Notizie mercati esteri

Giovedì 10 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Slovacchia

Lo scorso anno il commercio estero della Slovacchia ha registrato un surplus record di 4,5 miliardi di euro

Il commercio estero della Slovacchia ha registrato un surplus record di 4,5 miliardi di euro lo scorso anno, mentre nel 2022 era in deficit di 4,5 miliardi di euro. 
Secondo i risultati definitivi, pubblicati dall’ufficio statistico, nel 2023 la Repubblica Slovacca ha esportato beni per un valore di 108,4 miliardi di euro, il che rappresenta un aumento del 5,5% rispetto all'anno precedente. Al contrario, le importazioni hanno registrato un calo del 3,1% rispetto al 2022, raggiungendo un valore di 103,9 miliardi di euro. Il saldo del commercio estero è stato quindi attivo per 4,5 miliardi di euro, con un miglioramento di 9 miliardi di euro rispetto all'anno precedente.
L'aumento delle esportazioni rispetto all'anno precedente è stato influenzato principalmente da un incremento del 23,6% delle esportazioni di autovetture nuove. Il valore delle esportazioni di autovetture nuove dalla Slovacchia è quindi aumentato di 5,8 miliardi di euro rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 30,4 miliardi di euro. La quantità di autovetture esportate è aumentata del 13,4%, ovvero di 136.600 unità. Il valore maggiore delle esportazioni è stato rappresentato dai veicoli a benzina e, tra questi, dalle auto con cilindrata da 1,5 litri a 3 litri. Il loro valore di esportazione è aumentato del 55,2% rispetto all'anno precedente. Anche il valore dei veicoli elettrici esportati è aumentato di quasi il 20% rispetto all'anno precedente e quello degli ibridi del 17,3%. Il maggior contributo al calo delle importazioni è stato il minor valore del gas naturale importato rispetto all'anno precedente, che si è quasi dimezzato a tre miliardi di euro nel 2022. 
La Repubblica Slovacca ha registrato il maggior saldo attivo con la Germania (7,5 miliardi di euro), gli Stati Uniti (3,5 miliardi di euro), il Regno Unito (3,2 miliardi di euro), l'Austria (2,8 miliardi di euro), la Francia (2,8 miliardi di euro), l'Ungheria (2,3 miliardi di euro) e la Repubblica Ceca (2,2 miliardi di euro). 

 

Slovacchia: nuovo parco industriale da 230.000 mq e nuovo investimento da 350 milioni di euro

Lo sviluppatore Logis Hub Valaliky ha chiesto l'autorizzazione per la costruzione di un parco industriale di 230.000 mq che verrà destinato ai fornitori della Volvo. Il progetto è quindi destinato a riunire servizi di subappalto per l'industria automobilistica, tra cui magazzinaggio, distribuzione, produzione, assemblaggio e attività commerciali. Il parco, situato su un'area di 80 ettari del valore di 33 milioni di euro, dovrebbe essere completato entro il 2027.
L'investimento totale nel Logis One Park Košice potrebbe raggiungere i 130 milioni di euro. Il progetto prevede la creazione di oltre 1.200 posti di lavoro nella prima fase. 
MSM, parte del gruppo ceco CSG (Michal Strnad), prevede di investire 350 milioni di euro nella produzione di cartucce per munizioni di grosso calibro a Strážske. L'avvio della produzione è previsto per il 2027, con la creazione di decine di posti di lavoro ed opportunità per molte imprese che lavoreranno alla costruzione degli impianti. Lo Stato intende partecipare all'investimento, ma non ha reso note le modalità.
ZVS Holding, controllata al 50% da CSG e al 50% dallo Stato, ha aperto una nuova linea di produzione di munizioni per artiglieria da 155 mm a Snina. Con un investimento di 30 milioni di euro, l'azienda punta a triplicare la capacità produttiva entro due anni, creando 200 posti di lavoro. 

 

Slovacchia: approvato il pacchetto di consolidamento fiscale

Tutti i 79 deputati della coalizione al governo hanno approvato un pacchetto di consolidamento da 2,7 miliardi di euro per ridurre il deficit delle finanze pubbliche al 4,7% del PIL nel 2025, rispetto al 5,8% previsto per quest'anno. Le principali modifiche fiscali comprendono:
•    L'aliquota IVA di base passa dal 20% al 23%.
•    Alimenti di base con aliquota IVA al 5%, altri alimenti al 19%.
•    Medicinali, libri, alberghi, ristoranti, palestre ed eventi sportivi al 5% di IVA.
•    L'IVA su gas e riscaldamento passa dal 20% al 23%, mentre quella sull'elettricità scende al 19%.
•    Una nuova tassa sulle transazioni finanziarie (0,4% per bonifico, massimo 40 euro per singolo bonifico).
L'imposta sul reddito per le imprese con profitti annuali superiori a 5 milioni di euro salirà al 24%, la più alta della regione. Le aziende con fatturato inferiori a 100.000 euro all'anno pagheranno solo il 10% di tasse. L'imposta sui dividendi scenderà dal 10% al 7%. Altri aggiustamenti comprendono l'innalzamento del tetto massimo per i prelievi sui salari e la riduzione della pensione parentale e del bonus fiscale per i figli. Lo Stato prevede inoltre di tagliare del 10% la spesa salariale di 50.000 dipendenti pubblici. L'anno prossimo il governo dovrà continuare il consolidamento fiscale, anche se a un ritmo più lento. L'obiettivo è un deficit del 3% del PIL entro il 2027. Il pacchetto di consolidamento dovrebbe aiutare il processo di riduzione del tasso di interesse sui titoli di Stato: gli analisti prevedono un calo al 3% entro la fine dell'anno. Questo dovrebbe comportare anche una diminuzione dei tassi d’interesse sui mutui.

 

Slovacchia fanalino di coda in UE per accessibilità abitativa

Secondo diversi studi, gli slovacchi ha la peggior situazione in tutta l'Unione Europea per quanto concerne i risparmi necessari per acquistare un appartamento. Lo slovacco medio ha bisogno di 25 stipendi annuali per acquistare un appartamento di 100 m², il più alto tra i Paesi dell'UE. Tuttavia, la situazione dell'accessibilità abitativa potrebbe peggiorare ancora, se non verranno adottate le riforme necessarie.

Fatti e statistiche:

•    25 anni: ecco quanto tempo impiega lo slovacco medio a risparmiare il denaro necessario ad acquistare un appartamento. Per fare un confronto:

•    In Danimarca sono 10 anni.

•    Anche in Svezia e in Irlanda ci vogliono circa 10 anni.

•    Nella vicina Repubblica Ceca sono 20 anni.

•    Prezzi delle case: dal 2010 i prezzi delle case in Slovacchia sono raddoppiati. Secondo le statistiche della Banca Nazionale Slovacca, i prezzi degli immobili sono aumentati del 10% su base annua solo nel 2023.

•    Crescita dei salari: il salario medio è aumentato solo del 60% nello stesso periodo, il che significa che i prezzi degli immobili stanno aumentando molto più velocemente dei salari.

•    Affitti: a Bratislava e Košice, l'affitto di un appartamento con due camere da letto costa in media 700-900 euro al mese, costringendo le persone a rimanere più a lungo in affitto e riducendo le possibilità di risparmiare per acquistare un alloggio proprio.

Le principali cause della crisi:

1.    Rapido aumento dei prezzi delle case: l'elevata domanda di alloggi e la lentezza nella costruzione di nuove abitazioni stanno facendo lievitare i prezzi.

2.    Salari bassi: la Slovacchia ha i salari tra i più bassi dell'UE rispetto all'aumento dei prezzi delle case, il che rende l'acquisto di una casa fuori portata per la maggior parte delle persone.

3.    Mancanza di costruzioni: Secondo i dati Eurostat, nel 2022 in Slovacchia sono state costruite solo 2,8 abitazioni ogni 1.000 abitanti, un dato significativamente inferiore alla media europea.

4.    Aumento della pressione fiscale: nuove misure, come l'aumento dell'IVA e l'introduzione di tasse per i costruttori, aumentano ulteriormente il prezzo delle abitazioni, rendendo i nuovi progetti ancora più costosi.

Confronto internazionale

La Slovacchia può essere in testa all'UE per quanto riguarda l'inaccessibilità degli alloggi, ma in un contesto globale ci sono Paesi in cui la situazione è ancora peggiore. Ad esempio:

•    In Turchia, ci vogliono fino a 50 anni di stipendi per acquistare un appartamento simile.

•    Anche in Nepal ci vogliono più di 50 anni.

Questi Paesi dimostrano che la situazione può essere anche peggiore, ma questo non porta sollievo agli slovacchi.

Cosa ci aspetta?

Se la tendenza attuale rimane invariata, si prevede un ulteriore peggioramento dell'accessibilità abitativa. L'aumento dei prezzi dei materiali da costruzione, l'inflazione e la scarsa offerta di nuove abitazioni aumenteranno ulteriormente la pressione sul mercato immobiliare. Senza riforme fondamentali da parte del governo - come l'incentivazione della costruzione di nuovi alloggi, il miglioramento dei salari e la riduzione degli oneri fiscali - l'abitazione rimarrà un lusso inaccessibile per la maggior parte degli slovacchi.

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Gennaio 2025
Giovedì 10 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Brasile

Il Nuovo PAC in Brasile: Un'Enorme Opportunità per le Aziende Italiane

di Alfredo Pretto – Vicesegretario Generale della Camera di Commercio Italiana di San Paolo

Il Nuovo PAC in Brasile: Opportunità per le Aziende Italiane nei Settori di Infrastrutture, Energie Rinnovabili, Mobilità Sostenibile e Tecnologie Avanzate

Il Nuovo Programma di Accelerazione della Crescita (PAC) del Brasile è un’iniziativa ambiziosa che prevede investimenti per 1,7 trilioni di reais distribuiti su tutto il territorio nazionale. Questo programma, concepito nel 2023 e già in atto, ha l’ambizioso obiettivo di stimolare la crescita economica, generare occupazione e reddito e ridurre le disuguaglianze sociali e regionali, promuovendo l’industrializzazione e la sostenibilità ambientale. Il PAC si distingue per la stretta collaborazione tra il governo federale, i governi statali e municipali, il settore privato e i movimenti sociali. È articolato in nove assi di investimento che coprono settori cruciali per lo sviluppo del Paese, tra cui sanità, educazione, infrastrutture ed energia. Tra le iniziative di maggiore rilievo, vi è l'investimento di 610 miliardi di reais destinato alla modernizzazione della mobilità urbana e alla costruzione di nuove abitazioni nell'ambito del programma "Minha Casa Minha Vida".

Per le imprese italiane, il PAC rappresenta un'opportunità straordinaria. L'Italia, con la sua lunga tradizione industriale e la sua eccellenza nei settori tecnologici, potrebbe giocare un ruolo chiave in questo processo di trasformazione. Le aziende italiane, infatti, possono offrire soluzioni innovative in settori come l'ingegneria civile, le energie rinnovabili, la gestione delle acque e dei rifiuti, e la mobilità sostenibile. Un settore di particolare interesse è quello delle terre rare, dove il Brasile si propone come alternativa alla Cina per la fornitura di materiali critici necessari per l'industria del futuro. Con le terze riserve mondiali di terre rare, il Brasile sta cercando di costruire una filiera industriale che possa contrastare il monopolio cinese. Le aziende italiane, con le loro competenze avanzate, potrebbero collaborare strettamente con il Brasile in questo settore, contribuendo allo sviluppo di tecnologie innovative e sostenibili.

Il PAC prevede anche significativi investimenti nella transizione energetica e nella sicurezza nazionale, settori in cui l'Italia vanta una forte expertise. Le aziende italiane specializzate in energie rinnovabili, efficienza energetica e infrastrutture di sicurezza potrebbero trovare in Brasile numerose opportunità di collaborazione e partnership strategiche. Il focus del PAC sulla sostenibilità ambientale e la crescita economica inclusiva è in perfetta sintonia con i valori e le competenze delle imprese italiane, tradizionalmente attente alla qualità e alla sostenibilità. La partecipazione delle aziende italiane al PAC non solo faciliterebbe la loro espansione in un mercato strategico come quello brasiliano, ma contribuirebbe anche a rafforzare le relazioni economiche e commerciali tra i due paesi.

Il Programma di Accelerazione della Crescita del Brasile rappresenta, dunque, un'occasione unica per le imprese italiane di espandere la propria presenza internazionale, portando innovazione, tecnologia e sostenibilità in un mercato in forte crescita e consolidando un partenariato strategico con il Brasile.

La Banca Mondiale migliora la proiezione del PIL del Brasile al 2,8% nel 2024

La Banca ha alzato la stima della crescita economica brasiliana nel suo rapporto globale

Di Agência o Globo – Pubblicato il 9 ottobre 2024

La Banca Mondiale prevede che il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Brasile crescerà del 2,8% quest'anno e del 2,2% nel 2025, secondo il rapporto Global Economic Perspectives pubblicato questo mercoledì 9. La previsione precedente, fatta a giugno, era del 2%.

Per il 2026, la Banca Mondiale stima una crescita del Brasile del 2,3%, un numero che segue la media della regione. Secondo l’istituzione, l’America Latina e i Caraibi (LAC) cresceranno dell’1,9% nel 2024 e del 2,6% nel 2025. Questi tassi sono tra i più bassi a livello globale, riflettendo le persistenti strozzature strutturali nella regione.

Contesto globale e inflazione

Il rapporto evidenzia che la recente decisione della Federal Reserve americana di ridurre i tassi di interesse potrebbe allentare la pressione inflazionistica nella regione. Il Brasile, secondo la Banca Mondiale, è “sulla buona strada” per raggiungere il suo obiettivo di inflazione nel 2024.

Sfide con la previdenza sociale e il debito pubblico

In una conferenza stampa, il capo economista della Banca Mondiale per l’America Latina e i Caraibi, William Maloney, ha sottolineato la preoccupazione per l’aumento delle spese di previdenza sociale in Brasile. “Il problema in Brasile sono le spese pensionistiche. L’invecchiamento della popolazione potrebbe creare stress fiscale nella regione. Il debito del Brasile è aumentato nell’ultimo anno e preferiremmo che andasse nella direzione opposta”, ha affermato Maloney.

Fonte: exame.

Brasile 2024: Crescita Economica e Opportunità Globali in un Contesto di Stabilità e Transizione Verde

di Alfredo Pretto – Vicesegretario Generale della Camera di Commercio Italiana di San Paolo

Nel 2024, l’economia brasiliana ha dimostrato una crescita notevole, posizionandosi al sesto posto tra le economie del G20 con il più alto tasso di espansione. Con un incremento del 2,5% nel periodo giugno 2023-giugno 2024, il Brasile ha superato molte delle economie avanzate, confermando il suo ruolo di protagonista tra i mercati emergenti. Tra le principali economie mondiali, solo India, Indonesia, Cina, Russia e Stati Uniti hanno registrato una crescita superiore, mentre la Turchia ha eguagliato il risultato brasiliano.

Un Nuovo Ciclo di Crescita

I dati del secondo trimestre del 2024 mostrano un aumento del PIL dell’1,4% rispetto al trimestre precedente, superando le aspettative degli economisti. Questo ha spinto il Brasile a superare le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che inizialmente stimava una crescita annua del 2,1%. Il Paese, quindi, si sta consolidando come uno dei principali motori economici del G20, guidato da politiche economiche più robuste e settori emergenti come tecnologia, energia verde e infrastrutture.

Stabilizzazione Globale dopo Anni di Turbolenze

Il contesto globale nel 2024 sta finalmente conoscendo una certa stabilità, dopo quattro anni caratterizzati da incertezze economiche legate alla pandemia e alle tensioni geopolitiche. La ripresa, trainata dagli Stati Uniti e dai mercati emergenti, ha visto il Brasile in prima linea. Gli Stati Uniti, con una crescita del 2,8%, hanno contribuito in modo significativo alla ripresa globale, ma l’economia brasiliana si è distinta nel contesto delle economie emergenti.

IDE in Brasile: Crescita e Cambiamenti nelle Dinamiche di Investimento

Negli ultimi cinque anni, il Brasile è passato dal primo al quarto posto come destinazione degli investimenti cinesi in America Latina, con il totale degli investimenti sceso a 1,73 miliardi di dollari nel 2023, uno dei valori più bassi dal 2009. Tuttavia, questo declino riflette una nuova strategia: le aziende cinesi stanno concentrando i loro investimenti su progetti più piccoli, particolarmente nel settore delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica e dell’infrastruttura urbana, segnalando una crescente attenzione verso la sostenibilità e lo sviluppo tecnologico.

Parallelamente, il Brasile ha consolidato la sua posizione come seconda principale destinazione di investimenti diretti esteri (IDE) nel 2023, superando la Cina con 64 miliardi di dollari. Nonostante un calo del 12% rispetto all’anno precedente, il Brasile si colloca subito dietro gli Stati Uniti, che hanno attratto 341 miliardi di dollari. Il calo degli investimenti cinesi, in parte legato a tensioni geopolitiche e all’aumento dei tassi di interesse, riflette il più ampio trend globale, con una riduzione del 7% degli IDE totali. Tuttavia, questo fenomeno non sembra arrestare l’interesse internazionale verso il Brasile, che si sta affermando sempre più come un mercato cruciale per gli investitori esteri.

Nuove Opportunità nell’Energia Verde

Il settore dell’energia verde, in particolare, rappresenta un’enorme opportunità per il Brasile. Con una rete energetica già relativamente pulita e risorse naturali abbondanti, il Paese ha tutte le carte in regola per diventare un partner chiave della Cina nella transizione verso energie più sostenibili. Ad esempio, aziende cinesi come BYD e Great Wall stanno investendo nella produzione di veicoli elettrici in Brasile, un settore destinato a crescere nei prossimi anni.

Prospettive di Crescita e Sfide Future

Nonostante il positivo andamento dell’economia brasiliana nel 2024, il panorama globale presenta una ripresa economica disomogenea, con molte economie europee che progrediscono a ritmi più lenti. Inoltre, l’attuale fase di stabilizzazione potrebbe essere vulnerabile a fattori esterni, come la riduzione delle politiche di stimolo monetario. È essenziale, quindi, mantenere politiche economiche robuste per sostenere la crescita e garantire una traiettoria positiva nel lungo termine.

Il 2024 ha segnato un periodo di notevole espansione per il Brasile, che si conferma come una delle economie emergenti più dinamiche del mondo. Nonostante alcune sfide, come la flessione degli investimenti cinesi, il paese continua a offrire ampie opportunità, specialmente nei settori delle energie rinnovabili e delle tecnologie sostenibili, promettendo un futuro ricco di potenziale.

Fonti: Bora Investir e BBC

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Mercoledì 9 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Argentina

DH-SH SRL: Un eccellente esempio di sostenibilità e innovazione

Dal 2017, DH-SH SRL ha trattato oltre 33.000 tonnellate di olio vegetale usato, prevenendo la contaminazione di 36,4 milioni di metri cubi d'acqua, un volume equivalente a 14.500 piscine olimpioniche. L'azienda, attiva da 20 anni a Capitan Bermúdez, in provincia di Santa Fe, Argentina, è leader nella logistica e sanificazione dell'industria olearia. Con la campagna "Reciclá tu Aceite", che significa letteralmente “Ricicla il tuo olio”, DH-SH raccoglie olio usato per produrre biocombustibili di seconda generazione. Nel 2023, ha triplicato il volume di olio riciclato, contribuendo alla protezione del suolo e dell'acqua. DH-SH è l'unica azienda del settore in Argentina e America Latina a presentare rapporti di sostenibilità, dimostrando così il suo impegno per l'ambiente.

Il successo di DH-SH rappresenta un esempio significativo per l'Italia e per le imprese italiane, che possono trarre ispirazione dalle pratiche sostenibili adottate. L'integrazione di tecnologie innovative e strategie di economia circolare non solo può ridurre l'impatto ambientale, ma anche migliorare l'efficienza operativa. Le aziende italiane, seguendo l'esempio di DH-SH, possono implementare iniziative analoghe, contribuendo a un futuro più sostenibile e rafforzando la loro responsabilità sociale.

In un contesto globale in cui la sostenibilità è fondamentale, esperienze come quella di DH-SH SRL dimostrano come le aziende possano svolgere un ruolo cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico e nella preservazione delle risorse naturali, ponendo le basi per un modello di sviluppo più responsabile e duraturo.

Riduzione delle tariffe doganali: opportunità per l’export italiano

Il Ministro dell’Economia argentino, Luis Caputo, ha annunciato, martedì 1° ottobre, tramite il social network X, che fino a 89 tipologie di prodotti importati beneficeranno di una riduzione delle tariffe doganali, rendendo più conveniente l’ingresso di merci in Argentina con un impatto significativo.

La maggior parte dei prodotti menzionati vedrà una riduzione tariffaria tra il 15% e il 16%, interessando settori come pneumatici, motocicli, luci LED e polimeri. Questo abbassamento dei costi per le imprese straniere consentirà loro di ridurre i prezzi e diventare più competitive.

Dall’analisi dei dati di UN COMTRADE, il database delle Nazioni Unite sul commercio internazionale, emergono tre categorie che trarranno vantaggio da queste misure: occhiali da sole, polimeri in plastica PET e caffè. Questi beni rappresentano l’export italiano in Argentina e potrebbero recuperare il calo registrato tra il 2022 e il 2023. Il caffè vedrà una riduzione della tariffa doganale dal 35% al 20%, mentre gli occhiali da sole beneficeranno dello stesso trattamento. Infine, i polimeri in plastica PET subiranno una riduzione dal 12,6% al 6%.

Questi sgravi miglioreranno la competitività dei prodotti italiani, attirando nuovi consumatori in un periodo in cui il potere d’acquisto è meno influenzato dall’inflazione. Nel 2023, l’Italia ha esportato in Argentina quantità ridotte di cosmetici (3 tonnellate), pneumatici (23.000 unità) e motocicli (1.800 unità), tutti beneficiari di significative riduzioni tariffarie.

In conclusione, queste misure rappresentano un'opportunità cruciale per le imprese italiane di riconquistare quote di mercato e rafforzare i legami commerciali con l'Argentina, trasformando le sfide in successi.

(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Martedì 8 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

In quali settori lavorano gli stranieri in Polonia?

Nell'aprile di quest'anno, gli stranieri rappresentavano il 4,2% di tutti gli impiegati, il loro numero è aumentato del 5,8% rispetto all'anno precedente e ammontava a 630.900 persone, hanno indicato gli economisti. La maggior parte degli stranieri è impiegata nel settore manifatturiero (20%). Gli economisti hanno riferito che tra il numero totale di dipendenti dei settori alloggio e ristorazione o trasporto e magazzinaggio, il 12% sono stranieri, mentre nel caso del settore manifatturiero gli stranieri rappresentano il 5%. Inoltre, un lavoratore su dieci nel settore dell'informazione e della comunicazione è straniero (10 percento). Si tratta di analisti di sistemi informatici, programmatori e specialisti di database e reti. Il numero di lavoratori stranieri nel settore IT è in aumento: 51.600 nell'aprile di quest'anno e 46.600 un anno fa.

L'azienda coreana SK hynix apre un nuovo centro di ricerca a Danzica

Il leader coreano di semiconduttori SK hynix opererà a Danzica dove sta per aprire un nuovo centro di ricerca e di sviluppo. SK hynix, un'azienda sudcoreana produttrice di elettronica precedentemente nota come Hyundai Electronic Industrial Co., produce principalmente DRAM e memorie flash. Il centro creerà prodotti innovativi per contribuire a rafforzare la sua competitività e a sviluppare nuove tecnologie. Le nuove soluzioni consentono di memorizzare i dati in modo permanente, anche in assenza di alimentazione. L'obiettivo dell'azienda è sviluppare prodotti che superino gli attuali limiti della tecnologia delle memorie. Il centro non solo consentirà la creazione di nuove soluzioni, ma accorcerà anche i tempi di commercializzazione. 

Le previsioni del ministro delle Finanze su tasse e stipendi

Il ministro delle Finanze Andrzej Domański è stato ospite della radio RMF FM. Alla domanda riguardo l'aumento degli stipendi, ha sottolineato che il governo si impegnerà ad aumentare gli stipendi coerentemente al tasso di inflazione, cioè di circa il 5%. Alla domanda sulla questione dell'acquisto di 77 limousine e sui risparmi nelle istituzioni, il ministro ha risposto che "ci sono entità che godono di autonomia di bilancio, tra cui l'Istituto della Memoria Nazionale (IPN), il Tribunale Costituzionale, il Consiglio Nazionale della Radiodiffusione e delle Telecomunicazioni (KRRiT). Il Ministero delle Finanze non stabilisce i bilanci per queste entità, li stabilisce da solo. Penso che nella fase parlamentare queste spese saranno limitate. Abbiamo preparato un'analisi per il Presidente del Consiglio dei Ministri in cui si mostra come almeno 200 milioni di zloty, potrebbero essere risparmiati sulle spese in queste istituzioni", ha detto, evitando però di rispondere alla questione delle limousine. Per quanto riguarda la tassa Belka, cioè l'imposta sulle plusvalenze in Polonia, il ministro ha affermato che "stiamo lavorando a una riforma completa per l'intero mercato azionario e il sistema di finanziamento delle imprese in Polonia. La tassa sarà limitata, ma dobbiamo ancora lavorare sull'intera struttura". Ha anche aggiunto che dal 1° gennaio 2024 sono in corso i lavori per eliminare la riscossione dei contributi dell'assicurazione sanitaria dalla vendita di auto, immobili, terreni e dal 1° gennaio 2025 questa modifica entrerà in vigore. Il ministro ha anche osservato che la competitività dell'economia polacca non può basarsi su salari bassi e ha sottolineato la necessità di ridurre i costi energetici, che in alcune settimane sono del 40-50% più alti rispetto a Germania, Francia o Spagna. "L'industria polacca ha bisogno di energia economica e stabile. Sfortunatamente, il carbone è uno dei combustibili più costosi per il settore energetico. Abbiamo ancora una quota elevata di energia basata sul carbone e fortunatamente sta diminuendo, la quota di fonti rinnovabili sta crescendo. Dobbiamo investire nel loro sviluppo, nelle batterie e nell'energia nucleare." 

Jastrzębska Spółka Węglowa in crescita sulla Borsa

La Borsa di Varsavia ha registrato cali per un po’ di tempo. Tuttavia, le azioni della Jastrzębska Spółka Węglowa (JSW) giovedì mattina sono aumentate di quasi il 10%, segnando un'altra sessione positiva per l'azienda, nonostante le difficoltà finanziarie. Il valore delle azioni JSW è aumentato del 5,4% a 28 zloty, mentre l'indice WIG20 è sceso dello 0,6%. Negli ultimi otto giorni, le azioni JSW hanno guadagnato oltre il 19% e, in dieci sessioni, quasi il 25%. Tuttavia, su un periodo più lungo, dall'inizio dell'anno, il valore delle azioni JSW è sceso del 33% e, nel corso di tre anni, del 50%. L'aumento dei prezzi del carbone ha attirato investitori sulle azioni di JSW e, inoltre, potrebbero aver influito raccomandazioni di investimento, come quella dell'analista di Citi, Rafał Wiatr, che ha abbassato la raccomandazione a "neutrale" da "comprare", fissando il prezzo obiettivo a 29 zloty. Anche le azioni di Bumech hanno avuto un andamento migliore, aumentando al mattino di quasi l'8% e, prima di mezzogiorno, del 10,5%, arrivando a 13,1 zloty. Il valore delle azioni Bumech è aumentato di quasi il 28% nelle ultime cinque sessioni, anche se dall'inizio dell'anno è sceso del 27% e, nel corso degli ultimi 12 mesi, del 50%. 

Meno investimenti esteri diretti in Polonia

Nel 2023, il capitale netto degli investimenti diretti esteri in Polonia ammontava a 119,9 miliardi di PLN (oltre 27 miliardi di euro). Questa informazione è stata fornita venerdì dalla Banca Nazionale Polacca. Questo risultato comprende il reinvestimento dei profitti, l'afflusso di capitale da azioni e altre forme di partecipazione azionaria e il deflusso di capitale da strumenti di debito. Nel 2022, l’importo netto degli investimenti da parte di società straniere ammontava a oltre 158 miliardi di PLN (oltre 36 miliardi di euro). Le aziende straniere sono maggiormente disposte a reinvestire che ad avviare nuove iniziative. La Banca Nazionale Polacca riferisce che l'anno precedente gli investimenti diretti esteri sono andati principalmente ad aziende impegnate in attività professionali, scientifiche e tecniche, di trasformazione industriale, di attività finanziarie e assicurative e informazione e comunicazione. Il reddito degli investitori diretti esteri in Polonia ammontava a 139,3 miliardi di PLN (oltre 32 miliardi di euro), e la maggior parte è stata guadagnata da società straniere che hanno investito nella trasformazione industriale, nel commercio, in attività finanziarie e assicurative e di informazione e comunicazione. La NBP ha anche fornito informazioni sugli investimenti esteri polacchi. Alla fine del 2023 ammontavano a 35,2 miliardi di PLN (oltre 8 miliardi di euro). Gli investimenti esteri polacchi sono aumentati del 23% rispetto al risultato del 2022 (allora erano 28,7 miliardi di PLN - oltre 6,6, miliardi di euro) e sono andati principalmente alla Repubblica Ceca, Norvegia, Romania e Svezia. Le transazioni principali sono state quelle sotto forma di azioni e altre forme di partecipazione al capitale (importo di 13,6 miliardi di PLN -  oltre 3 miliardi di euro). Le aziende polacche hanno investito all'estero principalmente nel commercio all'ingrosso e al dettaglio, nella trasformazione industriale, nell'estrazione mineraria e nelle attività finanziarie e assicurative. I paesi con una situazione simile sono Paesi Bassi, Germania, Lussemburgo e Francia.

Il Governo prepara il piano di riduzione del deficit da presentare a Bruxelles

Durante la seduta di martedì il governo ha adottato un piano di bilancio e un piano strutturale a medio termine per il periodo 2025-2028. Si tratta di un documento importante per la Polonia per mostrare alla Commissione Europea il ritmo con cui intende ridurre il deficit pubblico. Il rapporto debito/PIL dovrebbe raggiungere il 61,3% al suo picco massimo. Il bilancio e il piano strutturale includono le prime misure di consolidamento fiscale. L'attuazione del piano dovrebbe garantire una riduzione del deficit nominale del settore dal 5,5% del PIL previsto nel progetto di legge finanziaria nel 2025 al 2,9% del PIL nel 2028. Il governo ha tempo fino al 15 ottobre per presentare a Bruxelles il piano di bilancio e il piano strutturale a medio termine.

Riforma del contributo sanitario per gli imprenditori

Il governo prevede di introdurre modifiche al contributo sanitario per gli imprenditori. Secondo il progetto di modifica della legge sui servizi sanitari finanziati con fondi pubblici, pubblicato ieri, gli imprenditori non dovranno pagare il contributo sanitario sui ricavi e sui costi derivanti dalla cessione a titolo oneroso di beni strumentali e di beni immateriali. La necessità di queste modifiche deriva dall'aumento delle spese per l'assicurazione sanitaria che gli imprenditori devono sostenere dal 1º gennaio 2022 a seguito delle riforme introdotte dal Polski Ład. Nella giustificazione del progetto si sottolinea che l'obbligo di pagare il contributo sanitario sul reddito derivante dalla vendita di beni strumentali è percepito come ingiusto. Le nuove normative mirano a migliorare la redditività delle attività imprenditoriali. 

(Polonia Oggi, Gazzetta Italia) 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Venerdì 4 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Germania

Mobilità sostenibile: il modello tedesco

La Commissione Europea, secondo quanto dichiarato all’interno del documento “Sustainable and Smart Mobility Strategy”, punta a tagliare le emissioni prodotte dai mezzi di trasporto del 90% entro il 2050, promuovendo una mobilità sostenibile, sicura e accessibile. Entro la metà del secolo, quindi, la maggior parte dei mezzi di trasporto privati, pubblici e commerciali produrranno zero emissioni. Ma come è possibile raggiungere un obiettivo tanto ambizioso? Le istituzioni europee promuovono non solo l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico, ma anche la produzione e vendita di veicoli a basse emissioni e il ricorso a carburanti sostenibili.

Secondo un sondaggio di Greenpeace Deutschland, 4 cittadini tedeschi su 5 vorrebbero che le città fossero strutturate in modo da rendere l’utilizzo dell’auto meno necessario. AutoScout24 ha stilato la classifica delle città tedesche più sostenibili dal punto di vista della mobilità, basandosi su criteri quali: l’efficienza delle reti di trasporto urbano, l’accesso ai servizi di bike e car sharing, la presenza di piste ciclabili in città, la quota di incidenti con danni a persone e l’inquinamento dell’aria. Sul podio di questa classifica sono presenti Monaco, Friburgo e Stoccarda. Gli ultimi posti sono invece occupati da Amburgo, Lipsia e Dortmund.

Le città stanno diventando sempre più sostenibili, e anche i cittadini stanno modificando le loro scelte di trasporto, come evidenziato dalla rapida crescita del mercato delle auto elettriche in Germania. Nonostante l’iniziale riluttanza dei consumatori tedeschi, tradizionalmente legati alle auto alimentate con carburanti tradizionali, nel 2023 il 18% delle auto vendute erano elettriche, a cui si aggiunge il 6,2% di auto ibride.

In questo paese ci sono oltre 100.000 punti di ricarica per auto elettriche. Un altro aspetto interessante della mobilità a zero emissioni è rappresentato dai mezzi di trasporto a idrogeno: il segmento di mercato più promettente é quello dei mezzi pesanti a lunga percorrenza e dei bus cittadini. In Germania sono già stati implementati progetti di mobilità a idrogeno, dove la situazione pare promettente: anche grazie agli investimenti statali, le aziende riescono a ridurre i costi per l'acquisto di questa tipologia di mezzi.

Fonti:
https://transport.ec.europa.eu/transport-themes/mobility-strategy_en
https://www.bundesregierung.de/breg-de/schwerpunkte/klimaschutz/nachhalt...
https://www.ilsole24ore.com/art/auto-elettrica-perche-l-italia-e-ultimi-...
https://www.bundesnetzagentur.de/DE/Fachthemen/ElektrizitaetundGas/EMobi... 3%A4lt,52%20GW%20Ladeleistung%20bereitgestellt%20werden. https://www.edisonnext.it/it/nextjournal/la-mobilita-idrogeno-presto-rea... https://www.autoscout24.de/informieren/ratgeber/studienumfragen/urbane-m...

La Smart City: Uno Sguardo alla Germania

​1. ​Il concetto di SmartCity

Una smart city è una città intelligente che integra tecnologie digitali nelle proprie reti, servizi e infrastrutture per diventare più efficiente e vivibile a beneficio degli abitanti e delle imprese.

 Secondo la Commissione Europeasmart city significa: 

  • Reti di trasporto urbano intelligenti
  • Miglioramento dell'approvvigionamento idrico e delle strutture per lo smaltimento dei rifiuti
  • Modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici
  • Amministrazione cittadina più interattiva e reattiva
  • Spazi pubblici più sicuri

In altre parole, una città intelligente e sostenibile utilizza le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ITC) per migliorare la qualità della vita, l'efficienza e la competitività, garantendo nel contempo la soddisfazione dei bisogni delle generazioni presenti e future.

Secondo la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), la definizione di smart city include elementi come connettività domestica diffusa e Wi-Fi nelle aree pubbliche, infrastrutture intelligenti, contatori elettrici intelligenti, open data ed e-government.

2. Le SmartCity in Germania

Il governo tedesco sta investendo 820 milioni di euro in 73 progetti modello di Smart City, selezionati in tre fasi a partire dal 2019. Questi progetti, in linea con la "Smart City Charter", dimostrano come le qualità distintive delle città europee possano essere trasferite all'era digitale. Coinvolgendo l'intera società urbana, l'obiettivo è creare città e regioni vivibili e attraenti, focalizzate sui bisogni delle persone.

I progetti sfruttano la digitalizzazione per sviluppare soluzioni contro il cambiamento climatico e per migliorare i servizi comunali, affrontando in modo responsabile i rischi del cambiamento digitale. Attualmente in tutto sono 600 le misure pianificate o che hanno già iniziato a essere implementate.

Tra le città coinvolte troviamo grandi centri urbani come Lipsia e Colonia, città di medie dimensioni come Bamberg e Jena, e anche piccole città o comunità rurali.

Klimaschutzgesetz: cosa prevede la legge tedesca per la protezione del clima?

Il Green Deal è uno strumento europeo utile per il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici.

In Germania, a livello nazionale, i piani per la decarbonizzazione dell’economia tedesca sono declinati all’interno della legge sulla protezione del clima (Klimaschutzgesetz) del 2022, che ha sostituito il programma di protezione del clima 2030 (Klimaschutzprogramm 2030).

Le principali misure di protezione climatica della Germania dichiarate all’interno del Klimaschutzgesetz possono essere riassunte nei seguenti punti:

  1. Riduzione delle emissioni di gas serra del 65% entro il 2030 rispetto al 1990 (nuova legge sulla protezione del clima),
  2. Neutralità climatica entro il 2045 (nuova legge sulla protezione del clima),
  3. Aumento del prezzo della CO2 per il riscaldamento, il gas naturale, la benzina e il diesel (parte del programma di protezione del clima 2030)

Transizione energetica:

  • Eliminazione del carbone entro il 2038 (legge sull'eliminazione del carbone).
  • Efficienza energetica: promozione di costruzioni e ristrutturazioni ad alta efficienza energetica (inclusa la nuova legge sull'energia degli edifici),
  • Energie rinnovabili: La quota delle energie rinnovabili deve salire al 65% entro il 2030 (modifica della legge sulle fonti energetiche rinnovabili (“EEG 2021”)),
  • Idrogeno verde (strategia dell'idrogeno)

Trasformazione della mobilità

La riorganizzazione della mobilità verso modelli e soluzioni sostenibili è un pilastro fondamentale delle misure di protezione del clima della Germania. Una mobilità innovativa e rispettosa del clima significa innanzitutto pensare alla mobilità indipendentemente dai combustibili fossili e renderla possibile. La Germania sta investendo in particolare nelle seguenti forme alternative di mobilità (segue una selezione di misure importanti):

  • Elettromobilità

Sostegno all'acquisto di auto elettriche (“bonus ambientale” o “premio per l'acquisto di auto elettriche”) esteso fino al 2025 e integrato con un premio per l'innovazione,

  • Esenzione decennale dalla tassa di circolazione per le auto elettriche (prima immatricolazione entro il 31 dicembre 2025),
  • Punti di ricarica: 1 milione di punti di ricarica pubblici entro il 2030
  • Produrre batterie sostenibili e ad alte prestazioni in Germania, tra l'altro come prerequisito per la produzione di auto elettriche in Germania,
  • Ferrovia e trasporto pubblico locale
  • Riduzione dell'IVA per i biglietti dei treni a lunga percorrenza a partire dall'inizio del 2020.
  • Investimenti per l'espansione della rete ferroviaria e del trasporto pubblico locale.

Biodiversità e conservazione della natura

Il programma LIFE per la politica ambientale e climatica, lanciato nel 1992, è uno dei fiori all'occhiello dei finanziamenti dell'UE per l'ambiente e il clima. Il budget complessivo è stato aumentato rispetto al precedente periodo di finanziamento e ammonta a 5,432 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Almeno 2,1 miliardi di euro saranno disponibili per l'area prioritaria “Conservazione della natura e biodiversità”.

LIFE è composto dalle due sezioni del programma “Ambiente” e “Politica climatica”, ciascuna suddivisa in due priorità:

1. Ambiente

a) Conservazione della natura e biodiversità

b) Economia circolare e qualità della vita

2. Politica climatica

a) Protezione e adattamento al clima

b) Transizione energetica

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Venerdì 4 Ottobre 2024

Spagna. Il commercio estero mostra la sua tenuta in un contesto internazionale complesso

Secondo gli ultimi dati raccolti nel Rapporto Mensile sul Commercio Estero del Ministero spagnolo dell’Economia, del Commercio e dell’Impresa, redatto dalla Segreteria di Stato per il Commercio, il settore estero spagnolo continua a mostrare la sua tenuta in un contesto internazionale complesso.

Le esportazioni del mese di luglio 2024 hanno raggiunto 33.269,6 milioni, un massimo storico per un mese di luglio e un aumento del 9,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In termini destagionalizzati e con la correzione del calendario, sono cresciute del 2,9% su base annua.

Anche i dati cumulati da gennaio sono positivi. Nei primi sette mesi del 2024, le esportazioni di beni hanno raggiunto 228.375 milioni di euro, il secondo miglior dato della serie storica per lo stesso periodo (0,9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Le importazioni sono state pari a 247.411,3 milioni di euro (-1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

Il deficit commerciale è diminuito del 10,7% a 19.036,2 milioni di euro. Il saldo non energetico è diminuito del 40,3% a 1.192,5 milioni di euro, mentre il deficit energetico è diminuito del 7,7% a 17.843,7 milioni di euro.

I settori con i suprplus di bilancia maggiori sono stati: alimentari, bevande e tabacco (+11.832,8 milioni di euro), il settore automobilistico (+5.466,0 milioni) e i semilavorati non chimici (+3.941,9 milioni).

Per area geografica, le esportazioni verso l’Unione Europea-27 hanno rappresentato il 62,1% del totale, mentre le esportazioni verso destinazioni extra-UE hanno rappresentato il 37,9% del totale.

Nel periodo in esame è stato registrato un surplus di 20.210,2 milioni di euro con l’Unione Europea, mentre il deficit commerciale con i Paesi terzi è sceso a 39.246,4 milioni di euro. I Paesi con cui l’economia spagnola ha registrato le maggiori eccedenze sono stati: Francia (+13.765,6 milioni di euro), Portogallo (+8.595,6 milioni) e Regno Unito (+8.199,0 milioni).

Le esportazioni in Italia nel periodo gennaio-luglio 2024 sono rimaste invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 5,6%, in linea con i dati della media dell’Eurozona (-5,4%).

Per quanto riguarda le comunità autonome, quelle che hanno registrato la maggiore crescita delle esportazioni sono state le Isole Canarie ( 21,7%), seguite da Estremadura (14,5%) e Castilla y León (11,0%).

Il numero di esportatori regolari (quelli che hanno esportato più di 1.000 euro nell’anno di riferimento e in ciascuno dei tre anni immediatamente precedenti) è cresciuto del 4,9% nel periodo cumulato fino a luglio 2024, arrivando a 43.971 unità. Questi esportatori hanno realizzato vendite per un valore di 219.426,1 milioni di euro, pari al 96,1% del totale, con un aumento del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È possibile scaricare il rapporto cpompleto attraverso il link nel campo corrispondente.

Fonte: monedaunica.net

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Venerdì 4 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Australia

Opportunita' nel settore minerario in Australia

L'industria mineraria è da lungo tempo una pietra miliare dell'economia australiana. Le scoperte d'oro negli anni '50 del 1800 furono fondamentali per lo sviluppo iniziale del paese. Oggi, continua a essere uno dei settori più consolidati del paese, contribuendo per circa il 13,6% del PIL totale nel 2023. L'industria è fortemente orientata all'esportazione (75% delle esportazioni del paese), contribuisce in modo significativo alla forza lavora australiana ed è una delle principali influenze sul tenore di vita in Australia, sull’aumento dei redditi e sull’economia fiorente.

Alcuni dati chiave sul settore:

  • L'Indice dei Prezzi all'Esportazione per il Settore Minerario è aumentato dell'11,0% tra gli anni finanziari 2021-22 e 2022-23, dopo un aumento del 39,9% tra gli anni solari 2021 e 2022. Grazie a questa crescita nei prezzi il reddito totale del settore è cresciuto del 24% ($108.9 miliardi) nel 2023 rispetto al 2022.I guadagni minerari e il VA industriale sono cresciuti rispettivamente del 23,4% (52,0 miliardi di dollari) e del 23,2% (66,4 miliardi di dollari), guidati da un aumento del 21,6% (93,3 miliardi di dollari) nei ricavi da vendite e servizi.
  •  La crescita dei guadagni minerari è stata sostenuta dai settori dell'estrazione del carbone e del petrolio e gas, aumentati rispettivamente del 54,9% (26,1 miliardi di dollari) e del 73,9% (37,7 miliardi di dollari). La crescita dei guadagni è stata leggermente compensata da un calo del 16,5% (-19,9 miliardi di dollari) per il settore dell'estrazione dei minerali metallici. La crescita dei settori dell'estrazione del carbone e del petrolio e gas, e il calo del settore dell'estrazione dei minerali metallici sono stati rappresentati in modo simile nelle esportazioni di merci.
  • L'occupazione nell'industria mineraria è aumentata dell'8,8% (18.000 persone), guidata da una crescita del 7,7% (7.000 persone) nel settore dell'estrazione dei minerali metallici e da una crescita dell'8,6% (4.000 persone) nei servizi di esplorazione e supporto ad altre attività minerarie.
  • L'esplorazione nel settore minerario australiano riflette una tendenza divergente, con l'esplorazione dell'oro che ha registrato un notevole calo del 22,5% nell'anno fiscale 2023, mentre l'esplorazione del minerale di ferro rimane relativamente stabile grazie ai prezzi più elevati. La spesa totale per l'esplorazione è diminuita del 6,8% a 4,2 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2023, principalmente a causa dei cali nell'esplorazione dell'oro e del petrolio e gas. L'esplorazione dell'oro, sebbene rappresenti il segmento più grande, è prevista in ulteriore calo nell'anno fiscale 2024, con una media annuale di 949 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Al contrario, l'esplorazione di petrolio e gas è destinata a una crescita robusta, con un aumento previsto del 102,4% nell'anno fiscale 2024 e un'ulteriore espansione (33,8%) nell'anno fiscale 2025, posizionando il petrolio come il componente predominante dell'esplorazione mineraria.
  • Negli investimenti minerari, un recupero dal calo post-2013 è stato segnato da una crescita negli investimenti nel carbone e nei minerali metallici, portando a un aumento del 13,4% degli investimenti minerari totali a 43,9 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2022. La previsione attuale indica un aumento del 2,5% degli investimenti totali nell'anno fiscale 2023, con un incremento stimato del 4,1% negli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature. Questa prospettiva, più forte del previsto, è influenzata da fattori come i prezzi elevati del petrolio e progetti di grande rilevanza.

Il settore minerario in Australia offre numerose opportunità per le aziende italiane, grazie alla posizione del Paese come uno dei maggiori produttori mondiali di minerali come ferro, carbone, oro, rame e litio. Le aziende italiane specializzate in tecnologia e innovazione possono trovare un mercato in crescita, dato l'interesse dell'industria mineraria australiana per l'automazione, la robotica e soluzioni digitali avanzate che migliorino l'efficienza operativa. Anche la sostenibilità rappresenta una grande opportunità: con una maggiore attenzione all'adozione di pratiche ecologiche, le aziende italiane che offrono tecnologie per le energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e la riduzione delle emissioni di CO2 possono rispondere alle esigenze del mercato. Inoltre, vi è una forte domanda di macchinari e attrezzature specializzate, come quelli per l'estrazione mineraria e il trattamento dei materiali, ambiti in cui l'Italia eccelle nella produzione di soluzioni di alta qualità.

Un'altra area di grande interesse è legata ai minerali critici, come litio e cobalto, fondamentali per la transizione energetica e la produzione di batterie, dove le aziende italiane attive in questi settori possono beneficiare della crescente domanda. Le collaborazioni nella ricerca e sviluppo sono altrettanto importanti: le università australiane e i centri di ricerca sono aperti a partnership internazionali per sviluppare tecnologie innovative e sostenibili nel campo minerario. Anche i servizi di ingegneria e consulenza italiani, con la loro lunga tradizione di eccellenza, possono avere un ruolo chiave nel progettare e gestire nuove miniere o migliorare quelle esistenti. La sicurezza sul lavoro è una priorità nell'industria mineraria australiana, offrendo alle aziende italiane che forniscono dispositivi di protezione, formazione professionale e sistemi di monitoraggio della sicurezza opportunità di mercato significative. Infine, partecipare a eventi settoriali, come conferenze e incontri B2B, rappresenta una via importante per le imprese italiane per stringere relazioni con partner australiani e promuovere i propri prodotti e servizi innovativi.

Risorse

Australia's mining industry report (2024), https://www.ausimm.com/insights-and-resources/mining-industry/australian-mining-industry/ 

U.S. International Trade Administration (2024), Australia - Country Commercial Guidehttps://www.trade.gov/country-commercial-guides/australia-mining 

Australian Bureau of Statistics (2024), Australian Industry, https://www.abs.gov.au/statistics/industry/industry-overview/australian-industry/latest-release

Oxford Economics Australia (2024), Future of Construction in Australia https://oxfordeconomics.com.au/construction-sector-analysis-in-australia/#:~:text=Australian%20near%2Dterm%20building%20outlook,billion%20(constant%20FY2021%20prices) 

Australian Bureau of Statistics (2014), Mining Operations, Australia, 2012-13https://www.abs.gov.au/ausstats/abs@.nsf/7d12b0f6763c78caca257061001cc588/3bdd8d5646c35eccca257e7000155218!OpenDocument#:~:text=During%202012%2D13%2C%20sales%20and,June%202012%20and%20June%202013

Mercato immobiliare australiano: le cause dell'attuale crisi

L'Australia sta affrontando una grave crisi immobiliare, caratterizzata da un aumento esorbitante dei costi delle abitazioni e degli affitti, che sta mettendo a dura prova le finanze delle famiglie. Diverse cause hanno contribuito a generare questa situazione, tra cui incentivi fiscali, immigrazione crescente e regolamentazioni urbanistiche restrittive. Con sempre meno famiglie australiane, soprattutto giovani, capaci di accedere al possesso di una casa, l’importanza del tema è testimoniata dalla sua centralità nel dibattito pubblico e nella politica australiana.

Possedere una casa di proprietà, considerato simbolo di ricchezza e sicurezza ha da sempre costituito la componente principale del grande sogno australiano. Questa propensione è evidente nei livelli relativamente alti di proprietà della casa, rimasti ben oltre il 50% dal dopoguerra.

I prezzi delle case in Australia hanno avuto un primo picco nel 1950, raddoppiando in un solo anno, coincidente con la fine dei controlli sui prezzi della terra e degli affitti post-Seconda Guerra Mondiale. Prima di allora, i terreni nelle città erano relativamente economici, mantenendo bassi i prezzi delle case.

Con la crescente scarsità di terreni vicino ai centri cittadini e l'aumento dell'immigrazione, i prezzi sono aumentati costantemente negli anni '50, '60 e '70. In questo periodo, i prezzi delle case sono cresciuti in media del 3-4% all'anno, grazie ai miglioramenti nei trasporti personali e pubblici che hanno reso accessibili le aree suburbane lontane.

La deregulation del settore finanziario negli anni '80, insieme a un ambiente a bassa inflazione e bassi tassi di interesse negli anni '90, ha aumentato l'accesso delle famiglie ai finanziamenti, facendo crescere la domanda e i prezzi.

Il Grande Boom Immobiliare degli anni 2000 ha visto una crescita fenomenale, guidata dai mercati delle grandi città come Sydney, Melbourne e Brisbane. Tra il 1996 e il 2010, i prezzi delle case sono aumentati in media del 6,2% annuo e tra il 2012 e il 2017 del 5,2%, seguiti dal boom post-Covid degli ultimi tre anni.

Secondo l'Australian Bureau of Statistics (ABS), nel 1970 i prezzi medi delle case a Sydney erano circa $27.500, equivalenti a circa $250.000 oggi. Attualmente, il valore mediano delle case a Sydney è di $1,1 milioni. Sempre secondo l’ABS, una famiglia ha bisogno di un reddito annuale di $170.000 per permettersi la casa mediana a Melbourne, e di $260.000 per la casa mediana di Sydney, a fronte di un reddito famigliare mediano di $100.000 in entrambe le città.

Al tempo stesso, gli affitti mediani a Sydney hanno raggiunto i $3000 al mese, e i$2500 a Brisbane, dopo essere cresciuti di oltre l’8% all’anno dal 2020 a oggi.

Tra i vari fattori presi in considerazione come cause del fenomeno, si contano un’offerta limitata di nuove abitazioni relativamente all’immigrazione, regolamentazioni urbanistiche limitanti, e incentivi fiscali che causano distorsioni nel mercato.

Immigrazione

Nel dibattito pubblico, la colpa di questa situazione è spesso data a un’eccessiva immigrazione dall’estero. Tra il 2022 e il 2023, oltre 740.000 nuovi immigrati sono arrivati nel Paese, con un impatto particolarmente forte nel mercato degli affitti. Tuttavia, la tesi secondo cui gli immigrati sono la causa primaria dell’aumento dei valori immobiliari è ritenuta debole. Il tasso di immigrazione netta è infatti in decrescita da oltre un decennio, ed è in linea con le medie storiche.

Offerta di nuove case e regolamentazioni urbanistiche

Nel 2023, sono state costruite solo 170.000 nuove abitazioni, la quantità più bassa in dieci anni, in una tendenza che vede il tasso di nuove costruzioni per abitante in calo da quaranta anni. Uno dei fattori di questa tendenza è prettamente culturale: l’Australia ha infatti una forte predilezione per le abitazioni unifamiliari in contesti suburbani, che ha contribuito alla dispersione urbana e a creare ambienti molto estesi e con basse densità abitative. Nonostante la grandissima disponibilità di terra in Australia, tuttavia, i permessi di costruzione sono calati fortemente e si sono allungati i tempi per ottenerli, per via di un sempre più radicata mentalità NIMBY (Not In My Back Yard). Al tempo stesso, la maggior parte dei terreni migliori, perché più in prossimità dei centri urbani, è stata occupata. Il risultante aumento dei prezzi dei terreni ha anche aumentato i costi delle nuove costruzioni, con un ulteriore impatto negativo sul mercato.

Incentivi fiscali

Se l’immigrazione e il calo nella costruzione di nuove abitazioni hanno di sicuro peggiorato la crisi abitativa in Australia, un ruolo ancor maggiore è svolto da particolari incentivi fiscali presenti nel Paese.

Negli anni ‘30, per far fronte a una mancanza di abitazioni, il governo introdusse il cosiddetto negative gearing per incentivare gli investimenti privati in case da reddito. Presente tra i Paesi del OSCE in solo altre due nazioni (il Giappone e la Nuova Zelanda), negative gearing è uno schema fiscale che permette agli investitori di compensare le perdite di un immobile da reddito deducendole dal proprio imponibile fiscale. Negli anni ‘80, dopo un tentativo di riforma e indebolimento di questa politica che incontrò una forte opposizione pubblica, il negative gearing venne mantenuto nella sua forma originaria. Combinato con il rilassamento nella regolazione finanziaria di quel periodo e la riduzione di ulteriori misure, ha reso il regime fiscale per gli investimenti immobiliari ancora più attraente favorendo speculazioni nel mercato immobiliare e diminuendo l’attrattività di altri tipi di investimenti come quelli nel mercato azionario.

https://www.forbes.com/advisor/au/property/high-cost-of-australian-housing/

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Giovedì 3 Ottobre 2024

Spagna. Sánchez annuncia 4,5 miliardi di sussidi e 50 miliardi di prestiti per le PMI

Il governo ha deciso di raddoppiare i finanziamenti per le PMI, in modo che le aziende più piccole possano trasformarsi e crescere. Lo farà attraverso due meccanismi: trasferimenti e prestiti agevolati. 

Il Presidente Pedro Sánchez ha annunciato oggi due voci di 4,5 miliardi di sovvenzioni e quasi 50 miliardi di prestiti destinati esclusivamente alle aziende con un massimo di 249 lavoratori, dove lavora il 60% dei lavoratori dipendenti in Spagna. Entrambe le sovvenzioni provengono dal Piano di ripresa.

L'attuazione degli oltre 54.000 milioni di finanziamenti alle PMI si articolerà attraverso diversi meccanismi. Gli inviti a presentare proposte sono ora aperti. Secondo fonti governative, Red.es distribuirà 1,38 miliardi di sovvenzioni. Le varie Perte, da parte loro, riceveranno altri 3 miliardi di sovvenzioni. 630 milioni andranno alle garanzie CERSA. Altri 2,4 miliardi andranno al Social Impact Fund e al Cofides Co-investment Fund. L'ICO disporrà di oltre 30 miliardi di prestiti per le linee ICO Green e ICO Business and Entrepreneur.

L'annuncio del Primo Ministro è stato fatto in occasione di un evento sull'impatto del Piano di ripresa sulle PMI spagnole, tenutosi presso la Escuela de la Organización Industrial (EOI) di Madrid. È stata la prima volta che un capo di governo ha visitato questo centro aziendale, situato a pochi metri dal Palazzo della Moncloa, che lavora con 13.000 PMI ogni anno.

Le piccole e medie imprese sono state finora le principali beneficiarie del piano di ripresa nazionale. 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

Ultima modifica: Venerdì 17 Gennaio 2025
Mercoledì 2 Ottobre 2024

L’agenzia Moody’s ha alzato il rating del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo

Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.

Di André Catto, g1 - 02/10/2024

Martedì (1°), l’agenzia di rating del rischio Moody’s ha alzato il rating del credito del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo. Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.

La nuova classificazione indica ancora un “grado speculativo” che, secondo le agenzie di rischio, indica che il Brasile è meno vulnerabile al rischio a breve termine, ma continua ad affrontare l’incertezza in relazione alle condizioni finanziarie ed economiche avverse.

In altre parole, il Brasile non ha il cosiddetto “certificato del buon pagatore”, una classificazione che segnala un minor rischio di default per chi investe in titoli del Tesoro Nazionale.

A maggio Moody’s aveva annunciato il mantenimento del rating creditizio del Brasile al livello Ba2 e il cambiamento della prospettiva di valutazione da “stabile” a “positivo”, segnalando un possibile miglioramento del rating in futuro.

Fitch Ratings e Standard & Poor's (S&P) mantengono ancora il rating del Brasile con un rating creditizio BB, con un outlook “stabile”, che colloca il Paese in un grado speculativo, ma a due passi dall’investment grade.

 

Cosa ha detto Moody’s

Secondo l’agenzia, l’aumento del rating brasiliano riflette il significativo miglioramento del credito del Paese, inclusa una crescita più robusta del Prodotto Interno Lordo (PIL) e una storia crescente di riforme economiche e fiscali.

Il cambiamento, dice Moody’s, avviene nonostante il quadro fiscale del Brasile abbia ancora “moderata credibilità”, come si evince dal “costo relativamente alto del debito pubblico”.

Al contrario, una crescita più robusta e una politica fiscale con una coerente aderenza al quadro fiscale consentiranno al peso del debito di stabilizzarsi nel medio termine, anche se a livelli relativamente elevati”, ha affermato l’agenzia.

Secondo Moody’s, la decisione di mantenere le prospettive positive riflette la possibilità che la crescita economica e il rispetto del quadro fiscale contribuiranno a ridurre l’incertezza sulla traiettoria del debito brasiliano.

Per spiegare l’aumento del rating sovrano del Brasile, l’agenzia ha riferito di aver rivisto la previsione di crescita del PIL del Paese al 2,5%.

Ha anche iniziato a prevedere, nel medio termine, una crescita “molto più solida” rispetto agli anni precedenti la pandemia, “risultante, in parte, dalle riforme strutturali attuate nel corso delle amministrazioni successive”.

Nei prossimi anni prevediamo che la crescita continuerà ad essere generalizzata, con la domanda interna guidata da un mercato del lavoro relativamente forte – rispetto al passato del Brasile – e salari reali più alti”, ha continuato.

Nel documento, Moody’s ha inoltre indicato come progressi “nei successivi governi”:

  • il rafforzamento dell’indipendenza della Banca Centrale;
  • il miglioramento della governance delle aziende statali;
  • la digitalizzazione finanziaria e la riforma del lavoro.

La riforma fiscale, a sua volta, è stata definita “una notevole riforma strutturale che migliorerà il contesto imprenditoriale e l’allocazione delle risorse, contribuendo al potenziale di crescita a lungo termine”.

Infine, per quanto riguarda i conti pubblici, Moody’s ha dichiarato di aspettarsi un graduale miglioramento dei risultati primari del governo, in linea con gli obiettivi fiscali per il prossimo triennio.

In una dichiarazione pubblicata dopo la decisione dell’agenzia, il Ministero delle Finanze ha affermato che “mantiene il suo impegno per il miglioramento continuo dei risultati fiscali, compiendo sforzi per aumentare le entrate e contenere le spese”.

Oltre a stabilizzare il rapporto debito/PIL, un saldo fiscale più solido contribuirà a ridurre i tassi di interesse e a migliorare le condizioni del credito, creando un ambiente favorevole per l’espansione degli investimenti pubblici e privati”, ha affermato il Ministero.

Fonte: g1 | Economia

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Mercoledì 2 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Inflazione: in Europa cala, in Polonia cresce

A settembre l'inflazione in Polonia ammontava il 4,9%. Nella maggioranza dei paesi europei, l’inflazione ha cominciato a diminuire mentre in Polonia è aumentato dal 4,3% al 4,9%. Questo è il peggiore risultato da dicembre 2023. La più grande diminuzione dell’inflazione si è registrata in Spagna (il 0,8%), Francia e Islanda (il 0,6%) ed in Austria (il 0,5%). Oltre alla Polonia solo Portogallo e Belgio hanno notato l’aumento dell’inflazione. In generale a settembre l’inflazione nell’area dell’euro  è diminuita del 0,4%. Secondo gli analisti di Ebury questa diminuzione significa che i tassi di interesse della Banca centrale europea molto probabilmente diminuiranno del 0,25%. 

Buoni segnali dall'indice PMI

Da molti mesi gli economisti segnalano la difficoltà del settore più importante dell’economia polacca: l'industria. Tuttavia, le previsioni non si sono avverate, perché l'indice PMI per l'industria nazionale è aumentato in modo significativo. Questo indice misura le opinioni dei responsabili degli acquisti di 200 aziende di produzione operanti in Polonia. Gli analisti si aspettavano che il risultato di settembre sarebbe sceso più che in agosto, prospettavano un risultato di 46,5 punti, invece è aumentato a 48,6 punti. Il punto di equilibrio è considerato pari a 50 punti. Secondo un rapporto della società responsabile della preparazione dell’indice PMI, S&P Global Market Intelligence, il valore di settembre è il più alto da novembre 2023. Il risultato del PMI polacco è aumentato a settembre per il terzo mese consecutivo, il che significa che l'industria nel paese sta diminuendo a un ritmo più lento rispetto ad agosto. Trevor Balchin, direttore economico di S&P Global Market Intelligence, aggiunge che la differenza tra i dati per la Polonia e i dati flash per la zona euro è aumentata a 3,8 punti, il che significa che la situazione in Polonia è diventata indipendente dalla cattiva situazione economica nella zona euro. Gli analisti della PKO BP hanno anche notato che lo studio non ha riportato alcun impatto negativo dell’alluvione sul settore produttivo. Hanno inoltre attirato l'attenzione sulla diminuzione della correlazione tra l'indice PMI in Polonia e quello in Germania, che potrebbe significare una crescente diversificazione delle esportazioni nazionali. Si tratta di una notizia positiva se si considerano i gravi problemi dell'industria di trasformazione tedesca. Nonostante i risultati inaspettatamente buoni, gli economisti notano che non si tratta di un successo completo. A settembre l'afflusso di nuovi ordini è nuovamente diminuito, ma al ritmo più lento da novembre. La situazione è simile con la riduzione della produzione che è diminuita ad un ritmo più lento, questa volta da aprile. Nel rapporto, gli analisti affermano anche che si è verificato uno squilibrio nei pensionamenti e nelle riduzioni del personale temporaneo perché i nuovi lavoratori hanno rapidamente colmato le carenze di personale. A causa delle prossime festività natalizie, i produttori prevedono un aumento della domanda di prodotti finiti, aumentando le loro scorte per il secondo mese consecutivo. Allo stesso tempo, i prezzi di questi prodotti sono diminuiti per la 17^ volta in 18 mesi. Tuttavia, i salari reali nell’economia sono aumentati. I risultati molto peggiori della Polonia nel rapporto li hanno avuti la Germania, il cui PMI è sceso a 40,6 punti, e la Francia, che ha segnato 44,6 punti. Un indice più alto ha avuto la Spagna, con il PMI di 53 punti.

Tra qualche giorno Żabka si quoterà in borsa

Il previsto debutto del Gruppo Żabka (catena di piccoli negozi) alla Borsa di Varsavia avverrà intorno al 17 ottobre. La società intende raccogliere dal mercato fino a 6,45 miliardi di złoty, ma sarà venduto solo il 30% delle azioni emesse. L'offerta pubblica del Gruppo Żabka comprende fino a 300 milioni di azioni. Il prezzo massimo delle azioni nell'offerta è di 21,5 złoty. L'intera società, secondo il prezzo massimo, vale 21,5 miliardi di złoty. L'offerta di Żabka dovrebbe essere la più grande IPO in Polonia dopo l'offerta record di 2,8 miliardi di dollari dell'operatore di e-commerce Allegro.eu nel 2020. I ricavi del Gruppo Żabka nei primi sei mesi del 2024 sono stati pari a 11,15 miliardi di złoty, con un aumento di 1,97 miliardi di złoty (+21,5%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Come detto, Żabka non ha finora distribuito dividendi. Il gruppo prevede che entro il 2028 la sua rete di punti vendita in Polonia comprenderà circa 14.500 negozi, il che significa l'apertura di circa 4.500 nuovi negozi in Polonia tra il 2024 e il 2028.

Nuova sede di Santander Bank Polska, affittati 19 piani del grattacielo The Bridge a Varsavia

Santander Bank Polska ha firmato un contratto di locazione per 19 piani del grattacielo The Bridge, costruito da Ghelamco nel centro direzionale di Varsavia. Questa è la più grande transazione sul mercato degli uffici polacco dal 2022, che comprende circa 24.500 metri quadrati di superficie e una terrazza privata al 40° piano. La banca trasferirà la sua sede nel nuovo edificio il prossimo anno e nell'edificio adiacente Bellona verrà creata una filiale moderna della banca. Jarosław Zagórski, direttore generale di Ghelamco Poland, ha sottolineato che Santander affitta metà del grattacielo, il che dimostra l'elevata domanda di uffici di altissima qualità. Il Direttore di Santander Bank Polska Paweł Dziedzina ha dichiarato che il trasferimento fa parte della strategia della banca, che pone l'accento sull'esperienza dei clienti e dei dipendenti, nonché sulle soluzioni ESG a lungo termine e sulle tecnologie moderne che migliorano l'efficienza energetica.

(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025