Giovedì 8 Maggio 2025
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Il trattato di cooperazione tra l’Italia e la Francia, denominato ‘Trattato del Quirinale’ anche per l’intensa opera di mediazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato siglato venerdì 26 novembre, nel palazzo presidenziale del Quirinale (Roma) dal presidente francese Emmanuel Macron e dal capo del governo Mario Draghi, alla presenza del presidente italiano Sergio Mattarella.
Fonte: https://bit.ly/3paOwg0
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Nell’inverno 2021/2022 le difficoltà di approvvigionamento e l’inasprimento delle misure anti-COVID pesano sull’economia a livello internazionale. Il gruppo di esperti ritocca verso il basso - al 3,0 % - le previsioni di crescita per la Svizzera nel 2022, al netto degli eventi sportivi. Sulla scia della normalizzazione congiunturale la crescita attesa per il 2023 è del 2,0 %: ciò significherebbe che dopo il 2021 (3,3 %) l’economia svizzera crescerebbe a tassi superiori alla media per altri due anni.
Grazie al progressivo allentamento delle misure anti-COVID fino alla metà del 2021, la ripresa dell’economia nazionale è proseguita con forza, in linea con le aspettative. Quest’estate il PIL ha superato il livello pre-crisi del quarto trimestre del 2019. Tuttavia, i problemi di approvvigionamento e le strozzature di capacità a livello internazionale gravano sul settore industriale e provocano forti aumenti dei prezzi nel mondo. Inoltre, recentemente l’incertezza che aleggia sulla pandemia si è acutizzata. Diversi Paesi hanno rafforzato le misure di contenimento.
In questo contesto il gruppo di esperti si aspetta un netto indebolimento della crescita economica a livello internazionale e in Svizzera nei mesi invernali 2021/2022. Ciò nonostante, la ripresa congiunturale non si arresterà a medio termine, ma a condizione che non scattino misure di politica sanitaria severamente restrittive come la chiusura generalizzata delle aziende.
Nel corso del 2022 i fattori frenanti dovrebbero gradualmente uscire di scena e la crescita economica riprendere con vigore, stimolata da effetti di recupero dei consumi privati e degli investimenti, ma anche dal settore dell’export. Nel complesso, per il 2022 il gruppo di esperti si aspetta una crescita del PIL, al netto degli eventi sportivi, del 3,0 %, un valore nettamente superiore alla media (previsione di settembre: 3,4 %) dopo il 3,3 % del 2021. Di conseguenza, nel 2022 la disoccupazione dovrebbe scendere ulteriormente a una media del 2,4 %. Anche l’inflazione dovrebbe salire moderatamente all’1,1 % in media annua a causa dell’aumento dei prezzi delle fonti energetiche e dei beni intermedi. Il picco dell’andamento dei prezzi è previsto nell’attuale semestre invernale.
Nella seconda metà del periodo di previsione l’effetto di recupero dovrebbe calare e la congiuntura normalizzarsi. Di rimando, la forte crescita della domanda interna e delle esportazioni dovrebbe gradualmente rallentare. Per il 2023 nel suo insieme, il gruppo di esperti prevede una crescita del PIL del 2,0 % (al netto degli eventi sportivi), cioè un dato ancora superiore alla media. Parimenti, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere ulteriormente al 2,3 %, mentre l’inflazione dovrebbe arrivare allo 0,7 %.
Rischi congiunturali
L’incertezza è attualmente molto alta e i rischi negativi prevalgono. In particolare, si è accentuata l’incognita dei contraccolpi dovuti al propagarsi della pandemia, anche in relazione alla variante Omicron del coronavirus. Qualsiasi misura di politica sanitaria fortemente restrittiva peserebbe molto sulla ripresa.
È lecito attendersi anche effetti di smorzamento della ripresa economica se le difficoltà di approvvigionamento mondiale durassero più a lungo del previsto e se le impennate dell’inflazione sfociassero in una pressione costante sui prezzi, con tassi d’interesse nettamente più alti. In tal caso si intensificherebbero molto anche i rischi che incombono sull’indebitamento degli Stati e delle imprese. E si accentuerebbero anche i rischi nel settore immobiliare nazionale.
I rischi globali provengono anche dal settore immobiliare in Cina. Una crisi immobiliare con forti conseguenze sulla domanda in questo Paese potrebbe gravare significativamente sull’andamento dell’economia mondiale.
Al contrario, è anche possibile che la ripresa in Svizzera e in altre economie avanzate sia più forte di quanto previsto dal gruppo di esperti. Dalla primavera del 2020 una parte dei nuclei familiari ha accumulato notevoli risparmi aggiuntivi a seguito delle limitate possibilità di consumo. Questi fondi potrebbero essere utilizzati in parte per le spese di consumo.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1470
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Le conclusioni dell'ultimo sondaggio condotto dalla Camera di Commercio sono ottimistiche sulla ripresa.
A Ottobre, i 677 dirigenti d'azienda con 6 o più dipendenti intervistati dalla Camera di Commercio confermano la ripresa in atto dell’economia. L'energia, l'ambiente, il commercio, i servizi non finanziari e le costruzioni sono anche i settori più fiduciosi per i prossimi mesi.
Il bilancio dello stato è di nuovo in crescita, ma la crisi sta ancora influenzando l'attività e le prospettive di settori importanti come l'industria, i trasporti e l'ospitalità. Queste sono aree in cui le varie restrizioni hanno pesato e pesano ancora. I proprietari di ristoranti, bar e hotel sono i meno ottimisti tra gli intervistati. Di tutte le aziende intervistate, solo il 10% si aspetta di vedere il proprio business diminuire nei prossimi sei mesi. Per gli altri, credono al massimo in un aumento (42%) o in una stagnazione (48%). Il miglioramento del clima d'affari nella seconda metà dell'anno avrebbe portato a un aumento dell'attività per un terzo delle aziende del paese (33%) rispetto al periodo gennaio-maggio. Il 46% non ha visto alcun progresso e un'azienda su cinque si è rammaricata per una diminuzione dei clienti. E in un momento in cui la disoccupazione continua a scendere, non c'è dubbio che l'aumento degli ordini qua e là avrà un effetto benefico sull'occupazione.
Secondo il sondaggio, il 30% delle aziende sta progettando di aumentare la dimensione del proprio personale. Questo avviene quando la metà del tessuto economico vuole mantenere la sua forza lavoro allo stesso livello. L'aumento del numero di dipendenti è quindi una tendenza da prevedere, così come una ripresa degli investimenti. Questo è particolarmente vero per le aziende con 100 o più dipendenti, che sembrano essere disposte a reinvestire risorse nella modernizzazione dei loro impianti di produzione. Nel complesso, più di un quarto dei dirigenti d'azienda intervistati sono pronti a mettere mano al portafoglio, con il 63% che non rivede al rialzo (o al ribasso) la quantità di investimenti previsti da qui all'estate del 2022.
Ma mentre si profila una quarta ondata dell'epidemia, le preoccupazioni rimangono. Le ultime settimane dell'anno e l'inizio del 2022 potrebbero anche vedere altre insidie che bloccano la strada della ripresa. Il 44% degli intervistati ritiene che le interruzioni della catena di approvvigionamento potrebbero indebolire la salute del loro business (in particolare nei settori dell'edilizia e della vendita di automobili), mentre il 40% è preoccupato per eventuali cambiamenti nelle abitudini dei consumatori.
Tuttavia, alla fine, l’87% delle aziende si è detto fiducioso o molto fiducioso sul prossimo futuro.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Monaco è il secondo paese, dopo l'Estonia, ad aprire un'ambasciata dei dati in Lussemburgo. I dati sensibili saranno ospitati in Lussemburgo come misura di sicurezza contro i disastri naturali e gli attacchi informatici.
Il Lussemburgo è rinomato per la sua infrastruttura di dati al top della gamma, in particolare in termini di connettività, capacità di archiviazione dei dati e competenze in materia di sicurezza informatica. Uno dei migliori indicatori della sua affidabilità è il fatto che Monaco ha seguito le orme dell'Estonia e ha aperto qui un'ambasciata dei dati.
La decisione di aprire l'ambasciata dei dati è stata suggellata nel luglio 2021, quando il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel e il ministro di Stato monegasco Pierre Dartout hanno firmato un accordo riguardante l'hosting di dati e sistemi informatici monegaschi in Lussemburgo. L'accordo si basava su una dichiarazione d'intenti del 2018.
"Questa partnership sull'innovazione digitale rafforza il ruolo del Lussemburgo come centro di fiducia digitale e conferma il progresso dell'amministrazione elettronica in Lussemburgo", ha dichiarato il primo ministro Xavier Bettel.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Le immatricolazioni di auto nuove sono aumentate in Germania nel mese di settembre dell'8,4% (rispetto allo stesso mese del 2019). Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'autorità automobilistica Kraftfahrt-Bundesamt (KBA), sono state immatricolate complessivamente 265.227 autovetture.
Questo segna il primo mese di crescita per la Germania di quest'anno. Finora, il paese ha registrato quasi ogni mese nel 2020 un doppio calo, raggiungendo il più grande calo del 60% in aprile, quando la pandemia di coronavirus (COVID-19) ha congelato il mercato automobilistico.
In totale sono stati immatricolati 21.188 veicoli elettrici a batteria (BEV), in crescita del 260,3% rispetto a settembre 2019, con una quota di mercato dell'8%. Con il 20,4% del mercato sono stati registrati 54.036 ibridi, in crescita del 185,2%, di cui 20.127 plug-in (PHEV), con una quota del 7,6%, in aumento del 463,5%. Il GPL ha registrato un incremento del 176,1% con 809 veicoli e una quota di mercato dello 0,3%. Complessivamente sono stati registrati 606 veicoli a gas naturale, con una crescita del 17,9% e una quota dello 0,2%.
Non si può dire lo stesso per le auto con motore a combustione interna (ICE) che hanno registrato un calo a due cifre. La benzina è diminuita del 17,6%, con 120.645 nuove immatricolazioni e il 45,5% del mercato. In totale sono state 67.901 le auto nuove con motore diesel, con una diminuzione del 6,4% e una quota di mercato del 25,6%. Le emissioni medie di CO2 sono diminuite del 13,4% a settembre a 134,3g/km.
Con una quota del 21,2%, la maggior parte dei nuovi veicoli è stata destinata al segmento dei SUV, con un incremento del 9,7%. Dopo un aumento del 5,7%, la classe compatta ha raggiunto una quota del 21%. Le auto di piccole dimensioni hanno detenuto una quota del 16,8%, con un incremento del 28,9%. Tuttavia, non tutti i segmenti sono andati così bene. I minivan sono scesi del 46,8% a una quota di mercato dell'1,3%, le auto sportive all'1,0%, in calo del 12,1%, e i minivan del 2,8% al 6,0%.
L'Audi ha registrato un incremento a due cifre delle nuove immatricolazioni pari al 42,2%. Altri marchi tedeschi come Mini (4,7%), BMW e Mercedes (1,9% ciascuna) e VW (1,6%), hanno registrato aumenti a una sola cifra. Nel frattempo, Smart ha subito uno dei peggiori cali di immatricolazioni a -41,2%, seguita da Opel (-27,6%), Porsche (-19,7%) e Ford (-0,8%). Il marchio VW ha registrato la quota maggiore di nuove immatricolazioni con il 15,2%.
Per quanto riguarda le marche importate, Tesla (82,7%), Seat (71,1%), Subaru (70,4%), Alfa Romeo (59,5%) e Renault (58,4%) hanno tutte registrato incrementi superiori al 50%. Per contro, DS (-41,5%), Ssangyong (-29,0%) e Mazda (-24,7%) hanno tutte registrato un calo a due cifre. Con un aumento del 29,6% delle immatricolazioni, Skoda ha conquistato il 6,8% della quota di mercato.
Fonte: https://bit.ly/3pfzOEp
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
La capitale della Costa Azzurra figura in 56esima posizione (su 75) nel palmarès delle grandi città dove fare impresa secondo uno studio di Oberlo.
Come tutte le classifiche, bisogna ovviamente prenderlo con le pinze, ma la metodologia messa in atto da Oberlo per costituire la sua Top 75 appare abbastanza solida per essere presa sul serio. Quadro normativo, ecosistema tecnologico, capacità di importazione/esportazione, sostegno economico durante la pandemia, ruolo dell’imprenditorialità femminile, Tutti questi aspetti sono stati presi in considerazione per attribuire un voto finale a ciascuna città su un listing di 200 metropoli mondiali passate al vaglio.
Nizza figura al 56º posto di questo palmarès, incastrata tra Praga e Kuala Lumpur. Si tratta della quarta città francese dietro Marsiglia, Bordeaux e Parigi con un punteggio totale di 61,5 punti (la prima, Londra, si afferma con 100 punti, davanti a New York 92,3 punti). Il Dipartimento delle Alpi Marittime si distingue particolarmente per le sezioni “Libertà economica”, “Donne imprenditrici”, “Aiuto Covid”, “Ecosistema logistico” e “Accesso ai mercati mondiali”.
Occorre invece fare progressi su “Ecosistema tecnologico” e “Capitale umano in tecnologia”, due criteri in cui Nizza si colloca tra gli ultimi della classifica. Anche l’indicatore “capitale di rischio” presenta un bilancio eterogeneo. Una fotografia alla fine abbastanza fedele di ciò che vivono gli imprenditori nizzardi quotidianamente, e che forse potrà servire da spunto di miglioramento.
Fonte: https://bit.ly/3pfqPTT
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
A partire da novembre 2020, il Lussemburgo è la sede del Centro europeo per l'innovazione delle risorse spaziali (ESRIC) - l'unico centro di innovazione al mondo esclusivamente incentrato sull'utilizzo delle risorse spaziali. Completamente allineato con la politica spaziale globale del paese, il centro si distingue per il suo forte orientamento alla cooperazione industriale.
Il Lussemburgo ha aderito all'Agenzia Spaziale Europea (ESA) come membro a pieno titolo nel 2005. Il lancio dell'iniziativa SpaceResources.lu nel febbraio 2016 ha ulteriormente intensificato la cooperazione e ha aperto la strada alla pubblicazione da parte dell'ESA di una strategia sulle risorse spaziali nel 2019. Tuttavia, entrambe le parti hanno sentito la necessità di andare oltre.
È stato quindi istituito ESRIC, una creazione congiunta di ESA, l’Agenzia Spaziale del Lussemburgo (LSA) e l'Istituto lussemburghese di scienza e tecnologia (LIST) che ospita il giovane centro. Un primo passo attualmente in corso è quello di trasferire le attrezzature di ricerca sull'utilizzo delle risorse spaziali sviluppate dall'ESA all'ESRIC e lanciarvi attività di ricerca.
Si prevede che ESRIC stimolerà nuove partnership commerciali relative sia all'economia spaziale che a quella terrestre, e promuoverà lo sviluppo di start-up di risorse spaziali. Il centro istituirà un programma volto a sostenere le start-up in fase iniziale nel settore e persino ad incubare giovani imprese promettenti presso la sua sede.
Il centro potrebbe anche sviluppare partnership che vanno oltre l'Europa. Discussioni sono in corso con Cina e Stati Uniti. Il Lussemburgo è uno dei firmatari, insieme all’Italia, degli accordi Artemis, un accordo internazionale tra i governi delle nazioni partecipanti al programma Artemis guidato dalla NASA che mira a portare il prossimo uomo e la prima donna sulla luna nei prossimi anni.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
È passato più di un anno dalla comparsa del covid-19 in America Latina e sebbene alcuni paesi della regione abbiano allentato le restrizioni imposte per cercare di contenere i contagi, oggi un buon numero di latinoamericani continua a essere messo in quarantena e a lavorare da remoto (telelavoro), conclude l'ultimo studio del Grupo de Diarios América (GDA) e Digital Trends, che analizza l'impatto della pandemia sulle abitudini dei consumatori digitali.
Porto Rico registra la più alta percentuale di consumatori di telelavoro, con il 76%. Seguono Messico e Costa Rica con il 74% ciascuno, in Argentina è del 70% e in Colombia raggiunge il 67%. All'altro estremo ci sono Panama (45%), Ecuador (48%), Uruguay (51%), Venezuela (54%) ed El Salvador (55%).
Fonte: https://bit.ly/3ssOySA
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Petrocity e Macro Desenvolvimento, le aziende incaricate dell’installazione e della gestione di due nuovi raccordi ferroviari che attraverseranno Minas Gerais, sono alla ricerca di investitori per l’esecuzione dei progetti, autorizzati lo scorso giovedì 9 dicembre dal Ministero delle Infrastrutture (MInfra) e il cui inizio è previsto per la fine del decennio.
La prima linea ferroviaria sarà la Estrada de Ferro Juscelino Kubitschek (EF-030) che collegherà Barra de São Francisco (ES) a Brasília, attraversando 34 città di Minas Gerais. Questa linea si estenderà per 1.108 km e trasporterà principalmente pietre ornamentali, legno, cotone, prodotti siderurgici e grano. La sua realizzazione, che è a carico della ditta di costruzioni Odebrecht e che prevede un investimento di 14,2 miliardi di Reais, faciliterà la circolazione di molti prodotti riducendone allo stesso tempo i costi logistici. Inoltre, secondo quanto affermato dal presidente delle ferrovie Petrocity, José Roberto Barbosa da Silva, sono in programma altri due progetti che, con la costruzione della Estrada de Ferro JK, raggiungeranno i 30 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni.
La Macro Desenvolvimento, invece, svilupperà un tratto ferroviario di 610 km che collegherà il comune Presidente Kennedy (ES) a quello di Conceição do Mato Dentro e di Sete Lagoas. Questo segmento metterà in contatto diverse regioni produttive di Minas Gerais – quelle che si occupano dell’estrazione di minerale di ferro, calcare, marmo, ardesia e argilla, oltre che della produzione di ghisa – al Porto Centrale, a Presidente Kennedy. Si stima che questo raccordo trasporterà carichi di 26 milioni di tonnellate l’anno per un investimento totale di 14,30 miliardi di Reais. La sua realizzazione richiederà dieci anni, e, secondo le parole del CEO della Macro Desenvolvimento, Fabrício Cardoso Freitas, favorirà l’intermodalità dei trasporti e soddisferà “la necessità di costruzioni moderne che supportino il trasporto di carichi elevati in modo agile, efficiente e competitivo per provvedere alla crescente domanda nazionale, destinata al commercio internazionale”.
Per quanto riguarda l’ampliamento della metropolitana di Belo Horizonte, è stata fissata un’udienza pubblica, promossa dal Segretariato di Stato per le Infrastrutture e la Mobilità (Seinfra), il giorno 23 dicembre. Il progetto, strutturato dalla Banca Nazionale dello Sviluppo Economico e Sociale in collaborazione con il governo federale, prevede la modernizzazione e l’espansione della Linea 1, la conclusione della costruzione della Linea 2 e l’erogazione di servizi per 30 anni, al fine di attrarre l’expertise privata, ampliare l’offerta di trasporti e rendere più facile ed efficiente l’accesso alle tecnologie necessarie alla modernizzazione dei servizi.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, il numero di fallimenti non è aumentato a causa della crisi sanitaria.
Lo scorso settembre, i tribunali del Lussemburgo hanno pronunciato 64 fallimenti. Nello stesso periodo dell'anno scorso, sono stati confermati 90 fallimenti. Nel 2019 e nel 2018, i tribunali hanno pronunciato 90 e 56 fallimenti a settembre.
La situazione è la stessa per ottobre. La magistratura lussemburghese ha pronunciato 78 fallimenti contro 153 nell'ottobre 2020 e 124 nell'ottobre 2019. Queste cifre mostrano ancora una volta che non c'è stata un'ondata di fallimenti tanto temuta a causa della crisi sanitaria. Statec, l’istituto di statistica nazionale, ha analizzato che il numero di fallimenti registrati in settembre e ottobre 2021 non è in aumento rispetto agli anni precedenti la pandemia di Covid-19 ed è anche inferiore alla media dei primi otto mesi del 2021.
Le aziende più colpite dai fallimenti in settembre e ottobre sono state le holding e i fondi d'investimento (11 fallimenti in settembre e 27 in ottobre) e quelle del settore economico e commerciale con 22 fallimenti in settembre e 10 in ottobre.
Per quanto riguarda le liquidazioni, i tribunali lussemburghesi hanno pronunciato la liquidazione di 82 società lo scorso settembre. Un anno prima, i tribunali avevano pronunciato 23 liquidazioni. Nel settembre 2018, 69 liquidazioni erano effettive. In ottobre, 79 aziende sono state liquidate, rispetto alle 142 dello stesso periodo dell'anno scorso e alle 66 dell'ottobre 2019. Per quanto riguarda i fallimenti, le imprese interessate da queste liquidazioni sono soprattutto le holding e i fondi d'investimento e quelle del settore economico e commerciale, con 11 liquidazioni pronunciate in settembre e 9 in ottobre.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)