Sabato 10 Maggio 2025
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Nonostante la pandemia da coronavirus abbia avuto un impatto negativo a livello globale nel 2020, la Turchia è stato uno dei pochi paesi che ha registrato una crescita economica che, contrariamente alle aspettative, è stata dell’1,8%. A fronte di ciò, Organizzazioni Internazionali ed Agenzie di rating hanno rivisto le previsioni economiche per il paese. Il Fondo Monetario internazionale ha infatti annunciato all’inizio dell’anno una crescita del 6%, dal 5% precedentemente indicato. Moody's ha previsto a febbraio un aumento dell’economia dal 3,5% al 4% per il 2021 e dal 4% al 5% per il 2022. Fitch ha rivisto al rialzo le previsioni: dal 3,5% al 6,7% per il 2021, dal 4,5% al 4,7% per il 2022. S&P ha invece riformulato al ribasso le stime di crescita dal 4,5% al 3,6% per il 2021 e del 3,5% nel 2022. L'OCSE ha migliorato le stime dal 2,9% al 5,9%. L'UNCTAD, nel suo rapporto sull'andamento del commercio e dello sviluppo globale, pubblicato a marzo, ha aggiornato le previsioni di crescita dal 2,4% al 4% per il 2021. La Banca Mondiale ha rivisto le sue proiezioni economiche per il 2021 dal 4,5% al 5%.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Sempre più produttori stranieri stanno incrementando gli investimenti in Vietnam per capitalizzare le opportunità portate dagli accordi di libero scambio.
Aumentano in particolare gli investimenti nel campo delle apparecchiature mediche avanzate, in beni di consumo e nella produzione di pneumatici. Generalmente le imprese straniere, attraverso gli investimenti in Vietnam, mirano a rafforzare la catena di fornitura e a fornire una base solida per ulteriori strategie di globalizzazione, assieme alla capacità di distribuire prodotti e servizi a più clienti a livello internazionale, non solo nel mercato vietnamita ma nell’intera regione Asean.
Per fare un esempio, attualmente il Vietnam è il quarto più grande esportatore di abbigliamento e tessuti e il secondo più grande mercato di produzione di calzature: l'80% delle scarpe in pelle proviene proprio dagli investimenti diretti esteri.
Fonte: https://bit.ly/2SN4jnk; https://bit.ly/3uVBSBQ
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
Tra i principali obiettivi dell'accordo CETA rientrano: eliminare la maggioranza dei dazi doganali, permettere alle rispettive imprese di partecipare a gare d’appalto pubbliche, aprire i rispettivi mercati dei servizi, proteggere i prodotti agro-alimentari tradizionali nei rispettivi mercati, consentire il reciproco riconoscimento di alcune qualifiche professionali, e aumentare gli investimenti diretti tra i mercati europei e canadesi stabilendo un nuovo quadro per la protezione dei diritti degli investitori.
Entrando nello specifico della Mobilità Professionale, l’accordo regola l’ingresso e il soggiorno temporaneo di persone legato a ragioni professionali e fornisce pertanto la certezza giuridica per i lavoratori qualificati europei di svolgere un’attività imprenditoriale sul territorio canadese.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
Nonostante la crisi pandemica e il declino senza precedenti subito dall'economia portoghese, lo stock di investimenti diretti esteri (IDE) in Portogallo è aumentato nel 2020, raggiungendo quasi 150 miliardi di euro, la cifra più alta nella serie di dati del Banco de Portugal (Bop).
Expresso, analizzando i dati del Banco de Portugal sugli IDE, rivela che essi ammontano precisamente a 149,6 miliardi di euro. Ma l'aumento di 2,3 miliardi nel 2020 è stato di gran lunga inferiore all'aumento di 11,4 miliardi nel 2019.
Fonte: https://bit.ly/2QnQWJu
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)
Sono stati avviati i lavori della terza unità della centrale nucleare di Akkuyu (NPP) che produrrà 35 miliardi di kilowattora di elettricità all'anno per soddisfare circa il 10% del consumo di energia della Turchia. L'inizio delle operazioni per la prima unità dell'impianto è previsto per il 2023, quando il Paese celebrerà il centenario della Repubblica. Le restanti tre unità dovrebbero entrare in esercizio entro la fine del 2026, al ritmo di una all'anno. Un accordo intergovernativo per la centrale nucleare, attualmente in costruzione, è stato firmato tra Turchia e Russia nel maggio 2010.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)
Secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Europea per l'Energia Eolica (WindEurope), la Turchia è stata classificata come il quinto più grande investitore di energia eolica in Europa nel 2020 con 1,6 miliardi di euro. La pubblicazione indica che gli investimenti nei parchi eolici offshore hanno raggiunto il record di 26,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti in nuovi parchi eolici onshore hanno raggiunto i 16,5 miliardi di euro. Le banche hanno contribuito nella maggior parte degli investimenti, rappresentando tra il 70% ed il 90% del finanziamento del debito, mentre il restante 10-30% è stato acquisito tramite finanziamento azionario.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Da mercoledì 5 maggio 2021, il Ministero Danese degli Affari Esteri ha emanato una nuova legge per tutelare la Danimarca attraverso un processo di screening per i futuri investimenti e accordi esteri in determinati settori che possano rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale (Economic Times, 2021).
Già nel 2019, i legislatori dell’UE avevano sostenuto un sistema per coordinare il controllo degli investimenti stranieri, in particolare dalla Cina, per proteggere le tecnologie e le infrastrutture strategiche in Europa (ibid.). Il ministro della difesa, Trine Bramsen, ha sottolineato la necessità di un regime di IDE (Investimento Diretto Estero) per investimenti in difesa, tecnologia dell’informazione e infrastrutture critiche (Mondaq, 2021).
Il nuovo emendamento introduce un meccanismo di screening obbligatorio per gli investimenti diretti esteri. Lo screening verrà applicato nei casi in cui un investitore straniero intenda acquisire, direttamente o indirettamente, il possesso o il controllo di almeno il 10% della proprietà in società danesi operanti nei seguenti settori (tutti considerati strategici in relazione alla sicurezza nazionale o all’ordine pubblico):
Inoltre, verranno sottoposti a screening gli investitori esteri che pianificano di acquisire posizioni dominanti in merito a: diritto di voto nei CDA, o controllo equivalente, con operazioni mirate al controllo gestionale, finanziario o operativo delle suddette aziende (Gorrissen Federspiel, 2021).
La legge prevede anche uno screening obbligatorio se un investitore straniero, al di fuori dell’UE o dell’AELS (Associazione Europea di Libero Scambio), intende stipulare un accordo finanziario speciale con una società domiciliata in Danimarca che opera in uno dei settori sensibili sopra indicati (ibid.).
Nel valutare se un investimento estero diretto costituirà una minaccia per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico, il ministero degli affari esteri terrà conto dei seguenti tre criteri: 1) l’entità danese a cui è rivolto l’investimento; 2) l’investimento in questione; 3) l’investitore straniero (ibid.).
Inoltre, gli investitori saranno valutati in base al loro potenziale collegamento con governi stranieri, forze armate o altre entità statali, nonché qualsiasi collegamento ad attività criminali (Economic Times, 2021).
Fonte: https://bit.ly/3y4VOEm
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
In tema di accordo CETA, il Canada assume impegni di accesso al mercato e di non discriminazione coprendo così un’ampia gamma di appalti pubblici. L'accordo ha infatti aperto alle imprese italiane la partecipazione a gare di appalto in Canada. Con il CETA, le imprese dell’UE hanno migliori opportunità di competere per gli appalti pubblici canadesi e presentare offerte per la fornitura di beni e servizi a livello federale, provinciale e metropolitano, divenendo le prime imprese non canadesi a poterlo fare.
Analogamente al governo federale e ad altri governi provinciali e territoriali, l'Ontario e le sue agenzie, dipartimenti e comuni si sono impegnati a fornire un trattamento aperto, trasparente e non discriminatorio alle imprese dell'UE relativi alla partecipazione di quest'ultime a gara di appalto in ambito del CETA.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
L’Unione Europea riconoscerà ai produttori sostenibili argentini un plusvalore e pagherà loro valore differenziale per la soia argentina prodotta in modo sostenibile e certificata con bollino ASC dell’Associazione Argentina dei Produttori con Semina Diretta – AAPRESID, riconosciuto dalla FEFAC (Federazione Europea Fabbricanti Alimenti Composti) come marchio per la produzione compatibile con i più alti standard di sostenibilità europea. In un comunicato ufficiale si legge che, a ciascun produttore il valore differenziale verrà pagato sotto forma di crediti che verranno concessi ed erogati per cada tonnellata di soia prodotta biologicamente, un riconoscimento tangibile per il loro compromesso nella produzione sostenibile. Il mercato argentino, e nello specifico quello dei cereali e delle commodity agricole, mira a raggiungere e rispettare gli standard europei e dove la presenza italiana in particolare rappresenta un’eccellenza.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Lo scorso anno il Portogallo ha mantenuto il suo status di paese al mondo con il più alto consumo di vino per abitante, nonostante un leggero calo dello 0,6% nel volume di vino consumato rispetto all'anno precedente, indica il rapporto più recente dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino.
In termini di consumo globale si è registrato un calo del 3%, il valore più basso dal 2002.
Nel 2020 ogni portoghese di età superiore ai 15 anni ha consumato, in media, 51,9 litri di vino, superando gli italiani (46,6 litri di vino pro capite).
Seguono in classifica la Svizzera, con 35,7 litri, Austria (29,9 litri), Australia (27,8), Argentina (27,6), Germania (27,5), Svezia (27) e Belgio (26,9).
I paesi in cui i consumi sono diminuiti di più nell'ultimo anno rispetto al 2019 sono stati il Sudafrica e la Cina, con un calo rispettivamente del 19% e del 17%.
Fonte: https://bit.ly/3uUfiK5
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)