Notizie mercati esteri

Lunedì 8 Luglio 2024

Emirati Arabi Uniti. Il settore non petrolifero trainerà la crescita del Consiglio di Cooperazione del Golfo per compensare i tagli alla produzione di petrolio

Secondo l'Institute of Chartered Accountants in England and Wales (ICAEW), il settore non petrolifero del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) rimarrà il principale motore di crescita della regione nel 2024 e negli anni successivi, mentre il PIL complessivo dovrebbe rallentare al 2,2% a causa della prevista riduzione della produzione petrolifera dovuta all'estensione dei tagli volontari alla produzione del gruppo Opec+ fino al terzo trimestre.

Secondo il rapporto Economic Insight, commissionato dall'ICAEW e redatto da Oxford Economics, il prolungamento dei tagli alla produzione implica un ritardo nella ripresa dei settori energetici del CCG, poiché la produzione di petrolio si ridurrà del 2,6% quest'anno, invece dell'espansione dell'1,3% prevista tre mesi fa.

Le previsioni di crescita del CCG sono state riviste al ribasso al 2,2% dal 2,7% di tre mesi fa, sebbene i settori non energetici rimangano resistenti, anche in Bahrain e Qatar.

(Contenuto editoriale della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Lunedì 8 Luglio 2024
Venerdì 5 Luglio 2024

La Moldova avrà accesso ai fondi europei per realizzare progetti nel campo dell'occupazione e dell'innovazione sociale

La Moldova avrà accesso ai fondi europei per realizzare progetti nel campo dell'occupazione e delle innovazioni sociali. Il Parlamento ha ratificato giovedì un accordo con l'UE sulla partecipazione della Moldova alla componente "Occupazione e innovazioni sociali" (EaSI) del Fondo sociale europeo Plus (FSE+).

La componente del Fondo, a cui parteciperà la Moldova, è finalizzata a creare il maggior numero di posti di lavoro, garantire la protezione sociale, combattere l'esclusione sociale e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro. Il budget previsto per questa componente ammonta a 762 milioni di euro ed è programmato per il periodo 2021-2027. Pertanto, le persone giuridiche della Repubblica Moldova potranno presentare progetti per il finanziamento, che saranno concordati in negoziati diretti con la Commissione Europea.

Il Fondo sociale europeo Plus è lo strumento dell'UE per gli investimenti nel capitale umano per il periodo 2021-2027. Ha un budget totale di 99,3 miliardi di euro. La Moldova partecipa anche ad altri strumenti di finanziamento europei: Dogana, FISCALIS, LIFE.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)

Ultima modifica: Mercoledì 10 Luglio 2024
Venerdì 5 Luglio 2024

Gli incontri tematici del G20 hanno aperto il mese di luglio a Rio de Janeiro in Brasile

Gli esperti hanno discusso temi come l'intelligenza artificiale e la lotta alla fame

Il primo vertice del G20 (Gruppo dei 20, che riunisce le principali economie del mondo) sotto la presidenza brasiliana si svolgerà solo a fine novembre, ma la città di Rio de Janeiro, che si appresta a diventare la Capitale del G20, è sempre più al centro dell’attenzione internazionale in merito. Il mese di luglio si è aperto con almeno tre incontri, uno rivolto alla comunità scientifica; il secondo, ai centri di ricerca; e un terzo con Sherpas (leader) di diversi paesi.

Lunedì 1° luglio e martedì 2 luglio si sono svolti gli incontri di Science 20 (S20), un gruppo di impegno per l'area della scienza e della tecnologia. Gli incontri, in un hotel a Barra da Tijuca, mirano a finalizzare un documento con raccomandazioni scientifiche e tecnologiche che sarà consegnato ai leader e ai capi di governo del blocco a novembre. La presidenza di S20 è responsabilità dell’Accademia Brasiliana delle Scienze. Il documento in preparazione affronta i temi dell’intelligenza artificiale, della bioeconomia, del processo di transizione energetica, delle sfide sanitarie e della giustizia sociale. Al forum hanno partecipato l'ambasciatore Mauricio Lyrio, Sherpa del G20 in Brasile, nonché un rappresentante del Ministero della Scienza, Tecnologia e Innovazione (MCTI).

Per il vertice S20 verranno in Brasile rappresentanti delle accademie scientifiche dei paesi del G20, nonché membri di organizzazioni scientifiche internazionali, come InterAcademia Partnership (IAP), International Science Council (ISC), Inter-American Network of Academies of Sciences (IANAS), Associazione delle Accademie e delle Società Scientifiche Asiatiche (AASSA) e il Consiglio Consultivo delle Accademie Europee (EASAC).

Agência Brasil ha avuto accesso alla bozza della lettera finale. Uno degli estratti sottolinea che i progressi nell’intelligenza artificiale (AI) sono cruciali per plasmare il futuro delle società, trasformare vari settori socioeconomici e guidare le scoperte scientifiche. “Tuttavia, il suo pieno potenziale è ancora in gran parte inesplorato. Sia i paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo devono attrezzare le proprie comunità scientifiche per sfruttare efficacemente le tecnologie dell’intelligenza artificiale”, sottolinea il documento, che fa riferimento anche all’etica, al rispetto della privacy, alla proprietà intellettuale e alla giustizia.

L'S20 è uno dei 13 gruppi di coinvolgimento del G20, una tipologia di forum paralleli che mirano a discutere di politiche pubbliche e percorsi di sviluppo.

T20

Un altro gruppo di impegno presente a Rio de Janeiro questa settimana è Think Tanks 20 (T20), che riunisce istituti di ricerca. Gli incontri si sono svolti martedì e mercoledì (3), presso la sede della Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES), nel centro della città.

Leader di 121 think tank nazionali e internazionali, membri del mondo accademico, rappresentanti del settore pubblico e privato e della società civile hanno discusso e proposto soluzioni alle principali sfide globali, inclusi argomenti come la lotta alla fame e alle disuguaglianze, la transizione energetica, la trasformazione digitale e la riforma della governance globale. Secondo l’organizzazione, “L’incontro rafforza la partecipazione dei think tank e delle istituzioni accademiche durante la presidenza brasiliana del G20, diffondendo la conoscenza prodotta dalle sei task force brasiliane del T20”.

Le conclusioni oggettive e le raccomandazioni sono state organizzate in una lettera e consegnate ai leader finanziari dei paesi del G20. Era la prima volta che la posizione veniva anticipata, in modo che potesse, di fatto, essere analizzata e influenzare le negoziazioni dei leader e la stesura della dichiarazione congiunta durante il vertice di novembre.

L'incontro è stato organizzato dal Centro Brasiliano per le Relazioni Internazionali (Cebri), dalla Fondazione Alexandre de Gusmão (Funag) e dall'Istituto di Ricerca Economica Applicata (Ipea).

Incontro degli Sherpa

Anche questa settimana, dal 3 al 5, si è svolto l'incontro degli Sherpa di diversi paesi. L'incontro ha rappresentato una novità della presidenza brasiliana del G20: una sessione congiunta degli Sherpa con i rappresentanti dei gruppi di impegno del G20, che hanno potuto trasmettere le loro priorità agli alti rappresentanti del governo.

Questa innovazione fa parte di G20 Social, un’iniziativa brasiliana per aumentare la partecipazione degli attori non governativi alle attività e ai processi decisionali del G20, che culminerà nel G20 Social Summit, dal 14 al 16 novembre, sempre a Rio de Janeiro.

Fonte: Agência do Brasil

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 10 Luglio 2024
Giovedì 4 Luglio 2024

Svezia. Fotovoltaico e agricoltura: l’Agrivoltaico

Negli ultimi anni, in Svezia vengono sviluppate nuove soluzioni per conciliare la necessità di aumentare il numero di pannelli fotovoltaici, e quella di non consumare le limitate terre coltivabili. Questa competizione tra le due finalità di utilizzo del terreno sta frenando lo sviluppo e la diffusione capillare del fotovoltaico, privando molti stati di uno dei migliori metodi per produrre energia “green”. L’agrivoltaico si propone come soluzione a questo problema, integrando una particolare tipologia di pannelli fotovoltaici, Tra le varie soluzioni, quella più affascinante ed efficace è quella sviluppata dall’università di Mälardalenche conduce da diversi anni studi di ricerca presso Kärrbo Prästgård, un’azienda agricola a conduzione familiare in Västerås, ed ha implementato il primo cosiddetto sistema agrivoltaico in Svezia, cioè un parco solare in cui viene coltivato il terreno. Uno dei risultati mostrati dallo studio dell’università mostra che l'1% del terreno agricolo svedese destinato alla produzione solare può generare fino a 25 TWh di energia solare all'anno. Con un sistema agrivoltaico la stessa area può generare 12,5 TWh mantenendo la produzione alimentare. Ciò corrisponde a quasi un decimo della domanda totale di elettricità della Svezia, che negli ultimi dieci anni è stata in media di poco meno di 140 TWh all'anno.

Il proprietario della fattoria “Kärrbo Prästgård”, Ulf Andersson, racconta di come è arrivato a trovare l’equilibrio che ha ora nella sua azienda tra terre coltivabili e pannelli fotovoltaici. Si basa tutto sull’idea di poter utilizzare il terreno sotto i vari pannelli, ad esempio per coltivare verdure e ortaggi che possono soffrire una lunga esposizione al sole, oppure semplicemente lasciando che cresca dell’erba che gli animali possono poi brucare mentre pascolano. Nella sua fattoria Ulf, che lavora con sua figlia Mova, ha deciso di abbandonare l’allevamento di maiali, e concentrarsi su altri animali come mucche e pecore. Dato che il grano fa fatica a coesistere con i pannelli solari, ed è anche il cibo principale dei maiali, Ulf ha cambiato anche le piante seminate, con un focus verso l’erba per il pascolo e vari ortaggi. In questo modo è riuscito a mantenere la sua produttività, producendo grandi quantità di energia pulita.

Ma non è finita qui. Ulf ha anche intenzione di creare un impianto ad idrogeno, cioè un impianto in grado di immagazzinare l’energia solare, trasformarla in idrogeno, conservarla per utilizzarla anche quando il sole non splende, ad esempio per riscaldare la casa, le stalle o seccare il fieno. Nel prossimo futuro, la Kärrbo Prästgård pensa di raggiungere l’autosufficienza energetica, con l’obiettivo di vendere il surplus di energia accumulata.

L'interesse per quello che succede a Kärrbo Prästgård cresce in Svezia ma non solo. Sono stati condotti e sono in corso numerosi studi di ricerca sull’idrogeno in agricoltura, visto il potenziale enorme di questa nuova soluzione. Sicuramente, visto la direzione green che sta prendendo l’economia, l’agrivoltaico giocherà un ruolo importante.

(Fonti:

https://www.di.se/nyheter/lantbrukarna-bygger-solceller-pa-akrarna/

https://en.wikipedia.org/wiki/Agrivoltaics)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025
Giovedì 4 Luglio 2024

Notizie dai mercati esteri - Repubblica Ceca

Il mercato degli alberghi sta dando segnali di ripresa

Il mercato degli alberghi in Repubblica Ceca sta dando segnali di ripresa. Lo scrive il quotidiano Hospodářské noviny.

Le transazioni immobiliari con gli alberghi sono state per lungo tempo congelate per effetto della pandemia da Covid-19 e dell’instabilità del settore. “Sul mercaro ci sono i grandi alberghi, strutture boutique nella capitale e immobili in regioni (fuori Praga)” scrive il quotidiano. Alcune possibili transazioni sono state annunciate pubblicamente, come la vendita dell’hotel Hilton grazie alla risoluzione delle controversie tra gli attuali proprietari, o dell’hotel Four Season vicino al Ponte Carlo. E’ stato invece già venduto il hotel Perla nella Città Vecchia.

Sul mercato immobiliare degli alberghi c’è vita anche fuori Praga. Una cordata di investitori, tra cui la miliardaria Renata Kellnerová, ha acquisito per 700 milioni di corone l’hotel Harmony nella nota località di montagna Špindlerův Mlýn. In vendita sono poi due famosi alberghi a Karlovy Vary – il Sanssouci e l’Imperial.

(Fonte: https://archiv.hn.cz/c1-67337990-trh-s-hotely-rozmrza-na-prodej-jsou-four-seasons-i-hilton-prvni-je-nejluxusnejsi-druhy-nejvetsi-v-cesku)

 

Migliora il bilancio della PA nel primo semestre

Il bilancio della pubblica amministrazione in Repubblica Ceca ha registrato nel primo semestre un miglioramento rispetto agli anni precedenti. Lo ha comunicato il Ministero delle Finanze.

Nei primi sei mesi il deficit di bilancio ammontava a 178,6 miliardi di corone. Il dato del primo semestre di quest’anno è il migliore degli ultimi cinque anni e registra un miglioramento di quasi 37 miliardi di corone rispetto al 2023.

“Le entrate nel bilancio dello stato stanno crescendo a un ritmo più veloce, di quello previsto” ha indicato il ministro delle Finanze Zbyněk Stanjura. Le entrate nei primi sei mesi sono cresciute del 39 miliardi di corone con un buon aumento del gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dell’IVA. Le uscite dello stato sono invece rimaste sostanzialmente stabili con un aumento di appena due miliardi di corone.

(Fonte: https://www.mfcr.cz/cs/ministerstvo/media/tiskove-zpravy/2024/pokladni-plneni-sr-56290)

 

Migliora la digitalizzazione in Repubblica Ceca

Migliora la digitalizzazione dei processi amministrativi e imprenditoriali in Repubblica Ceca. Lo indica l’indice DESI.

Il punteggio conseguito dalla Repubblica Ceca lo scorso anno è migliorato al 68%. Nonostante l’aumento la Repubblica Ceca si piazza in fondo alla classifica comunitaria, al 20simo posto tra i 27 stati dell’UE. “I risultati dell’indice DESI riflettono lo vero stato della digitalizzazione nel paese, che è stata a lungo trascurata” ha indicato il vicepremier Ivan Bartoš che vede i maggiori handicap nella pubblica amministrazione.

La valutazione non è univoca in tutte le aree. La popolazione ceca ha un buon livello di skills digitali. Quasi il 70% dei cechi ha almeno le competenze di base, quindici punti percentuale sopra la media UE. Molto scarsi invece i risultati ad esempio per quanto riguarda i moduli precompilati o il cambio di residenza.

(Fonte: https://www.dia.gov.cz/wp-content/uploads/2024/07/TZ_DESI_Ceska_republika_.pdf)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025
Giovedì 4 Luglio 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Aumento del budget per il programma "Il mio elettrico"

Il budget del programma polacco "Il mio (approccio) elettrico" è stato aumentato di 60 milioni di zloty. Questo progetto è destinato a cofinanziare l'acquisto di auto elettriche per singoli clienti e imprenditori. Un ulteriore pool sarà costituito dai fondi per il leasing, che sta diventando sempre più popolare tra gli utenti del programma. L'importo del sostegno, grazie ai nuovi fondi, ammonterà a 960 milioni di zloty. Secondo la normativa, le domande di finanziamento possono essere presentate fino al 30 settembre 2025, salvo esaurimento anticipato del budget. Attualmente si sta lavorando per introdurre un sistema di sussidi per le auto elettriche utilizzando i fondi del Piano Nazionale di Ricostruzione. I dati di fine maggio 2024 mostrano che in Polonia sono immatricolate complessivamente oltre 66.000 macchine elettriche, sia autovetture che veicoli commerciali.

 

Il Consiglio di politica monetaria mantiene i tassi di interesse al 5,75%

Ieri il Consiglio di politica monetaria ha detto che i tassi di interesse sono stati mantenuti al 5,75% per l'ottava volta. Tuttavia, solo da luglio sono entrati in vigore gli aumenti dei prezzi dell'elettricità e del gas, che avranno un forte impatto sull'inflazione, che a giugno si è attestata al 2,6% in Polonia. Il Ministero per il Clima e l'Ambiente ha previsto che le bollette dell'elettricità aumenteranno del 29% e quelle del gas del 15%. Inoltre, le nuove tariffe approvate per i venditori di energia dovrebbero rimanere in vigore per un anno e mezzo. Secondo gli analisti della Bank Pekao, i prezzi dell'energia e del gas aumenteranno l'inflazione di 1,5 punti percentuali fino al 4% e per la fine dell'anno prevedono un aumento dei prezzi del 4,5%. Il consiglio di politica monetaria vede il rischio di una crescita dinamica dei salari. Lo stipendio medio mensile è aumentato del 14,4%, raggiungendo gli 8.100 zloty lordi, e dell'11,6% se si tiene conto dell'inflazione. Bartosz Sawicki, analista fintech di Cinkciarz.pl ha detto che la ripresa delle riduzioni deve attendere la prossima primavera, quando l'inflazione avrà superato il picco massimo. Un mese fa, il presidente della Banca Nazionale Polacca Adam Glapinski ha ribadito che non ci si deve aspettare alcun taglio dei tassi di interesse nel 2024.

 

Rapporto di Orlen sulla crescita della domanda di idrogeno

Secondo un rapporto redatto da Orlen e S&P Global, la Polonia non sarà in grado di soddisfare la domanda di idrogeno a emissioni zero a causa dell'insufficienza di impianti dei fonti di energia rinnovabili. La direttiva RED III dell'UE ha fissato obiettivi per i carburanti rinnovabili entro il 2030 e il 2035, sostenendo anche l'uso di idrogeno rinnovabile, prodotto utilizzando elettricità da fonti rinnovabili. L'industria polacca utilizza attualmente l'idrogeno nel settore chimico, ma viene prodotto dal gas naturale. Secondo la direttiva, almeno l'1% dell'energia utilizzata nei trasporti dovrà essere basata su idrogeno rinnovabile. Mentre nell'industria si prevede che il livello minimo di utilizzo di idrogeno rinnovabile sarà del 42% nel 2030 e già del 60% del consumo totale di idrogeno nel 2035. Il rapporto mostra che la domanda di idrogeno rinnovabile aumenterà nei prossimi anni, soprattutto nei settori dei fertilizzanti e dei trasporti. Il mercato polacco richiederà più di 265.000 tonnellate di questo gas nel 2030 e più di 514.000 tonnellate nel 2035. Tale produzione richiederà l'espansione della capacità dei fonti di energia rinnovabili e delle infrastrutture per l'idrogeno. Si parla di costruire terminali di importazione, una rete di condotte d'acqua interna, magazzini e di potenziare i collegamenti stradali e ferroviari. Gli autori del rapporto prevedono che in Polonia l'energia da fonti rinnovabili per la produzione di idrogeno non sarà disponibile su una scala tale da soddisfare gli obiettivi dell'UE. Mancheranno 5,3 TWh di elettricità verde, con conseguente gap di idrogeno, che sarà di oltre 140.000 tonnellate nel 2030. “Da un lato dobbiamo massimizzare la produzione interna di idrogeno, dall'altro dobbiamo valutare da dove può essere importato, dove avrà un prezzo competitivo, per tenere sotto controllo i costi della transizione energetica” ha detto Anna Filipowicz dell'Ufficio Sviluppo Sostenibile e Trasformazione Energetica della Orlen. Indica forniture dal Medio Oriente, dall'Africa e dagli Stati Uniti, ma anche dalla Penisola Iberica o dalla Scandinavia. 

 

La Commissione Europea ha approvato le modifiche al PNRR polacco

La Commissione Europea ha accettato le modifiche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) della Polonia. Invece di introdurre una tassa sui veicoli a combustione interna al momento della registrazione, il governo polacco ha proposto la creazione di un programma di sovvenzioni per l'acquisto di veicoli elettrici nuovi e usati. Questo programma sarà finanziato dal PNRR e avrà un budget di 373 milioni di euro, che permetterà di finanziare 40.000 veicoli. Il PNRR polacco, che ha ricevuto 59,8 miliardi di euro dal fondo di ripresa, non ha cambiato il suo valore né il numero di obiettivi da raggiungere. Tuttavia, il governo ha apportato modifiche a 14 delle 55 riforme e a 27 delle 56 investimenti. Queste modifiche sono state approvate dalla Commissione Europea il 1° luglio. Oltre alle modifiche riguardanti la tassa sui veicoli a combustione interna, altre importanti modifiche includono lo spostamento di fondi a sostegno dell'agricoltura e della trasformazione alimentare. Questi fondi copriranno investimenti in magazzini per cereali, centri di distribuzione e mercati all'ingrosso, comprese le cooperative. Il governo ha anche cambiato l'approccio alla riforma degli ospedali, proponendo la modifica delle leggi esistenti invece di introdurre una nuova legge per la modernizzazione e il miglioramento dell'efficienza delle strutture sanitarie.

(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025
Giovedì 4 Luglio 2024

Spagna. Il settore agroalimentare ha contribuito per quasi il 9% al PIL nazionale nel 2023

Cajamar ha presentato lo scorso 2 luglio l'ultima edizione dell' "Osservatorio sul settore agroalimentare spagnolo nel contesto europeo". Lo studio, che viene pubblicato annualmente dall'entità finanziaria, offre un'analisi dell'evoluzione dei principali indicatori della catena del valore del settore agroalimentare spagnolo nel suo complesso nel 2023.

In particolare, il settore, considerando l'intera catena del valore, ha visto crescere il proprio valore aggiunto lordo (VAL) del 2,3% in termini reali, leggermente al di sotto del totale dell'economia (2,5%), ma al di sopra di quello dell'UE-27 (1,9%). Alla base di questa crescita c'è il maggiore dinamismo del settore della distribuzione (il cui VAL è aumentato del 4,3%) e dell'industria di trasformazione (3,4%), che contrasta con il calo dell'1,9% del settore primario. Pertanto, il settore agroalimentare contribuisce all'8,94% del PIL spagnolo (leggermente superiore all'8,9% nel 2022), con un valore di 119.140 milioni di euro. Per quanto riguarda l'occupazione, è aumentata dello 0,3% nel 2023, raggiungendo i 2.394.353 dipendenti, l'11,3% dell'economia totale (4 decimi in meno rispetto al 2022).

Come di solito accade, una caratteristica del settore agroalimentare è la sua importanza come pilastro del settore delle esportazioni, con il valore esportato che torna a un massimo storico di 72.258 milioni di euro, il 3,5% in più rispetto al 2022. Tuttavia, questa crescita si spiega con l'aumento del prezzo dei prodotti agroalimentari (in termini di volume, le esportazioni sono diminuite), in un contesto che continua a essere influenzato dall'aumento dei costi di produzione e dall'inflazione. Il settore agroalimentare contribuisce al 18,5% delle esportazioni totali di beni della Spagna (un punto in più rispetto al 2022), il più alto tra le principali economie esportatrici europee. La Spagna rimane il quarto esportatore del settore agroalimentare nell'UE-27, con una quota del 9,9% delle esportazioni totali verso l'UE. Un altro aspetto da sottolineare è l'elevata competitività del settore agroalimentare spagnolo nel contesto europeo, che si spiega soprattutto con la sua maggiore produttività. Il valore aggiunto per dipendente del settore è del 22,4% superiore a quello dell'UE-27. Questa elevata produttività si traduce in una maggiore competitività, in quanto il costo del lavoro per unità di prodotto è inferiore del 15% rispetto a quello dei concorrenti europei.

Il processo inflazionistico in atto nel settore, sebbene sia stato contenuto per tutto il 2023 in Spagna e nell'UE-27, continua a produrre alti tassi di crescita dei prezzi di alimenti e bevande. Ciò è dovuto al fatto che i costi di produzione non sono stati sufficientemente ridotti, nonostante il calo della spesa energetica a seguito della guerra tra Ucraina e Russia, alle tensioni sui mercati internazionali dovute alla carenza di alcuni prodotti, nonché alla siccità che è alla base di queste tensioni e allo scarso raccolto di prodotti rilevanti per l'economia spagnola e dell'UE. Così, alla fine del 2023, i prodotti alimentari e le bevande analcoliche hanno raggiunto un tasso di inflazione del 7,3% in Spagna e del 5,9% nell'UE-27, ancora alto, ma lontano dal 15,7% e dal 17,8% registrati in entrambe le economie nel 2022.

Il rapporto completo (in lingua spagnola) è disponibile a questo link.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Mercoledì 22 Gennaio 2025
Mercoledì 3 Luglio 2024

Notizie dai mercati esteri - Brasile

Fitch conferma il rating del Brasile a “BB”, con outlook stabile

L’agenzia di rating del rischio ha dato risultati positivi per l’economia brasiliana, ma c’è un’indicazione sui limiti del futuro, ancora incerti sul piano fiscale.

Fitch ha riaffermato questo giovedì (27) il rating di rischio del Brasile a “BB”, con outlook stabile. Nonostante abbia indicato punti positivi a sostegno del rating, l’agenzia di rating del rischio ha notato che ci sono dei limiti dovuti, tra l’altro, alle incertezze fiscali.

Tra i punti positivi citati dall’agenzia a sostegno della classificazione del Brasile ci sono:

  • L’economia ampia e diversificata del Paese;
  • reddito pro capite elevato;
  • forti finanze esterne e resilienza agli shock;
  • bassa quota di debito in valuta estera, tra gli altri punti.

Fitch ha sottolineato, tuttavia, che la percezione è limitata da un “basso potenziale di crescita economica, bassi punteggi di governance, rigidità di bilancio e debito pubblico elevato e crescente in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL)”.

“Le prospettive incerte di ridurre gli ampi deficit fiscali, nonostante l’attuazione di una nuova regola fiscale, rimangono una fonte chiave di vulnerabilità macroeconomica, con ripercussioni negative sulla fiducia del mercato e sulla politica monetaria”, ha affermato l’agenzia in un rapporto.

Fitch prevede un disavanzo primario pari allo 0,7% del PIL nel 2024, il che implica una modesta deviazione dall’attuale obiettivo di deficit zero del governo.

“La regola fiscale del Brasile richiederà tagli alla spesa se le proiezioni ufficiali segnalano una tale deviazione, e potrebbero esserci pressioni per allentare gli obiettivi per evitare ciò, rappresentando un test per questo nuovo scenario.”

L’agenzia ha affermato che le prospettive fiscali oltre il 2024 sono ancora più incerte e che nei prossimi anni saranno necessarie nuove misure sulle entrate per compensare quelle attuate che sono transitorie.

Ha inoltre sottolineato che probabilmente saranno necessari cambiamenti nella spesa e che, sebbene si stiano valutando delle opzioni, queste “non hanno un chiaro sostegno all'interno del governo”.

In mezzo al deterioramento delle prospettive fiscali del paese, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) ha affermato giovedì che c’è sempre spazio per rivedere la spesa nel bilancio.

Sul lato positivo, Fitch ha evidenziato una crescita resiliente dell’economia nazionale, con una proiezione di crescita dell’1,7% nel 2024, oltre alle prospettive di crescita del PIL reale del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026 e un surplus commerciale vicino al livello record raggiunto nel 2023.

(Fonte: g1 | Economia)

 

Il Brasile supera gli Stati Uniti nelle esportazioni di cotone nel 2023/2024, ma la posizione non è definitiva

Il Brasile è ufficialmente e, per la prima volta, il più grande esportatore mondiale di cotone, superando gli Stati Uniti. L’obiettivo, previsto solo nel 2030, è stato raggiunto ancor prima della fine dell’anno commerciale 2023/2024. La notizia è stata celebrata nel corso della 75esima riunione della Camera Settoriale della Filiera del Cotone e dei Derivati, tenutasi nell'ambito della XXI Anea Cotton Dinner, conferenza promossa dall'Associazione Nazionale degli Esportatori di Cotone (Anea), a Comandatuba, Stato di Bahia. Ma le entità presenti all’incontro sottolineano che questa posizione non sarà necessariamente mantenuta nel prossimo ciclo, ma Brasile e Stati Uniti dovrebbero continuare ad essere appaiati o alternati in testa alla classifica in futuro.

Nel corso dell’evento sono stati annunciati anche altri importanti marchi per la produzione del cotone in Brasile. Secondo i dati dell’Associazione Brasiliana dei Produttori di Cotone (Abrapa), nel raccolto attuale, il Brasile dovrebbe raccogliere circa 3,7 milioni di tonnellate di cotone lavorato (piuma) e le esportazioni raggiungeranno circa 2,6 milioni di tonnellate. Il raccolto sta iniziando ad accelerare nel Paese e le entità stimano che la qualità sarà superiore a quella ottenuta nel raccolto 2022/2023. Circa il 60% della produzione è già stato venduto.

“La leadership nella fornitura globale di piume è una pietra miliare storica, ma non è un obiettivo in sé e non era prevista così presto. Prima di allora, lavoravamo continuamente per migliorare i nostri processi, aumentando ogni giorno la qualità, la tracciabilità e la sostenibilità e, di conseguenza, l’efficienza”, spiega il presidente di Abrapa, Alexandre Schenkel.

Sebbene sia cauto nel celebrare il risultato globale, Schenkel sottolinea che è importante ricordare che, poco più di due decenni fa, il Paese era il secondo maggiore importatore al mondo. “Questa inversione di tendenza è dovuta a tanto lavoro e investimenti nella riconfigurazione totale dell’attività, con ricerca, sviluppo scientifico, professionalità e unità. È un traguardo che ci riempie di orgoglio come produttori e come cittadini”, afferma.

Secondo il presidente dell’Anea, Miguel Faus, è difficile garantire che l'anno prossimo il Paese rimanga in testa alla fornitura di piume all’industria mondiale. “Ciò dipenderà dal raccolto americano, che, come annunciato oggi, è in aumento e tende ad essere maggiore rispetto allo scorso anno, e le esportazioni da entrambi i paesi saranno vicine in termini di volume. L’importanza di questo podio è che riflette il lavoro di molti anni dell’intero settore: produttori, esportatori e catena logistica. L’obiettivo è arrivato in anticipo e il mancato raccolto americano ha influito su questo risultato”, riflette Faus.

 

Industria

L’aumento della produzione di cotone in Brasile mette a dura prova anche l’industria tessile nazionale, il cui consumo, negli ultimi anni, è stazionario intorno alle 700-750mila tonnellate di piuma. Presente all’incontro, il presidente del direttore-sovrintendente dell’Associazione Brasiliana dell’Industria Tessile e dell’Abbigliamento (Abit), Fernando Pimentel, precisa che l’entità e Abrapa stanno discutendo le modalità per aumentare la produzione di filati e tessuti nel Paese, per un milione di tonnellate all’anno.

“Devi realizzarlo. E una delle prime condizioni è incentivare il consumo nel punto vendita. Il nostro settore ha subito attacchi ricorrenti da parte di importazioni provenienti da paesi che non sempre competono equamente con noi. Si tratta di origini che hanno costi più bassi, meno tasse e tassi di interesse più competitivi. Non è un’agenda semplice, ma credo che si possa lavorare puntando sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente, sull’energia pulita e sulla certificazione”, afferma Pimentel. Aggiunge che questo non è una strada istantanea. “Ci vorrà molta dedizione, strategia e buona esecuzione”, conclude.

 

(Fonte: Abrapa Notícias Agrícolas)

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025
Mercoledì 3 Luglio 2024

Moldova. Celebrazione degli otto anni dalla firma dell'Accordo di Associazione Moldova-UE

La delegazione dell'Unione Europea presso la Repubblica Moldova ha ricordato che lunedì ricorrono otto anni dall'entrata in vigore dell'accordo di associazione Moldova-UE.

"Durante questo periodo, l'UE ha contribuito alla modernizzazione e alla democratizzazione della Moldova ed è diventata il più importante partner commerciale del Paese. Oltre alla cooperazione in settori quali il commercio, la sicurezza e la cultura, il documento comprendeva anche l'accordo per un'area di libero scambio globale e approfondita, che ha ridotto le barriere commerciali tra l'UE e la Moldova, contribuendo così alla crescita economica del Paese", ha dichiarato la delegazione.

L'accordo di associazione è stato firmato il 27 giugno 2014 al vertice dell'UE a Bruxelles. È stato ratificato dal Parlamento moldavo il 2 luglio 2014 ed è diventato parzialmente applicabile il 1° settembre 2014. Il documento è entrato pienamente in vigore il 1° luglio 2016, dopo la ratifica dell'accordo da parte dei parlamenti di tutti gli Stati membri dell'UE.

Il fatturato commerciale dell'UE con la Moldova è aumentato da 3,3 miliardi di euro nel 2016 a circa 7,2 miliardi di euro nel 2023. L'UE rappresenta ora poco più del 65% del volume degli scambi commerciali della Moldova.

In seguito allo scoppio dell'aggressione russa in Ucraina nel 2022, il Consiglio dell'UE ha deciso di eliminare le quote e le tariffe su sette categorie di esportazioni agricole moldave, tra cui pomodori, mele, prugne e uva (le esportazioni sono raddoppiate). Nel luglio 2023, l'UE ha esteso le importazioni in franchigia doganale fino al 24 luglio 2024 e nel maggio 2024 le ha estese fino al 24 luglio 2025.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025
Mercoledì 3 Luglio 2024

Sudafrica. Sfide per le aziende italiane nel mercato sudafricano: la questione dei visti, la carenza di personale qualificato e scenari futuri

L'espansione delle aziende italiane in mercati emergenti come il Sudafrica presenta numerose opportunità, ma anche sfide significative, soprattutto quando si tratta di reclutamento e gestione del personale. In particolare, le difficoltà legate alla carenza di personale qualificato e alle restrizioni sui visti possono impattare notevolmente la capacità delle aziende di operare efficacemente e di crescere in questo contesto.

 

Il Sudafrica è un’economia in via di sviluppo che necessita di lavoratori qualificati in diversi settori. Tuttavia, le carenze del sistema educativo pubblico locale rendono difficile per le aziende trovare personale adeguatamente formato, e ciò nonostante il potenziale di talenti locali che, se adeguatamente sfruttato, rappresenterebbe un canale vantaggioso per il reclutamento. Disporre di personale locale qualificato comporterebbe costi significativamente più bassi per le aziende e garantirebbe una disponibilità immediata di lavoratori.

 

Un sondaggio* condotto nel 2021 dalla Camera di Commercio Europea in Sudafrica (che ha per Vicepresidente proprio il nostro Segretario Generale, Pamina Bohrer) ha confermato quanto appena descritto, rivelando che il 78,6% delle aziende intervistate ha dichiarato di preferire, ove possibile, l'assunzione di personale locale.

(*sondaggio disponibile su richiesta)

 

Detto ciò, vale la pena ricordare che per soddisfare la domanda complessiva di personale qualificato, il Sudafrica mette a disposizione una serie di visti per competenze specifiche, permettendo a stranieri con qualifiche particolari di lavorare legalmente nel Paese. Questa lista di competenze specifiche, fondamentale per attrarre talenti dall'estero, è stata aggiornata l'ultima volta nell’ottobre 2023.

Department of Home Affairs - UPDATED: Critical Skills List & Checklist (dha.gov.za)

 

Ne consegue, dunque, che alcuni settori siano meno impattati dalle restrizioni sui visti rispetto ad altri. Ad esempio, gli ingegneri stranieri ottengono più facilmente il visto per lavorare in Sudafrica.

 

Come spiega Guido Angelucci, Direttore di Gast Consulting, azienda fornitrice di servizi per l’immigrazione con sede a Città del Capo, fino a quando la lista delle competenze specifiche non verrà ulteriormente aggiornata, i lavoratori stranieri appartenenti alle categorie di professioni non elencate incontreranno difficoltà nell'ottenere il visto, anche nei casi in cui vi sia una importante carenza di “skills” locali.

 

Angelucci sottolinea come il problema riguardi anche la lunghezza del tempo attualmente necessario per ottenere il visto. Il passaggio da un sistema decentralizzato a uno centralizzato, e il successivo ritorno a un sistema decentralizzato, ha infatti costituito uno stravolgimento che ha causato grandi ritardi nei processi burocratici. 

 

Entrando più nel dettaglio, la modifica iniziale (centralizzazione) è stata apportata perché le domande di visto venivano elaborate dalle missioni sudafricane estere, le quali fornivano l’esito direttamente ai cittadini stranieri, senza però essere in grado di garantire l’uniformità nell’applicazione della legge sull’immigrazione. 

 

La successiva creazione di un sistema centralizzato, che prevedeva l’elaborazione delle domande da parte del Dipartimento degli Affari Interni di Pretoria, non ha però tenuto conto dei numeri massicci, con il seguente risultato: il Dipartimento non riusciva più a gestire l’elevato numero di domande. 

 

Angelucci afferma: “il ritorno ad un sistema decentralizzato, in aggiunta alla confusione generata dagli improvvisi cambiamenti sistemici, ha fatto sì che le varie missioni, ancora una volta, prendano decisioni con risultati diversi, con interpretazione, operazioni ed esigenze che variano da ambasciata ad ambasciata, e con una scarsa comunicazione e senza una reale formazione uniforme da parte del Centro Operativo degli Affari Interni di Pretoria”.

 

A ciò si aggiunge l'inefficienza dei centri che hanno il compito di facilitare la raccolta delle domande, della documentazione e dei dati. I loro sistemi interni, infatti, non sono progettati per far fronte a un massiccio afflusso di richieste. 

 

Angelucci spiega: “il personale dei fornitori esterni di servizi ha un canale di comunicazione privilegiato con il Dipartimento degli Affari Interni di Pretoria, ma il più delle volte finisce per non adottare tempestivamente i nuovi aggiornamenti (o, comunque, per essere molto in ritardo sulle nuove direttive), andando così a scoraggiare i richiedenti e/o a rifiutarsi di collezionare le domande, cosa che per legge non andrebbe fatta”.

 

I cambiamenti di sistema e la burocratizzazione della procedura per l’ottenimento dei visti hanno così comportato un aumento dei tempi di elaborazione delle domande e difficoltà aggiuntive per i cittadini stranieri, con conseguenze economiche dirette. La lentezza della procedura, infatti, scoraggia gli investitori diretti che necessitano di un contesto di fiducia e sicurezza nel quale, nel caso di una rapida crescita dell’azienda, le assunzioni non ne ostacolino lo sviluppo.

 

Per le aziende italiane che operano o intendono espandersi in Sudafrica, è cruciale comprendere e affrontare le sfide legate al reclutamento di personale qualificato e alla gestione dei visti. L'adozione di strategie che includano partnership locali e investimenti nella formazione può aiutare a mitigare questi problemi. Inoltre, rimanere aggiornati sugli sviluppi della lista delle competenze specifiche è essenziale. Superare queste sfide non solo faciliterà l'ingresso e l'operatività delle imprese italiane in Sudafrica, ma potrà anche aprire nuove opportunità di crescita e collaborazione in un mercato in continua evoluzione.

 

In questo scenario, ricordiamo che Leon Amos Schreiber, autore sudafricano e politico dell'Alleanza Democratica (DA), ha assunto il ruolo di Ministro degli Affari Interni dal giugno 2024. La sua nomina rappresenta un elemento cruciale nella gestione delle politiche migratorie e delle questioni legate ai visti, settori chiave per le aziende italiane che operano o intendono operare in Sudafrica. Con la nuova struttura governativa, sarà essenziale monitorare l'evoluzione delle politiche sotto la sua guida per capire come le future regolamentazioni potrebbero influenzare il panorama imprenditoriale e le opportunità per le imprese italiane nel Paese.

(Fonti:

Who leads the key portfolios in South Africa's new cabinet? | Reuters

Work visas high on new home affairs minister’s agenda (businesslive.co.za))

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)

Ultima modifica: Lunedì 27 Gennaio 2025