Lunedì 5 Maggio 2025
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Contesto
Sin dagli inizi del ‘900, l'industria cinematografica danese ha costantemente prosperato, grazie alla presenza di registi illustri come Peter Elfelt e Carl Dreyer, insieme ad attori come Bodil Ipsen e Asta Nielsen, solo per citarne alcuni.
Per favorire e stimolare il settore, nel 1906 venne fondata la società di produzione danese Nordisk Film, considerata l’Hollywood europea, dedicata alla realizzazione di lungometraggi destinati all’esportazione; questo ha portato la Danimarca al centro dell’industria cinematografica in Europa.
Con l’avvento del cinema sonoro, le barriere linguistiche rendevano i film danesi meno adatti all’esportazione internazionale arrecandone un grave danno. Con l’intento di aiutare il settore in difficoltà, nel 1972 venne fondato il Denmark Film Institute che, tramite sussidi statali per i progetti cinematografici danesi, gettò le basi per la rinascita dell’industria.
Oggi il Denmark Film Institute supporta la produzione di circa 20 lungometraggi e 20 documentari in lingua danese ogni anno.
Nuovo accordo
L’industria cinematografica danese ha ricevuto un grosso finanziamento grazie al Film Agreement 2024-2027, un accordo che definisce un piano d’azione con lo scopo di rafforzare il settore.
L’accordo prevede un contributo annuale di 98 milioni corone danesi a partire dal 2025 a sostegno di film, serie e documentari danesi, oltre ai 622 milioni di corone danesi annuali che saranno stanziati dal 2024 al 2027.
Il Ministro della Cultura danese Jakob Engel- Schmidt afferma «Sono molto felice che un’ampia maggioranza del Folketing (il Parlamento danese) possa ora dare un impulso storico all’industria cinematografica, solido pilastro della cultura danese. Con questo accordo stiamo effettuando l’investimento di fondi pubblici più grande che il settore dei film danesi abbia ricevuto negli ultimi due decenni. In questo modo vogliamo anche garantire che, in futuro, i film danesi possano continuare ad essere caratterizzati dal massimo livello di qualità. Ci siamo inoltre concentrati sulla creazione di un accordo che fornisca un quadro valido e stabile per il settore, offrendo ai talenti danesi l’opportunità di svilupparsi e crescere».
L’accordo, già stipulato anche nel periodo che andava dal 2019 al 2023, ha ottenuto un tale successo che si è voluto incrementare con nuovi fondi più sostanziosi. Dall’accordo precedente sono stati prodotti 8-10 lungometraggi e 10-12 documentari che hanno partecipato ad alcuni dei Festival del cinema più importanti del mondo, tra cui Festival internazionale del cinema di Cannes, Berlino, Venezia, Sundance e Toronto. Grazie al nuovo accordo 2024-2027, l’obiettivo è quello di portare ai Festival sopra citati 20-26 lungometraggi e 30-35 documentari nel 2024.
Oltre alle sovvenzioni statali, uno degli obiettivi dell’accordo è la promozione di film girati sul territorio danese, l’istituzione di una commissione apposita per organizzare i futuri progetti di sostegno all’industria ed elaborare delle strategie per promuovere la realizzazione di contenuti per bambini e ragazzi.
Considerazioni finali
“Nonostante il nuovo accordo sia destinato a soddisfare numerosi bisogni e necessità dell’industria cinematografica danese, sicuramente non risolverà del tutto le problematiche esistenti” sottolinea Jørgen Ramskov, giornalista ed ex manager del Copenhagen Film Festival.
La difficoltà più grande sarà, infatti, l’arrivo della maggior parte dei fondi solo nel 2025. Jørgen Ramskov afferma «Speravamo che si potesse trovare un finanziamento provvisorio, trovare un po' di fondi nel bilancio in modo da poter avere una sovvenzione una tantum ed iniziare con le operazioni di aiuto sin da subito».
Superato il periodo di pandemia che ha influito negativamente sull’industria cinematografica non solo in Danimarca ma anche in tutta Europea, ora i registi e gli attori vogliono e sono pronti a ricominciare con entusiasmo: il sostegno offerto dallo Stato danese è sicuramente un ottimo punto di partenza.
Fonte: http://tinyurl.com/59tdvfdy
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Cenni storici
In fatto di uguaglianza di genere la Danimarca è uno dei paesi più all’avanguardia sia a livello culturale che a livello legislativo.
Già nel 1814, infatti, era stata introdotta la prima legge sull’istruzione primaria universale dove si affermava l’obbligo di educare sia i ragazzi che le ragazze, un evento, questo, considerato una delle pietre miliari nel processo per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel Paese.
Un secolo dopo, nel 1915, era stato introdotto il suffragio universale, ed anche la possibilità, per le donne, di entrare in politica e candidarsi alle elezioni parlamentari. Ciò spianò la strada ad una rappresentazione egualitaria della società danese in politica, infatti, Il Parlamento danese, il Folketing, oggi conta circa il 40% di donne.
Un altro momento significativo per l’uguaglianza di genere avvenne nel 1999, quando venne creato il ministero l’uguaglianza di genere, con a capo il ministro Jytte Andersen, responsabile di garantire la parità di retribuzione fra i generi. Infine, nel 2011 entrò in carica la prima donna Primo ministro danese, Helle Thorning-Schmidt.
Attualità
Nonostante questo impegno storicamente dimostrato, la Danimarca non è ancora riuscita a colmare il divario di genere quando si tratta di parità retributiva.
Gli uomini danesi oggi guadagnano ancora il 12,3% in più rispetto alle donne. Questo è ciò che mostrano i dati di Danmarks Statistik, l'istituto di statistica governativo del Paese, mentre altri istituti statistici mostrano un divario ancora più grande.
Secondo gli studi di Danmarks Statistik, ogni volta che un uomo guadagna 100 DKK, una donna ne guadagna solamente 87, dimostrando, quindi, ancora un’accentuata disparità.
Per protestare contro questo inspiegabile divario è stato organizzato da Birgitte Baadegaard e Noell Elise una manifestazione rappresentata dall’hashtag #16novdk a Christiansborg (Copenaghen) il 16 novembre. Il giorno è stato scelto per spiegare e ricordare che, poiché le donne guadagnano il 12,3% in meno rispetto agli uomini, ciò comporta che dal 16 novembre 2023 alla fine dell’anno 2023 le donne non guadagneranno più nulla ed è come se lavorassero gratis.
La differenza di salario è solo però la punta dell’iceberg. Birgitte Baadegaard, una delle organizzatrici dell’evento #16novdk afferma che «A differenziare gli uomini dalle donne non c’è solo quanto guadagnano, ma c’è anche solitamente una pensione più piccola per le donne, un tasso di interesse più alto quando le donne contraggono prestiti e mancanza di finanziamenti alle donne come imprenditrici» (le donne ricevono solo tra l’1 e il 2% dei finanziamenti totali).
Considerazioni finali
La legislazione danese è però chiara sull’argomento salari. Il Testo Unico sulla parità retributiva tra uomini e donne, introdotto nell’ agosto del 2006, garantisce che donne e uomini ricevano la stessa retribuzione per lo svolgimento dello stesso lavoro.
Quindi se si vuole colmare il divario salariale tra uomini e donne, è necessario un cambiamento non legislativo, ma culturale nelle aziende danesi.
L’attuale ministro per l’uguaglianza di genere Marie Bjerre afferma: «Penso che sia necessario che le aziende si assumano la responsabilità di promuovere l'uguaglianza dal basso. Ciò significa che uomini e donne devono essere trattati allo stesso modo durante il processo di assunzione e, quando si pensa alle promozioni sul posto di lavoro, si deve giudicare in maniera egualitaria il potenziale sia delle donne che degli uomini».
Ottenere una giusta retribuzione per il lavoro svolto non è solo un diritto di tutte le donne, ma è anche un vantaggio per l’intera nazione: aiuterebbe a creare una maggiore uguaglianza di genere, ridurrebbe la povertà e sarebbe uno stimolo all’economia. Per esempio, l’Unione Europea ha indicato come, riducendo anche solo di un punto percentuale il divario retributivo di genere, si otterrebbe un aumento del PIL dello 0,1%.
Fonte: https://www.europarl.europa.eu/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il 10 novembre 2023 Statistics Denmark, l'istituto di statistica governativo della Danimarca, afferma che l’inflazione sul territorio danese ha raggiunto lo 0,1%: si tratta di un traguardo importante per l’economia e per i cittadini danesi.
Durante tutto il 2023 l’inflazione ha continuato a diminuire, ad eccezione di un piccolo aumento a luglio, ma mai è arrivata ad una percentuale così vicina allo zero.
Un forte calo è stato osservato nei prezzi di gas, elettricità, gasolio, yogurt e cereali, prodotti che hanno notevolmente contribuito al calo dell’inflazione. Oggi, quindi, la Danimarca vanta il tasso di inflazione più basso di tutta l’Unione Europea.
L’inflazione di base
Particolare attenzione è rivolta all’inflazione di base. Con il termine “inflazione di base” si intende l’inflazione calcolata escludendo le variazioni di prezzo determinate da fattori come l’energia ed i costi degli alimenti grezzi. I numeri in questo caso mostrano un calo del 0.5%, passando dal 4,2% ad agosto al 3,7% a settembre. Si tratta del livello più basso raggiunto da aprile 2022. Questo dimostra la presenza di inflazione in altri settori dell’economia danese.
«Il calo dell’inflazione, in particolare dell’inflazione di base, dai livelli elevati osservati nell’ultimo anno è indubbiamente un segno positivo» commenta Brian Friis Helmer, esperto economista associato ad Arbejdernes Landsbank, una tra le più grandi banche in Danimarca. Helmer continua, affermando che «la diminuzione dell’inflazione però non si traduce immediatamente in risparmi per il consumatore danese, sebbene in alcuni negozi e supermercati si possano già vedere riduzione di prezzi».
BCE e inflazione
L’inflazione è anche influenzata dalle politiche adottate dalla Banca Centrale Europea (BCE). La Banca Centrale Europea, infatti, lavora per mantenere l’inflazione stabile e bassa, ma non punta allo 0%. Avere un’inflazione dello 0% significherebbe un rischio importante di deflazione, poiché potrebbe portare i cittadini a posporre l’acquisto di beni e servizi, aspettando di poterli acquistare ad un prezzo più basso in un futuro momento. Questo potrebbe causare una paralisi nell’economia dei Paesi.
Conclusioni
Dall’inizio del 2021 l’inflazione ha subito un notevole incremento in termini percentuali in tutte le economie europee, compresa la Danimarca. Nel Paese, durante il 2022, l’inflazione ha addirittura raggiunto il suo livello più alto dal 1980 (10.1% di inflazione ad ottobre 2022).
Questa comune tendenza all’inflazione si è manifestata in maniera diversa nei diversi paesi dell’Unione Europea. In Danimarca l’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari (in misura minore) sono i fattori che hanno determinato un aumento marcato dell’inflazione.
Secondo Las Olsen, capo economista alla Danske Bank, la più grande banca danese, questo nuovo traguardo raggiunto (l’inflazione vicina allo 0%) aiuterà i cittadini danesi che da tempo lottavano con l’aumento dei prezzi. Olsen spiega, però, che queste percentuali così basse non dureranno per sempre; infatti, ci si aspetta un aumento dell’inflazione nei prossimi periodi. Sottolinea anche che si tratterà di un aumento graduale e controllato che non raggiungerà le percentuali incredibili toccate nell’ottobre 2022. L’obiettivo è comunque quello di mantenere un’inflazione bassa, poiché bassa inflazione, insieme alla stabilità dei prezzi, sono i prerequisiti più importanti per un’economia solida e sicura.
Fonte: https://www.dr.dk/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
La firma del contratto tra Hellenic Metro S.A. e la società appaltatrice THEMA avente come azionisti l'italiana ATM al 51% e la francese EGIS al 49%, è avvenuta il 4 ottobre presso la stazione della metropolitana di Salonicco "Agia Sofia", alla presenza del Primo Ministro K. Mitsotakis che ha promesso che nel 2024 la metropolitana sarà pienamente operativa.
Secondo il contratto, condizione inviolabile è l'adempimento delle condizioni del periodo preparatorio, per dare inizio all'operazione commerciale. Il periodo preparatorio in questione prevede il completamento dei lavori di costruzione per effettuare l'accettazione amministrativa e deve essere seguito dal periodo preparatorio, che comprende l'installazione e la messa in servizio del sistema informativo, le prove di funzionamento in sicurezza in molti scenari diversi, della durata di circa almeno 14 mesi, formazione del personale, licenze, certificazioni, ecc.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Nella stagione di volo estiva ci saranno nuovi collegamenti aerei tra Praga e l’Italia. Ad annunciare i nuovi voli sono le compagnie Volotea e Smartwings.
Da fine marzo dovrebbe partire il nuovo collegamento della compagnia Volotea tra Praga e Firenze. Il collegamento verrà servito secondo la compagnia due volte alla settimana, il lunedì e il venerdì. Volotea promette ai passeggeri “prezzi concorrenziali” per il collegamento tra due città a forte volume turistico.
Da giugno dovrebbe poi partire il collegamento della compagnia ceca Smartwings verso Brindisi. Anche in questo caso i voli sono previsti lunedì e venerdì. L’obiettivo del nuovo volo diretto è, secondo il presidente di Aeroporti di Puglia Antonio Maria Vasile, attirare più turisti cechi nella regione meridionale.
Fonte: http://tinyurl.com/3anz4k2y
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Nonostante le difficoltà che stanno attraversando gli altri settori dell’edilizia, gli immobili industriali non sembrano conoscere crisi. Lo indica il rapporto dell’agenzia Cushman & Wakefield, i cui risultati vengono riportati dal quotidiano Hospodářské noviny.
Attualmente sono in costruzione e in preparazione in Repubblica Ceca circa 1,4 milioni di metri quadrati di stabilimenti industriali e magazzini. Si tratta del dato più alto mai registrato. La Repubblica Ceca, quindi, rappresenta ben un quarto di tutte le superfici in preparazione nella regione del centro Europa.
Molte società di sviluppo immobiliare stanno costruendo immobili industriali e logistici per concreti clienti. Il tasso delle superfici non affittate continua a essere molto basso, sotto il 2%, mentre l’interesse delle aziende è in aumento. Le società preferiscono costruire su territori vergini, una tendenza che lo stato vorrebbe contrastare con regole che renderanno più difficile edificare i terreni agricoli di maggiore qualità.
Fonte: http://tinyurl.com/5bf9uxa9
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
I prezzi degli appartamenti dopo quattro trimestri di calo potrebbero essere vicini a una svolta. Lo indica nel suo indice immobiliare la banca ceca ČSOB.
Secondo le rilevazioni della ČSOB i prezzi degli appartamenti sono diminuiti per il quarto trimestre consecutivo. Il calo annuo nel terzo trimestre di quest’anno è stato del 6,2%. Il calo tra i trimestri ha tuttavia diminuito il suo ritmo. “Ora ci aspettiamo, che i prezzi degli appartamenti si stabilizzeranno, ma potremmo essere arrivati al punto di svolta” ha indicato Martin Vašek del gruppo ČSOB. La banca ha anche registrato una leggera ripresa delle vendite.
Nel terzo trimestre sono invece tornati a crescere i prezzi delle case familiari. Rimane positiva l’evoluzione dei prezzi dei terreni, il cui valore in un anno è aumentato di quasi il 12%. “I terreni sono un investimento con un ritorno promettente non essendocene abbastanza sul mercato” ha indicato Martin Vašek.
Fonte: http://tinyurl.com/mtzs75hb
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il Senato della Repubblica Ceca ha approvato la manovra di consolidamento preparata dal Governo.
Nonostante alcuni malumori tra i senatori della maggioranza, la Camera Alta ha rinunciato a proporre modifiche al testo, che avrebbero rimandato la manovra ai deputati. Con 53 voti a favore sui 81 seggi al Senato il testo, che modifica oltre 60 norme, ha ricevuto una comoda maggioranza.
Il testo varato dalla Camera dei deputati è quindi definitivo. La manovra deve essere promulgata dal Presidente della Repubblica Petr Pavel, che potrebbe porre il suo veto. Si tratta tuttavia di una possibilità remota nonostante alcune critiche arrivate dal Capo dello Stato. Se dovesse accadere, la Camera potrebbe superare il veto presidenziale con il voto della maggioranza dei deputati, che tuttavia non potrebbero più intervenire sul testo del provvedimento.
Fonte: http://tinyurl.com/5amuxcka
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il sistema del vuoto a rendere per le bottiglie di plastica e le lattine entrerà in vigore probabilmente nel 2025. Lo ha detto in un incontro con i giornalisti il ministro dell’Ambiente Petr Hladík.
La misura dovrebbe portare a un aumento della quota di riciclo a oltre il 90%. “Oggi da una bottiglia di plastica può essere prodotto un maglione o un tappeto per l’auto. Il nostro obiettivo è di produrre da una bottiglia di plastica un’altra bottiglia di plastica” ha indicato il Ministro. Restituire le bottiglie di plastica dovrebbe essere altrettanto facile come lo è oggi per le bottiglie in vetro. I municipi inoltre otterranno una quota delle cauzioni non riscosse.
Il sistema del vuoto a rendere per le bottiglie di plastica è stato proposto dai leader del settore beverage, ad esempio da Mattoni 1873. La misura dovrebbe ridurre l’impatto ambientale del settore.
Fonte: http://tinyurl.com/32vt5ddc
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il commercio estero tra l’Italia e la Repubblica Ceca ha sfiorato nei primi tre trimestri di quest’anno i 12 miliardi di euro. Lo indicano i dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.
L’interscambio tra i due paesi ha mantenuto nei primi tre trimestri dell’anno una leggera crescita complessiva del 3% con un giro d’affari complessivo di 11,95 miliardi di euro. Le esportazioni ceche in Italia hanno mantenuto un buon tasso di crescita del 7% superando i sei miliardi di euro. Le esportazioni italiane in Repubblica Ceca hanno invece avuto una leggera flessione dell’1%. A pesare sono soprattutto i dati del terzo trimestre con cali in entrambe le direzioni.
Il commercio estero con l’Italia quindi in parte riflette l’andamento complessivo dell’economia ceca, che a causa dell’indebolimento della domanda interna vede un calo delle importazioni. Eccellenti invece i risultati per le esportazioni italiane di macchinari e apparecchiature, che crescono a doppia cifra.
Fonte: https://www.czso.cz/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)