Mercoledì 7 Maggio 2025
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In considerazione della situazione critica negli ospedali, il Consiglio federale pone in consultazione la proposta di prorogare fino alla fine di marzo i provvedimenti decisi il 17 dicembre 2021 contro la diffusione del coronavirus. Propone inoltre di ridurre a 270 giorni la validità dei certificati. Nella seduta del 12 gennaio ha per altro deciso di abbreviare da subito a cinque giorni la durata dell’isolamento e della quarantena.
La situazione epidemiologica è critica e resta difficile prevederne l'evoluzione: nelle ultime settimane i ricoveri e il tasso d'occupazione dei reparti di terapia intensiva sono calati nonostante l'aumento esponenziale delle infezioni. Le persone vaccinate o guarite che si contagiano
con la variante Omicron devono essere ricoverate molto meno spesso di quanto non accada con la variante Delta. Anche la quota delle
persone ricoverate nei riparti di terapia intensiva sul totale delle ospedalizzazioni è diminuita. Nuovi dati scientifici confermano inoltre che la
terza dose di vaccino riduce notevolmente il rischio di ricovero. Vaccinarsi resta il modo migliore per proteggersi dai decorsi gravi e dalle conseguenze a lungo termine della malattia.
Probabile aumento della pressione sugli ospedali
Anche se per le persone vaccinate o guarite la variante Omicron è meno pericolosa, l'altissimo numero di contagi lascia prevedere un aumento dei ricoveri. Probabilmente la pressione aumenterà dapprima nei reparti normali e in un secondo tempo, forse, anche nei reparti di terapia intensiva. È inoltre in costante aumento il numero dei pazienti ospedalizzati per malattie diverse dalla COVID-19 che risultano positivi al test e devono quindi essere isolati, il che complica non poco la loro degenza. A questo si aggiunge che anche negli ospedali una percentuale sempre più alta del personale sarà assente per malattia.
In consultazione: proroga dei provvedimenti
La strategia del Consiglio federale contro la diffusione del coronavirus rimane quella di adottare provvedimenti che permettano di evitare il più possibile il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Per questo motivo, il 17 dicembre 2021 l'Esecutivo ha deciso ampie restrizioni quali, tra l'altro, l'introduzione della «regola 2G» per alcuni luoghi chiusi, la limitazione degli incontri privati e l'obbligo del telelavoro. I provvedimenti dovevano restare in vigore fino al 24 gennaio 2022, ma, a causa della difficile situazione negli ospedali, il Consiglio federale propone di prorogarli sino al 31 marzo. La consultazione durerà fino al 17 gennaio.
Tuttavia, indipendentemente dall'esito della consultazione, se la situazione negli ospedali dovesse peggiorare notevolmente, il Consiglio federale sarà in grado di agire rapidamente e di adottare ulteriori restrizioni, come la chiusura di strutture o limitazioni della capienza per le grandi manifestazioni.
In consultazione: riduzione della durata di validità dei certificati COVID
Il Consiglio federale intende inoltre ridurre la validità del certificato di vaccinazione da 365 a 270 giorni, in modo da continuare a garantirne il riconoscimento nell'UE. Analogamente è ridotta a 270 giorni pure la durata di validità del certificato di guarigione. Anche per questo provvedimento saranno consultati i Cantoni e, se dovessero essere d'accordo, l'entrata in vigore è prevista il 1° febbraio 2022.
Ulteriori questioni poste in consultazione
Il Consiglio federale intende valersi della consultazione per sottoporre ai Cantoni anche altre questioni, come il divieto dell'insegnamento in presenza per il livello terziario, limitazioni della capienza per le grandi manifestazioni, l'inasprimento dell'obbligo della mascherina, le capacità nei reparti di terapia intensiva, l'obbligo di sottoporsi al test prima dell'entrata in Svizzera per le persone vaccinate o guarite, l'adeguamento della strategia di test a causa del sovraccarico dei laboratori, la rinuncia ai test antigenici rapidi o la revoca delle regole sulla quarantena.
Decisione: la durata dell'isolamento e della quarantena è ridotta a cinque giorni
Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha anche deciso di ridurre a partire da domani, giovedì 13 gennaio, la durata dell'isolamento da dieci a cinque giorni. Come finora, per poter uscire dall'isolamento una persona deve essere priva di sintomi per almeno 48 ore. I Cantoni possono prevedere deroghe per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento.
Anche la quarantena dei contatti sarà ridotta a cinque giorni. Sarà inoltre limitata a chi vive nella stessa economia domestica o che, in modo analogo, ha contatti regolari e stretti con una persona risultata positiva al test. Sono esentate dalla quarantena le persone che hanno ricevuto
l'ultima dose di vaccino o sono guarite da meno di quattro mesi. Anche per la quarantena dei contatti, i Cantoni possono prevedere deroghe per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento.
Motivo della riduzione della durata dell'isolamento e della quarantena è la variante Omicron, con la quale l'intervallo di tempo tra infezione e trasmissione del virus si è ridotto. Inoltre, nelle ultime settimane il numero di persone in isolamento o quarantena è aumentato notevolmente mettendo sono pressione le strutture di tracciamento dei contatti dei Cantoni, l'economia e la società.
Aumento delle assenze dal lavoro
Anche se la riduzione della durata della quarantena dovrebbe permettere di alleviare la situazione, il numero di assenze dal lavoro dovrebbe continuare ad aumentare. In questo contesto, il Consiglio federale sottolinea l'importanza cruciale dell'obbligo del telelavoro, che contribuisce
in misura determinante a prevenire i contagi nelle aziende. Secondo l'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del Paese e l'Ufficio federale della protezione della popolazione, le infrastrutture per l'approvvigionamento economico del Paese e le infrastrutture critiche sono ben preparate per far fronte all'aumento delle assenze dal lavoro.
Discussione sul potenziamento dei reparti di terapia intensiva
Il Consiglio federale ha inoltre discusso su come la Confederazione possa sostenere i Cantoni nel potenziamento dei reparti di terapia intensiva.
La costituzione di capacità sufficienti è un compito dei Cantoni, previsto ora anche nella legge COVID-19.
Fonte: https://bit.ly/3GsHEAP
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Secondo i dati compilati dal Ministero del Commercio, dell'Industria e dell'Energia, i costruttori navali coreani nel 2021 hanno ricevuto il maggior numero di ordini in otto anni ed il paese si è classificato al primo posto al mondo in termini di costruzione di navi ad alto valore aggiunto.
I costruttori navali coreani nel 2021 hanno ottenuto nuovi ordini per un totale di 17,44 milioni di CGT, più che raddoppiando quindi il valore di 8,23 milioni di CGT segnato nel 2020.
È il più grande dal 2013, quando la cifra si attestava a 18,45 milioni di CGT ed è un segnale che l'industria dei cantieri navali coreani è sulla buona strada per riprendersi dalle ricadute causate dalla pandemia da COVID-19.
I costruttori navali coreani, tra i quali la Hyundai Heavy Industries Group rappresenta il più importante, nel 2021 si sono aggiudicati il 37,1% degli ordini globali totali (46,96 milioni di CGT), rispetto alla quota del 31,2% nel 2019 e del 34,1% nel 2020.
Nel 2021 la Cina ha preso il primo posto assicurandosi il 48,8 percento del volume totale delle costruzioni navali in tutto il mondo ma la Corea ha mantenuto il primo posto al mondo in termini di ordini di navi ad alto valore aggiunto, come le navi metaniere trasportanti GNL, rappresentando il 65% degli ordini totali per tali navi. Secondo i dati, la Corea è anche assicurata il maggior volume di contratti per navi eco-compatibili al mondo, assorbendo il 64% degli ordini globali totali.
Fonte: https://bit.ly/3npruAC
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Nel dicembre 2021 l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è diminuito dello 0,1% rispetto al mese precedente, attestandosi a 101,5 punti (dicembre 2020 = 100). Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il rincaro è stato del +1,5%. Nel 2021 il rincaro annuo medio è stato invece del +0,6%. È quanto emerge dai risultati dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Il rincaro annuo medio del 2021 corrisponde al tasso di variazione tra la media annua dell’IPC per il 2021 e quella per il 2020. La media annua equivale alla media aritmetica dei 12 indici mensili dell’anno civile. Nel 2021, il rincaro annuo medio è stato del +0,6%. Questa crescita è riconducibile in particolare all’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e degli affitti delle abitazioni. Sono invece diminuiti i prezzi dei viaggi forfetari internazionali e dei medicamenti. In media, i prezzi dei prodotti indigeni sono aumentati dello 0,3%, mentre quelli dei prodotti importati sono aumentati dell’1,5%. Il rincaro annuo medio è stato del –0,7% nel 2020 e del +0,4% nel 2019.
La flessione dell’IPC dello 0,1% nel dicembre 2021 rispetto al mese precedente è riconducibile a diversi fattori, tra cui la diminuzione dei prezzi dell’olio da riscaldamento. Sono calati anche i prezzi dei trasporti aerei, come pure quelli dei carburanti. Hanno invece registrato un aumento i prezzi del noleggio di veicoli personali, dei pernottamenti in albergo e delle automobili d’occasione.
Fonte: https://bit.ly/3nqVA6T
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Il Korea Exchange (KRX), l'unico operatore borsistico della Corea, ha lanciato un portale di informazioni sul mercato finanziario coreano in lingua inglese per fornire maggiori informazioni agli investitori stranieri.
Il servizio, soprannominato Market Data System, è fornito tramite il sito Web (http://global.krx.co.kr).
Il KRX ha affermato che il sito Web migliorerà l'accessibilità e la convenienza delle informazioni per gli investitori stranieri la cui influenza sul mercato finanziario nazionale è in continuo aumento.
Fonte: https://bit.ly/33tOV4H
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Crescono le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, anche grazie ad una rinnovata fiducia dei consumatori americani nel periodo delle festività, nonostante il vertiginoso aumento dell’inflazione. La crescita delle vendite nel periodo natalizio, che negli Stati Uniti viene considerato tradizionalmente dal 1° novembre al 24 dicembre, ha registrato un salto dell’11% rispetto al 2019, anno pre-Covid.
I dati, forniti da Mastercard nel report Mastercard Spending Pulse, mostrano una crescita dell’8,5% delle vendite al dettaglio rispetto all’anno precedente. Le vendite in store hanno registrato una crescita dell’8,1%, mentre crescono a ritmi significativi i dati dell’e-commerce, + 11%. Rispetto al 2019, gli ordini dell’e-commerce registrano un balzo del 61%.
Sul totale delle vendite, il 20,9% è stato realizzato su piattaforme online, rispetto ad una quota del 14,9% registrata nel 2019, evidenziando quindi come la pandemia abbia accelerato un trend già in qualche modo inevitabile verso l’online shopping.
Nonostante i timori legati alle consegne e ai servizi postali, la maggior parte dei regali è stata consegnata in tempo, grazie anche agli ordini anticipati da parte dei consumatori, e non si è verificata la congestione temuta delle aziende di delivery.
In generale, nonostante il lungo periodo considerato, il report di Mastercard evidenzia come il picco di transazioni sia avvenuto nel lungo weekend del Ringraziamento, grazie alle note e convenienti offerte previste nel weekend del Black Friday, con una crescita del 14% rispetto all’anno precedente.
Fonte: https://nyti.ms/3A6FTXK
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
Dal punto di vista delle relazioni internazionali l’obiettivo principale di fine mandato del presidente Moon è quello di firmare assieme al governo del Nord la fine ufficiale dello stato di belligeranza fra le due Coree; un avvenimento di per sé di immenso valore storico. Tuttavia, sebbene sia già stato dichiarato che i governi di Seoul e Washington abbiano già redatto una bozza del testo del trattato di pace, le prospettive di successo restano basse poiché il trattato di per sé non offrirebbe una garanzia allo stop dello sviluppo di armi nucleari al nord e comunque la Corea del Nord non ha ancora preso azioni concrete per dimostrare una genuina intenzione di firmare il trattato di pace. Proprio l’incognita sul nucleare, assieme al ruolo che la Cina avrebbe nel processo di firma del trattato di pace, è uno dei principali motivi che vede una buona parte dell’opinione pubblica contraria al progetto portato avanti dal presidente Moon che viene anche accusato dall’opposizione di essere troppo “idealista” ed accondiscendente nei confronti del regime del Nord. Da rilevare, nonostante la politica di apertura verso la Cina (il primo paese di destinazione dell’export coreano) portata avanti con decisione da Moon durante tutto il suo mandato, una crescente avversione dell’opinione pubblica coreana verso il paese vicino, ormai giunto ai minimi storici di gradimento. I motivi di questo fenomeno vanno cercati nelle continue, per quanto pretestuose, rivendicazioni da parte cinese sulla “non coreanità” a favore di una “origine sinica” di importanti elementi della tradizione storica e culturale coreana; nonché le continue ingerenze cinesi nella questione nordcoreana, il protezionismo economico applicato dalla Cina per colpire l’export coreano verso il paese, le continue violazioni territoriali dei pescherecci cinesi che si recano illegalmente a pescare in territorio coreano e che stanno recando ingenti danni ai pescatori coreani e non per ultimo la pandemia da Covid-19). Da segnalare anche il deteriorarsi delle relazioni economiche e politiche con il Giappone, anche esse giunte ad uno dei loro minimi storici, causate sia da motivi di competizione economica (come la scelta del governo di Tokyo del blocco dell’export nipponico in Corea di materiali per i semiconduttori) che per avvenimenti legati al periodo dell’imperialismo nipponico (in primis le comfortwomen e la sovranità coreana su Dokdo).
I due favoriti per la presidenza alle prossime elezioni; Yoon Suk-yeol del partito d’opposizione “Potere dei Cittadini” e Lee Jae-myung del “Partito Democratico” del quale fa parte l’attuale presidente Moon, sebbene Lee non sia considerato un appartenente alla frangia pro-Moon.
I principali punti della politica estera che Lee Jae-myung vuole portare avanti in caso di vittoria sono: un “pragmatismo fondato sulla ricerca dell’interesse nazionale” (partendo dal lavoro svolto dall'amministrazione Moon, la sua politica verso il Nord include la creazione di una "economia di pace" nella penisola coreana; ovvero progetti che prevedano uno sviluppo economico cooperativo fra nord e sud in vista della riunificazione.), il giocare un ruolo guida nei rapporti fra Stati Uniti e Corea del nord (un approccio alla questione nucleare nordcoreana che prevede un allentamento graduale delle sanzioni con il punto fermo che le sanzioni sarebbero immediatamente ripristinate se la Corea del Nord non manterrà le sue promesse di denuclearizzazione.), una diplomazia bilanciata nella rivalità USA-Cina (secondo Lee non c'è motivo di limitare lo spazio di manovra della Corea scegliendo la Cina, il suo principale partner commerciale, o gli Stati Uniti, il suo alleato politico e storico. Sottolinea che una diplomazia competente dovrebbe mirare a far sì che sia Washington che Pechino cerchino una più stretta cooperazione con Seoul.) e un approccio duale con il Giappone (ovvero la speranza di riuscire a creare un rapporto veramente permanente di interscambio fra Corea e Giappone ma allo stesso tempo rimaendo vigile sull’atteggiamento del Giappone verso le dispute territoriali e storiche). Per Yun Seok-yeol invece i punti principali sono: rafforzare l’alleanza strategica fra Corea e USA (Yun allineerebbe più esplicitamente la Corea del Sud agli Stati Uniti, respingendo la cosiddetta “ambiguità strategica” del governo Moon), aumentare la deterrenza verso la Corea del Nord (propone una più stretta collaborazione con gli Stati Uniti nel mantenimento delle sanzioni alla Corea del Nord, rinviando la cooperazione economica intercoreana ad una fase di effetti progressi nel processo di denuclearizzazione del Nord. Attualmente si oppone anche alla politica di Moon di ottenere la dichiarazione di porre formalmente fine alla guerra di Corea senza prima ottenere risultati concreti nella denuclearizzazione), la ricerca di politiche volte ad aprire e riformare la Corea del nord (aprire linee rosse di comunicazione trilaterale tra Corea del Sud, Stati Uniti e Corea del Nord e fornire assistenza umanitaria incondizionata alla Corea del Nord) migliorare i rapporti con il Giappone rafforzando la fiducia reciproca ed il mutuo interesse (anche rafforzando la cooperazione militare fra i due paesi).
Fonte: https://bit.ly/3rflA6h
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Nel 2021 il mercato dell'alloggio in Svizzera si è surriscaldato: le pigioni degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati, a livello nazionale, sono infatti aumentate dell'1% su base annua. Si tratta della progressione maggiore dal 2014.
A evidenziare il rincaro, sulla scia di una riduzione degli sfitti, è un indice elaborato dalla piattaforma immobiliare Homegate in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo. Più nel dettaglio spicca però l'aumento, ben superiore alla media svizzera, emerso nelle regioni di montagna: in particolare nei Grigioni, dove è stato del 4,7%, mentre a Uri e a Nidvaldo sono stati rilevati incrementi rispettivamente del 2,7% e del 2,5%.
Il Ticino, con un +0,4%, si sottrae invece a questo trend. A Lugano si è tuttavia rilevato un aumento del 2,2%: per la maggiore città del cantone potrebbe quindi profilarsi un'inversione di tendenza, visto che dal 2015 l'indice faceva segnare sostanzialmente una diminuzione.
Lugano può essere messa a confronto con altre realtà urbane, che non offrono un quadro unitario: le pigioni sono scese a Ginevra (-1,9%) e Losanna (-0,3%), mentre sono salite a Zurigo (+0,5%, dopo il +2,9% del 2020) e a Berna (+2,6%).
In un comunicato diffuso la prima settimana di gennaio gli esperti Homegate rilevano che, se negli anni precedenti si era assistito a un aumento delle superfici non affittate, con conseguente stagnazione o addirittura calo delle pigioni, nel 2021 si è verificata una evidente inversione di tendenza. Il numero di appartamenti sfitti è diminuito significativamente. Questo ha portato a un aumento dei prezzi, tanto più che il tema dell’alloggio, con la pandemia, ha riacquistato importanza: i consumatori sono maggiormente disposti a spendere per la casa.
Fonte: https://bit.ly/33vBQb8
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Nel 2021 l’amministrazione Moon si è concentrata sull’aumentare i posti di lavoro per porre rimedio al calo dell’occupazione verificatosi nell’anno precedente a causa della pandemia; per fare ciò il governo ha puntato molto sulla collaborazione dei leader dei “chaebol” (conglomerati), coinvolgendoli nel progetto di creare posti di lavoro per i giovani. Il progetto, che ha sempre visto l’attiva partecipazione del presidente in persona, è stato sicuramente un successo visto il netto calo della disoccupazione giovanile rispetto al 2020.
Il numero di occupati è in costante aumento da marzo 2021, raggiungendo i 27,79 milioni a novembre 2021, 553.000 in più rispetto all'anno precedente mentre in ottobre il numero di occupati è aumentato di 652,000. I dati mostrano che il numero di disoccupati è sceso a 734.000 a novembre, in calo di 233.000 rispetto all'anno precedente. Il tasso di disoccupazione del paese è sceso di 0,8 punti percentuali su base annua per arrivare al 2,6% di novembre. La percentuale più bassa di qualsiasi novembre dal 2013. Il tasso di disoccupazione per i giovani adulti - quelli di età compresa tra 15 e 29 anni - è sceso di 2,6 punti percentuali su base annua per arrivare al 5,5%. Il numero di persone economicamente inattive (coloro che non lavorano né cercano attivamente lavoro o persone al di fuori della forza lavoro) è diminuito a novembre per il nono mese consecutivo. Il numero di queste persone è sceso di 23.000 durante il 2021 per arrivare a 16,65 milioni di persone economicamente inattive a novembre 2021.
Tuttavia, la ripresa del lavoro rimane disomogenea tra i settori poiché alcuni segmenti di servizi, come ospitalità e vendita al dettaglio, stanno soffrendo difficoltà lavorative aggiuntive a causa del picco di casi di COVID-19 iniziato a novembre e le conseguenti rigide restrizioni. Il settore all'ingrosso e al dettaglio ha registrato un calo di 123.000 posti di lavoro a novembre, superiore rispetto al calo di 113.000 del mese precedente. Il segmento delle arti, dello sport e del tempo libero ha visto diminuire di 22.000 posti di lavoro durante il 2021. Il settore degli alloggi e dei servizi di ristorazione ha registrato una perdita di posti di lavoro a novembre dopo due mesi consecutivi di guadagni. Tali settori hanno perso 86.000 posti di lavoro su base annua a novembre, passando da un aumento annuo di 22.000 a ottobre. Il settore manifatturiero, una delle spine dorsali dell'economia del paese, ha registrato un aumento annuale di 51.000 posti di lavoro il mese scorso, il primo aumento in quattro mesi. Il numero dei lavoratori a tempo indeterminato è cresciuto di 611.000 su base annua a novembre e quello dei lavoratori a tempo determinato è aumentato di 106.000. Nonostante la ripresa complessiva del lavoro, il numero di lavoratori a giornata e di persone che hanno assunto lavoratori per gestire le proprie attività è in calo. I posti di lavoro per i lavoratori a giornata sono diminuiti di 175.000 unità l'anno a novembre e i lavoratori autonomi che hanno assunto lavoratori hanno riportato un calo annuale di 4.000 unità, segnando il 36° mese consecutivo di calo. Il numero dei lavoratori autonomi che non hanno assunto lavoratori, invece, è aumentato di 42.000 rispetto a un anno fa. La Bank of Korea prevede che il numero di lavoratori complessivo a fine 2021 sarà aumentato di 350.000 rispetto al 2020 e che aumenterà di 250.000 nel 2022.
Per quanto riguarda i lavoratori stranieri si è calcolato che a maggio 2021 855.000 stranieri (la cifra include anche 31000 naturalizzati coreani) stavano lavorando in Corea, ovvero 7.000 in più rispetto allo stesso mese del 2020; segno che il 2021 ha anche visto una ripresa dell’impiego di lavoratori stranieri.
Nonostante i successi dal punto di vista della ripresa dell’occupazione le misure restrittive anticovid hanno provocato grandi difficoltà agli esercenti di piccole e medie attività commerciali; sicuramente la categoria più colpita dai danni economici provocati dalla pandemia. Il “Ministero delle Piccole e Medie Imprese e Startup” ha stimato a dicembre 2021 che nel 2020, nonostante i ristori emessi dal governo, per gli effetti della pandemia 871000 esercenti di piccole imprese abbiano dichiarato fallimento (il 13.5% del totale). La situazione non è cambiata di molto nel 2021 e soprattutto l’introduzione di misure più restrittive di quelle adottate nei picchi precedenti a partire dal 18 dicembre è stata vista soprattutto dagli esercenti del settore della ristorazione e dei locali notturni come il colpo di grazia alle loro attività. Il governo in risposta a ciò ha promesso di mettere in atto misure di supporto alle piccole e medie imprese più incisive rispetto a quelle attuali prima della fine del mandato ma rimane da vedere quanto queste misure possano fare per risollevare la già critica situazione. Si possono leggere questi dati come una conferma del sempre presente contrasto in Corea fra chaebol e PMI. Si prevede che anche sotto la prossima amministrazione la ricerca di un equilibrio fra i chaebol e le PMI sarà al centro delle politiche governative.
Fonte: https://bit.ly/3rjf1PY
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Caposaldo dell’azione politica dell’amministrazione Moon nel 2021 è stata la politica mirante alla riduzione dei prezzi delle proprietà immobiliari, in particolare di quelle della capitale, poiché già nel 2020 il continuo salire dei prezzi delle abitazioni aveva reso praticamente impossibile, soprattutto per le nuove generazioni, l’acquistare una casa di proprietà; tuttavia le politiche adottate dal governo non hanno risolto la situazione e lo stesso Moon ha affermato nel novembre 2021 che il fallimento delle sue politiche sulle proprietà immobiliari è il suo più grande risentimento.
Da quando il presidente Moon è entrato in carica nel maggio 2017, il prezzo medio di un appartamento di 84 metri quadrati a Seoul, l'opzione più comune, è aumentato del 92%. Il governo Moon, che ha provato tasse più pesanti e tagli ai prestiti per stabilizzare i prezzi non è riuscito ad invertire il trend. Infatti, ad esempio i prezzi (aggiustati all’inflazione) degli immobili residenziali nel paese sono aumentati del 23,9% durante il periodo da luglio a settembre 2021 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La calmierazione dei costi delle proprietà immobiliari sicuramente resta una delle principali priorità di politica interna che la futura amministrazione dovrà affrontare subito dopo il suo insediamento.
Si stima che i prezzi delle case aumenteranno anche nella seconda metà del 2022, dopo le elezioni presidenziali di marzo, anche se si ritiene che l'aumento non dovrebbe essere così drammatico come quello del 2021 a causa dell'aumento dei tassi d’interesse da parte della Bank of Korea e di più restrittive restrizioni sui prestiti in risposta al tapering della FED statunitense.
É comunque considerato estremamente improbabile che la Corea possa ripetere il crollo della bolla patrimoniale che il Giappone ha sperimentato negli anni '90, poiché i mercati sono troppo diversi e non comparabili fra loro; infatti, all’epoca i giapponesi hanno acquistato le loro case principalmente con prestiti, ma questo non sta accadendo in Corea perché a causa delle restrizioni sui prestiti non sarebbe nemmeno possibile richiedere un prestito grande abbastanza da comprare un'abitazione.
Si ritiene che la futura amministrazione ricorrerà a misure mirate a ridurre il numero dei proprietari di multiple abitazioni, fornire case più economiche ma di qualità nella capitale o rendere più facile per le persone in periferia vivere nella capitale con altri mezzi.
Fonte: https://bit.ly/3qdAL0k
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Il Ministero dell'Economia ha evidenziato che il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano nel 2021 avrà una crescita del 5,3%, e una stima che il PIL nazionale crescerà del 2,5% nel 2022.
Uno dei principali fattori di preoccupazione è l'inflazione, che dovrebbe essere superiore alle attese nel 2022, portando ad un aumento dei tassi di interesse fissati dalla Banca Centrale.
Questa situazione si prevede che genererà meno investimenti da parte delle imprese e meno creazione di posti di lavoro, e una riduzione del potere di acquisizione delle famiglie, con accesso limitato al credito e disoccupazione.
Ma c’è l’aspettativa che nel 2022 possa esserci ancora un trend di recupero delle perdite anche per le opportunità presenti nel mercato estero, dovute all'apprezzamento del cambio, per la svalutazione della moneta Real, e all'e-commerce, che negli ultimi anni è cresciuto significativamente.
Santa Catarina - Con un aumento del 9,8% negli ultimi 12 mesi, l'economia di Santa Catarina è il fiore all'occhiello del panorama nazionale, avendo generato 184mila posti di lavoro e con una crescita stimata superiore alla media brasiliana.
Diversi segmenti economici rilevanti dell'economia dello Stato sono caldi, come l’alimentare, l'edilizia e la metallurgia.
Fonte: https://glo.bo/3tcpZJH
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)