Giovedì 8 Maggio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Secondo un aggiornamento della Banca Mondiale (BM), l’'economia vietnamita sta ripristinando le proprie attività, con una forte ripresa della produzione industriale e delle vendite al dettaglio, un continuo surplus commerciale e una stabile crescita del credito.
L'aggiornamento rilasciato lo scorso venerdì afferma che il paese ha dovuto affrontare numerose sfide per riattivare l'economia dopo prolungati periodi di distanziamento sociale, ma la contrazione è attualmente a livelli minimi.
In ottobre, A HCMC e in altre province del sud che hanno progressivamente revocato le restrizioni, la mobilità e le attività economiche hanno avuto una forte ripresa.
I miglioramenti sono stati particolarmente evidenti nei settori dei generi alimentari e nelle farmacie, la cui attività è tornata quasi ai livelli pre-pandemia. Al contrario, la mobilità nei luoghi di lavoro è ripartita a un ritmo più lento rispetto a quanto generalmente osservato nelle precedenti ondate.
Le attuali tendenze della mobilità sul posto di lavoro riflettono in gran parte gli sviluppi delle province meridionali, dove la ripresa della piena produzione si è rivelata difficile a causa della carenza di materie prime e di manodopera.
L'indice di produzione industriale è aumentato in ottobre, dovuto in gran parte alla ripresa delle attività produttive a HCMC e nei centri industriali circostanti. I sottosettori più dinamici includono food and beverage, tabacco, abbigliamento e calzature, prodotti in gomma e plastica, metalli e mobili, registrando tassi di crescita su base mensile a doppia cifra.
Il PMI manifatturiero è passato da 40,2 a settembre a 52,1 in ottobre, superando per la prima volta il limite costante di 50,0 registrato nei cinque mesi precedenti, indicando un significativo miglioramento delle condizioni economiche.
La crescita delle vendite al dettaglio è passata dal 4,4% a settembre al 18,1% in ottobre, grazie all'allentamento delle misure di distanziamento sociale. Il mercato dei servizi, che è stato quello colpito più duramente dalla quarta ondata, ha continuato a riprendersi a un ritmo più rapido rispetto al commercio di beni.
Nel decimo mese dell’anno, il surplus commerciale ha raggiunto i 2,85 miliardi di dollari, con un aumento delle esportazioni di merci del 5,7% rispetto allo scorso anno, mentre la crescita delle importazioni è scesa al 6,9% rispetto al 10,2% di settembre.
Gli investimenti diretti esteri nel mese di ottobre sono diminuiti del 47,4% su base mensile, dopo tre mesi di forte ripresa. Questa inversione probabilmente riflette "la stagionalità e la consistenza" degli IDE, ha affermato la Banca Mondiale. Nel frattempo, l'inflazione è rimasta contenuta nonostante gli aumenti dei prezzi del carburante.
Una crescita del credito del 14,2% a ottobre – percentuale molto vicina a quella di settembre - riflette la ripresa in corso delle attività economiche dopo la quarta ondata, in particolare nei settori dei servizi.
Nello specifico, la crescita del credito nel settore terziario, che rappresentava oltre il 60% del credito totale dell'economia, si è attestata al 15,6% lo scorso mese, dopo un costante rallentamento da maggio.
Il bilancio del mese ha registrato un avanzo di 1,2 miliardi di dollari dopo due mesi di deficit, osserva l'aggiornamento della BM.
Secondo la Banca Mondiale, una politica fiscale più proattiva sarebbe maggiormente in grado di sostenere la ripresa economica. Si prevede che la riduzione dell'imposta sul valore aggiunto nei mesi di novembre e dicembre, approvata per i viaggi di lavoro, e per i settori del turismo e dell'intrattenimento, contribuirà a stimolare la domanda interna.
Con la ripresa dell'economia e l'aumento del numero di nuovi casi confermati, è importante proseguire con il ritmo elevato della vaccinazione e aumentare la vigilanza nei test e nella quarantena; questo dovrebbe aiutare a evitare una nuova ondata di infezioni, afferma la Banca Mondiale.
L'inflazione richiede una particolare attenzione, poiché il rafforzamento della domanda interna insieme all'aumento dei prezzi dell'energia in tutto il mondo potrebbe creare una pressione al rialzo sui prezzi, avverte la Banca Mondiale, aggiungendo che la salute del settore finanziario dovrebbe essere attentamente monitorata.
L'economia è cresciuta del 5,64% su base annua nella prima metà dell'anno, ma si è contratta del 6,17% nel terzo trimestre mentre infuriava la quarta ondata di Covid, portando a una crescita dell'1,42% nei primi nove mesi, secondo il Ministero della Pianificazione e degli Investimenti.
Il Governo mira a uno sviluppo economico del 6-6,5% nel 2022 nonostante le difficoltà dovute al Covid-19.
Fonte: https://bit.ly/3yHV3lr
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
È nata la Squadra mista della Polizia di Frontiera italo-francese, concretizzando, così, la convergenza espressa in tal senso dai Ministri dell’Interno italiano e francese.
La sua composizione, a regime, sarà di 12 agenti italiani e di 12 francesi; si definisce, così, un progetto che si fonda sugli Accordi di Schengen, su quelli di Chambéry, nonché sul Regolamento d’Impiego sottoscritto dai Capi delle Polizie delle due nazioni il 19 marzo del 2019, in ossequio al Protocollo Operativo locale siglato, il 19 luglio dello stesso anno, dai Dirigenti della Polizia di Frontiera della provincia di Imperia e del Dipartimento delle Alpi Marittime alla presenza dei Prefetti di Imperia e Nizza.
Segnatamente, il 10 dicembre 2020, in video conferenza, il Direttore del Servizio Polizia delle Frontiere e degli Stranieri – Dr.ssa Irene Tittoni – ed il Vice Direttore Centrale della Police aux Frontières (di seguito PAF) – M. Bernard Frahi – alla presenza dei Direttori Zonali italiano e francese – Dr. Giuseppe Peritoe e Dr.ssa Christine Nercessien – nonché dei Dirigenti del Settore di Ventimiglia (Dr. Martino Santacroce) e del Dipartimento PAF delle Alpi Marittime (Dr.ssa Emmanuelle Joubert) hanno avviato la fase sperimentale della Squadra Mista.
Un apparato operativo permanente per la sorveglianza transfrontaliera sulla frontiera terrestre tra le Alpi Marittime e la Provincia di Imperia, su ambedue le sponde, per supportare i servizi della polizia francese ed italiana che già contrastano l’immigrazione clandestina.
La struttura svolge, altresì, congiuntamente, una pregevole attività formativa del personale, avendo già curato sedute tematiche riguardanti: i vari aspetti del servizio, la normativa italiana e francese sulla legittima difesa e l’uso legittimo delle armi.
Lo svolgimento delle varie attività, per il momento, avviene con l’incontro dei poliziotti italiani con quelli francesi presso un locale della PAF di Ponte San Luigi, sede temporanea della Squadra mista; il primo pattugliamento congiunto si è svolto in ambito autostradale, con itinerario Ventimiglia – La Turbie e controlli alle uscite di Menton e Roquebrune.
Nel primo periodo, il neo-costituito organismo effettuerà pattugliamenti congiunti lungo le due direttrici (dall’Italia verso la Francia e viceversa), con controlli sui luoghi individuati in base all’analisi del rischio contingente, oppure in ragione dei dati oggettivi dei fenomeni migratori e del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina valutati dai Dirigenti del Settore della Polizia di Ventimiglia e della PAF delle Alpi Marittime, cui compete la direzione e la programmazione delle attività della Squadra mista.
Oltre alla dotazione dedicata di dispositivi elettronici, la struttura disporrà pure di un’autovettura con colori d’istituto.
La fase sperimentale durerà 6 mesi, come anticipato, mediante pattugliamenti congiunti posti in essere da sei operatori, tre italiani e tre francesi, i quali espletateranno il servizio in uniforme, a bordo dei veicoli delle rispettive Polizie nazionali, alternativamente,su autostrade e ferrovia:
AUTOSTRADA A/10 e A/8: potrebbero essere svolti controlli sul tratto compreso tra Ventimiglia e la barriera autostradale di La Turbie, anche alle uscite di Menton e Roquebrune, a discrezione dei due coordinatori operativi, italiano e francese, che saranno i referenti del servizio a seconda del territorio dello Stato interessato;
STAZIONE FERROVIARIA di VENTIMIGLIA: inizialmente, si svolgeranno verifiche solo in ambito ferroviario – e non corsa-treno – sui convogli, in arrivo e partenza da e per la Francia, per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e impedire il transito di soggetti privi di documenti.
La Squadra mista, nella sua prima settimana di attività, ha già ottenuto rilevanti successi, quali:
1) l’arresto di un nigeriano proveniente dalla Francia a bordo di un treno; egli era ricercato dalla Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila per associazione a delinquere di tipo mafioso e si era reso irreperibile dal luglio 2020, a seguito dell’emissione di misura cautelare in carcere;
2) l’arresto di uno straniero, già espulso dall’Italia, che cercava di farvi rientro illegalmente;
3) il controllo di 206 persone (150 stranieri), 41 veicoli ed una perquisizione personale.
Fonte: https://bit.ly/3q9PXdT
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Il progetto pilota europeo 5GCroCo (5G Cross-Border Control) è un progetto di sviluppo sperimentale per la mobilità connessa, cooperativa e automatizzata, istituito tra Lussemburgo, Germania e Francia per fornire servizi.
Ha un budget di 17 milioni di euro, di cui 13 milioni sono finanziati direttamente dalla Commissione europea.
5GCroCO fa seguito alla presentazione a Schengen nella primavera 2019 del progetto di sito sperimentale digitale transfrontaliero avviato da Lussemburgo, Germania e Francia. Lo scorso 21 ottobre, nella città di Lussemburgo, si è tenuto un meeting di aggiornamento tra i partner del progetto, la cui conclusione è prevista per giugno 2022.
Due società lussemburghesi si sono unite al consorzio 5GCroCo: POST Luxembourg e SEC Consult (parte del gruppo ATOS dall'inizio di quest'anno).
POST Luxembourg è uno dei tre operatori nazionali coinvolti nel progetto (insieme a Orange, per la Francia, e Deutsche Telekom, per la Germania). SEC Consult è coinvolto in alcune questioni relative alla sicurezza informatica.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
La modifica della legge Covid del marzo 2021, che contempla anche l'estensione degli aiuti finanziari, è infatti stata approvata da oltre il 61% dei votanti.
Con le sole eccezioni di Svitto e Appenzello Interno, dove la modifica della legge Covid-19 è stata bocciata rispettivamente dal 51,4 e dal 55,8% delle persone votanti, è una cartina della Svizzera più o meno uniforme quella che si è disegnata domenica. Se soprattutto nei Cantoni della Svizzera centrale il testo di legge è stato accolto da poco più del 50% delle persone che si sono recate alle urne, nel resto del Paese il sostegno è stato più ampio con una punta di oltre il 70% a Basilea Città.
La proporzione di 'sì', pari al 61% (manca ancora il risultato di Zurigo), è leggermente superiore a quella del 13 giugno scorso (i favorevoli furono il 60,2%), quando si votò sulla prima versione della legge Covid-19. Questa volta, però, i voti favorevoli sono aumentati nella Svizzera tedesca, mentre in quella francese e in quella italiana a crescere sono stati i contrari.
Il referendum riguardava la modifica della legge Covid-19 del 19 marzo 2021. Con questa revisione, il Parlamento ha istituito le basi legali per il certificato Covid, che da settembre permette alle persone vaccinate, guarite o in possesso di un test negativo di accedere a ristoranti, cinema, teatri e alle grandi manifestazioni. Inoltre, la legge ha esteso anche alcuni aiuti finanziari e ha sviluppato il sistema di tracciamento dei contatti.
Accettata anche l'iniziativa denominata "Per cure infermieristiche forti"
L'iniziativa denominata "Per cure infermieristiche forti" è stata accettata da circa il 61% dei votanti e delle votanti.
Quella accolta domenica è solo la 24esima iniziativa popolare (su 223 dal 1891) approvata sia dalla maggioranza del popolo che dei Cantoni. Il risultato non rappresenta però una sorpresa, visto che i sondaggi erano stati chiari.
L'iniziativa è stata lanciata dall'Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri e ha per obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro per rendere la professione più attrattiva. Chiede inoltre alla Confederazione e ai Cantoni di formare personale qualificato sufficiente.
Il Governo e la maggioranza del Parlamento avevano invitato l'elettorato a respingere il progetto di modifica costituzionale, privilegiando un controprogetto accolto nel frattempo dalla maggioranza dei parlamentari. Questo controprogetto, che non si spingeva così in là come l'iniziativa, sarebbe entrato in vigore se quest'ultima fosse stata respinta.
Bocciata quella sulla designazione per sorteggio dei giudici federali
Il Parlamento continuerà come ora a designare i giudici federali. L'iniziativa che chiedeva l'introduzione di un sorteggio è stata bocciata da quasi il 70% di chi si è recato alle urne.
Attualmente i giudici federali sono eletti dal Parlamento, ufficiosamente in base alla rappresentanza proporzionale dei partiti. Questo sistema non cambierà. La cosiddetta Iniziativa sulla giustizia è infatti stata nettamente respinta.
Il progetto, promosso da un comitato di cittadini e cittadini, tra cui l'imprenditore di Zugo Adrian Gasser, proponeva che le cariche di giudice federale fossero assegnate tramite estrazione a sorte, in base a una lista di persone considerate idonee alla professione. La procedura attuale, sosteneva il comitato a favore, viola la separazione dei poteri e pregiudica l'autonomia del sistema giudiziario.
L'iniziativa era però combattuta da tutti i principali partiti, che la consideravano troppo estrema e contraria alla tradizione politica svizzera.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Diversi studi evidenziano l'attrattività del Lussemburgo. La città di Lussemburgo è al terzo posto tra le città più attraenti nel Global 150 Cities Index del 2021, che identifica le città di tutto il mondo che hanno la combinazione ideale di alti salari, basse tasse, costi ragionevoli e buona qualità della vita. Nonostante la reputazione del paese di essere piuttosto costoso, è solo al 63° posto nella classifica Mercer 2021 Cost of Living City Ranking, ben dietro altre città europee come Copenhagen (16°), Londra (18°), Parigi (33°), Amsterdam (44°) e Bruxelles (53°).
Il Quality of Living City Ranking 2019 di Mercer, inoltre, ha nominato la città di Lussemburgo la città più sicura del mondo, e il website Asher & Lyric considera il paese come il 5° migliore al mondo per crescere una famiglia. Sottolinea, in particolare, il suo generoso congedo di paternità e il numero di giorni di ferie pagate, così come l'assistenza all'infanzia, l'assistenza sanitaria e l'istruzione a prezzi accessibili.
Transparency International classifica il Lussemburgo come il 9° paese meno corrotto del mondo, e sottolinea che i paesi con poca corruzione investono di più nell'assistenza sanitaria sono maggiormente in grado di fornire una copertura sanitaria universale e hanno meno probabilità di violare le norme e le istituzioni democratiche o lo stato di diritto. Questi fattori potrebbero avere un'influenza sulla posizione del Lussemburgo nella classifica del World Happiness Report 2020 come 8° paese più felice del mondo.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Ecco alcuni importanti chiarimenti sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, sul loro status e in merito alla cosiddetta ritenuta alla fonte a titolo d’imposta.
L’argomento è di grande interesse per i tanti lavoratori dipendenti che ogni giorno varcano i confini nazionali italiani per svolgere la propria attività lavorativa a Monaco e Costa Azzurra (Menton, Nizza, Cannes ecc)
Il paragrafo 4 dell’articolo 15 della Convenzione Italia-Francia stipula che: ”Nonostante le disposizioni precedenti del presente articolo, i redditi derivanti dal lavoro dipendente di persone abitanti nella zona di frontiera di uno degli Stati, e che lavorano nella zona di frontiera dell’altro Stato, sono imponibili soltanto nello Stato del quale dette persone sono residenti”.
Andiamo quindi a vedere che cosa si intende per zona di frontiera.
Ebbene il Protocollo, al punto 9, stipula che: Per quanto concerne il paragrafo 4 dell’articolo 15,per zone frontiere si intendono, per l’Italia, le Regioni, e per la Francia, i Dipartimenti, confinanti con la frontiera”. Quindi per l’Italia le Regioni interessate sono la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria, mentre per la Francia i Dipartimenti interessati sono lo 04, lo 05 e lo 06.
Come si può vedere dalla lettura del paragrafo 4 dell’articolo 15, la Convenzione prevede che i redditi derivanti dal lavoro dipendente siano imponibili soltanto nello Stato nel quale dette persone sono residenti. In termini convenzionali, quel soltanto non ammette alcuna eccezione. Quando gli Stati lo prevedono, significa che il diritto interno non vi può derogare e non può mai essere applicato.
Questo significa concretamente che dal lato francese nessuna RAS e nessuna PAS deve essere applicata (stessa cosa dal lato italiano, nessuna ritenuta alla fonte deve essere applicata). Essere frontalieri significa passare quotidianamente la frontiera e ritornare quotidianamente alla propria abitazione. Dove possibile si può dimostrare attraverso l’esibizione degli scontrini o degli abbonamenti Telepass o Escota e laddove non sia possibile la dimostrazione deve avvenire con qualunque altro mezzo (acquisto della benzina, parcheggi, scontrini del bar o di altri commerci.
Fonte: https://bit.ly/3EeQD6P
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Il Vietnam potrebbe guadagnare 6 miliardi di dollari dalle esportazioni di abbigliamento e tessili a novembre e dicembre, per un totale di 38 miliardi di dollari in riferimento al fatturato di quest'anno, ha dichiarato la Vietnam Textile and Apparel Association (VITAS).
Grazie all'allentamento delle misure volte al distanziamento sociale a ottobre, la produzione tessile e di abbigliamento del paese, in particolare a Ho Chi Minh City e in altre località meridionali, si è rapidamente ripresa, con oltre il 90% dei lavoratori che sono tornati nelle fabbriche, ha affermato VITAS.
Il fatturato delle esportazioni nel settore dell’abbigliamento e del tessile è aumentato di quasi l'11% su base annua a 32 miliardi di dollari nei primi 10 mesi. In particolare, l'esportazione di filati si è attestata a $ 4,5 miliardi.
Si stima che quest'anno il Vietnam realizzerà un fatturato di esportazione del filato di circa $ 5,3 miliardi e $ 2,4 miliardi per la stoffa.
Il fatturato delle esportazioni nel settore dell’abbigliamento e dei tessuti del paese salirà a 43-43,5 miliardi di dollari l'anno prossimo a fronte di una domanda globale sempre più grande - ha previsto VITAS - esortando i suoi membri a sfruttare ulteriormente mercati come gli Stati Uniti e l'Unione europea.
L'anno scorso, le esportazioni di abbigliamento e tessuti sono diminuite del 9%, per un ammontare di 35 miliardi di dollari.
Fonte: https://bit.ly/3sm9Hhg
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
Nonostante la crisi, il numero di imprese artigiane che esportano all'estero continua a crescere. Questo dato riguarda la metà degli intervistati nell'ultimo sondaggio della Camera dell’Artigianato. Si tratta soprattutto di aziende con più di 50 dipendenti che operano principalmente nella Grande Regione.
40% nel 2014, 41% nel 2016, 38% nel 2018, 50% nel 2020: le imprese artigiane del Lussemburgo esportano ogni anno di più. Uno slancio che il Covid non ha fermato, secondo l'ultimo studio della Camera dell'Artigianato. Secondo Elke Hartmann, responsabile del dipartimento consulenza e servizi, le più attive all’estero sono state le piccole e medie imprese, specialmente nel settore della ristrutturazione edilizia. La crisi avrebbe spinto i clienti a usare fornitori, prestatori di servizi e produttori regionali, segnalando una tendenza verso i prodotti locali che potrebbe continuare in futuro.
Il settore della comunicazione è quello che lavora di più all'estero, al 71%. Questo è seguito da ingegneria meccanica (57%), costruzione (52%), cibo (35%) e moda e bellezza (27%). Sono le aziende più grandi che esportano di più, anche se la differenza è leggera: 56% per quelle con 50-249 dipendenti, rispetto al 44% per quelle con 0 dipendenti.
La Grande Regione rimane anche il territorio preferito: il 37% dell'attività estera è in Belgio, il 30% in Francia, il 25% in Germania e l'8% in altre aree. In particolare, i Paesi Bassi (2%), il Portogallo (1%), la Svizzera (1%), gli Stati Uniti (1%) e l'Asia (1%).
Il 40% delle aziende lussemburghesi spiega il proprio successo all'estero con le relazioni commerciali esistenti e il 29% con la qualità.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Nel 2019 in quasi tutti i Cantoni svizzeri è stata osservata una progressione del prodotto interno lordo (PIL) ai prezzi dell’anno precedente. I Cantoni che spiccano maggiormente sono Obvaldo (+3,5%), Glarona (+3,2%), Zugo (+2,7%), Basilea Città (+2,6%), Lucerna (+2,6%) e Vallese (+2,5%). Sono queste le cifre che emergono dalle ultime stime dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Nel 2019 il PIL nazionale è cresciuto dell’1,2% ai prezzi dell’anno precedente, segnando un rallentamento rispetto al 2018 (+2,9%). I settori di attività che nel 2019 hanno dimostrato maggiore dinamicità sono stati ad esempio l’industria farmaceutica (+10,4%), i servizi bancari (+3,1%) e le attività del settore sanitario (+3,0%). Hanno invece subito un rallentamento la fabbricazione di macchinari e apparecchi (–6,2%), il commercio all’ingrosso (–2,4%) e le attività delle sedi sociali (–4,5%). Questi andamenti a livello nazionale si ripercuotono a livello regionale in modo eterogeneo, a seconda della struttura delle economie cantonali.
Risultati complessivamente in crescita per le economie cantonali
La crescita economica su scala cantonale era ripartita in modo relativamente equilibrato rispetto ai risultati nazionali. È comunque stata particolarmente marcata nei Cantoni di Obvaldo (+3,5%), Glarona (+3,2%), Zugo (+2,7%), Basilea Città (+2,6%), Lucerna (+2,6%) e Vallese (+2,5%).
Nei Cantoni di Obvaldo e Lucerna i settori dell’industria manifatturiera e le attività del settore terziario (commercio, attività immobiliari, servizi d’informazione, attività specialistiche) hanno consentito di creare un contesto globalmente performante. Nel Cantone di Glarona, l’economia ha registrato una progressione generalmente sostenuta e focalizzata sui settori dell’energia e dei servizi finanziari. La crescita del Cantone di Zugo è da ascrivere all’industria manifatturiera e alle attività del settore terziario (servizi finanziari, servizi alle imprese).
Basilea Città ha tratto benefici dai buoni risultati del settore dei servizi (commercio, servizi d’informazione, attività professionali, scientifiche e tecniche) e dalla congiuntura favorevole per quanto concerne l’industria farmaceutica. Infine, nel 2019 anche il Vallese ha presentato un quadro economico di tutto rispetto, grazie al netto incremento registrato dalle industrie manifatturiere, dal settore dell’energia, dai servizi alle imprese ma anche dalle attività del settore sanitario.
I Cantoni in cui si osserva un calo del PIL ai prezzi dell’anno precedente sono tre: Basilea Campagna (–0,1%), Nidvaldo (–0,3%) e Zurigo (–0,5%). I primi due hanno entrambi subito le conseguenze del calo registrato da determinati rami dell’industria manifatturiera, settore particolarmente importante per il Cantone di Nidvaldo. Dal canto suo, Basilea Campagna ha sofferto del rallentamento nelle attività di commercio e trasporto. Il caso di Zurigo è particolare: il Cantone è stato interessato da una contrazione dell’attività nel settore dei servizi (in particolare il commercio all’ingrosso), e ancor più dal contraccolpo dovuto agli eventi sportivi internazionali che si erano svolti nel 2018. Questo effetto congiunturale ha avuto un forte impatto sul PIL di Zurigo nel 2019.
Le diminuzioni contenute del PIL di Basilea Campagna e Nidvaldo nonché la natura ben specifica del calo della crescita economica zurighese consentono comunque di relativizzare la portata di queste evoluzioni negative.
Crescente dinamicità dei contributi alla crescita
Per quanto concerne i singoli contributi alla crescita nazionale, nel 2019 il Cantone di Zurigo (–0,1%) ha perso il suo ruolo tradizionale di motore economico nazionale passando il testimone in particolare a Berna (+0,19%), Basilea Città (+0,14%) e Ginevra (+0,14%). Di conseguenza, i contributi alla crescita sono risultati meglio ripartiti tra i Cantoni svizzeri.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1458
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Nasce in Lussemburgo la procura sovranazionale dell’Unione Europea. D’ora in poi, saranno condotte nel granducato le indagini penali relative a frodi i.v.a. transfrontaliere per importi superiori a dieci milioni di euro, corruzioni, riciclaggi, truffe con danno finanziario europeo al di sopra di centomila euro.
Per l’Unione Europea è fondamentale tutelare i propri interessi finanziari garantendo ai cittadini la certezza di un corretto utilizzo del loro denaro.
Segnatamente è nevralgica l’azione dell’Ufficio Europeo per la Lotta alle Frodi (Olaf) nel contrasto alle irregolarità in sede di esecuzione del bilancio dell’Unione.
In questo contesto è sorta la PROCURA EUROPEA (EPPO – European Public Prosecutor’s Office), nell’ottica di realizzare la compiuta riforma di Eurojust attraverso una più efficace difesa degli interessi finanziari dell’Unione mediante l’applicazione di un diritto penale più integrato con la strategia della Commissione.
Gli Stati membri, dal 2019, hanno recepito nei rispettivi ordinamenti nazionali la direttiva 2017/1371 (Pif) circa la lotta alle frodi in danno degli interessi finanziari dell’Unione.
Le nuove disposizioni hanno accresciuto la protezione del bilancio dell’UE armonizzando definizioni, sanzioni e termini di prescrizione circa i reati che ledano i suoi interessi finanziari.
Tale direttiva peraltro ha posto le basi per la PROCURA EUROPEA, che indaga sulle maxi frodi dell’I.V.A., in attuazione dell’art. 86 TFUE e del regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio sulla cooperazione rafforzata e sull’istituzione, per l’appunto, della PROCURA EUROPEA (EPPO).
Il 28 settembre 2020, in Lussemburgo, la Procuratrice capo Laura Codrua Kövesi ed i sostituti procuratori europei (quello italiano è il Dott. Danilo Ceccarelli, per tanti anni alla Procura di Imperia) si sono insediati nella prima Procura sovranazionale dell’UE competente per indagini e procedimenti penali (europei).
Questo Ufficio Giudiziario diverrà operativo alla fine di quest’anno e vi parteciperanno ventidue Paesi, Italia e Francia incluse (non hanno ancora aderito:Ungheria, Irlanda, Polonia, Svezia,Danimarca).
L’azione dell’EPPO si concentrerà sulle frodi e su tutti i reati che ledano gli interessi finanziari dell’UE.
Dunque, un corposo elenco che va dalle condotte contro il bilancio comunitario e gli interessi finanziari dell’UE: frodi I.V.A. transfrontaliera oltre i dieci milioni di euro, corruzione, al riciclaggio ed alle truffe oltre i centomila euro.
E’ stimato che le frodi transfrontaliere causino, annualmente, un danno per almeno cinquanta miliardi di euro ai bilanci degli Stati UE; si consideri che, nel 2017, gli Stati membri hanno segnalato irregolarità fraudolente su fondi UE per circa cinquecento milioni.
L’EPPO, ossia la PROCURA EUROPEA, condurrà, dal Lussemburgo, le indagini penali sul territorio dei singoli Stati membri ed i casi saranno poi trattati dai Tribunali nazionali.
Attualmente, solo le Magistrature delle varie nazioni possono indagare e perseguire le frodi a danno del bilancio dell’UE; tuttavia, i loro poteri si arrestano ai confini nazionali, rivelandosi poco efficaci contro molti reati costruiti su schemi transfrontalieri.
Il nuovo Ufficio Giudiziario di Città del Lussemburgo colmerà, insomma, le attuali lacune della cooperazione giudiziaria (nonostante l’esistenza di organi quali Olaf od Eurojust) o delle indagini amministrative sulle irregolarità e sulle attività fraudolente nello spazio europeo.
La PROCURA EUROPEA lavorerà come un Ufficio Giudiziario unico in tutti i Paesi dell’UE partecipanti organizzando la collaborazione fra le forze dell’ordine europee e nazionali, oggi caratterizzata da iniziative investigative di natura quasi esclusivamente individuale.
L’EPPO è costruita su due livelli: uno centrale ed uno nazionale.
Quello centrale, in Lussemburgo, formato dal Procuratore capo europeo, da due vice e da ventidue procuratori europei (uno per ogni Paese partecipante).
Mentre il livello decentrato sarà rappresentato da Procuratori delegati europei che si troveranno nei Paesi dell’UE partecipanti.
Il livello centrale supervisionerà le indagini e i procedimenti giudiziari nazionali.
Di norma, saranno i Procuratori delegati europei a svolgere le indagini e l’azione penale nel loro paese.
La Procura Europea sovranazionale sostanzia quella cooperazione rafforzata introdotta col trattato di Amsterdam e legittima i gruppi di Stati ad organizzarsi su temi ad hoc che non rientrino già tra le competenze esclusive dell’UE.
Fonte: https://bit.ly/3FfcegG
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)