'intelligenza artificiale, essenziale per la sovranità della Francia.
Il debito e il deficit preoccupano i francesi, ma non allarmano le imprese straniere. Per loro, la Francia è un'infrastruttura affidabile e un mercato forte.
Tuttavia, quando si tratta di investimenti esteri, la Francia fidelizza più che attrarre. Le ragioni sono diverse, tra cui i costi dell'energia, la mancanza di competitività e la complessità dell'accesso ai finanziamenti.
Inoltre, il calo di attrattiva della Germania è un campanello d'allarme per l'Europa. Stiamo anche assistendo a un aumento dei progetti internazionali negli Stati Uniti e in Cina.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
L’imprenditorialità femminile è un motore di innovazione e sviluppo economico ed è un fenomeno in costante crescita che riflette la determinazione e la creatività delle donne nel mondo degli affari. Tuttavia, non è un percorso privo di sfide, che vanno dalla discriminazione di genere agli accessi limitati alle fonti di finanziamento.
Imprese femminili in Germania
Ma com’è la situazione dell’imprenditorialità femminile in Germania? Il panorama imprenditoriale femminile presenta numeri modesti con solo il 15,8% delle imprese guidate da donne su un totale di 3,8 milioni di aziende nel 2022. Le imprenditrici tedesche hanno un’età media di 52 anni e sono attive soprattutto nel commercio, nella manutenzione di autoveicoli, nella pubblica amministrazione, difesa e previdenza sociale. Ciò nonostante, la quota di aziende femminili resta ancora molto bassa ed è concentrata nel settore del commercio. Il Paese affronta sfide come la scarsità di risorse e di sostegno adeguato, che rappresentano ostacoli significativi alla crescita delle imprese femminili nel lungo termine. Tuttavia, in Germania sono presenti politiche e programmi mirati per favorire l’imprenditorialità femminile e promuovere un ambiente imprenditoriale più inclusivo e diversificato.
L’analisi della situazione in Germania sottolinea l’importanza di affrontare le disparità di genere nell’accesso al finanziamento e al sostegno imprenditoriale. Investire in programmi per le imprenditrici potrebbe favorire una maggiore partecipazione femminile nel panorama imprenditoriale, stimolando l’innovazione e contribuendo alla crescita economica. Anche il finanziamento e la partecipazione a progetti europei permette di incrementare la consapevolezza nell’ambito dell’imprenditorialità femminile e dell’uguaglianza di genere.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania
Ieri il Consiglio dei Ministri ha accettato il progetto di bilancio per l’anno prossimo preparato dal Ministero delle Finanze. La seduta è stata la continuazione di quella interrotta il 10 giugno. In base alle previsioni del governo per il 2025 il PIL aumenterà del 3.7% e l’inflazione media annua ammonterà al 4.1%. La disoccupazione registrata resterà al 4.9% e il salario medio nell’economica nazionale aumenterà del 7.1%. Inoltre il governo ha approvato la proposta di aumentare il salario minimo l’anno prossimo fino a 4000 PLN lordo al mese e di stabilire un minimo di orario di 30.2 PLN. Gli aumenti di bilancio ammonteranno al 4% e il livello minimo di valorizzazione delle pensioni al 6.78%. Il viceministro delle Finanze, In questa situazione il governo ha inserito nel bilancio: la crescita del PIL al 3.7%, l’inflazione al 5% a metà anno, il tasso di disoccupazione del 2.7% e il 50% di debito del settore di finanza pubblica. Il governo ha deciso di aumentare il salario minimo ed i salari nel settore di bilancio nel 2025.
(Fonte: Polonia Oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Secondo gli ultimi dati Eurostat, ad aprile l'industria polacca ha prodotto il 4,7% in più rispetto all'anno precedente. I risultati dell'anno precedente hanno mostrato un calo del 4,2%. Inoltre il risultato di aprile è il quinto migliore in Europa, con aumenti maggiori registrati in Danimarca, Grecia, Slovenia e Slovacchia. In Germania e in Irlanda sono stati registrati indici bassi. Il calo in Germania è giunto all'undicesimo mese di fila e le diminuzioni maggiori hanno riguardato l'estrazione del carbone e la produzione di lignite, l'abbigliamento, la produzione di apparecchiature elettriche o di mobili. In Polonia, invece, le industrie più importanti sono state quelle di supporto all'estrazione, i prodotti chimici, l'abbigliamento e la produzione di mezzi di trasporto, escluse le automobili. Il declino è stato notato nel settore delle apparecchiature elettriche. Non sono state rese note cifre più precise, ma è molto probabile che si tratti della produzione di batterie per auto elettriche.(Polonia oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Oltre 30 delle aziende più dinamiche in Europa hanno sede in Repubblica Ceca. Lo indica la classifica Emea 500 di Deloitte, che prende in considerazione anche il Medio Oriente.
Dalla Repubblica Ceca provengono ben 32 aziende presenti nella classifica, che valuta i tassi di crescita negli ultimi tre anni. Per il paese si tratta di un buon risultato. Ad esempio la Germania raggiunge lo stesso numero della Repubblica Ceca, mentre la Polonia registra 37 aziende qualificate. Il numero più alto in assoluto è registrato dal Regno Unito con oltre 80 start-up, ma i risultati migliori relativi alla grandezza dell’economia arrivano dai paesi nordici con 50 aziende per Svezia e Finlandia e 42 per la Norvegia.
La crescita media negli ultimi tre anni delle 500 aziende presenti in classifica è di circa 2000%. Le start-up sono per lo più attive nei settori del software o della fintech. Con un’aumento di quasi 6000% tra le imprese ceche è prima la società FTMO, che si occupa di trading.
Fonte e fonte fotografia: https://www.deloitte.com/content/dam/assets-zone2/uk/en/docs/services/deloitte-private/2024/emea-tech-fast500-report-2023.pdf
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca
Il valore dei lavori edili realizzati dalle imprese ceche nel 2023 ha sfiorato i 700 miliardi di corone. Lo indicano i dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.
Il valore dei lavori edili realizzati lo scorso anno è cresciuto del due percento a quasi 696 miliardi di corone. Il settore più importante è quello infrastrutturale con oltre 201 miliardi di corone di lavori effettuati. Segue il settore residenziale con lavori per 128 miliardi di corone e il settore degli immobili per la produzione che pesa per 110 miliardi di corone. Le aziende hanno inoltre effettuato lavori di manutenzione e recupero per oltre 142 miliardi di corone. I valori più alti vengono poi registrati a Praga, nel centro Boemia e nella Moravia Meridionale.
Per quest’anno le imprese del settore attendono una stagnazione dell’edilizia, indica l’indagine dell’agenzia CEEC Research. Un aumento più forte è atteso per il 2025.
Fonte: https://www.czso.cz/csu/czso/v-cesku-se-loni-prostavelo-pres-695-miliard
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca
La Repubblica Ceca si sta preparando alla fine anticipata dell’uso del carbone per la produzione dell’energia elettrica.
Il Ministero dell’Industria e del Commercio ha presentato al governo vari scenari della fine del carbone nel sistema energetico. Uno di questi prevede la fine anticipata delle centrali nel 2027. “Anche in questo scenario estremo le analisi hanno confermato, che verrà garantita la sicurezza delle fornitura della luce e del calore” ha indicato il ministro Jozef Síkela. Lo scenario più probabile, invece, prevede una fine progressiva delle centrali a carbone entro il 2030.
Il ministero vuole introdurre una serie di misure che sosterrà lo sviluppo di fonti di transizione, come il gas, o che in caso di emergenza potranno impedire lo spegnimento delle centrali. Dal carbone viene prodotto circa il 40% dell’energia elettrica in Repubblica Ceca. A causa dei rialzi dei prezzi dei permessi a emettere la CO2 tuttavia questa produzione sta diventando poco redditizia.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca
Il Ministero dei Trasporti ha presentato un nuovo progetto PPP a oltre un centinaio di potenziali investitori.
Il governo vuole costruire tramite una partnership tra il settore pubblico e quello privato un segmento lungo circa 35 chilometri dell’autostrada D35. La spesa complessiva stimata è di 35 miliardi di corone. “La gara per l’assegnazione del concessionario di questo importante progetto partirà presto” ha detto il ministro dei trasporti Martin Kupka ai rappresentanti delle aziende, di cui molti collegati da remoto.
I progetti PPP sono tra le modalità previste dal ministero per finanziare la costruzione di nuove infrastrutture di trasporto in Repubblica Ceca. In questa modalità è in realizzazione un segmento dell’autostrada D4, la cui costruzione dovrebbe terminare quest’anno.
Fonte e fonte fotografia: https://mdcr.cz/Media/Media-a-tiskove-zpravy/Ministerstvo-dopravy-predstavilo-investorum-projek
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