Notizie mercati esteri

Martedì 18 Maggio 2021

Export turco, il più alto volume mensile in aprile

La Turchia ha raggiunto il più alto volume mensile di esportazione in aprile 2021 con 18,8 miliardi di dollari (un aumento di 109%). Il Ministro del Commercio Mehmet Mus ha sottolineato, inoltre, che rispetto al 2019 l’esportazione turca ha registrato un aumento di 22,3%.

Il deficit commerciale della Turchia con il mondo è diminuito del 31,4%, passando da 4,6 miliardi dollari a 3,1 miliardi di dollari. Il rapporto tra esportazioni e importazioni è salito a 85,7% con un aumento di 19,5% punti.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Martedì 18 Maggio 2021
Martedì 18 Maggio 2021

Turchia: il paese vuole incrementare il volume delle esportazioni

La Turchia vuole incrementare ulteriormente il volume delle proprie esportazioni. Questo uno dei principali obiettivi segnalati dal nuovo Ministro del Commercio turco, Mehmet Muş, nominato il 21 aprile 2021.

Secondo i dati dell'Assemblea degli Esportatori turchi (TIM), le esportazioni hanno raggiunto i massimi mensili storici per quattro mesi consecutivi da dicembre 2020, nonostante la pandemia da coronavirus. A marzo 2021, l’aumento è stato del 42,2% su base annua con $ 18,98 miliardi. Il dato di marzo ha seguito i record di dicembre, gennaio e febbraio, quando le vendite hanno raggiunto circa $ 17,8 miliardi, $ 15 miliardi and $ 16 miliardi, rispettivamente. Le esportazioni da gennaio a marzo sono aumentate del 17,3% su base annua ad oltre $ 50 miliardi, segnando anche la cifra più alta del primo trimestre di sempre. Allo stesso tempo, il deficit commerciale è aumentato del 69,12% a $ 49,9 miliardi lo scorso anno ed attualmente l’obiettivo è quello di raggiungere $ 184 miliardi entro fine anno.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 18 Maggio 2021
Martedì 18 Maggio 2021

Il Vietnam diventerà un hotspot per gli investimenti high-tech

Nella prospettiva di svilupparsi nell’economia leader del digitale del sud-est asiatico nel prossimo decennio, il Vietnam sta anche assistendo a un forte afflusso di investimenti high-tech aumentando le performance della regione.

Dallo scorso anno, quando il Vietnam è diventato presidente dell’ASEAN, il paese ha avuto l’obiettivo di promuovere e cementare la digitalizzazione tra gli stati membri dell’associazione. Il Vietnam ha anche migliorato le sue politiche e norme nel tentativo di attirare maggiori investimenti nella sua industria informatica diventando uno dei mercati più attrattivi nel sud-est asiatico. In particolare, il settore informatico e delle telecomunicazioni e l’economia digitale risultano essere le più promettenti. Il Ministero delle Informazioni e delle Comunicazioni (MIC) prevede che il paese diventerà l’economia digitale leader nel sud-est asiatico entro il 2030 e consentirà la sperimentazione di nuove tecnologie nell'economia digitale.

Inoltre, il governo vietnamita ha anche approvato un programma nazionale sulla trasformazione digitale fino al 2025, con una visione fino al 2030, mostrando la sua forte determinazione nel voler diventare un'economia digitale, in cui nuovi prodotti, servizi, soluzioni e modelli di business siano accettati di pari passo con il graduale completamento del quadro giuridico del paese.

Nell'ambito del suo programma di sviluppo dell'economia digitale, il governo mira a sviluppare quattro tipi di imprese digitali, includendo i principali gruppi commerciali e di servizi, per passare agli investimenti nella tecnologia digitale e alla tecnologia di base; Società informatiche che si concentrano su ricerca, sviluppo e produzione; start-up digitali focalizzate sulla creazione di nuovi prodotti e imprese innovative nel campo della tecnologia digitale.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Martedì 18 Maggio 2021
Martedì 18 Maggio 2021

Danimarca e Stati Uniti firmano un accordo contro il cambiamento climatico

Il 22 aprile 2021, in occasione della Giornata Internazionale della Terra, gli Stati Uniti hanno organizzato un summit globale volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche ambientali e spingere i diversi governi a impegnarsi concretamente per contenere le emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale (Lifegate, 2021).

All’evento, svoltosi in modo virtuale, hanno partecipato più di quaranta paesi, tra cui la Danimarca. Quest’ultima, già proclamata dal Forum Economico Mondiale come il terzo paese al mondo per la transizione energetica, ha siglato un accordo con gli Stati Uniti con il fine di sviluppare insieme soluzioni di ricerca e innovazione tecnologica per far fronte ai cambiamenti climatici (UFM, 2021).

L’accordo, stipulato tra il Fondo per l’innovazione danese (Innovationsfonden) e il Dipartimento di energia americano, prevede strategie e piani d’azione che avvicineranno la Danimarca e gli Stati Uniti all’obiettivo di ridurre del 70% le emissioni di gas serra entro il 2030 (ibid.).

Nello specifico, l’accordo prevede determinati progetti pilota di ricerca e innovazione sull’utilizzo di carburanti verdi, stoccaggio di energia e l’uso di CO2, promuovendo lo scambio reciproco di conoscenze ed esperienze attraverso incontri bilaterali tra istituzioni e autorità nel corso di workshop e seminari (The CPH Post, 2021). Questa stretta collaborazione internazionale può portare la ricerca danese sul clima e l’innovazione a nuovi livelli, dando così un contributo significativo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici (ibid.).

Negli ultimi quattro decenni, la Danimarca ha sviluppato un’industria eolica all’avanguardia, grazie alle tecnologie innovative, alla regolamentazione intelligente e al sostegno finanziario del governo, divenendo la fonte energetica più economica del paese (Foreign Policy, 2021). I laboratori americani invece, negli ultimi anni hanno sviluppato tecnologie completamente nuove, come ad esempio la batteria agli ioni di litio per alimentare le auto elettriche e impianti per catturare tonnellate di CO2 nel sottosuolo (ibid.).

Con l’occasione del summit virtuale, i due paesi attraverso il dialogo politico, l’assistenza tecnica e l’apprendimento peer-to-peer lungo la catena del valore energetico, mirano a condividere le proprie esperienze per una transizione energetica delle energie verdi (Foreign Policy, 2021).

Pertanto, senza un miglioramento della tecnologia, risulta essere difficile rallentare il cambiamento climatico. Di conseguenza, per lo stato danese, questa cooperazione rivela essere di grande importanza per promuovere i propri interessi negli Stati Uniti nell’ambito della ricerca e dello sviluppo, nonché del clima, dell’energia, dell’ambiente e della natura (UFM, 2021).

 

Fonte: https://bit.ly/3fj82AH

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 18 Maggio 2021
Lunedì 17 Maggio 2021

Argentina: polo tecnologico con un investimento di 500 milioni di dollari

Al via il polo scientifico e tecnologico di Misiones, reso possibile grazie alla creazione di un partenariato pubblico-privato che mira a promuovere talenti dell'innovazione tecnologica nei giovani e negli imprenditori. La Silicon Misiones, situata nella provincia di Misiones (in Argentina), conta già più di 60 aziende associate e un investimento pubblico iniziale di 500 milioni di dollari. Il primo spazio a sorgere è il Misiones Hub, che include centri di formazione, laboratori di incubazione, spazi di coworking aperti, alloggi per studenti e uffici.

Uno dei pilastri del progetto è la formazione di talenti anticonvenzionali, come la Scuola di Robotica, la Scuola dell'Innovazione e le aule maker. Altro obiettivo del polo è quello di favorire la costituzione di start up (società di sviluppo tecnologico in formazione, con grandi potenzialità di crescita nel mercato high tech), aziende leader del settore e istituzioni legate all'innovazione tecnologica. Tra gli assi di sviluppo di Silicon Misiones c'è la linea Agtech, legata alla generazione di tecnologia per l'agricoltura di precisione per la gestione e l'amministrazione delle risorse naturali, con un focus sulla produzione agricola e l'uso efficiente dell’acqua.

In risposta alle esigenze globali che richiedono sempre più la tecnologizzazione delle attività produttive questo progetto viene presentato come il "primo Silicon in Sud America" e intende realizzare tra Governo, aziende e università un ecosistema che converge nello sviluppo di talenti di alto impatto tecnologico, ambientale e sociale settori per i quali oggigiorno si muovono importanti capitali di investimento.

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Lunedì 17 Maggio 2021
Lunedì 17 Maggio 2021

L'Italia si riconferma secondo partner europeo nell'interscambio commerciale con la Turchia a febbraio 2021

Nel mese di febbraio 2021, l’Italia ha riconfermato la propria posizione di secondo partner europeo della Turchia e si è posizionata quale 5° partner commerciale con 3,3 miliardi di interscambio totale rispetto al 2020, con una crescita del 9,7%. L’export italiano verso la Turchia è stato di 1,6 miliardi (in crescita del 17%) mentre l’export turco verso l’Italia ha totalizzato 1,7 miliardi (3,5%). Nei primi due mesi del 2021, l’Italia si è confermata quarto fornitore della Turchia dopo Cina, Russia, Germania e il quarto cliente dopo Germania, Stati Uniti e Regno Unito. Le tre voci prevalenti dell’export turco verso l’Italia riguardano: autoveicoli, trattori e parti di ricambio; macchinari ed apparecchiature meccaniche; frutta commestibili, scorze di agrumi o di meloni. Le principali categorie dell’import turco dall'Italia si riferiscono a: macchinari ed apparecchiature meccaniche; autoveicoli, trattori e parti di ricambio; materie plastiche.

L’interscambio commerciale con la UE – principale partner commerciale della Turchia – con il 37,9% dell’interscambio totale, è passato da $ 23,6 miliardi del 2020 a $ 25,9 miliardi (+9,8%). Le importazioni turche dalla UE sono cresciute da $ 11,0 miliardi a $ 12,6 miliardi (14,2%), mentre le esportazioni verso la UE sono aumentate del 5,9%, passando da $12,6 a $13,3 miliardi. La graduatoria dei principali partner commerciali ha mostrato al primo posto la Germania con $ 6,2 miliardi di interscambio (7,7% rispetto al 2020), di cui 3,2 miliardi di importazioni (8,0%) e 2,9 miliardi di esportazioni (7,3%) con un saldo negativo per la Turchia di $ 259,9 milioni. A seguire: Cina, con 4,9 miliardi di interscambio (24,9%), di cui 4,4 miliardi di import (23,2%) e 516,8 milioni di export (40,7%) e un saldo negativo per la Turchia di 3,9 miliardi di USD.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Lunedì 17 Maggio 2021
Lunedì 17 Maggio 2021

Apre a Binh Duong la prima zona di produzione di farmaci ad alta potenza del Vietnam

Secondo le nuove normative del Ministero della salute del Vietnam (MoH), nonché le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, dell'Agenzia europea per i medicinali e del regime di cooperazione per l'ispezione farmaceutica, la produzione di alcuni prodotti contenenti sostanze pericolose deve essere eseguita in sedi separate seguendo criteri specifici.

A tal proposito Davipharm, uno dei principali produttori vietnamiti di farmaci generici di alta qualità, membro di Adamed Group, ha recentemente annunciato la certificazione della prima zona di farmaci ad alta potenza del Vietnam per la produzione di farmaci oncologici citotossici / citostatici in capsule rigide, compresse, e compresse rivestite. Michal Wieczorek, CEO di Davipharm ha dichiarato che la zona ad alta potenza (HP) di Davipharm risponde alle esigenze del Ministero della Salute, fornendo farmaci oncologici di alta qualità, prodotti in Vietnam, ai pazienti vietnamiti. Davipharm sarà il primo produttore nazionale di farmaci a diventare un partner del Ministero della Salute nella prevenzione, diagnosi precoce e trattamento delle malattie non trasmissibili in Vietnam.   

 

Fonte: https://bit.ly/2QsBRGK

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

Ultima modifica: Lunedì 17 Maggio 2021
Lunedì 17 Maggio 2021

La Danimarca si classifica al terzo posto nell’Indice di Transizione Energetica

Il 20 aprile 2021, il World Economic Forum (più avanti WEF) ha pubblicato il Fostering Effective Energy Transition – 2021. Il report sullo stato globale della transizione energetica, coinvolgendo esperti del settore pubblico e privato delle filiere energetiche, ha l’obiettivo di stabilire in che misura i Paesi analizzati sono pronti a realizzare la transizione energetica da fonti fossili a fonti rinnovabili (The CPH Post, 2021).

Tra i 115 Stati analizzati, la Danimarca si classifica al terzo posto con 76 punti su 100, dopo Svezia e Norvegia. Alla base di questo risultato c’è l’elaborazione di un piano normativo solido, di investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) e di cooperazioni strategiche con i paesi limitrofi (ibid., 2021).

Negli ultimi 10 anni, sono solo 13 gli Stati (sui 115 analizzati) che hanno registrato dei notevoli progressi verso la transizione energetica. La pandemia da Covid-19, rappresentando uno shock esterno ai sistemi di transizione energetica creati dai singoli Stati, ha reso questa sfida ancora più difficile (Energy Transition Index, 2021). Man mano che i sistemi energetici diventano più diversificati e digitalizzati stanno emergendo nuovi rischi che minacciano l’affidabilità e l’accessibilità all’energia in futuro (ibid.).

Sono quindi i policymakers, i leader aziendali e i consumatori a ricoprire un ruolo primario nel porre le basi per una transizione energetica sostenibile e robusta (ibid.). Il report del WEF (2021) individua tre principali linee di policy, finalizzate a rafforzare la resilienza della transizione energetica, che sarebbero necessarie per rispettare le condizioni fissate dell’accordo di Parigi:

-       Offrire una transizione inclusiva ed equa, accessibile a tutti i cittadini;

-       Creare un piano di transizione energetica sostenibile;

-       Incentivare la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato.

Secondo il WEF, la Danimarca è stata in grado di mantenere una posizione di leadership nelle energie rinnovabili grazie a una serie di fattori che hanno creato i giusti presupposti per la realizzazione di una solida transizione energetica (ibid.).

Nello specifico, un forte impegno politico con obiettivi ambiziosi nel lungo periodo, all’interno di un contesto politico stabile, è stato uno dei fattori che hanno maggiormente contribuito al risultato ottenuto dalla Danimarca nel Fostering Effective Energy Transition – 2021. Oltre a ciò, si vanno ad aggiungere elementi come: una rapida riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili come fonti di energia, sostituiti prontamente da fonti di energia rinnovabili; la riduzione del consumo pro capite di energia e la conseguente riduzione di dispendio energetico su scala nazionale; un solido framework istituzionale e di governance della transizione energetica, accompagnato da infrastrutture (sia fisiche che digitali) a supporto della stessa (The Post, 2021).

 

Fonte: https://cphpost.dk/?p=124002

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 21 Maggio 2021
Mercoledì 28 Aprile 2021

Svizzera: tassi ipotecari più alti da un anno a questa parte

Secondo l’ultimo Barometro Ipoteche di Comparis, pubblicato lo scorso 6 aprile, in Svizzera i timori di un’inflazione fanno salire i tassi ipotecari: nel primo trimestre i tassi indicativi per le ipoteche decennali hanno raggiunto i massimi da un anno.

All’inizio dell’anno i tassi indicativi per le ipoteche a dieci anni erano di poco superiori all’1%, per poi attestarsi all’1,20% alla fine del primo trimestre. Al suo picco, il tasso indicativo è salito all’1,21%. Livelli così alti non si vedevano da un anno: nel primo trimestre dello scorso anno, infatti, spinti dallo shock del coronavirus i tassi ipotecari erano saliti al massimo all’1,19%.

Meno forte è stato l’aumento dei tassi indicativi per le ipoteche a cinque e a due anni, che rispettivamente con lo 0,92 e lo 0,86% sono ancora inferiori ai livelli del primo trimestre 2020.

«Molti credono che la pandemia finirà a breve. Questo scenario alimenta le prospettive di un boom economico globale», spiega Fredéric Papp, esperto in finanze presso Comparis in un comunicato. Il rovescio della medaglia è che inizia a farsi sentire la paura dell’inflazione e aumentano gli interessi sul mercato dei capitali. «Se salgono i tassi sul mercato dei capitali aumentano anche i costi di rifinanziamento delle ipoteche», conclude Papp.

 

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1403

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 28 Aprile 2021
Mercoledì 28 Aprile 2021

Nascerá a maggio il "Portuguese Battery Cluster"

La strategia nazionale relativa al litio ha ricevuto un "impulso" decisivo con l'annuncio della creazione di un cluster in Portogallo per lo sviluppo di una catena del valore delle batterie. 

Il gruppo di lavoro riunisce aziende e centri di ricerca e si prevede che si costituisca formalmente come associazione a maggio: sarà battezzato come il "polo delle batterie portoghesi".

L'obiettivo è avviare il progetto portoghese relativo al litio in due o tre anni, lavorando in tutti i suoi aspetti: estrazione, raffinazione, creazione di celle, assemblaggio di batterie (assemblaggio), commercializzazione, utilizzo e riciclaggio. 

Le batterie made in Portugal sperano di diventare, quindi, uno 'strumento' fondamentale per 'nutrire' il Paese e l'Europa nei prossimi anni, riducendo l'attuale dipendenza energetica del mercato asiatico.

 

Fonte: https://bit.ly/3nhrpO0

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Mercoledì 28 Aprile 2021