Giovedì 8 Maggio 2025
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Con 458 domande di brevetti depositate presso l’OEB nel 2020, la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra sale sul podio francese.
Le regioni Ile de France e Alvernia-Rodano-Alpi raggiungono il primo e secondo posto, rispettivamente con 6.507 e 1.463 domande di brevetti depositate nel 2020 presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti (OEB). La Région Sud (PACA) supera l’Occitania, che fino a quel momento occupava la terza posizione, con 458 domande, grazie ad un aumento del 40,9% di depositi, record francese in materia.
Con un totale di 180.250 domande in Europa (-0,7%), l’OEB sostiene che il ricorso ai brevetti non abbia sofferto più di tanto la pandemia del Covid-19. Nella top 5 dei Paesi con il maggior numero di domande troviamo gli Stati Uniti (44.293), la Germania (25.954), il Giappone (21.841), la Cina (13.432) e la Francia (10.554).
I trasporti in pole position
L’ecosistema francese dell’innovazione è uno dei pochi in Europa, che non ha subito un rallentamento (+3,1%), affiancato inoltre da una forte crescita nell’ambito delle tecnologie mediche (+17,5%, 576 domande) e dei prodotti farmaceutici (+21,8%, 472 domande). Con 1.016 domande di brevetto (+4,6%), è quello dei trasporti il settore che resta più innovante all’interno dell’esagono, grazie ai suoi fiori all’occhiello come il gruppo PSA, Michelin, Renault, Valeo, Alstom o Safran.
UNA REGIONE MOLTO INTRAPRENDENTE
La regione Sud-PACA si appresta a ricevere il premio REE, attribuito dal Comitato Europeo delle Regioni.
Distinguere e ricompensare le regioni dell’Unione Europea che “dimostrano una strategia d’eccellenza e d’innovazione in materia di politica nei confronti delle imprese, qualsiasi sia la loro dimensione, livello di ricchezza o competenze”, è l’obiettivo del premio Regione Europea Intraprendente REE assegnato ogni anno dal Comitato Europeo delle Regioni. Nel 2020, il premio REE è stato attribuito alla città di Gdansk partner del voivodato di Pomerania (Polonia), alla regione economica di Göteborg (Svezia) e alla regione Navarra (Spagna). Vista la situazione, l’anno scorso la giuria ha deciso di fondere il processo di candidatura allora in corso con la competizione per l’eru 2022, creando così un premio speciale 2021-2022 che assegnerebbe questo marchio d’eccellenza a non solo tre, bensì a sei regioni. Tra le vincitrici di questa edizione speciale Covid vediamo il comune di Gabrovo (Bulgaria), quello di Castelo Branco (Portogallo), la regione Helsinki-Uusimas (Finlandia), quella di Madrid (Spagna), il voivodato della Slesia (Polonia) e la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, territori “che hanno dimostrato una notevole capacità nel riorientare il loro sviluppo economico dopo un anno”, spiega la regione Sud nel suo comunicato di auto congratulazioni, “le fasi di una ripresa europea sostenibile.”
Fonte: https://bit.ly/3J934ou
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Nel mese di ottobre, il Ministro delle Finanze lussemburghese, Pierre Gramegna, ha presentato ufficialmente la legge di bilancio per l’anno 2022, delineando la politica economica che il Governo del Lussemburgo intende portare avanti nei prossimi anni. In particolare, emergono come temi centrali la lotta contro il cambiamento climatico, la crisi degli alloggi, ma anche l’educazione e la digitalizzazione.
Sul piano dei fondamentali macroeconomici, il 2021 dovrebbe chiudersi con un deficit stimato a 416 milioni di euro (0,6% del PIL). Nel 2022, invece, si stima un quasi ritorno al pareggio di bilancio, con un deficit più ridotto, stimato a 143 milioni.
Nonostante ciò, Pierre Gramegna ha spiegato di non voler abbandonare una politica di alti investimenti. Così, l'anno fiscale 2022 prevede investimenti pubblici record che dovrebbero ammontare a 3,2 miliardi di euro, pari al 4,4% del PIL. Per il periodo dal 2022 al 2025, Pierre Gramegna prevede investimenti finanziati dallo Stato per quasi 14 miliardi di euro, e da prestiti fino a 4 miliardi.
In particolare, il budget del 2022 per gli investimenti sul clima e sull’ambiente è stimato a 765 milioni e, secondo le previsioni, è destinato ad aumentare nel tempo, fino a raggiungere i 975 milioni entro il 2024.
Parallelamente, per combattere il riscaldamento globale, il governo continua a investire nello sviluppo continuo della rete ferroviaria e tranviaria. Nel periodo 2020-2025, sarà investito un totale di 2,5 miliardi di euro. La spesa di investimento del solo fondo ferroviario raggiungerà i 300 milioni di euro nel 2022. Uno stanziamento di 262 milioni verrà stanziato per il potenziamento del tram della capitale nel periodo 2021-2025.
Lo Stato, inoltre, investirà 228 milioni di euro nel 2022 nella costruzione di alloggi a prezzi accessibili, con un incremento del 77% rispetto al 2021.
Tra il 2021 e il 2025, il governo prevede di investire 1,1 miliardi di euro in termini di digitalizzazione, in particolare per alcuni progetti faro nel campo della cybersecurity, delle infrastrutture 5G e delle comunicazioni ultraveloci e sicure, di cui 235 milioni nel 2022.
Il bilancio 2022 prevede anche l'assunzione di 2.300 persone nel servizio pubblico, di cui 1.000 nel settore dell'istruzione. Anche il bilancio di quest'ultimo aumenterà del 10% a 3,1 miliardi di euro.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Buone notizie arrivano dall’orizzonte della auspicata fine della pandemia da Covid-19 per Italia e Germania. In Italia il 3° trimestre si sta sviluppando bene a livello economico. Il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che l'economia italiana cresca del 5,8% nel 2021. Tra i consumatori, la fiducia, già in aumento, è balzata verso l'alto nel settembre 2021.
In Germania, il valore delle esportazioni di beni e servizi è sceso del 2,5% in agosto rispetto al mese precedente (luglio: +2,1%). Tuttavia, a causa del forte aumento dei prezzi all'esportazione, è probabile che le esportazioni siano diminuite in termini reali. Il volume delle esportazioni di beni a ottobre è stato in totale di 121,3 Miliardi di Euro. Le importazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,5% in termini nominali in agosto rispetto al mese precedente. In luglio, c'era stato ancora un leggero calo (-0,1%). In un confronto a due mesi, a ottobre le importazioni sono aumentate dell'1,9%, per un totale di 108,5 Miliardi di Euro. Tuttavia, a causa del forte aumento dei prezzi delle importazioni, è probabile che esse siano diminuite in termini reali.
A livello nazionale, i principali indicatori sul commercio estero dipingono un quadro misto. I nuovi ordini dall'estero sono crollati del 9,5% in agosto rispetto al mese precedente. Tuttavia, questo calo è stato preceduto da un plus segnato da grandi ordini (+10,4%). In generale, gli ordini esteri sono aumentati complessivamente del 5,7%. Le aspettative di esportazione per il settore manifatturiero hanno parzialmente recuperato a settembre dal significativo smorzamento del mese precedente e continuano quindi ad essere superiori alla media. Circa un quarto delle aziende si aspetta un miglioramento nei livelli di produzione ed esportazione nei prossimi tre mesi.
Nonostante i livelli di produzione e import/export negativamente influenzati dalle circostanze mondiali, la Germania non perde il suo ruolo di locomotrice dell’Europa. Soprattutto, lo stato e le aziende tedesche hanno investito ingenti risorse nella digitalizzazione delle loro attività. Secondo Bitkom, un’azienda che mette insieme più di 2000 altre aziende partner operanti in diversi settori, l’85 delle aziende possiede un marketplace online o si affida a grandi piattaforme quali Amazon, Ebay e Zalando per raggiungere i clienti finali tramite l’Internet. Infatti, il 75% dei venditori tedeschi vede la digitalizzazione come una change per la crescita delle loro aziende, solo il 22% come un possibile rischio. Fino a ottobre 2021, il 35% delle aziende ha investito in soluzioni digitali per aumentare le loro vendite.
Fonti: https://bit.ly/3H5SD36; https://bit.ly/30QRsFh; https://bit.ly/3GZ3zzk; https://bit.ly/3eij9Ki
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Danimarca, un punto strategico per accesso alla Sandinavia. L’organizzazione infrastrutturale danese permette il facile accesso al mercato scandinavo da parte degli altri Paesi UE, nonché un immediato interscambio tra gli stessi Paesi scandinavi. La qualità delle infrastrutture, che si concretizza ad esempio in una percentuale pari al 65% di next-day deliveries, consegne effettuate nel corso di una sola giornata, rende la Danimarca un punto di partenza ottimale per l’espansione della propria attività commerciale sui mercati dei Nordics (MFA of Denmark, 2021).
Logistica, supply chain e infrastrutture, giocano un ruolo fondamentale nel rendere la Danimarca la terza economia più competitiva al mondo e seconda economia più competitiva dell’UE (World Competitiveness Ranking, 2021). La rete elettrica danese è una delle più affidabili d’Europa e garantisce l’ottimo funzionamento dei sistemi stradali e ferroviari. In aggiunta, il settore delle telecomunicazioni in Danimarca si contraddistingue per affidabilità e l’accesso a internet a banda larga è disponibile quasi ovunque. Le infrastrutture IT che accompagnano tutte le operazioni, oltre ad essere funzionanti, permettono di offrire servizi di distribuzione e di logistica tecnologicamente avanzati. Oltre a ciò, la posizione geografica della Danimarca la rende un eccellente hub di trasporto per il Nord Europa, la Scandinavia e la regione del Mar Baltico.
Il trasporto via terra. Quando si considera nello specifico la distribuzione via terra, vengono in mente due punti di collegamento fondamentali: Great Belt Bridge, inaugurato nel 1998, e Øresund Bridge, tra Svezia e Danimarca. Ad incrementare la velocità del trasporto via terra, si aggiunge anche la costruzione del Fehmarn Belt Bridge. Il Fehmarn Belt Bridge sarà lungo 18 km e includerà quattro corsie per gli autoveicoli e due linee ferroviarie tra l’isola danese di Lolland e quella tedesca di Fermar. I lavori per la realizzazione di quello che sarà il più grande progetto infrastrutturale del Nord Europa sono già iniziati all’estremità meridionale (Germania) e la data di consegna è prevista per il 2029 (GCR, 2021).
Il trasporto via aria. Gli aeroporti, quattro, sono un particolare punto di forza del sistema di distribuzione danese. Oltre ad essere operativi per quanto concerne il trasporto passeggeri, eccellono anche per i cargo. In particolare, l’aeroporto di Copenaghen (CPH) nel 2020 è stato eletto dalla Air Transport Research Society (ATRS) aeroporto più efficiente d’Europa che opera con più di 25-40 milioni di passeggeri. Anche nel periodo di crisi pandemica, il CPH ha registrato un aumento considerevole del numero delle merci, in transito da e per la Scandinavia, con significativi aumenti di volume di DPI, prodotti farmaceutici, alimenti e parti di macchinari. Non solo, dall’inizio del Covid-19, diverse compagnie aeree asiatiche, mediorientali e nordamericane hanno mostrato un forte interesse verso CPH offrendo diverse tratte, con frequenza settimanale, che trasportano solo merci.
Il trasporto via mare. Il 75% delle spedizioni danesi avvengono via mare e partono da 25 porti diversi, in grado di offrire connessioni giornaliere con i principali porti europei ed extra UE, per un volume annuale complessivo di circa 64 milioni di tonnellate di merci (MFA of Denmark, 2021).
Inoltre, con la Blue Growth Strategy 2018-2025, la Danimarca si propone di diventare il punto di riferimento per la digitalizzazione nel settore marittimo. Le aziende straniere hanno infatti l’opportunità di richiedere fondi dall’ Innovationsfonde (Fondo per l’Innovazione in Danimarca), in particolare per le tecnologie green nel settore marittimo, se si stabiliscono in Danimarca o costituiscono partnership con aziende e/o ricercatori danesi.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Più del 60% dei farmaci consumati nel paese sono fabbricati per aziende nazionali, che operano nel settore farmaceutico da oltre 50 e 70 anni, ha affermato Tito López, presidente della Camera dell'industria farmaceutica (Cifar) e vicepresidente della Confederazione Venezuelana degli Industriali, Conindustria.
Ammette l'esistenza e la partecipazione di nuovi attori, alcuni dei quali si sono dedicati all'importazione di prodotti non fabbricati nel paese, che è in fase di revisione, e inoltre c'è stata una riattivazione nella parte farmaceutica, perché la maggior parte degli imprenditori che fare la vita nel settore, hanno dovuto mettere le mani in tasca, perché la politica della riserva legale ha impedito la leva finanziaria nei confronti del settore, costringendoli a scegliere altre opzioni.
Fonte: https://bit.ly/32ljysx
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Al COP26, la Borsa del Lussemburgo ha aderito alla Net Zero Financial Service Providers Alliance (NZFSPA). LuxSE si impegna a sostenere la transizione verso un futuro sostenibile, non solo verificando il proprio impatto ambientale, ma anche responsabilizzando gli stakeholder e i prodotti con i quali lavora.
In una dichiarazione ufficiale, Julie Becker, CEO, spiega: "Stiamo lavorando verso l'obiettivo delle emissioni nette zero all'interno delle nostre stesse operazioni e, altrettanto importante, siamo impegnati a garantire che i nostri prodotti e servizi supportino un'ambizione elevata, impegnandoci con tutti i nostri clienti e stakeholder sulle questioni di sostenibilità e aiutandoli a definire percorsi credibili per raggiungere le emissioni nette zero di gas serra."
LuxSE è uno dei sei nuovi firmatari dell'alleanza insieme al London Stock Exchange, Singapore Exchange, Hong Kong Stock Exchange, Mexican Stock Exchange e Johannesburg Stock Exchange. Altri membri come Bloomberg, Deloitte, KPMG e PwC erano già membri.
Tutti i membri della NZFSPA - che è sostenuta dalle borse valori sostenibili delle Nazioni Unite - sono impegnati a riferire sui loro progressi verso il raggiungimento di obiettivi di emissioni di gas serra basati sulla scienza. Inoltre, sono impegnati a garantire che i loro servizi e prodotti si allineino con l'obiettivo di raggiungere un'economia netta zero entro il 2050.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
A partire sabato 11 dicembre 2021, chi giungerà in Brasile per via aerea dovrà esibire il “passaporto sanitario” del vaccino contro il covid-19 come requisito per l’accesso al Paese. Il provvedimento, pubblicato nella gazzetta ufficiale nazionale, il Giornale Ufficiale dell’Unione (Diário Oficial da União – DOU), e firmato il 9 dicembre dal ministro della Salute, dal ministro della Casa Civile, dal ministro della Giustizia e da quello delle Infrastrutture, è valido sia per l’ingresso di stranieri che per il rientro di brasiliani.
Le misure eccezionali e temporanee per contenere la diffusione del nuovo coronavirus prevedono che i viaggiatori esibiscano alle compagnie aeree un certificato di vaccinazione, accettando solo le persone vaccinate con CoronaVac, Oxford/AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Janssen e la cui ultima dose sia stata somministrata almeno 14 giorni prima dell’ingresso in Brasile.
Chi viaggia dovrà presentare anche la Dichiarazione Sanitaria del Viaggiatore (DSV), il documento che certifica l’accettazione delle misure sanitarie da rispettare durante la permanenza nel Paese. Inoltre, sarà necessario esibire un test clinico (RT-PCR) negativo eseguito 72 ore prima dell’imbarco, oppure un test antigenico negativo svolto nelle 24 ore precedenti alla partenza.
Le procedure di contenimento prevedono che i non vaccinati, all’arrivo in Brasile, si sottopongano ad una quarantena di 5 giorni, trascorsi i quali eseguiranno un test per verificare l’assenza di una possibile infezione da covid-19; nel caso di positività del viaggiatore, l’isolamento continuerà.
L’ingresso per via terrestre è sempre ammesso previo possedimento di certificato vaccinale o di test negativo. Tuttavia, sono previste alcune eccezioni concesse dal Governo per questioni umanitarie.
Per quanto riguarda la variante Omicron, è stato introdotto il divieto temporaneo di imbarco per il Brasile per i cittadini stranieri che abbiano soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti in Sudafrica, Botswana, Eswatini, Lesotho, Namibia e Zimbabwe. Queste restrizioni non si applicano ai brasiliani che rientrano nel Paese, ai cittadini stranieri residenti in Brasile e ai loro familiari e ai professionisti in missione ufficiale.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)
I prodotti alimentari messi in vendita devono offrire un’etichettatura chiara e precisa per informare al meglio il consumatore. Quali sono gli obblighi del professionista in materia di etichettatura dei prodotti alimentari (preconfezionati e non)?
Le norme per l’informazione dei consumatori sui prodotti alimentari sono disciplinate dal regolamento UE n. 1169/2011. Queste regole sono diverse a seconda del metodo di confezionamento o di presentazione dei prodotti alimentari.
L’etichettatura dei prodotti alimentari preconfezionati.
Si tratta di un prodotto costituito da un prodotto alimentare, e l’imballaggio in cui è stato confezionato prima di essere presentato per la vendita.
I prodotti preconfezionati sono i prodotti più venduti negli scaffali self-service e quindi soggetti a regole severe. Due grandi regole devono essere rispettate: l’etichettatura deve contenere diverse indicazioni che informano obiettivamente il consumatore. Esse devono essere redatte almeno in francese, ma possono riportare la descrizione anche in più di una lingua; l’etichettatura deve essere leale e precisa; non deve indurre in errore il consumatore (composizione del prodotto, origine, ecc.).
Le indicazioni obbligatorie che devono figurare sui prodotti preconfezionati sono:
L’operatore può, a titolo volontario, indicare il luogo di nascita dell’animale. Per le carni bovine, preconfezionate o meno, devono essere indicati i luoghi di nascita, di allevamento e di macellazione. L’indicazione di origine significa che i luoghi di nascita, di allevamento e di macellazione sono situati nello stesso paese. La Francia conduce inoltre a titolo sperimentale l’obbligo di indicare l’origine del latte e delle carni nei prodotti trasformati. L’indicazione dell’origine della carne è obbligatoria quando la quota di carne è pari o superiore all’8% del peso del prodotto. L’indicazione dell’origine del latte è obbligatoria quando la quota di latte è pari o superiore al 50% del prodotto. Infine, l’indicazione dell’origine è obbligatoria quando l’omissione potrebbe indurre in errore il consumatore.
L’origine dell’ingrediente primario. Dal 1 aprile 2020, quando l’etichettatura indica l’origine di un prodotto alimentare e quest’ultimo è diverso da quello del suo ingrediente primario, l’indicazione dell’origine dell’ingrediente in questione diventa obbligatoria. L’ingrediente primario è definito come l’ingrediente che entra per il 50 % o più nella composizione di un prodotto o il/gli ingredienti che sono abitualmente associati alla denominazione di tale prodotto da parte del consumatore. Ad esempio: l’etichettatura di una torta che rivendica un’origine francese mentre la farina utilizzata nella sua fabbricazione non sarebbe prodotta in Francia dovrebbe informare il consumatore sull’origine della farina.
Altre indicazioni possono figurare sull’etichetta dei prodotti alimentari preconfezionati, tra cui occorre distinguere le diciture o espressioni regolamentate (ad esempio «affittuario» o «biologico») e le diciture o espressioni apposte a fini di marketing, sotto la responsabilità del fabbricante.
Queste ultime indicazioni, tra cui ad esempio la dicitura «naturale» o «senza conservanti», non devono essere fuorvianti per il consumatore. In particolare, esse non devono suggerire che un prodotto possieda caratteristiche particolari, mentre tutti gli alimenti simili presenterebbero le stesse caratteristiche, in particolare sottolineando la presenza o l’assenza di taluni ingredienti e/o sostanze nutritive.
La vendita a distanza di prodotti alimentari preconfezionati:
Gli operatori del settore alimentare devono fornire al consumatore le informazioni obbligatorie sopra citate, ad esclusione della DDM/DLC che può essere fornita solo al momento della consegna, prima della conclusione della vendita a distanza e quindi alla consegna.
L’etichettatura dei prodotti alimentari non pre-imballati
La nozione di prodotto alimentare non pre-imballato comprende i prodotti alimentari presentati senza imballaggio per la vendita e imballati dal cliente o su sua richiesta al momento dell’acquisto (es. frutta o ortaggi sfusi, baguette di pane, pasticceria non imballata, ecc.) o pre-imballate per la vendita immediata. Un manifesto (o un cartello) deve essere collocato in prossimità del prodotto messo in vendita indicando:
Fonte: https://bit.ly/3FqB0u8
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Nella prima settimana di dicembre, In una seduta straordinaria, il Consiglio federale ha rianalizzato la situazione pandemica alla luce della scoperta della variante Omicron del virus. Le conoscenze sulla nuova variante sono ancora scarse. Si deve tuttavia ritenere che sia molto contagiosa ed è possibile che anche persone immunizzate contro la variante Delta possano esserne infettate. Combinata alla circolazione del virus, al momento forte, la nuova variante potrebbe essere problematica per il nostro Paese. Il Consiglio federale ha pertanto deciso di avviare preventivamente una consultazione sulla reintroduzione di provvedimenti più restrittivi, la cui durata sarebbe limitata al 24 gennaio 2022.
I contagi e, dopo un certo intervallo, anche i ricoveri e il tasso d’occupazione dei letti nei reparti di terapia intensiva stanno aumentando rapidamente. Se la situazione continuerà ad evolvere con la velocità delle ultime settimane, non si potrà escludere un sovraccarico degli ospedali in tutto il Paese. La variante Omicron, scoperta la settimana scorsa e classificata come preoccupante dall’OMS il 26 novembre, potrebbe inasprire la situazione a livello globale. Presenta più mutazioni delle varianti preoccupanti comparse in precedenza. Vi è il pericolo che i vaccini attualmente in uso siano meno efficaci e che la guarigione da un’infezione da SARS-CoV-2 protegga meno da un nuovo contagio. Non è inoltre chiaro in che misura il vaccino protegga da decorsi gravi né quanto sia pericolosa la nuova variante. Dati consolidati dovrebbero essere disponibili tra circa sei settimane.
La Confederazione ha reagito subito dopo la scoperta della nuova variante
Alla notizia della scoperta della nuova variante (25 novembre), la Confederazione ha immediatamente adottato provvedimenti per limitarne il più possibile l’introduzione e quindi la diffusione in Svizzera. Il 26 novembre sono stati vietati tutti i voli diretti dall’Africa meridionale. Inoltre, all’ingresso in Svizzera tutti i viaggiatori in provenienza da Paesi in cui è stata riscontrata la nuova variante del virus (anche le persone vaccinate o guarite e chi è in viaggio per ragioni professionali) devono presentare un test COVID-19 negativo e mettersi in quarantena per dieci giorni.
Il Consiglio federale intende agire rapidamente
Nella sua seduta straordinaria, il Consiglio federale ha deciso di avviare preventivamente una consultazione sulla reintroduzione di determinati provvedimenti. La combinazione di una rapida circolazione della variante Omicron con la forte pressione cui sono già sottoposti gli ospedali potrebbe essere problematica. L’obiettivo è ridurre la circolazione della variante Delta e rallentare la diffusione della variante Omicron in Svizzera in modo da evitare un sovraccarico a lungo termine delle strutture ospedaliere. Sono inoltre costantemente adeguati all’evoluzione della pandemia i provvedimenti sanitari di confine e le restrizioni d’entrata.
Estensione dell’obbligo del certificato al chiuso
L’obbligo del certificato sarà esteso a tutte le manifestazioni al chiuso pubblicamente accessibili e a tutte le attività sportive e culturali amatoriali in luoghi chiusi. Sarà così abrogata l’eccezione vigente per i gruppi a composizione stabile di meno di 30 persone. In futuro anche per gli incontri in famiglia o tra amici, a partire da 11 persone varrà l’obbligo del certificato. Inoltre, per le manifestazioni all’aperto il certificato sarà obbligatorio a partire da 300 partecipanti (attualmente a partire da 1000).
Estensione dell’obbligo della mascherina
Negli spazi interni delle strutture pubblicamente accessibili, incluse le manifestazioni al chiuso, in cui vige l’obbligo del certificato COVID, dovrà essere introdotto anche l’obbligo della mascherina.
In tutte le strutture in cui non è possibile portare la mascherina dovranno essere applicati provvedimenti alternativi: nelle aree di ristorazione al chiuso (incluse le discoteche o nel quadro di manifestazioni) vigerà l’obbligo di stare seduti durante la consumazione. Se per la pratica di determinate attività sportive o culturali non è possibile indossare la mascherina, dovranno essere registrati i dati di contatto dei partecipanti (come è già previsto, p. es., per le discoteche).
Provvedimenti sul posto di lavoro
Per limitare i contatti sul posto di lavoro e ridurre gli assembramenti sui trasporti pubblici, il Consiglio federale pone in consultazione tre varianti: la prima prevede l’obbligo della mascherina per tutti i dipendenti nei luoghi chiusi in cui sono presenti più persone. La seconda prevede l’obbligo del telelavoro per tutti i dipendenti non vaccinati o guariti. Se non possono svolgere il loro lavoro da casa, queste persone sono tenute a indossare la mascherina nei luoghi chiusi. La terza variante prevede l’obbligo del telelavoro generale. Se il telelavoro non è possibile, vige l’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi in cui sono presenti più persone. Le aziende saranno inoltre tenute a offrire ai dipendenti la possibilità di sottoporsi a test ripetuti.
Test ripetuti nelle scuole
Le scuole dell’obbligo e del livello secondario II saranno tenute a offrire la possibilità di sottoporsi a test ripetuti.
Limitazione della durata di validità dei certificati di test negativo
L’ordinanza sui certificati COVID-19 dovrà essere adeguata in modo che i test PCR siano validi soltanto per 48 ore e non più per 72. Inoltre, la validità dei test antigenici rapidi sarà ridotta da 48 a 24 ore. Questa riduzione aumenta l’attendibilità dei risultati dei test.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1462
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
A luglio 2021, il ministro dell'economia Franz Fayot e il CEO di Luxinnovation Sasha Baillie hanno presentato ufficialmente la piattaforma web volta a mostrare l'ecosistema lussemburghese a livello internazionale e a facilitare il networking.
Lanciato già nel 2019, Startup Luxembourg è il marchio dell'ecosistema che si concentra sulle giovani imprese innovative in Lussemburgo. Mira, attraverso la sua piattaforma web e i social network, a promuovere questo ecosistema a livello internazionale e a facilitare il networking e le opportunità di business.
Sostenuta dal Ministero dell'Economia e gestita da Luxinnovation, l'iniziativa pubblica Startup Luxembourg serve tutti gli attori dell'ecosistema (start-up, incubatori, istituti di ricerca, organizzazioni pubbliche, ecc.). Startup Luxembourg è anche il marchio con cui il Lussemburgo è rappresentato agli eventi internazionali dedicati alle giovani imprese innovative.
Il marchio Startup Luxembourg ha ora 17.000 seguaci sui suoi tre social network (LinkedIn, Facebook e Twitter) e ha già rappresentato il Lussemburgo diverse volte in fiere internazionali come Viva Technology a Parigi e il Web Summit a Lisbona.
A livello nazionale, la piattaforma mira anche a facilitare il networking e le opportunità di business. Basato su un design e un'esperienza utente avanzati, il sito mira a riflettere al meglio le caratteristiche specifiche dell'ecosistema lussemburghese.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)