Notizie mercati esteri

Venerdì 16 Luglio 2021

Ripresa delle crociere e vaccinazione dei passeggeri negli USA

Il tanto atteso ritorno alla normalità, dopo le innumerevoli chiusure forzate dovute al COVID 19, ha incontrato terreno di scontro in Florida tra due colossi: da un lato l’industria delle crociere, una delle più importanti della zona; dall’altro il governatore dello stato Ron DeSantis. Mentre la prima freme per ritornare ai ritmi pre-pandemia e superare una stasi che dura ormai da 15 mesi, il secondo si rifiuta di cedere a una legge statale la quale impedisce all’industria delle crociere di richiedere la vaccinazione dei passeggeri. La motivazione principale è quella di tutelare la libertà personale.

Da un lato c’è chi ha già dichiarato di voler andare contro la legge e di voler ripartire con i viaggi richiedendo la vaccinazione dei passeggeri. C’è poi chi si è tirato indietro, temendo le conseguenze. Ed infine ci sono compagnie come Royal Caribbean International che non obbligano ma incoraggiano la vaccinazione dei passeggeri e hanno previsto costi e controlli più severi per chi non è vaccinato.

Il conflitto ha spinto tre sindaci del sud della Florida a inviare una lettera al governatore per esortarlo a riconsiderare la propria decisione. Il conflitto dovrà essere presto risolto affinché si eviti che le compagnie incorrano in multe di $5.000 a passeggero, così come previsto dalla legge.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 16 Luglio 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

Le esportazioni portoghesi del settore calzaturiero sono cresciute del 20,3% a marzo

L'industria calzaturiera portoghese ha esportato, a marzo, 133,3 milioni di euro di prodotti, con una crescita di 22,5 milioni rispetto allo stesso mese del 2020 avvicinandosi soprattutto al valore di marzo 2019, in cui il settore ha esportato 136,2 milioni di euro.

L'Associazione portoghese di calzature (APICCAPS) parla di "segni positivi", ma riconosce che ci sono ancora molte variabili da controllare.

I numeri sono dell'Istituto Nazionale di Statistica e mostrano che la performance di marzo rappresenta il primo aumento consistente negli ultimi 15 mesi, da gennaio 2020, quando le esportazioni sono cresciute dell'1,93%.

In totale, la pandemia ha già rubato 325 milioni di euro di esportazioni di calzature, di cui 116 milioni solo in aprile e maggio 2020. Quest'anno, gennaio e febbraio hanno accumulato perdite per 58 milioni, che marzo ha contribuito a minimizzare.

Nell’accumulato nel trimestre, le esportazioni di calzature sono state pari a 393,5 milioni di euro, con una diminuzione dell'8,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. 

Paulo Gonçalves, direttore delle comunicazioni di APICCAPS, ammette che marzo ha portato "i migliori numeri dall'inizio della pandemia", ma le variabili da controllare sono ancora molte, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione dei processi di vaccinazione in ogni paese.

"I dati di World Footwear indicano che solo nel 2023 il consumo mondiale raggiungerà i valori pre pandemici", ha affermato Paulo Gonçalves nella sua conclusione.

Fonte: https://bit.ly/3yCL9jR

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

Il mercato turco delle auto in forte aumento ad aprile

Secondo i dati ufficiali dell'Automotive Distributors Association (ODD), le vendite di autovetture e di veicoli commerciali leggeri in Turchia sono aumentate del 132,4% (su base annua) nel mese di aprile con 61.488 unità commercializzate. Numeri tuttavia inferiori rispetto alle 96.428 vendite registrate a marzo (mese record). Nel periodo gennaio-aprile, le vendite di autovetture e veicoli commerciali leggeri sono aumentate del 72,4% su base annua.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

ASEAN e UE concludono il primo accordo mondiale sui trasporti aerei

L’associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) e l’Unione Europea (UE) con i propri stati membri hanno concluso i negoziati sull’accordo globale sui trasporti aerei ASEAN-UE (AE CATA) durante la riunione straordinaria degli alti funzionari per i trasporti ASEAN-UE tenutasi il 2 Giugno virtualmente.

L'AE CATA è il primo accordo mondiale sul trasporto aereo da blocco a blocco che rafforzerà la connettività e lo sviluppo economico tra i 37 Stati membri dell'ASEAN e dell'UE. In base all'accordo, le compagnie aeree dell'ASEAN e dell'UE avranno maggiori opportunità di operare servizi passeggeri e cargo tra le due regioni ed oltre. Le compagnie aeree dell'ASEAN e dell'UE potranno infatti effettuare qualsiasi numero di servizi tra le due regioni. Inoltre, le compagnie aeree potranno effettuare fino a 14 servizi passeggeri settimanali e qualsiasi numero di servizi cargo attraverso e oltre qualsiasi paese terzo.

L'accordo aiuterà a ricostruire la connessione aerea tra ASEAN ed Europa che è stata decimata dalla pandemia di COVID-19, aprendo nuove opportunità di crescita per l'industria aeronautica in entrambe le regioni. Entrambe le parti hanno espresso l'intenzione di mantenere strette discussioni e coordinamento per ridurre al minimo le interruzioni dei servizi aerei causate dalla pandemia.

Questo importante accordo riflette il recente pensiero politico nella regolamentazione del trasporto aereo, comprendendo solide disposizioni in materia di concorrenza leale e questioni relative alle attività commerciali. Oltretutto, l'AE CATA fornisce la base per una più stretta cooperazione tra l'ASEAN e l'UE nei settori della sicurezza aerea, gestione del traffico aereo, protezione dei consumatori e questioni ambientali e sociali. Questa più profonda cooperazione si basa su iniziative esistenti come il ‘programma potenziato di sostegno all'integrazione regionale ASEAN dell'UE (ARISE Plus)’ sull'assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità; ‘Cooperazione UE - Sud-Est Asiatico per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici dell'aviazione civile: schema di compensazione e riduzione del carbonio per l'aviazione internazionale (EU-SEA CCCA CORSIA)’, che sostiene l'attuazione di CORSIA; e il progetto EU-South East Asia Aviation Partnership (EU-SEA APP).

Dato Lim Jock Hoi, segretario generale dell'ASEAN, ha dichiarato come: "Con 10,5 miliardi di dollari di flussi di investimenti esteri diretti e 226,2 miliardi di dollari di scambi di merci nel 2020, l'UE è già la terza fonte di investimenti e il terzo partner commerciale per l'ASEAN. L'AE CATA rafforzerebbe in modo significativo la connettività aerea tra l'ASEAN e l'Europa e avvicinerebbe ulteriormente le due regioni. Ciò consentirebbe loro di raccogliere ulteriori benefici economici”.

Nel frattempo, Ms. Adina Vălean, commissaria europea per i trasporti, ha dichiarato: "La conclusione di questo primo accordo sul trasporto aereo "da blocco a blocco" segna un'importante pietra miliare nella politica dell'aviazione estera dell'UE. Fornisce garanzie essenziali di concorrenza leale per le nostre compagnie aeree e l'industria europea, rafforzando al contempo le reciproche prospettive di commercio e investimento in alcuni dei mercati più dinamici del mondo. È importante sottolineare come questo nuovo accordo fornisca anche una solida piattaforma per continuare a promuovere standard elevati in materia di sicurezza, gestione del traffico aereo, ambiente e questioni sociali in futuro. Sono molto grata per l'approccio costruttivo di tutte le parti coinvolte, che ha reso possibile questo storico accordo”.

Il sig. Sun Chanthol, presidente della riunione dei ministri dei trasporti dell'ASEAN e ministro senior e ministro dei lavori pubblici e dei trasporti della Cambogia, ha dichiarato: “L'ASEAN plaude a questo risultato significativo. L'accordo comporterebbe una maggiore connettività tra l'ASEAN e l'UE, a vantaggio di una popolazione complessiva di 1,1 miliardi di persone, consentendo maggiori affari, commercio, turismo e legami interpersonali tra le due regioni".

L'ASEAN e l'UE presenteranno ora l'AE CATA per lo scrubbing legale in preparazione della firma in data successiva da confermare.

Fonte: https://bit.ly/3yDEdmu

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Lunedì 2 Agosto 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

La Danimarca approva la costruzione di un’isola artificiale

Il 4 giugno il parlamento danese, il Folketing, ha approvato la costruzione dell’isola artificiale Lynetteholm che si estenderà su 2,8 kmq a nord dell’isola di Refshaleonen, l’ex area industriale del porto di Copenhagen, estendendo lo spazio occupato dalla capitale danese di circa il 2% (Dezeen, 2021).

Lynetteholm è stata pensata come progetto di protezione costiera, con l’obiettivo principale di proteggere Copenaghen da possibili inondazioni di fronte all’innalzamento del livello del mare e di contrastare l’incremento dei prezzi delle case dovuti alla domanda crescente.

L’isola artificiale è il risultato di un accordo tra il Governo danese e la città di Copenaghen nell’ottobre del 2018 che ha segnato l’inizio del nuovo distretto nel porto della capitale e contribuirà ad affrontare sfide complesse per la città nel contesto ambientale e urbano (København kommune, 2021).

A fronte dei cambiamenti climatici, degli eventi metereologici tra cui l’innalzamento del livello del mare, l’isola di Lynetteholm disporrà di ampie spiagge per ridurre la forza delle mareggiate e un’area verde naturale lungo la costa orientale per sostenere la biodiversità ma che al tempo stesso possa fungere da cuscinetto per eventuali tormente (Fast Company, 2021).

Inoltre, data la crescita della popolazione che ha messo sotto pressione il mercato immobiliare nell’area della capitale, la creazione di Lynetteholm permetterà di costruire sull’isola artificiale 20.000 nuove abitazioni per 35.000 persone. L’obiettivo è quello di poter sviluppare una significativa area residenziale situata in prossimità dal centro della città e garantire un equilibrio del prezzo degli immobili (København kommune, 2021).

In aggiunta, per combattere la congestione stradale, Lynetteholm sarà collegata al resto della capitale danese da una linea della metropolitana, da un tunnel portuale e da una tangenziale. L’intenzione è quella di ridurre il traffico in transito nei quartieri centrali, nella parte orientale della città e di creare un collegamento diretto e veloce con l’aeroporto (ibid).

Il più grande progetto edilizio della storia della Danimarca prevede il suo inizio nell’autunno 2021 e dovrebbe essere ultimato nel 2070, con un costo totale dell’investimento intorno ai 20 miliardi di corone danesi (2,6 miliardi di euro) (New Civil Engineer, 2021).

 

Fonte: https://byoghavn.dk/lynetteholm/

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Giovedì 15 Luglio 2021

L'economia turca cresce nel primo trimestre del 2021

Secondo l'Ente di Statistica turco (TurkStat), l'economia turca è cresciuta del 7% su base annua nel primo trimestre del 2021. Il PIL ai prezzi correnti è aumentato del 29,1% a 1,4 trilioni di lire turche (188,6 miliardi di dollari). Secondo quanto dichiarato dal Direttore della Banca Mondiale per la Turchia, Auguste Tano Kouame, durante un incontro introduttivo della quinta serie del Rapporto di monitoraggio economico della Turchia, pubblicato dalla Banca Mondiale, l’economia turca è cresciuta dell'1,8% in termini reali nel 2020. I dati indicano che, sebbene la Turchia sia stata gravemente colpita dalla pandemia, la performance economica complessiva è stata molto buona per tutto il 2020. In effetti, la Turchia è stato il paese in più rapida crescita tra i paesi del G-20 a partire dall'anno scorso. La crescita stimata dalla Banca Mondiale per la Turchia dovrebbe essere del 5% nel corso del 2021 e del 4,5% nel 2022 e nel 2023.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Giovedì 15 Luglio 2021
Martedì 13 Luglio 2021

La valorizzazione del porto di Miami: resi pubblici i progetti per il nuovo terminal crocieristico

La compagnia MSC crociere vuole perseguire una quota maggiore del mercato crocieristico nordamericano. Un passo significativo in questa direzione è rappresentato dalla progettazione e futura costruzione di un nuovo terminal crocieristico al porto di Miami che potrà ospitare in contemporanea due nuove navi da crociera. Il progetto è stato reso pubblico solo in tempi recenti, dopo che la compagnia ha ottenuto il tanto atteso permesso di iniziare la costruzione da parte del Miami – Dade Board of County Commissioners.

L’intento è quello di raggiungere una capacità giornaliera di 28.000 passeggeri, di ospitare presso il nuovo terminal le nuove navi che verranno costruite (13 in totale secondo un comunicato della compagnia) e al contempo di offrire ai propri clienti un’esperienza di alta qualità sia all’imbarco che allo sbarco. PortMiami vedrà incrementare i propri passeggeri di circa 1 milione l’anno grazie a questa iniziativa innovativa. Da sottolineare anche l’elevato valore della commessa, la quale si aggira attorno ai 400 milioni di dollari e che è stata affidata a Fincantieri Infrastructure. In questo modo l’azienda potrà consolidare la propria posizione a livello internazionale e il proprio rapporto con MSC, sperando anche in future ulteriori collaborazioni.

Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo di MSC crociere, in un comunicato ha dichiarato che l’obiettivo della compagnia è emulare il successo ottenuto in altre parti del mondo (Brasile, Europa, Medio Oriente) in Nord America. Miami sarà il punto di arrivo e di partenza delle navi MSC più prestigiose e permetterà di raggiungere facilmente le rotte caraibiche. La compagnia, tra l’altro, sta anche realizzando un resort ai Caraibi per diversificare il proprio portafogli e offrire ai propri clienti servizi sempre più esclusivi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Martedì 13 Luglio 2021
Martedì 13 Luglio 2021

Canada - Organic food: un mercato in espansione

Il termine “biologico” indica il processo secondo cui il cibo viene prodotto e si applica alla produzione di alimenti senza uso di prodotti chimici artificiali. La necessità di una produzione sempre più biologica emerge come risposta all'utilizzo di pesticidi nei mangimi per bestiame a seguito dell'agricoltura industrializzata del 1900. 

Da anni ormai la domanda di alimenti prodotti biologicamente continua ad aumentare e, sebbene le linee guida per la sua produzione varino da paese a paese, resta un caposaldo per chi produce biologico non fare uso di ormoni, prodotti chimici, antibiotici o di organismi geneticamente modificati (OGM). Nel 2019, il Canada ha utilizzato circa il due per cento dei terreni agricoli per la produzione di una agricoltura biologica. Nel 2018, il valore del mercato degli alimenti biologici è stato di circa 5,1 miliardi di dollari canadesi, sebbene sia decresciuto rispetto all’anno precedente. 

Per importare prodotti biologici in Canada bisogna presentare un certificato biologico valido, rilasciato da un ente di certificazione accreditato dalla Canadian Food Inspection Agency (CFIA) o da un ente di certificazione riconosciuto ai sensi di un accordo di equivalenza biologica esistente tra il Canada e il Paese d'origine. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Lunedì 2 Agosto 2021
Martedì 13 Luglio 2021

Nel 2020 il 15% delle aziende agricole in Svizzera erano biologiche

Il numero di aziende agricole (49 363 nel 2020) ha continuato a diminuire (–1,3% rispetto al 2019) a fronte di un aumento di quelle che hanno abbracciato la coltura biologica (+3,8%). La superficie agricola utile (SAU) è rimasta quasi invariata. I capi di vacche da latte sono sempre di meno (–1,5%), mentre continua la crescita dell’effettivo di pollame (+5,2%). Secondo la rilevazione delle strutture agricole realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST), le persone che lavoravano nelle aziende agricole erano 149 500.

Nel 2020 è proseguito il cambiamento strutturale dell’agricoltura svizzera: il numero di aziende agricole è sceso a 49 363 unità (–1,3% rispetto al 2019), ma nel giro di 30 anni la loro superficie media, pari a 21,15 ettari (ha) per azienda, è pressoché raddoppiata. Un numero sempre maggiore di agricoltori si è convinto dell'importanza della produzione biologica, che infatti nel 2020 era praticata da 7561 aziende (+3,8%). Con la sua vasta superficie inerbita, il Cantone dei Grigioni ne è il capofila: oltre la metà (58%) delle sue 2215 aziende sono biologiche.

Le aziende agricole hanno dato lavoro a 149 500 persone (2019: 150 100), il 12% delle quali di nazionalità straniera. La maggioranza delle persone attive (56%) lavora a tempo parziale. La manodopera familiare, che rappresenta oltre i tre quarti di quella totale, è tuttora uno dei pilastri dell’agricoltura svizzera. Il 6% delle circa 54 300 donne attive nelle aziende agricole ne era a capo.

Stabili le barbabietole da zucchero, in rialzo il mais

Nel 2020 la maggior parte dei terreni detenuti dalle aziende agricole era costituita da prati naturali e pascoli (604 600 ha, ovvero il 58% del totale della SAU). I campi occupavano 399 800 ha (38%). Tra le altre superfici coltive (38 500 ha, 4%), la vigna occupava 13 400 ettari e i frutteti 7000 ettari.

Le varie colture si sono sviluppate in maniera diversa nel 2020. Dopo una leggera flessione nel 2019, le superfici dedicate all’orticoltura in pieno campo (12 100 ha) sono tornate al livello del 2018. Il 54% dei 142 200 ettari di cereali era destinato all’alimentazione umana. La coltura di mais è progredita del 10%, raggiungendo i 17 700 ettari. La superficie coltivata a patate (11 000 ha) è rimasta simile agli anni precedenti, mentre quella delle barbabietole da zucchero, in calo da qualche anno, sembra essersi stabilizzata (17 600 ha). Prende sempre più piede la coltura di soia (2032 ha), la cui superficie è raddoppiata nel giro di 10 anni.

177 300 ettari erano dedicati alla produzione biologica, una superficie più che raddoppiata rispetto a 20 anni fa. Più precisamente, il 59% delle piante aromatiche e medicinali, il 36% della soia e il 22% dell'orticoltura era coltivato con il marchio bio. Lampante la progressione del biologico nelle vigne (1783 ha, +398 ha).

Effettivo dei bovini in mutamento, pollame ancora in aumento

Nel 2020 è proseguito il mutamento dell’effettivo dei bovini, caratterizzato da una riduzione del numero delle vacche da latte (546 500; –1,5%) e dei loro allevatori (–2,6%). Questo sviluppo va in particolare a favore dell’allevamento estensivo di vacche nutrici (131 400; +2,4%) nell’ottica della produzione di carne. Gli effettivi di vacche da latte delle aziende agricole biologiche, invece, sono in aumento (+2,8%).

Il calo osservato negli ultimi anni nella filiera suina si è confermato anche nel 2020, seppure a un ritmo più contenuto rispetto all’anno precedente, sia sul fronte degli allevatori (–3,8%) che su quello del numero di capi di suini (–0,8%). Per quanto riguarda gli effettivi di suini biologici (3% della filiera), dopo vari anni in aumento, nel 2020 se ne è registrato un calo (–8,4%).

Nel 2020, al pari degli anni precedenti, l’allevamento di pollame è rimasto in crescita (+4,9%). Più precisamente, aumentando del 10,6% nel 2020, gli effettivi di galline ovaiole hanno registrato la maggiore crescita dal 2010. Il 18% di questi effettivi è stato allevato in modo biologico. Il numero di polli da ingrasso, invece, è aumentato del 4,6%.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1419

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 13 Luglio 2021
Venerdì 9 Luglio 2021

Interscambio commerciale a marzo 2021: Italia si riconferma secondo partner europeo per la Turchia

Nel mese di marzo 2021, l’Italia ha riconfermato la propria posizione di secondo partner europeo della Turchia e si è posizionata quale 5° partner commerciale globale con 5,4 miliardi di interscambio totale rispetto al primo trimestre del 2020, con una crescita del 20,4%. L’export italiano verso la Turchia è stato di 2,8 miliardi (+22,8%) mentre l’export turco verso l’Italia ha totalizzato 2,7 miliardi (+18,2%) segnando un saldo negativo per la Turchia di 1,8 milioni di USD. Nel primo trimestre del 2021, l’Italia si posiziona quale quarto Paese importatore in Turchia dopo Cina, Russia e Germania e quarto mercato di export turco dopo Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Le tre voci prevalenti dell’export turco verso l’Italia sono: autoveicoli, trattori e parti di ricambio; macchinari ed apparecchiature meccaniche; ferro ed acciaio mentre le principali categorie dell’import turco dall'Italia si riferiscono a: macchinari ed apparecchiature meccaniche; materie plastiche; autoveicoli, trattori e parti di ricambio.

Sempre nel primo trimestre 2021, l’interscambio commerciale con la UE – principale partner commerciale della Turchia - con il 37,9% dell’interscambio totale, è passato da 35,3 miliardi USD a 42,1 miliardi USD (+19,1%). Le importazioni turche dalla UE sono cresciute da USD 17,4 miliardi a USD 20,9 miliardi (20,1%), mentre le esportazioni turche verso la UE sono aumentate del 18,1%, passando da USD 17,9 a USD 21,2 miliardi. La graduatoria dei principali partner commerciali ha mostrato al primo posto la Germania con USD 10,0 miliardi di interscambio (+12,4% rispetto al 2020) con un saldo negativo per la Turchia di USD 824,6 milioni; al secondo posto la Cina, con 8,0 miliardi di interscambio (+44,1%) e un saldo negativo per la Turchia di 6,5 miliardi di USD.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Venerdì 9 Luglio 2021