Venerdì 19 Dicembre 2025
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Nella stagione estiva partiranno dall’aeroporto di Praga due nuovi collegamenti con l’Italia. Lo ha comunicato lo scalo.
Nella stagione di volo estiva, che è cominciata a fine marzo, sarà possibile raggiungere dallo scalo praghese 147 destinazioni estere. Si tratta di 19 destinazioni in più rispetto al 2021. Nel 2019 era possibile arrivare da Praga in 190 città estere. “Nonostante la non facile situazione nel trasporto aereo riusciamo ad allargare la rete dei collegamenti diretti con Praga” ha commentato il CdA dello scalo Jiří Pos.
Tra le nuove destinazioni ci sono anche collegamenti con l’Italia. La Wizz Air opererà due volte alla settimana la rotta con Palermo e tre volte alla settimana un collegamento con l’aeroporto Marco Polo di Venezia.
Lo scalo praghese assieme ad altri enti sta cercando di rafforzare i flussi turistici di arrivo, ancora significativamente inferiori al periodo prepandemia. “Stiamo pianificando un sostegno del turismo incoming sui principali mercati europei, tra cui la Gran Bretagna, Francia, l’Italia o la Spagna” ha indicato il direttore commerciale dell’Aeroporto di Praga Jaroslav Filip.
Fonte: https://bit.ly/3iYafUm
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Le vendite on-line hanno rappresentato nel 2021 quasi un quinto del commercio al dettaglio in Repubblica Ceca. Lo ha indicato l‘Associazione per il Commercio Elettronico (APEK).
Lo scorso anno le vendite su internet hanno raggiunto un volume di ricavi pari a 223 miliardi di corone. La quota del commercio elettronico ha quindi raggiunto il 17 percento di tutto il commercio al dettaglio. Si tratta di un incremento di un punto percentuale rispetto al 2020. “Secondo le nostre stime le vendite on-line potrebbero rappresentare il 25 percento del commercio al dettaglio ceco entro il 2030” ha detto il presidente di APEK Jan Vetyška. Cresce anche il peso occupazionale del settore. Secondo le stime dell’associazione, il commercio elettronico impiega in maniera diretta e in filiera circa 120 mila persone, un dato più alto del settore alimentare.
Secondo l’Ufficio di Statistica Ceco il commercio elettronico è aumentato lo scorso anno di oltre il 16 percento. L’intero settore delle vendite retail è invece aumentato del 4,5 percento. Le vendite on-line hanno registrato un forte impulso, soprattutto nelle grandi città, durante il periodo della pandemia.
Fonte: https://bit.ly/3Dyu51T
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Premesso che la conseguenza, a lungo termine, del conflitto nell'Europa dell’est sarà un mondo meno globalizzato. In altre parole, i paesi, invece di importare tutto, inizieranno a fare più cose in casa, oltre a una certa divisione politica tra Occidente e Oriente.
Il Brasile mette assieme una serie di fattori per soffrire meno del resto del mondo con la crisi economica generata dal conflitto nell'Europa orientale, e diventare ancora una destinazione attraente per gli investitori internazionali, afferma l'ex direttore della Banca centrale e amministratore delegato di Mauá Capitale, Luiz Fernando Figueiredo. La posizione privilegiata riflette il ruolo fondamentale che il Paese svolge nell’export di commodities.
In quanto grande esportatore di materie prime, il Brasile è un buon paese su cui investire ed è abbastanza lontano geograficamente da non risentire degli effetti diretti della guerra, presentando così stabilità e sicurezza.
La Banca Centrale (BC) del Brasile ha operato in questi mesi il rialzo progressivo del TUS. Ciò dovrebbe dare un vantaggio all'economia brasiliana nello scenario internazionale. Perchè il Brasile sarà probabilmente uno dei primi a riportare l'inflazione alla normalità. Anche se, in questo momento, il tasso di interesse è molto alto, poiché il Brasile è stato il primo a rispondere con manovre di politica monetaria all’alta inflazione.
Altro fattore da evidenziare è l'afflusso di capitali esteri, dall'inizio dell'anno, che ha fatto chiudere il cambio col dollaro al prezzo più basso degli ultimi due anni. Questo apprezzamento mostra che il paese è tornato nel radar degli investitori.
Nella sfera finanziaria, c'è anche un chiaro segno di questo interesse degli investitori in Brasile. In effetti, gli asset brasiliani hanno ottenuto buoni risultati e gran parte di essi provengono da investimenti esteri.
Il Brasile viene percepito come un paese che avrà gli effetti ridotti al minimo. Pertanto, il flusso verso i mercati emergenti è stato incanalato verso questo Paese.
In altre parole, coloro che finiranno per sostituire Russia e Ucraina come fornitori ridurranno in qualche modo al minimo il deficit economico.
Fonte: https://bit.ly/3uJkl13
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
La crescita dell’economia svizzera dipenderà in larga misura dall’evoluzione della guerra in Ucraina.
Nello scenario più ottimistico tracciato dal KOF, centro di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo nelle sue previsioni primaverili, le ostilità si concluderanno presto e il PIL progredirà del 2,9% in questo 2022 e del 2,3% nel 2023. Questo al netto degli effetti dei grandi eventi sportivi, che hanno un forte impatto visto che le sedi delle ricchissime federazioni internazionali sono in Svizzera.
La stima pessimistica è invece dell’1% per quest’anno e dello 0,8% nel prossimo. Comprende un peggioramento del conflitto, nuove sanzioni, limitazioni alla produzione europea, rafforzamento del franco e abbandono del commercio del petrolio russo (in larga misura negoziato nella Confederazione) e aumento dei costi di energia e materie prime. Addirittura, nel secondo trimestre si assisterebbe a una picchiata del 6% ma non a una recessione in senso tecnico, perché il terzo trimestre invertirebbe la tendenza.
Ne risentirebbe anche il livello dei prezzi: invece di un +1,6% nel 2022 si arriverebbe a un incremento del 2,8%, nel 2023 il rincaro sarebbe dell’1,2% invece dello 0,8%.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1497
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
La Danimarca inaugura il decimo anniversario del World Happines Report classificandosi seconda tra i paesi più felici al mondo nel 2022, dopo la Finlandia.
Dal 2002, il World Happiness Report conduce analisi per determinare i paesi più felici. Tra i fattori presi in considerazione vi sono quelli di carattere economico e sociale – livelli di PIL, corruzione percepita, livello di istruzione e tasso di occupazione – ma anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e la comunità di appartenenza, il sostegno sociale, la libertà di prendere decisioni e la generosità della comunità.
La Danimarca ottiene un punteggio di 7.620, leggermente inferiore a quello della Finlandia (7.821). Tuttavia, lo Stato danese supera il primo in classifica in diverse categorie, tra cui il PIL pro capite e il livello di corruzione percepito dalla popolazione. Quali fattori sociali contribuiscono a rendere la società danese una delle più felici del mondo?
La pressione fiscale in Danimarca, in linea con gli altri stati scandinavi, è notoriamente alta e i Danesi sono felici di pagare le tasse. Il modello di stato sociale scandinavo offre ai suoi cittadini servizi efficienti, incentivi per l'istruzione e sussidi finanziari per chi è in difficoltà.
La maggior parte dell'assistenza sanitaria in Danimarca è fornita senza costi per il paziente, gli studenti universitari non pagano per studiare e ricevono una sovvenzione per coprire le spese durante gli studi. Anche l'assistenza all'infanzia è sovvenzionata, gli anziani ricevono una pensione e sono dotati di assistenti che li visitano a casa. La rete di sicurezza sociale sostiene anche le persone che rimangono senza lavoro per un massimo di due anni mentre cercano un nuovo impiego.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il municipio di Praga 1 ha deciso di sostenere i negozi e i servizi sul proprio territorio tramite la moneta elettronica locale Corrency.
Il municipio sta lanciando un progetto pilota, che verificherà i benefici della moneta elettronica locale. Nel quadro del progetto pilota verranno individuati 2000 residenti nel municipio che otterranno mille crediti di Corrency pari a mille corone. Con la moneta elettronica potranno saldare la metà della propria spesa presso gli esercenti presenti a Praga 1.
Secondo l’assessore per il sostegno alle imprese Karel Gabrein Procházka le finalità del progetto sono il sostegno alle imprese locali di Praga 1, al potere d’acquisto dei residenti e l’individuazione su quali merci e servizi preferiscono gli abitanti del centro di Praga. Il progetto pilota dovrebbe partire in maggio e coinvolgere circa 400 esercizi commerciali.
Fonte: https://bit.ly/3LfW4Gg
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La guerra tra la Russia e l’Ucraina ha provocato l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’impatto sui costi di produzione si sono fatti sentire nelle acciaierie. Di fronte all’aumento dei costi e all’elevata richiesta del mercato internazionale, i prezzi dell’acciaio aumentati di circa il 20% in aprile. Il movimento sarà sostenuto dalla domanda esterna, nel caso in cui le acciaierie dovessero incontrare difficoltà nelle vendite interne.
Secondo l’Instituto Nazionale Dei Distributori di Acciaio, il riaggiustamento dei prezzi previsti per aprile hanno movimentato i distributori nazionali, che stanno anticipando gli acquisti questo mese. Il movimento dovrebbe far leva sugli acquisti del settore a marzo, rispetto a febbraio, di circa il 10% e le vendite di circa 15%.
Se da un lato, il mercato interno ha una certa difficoltà di crescita, dall’altro, le acciaierie hanno la possibilità di esportare dato che l’Europa richiede molto - dice il presidente dell’INDA (Instituto Nacional dos Distribuidores de Aço), Carlos Loureiro.
Fonte: https://bit.ly/3qAi2vI
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)
Nel 2021 l’Economist Intelligence Unit (EIU) ha pubblicato la quarta edizione del Safe Cities Index. I risultati della ricerca hanno svelato che Copenhagen è la città più sicura al mondo, con 82,4 punti su 100. A seguire Toronto, Singapore, Sydney e Tokyo, rendendo la capitale danese l’unica città europea nella “top five".
L’indice. Pubblicato per la prima volta nel 2015, il Safe Cities Index è uno strumento di benchmarking globale e politico sviluppato per misurare la sicurezza urbana. Il punteggio dell’indice si basa su 76 fattori distinti in cinque ampi pilastri: sicurezza personale, infrastrutturale, sanitaria, digitale e ambientale.
Sicurezza digitale. Negli ultimi anni, il crescente utilizzo di internet da parte della popolazione, di imprese, di amministrazioni urbane e governi, porta insito una preoccupante fragilità. È evidente la necessità di affiancare alla continua digitalizzazione una maggiore attenzione alla sicurezza. Diversi esperti concordano sul fatto che la sicurezza digitale all’interno delle città sia piuttosto inadeguata e spesso mancano fondi e competenze per poter affrontare il problema. La sicurezza digitale indaga sulla capacità dei cittadini di usare liberamente internet e altri canali digitali senza temere violazioni della privacy, furti d'identità e attacchi online.
Delle 59 città con piani di smart city, solo 15 si concentrano in dettaglio sulla sicurezza delle reti e dei dati. Tra queste vi è Copenhagen, che si trova al terzo gradino del podio con 82.2 punti. Infatti, Copenhagen è tra le città con uno smart city plan che si concentra direttamente sulla sicurezza informatica delle infrastrutture di rete.
Sicurezza personale. Il secondo pilastro della sicurezza urbana valuta il rischio di criminalità, violenza, minacce terroristiche e disastri naturali a cui è sottoposta la popolazione di una città. Gli indicatori si concentrano sulla valutazione del sistema giudiziario, la regolamentazione delle armi, la stabilità politica e la sicurezza economica, ma anche sui livelli di corruzione e la disuguaglianza sociale.
Proprio in questa categoria a spiccare è Copenhagen, che si guadagna il primo posto con 86.4 punti. Tale successo è dovuto al basso tasso di criminalità, tra i più bassi da un decennio, secondo il sindaco danese Weiss. Importanza viene data all’intervento preventivo e alla forte collaborazione a livello locale del sistema SSP (scuole, servizi sociali e polizia). Rilevante in questo contesto risulta essere anche la grande coesione sociale tra i cittadini.
Scurezza delle infrastrutture. La qualità, la disponibilità e l’adeguatezza delle infrastrutture ma anche la loro vulnerabilità ai disastri naturali e provocati dall'uomo, sono indicatori della sicurezza delle infrastrutture. L’impatto del Covid ha portato ad una più ampia concettualizzazione della città da parte dei cittadini. Cambiando quindi le necessità della popolazione e i suoi bisogni: sono diventati più centrali migliori sostenibilità urbana e accessibilità ai servizi.
L’impegno di Copenhagen nella sicurezza infrastrutturale è rivolto soprattutto alla mobilità dei ciclisti, dato l’elevato numero di studenti e lavoratori che preferiscono la bicicletta ad auto, autobus e metro, per recarsi a scuola e negli uffici.
Sicurezza sanitaria e sicurezza ambientale. La prima si concentra sul livello e la qualità dei servizi e delle infrastrutture sanitarie mentre la seconda valuta il piano di sostenibilità nella pianificazione urbana. Vista l’attenzione mediatica e politica degli ultimi anni nei confronti dell’emergenza climatica, non poteva mancare un pilastro appositamente dedicato, aggiunto proprio in questa edizione.
Nonostante Copenhagen non riesca a classificarsi tra le migliori, il sindaco Weiss annuncia che la città punta ad essere la prima capitale al mondo a zero emissioni di carbonio entro il 2025. Questo richiede un doppio approccio: la responsabilità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e di ridurre le emissioni di carbonio, ma anche di adattare la città ai futuri cambiamenti climatici. L’obiettivo è di ridurre il consumo di energia, investire in energia verde e incoraggiare la mobilità verde, sviluppando una città sempre più sostenibile. Negli ultimi anni sono stati creati nuovi parchi e spazi urbani verdi per raccogliere l'acqua.
Nonostante l’ottimo risultato ottenuto, Copenhagen si impegna a rinnovare investimenti e politiche volte ad investire sulla sicurezza urbana, dimostrandosi una città che ha a cuore la sicurezza dei suoi cittadini.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nel 2021, anno di crescita delle esportazioni in tutti i settori della manifattura italiana negli Stati Uniti, il settore che ha registrato il maggior aumento è stato il comparto Moda ed Accessori che ha registrato un +58% rispetto all’anno precedente e un +34,6% rispetto al 2019, ovvero prima della pandemia. Il valore totale delle esportazioni italiane è stato pari a 12.085,6 milioni di dollari.
Nel complesso il comparto Moda e Accessori ha rappresentato il 19,8% del totale dell’export italiano verso gli Stati Uniti nel 2021, secondo solo al comparto della Meccanica che rappresenta il 24,7% del nostro export.
Tra i prodotti del comparto, crescono maggiormente rispetto all’anno precedente, l’Oreficeria e Bigiotteria (+75,4%), per un valore pari a 2.967,9 milioni di dollari, la Pelletteria (+74,5%), per un valore pari a 2.135,5 milioni di dollari, l’Occhialeria (+63,2%), per un valore pari a 1.478,3 milioni di dollari.
Crescono anche altri settori produttivi molto importanti del comparto Moda e Accessori come Calzature (+58,5%), Tessuti e Filati (+44,4%), Cosmetica (+36,4%), Abbigliamento (+35,7%) e Pelli e Pellicce (+20%).
Fonte: U.S. Department of Commerce (rielaborazione ICE New York)
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
Il gruppo di esperti rivede al ribasso (2,8 %) le previsioni di crescita per la Svizzera nel 2022 al netto degli eventi sportivi. L’aumento del rincaro e il conflitto in Ucraina frenano la ripresa. In compenso, la situazione epidemiologica è migliorata più rapidamente del previsto. Per il 2023 le stime di crescita rimangono invariate al 2,0 %. La guerra in Ucraina comporta rischi importanti per la congiuntura mondiale.
Il 4° trimestre 2021 è stato contrassegnato dall’ultima ondata di coronavirus e dalle relative restrizioni. In linea con le aspettative, la ripresa dell’economia svizzera è proseguita, anche se con un ritmo meno sostenuto.
La guerra in Ucraina pesa sulle prospettive economiche e comporta rischi congiunturali importanti. Tuttavia, l’economia svizzera parte in condizioni relativamente buone. La domanda interna è in ripresa e l’andamento del mercato del lavoro è molto favorevole: aumentano gli occupati, il tasso di disoccupazione è tornato al livello pre-crisi e alcuni settori economici lamentano persino la carenza di personale qualificato. Inoltre, poiché è stato possibile revocare gran parte delle misure sanitarie, per i prossimi mesi si prevede una netta ripresa nel settore dei servizi. I settori con il maggiore potenziale di crescita sono quello alberghiero e della ristorazione e quello della cultura e del tempo libero.
Poiché gli scambi economici della Svizzera con la Russia e l’Ucraina sono relativamente scarsi, le ripercussioni dirette del conflitto sul nostro Paese dovrebbero essere limitate. Al contrario, gli effetti indiretti potrebbero essere molto forti. Sui mercati internazionali i prezzi dei principali beni d’esportazione russi e ucraini, in particolare le fonti energetiche, nonché alcuni prodotti alimentari di base e metalli industriali, hanno infatti registrato un’impennata. Al momento quindi a livello internazionale la pressione inflazionistica rimane elevata. Anche se il recente apprezzamento del franco sta aiutando a limitare la pressione sui prezzi in Svizzera, anche nel nostro Paese l’inflazione dovrebbe risultare più alta di quanto previsto in precedenza. Il gruppo di esperti rivede infatti al rialzo le proprie stime sull’inflazione in Svizzera nel 2022, il cui tasso dovrebbe arrivare all’1,9 % (previsioni dicembre 2021: 1,1 %), frenando i consumi privati. La crescente incertezza, poi, rallenta anche gli investimenti, mentre la situazione dell’approvvigionamento a livello globale si sta nuovamente aggravando.
Alla luce di queste premesse, il gruppo di esperti rivede al ribasso (2,8 %) le previsioni di crescita per il 2022 (al netto degli eventi sportivi, valore stimato a dicembre 2021: 3,0 %). L’economia svizzera dovrebbe dunque continuare sulla strada della ripresa dalla crisi del coronavirus con una crescita del PIL superiore alla media, anche se con meno dinamicità rispetto alle previsioni precedenti. Affinché ciò si verifichi è necessario che i nostri maggiori partner commerciali non vadano incontro a una forte recessione e soprattutto che non vi siano gravi problemi di rifornimento energetico o di materie prime in Europa.
Nella seconda parte del periodo di previsione l’effetto di recupero della pandemia di coronavirus dovrebbe affievolirsi. Se anche gli effetti frenanti del conflitto in Ucraina perderanno vigore la congiuntura dovrebbe normalizzarsi. Per tutto il 2023 il gruppo di esperti prevede una crescita del PIL del 2,0 %. In media annua, invece, l’inflazione dovrebbe scendere allo 0,7 %, in linea con le previsioni precedenti.
Anche per il mercato del lavoro il gruppo di esperti si attende un’ulteriore ripresa e prevede un tasso di disoccupazione medio del 2,1 % nel 2022 e del 2,0 % nel 2023.
Rischi congiunturali
Il conflitto in Ucraina alimenta un clima di grande incertezza. Anche qualora non si arrivi a un’escalation militare internazionale le ripercussioni economiche rischiano di essere più pesanti rispetto alle stime attuali.
In caso di recessione dei maggiori partner commerciali della Svizzera, la nostra economia subirebbe un duro contraccolpo, in particolare se si verificasse un calo significativo della produzione in Europa dovuto all’interruzione delle forniture di materie prime dalla Russia. Con uno scenario** del genere la pressione sui prezzi a livello internazionale resterebbe elevata e vi sarebbe un’evoluzione negativa dell’economia.
Ulteriori rischi derivano dal crescente indebitamento di alcuni Stati e imprese. Anche nel settore immobiliare permangono dei rischi sia a livello nazionale che internazionale, in particolare in Cina.
In compenso, l’incertezza legata alla pandemia si è notevolmente ridimensionata, anche se non sono da escludere altre ricadute, ad esempio in seguito alla comparsa di nuove varianti.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1496
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)