Notizie mercati esteri

Martedì 18 Aprile 2023

L'economia britannica supera i livelli pre-Covid nonostante lo stallo di febbraio

L'economia britannica ha superato livelli pre-pandemici, con una crescita economica che ha superato le previsioni ufficiali per il primo trimestre del 2023, nonostante il flatlining di febbraio. Il PIL è rimasto invariato nel bimestre gennaio-febbraio, dopo un'espansione dello 0,4% nel mese precedente, come dichiarato dall'Office for National Statistics. I dati di febbraio, che sono stati influenzati dagli scioperi nel settore dei servizi, sono stati inferiori rispetto alla previsione di espansione dello 0,1%; tuttavia, l'economia del Regno Unito ha chiuso il mese in rialzo dello 0,3% rispetto a febbraio 2020, prima dell'introduzione delle restrizioni per contrastare l’ondata pandemica.

I dati mostrano inoltre una controtendenza rispetto alla contrazione economica prevista dalla Banca d'Inghilterra e dall'Office for Budget Responsibility per il primo trimestre del 2023. Il cancelliere britannico Jeremy Hunt ha affermato che le prospettive economiche "sembrano più rosee del previsto", aggiungendo: "Siamo pronti a evitare la recessione attraverso un massiccio pacchetto di sostegno alle spese delle famiglie e grazie alle riforme attuate per rilanciare il mercato del lavoro e gli investimenti delle imprese in Regno Unito”.

Paul Dales, capo economista UK presso Capital Economics, ha riportato che la mancata recessione nel primo trimestre aumenterà la possibilità di nuovi aumenti dei tassi di interesse da parte della Bank of England per frenare la domanda e ridurre ulteriormente l'inflazione. "La sensazione generale è che l'economia si stia ancora dimostrando resiliente all'alta inflazione e alla crescita dei tassi d’interesse.”

Secondo i dati dell'ONS, la produzione nel settore dei servizi è scesa dello 0,1% a febbraio, in gran parte a causa degli scioperi nell'istruzione e nella pubblica amministrazione. Il clima insolitamente mite rispetto a gennaio ha portato a un calo dei consumi di elettricità e gas, mentre il settore delle costruzioni è cresciuto del 2,4%. Anche la produzione nei servizi rivolti al consumatore, come ristoranti, negozi e parrucchieri, ha registrato un'espansione dello 0,4%.

Yael Selfin, capo economista presso la società di consulenza KPMG UK, ha dichiarato che, mentre l'economia britannica ha "probabilmente superato il rischio di recessione" quest'anno, le prospettive a medio termine sono rimaste "deboli rispetto agli standard storici".

Martin Beck, capo consigliere economico della società di consulenza EY Item Club, ha previsto che la ripresa economica crescerà nuovamente nella seconda metà del 2023, sostenuta dal "calo delle bollette energetiche e dall'impatto dell'allentamento fiscale annunciato nel bilancio del governo".

Fonte: https://on.ft.com/3MPJC4q

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Regno Unito - Spinta di 30 milioni di sterline per la cattura e lo stoccaggio di energia rinnovabile

Numerose aziende beneficeranno di un investimento governativo di circa 30 milioni di sterline per aiutare la progettazione e lo sviluppo di tecnologie innovative volte a modernizzare il sistema energetico e immagazzinare nuova energia riutilizzabile. Catturare e immagazzinare energia da reimpiegare giocherà un ruolo essenziale nell'alimentare il paese e aumentarne la sicurezza energetica. Il finanziamento annunciato dal governo sosterrà le aziende che testano e sviluppano nuove tecnologie, incoraggiando gli investimenti privati e creando nuovi posti di lavoro in tutto il paese.

Lo stoccaggio di energia elettrica e la ricarica intelligente dei veicoli potrebbe far risparmiare fino a 10 miliardi di sterline all'anno entro il 2050, riducendo le quantità di energia e di rete necessarie per creare un sistema energetico sicuro e autoprodotto.

Il ministro per la sicurezza energetica e Net Zero Graham Stuart ha dichiarato: “Immagazzinare energia per periodi più lunghi è fondamentale per costruire un sistema energetico solido e sicuro, e garantire che l'energia rinnovabile sia utilizzata in modo efficiente. Fortunatamente il Regno Unito ha una ricchezza di aziende pionieristiche che stanno lasciando il segno in questo settore.”

I progetti vincitori che andranno a implementare la loro tecnologia sono:

  • Synchrostor, Edimburgo, Scozia, che riceverà 9,4 milioni di sterline per costruire un impianto dimostrativo collegato alla rete PTES (Pumped Thermal Energy Storage) funzionante a 1 MW, con la capacità di caricarsi e scaricarsi per un periodo di 10 ore;
  • Invinity Energy (UK) Limited, Scozia, che riceverà 11 milioni di sterline per sviluppare e produrre batterie a flusso di vanadio (VFB) da 7 MW e 30 MWh di 4 ore, la più grande del Regno Unito. Invinity produrrà il VFB da 30 MWh presso lo stabilimento della Società nel West Lothian, in Scozia;
  • Cheesecake Energy Ltd, Nottingham, che riceverà 9,4 milioni di sterline per testare la propria tecnologia FlexiTanker che immagazzina elettricità utilizzando una combinazione di accumulo di energia termica e ad aria compressa.

Questo annuncio segue il finanziamento di 32,8 milioni di sterline assegnato a 5 progetti di accumulo di energia in tutto il paese nel novembre 2022 con il fine di creare prototipi unici nella loro tecnologia: un totale di 69 milioni di sterline che contribuiranno a promuovere tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’energia.

Il concorso di accumulo energetico a lunga durata è finanziato dal BEIS (Department for Business, Energy and Industrial Strategy) e mira ad accelerare la commercializzazione di tecnologie e processi innovativi nel settore green energy tra il 2020 e il 2030.

Fonte: https://bit.ly/3mFLRwo

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

La catena britannica Tesco riduce il prezzo del latte per la prima volta dal 2020

Il più grande gruppo di supermercati britannico Tesco ha tagliato il prezzo del latte per la prima volta da maggio 2020, un possibile segnale anticipato che l'inflazione alimentare potrebbe diminuire nei prossimi mesi. A marzo, il fenomeno inflazionistico era salito ad una cifra record del 17,5%, secondo la ricerca di mercato svolta da Kantar, con i prezzi che erano aumentati più rapidamente per prodotti come latte, formaggio e uova.  L'inflazione complessiva nel Regno Unito per cibo e bevande analcoliche era stata del 18% a febbraio, la più alta dal 1977, secondo i dati ufficiali.

Per aiutare i consumatori, la catena ha "bloccato" i prezzi su oltre 1.000 prodotti di uso quotidiano fino al 5 luglio. Tesco, che detiene una quota del 27% del mercato alimentare britannico, ha dichiarato che ridurrà il prezzo di un cartone di latte da 4 pinte da 1,65 pounds a 1,55 pounds, due pinte da 1,30 pounds a 1,25 pounds e una pinta da 95 pence a 90 pence.

"Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una deflazione dei prezzi del costo del latte a livello globale e vogliamo cogliere l'occasione per trasferire tale riduzione ai nostri clienti", ha affermato Jason Tarry, CEO di Tesco UK. Tuttavia, il taglio dei prezzi non influenzerà l’accordo tra Tesco e i suoi produttori di latte.

L'inflazione complessiva dei prezzi in UK è stata del 10,4% lo scorso febbraio - come hanno mostrato i dati ufficiali - spinta soprattutto dall'aumento dei prezzi dei generi alimentari nei pub e nei ristoranti.

La Banca d'Inghilterra ha previsto un forte calo durante il trimestre in corso, scendendo sotto il 4% entro la fine di quest'anno.

Fonte: https://reut.rs/3L7QBEz

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Esportatore di crediti di carbonio: il Brasile potrebbe generare 72 miliardi di dollari entro il 2030 e cerca di guidare il mercato internazionale

Il Brasile potrebbe guidare il mercato globale dei crediti di carbonio e punta sulla foresta amazzonica, tra gli altri progetti di sviluppo pulito. Tali iniziative aiutano a preservare il pianeta e suscitano l'interesse degli investitori stranieri, tra cui le aziende italiane. Per avere un'idea dell'interesse economico generato dal tema, basti pensare che, secondo i dati dell'organizzazione nordamericana Environmental Defense Fund, il potenziale di questo mercato in Brasile, fino al 2030, può movimentare tra i 16 e i 72 miliardi di dollari.

Il promettente mercato dei crediti di carbonio nasce da accordi internazionali, in particolare dal Protocollo di Kyoto, creato per affrontare le questioni legate al cambiamento climatico. Nell'ambito delle discussioni, sono state stabilite le quote massime di gas a effetto serra (GES) che i paesi sviluppati - i maggiori responsabili del riscaldamento globale - possono emettere. Questi paesi hanno creato leggi che limitano le emissioni e quando non raggiungono gli obiettivi fissati diventano acquirenti di crediti. Il Brasile, in quanto paese in via di sviluppo, non ha sottoscritto gli obiettivi di Kyoto, ma è diventato fornitore di crediti ottenuti da progetti creati come Meccanismo di Sviluppo Pulito, che generano riduzioni certificate delle emissioni e fanno parte del mercato regolamentato dei crediti.

 

COMPENSAZIONE AMBIENTALE

Le riduzioni certificate delle emissioni o i crediti di carbonio vengono rilasciati alla persona o all'azienda che ha ridotto le proprie emissioni di gas serra. In pratica, ciò consente a organizzazioni e individui di compensare le proprie emissioni acquisendo crediti generati da progetti di riduzione delle emissioni o di cattura del carbonio. Per convenzione, 1 tonnellata di anidride carbonica (CO2) corrisponde a un credito. Le transazioni avvengono attraverso contratti e certificati emessi da agenzie che certificano la riduzione delle emissioni e la validità dei crediti.

Oltre a questo mercato regolamentato, esiste il mercato volontario, creato parallelamente al protocollo, che produce le cosiddette Riduzioni Volontarie delle Emissioni. In questo caso, qualsiasi azienda, persona, organizzazione non governativa o lo stesso governo possono generare o acquistare volontariamente crediti di carbonio. Anche questi crediti sono verificati da un ente indipendente, ma non sono soggetti a registrazione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite - ONU e quindi non sono validi come obiettivo di riduzione per i paesi che fanno parte dell'accordo.

I paesi EU si sono dati obiettivi ambiziosi e hanno creato un sistema comunitario di scambio delle proprie quote di emissione, grazie al quale le diverse industrie si possono scambiare i permessi di emissione. Inoltre, possono utilizzare i crediti ottenuti dai progetti del Meccanismo di Sviluppo Pulito per compensare parte delle proprie emissioni.

In Brasile, la regolamentazione di questo mercato è in corso di discussione al Congresso nazionale sulla base del disegno di legge 412/2022. Il documento è stato approvato dalla Commissione Affari Economici ed è attualmente in fase di elaborazione presso la Commissione Ambiente. Il testo stabilisce che il Mercato brasiliano per la Riduzione delle Emissioni (MBRE) sarà operativo nelle borse merci e nei futures, nelle borse valori e nelle entità autorizzate dalla Commissione per i Valori Mobiliari. La proposta crea il Sistema Brasiliano per la Gestione delle Emissioni di Gas Serra.

Secondo il progetto in discussione, il controllo della commissione per la gestione dell’effetto serra spetterà all’organo federale competente in materia, che avrà il compito di definire l'organizzazione e il funzionamento del sistema, attraverso un regolamento. Una competenza fondamentale di questo sistema sarà l'accreditamento o meno delle metodologie di misurazione delle emissioni e del sequestro, rimozione o riduzione dei gas a effetto serra.

 

OPPORTUNITÀ IN VISTA

"Il Brasile vede nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio un campo di grandi opportunità per aumentare la produttività, l'occupazione e la generazione di reddito. Uno dei meccanismi più efficaci per sfruttare i nostri vantaggi competitivi è la creazione di un mercato nazionale regolamentato del carbonio", ha sottolineato di recente il Consiglio Brasiliano delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile (CEBDS) in una nota pubblica che comprendeva la posizione del settore imprenditoriale sul mercato nazionale regolamentato del carbonio.

Il CEBDS ritiene che "il mercato regolamentato del carbonio costituisca un'agenda interessante e strategica per il Brasile". Nella stessa nota, l'ente sostiene che la proposta di regolamento debba incorporare i contributi dei settori regolamentati, di specialisti e della società civile, per formare un "ecosistema di mercato che includa un sistema di registrazione per il mercato volontario e un 'cap & trade' per il mercato regolamentato; un'implementazione graduale; la protezione della competitività delle imprese e della sovranità nazionale; la prevedibilità e la certezza giuridica; e la buona governance, con l'efficacia del sistema di tariffazione del carbonio e regole e procedure trasparenti".

Secondo l'Ambasciatore italiano in Brasile, Francesco Azzarello, "il Brasile si candida a diventare uno dei più importanti paesi esportatori di crediti al mondo" in questo mercato. "C'è un concreto interesse imprenditoriale italiano, anche se ho l'impressione che le opportunità non siano note a tutti", ritiene. Secondo l’Ambasciatore, in attesa che il paese "approvi la legge che regola il mercato regolamentato dei crediti di carbonio sul modello europeo, le aziende possono comunque ricorrere al mercato volontario acquistando terreni per certificare l'emissione di crediti da aziende internazionali e immettendoli sul mercato".

Secondo il rapporto della Banca Mondiale "State and Trends of Carbon Pricing 2022", nel 2021 il mercato globale dei crediti di carbonio ha raggiunto gli 84 miliardi di dollari, con un aumento del 60% rispetto al 2020. La crescita esponenziale è ancora più evidente in relazione al Brasile, dove il volume dei crediti di carbonio volontari, generati nel 2021, è aumentato del 236% nel 2020 e del 779% nel 2019. Tale crescita ha portato il Paese a raggiungere il quarto posto nel mondo.

"Si stima che il Brasile possa diventare il principale esportatore di crediti di carbonio al mondo, e diversi investitori istituzionali e privati stanno investendo in terreni e foreste allo scopo di preservarli", commenta Graziano Messana, presidente di ITALCAM. "La previsione è che il potenziale di compensazione del Brasile possa valere da solo il 15%, contro il 5% di Cina e Russia messe insieme", aggiunge Messana, rafforzando il potenziale del gigante sudamericano.

 

DISCUSSIONI PREZIOSE 

ITALCAM ha stimolato le discussioni relative alla cosiddetta Green Economy, in cui è incluso il mercato dei crediti di carbonio. Un esempio è stato l'evento a cui ha partecipato l'allora Ministro dell'Ambiente, Joaquim Leite, lo scorso anno, guidato dal Presidente Messana e con la partecipazione di dirigenti di importanti aziende legate all'ente, tra cui Cesar Alarcon (Pirelli), Nicola Cotugno (Enel), Giuseppe Pinelli (Ecozona Carbon Credit), Rodrigo Lorca (Chiesi), Rickard Shafer (ASJA Environmental) e Antonino Ruggiero (Stylux Renewable Energy). Le discussioni facevano parte dell’attività d’ufficio della Camera di Commercio. Messana sottolinea l'impegno delle imprese italiane nei confronti dei princìpi ambientali e dell'adozione di programmi sostenibili, oltre al gran numero di aziende che offrono servizi volti a mitigare gli impatti ambientali. "Si tratta di un mercato in crescita in cui troviamo buoni esempi di aziende italiane che operano e sono in grado di offrire soluzioni, spesso innovative e con un ampio uso della tecnologia", ha affermato.

Si stima che il Brasile possa avere una partecipazione del 25% al mercato del carbonio, diventando un importante esportatore di crediti, grazie al suo patrimonio di foreste native, alla produzione di energia rinnovabile (tra cui etanolo, cellulosa e biogas) e all'assorbimento di carbonio da parte delle attività agricole, oltre alla preservazione delle foreste native e alle azioni di riforestazione. L'obiettivo brasiliano è azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050.

Durante la COP26, il Brasile ha presentato il Programma di Crescita Verde per promuovere l'agenda della crescita sostenibile nella strutturazione delle politiche pubbliche. Un altro programma è quello denominato Zero Metano, che riguarda i rifiuti organici provenienti da suini, pollame, prodotti caseari, canna da zucchero e discariche, con l'obiettivo di ridurre oltre il 30% delle emissioni di metano nel paese. Infine, è in corso la regolamentazione dell'energia eolica marina e lo sviluppo del Piano Nazionale per l’Idrogeno Verde, che punta a rendere il Brasile un paese esportatore di energia pulita.

Fonte: su informazioni di ANSA, Sustainable Carbon, CEBDS e ITALCAM tramite Rivista AFFARI numero 176 – Rubrica ‘Sustentabilidade’ (Sostenibilità) | pagine 26, 27, 28, 29 e 30: https://bit.ly/41vrFvW

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Misurazione dell'energia a distanza: Enel Distribuzione sta installando a San Paolo i suoi contatori intelligenti

Misurazione dell'energia a distanza

Enel Distribuzione sta installando a San Paolo i suoi contatori intelligenti

Enel sta installando contatori intelligenti nelle aree in cui opera con la distribuzione di energia a San Paolo. Le apparecchiature fanno parte di una soluzione digitale innovativa, che consente ai consumatori di monitorare e ottimizzare il proprio consumo di elettricità con facilità e trasparenza. Per l'azienda, i nuovi dispositivi non solo facilitano la lettura dei consumi, effettuata in remoto e inviata al proprio sistema di fatturazione, ma consentono anche, in alcuni casi, la disconnessione e la riconnessione senza l'intervento diretto di un tecnico sul luogo di installazione.

"I contatori si basano su una tecnologia sviluppata da Enel, con una produzione al 100% nazionale. Si tratta della prima produzione di contatori intelligenti in America Latina", sottolinea René Garrido, Head of Meter Operation di Enel Grids Brasile. Il modello prodotto nel paese è stato approvato dall'Istituto Nazionale di Metrologia, Qualità e Tecnologia (Inmetro), rispetta le caratteristiche della rete elettrica locale e soddisfa i requisiti degli standard tecnici.

TECNOLOGIA APPLICATA

Lo smart metering adottato dall'azienda italiana comprende un pacchetto di tecnologie integrate, che includono i contatori e i concentratori stessi, i mezzi di comunicazione del sistema, come la Power Line Communication (PLC) e la rete di telecomunicazioni necessaria per il funzionamento, insieme al software e all'hardware di elaborazione dei dati e l'applicazione per il consumatore. La tecnologia PLC trasmette i dati utilizzando i cavi esistenti, come ad esempio le linee elettriche, i cavi coassiali o i cavi a doppino intrecciato.

Il sistema PLC è un punto chiave del progetto perché offre sicurezza, riducendo i rischi di intercettazione e falsificazione dei dati, e garantisce un'elevata stabilità, grazie alla scarsa alterazione delle caratteristiche di trasmissione. In pratica, i dati acquisiti dallo smart meter vengono ritrasmessi attraverso la rete elettrica al concentratore di dati, e successivamente inviati a Enel tramite comunicazione cellulare. I contatori agiscono come ripetitori attivi del segnale di rete. Tutti i segnali PLC ricevuti da ciascun contatore vengono analizzati, amplificati e ritrasmessi, garantendo che la comunicazione non venga persa durante il tragitto e che non influisca sulla qualità del segnale che viaggia sulla rete.

FASI DEL PROGETTO

Nella prima fase del progetto, Enel ha installato 250.000 contatori intelligenti nei quartieri di Perus, Pirituba e Freguesia do Ó, nella zona occidentale e settentrionale della città di San Paolo. Grazie alle funzionalità rese possibili dal contatore intelligente, il manager ha dichiarato che sono già state effettuate oltre 1,57 milioni di letture, 75 mila disconnessioni e 47 mila riconnessioni, tutte da remoto.

La seconda fase del progetto è iniziata a febbraio di quest'anno, quando la concessionaria si è mossa in altre quattro località che riceveranno i nuovi contatori: Carapicuíba (nella Grande San Paolo) e i quartieri di Guaianases, Rio Bonito e Santana, nel municipio di San Paolo.

I contatori intelligenti utilizzati dalla concessionaria sono prodotti a San Paolo e nel distretto industriale di Manaus. "Le apparecchiature che utilizzeremo in questa seconda fase sono prodotte con plastica riciclabile, un'innovazione senza precedenti nel settore elettrico brasiliano, che contribuisce alla sostenibilità della catena di produzione e dell'azienda", sottolinea il dirigente Enel.

Tra le funzionalità attualmente disponibili, Garrido ha dichiarato che ogni mese vengono già emesse circa 211.000 fatture, basate su una lettura a distanza. I clienti possono controllare la loro energia quotidianamente tramite un’app. Secondo Garrido, l'obiettivo della concessionaria è continuare a espandere l'uso della tecnologia al maggior numero possibile di utenti. Attualmente, i servizi di distribuzione di Enel raggiungono 24 comuni di San Paolo.

ESPERIENZA INTERNAZIONALE

Enel opera nel mercato dei contatori intelligenti da 20 anni e ha esperienza nell'installazione e nel funzionamento di queste apparecchiature. In Italia, ha sostituito il 100% delle vecchie apparecchiature con modelli intelligenti. "L'azienda ha già installato questa soluzione in oltre 45 milioni di unità di consumo a livello globale, con qualità testata e garantita, di cui 31 milioni solo in Italia", spiega Garrido. L'Italia è il paese sede dell'azienda. Tra le altre nazioni che hanno già ricevuto questa tecnologia ci sono Spagna, Romania, Argentina, Cile, Colombia e Perù.

In Brasile, Enel si è unita a Senai per creare un corso gratuito volto a preparare la manodopera al mercato del lavoro. Gli alunni sono residenti dell'area della Grande San Paolo servita dal programma “Enel Compartilha Oportunidade” (Sostenibilità) e dallo stesso Senai. Il primo corso per formare elettricisti specializzati in smart metering è iniziato nell'ottobre 2022 e la consegna del certificato si è tenuta nel febbraio di quest'anno, con 135 studenti. 

Il corso, di 280 ore, fornisce le competenze per la costruzione e manutenzione delle reti convenzionali di elettricità a bassa tensione e per l'installazione di contatori intelligenti, con interpretazione di schemi e identificazioni.

AZIONE COMUNITARIA

Con l'avanzare del progetto, soprattutto nelle aree più disagiate, l'azienda ha riunito i leader di diverse comunità per spiegare quali sono gli obiettivi e chiarire i dubbi in un opuscolo. "Da questo approccio è nata la partnership per indicare diverse persone che già fanno parte del programma di formazione per elettricisti attraverso il Senai e che, attualmente, sono in fase di assunzione per partecipare al progetto", conclude il responsabile di Enel per lo smart metering.

Fonte: Rivista AFFARI numero 176 – Rubrica ‘Tecnologia’ | pagine 22, 23, 24 e 25: https://bit.ly/3A6Scnw

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Il mercato del lavoro danese

I numeri

Parlando di occupazione, in Danimarca, il 74% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito, una percentuale, questa, superiore rispetto al tasso medio di occupazione OCSE, pari al 66%. Il 77% circa degli uomini ha un lavoro retribuito, rispetto al 71% delle donne. Nel Paese, solo l’1% circa dei lavoratori dipendenti ha un orario di lavoro retribuito molto lungo, con rispettivamente il 2% degli uomini e quasi lo 0% delle donne, percentuali nettamente inferiori rispetto alla media OCSE pari al 10%.

 

La Struttura: La Flexicurity

Il sistema occupazionale in Danimarca è costruito attorno ad un modello chiama “Danish Flexicurity”, modello questo, che combina i concetti di flessibilità e di sicurezza per i cittadini. Questo modello è spesso descritto come un “golden triangle” e combina alti livelli di mobilità tra i posti di lavoro con una rete di sicurezza del reddito completa per i disoccupati, unita, poi, ad una politica attiva del mercato del lavoro.

Diversamente dallo stato italiano, il modello del lavoro danese si caratterizza proprio per la “Low Employment Protection”, una vera e propria facilitazione nelle procedure burocratiche in materia di assunzione e di licenziamento che determinano un’elevata mobilità lavorativa ed una rapida ristrutturazione strutturale per l’impresa; il tutto, accompagnato da una “Income Security” che garantisce al lavoratore disoccupato, indennità di disoccupazione e indennità in denaro, nonché dalla “Employment Security”, un connubio, questo, di politiche educazionali e di LMP (Labour Market Policies) attive.

Si pensi che la spesa pubblica danese per le politiche attive del mercato del lavoro nel solo 2019 - suddivisa in attivazione, altri programmi per l'occupazione, spese per i servizi e fondi speciali - ammontava a 12,7 miliardi di euro.

 

La Parità di Genere

Quanto al tema sulla parità di genere all’interno degli ambienti di lavoro, la Danimarca è ancora una volta uno dei Paesi dell'UE con i migliori risultati nell'indice di uguaglianza di genere (2022) pubblicato dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), dietro solo alla Svezia, anche se non ci sono stati miglioramenti evidenti rispetto all'anno precedente. Con un punteggio di 77,8 su 100, si è posizionata ben al di sopra della media UE (68,6), ma a debita distanza dai suoi vicini (83,9).

L'uguaglianza di genere è una pietra miliare dello stato sociale danese. Quando si tratta di parametri di gender equality, la Danimarca è all'avanguardia da più di cento anni. Tuttavia, gli uomini danesi guadagnano ancora il 12,7% in più delle donne, ma questa differenza tra i salari non è ancora stata spiegata.

Storicamente, l'uguaglianza di genere ha svolto un ruolo centrale nella costruzione della società e del benessere danese. Quando, infatti, circa 150 anni fa in Danimarca iniziò l'industrializzazione, le donne entrarono rapidamente a far parte della forza lavoro, guadagnando il proprio denaro, pagando le tasse e contribuendo al finanziamento del sistema di welfare danese. Oggi, la percentuale di donne danesi che lavorano fuori casa è una delle più alte al mondo.

In Danimarca le donne hanno maggiori probabilità di lavorare nel settore pubblico, fornendo assistenza pratica, mentre gli uomini hanno maggiori probabilità di lavorare nel settore privato e nelle professioni STEM.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Il tessuto imprenditoriale danese e il mercato del lavoro

Il Tessuto Imprenditoriale Danese

La Danimarca è uno dei principali hub di start-up in Europa, con un eccezionale cluster industriale e un attivo e fiorente ecosistema imprenditoriale in forte crescita. La cultura imprenditoriale del paese scandinavo è vigorosa, con cluster nei settori delle tecnologie dell'informazione, delle scienze della vita, delle tecnologie pulite, nonché, cluster nei settori alimentare, marittimo e del design.

La leadership danese in materia di imprenditorialità è confermata dal Global Entrepreneurship Index, - indice, questo, che stila una classifica annuale volta a misurare la salute degli ecosistemi imprenditoriali in ciascuno dei 137 Paesi- che colloca nella classifica del 2019 la Danimarca al quarto posto nel mondo e al primo in Europa.

Nello specifico, la Danimarca presenta un’economia mista con un alto livello di servizi e trasferimenti pubblici ed una forte dipendenza dal commercio estero. L'economia è dominata dal settore dei servizi che conta l'80% di tutti i posti di lavoro, mentre circa l'11% della popolazione lavora nel settore manifatturiero e il 2% nell'agricoltura.

Il reddito nazionale lordo nominale pro-capite del paese è il settimo più alto al mondo con 58.439 dollari nel 2020, che tradotto in termini di potere d'acquisto, porta il Paese ad essere il decimo con il più alto reddito pro-capite a livello globale. La stessa distribuzione del reddito è relativamente equa, infatti, la Danimarca si colloca al settimo posto, con il coefficiente Gini (che misura la disuguaglianza economica) più basso tra i 28 Paesi dell'Unione Europea.

Con circa sei milioni di abitanti al 1° gennaio 2023, il paese scandinavo è la trentaseiesima economia nazionale più grande del mondo in base al PIL nominale e, la cinquantunesima più grande del mondo, in base alla parità del potere d'acquisto (PPA).

Il Paese è un chiaro esempio del modello nordico, caratterizzato da un livello di tassazione elevato a livello internazionale e da un corrispondente livello di servizi forniti dal governo (ad esempio, assistenza sanitariaservizi per l'infanzia istruzione). Complessivamente, l'ammontare delle entrate fiscali versate nel solo 2021 è stato pari al 46,9% del PIL. In via generale la politica fiscale danese viene considerata generalmente sana con un debito pubblico netto che è molto vicino allo zero.

Il “Better Life Index” Danese

Sotto numerosi aspetti la Danimarca consegue buoni risultati in termini di “benessere” rispetto alla maggior parte dei paesi esaminati attraverso il “Better Life Index”. Il paese, infatti, si colloca al di sopra della media in termini di occupazioneistruzionesalute, qualità ambientalerelazioni socialiimpegno civile soddisfazione di vita e, se è pur vero che i soldi non facciano la felicità, esso è uno strumento importante per il conseguimento di un tenore di vita più elevato e in Danimarca, il reddito netto medio è pari a $ 33.774 annui pro capite, un reddito superiore rispetto alla media OCSE (pari a $ 30.490 annui).

La Danimarca, con questi numeri, dimostra ancora una volta di essere un paese prospero e all'avanguardia dal punto di vista economico, e conseguentemente, anche da quello sociale. 

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Praga ha il secondo sistema di trasporto pubblico più efficiente al mondo

Praga ha il secondo sistema di trasporto pubblico più efficiente al mondo. Lo scrive il portale turistico TimeOut.

Il portale ha pubblicato una lista di 19 metropoli mondiali il cui sistema di trasporto pubblico suscita la maggiore approvazione tra gli utenti. Nella classifica sono state inserite solo città dove almeno l’80% degli utenti ha dichiarato che è facile spostarsi con i mezzi pubblici. Con il 96% degli intervistati a sostenere questo parere, Praga è arrivata al secondo posto scavalcando Parigi, Londra, Tokyo e New York. In cima alla classifica Berlino.

Il portale ha apprezzato soprattutto la linea tramviaria, che copre bene il centro e raggiunge anche gli angoli più remoti della città, e il sistema delle tre linee metropolitane molto amichevole nei confronti degli utenti.

Fonte: https://bit.ly/3KWyEc0

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Venerdì 12 Maggio 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Regno Unito - Nuovi investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo nel settore delle telecomunicazioni

Il Primo Ministro britannico ha recentemente elencato le priorità del governo: costruire un futuro migliore, più sicuro e più prospero per il paese, favorire la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità meglio retribuite in tutto il Regno Unito. Questi punti saranno raggiunti solamente a seguito di uno sviluppo dell'infrastruttura digitale del paese: per questo motivo il governo ha annunciato un pacchetto di misure per favorire l'implementazione e l'adozione di reti fisse e wireless, investendo nelle nuove tecnologie ed aumentando la connettività.

La strategia per l'infrastruttura wireless definisce un quadro politico volto ad estendere la copertura 4G al 95% della popolazione britannica, fornire il 5G autonomo a tutte le aree popolate del Regno Unito entro il 2030, investendo 40 milioni di sterline per favorire l'adozione della connessione 5G. Il piano vuole sfruttare e sviluppare le nuove tecnologie nel paese, garantendo che il Regno Unito possa trarre benefici dallo sviluppo della rete 6G e soddisfare le future esigenze in termini di connettività. Il paese lavorerà poi per rimanere al passo con la prossima generazione di tecnologia wireless, garantendo che il 6G sia sviluppato per soddisfare le esigenze delle persone e delle imprese e supportando la competitività del paese a livello internazionale.

Un elemento chiave della strategia sarà la creazione di una serie di “Future Telecoms Research Hubs”, coordinati inizialmente dall’UK Research and Innovation (UKRI) e Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) tramite il Technology Missions Fund (TMF). Questi hub contribuiranno a rafforzare la competitività globale delle aziende britanniche, oltre a fornire le basi per attrarre ulteriori investimenti nel paese. Il sostegno alla ricerca in fase iniziale sarà inoltre integrato con finanziamenti forniti da Innovate UK, a sostegno delle aziende e per accelerare lo sviluppo tecnologico.

Le opportunità di finanziamento nel settore sono disponibili per tutto il 2023 e verranno confermate per il prossimo anno - tutti i finanziamenti saranno assegnati e gestiti dall'UKRI per conto del governo. Il governo britannico ha lanciato inoltre un fondo da 8 milioni di sterline per promuovere ulteriormente la connettività satellitare e per contribuire a garantire che nuove aree del paese ottengano accesso ad una nuova banda larga.

Il governo ha ora lanciato 7 siti in tutto il Regno Unito utilizzando una combinazione di apparecchiature OneWeb e Starlink. Questi siti includono alcune delle aree più remote del Regno Unito, tra cui Snowdonia National Park, North York Moors, Papa Stour e Lundy Island.

Fonte: https://bit.ly/403XD1l

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 5 Maggio 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Il costo del lavoro orario è aumentato in Repubblica Ceca del 9%

Il costo del lavoro orario medio è aumentato in Repubblica Ceca nel 2022 di oltre il 9%. Lo indica l’Eurostat.

Il costo medio di un’ora di lavoro dipendente è salito in Repubblica Ceca nel 2022 a 16,4 euro (oppure 402,5 corone ceche). L’aumento è stato praticamente il doppio rispetto alla media UE, che ha registrato una crescita del 5%. Dieci anni fa il costo orario del lavoro era a dieci euro. Circa un quarto del costo è rappresentato da componenti non salariali, ad esempio i contributi.

Il costo del lavoro in Repubblica Ceca è comparabile a quello del Portogallo e dell’Estonia. È invece più alto che in Slovacchia (15,6 euro) e in Polonia (12,5 euro). In Germania e in Austria, con una media di 39 euro, i costi per il lavoro di un dipendente sono invece più del doppio che in Repubblica Ceca.

Fonte: https://bit.ly/3ocDQ28

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 13 Aprile 2023