Notizie mercati esteri

Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Spagna

La Spagna rafforza la sua posizione come seconda destinazione degli investimenti latinoamericani

La Spagna si consolida come seconda destinazione mondiale degli investimenti delle imprese latinoamericane e l'afflusso di capitali latinoamericani nel Paese è particolarmente intenso dal 2010, con una crescita del 103% e un trend in aumento da allora. Gli investimenti latinoamericani totali accumulati in Spagna ammontano già a 66.844 milioni di euro, pari al 9,4% del totale.

Questi sono alcuni dei dati raccolti nella settima edizione del rapporto Global LATAM 2025, condotto da ICEX-Invest in Spain insieme al Segretariato Generale Iberoamericano (SEGIB), che è stato presentato dall'amministratore delegato di ICEX España Exportación e Inversiones, Elisa Carbonell, e dal segretario generale iberoamericano, Andrés Allamand.

Il rapporto raccoglie l'origine, la destinazione e i settori degli investimenti latinoamericani in Spagna e include, per la prima volta, l'Indice GLOBAL LATAM delle Multilatinas, che misura le aziende latinoamericane più internazionalizzate. Analizza inoltre il ruolo della Spagna come ponte verso l'Europa per queste aziende e include una radiografia degli investimenti latinoamericani nel nostro Paese.

In questo senso, spiega che il “crescente sbarco” di capitali latinoamericani in Spagna è un “fenomeno strutturale” che conta numerosi fattori trainanti e che consentono di prevedere una maggiore crescita nei prossimi anni. La Spagna, in quanto mercato di reddito medio-alto (quarto in Europa per popolazione, con 48 milioni di persone), offre accesso al mercato europeo, il più grande mercato al mondo a reddito medio-alto. Gode inoltre di una grande stabilità politica, normativa e istituzionale, che può fungere da bene rifugio, con una moneta stabile e un'inflazione controllata, salvaguardata dalla Banca Centrale Europea, come sottolinea Global Latam.

Nel 2024, gli IDE ricevuti dalla Spagna dall'America Latina hanno raggiunto i 2,178 miliardi di euro, il 5,3% in meno rispetto al 2023, in linea con la media degli ultimi anni, in un contesto caratterizzato da tensioni geopolitiche globali, interruzioni delle catene di approvvigionamento e un contesto politico internazionale instabile.

Durante questa giornata di presentazione, l'amministratore delegato dell'ICEX, Elisa Carbonell, ha sottolineato che Global Latam è oggi uno strumento essenziale per comprendere l'evoluzione degli investimenti latinoamericani e per anticipare le tendenze future. In questa nuova edizione, il rapporto conferma che “la Spagna si consolida come ponte verso l'Unione Europea per i capitali e le imprese latinoamericane, sempre più internazionalizzate, nonostante il complesso panorama internazionale”, ha sottolineato.Il segretario generale iberoamericano,

Andrés Allamand, ha sottolineato che la crescita degli investimenti emessi dall'America Latina e dai Caraibi a livello globale è aumentata di quasi il 50% nel 2024, un dato che conferma la solidità del processo di internazionalizzazione delle imprese della regione. Ha inoltre sottolineato il fatto che l'America Latina è il quarto maggiore investitore in Spagna e che la Spagna è la seconda destinazione extra-regionale del capitale latinoamericano.

Comunità imprenditoriale in Spagna

In particolare, l'America Latina - quarto maggiore investitore in Spagna - è preceduta da Stati Uniti, Regno Unito e Francia, secondo il VII rapporto Global LATAM, che valuta che “il capitale latinoamericano guarda sempre più alla Spagna”. Un totale di 20 paesi latinoamericani hanno investimenti in Spagna, che costituiscono una comunità imprenditoriale di oltre 600 aziende e 44.000 posti di lavoro diretti.Per quanto riguarda i mercati di provenienza, il Messico è di gran lunga il primo paese latinoamericano per investimenti, con 33,902 miliardi di euro (50,2% del totale), ed è il primo paese a reddito medio per investimenti in Spagna, molto più avanti di qualsiasi altro paese emergente.Al secondo posto si trova l'Argentina con 10.569 milioni (15,8% del totale); seguita dal Brasile con 6.144 milioni (9,2%); dalla Colombia con 6.023 milioni (9%), il paese latinoamericano con il maggiore incremento degli investimenti in Spagna, e dall'Uruguay con 3.606 milioni (5,4%).

In totale, gli investimenti cumulativi provenienti dall'America Latina ammontano già a 47.291 milioni di euro in Spagna. Se a queste cifre si aggiungono gli investimenti latinoamericani in Entidades de Tenencia de Valores Extranjeros (ETVE), il loro volume sarebbe pari a 66.845 milioni di euro, il 9,4% del totale degli investimenti in Spagna.

Settori diversificati e ad alto valore aggiunto

Nel periodo 2020-2024, secondo i dati di FDI Markets analizzati da Global Latam 2025, in Spagna sono stati annunciati 360 progetti greenfield di nuovi investimenti provenienti dall'America Latina, preceduti dagli Stati Uniti (con 1.017 progetti acquisiti) e a grande distanza da altri paesi europei come la Francia, con 103; la Germania, con 89, il Portogallo con 83 e l'Italia con 34, mentre la Spagna riceve più progetti dall'America Latina che il resto dell'Unione Europea nel suo complesso. Allo stesso modo, nei ventuno anni dell'intera serie storica, la distribuzione settoriale dei progetti greenfield mostra chiaramente che le aziende latinoamericane presenti in Spagna hanno un profilo molto diversificato e operano principalmente in attività ad alto valore aggiunto. Infatti, il principale settore di attività è già quello del software e delle TIC, con 82 progetti di investimento, a conferma del “notevole sbarco” di aziende di servizi e startup latinoamericane sul mercato spagnolo.Il secondo settore per importanza è quello dei servizi finanziari, con 45 progetti, mentre il settore alimentare e delle bevande rimane significativo con 34 progetti, che comprendono attività produttive, di ricerca e commerciali di gruppi di spicco. Con 25 progetti, anche il settore tessile mostra una presenza considerevole.

Nel complesso, la presenza imprenditoriale latinoamericana in Spagna è straordinariamente diversificata, estendendosi a 25 settori diversi dell'economia, il che sottolinea il notevole impatto di questi investimenti sulla competitività e l'innovazione del tessuto imprenditoriale spagnolo. Questi dati confermano inoltre che le imprese latinoamericane puntano sulla Spagna come principale destinazione nell'Unione Europea e che, allo stesso modo, i cittadini latinoamericani considerano la Spagna il loro luogo preferito in Europa dove risiedere.

Imprese altamente qualificate

Nel complesso, i flussi di investimenti diretti esteri (IDE) provenienti dall'America Latina e dai Caraibi a livello globale nel 2024 hanno raggiunto un totale stimato di 53,035 miliardi di dollari, con un aumento del 49% rispetto all'anno precedente. Per questo motivo, il rapporto sottolinea la forza degli investimenti latinoamericani all'estero e sottolinea che il 2024 segna il terzo risultato annuale più alto della serie storica, solo dietro al 2022 (78.242 milioni) e al 2010 (63.152 milioni). Inoltre, si colloca ben al di sopra della media del periodo 2010-2024 e supera nettamente la media quinquennale precedente alla pandemia. Quattro economie concentrano la maggior parte degli investimenti diretti esteri in uscita dall'America Latina: Brasile, Messico, Cile e Colombia. Nel complesso, hanno rappresentato oltre l'85% del totale regionale nel 2024. Infatti, gli elevati volumi sostenuti di IDE emessi dimostrano che la regione dispone di un tessuto imprenditoriale altamente qualificato per competere a livello globale, sia da parte delle grandi società che di un numero emergente di società di servizi, per lo più tecnologiche. In questo contesto, gli investimenti latinoamericani in nuovi progetti (greenfield) all'estero hanno mantenuto nel 2024 una dinamica significativa, anche se inferiore al record raggiunto nel 2023. In termini di numero di progetti, l'attività di investimento è rimasta stabile, con un totale di 355 progetti realizzati da 251 imprese latinoamericane, cifre praticamente identiche a quelle dell'anno precedente (354 progetti e 246 imprese). Per quanto riguarda l'occupazione generata da questi investimenti, è stata leggermente superiore a quella dell'anno precedente, attestandosi a 48.546 posti di lavoro contro i 44.556 del 2023.

Anche l'investimento medio per progetto è leggermente diminuito, passando dai 68 milioni di dollari del 2023 ai 50 milioni di dollari, sebbene simile ai 53 milioni del periodo storico analizzato (2003-2024).

IGLM Multilatinas, un indicatore innovativo

Quest'anno, il rapporto include il nuovo Indice GLOBAL LATAM delle Multilatinas (IGLM), che presenta le aziende latinoamericane più internazionalizzate sulla base di quattro variabili: vendite e occupazione generate all'estero, copertura geografica ponderata e solvibilità finanziaria. L'IGLM costituisce uno strumento unico basato su una metodologia innovativa che consente di monitorare le aziende latinoamericane più globali.

L'IGML include 348 aziende dell'America Latina con un fatturato superiore a 2,5 miliardi di dollari. È guidato da Tenaris (Argentina, metalli); Orbia (Messico, petrolifero/chimico); Nemak (Messico, trasporti/manifatturiero); Bimbo (Messico, alimentare); Cemex (Messico, cemento); Mercadolibre (Argentina, servizi tecnologici); SQM (Cile, petrolifero/chimico); Gruma (Messico, alimentare); Vale (Brasile, minerario) e Minerva Foods (Brasile, alimentare).

Per paesi, il Brasile è in testa in termini assoluti (19 aziende), anche se il Messico registra il più alto IGLM medio, grazie a modelli di nearshoring finanziario e operativo, mentre per quanto riguarda i settori, quelli chimico, agroindustriale e dei servizi digitali superano in termini di performance altri settori storici come quello dei metalli o dell'energia fossile.Espansione degli investimenti

Dopo aver analizzato le tendenze attuali, Global Latam 2025 prevede che in futuro gli investimenti latinoamericani in Spagna continueranno ad espandersi, poiché “il consolidamento dei legami economici tra le due regioni sta generando un ecosistema imprenditoriale sempre più integrato e dinamico”. Sottolinea inoltre che nuovi settori come l'innovazione tecnologica, le energie rinnovabili, la digitalizzazione e l'esternalizzazione dei processi aziendali stanno acquisendo sempre più importanza, aprendo opportunità per una nuova generazione di imprese. In questo contesto, stanno nascendo “imprese guidate da giovani latinoamericani formati in Spagna, dove si trovano alcune delle business school più prestigiose al mondo, il che fa presagire un maggiore dinamismo e innovazione nel tessuto imprenditoriale”. Infine, il rapporto sostiene che con una pianificazione adeguata, un approccio adattivo e una strategia di alleanze intelligente “la Spagna continuerà a svolgere un ruolo chiave come ponte per l'internazionalizzazione delle imprese latinoamericane verso l'Europa e il mondo”.

 

Radiografia del consumo alimentare in Spagna nel 2024

Il ministro dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione, Luis Planas, ha sottolineato oggi che il consumo alimentare in Spagna nel 2024 è rimasto stabile, con un volume pressoché invariato in un anno caratterizzato dalla moderazione dei prezzi rispetto all'aumento dell'anno precedente.

Planas ha presentato lo scorso 30 maggio, a Madrid, il Rapporto sul consumo alimentare nel 2024, anno in cui il consumo totale di alimenti e bevande in Spagna, dentro e fuori casa, ha raggiunto i 30.668 milioni di chili/litri, lo 0,2% in meno rispetto al 2023, con una media di 680 kg/l pro capite (-1,5%).

La spesa totale è stata pari a 119.667 milioni di euro, il 2,4% in più rispetto all'anno precedente, pari a 2.797 euro pro capite. Sebbene continui a crescere, il ritmo di crescita della spesa ha subito un rallentamento. Nel 2023 gli spagnoli hanno speso il 7,5% in più rispetto all'anno precedente per l'acquisto di alimenti e bevande, secondo il rapporto sul consumo. In quell'anno l'inflazione dei prodotti alimentari si è attestata al 7,3%.

Inoltre, secondo il ministro, le nuove abitudini di consumo e la pianificazione per il 2024 hanno favorito acquisti più consapevoli, sostenibili ed efficaci contro lo spreco alimentare.

 

LA CASA, CENTRO DEL CONSUMO DI ALIMENTI SANI

Le famiglie concentrano l'87,5% del volume totale dei consumi, con 26.823 milioni di chili/litri e una spesa di 83.795 milioni di euro, il 2,6% in più rispetto all'anno precedente, nonostante un leggero calo dello 0,2% in volume. Il consumo pro capite si è attestato a 572 kg/l, ovvero 8,5 kg/l in meno rispetto al 2023.

Va sottolineato che le famiglie spagnole danno la priorità a prodotti essenziali, sani e accessibili, adattandosi alle nuove abitudini di consumo e ai nuovi canali di acquisto. Pertanto, il consumo giornaliero di latticini, frutta e verdura rimane stabile, con frutta e verdura presenti circa sette volte alla settimana nella maggior parte delle famiglie. Si può sottolineare che:

- Aumenta la presenza di alimenti freschi (+0,3%), che raggiungono il 37,9% del paniere.

- Cresce il consumo di carne (+2,4%) e uova (+2,9%).

- Il consumo di prodotti ittici è in calo (-3,7%), ad eccezione dei conservati di pesce e frutti di mare, che crescono del 2,1%.

- Il consumo di olio d'oliva è in calo (-2,0%), mentre quello di olio di girasole è in aumento (+7,9%).

- Le bevande sono in calo in generale, con cali significativi nei cocktail (-14,1%) e nei succhi (-9,6%).

I consumatori più giovani, sotto i 35 anni, preferiscono alimenti facili e veloci da preparare, come legumi cotti, piatti pronti, conserve di tonno, uova e prodotti surgelati o affumicati. Allo stesso tempo, mantengono un consumo abituale di prodotti freschi (frutta, verdura, riso, pasta e latticini), il che riflette un equilibrio tra salute, sostenibilità e funzionalità. I loro modelli di consumo tendono ad identificarsi con la dieta mediterranea.

supermercati sono il principale canale di acquisto, con il 67,2% del volume totale, e crescono dell'1,8% rispetto al 2023. Al contrario, gli ipermercati (-3,0%) e i negozi tradizionali (-5,4%) perdono quote di mercato. Il commercio online, minoritario per l'acquisto di generi alimentari, cresce dello 0,8%, soprattutto nei prodotti non freschi.

IL CONSUMO FUORI CASA SI STABILIZZA

Il consumo fuori casa rimane stabile (-0,2% in volume), ma la spesa aumenta dell'1,9%, raggiungendo i 1.010 euro pro capite. Il 71,7% del volume si concentra in bar, ristoranti e altri esercizi, anche se in calo dello 0,6%. Aumenta il consumo nei luoghi di lavoro e nelle case altrui, mentre diminuisce per strada e nei centri scolastici.

- I prodotti più consumati sono il pane (37% delle occasioni), la carne (32%) e gli ortaggi (32%).

- Aumenta il consumo con la famiglia (+1,2%) e nei luoghi di lavoro, mentre diminuisce con gli amici (-1,9%).

 

PIÙ COLAZIONI SALATE E PIÙ FRIGGITRICI AD ARIA

Nel 2024, le famiglie spagnole hanno mantenuto un modello di consumo alimentare stabile, con una media di 22,4 pasti a persona (+0,5% rispetto al 2023). I pasti principali - colazione, pranzo e cena - hanno acquisito maggiore importanza a casa, soprattutto nell'ambiente di lavoro, dove è aumentato il consumo di cibi preparati in casa da portare via.

La colazione rimane un momento fondamentale della giornata, consumata dal 94% della popolazione a casa, che rappresenta il 28% del consumo domestico. Sebbene il formato dolce continui a prevalere, cresce l'interesse per la colazione salata (+1,5%), soprattutto per motivi di salute e in zone come Madrid, Barcellona e Andalusia.

Si riducono le preparazioni tradizionali a favore di piatti pronti o con l'aiuto di prodotti semilavorati. Aumenta l'uso della friggitrice ad aria (4% delle preparazioni), a scapito della frittura o della cottura alla piastra.

La motivazione principale per il consumo domestico rimane la praticità, seguita dal piacere e dal gusto. A livello culinario, si consolidano i piatti a base di verdure, patate, pasta e ricette etniche, mentre diminuiscono i piatti a base di carne, riso, pesce e insalate. Tuttavia, l'insalata verde rimane la ricetta più consumata, anche se perde terreno rispetto ai piatti a base di lenticchie e ceci.

 

PRINCIPALI CONCLUSIONI

- La dieta mediterranea, pilastro fondamentale dell'alimentazione in Spagna, guadagna peso tra i giovani.

- Stabilità dei consumi.

- Alimentazione e salute, fattori chiave nelle decisioni di acquisto.

- La vicinanza favorisce il supermercato come canale di acquisto principale.

- Maggiore pianificazione.

- Diminuisce la frequenza degli acquisti.

- Si semplificano i metodi di preparazione e i tempi, si cerca di risparmiare tempo e vince la praticità.

- L'atto di acquisto di un consumatore più consapevole si traduce in un minor spreco.

 

Aumenta il numero dei lavoratori nel settore energetico in Spagna

La Spagna è impegnata in un ambizioso processo di transizione energetica. Infatti, nel 2024 la Banca Europea per gli Investimenti ha stanziato oltre 5 miliardi di euro per progetti energetici in Spagna e l'Associazione delle Imprese di Energia Rinnovabile (APPA Renovables) stima che nel 2024 siano stati investiti 1,259 miliardi di euro nell'autoconsumo. Ciò si riflette sull'occupazione: un aumento del 15,6% nel 2024 e un aumento dell'11% su base annua nel primo trimestre di quest'anno.

Questi dati evidenziano la trasformazione del settore e il dinamismo che si sta generando. Ciò si traduce anche in opportunità e sfide per il mercato del lavoro. La transizione energetica sta creando posti di lavoro in settori quali l'installazione, la manutenzione e il funzionamento di questi impianti, il che spiega in parte la forte crescita dell'occupazione, come riportato nel rapporto Mercato del lavoro nel settore energetico, elaborato da Randstad Research.

L'occupazione nel settore energetico è ampiamente dominata dalla produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica, con 98.744 occupati che rappresentano il 91% del totale, secondo il rapporto di Randstad Research.

Nei primi tre mesi del 2025, questo sottosettore ha registrato un aumento del 16% dei lavoratori. Accanto ad esso, vi sono altri due sottogruppi minori: la produzione e distribuzione di gas (7% del settore) e la fornitura di vapore e aria condizionata (2%). In totale, il settore conta 109.000 affiliati alla chiusura del primo trimestre di quest'anno.

Analisi per variabili demografiche

Delle 109.000 persone che lavorano nel settore energetico, solo 32.000 sono donne, il che rappresenta una presenza femminile del 29%, inferiore alla media nazionale del 46,4%, una percentuale che è rimasta molto stabile nel corso della serie storica.

Il ricambio generazionale mostra segni di miglioramento, con una crescita negli ultimi trimestri del gruppo di età compresa tra i 35 e i 44 anni, che si è consolidato come il principale gruppo di età, superando quello tra i 45 e i 54 anni. Da segnalare anche l'importante crescita degli occupati tra i 25 e i 34 anni, con 24.000 dipendenti, uno su cinque.

La tendenza degli ultimi mesi è favorevole al ricambio. Nel primo trimestre del 2025, il settore energetico ha registrato una crescita su base annua del 49,9% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni e del 10,5% in quella tra i 35 e i 44 anni. Nel frattempo, gli over 55 hanno registrato un calo del 25%.

L'occupazione nel settore energetico è altamente concentrata tra i tecnici e i professionisti scientifici e di supporto, che con 73.000 dipendenti rappresentano il 67% del totale. Seguono, a distanza, i lavoratori qualificati dell'industria con il 15% e i contabili e amministrativi con il 13%.

Il tasso di lavoratori dipendenti nel settore energetico, pari al 95%, è di dieci punti superiore alla media di tutti i settori (85%). Ciò significa che alla fine del 2024 c'erano 97.000 dipendenti e solo 5.000 lavoratori autonomi.

Questo settore mostra un'importante concentrazione geografica dell'occupazione. Madrid concentra poco più di un quarto (28,8%) dell'attività nazionale del settore, seguita dall'Andalusia con il 17,8% e dalla Catalogna con il 10,3%. Le altre comunità autonome rappresentano ciascuna meno del 6%. Ad esempio, la Castiglia e León rappresenta il 5,2%, l'Estremadura il 4,9%, la Galizia il 3,2% e la Castiglia-La Mancia il 3%.

Nei prossimi anni, le tendenze che avranno un maggiore impatto sul settore saranno gli investimenti per ridurre l'impronta di carbonio, adattarsi ai cambiamenti climatici o adeguarsi alle fluttuazioni della geopolitica.

Profili più richiesti nel settore energetico

La transizione energetica e il boom delle energie rinnovabili hanno stimolato una notevole domanda di diversi profili professionali. Infatti, secondo i dati di Red Eléctrica, il 56,8% di tutta l'elettricità generata nel nostro paese nel 2024 ha utilizzato fonti naturali come il vento, il sole o l'acqua per la sua produzione. Al secondo posto si trova l'energia nucleare con il 20%, seguita dal ciclo combinato con il 13,6%. In ultima posizione si trovano la cogenerazione, il gasolio e il gas, il carbone e i rifiuti.

Questi dati comportano una domanda di lavoro stabile. Infatti, secondo il rapporto Green Economy Global di Randstad, in Spagna si prevede che la domanda totale di posti di lavoro verdi aumenterà del 38% entro il 2030, con un deficit di 42.600 posti di lavoro se non verranno adottate misure adeguate. Per soddisfare le esigenze delle aziende in questo campo, Randstad sta promuovendo la divisione Green Energies, specializzata nella ricerca e gestione di talenti per la transizione e l'efficienza energetica.

In questo settore si stanno individuando nuove professioni e tra le più richieste figurano gli ingegneri delle energie rinnovabili con specializzazioni in energia eolica, solare fotovoltaica, termica, geotermica e idraulica, fondamentali per la progettazione e la gestione dei progetti. Sono inoltre richiesti tecnici installatori e manutentori di sistemi di energia rinnovabile, nonché specialisti in efficienza energetica e sviluppatori di progetti di idrogeno verde e stoccaggio di energia. L'ottimizzazione delle operazioni richiede analisti di dati, mentre la corretta integrazione delle energie rinnovabili nella rete richiede specialisti in qualità della rete.

Inoltre, sono ricercati project manager per la gestione efficiente dei progetti, commerciali specializzati in energie rinnovabili, consulenti in sostenibilità energetica, sviluppatori di software per soluzioni innovative e personale legale e finanziario con esperienza nel settore.

La continua crescita del settore delle energie rinnovabili in Spagna, spinta dalla decarbonizzazione, genera costantemente nuove opportunità di lavoro per professionisti qualificati in diversi settori. In questo senso, le professioni che registreranno un aumento della domanda saranno quelle legate all'intelligenza artificiale e alle energie rinnovabili. Si prevede inoltre un progresso nell'uso della tecnologia nell'attività lavorativa, con una maggiore interazione tra dipendenti o sistemi robotizzati.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025
Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Spagna

Barcellona investe nella scienza per diventare capitale del talento e della conoscenza

Barcellona sta portando avanti una strategia ambiziosa per diventare una capitale economica e scientifica di riferimento in Europa, puntando su innovazione, ricerca e sviluppo sostenibile. La città ha lanciato un vasto programma di investimenti e progetti per rafforzare il proprio ecosistema scientifico e creare nuove opportunità economiche e occupazionali.

Barcellona ha presentato Barcelona Impulsa, un piano economico che prevede 890 milioni di euro di investimenti nel periodo 2024‑2027, con l’obiettivo di generare 180 000 nuovi posti di lavoro e trasformare 1,8 milioni di m² nell’area metropolitana. Al centro della strategia: la scienza, riconosciuta come pilastro per la diversificazione economica, la creazione di occupazione di qualità e il rafforzamento del ruolo internazionale della città. Barcellona rilancia il proprio impegno nello sviluppo scientifico con una serie di progetti strategici pensati per rafforzare la competitività, promuovere la sostenibilità economica e incentivare il trasferimento di conoscenze tra pubblico e privato.

Principali fattori della trasformazione:

  1. Ecosistema scientifico consolidato: oltre 1 500 imprese, 93 istituti di ricerca e circa 60 000 addetti in Catalogna, con Barcellona quale epicentro.
  2. Infrastrutture all’avanguardia: sei parchi scientifici e tecnologici, il supercomputer MareNostrum, tre università di rilievo internazionale, otto ospedali e istituti di ricerca.
  3. Biomedicina in crescita: il settore vale il 7,6 % del PIL regionale, generando 44,8 miliardi € nel 2023 (+6 %), con oltre 75 000 occupati (+25 % investimenti esteri negli ultimi 5 anni, +1 700 posti).
  4. Leadership farmaceutica: la Catalogna copre il 50 % del settore farmaceutico spagnolo ed è il primo esportatore nazionale di prodotti sanitari; il 94 % delle aziende del comparto è concentrato nell’area metropolitana di Barcellona.
  5. "Eix Salut Diagonal" tra i progetti chiave: progetto che mira a trasformare l’area tra Avinguda Diagonal e Ronda de Dalt in un grande polo per la salute e l’innovazione. L’iniziativa prevede la creazione di nuovi istituti di ricerca, il potenziamento delle capacità scientifiche e la nascita di spazi condivisi tra comunità, scienza e industria.
  6. Ciutadella del Coneixement: progetto che mira a riqualificare tutta l'area attorno al Parc de la Ciutadella in un hub di eccellenza per la conoscenza e la divulgazione scientifica, ospitando circa 2.000 ricercatori.

Con Barcelona Impulsa la città consolida la sua ambizione di diventare una capitale economica guidata da talento e conoscenza, puntando a un ecosistema scientifico di eccellenza che traini innovazione e sviluppo nei prossimi anni. Un investimento a lungo termine per un’economia più resiliente, competitiva e fondata sulla conoscenza, attraverso una visione integrata che unisce investimenti pubblici, infrastrutture strategiche, ricerca applicata e coinvolgimento della cittadinanza.

 

Migrazione verso la Spagna: le ragioni dietro la scelta degli italiani

Negli ultimi decenni, la presenza italiana in Spagna è aumentata in modo significativo, dando forma a un fenomeno migratorio tanto silenzioso quanto rilevante. Secondo il rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, oggi risiedono in Spagna quasi 256 mila cittadini italiani. Tuttavia, i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (INE) raccontano una realtà ancora più marcata: sono infatti oltre 325 mila le persone con passaporto italiano stabilmente presenti nel Paese iberico.

Un incremento impressionante, se si pensa che appena 25 anni fa erano poco più di 24 mila gli italiani residenti in Spagna. Una crescita che non accenna a rallentare, alimentata da motivazioni diverse: lavoro, qualità della vita, affinità culturale, clima, costo della vita più contenuto rispetto ad altre metropoli europee.

A favorire il primo contatto con il Paese è spesso il programma Erasmus, che ogni anno porta in Spagna circa 8 mila studenti italiani, pari a un terzo del totale nazionale. Ma sempre più spesso, quella che nasce come un’esperienza temporanea si trasforma in un progetto di vita.

Nel 2024, secondo i dati Istat, 18.894 italiani hanno scelto la Spagna come nuova destinazione, rendendola il secondo Paese più scelto dopo la Germania. Si tratta di un flusso costante, definito da molti esperti come una vera e propria “migrazione silenziosa”, che sta contribuendo a ridefinire, poco alla volta, il tessuto sociale ed economico delle principali città spagnole.

Un fattore determinante di questa attrattività è il buon momento economico che la Spagna sta vivendo. Il Paese è infatti protagonista di una fase di crescita intensa: il PIL è aumentato del 2,7% nel 2023 e si stima una crescita del 3,2% nel 2024, con proiezioni per il 2025 tra il 2,5% e il 2,7%. Questo slancio è stato sostenuto principalmente dalle esportazioni di beni e servizi, in particolare nei settori finanziario, consulenziale, tecnologico e delle comunicazioni. Cruciale anche lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’adozione di una normativa favorevole alla nascita e crescita di start-up innovative, che rende il Paese sempre più attrattivo per professionisti e imprenditori.

A incentivare ulteriormente l’arrivo di lavoratori qualificati dall’estero contribuisce la cosiddetta “Beckham Law”, un regime fiscale agevolato che prevede, per sei anni, una tassazione fissa al 24% sul reddito percepito da fonti spagnole. Una misura pensata inizialmente per attrarre calciatori professionisti, ma oggi applicata anche a numerosi profili altamente specializzati.

Il fenomeno migratorio, però, non riguarda solo i giovani in cerca di lavoro. Negli ultimi anni si è assistito anche a un vero e proprio “esodo pensionistico”, con molti italiani anziani attratti dai servizi pubblici, dai trasporti agevolati e da un sistema sanitario efficiente. “Conosco tanti pensionati italiani che si sono trasferiti qui per vivere meglio”, racconta Freya, gelataia a Madrid.

Questa nuova ondata migratoria non è fatta di fughe improvvisate, ma di scelte consapevoli. È il segnale di un cambiamento in atto, che merita attenzione e riflessione: perché l’Italia continua a perdere cittadini attivi e formati, mentre la Spagna sembra accoglierli con crescente naturalezza.

Catalunya accelera: startup in testa per raccolta e fatturato

Barcellona, e la Catalogna in generale, si confermano grandi Hub per startups. Dopo due anni di deserto finanziario, infatti, le startup tecnologiche catalane tornano con forza sotto i riflettori degli investitori. Nel 2024 non solo hanno più che raddoppiato i finanziamenti ricevuti nel 2023, ma hanno persino superato il record storico del 2021. La cifra? Ben 1.797 milioni di euro.

Quello fu un anno eccezionale per l’importanza che la tecnologia assunse dopo la pandemia, al punto che fino ad ora non si era riusciti a eguagliare quella cifra. Anzi, dopo quel picco, lo scenario geopolitico iniziò a complicarsi per molte ragioni, spingendo i fondi di investimento ad adottare un profilo più prudente e a sospendere ogni operazione considerata troppo rischiosa. Così il 2023 si è chiuso con meno della metà del capitale investito nelle startup rispetto a due anni prima. 

Tuttavia, secondo il rapporto "Aziende tech e innovative" di Ecosistema Startup (una piattaforma statistica sviluppata dal media specializzato El Referente), la situazione si è ristabilizzata almeno in Catalogna: Le aziende catalane sfiorano i 500 milioni di euro di fatturato totale, con un incremento dell’85% rispetto all’anno precedente.

Questo balzo impressionante dimostra che, anche in un contesto globale ancora incerto, talento e innovazione continuano ad attrarre capitali quando le idee sono valide e i progetti solidi. Quattro grandi operazioni hanno segnato l’anno, ma anche senza di esse il flusso degli investimenti è tornato. La Catalogna si riafferma così, ancora una volta, come un polo tecnologico di riferimento.

Il boom catalano apre scenari di collaborazione: le startup italiane possono guardare a Barcellona non solo come benchmark, ma anche come hub per scalare nel mercato iberico o latinoamericano, vista la forte proiezione internazionale della città.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025
Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Polonia

POLONIA 2025: IL MERCATO DEL LAVORO CAMBIA VOLTO | Analisi completa e opportunità concrete per le imprese italiane

La Polonia sta attraversando una fase di profonda trasformazione economica e sociale, in cui il mercato del lavoro si configura come uno dei principali motori di crescita e innovazione. Il recente report pubblicato da PARP (Agenzia Polacca per lo Sviluppo delle Imprese) fornisce un quadro dettagliato delle dinamiche attuali e future, offrendo importanti spunti per le aziende italiane interessate ad operare nel paese.

 

I PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI E OCCUPAZIONALI

Il tasso di occupazione nella fascia 15–64 anni ha raggiunto il 73,2%, un valore superiore alla media UE. Questo dato riflette la capacità del mercato polacco di assorbire forza lavoro in modo stabile, con un tasso di disoccupazione molto basso (2,9%), tra i più contenuti in Europa. Il numero complessivo della popolazione attiva si attesta attorno ai 17,4 milioni di persone.

Un elemento significativo è la presenza crescente di lavoratori stranieri: nel 2024 si contavano oltre 1 milione di lavoratori non polacchi, in prevalenza provenienti da Ucraina, Bielorussia e Georgia, ma anche da paesi asiatici come India e Filippine. Questo fenomeno risponde a un fabbisogno strutturale di manodopera in molti settori e rappresenta una componente stabile della forza lavoro.

In media, i polacchi lavorano 40,4 ore settimanali, una delle medie più alte dell’UE, segno di un mercato ancora fortemente orientato a logiche produttive tradizionali ma in fase di transizione.

 

SETTORI TRAINANTI E PROFILI PROFESSIONALI PIÙ RICERCATI

Il report individua chiaramente i comparti più dinamici in termini occupazionali e di investimento:

1. Industria e manifattura: la produzione industriale cresce sostenuta da investimenti esteri e pubblici. Le imprese lamentano la difficoltà a trovare operai specializzati, tecnici manutentori, saldatori, elettricisti e operai CNC.

Opportunità per l'Italia: le aziende italiane specializzate in automazione, meccanica di precisione, robotica e tecnologie per l’industria 4.0 possono posizionarsi come partner tecnologici di valore per le imprese polacche, sia attraverso investimenti diretti sia come fornitori di soluzioni e formazione.

2. ICT e tecnologie digitali: la carenza di programmatori, sviluppatori, esperti in cybersecurity e analisti di dati rappresenta un ostacolo alla trasformazione digitale delle imprese.

Opportunità per l'Italia: software house italiane, start-up innovative e provider di soluzioni cloud possono entrare nel mercato polacco offrendo servizi in outsourcing, progetti pilota e collaborazioni con hub tecnologici locali.

3. Costruzioni: settore in forte espansione, trainato da fondi UE e progetti infrastrutturali come il CPK.

Opportunità per l'Italia: imprese italiane attive nell’edilizia, ingegneria civile, impiantistica, sicurezza nei cantieri e fornitura di materiali possono avviare joint venture o entrare in gare pubbliche attraverso consorzi locali.

4. Sanità: le carenze strutturali del sistema sanitario si traducono in alta domanda di personale medico e infermieristico.

Opportunità per l'Italia: aziende italiane attive in dispositivi medici, tecnologie per la telemedicina, formazione sanitaria e servizi per la salute mentale possono inserirsi con proposte innovative ad alto valore aggiunto.

5. Logistica e trasporti: forte sviluppo del commercio elettronico e dei servizi intermodali.

Opportunità per l'Italia: produttori di soluzioni per logistica automatizzata, magazzini intelligenti, software di gestione flotte e tecnologie per la cold chain trovano terreno fertile per collaborazioni e forniture.

 

CAPITALE UMANO: COMPETENZE DA RAFFORZARE

Una delle maggiori sfide è rappresentata dal gap di competenze:

  • Competenze trasversali: autonomia, problem solving, gestione dello stress, lavoro in team e leadership.
  • Competenze digitali: necessarie per supportare l’integrazione di nuove tecnologie in azienda.
  • Competenze linguistiche: inglese e tedesco sono i più richiesti, ma cresce l'interesse per l’italiano nei settori turistico, moda, design.

Opportunità per l'Italia: enti di formazione, camere di commercio, agenzie HR e imprese italiane con esperienza nella formazione tecnica e manageriale possono offrire servizi altamente richiesti, anche in partnership con scuole tecniche e politecnici polacchi.

 

TENDENZE ORGANIZZATIVE: IL LAVORO IBRIDO AVANZA

Il 37% delle imprese polacche adotta modelli di lavoro ibrido, con un impatto significativo su organizzazione, strumenti e spazi.

Opportunità per l'Italia: aziende italiane specializzate in arredi per home office, software per la gestione HR, benessere organizzativo, cyber security per ambienti remoti possono accedere a un mercato in rapida espansione e ancora in fase di consolidamento.

 

SFIDE DEMOGRAFICHE: IL RUOLO DELLA MOBILITÀ INTERNAZIONALE

La previsione di un calo della popolazione in età lavorativa (-10% entro il 2035) impone una crescente apertura all’immigrazione economica e alla mobilità del lavoro.

Opportunità per l'Italia: agenzie di collocamento italiane, società di consulenza in ambito lavoro, cooperative sociali, enti formativi possono strutturare percorsi di migrazione qualificata, programmi di integrazione e progetti di scambio lavorativo tra Italia e Polonia.

 

CONCLUSIONI: UNA POLONIA CHE GUARDA ALL’ITALIA

Il mercato del lavoro polacco del 2025 presenta un quadro di grande vitalità, ma anche vulnerabilità su cui le imprese italiane possono intervenire in modo competitivo e sostenibile. Le sinergie possibili sono numerose:

  • Investimenti produttivi in settori a forte domanda
  • Offerta di tecnologie e servizi avanzati
  • Iniziative di formazione professionale congiunta
  • Progetti di internazionalizzazione del capitale umano
  • Collaborazione con istituzioni locali, università e cluster

La Polonia ha bisogno di competenze, tecnologia, affidabilità e visione: l’Italia ha tutte le carte in regola per essere un partner strategico.

 

Fonte: Rynek pracy, edukacja, kompetencje. Aktualne trendy i wyniki badań (kwiecień 2025)

 

GEM Poland 2024 | Imprenditorialità in Polonia: Trend, Dati e Opportunità per le Aziende Italiane

Introduzione

Il report "Global Entrepreneurship Monitor (GEM) Poland 2024" è il più importante strumento di analisi dell'ecosistema imprenditoriale in Polonia. Elaborato dalla Polish Agency for Enterprise Development (PARP) in collaborazione con l'Università di Economia di Katowice, esso raccoglie dati da sondaggi nazionali e valutazioni di esperti, fornendo un quadro completo dell'attitudine all'imprenditorialità, delle condizioni di contesto e delle principali sfide per la nascita e lo sviluppo di imprese.

Questa sintesi analizza i risultati principali del report evidenziando le implicazioni per le imprese italiane, con particolare attenzione alle filiere coinvolte e alle opportunità di collaborazione e investimento.

1. Attività Imprenditoriale: Uno Sguardo Generale

Nel 2023 il tasso TEA (Total Early-stage Entrepreneurial Activity) in Polonia si è attestato all'8,7%, inferiore alla media globale (12,5%) ma con segnali di ripresa rispetto agli anni della pandemia. Il 6,5% della popolazione adulta gestisce imprese consolidate attive da oltre 3,5 anni.

Questi dati segnalano un tessuto imprenditoriale maturo, sebbene meno dinamico nella creazione di nuove imprese rispetto ad altri Paesi europei.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Le aziende italiane operanti nei settori della consulenza, formazione manageriale, incubazione e accelerazione di start-up possono offrire know-how e servizi su misura per l'accompagnamento di neoimprenditori polacchi.
  • Possibilità di creare partnership strategiche con hub dell'innovazione e parchi tecnologici polacchi per programmi bilaterali di co-incubazione.

Filiere coinvolte: servizi professionali, consulenza strategica, incubatori, venture capital.

2. Percezioni e Ostacoli all’Imprenditorialità

Il 43% dei polacchi considera l'imprenditorialità una valida scelta professionale, valore in netto calo rispetto al pre-pandemia. La paura del fallimento rimane alta (52%) e solo il 48% dichiara di possedere le competenze necessarie per avviare un'impresa.

C'è inoltre una scarsa presenza nei media di contenuti che valorizzino la figura dell'imprenditore, limitando l'effetto ispirazionale per i giovani.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Sviluppo di programmi educativi e motivazionali in collaborazione con università e scuole polacche.
  • Fornitura di servizi di mentoring, business coaching e soft skill training rivolti a neoimprenditori.

Filiere coinvolte: formazione professionale, coaching, HR, editoria e media digitali.

3. Digitalizzazione e Innovazione Tecnologica

Le nuove imprese polacche mostrano un'adozione crescente di tecnologie digitali: il 57% le considera indispensabili. Le tecnologie più adottate includono soluzioni cloud, e-commerce, AI e automazione dei processi.

La pandemia ha accelerato la digitalizzazione, soprattutto tra le imprese fondate dopo il 2020.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Esportazione di piattaforme software (ERP, CRM, gestione magazzino) e soluzioni SaaS per PMI.
  • Collaborazioni industriali per l'introduzione di tecnologie 4.0, IoT e robotica nei processi produttivi polacchi.

Filiere coinvolte: ICT, software gestionale, e-commerce, automazione industriale, logistica.

4. Educazione Imprenditoriale e Capitale Umano

L'offerta formativa imprenditoriale è valida a livello universitario, ma risultano ancora carenti i programmi per le scuole primarie e secondarie. Esiste un forte interesse per corsi pratici, esperienziali e modelli di apprendimento innovativi.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Creazione di corsi blended o online per giovani e neoimprenditori, anche in collaborazione con enti polacchi.
  • Sviluppo di progetti Erasmus+ o Interreg focalizzati su imprenditorialità giovanile e trasferimento di competenze.

Filiere coinvolte: formazione, EdTech, cooperazione internazionale, risorse umane.

5. Sostenibilità e Responsabilità Sociale

L'87% delle nuove imprese e il 90% di quelle consolidate dichiarano attenzione alle tematiche ESG. Tuttavia, l'effettiva attuazione è più frequente tra le imprese mature (77%) rispetto a quelle giovani (52%).

C'è un crescente interesse verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG ONU), soprattutto tra le aziende consolidate.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Fornitura di tecnologie pulite, soluzioni per l'efficienza energetica e certificazioni ambientali.
  • Avvio di progetti di sostenibilità condivisi (es. gestione rifiuti industriali, economia circolare).

Filiere coinvolte: green tech, energie rinnovabili, certificazione ambientale, consulenza ESG.

6. Ecosistema Start-up e Normativa

Le start-up polacche si concentrano su IT, software e innovazione. Gli ostacoli principali sono legati a fiscalità, burocrazia, incertezza normativa e difficoltà di accesso al capitale.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Investire in start-up polacche ad alto potenziale, specialmente in settori complementari alla filiera italiana.
  • Costituire joint venture per lo sviluppo congiunto di prodotti innovativi.
  • Offrire supporto legale, fiscale e commerciale a start-up in fase di crescita.

Filiere coinvolte: private equity, servizi legali, consulenza finanziaria, tecnologia, manifatturiero avanzato.

7. Imprenditorialità Femminile e Giovanile

Le donne rappresentano circa il 40% degli imprenditori early-stage. Le giovani generazioni mostrano grande interesse per l'innovazione ma faticano a reperire risorse e mentoring adeguati.

Opportunità per le aziende italiane:

  • Avviare programmi congiunti con associazioni polacche per il supporto all'imprenditorialità femminile.
  • Offrire programmi di microcredito, networking e scambio esperienziale per donne e giovani imprenditori.

Filiere coinvolte: microfinanza, empowerment, formazione, CSR.

Conclusioni

Il contesto imprenditoriale polacco si sta evolvendo verso una maggiore apertura all'innovazione, alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Nonostante alcune criticità strutturali (burocrazia, accesso al credito, cultura del rischio), la Polonia rappresenta un terreno fertile per le aziende italiane che vogliono esportare competenze, tecnologie e modelli imprenditoriali.

Agire come partner, fornitori o investitori può portare benefici concreti, creando un ecosistema integrato e sinergico tra Italia e Polonia, con impatto positivo su entrambe le economie.

Fonte dei dati: GEM Poland 2024 Report, Polish Agency for Enterprise Development

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025
Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Argentina

L’Aeroporto di Rosario si afferma come hub strategico per l’import-export aereo internazionale

Nel mese di maggio 2025, l’Aeroporto Internazionale di Rosario "Islas Malvinas" ha effettuato la sua prima esportazione nell’ambito del regime nazionale “Exporta Simple”, segnando una tappa storica in quanto primo scalo del Paese, al di fuori della capitale, abilitato a realizzare questo tipo di operazioni senza passare per Ezeiza.

L’azienda santafesina Ivolution, specializzata in tecnologia sportiva, ha esportato attrezzature da palestra in Colombia. L’operazione ha permesso alla PMI di ridurre fino al 50% i costi logistici, evitando il trasferimento preliminare a Buenos Aires.

Il regime “Exporta Simple” semplifica le pratiche doganali e consente alle micro, piccole e medie imprese di esportare senza la necessità di essere registrate come esportatori, facilitandone così l’inserimento nei mercati internazionali.

Inoltre, l’aeroporto di Rosario è attualmente oggetto di un processo di modernizzazione. Questi miglioramenti renderanno possibile l’arrivo di aeromobili di maggiore capacità e l’apertura di nuove rotte internazionali.

Questo scenario non solo rafforza il ruolo di Rosario come piattaforma per le esportazioni argentine, ma crea anche le basi per facilitare futuri scambi commerciali bilaterali, aprendo opportunità interessanti per l’ingresso di prodotti, tecnologie e investimenti provenienti da mercati strategici come l’Italia.

 

Rosario come nuova porta sull’export: il Governo di Santa Fe lancia la prima formazione su ‘Exporta Simple’

Il Governo della Provincia di Santa Fe, attraverso il Ministero dello Sviluppo Produttivo guidato da Gustavo Puccini, mira a rafforzare il sistema logistico provinciale. In questa direzione, si stanno attuando diverse iniziative, tra cui un importante investimento in infrastrutture stradali e l’implementazione del regime “Exporta Simple”, un meccanismo semplificato che consente di spedire merci direttamente dall’Aeroporto Internazionale di Rosario. Questo strumento ha già permesso la realizzazione di una prima operazione di export con una riduzione dei costi logistici fino al 50%.

In questo contesto, venerdì 30 maggio, il Ministero provinciale, in collaborazione con ARCA – l’Agenzia di Riscossione e Controllo Doganale, ha organizzato il primo incontro formativo rivolto a imprenditori e PMI interessati a esportare attraverso “Exporta Simple”. L’obiettivo è fornire strumenti pratici e concreti per l’internazionalizzazione delle imprese locali.

(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario​)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025
Lunedì 30 Giugno 2025

SelectFlorida approda a Milano: un’ulteriore prova dei solidi legami economici tra Italia e Florida

In occasione del Business Luncheon della comunità imprenditoriale italiana, organizzato dalla Italy-America Chamber of Commerce Southeast lo scorso 16 maggio a Miami, il Segretario al Commercio dello Stato della Florida, J. Alex Kelly, ha annunciato ufficialmente l’apertura, prevista per settembre 2025, di un nuovo ufficio di rappresentanza di Select Florida a Milano. Select Florida è l’agenzia ufficiale dello Stato per la promozione del commercio estero, dell’attrazione di investimenti e dell’internazionalizzazione delle imprese.

Questa apertura rappresenta un ulteriore passo concreto verso il rafforzamento delle relazioni economiche tra Italia e Florida e si aggiunge a una rete di 18 uffici internazionali già attivi nei principali mercati globali strategici per lo sviluppo economico dello Stato. La scelta di Milano come sede del nuovo ufficio non è casuale, ma riflette l’importanza crescente che l’Italia riveste nella strategia commerciale della Florida.

Ad oggi, l’Italia è il secondo partner commerciale europeo della Florida, con un interscambio bilaterale pari a 4,3 miliardi di dollari, dei quali 3,6 miliardi sono costituiti da esportazioni italiane verso il mercato floridiano. Ma il legame economico non si esaurisce nel commercio: l’Italia è anche tra i primi 10 Paesi investitori nello Stato, con circa 400 imprese italiane attive sul territorio, per lo più piccole e medie aziende, che operano attraverso uffici commerciali, sedi operative o impianti produttivi, generando occupazione per oltre 10.000 lavoratori locali.

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast, Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 30 Giugno 2025
Lunedì 30 Giugno 2025

Notizie dai mercati esteri - Repubblica Ceca

Il governo ha approvato la missione nello spazio dell'astronauta Svoboda

Il governo ha approvato la missione sulla Stazione Spaziale Internazionale dell'astronauta ceco Aleš Svoboda.

Il maggiore dell'aeronautica ceca Svoboda è stato scelto tra gli astronauti di riserva dell'Agenzia Spaziale Europea. Il viaggio sull'ISS verrà tuttavia probabilmente effettuato in collaborazione con un vettore privato. Non sono ancora chiari i tempi di viaggio. I costi di due miliardi di corone verranno spalmati su tre anni.

La missione nello spazio sarà “un passo concreto di supporto all'industria e alla scienza ceca”, ha commentato il ministro dei trasporti Martin Kupka. Il suo dicastero vuole utilizzare il volo nello spazio per accrescere l'interesse delle giovani generazioni per le materie tecniche e scientifiche.

 

Fonte: https://md.gov.cz/Media/Media-a-tiskove-zpravy/Cesky-astronaut-zamiri-na-Mezinarodni-vesmirnou-st

Fonte fotografia: army.cz

Praga sblocca il progetto per il recupero della stazione Nádraží Holešovice

La giunta di Praga Capitale ha deciso di sbloccare il recupero della stazione di metro Nádraží Holešovice e del circondario.

Il rinnovo della stazione sulla linea di metro C fa parte di un progetto più ampio, a cui collaborano gli sviluppatori immobiliari privati Karlín Group e CPI Property Group. Le due società private sono interessate a realizzare importanti progetti immobiliari nelle vicinanze della stazione. A questa fine era stata fondata una joint venture con l'Azienda di Trasporto Pubblico DPP di proprietà municipale.

Da circa un anno la collaborazione con i soggetti privati era bloccata dalle posizioni dei Pirati, che avevano espresso dei dubbi sulla legalità del progetto. Le altre forze della coalizione cittadina hanno deciso di sbloccare la situazione approvando lunedì la cessione di alcuni terreni chiave, che era prevista dagli accordi con le aziende private. Il progetto in questo modo può andare avanti. Il caso però rappresenta un altro elemento di tensione all'interno della coalizione, che è già scossa dai dissapori tra i Pirati, la coalizione del centrodestra Spolu e il movimento dei sindaci STAN.

Fonte: https://ct24.ceskatelevize.cz/clanek/regiony/vedeni-prahy-souhlasilo-s-prodejem-pozemku-podniku-nove-holesovice-361117

Fonte fotografia: Wikimedia

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Lunedì 30 Giugno 2025
Lunedì 30 Giugno 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Importazioni di beni di lusso italiani in Queensland: aggiornamenti 2025 e prospettive future

Nel 2025, il mercato dei beni di lusso italiani in Queensland continua a registrare una solida crescita. Le importazioni italiane di beni di lusso in Australia hanno raggiunto un valore di circa 7 miliardi di dollari australiani, con il Queensland che gioca un ruolo cruciale in questa espansione. Questo incremento riflette una crescente domanda di prodotti italiani di alta qualità, eleganza e artigianalità, apprezzati dai consumatori australiani, in particolare quelli del Queensland. I beni di lusso italiani comprendono una vasta gamma di articoli, tra cui automobili, abbigliamento, accessori, pelletteria e gioielli, tutte categorie che hanno visto un incremento nelle importazioni.

Nel settore automobilistico, la domanda di veicoli di lusso italiani è aumentata, con una crescita del 9% nel 2025 rispetto all’anno precedente. Le importazioni di veicoli italiani di fascia alta rappresentano ora circa il 7% delle importazioni totali di veicoli di lusso in Australia, un dato che riflette l'interesse crescente per auto di alta qualità, sostenuto dalla crescita della classe media e dei consumatori ad alta capacità di spesa.

Anche nel settore della moda, le importazioni di abbigliamento e accessori italiani hanno registrato un aumento considerevole. I consumatori del Queensland continuano ad essere attratti dall’eleganza, dalla qualità dei materiali e dall’artigianalità dei prodotti italiani, che sono percepiti come simboli di status e classe. Le importazioni di pelletteria, come borse e portafogli, sono cresciute significativamente, con un incremento del 15%, a dimostrazione dell’interesse dei consumatori per prodotti in pelle di alta qualità.

Il settore della gioielleria ha anche visto una crescita, con un incremento del 14% nelle importazioni di gioielli italiani. La gioielleria di lusso italiana è apprezzata per il suo design sofisticato e l’uso di materiali pregiati, ed è particolarmente ricercata dai consumatori del Queensland, con una domanda in costante aumento. La gioielleria rappresenta ora circa il 4% delle importazioni totali di beni di lusso in Australia, un settore che continua a vedere un forte interesse.

Le importazioni di beni di lusso italiani sono sostenute da accordi commerciali tra l'Australia e l'Unione Europea, che hanno ridotto i dazi doganali e facilitato lo scambio commerciale. L'accordo di libero scambio ha contribuito a rendere i prodotti italiani più competitivi sul mercato australiano, permettendo una maggiore accessibilità dei beni di lusso.

Le previsioni per il futuro sono ottimistiche, con il mercato dei beni di lusso italiani in Australia destinato a crescere ulteriormente. Si stima che le importazioni di prodotti di lusso italiani potrebbero aumentare del 10-12% nei prossimi cinque anni, con il Queensland che continuerà a essere un mercato chiave per questi beni. La crescente ricchezza personale e la domanda di beni di lusso esclusivi contribuiranno a un ulteriore sviluppo del settore.

In sintesi, con il suo mercato sofisticato e in espansione, il Queensland rimane un hub importante per l'importazione di beni di lusso italiani, con una solida proiezione di crescita nei prossimi anni.

 

Fonti:

  • Australian Bureau of Statistics (ABS)
  • Australian Trade and Investment Commission (Austrade)
  • European Union-Australia Free Trade Agreement (EUAFTA) Reports
  • Queensland Government Statistician's Office
  • World Bank: Value added by industry (current US$)

Importazione di prodotti farmaceutici dall'Italia al Queensland

I prodotti farmaceutici sono una significativa importazione dall'Italia in Australia, a causa della loro alta domanda derivante dalla crescente popolazione del Queensland, dall'alto numero di casi di malattie croniche e dall'aumento della consapevolezza sanitaria. I prodotti farmaceutici rappresentano circa il 4,5% delle importazioni australiane. Considerando la pandemia di COVID-19, c'è stata un'impennata nell'importazione del vaccino contro il COVID-19. I vaccini per il COVID-19 hanno provocato un aumento del 745% in valore nelle importazioni di vaccini per la medicina umana dal 2019-2020 al 2021-2022.

Le tendenze del mercato farmaceutico australiano osservate a partire dal 2024 evidenziano anche che le malattie croniche sono una delle principali cause di malattia e mortalità. Il cancro continua ad essere la causa più comune di mortalità precoce tra le malattie croniche, rappresentando un terzo (33%) del carico complessivo. Il cancro della pelle, in particolare, è il tipo di cancro più comune diagnosticato in Australia.

La domanda di prodotti farmaceutici, come antidolorifici, farmaci antinfiammatori e terapie per la salute mentale, è alimentata dall'aumento della prevalenza di questi disturbi. Inoltre, ciò ha portato a una maggiore attenzione alla salute preventiva, in particolare con le vaccinazioni e gli strumenti di rilevamento precoce / diagnostici. Ad esempio, secondo i dati del Registro australiano delle immunizzazioni, circa 8,7 milioni di persone sono state vaccinate contro l'influenza tra marzo e luglio del 2023.

Nelle aree urbane e remote del Queensland, c'è stato un crescente interesse per l'innovazione sanitaria e la salute digitale, come la telemedicina e la prescrizione elettronica, aumentando l'accesso ai prodotti farmaceutici (che sta diventando particolarmente importante nelle sue aree remote).

Importare dall'Italia offre alle imprese del Queensland l'accesso a una gamma più diversificata di prodotti farmaceutici, il che può essere vantaggioso per i fornitori di assistenza sanitaria, le farmacie e i consumatori, specialmente se necessitano di farmaci o formulazioni che non sono facilmente disponibili a livello locale. Il commercio di prodotti farmaceutici dall'Italia e da altri paesi può fornire accesso a trattamenti innovativi che potrebbero non essere ancora disponibili in Australia. Questi potrebbero includere terapie avanzate, nuove formulazioni di farmaci o generici più economici.

Considerando i settori sanitari pubblico e privato, entrambi dipendono da una fornitura stabile e diversificata di prodotti farmaceutici. Importare prodotti dall'Italia può migliorare la disponibilità dei medicinali necessari in ospedali, cliniche e farmacie, assicurando che i residenti del Queensland ricevano trattamenti efficaci e tempestivi.

Importare prodotti farmaceutici può aiutare a ridurre i costi dei farmaci nel Queensland introducendo la concorrenza nel mercato. I consumatori australiani possono beneficiare di una gamma più ampia di scelte, il che può portare a una riduzione dei prezzi e a un miglioramento dell'accessibilità.

Essendo parte dell'Unione Europea, l'Italia beneficia di accordi commerciali con l'Australia, il che rende le importazioni più semplici e convenienti, con tariffe ridotte su molti prodotti farmaceutici.

Fonti

Aims International: https://www.aimsinternational.com/es/news/inside-the-success-story-of-italian-pharmaceutical-companies-what-sets-them-apart

DFAT: https://www.dfat.gov.au/geo/italy/italy-country-brief#:~:text=Major%20imports%20from%20Italy%20comprised,in%20Italy%20totalled%20$11%20billion).

Cancer Council: https://cancerqld.org.au/get-support/cancer-information/types-of-cancer/skin-cancer/

Ice Cargo: https://icecargo.com.au/top-10-imports-exports/

Imarc:https://www.imarcgroup.com/australia-pharmaceutical-market#:~:text=4.,va....

Il Settore del Vino: Gli Accordi Commerciali tra Italia e Australia

Il settore del vino rappresenta una delle voci più significative nel commercio bilaterale tra Italia e Australia. La viticoltura italiana, con la sua tradizione millenaria, è apprezzata a livello mondiale, e il mercato australiano, in particolare quello del Queensland, è sempre più attratto dalla qualità e dall'eccellenza dei vini italiani. Gli accordi commerciali tra Italia e Australia hanno svolto un ruolo cruciale nel facilitare questo scambio, contribuendo a rafforzare il flusso di vini di alta qualità tra i due Paesi.

Nel 2024, l'industria vinicola italiana ha registrato un incremento delle esportazioni verso l'Australia, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Secondo le statistiche dell'Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il valore delle esportazioni di vino italiano in Australia ha raggiunto i 320 milioni di euro, un dato che conferma l'apprezzamento crescente dei consumatori australiani per i vini provenienti dalle diverse regioni italiane.

Gli accordi commerciali tra l'Australia e l'Unione Europea, in particolare l'Accordo di Libero Scambio (FTA) entrato in vigore nel 2020, hanno contribuito a facilitare le esportazioni. Grazie a questo accordo, le tariffe doganali sui prodotti vitivinicoli sono state progressivamente ridotte, creando un ambiente favorevole per le imprese vinicole italiane che desiderano accedere al mercato australiano. Questo ha portato a una crescita delle importazioni di vino italiano in Australia, con un aumento del 7% nel solo anno 2024, come riportato da Trade and Investment Queensland.

Nel Queensland, il mercato del vino italiano sta vivendo un momento particolarmente positivo. La crescente domanda di vini italiani è alimentata da una classe media in espansione, sempre più attratta da prodotti di alta qualità, e dalla cultura enogastronomica che ha guadagnato spazio tra i consumatori. Brisbane, la capitale del Queensland, è uno dei principali centri di consumo di vino nel Paese, e le importazioni di vino italiano in quest'area sono aumentate significativamente. L'appeal del vino italiano è fortemente legato alla qualità, alla tradizione e alla varietà dei prodotti, che rappresentano una proposta altamente apprezzata dai consumatori locali.

L'importanza del settore vitivinicolo per il Queensland è testimoniata dal crescente numero di eventi e fiere che promuovono i vini italiani, come il Queensland Wine Week e altre manifestazioni regionali che mettono in risalto l'eccellenza del vino.

Le previsioni per il settore vinicolo italiano in Australia, e in particolare nel Queensland, sono molto promettenti. Si prevede che l'interesse per i vini italiani continui a crescere, grazie anche a fattori culturali come il miglioramento delle abitudini di consumo e l'aumento dell'interesse per la cultura gastronomica italiana. Le esportazioni di vino sono destinate a mantenere un trend positivo, sostenute dalla solida reputazione dei vini italiani e dall'efficacia degli accordi commerciali che favoriscono un accesso sempre più vantaggioso al mercato australiano.

Fonti:

Industria dei Superyacht

La splendida costa del Queensland e gli ambienti marini di livello mondiale sono l’invidia del mondo intero e rappresentano alcune delle principali attrazioni turistiche dello Stato. Questi vantaggi, insieme a una forza lavoro qualificata e a un’infrastruttura marina eccellente, rendono il Queensland una destinazione privilegiata per l’attività dei superyacht.

Il Department of State Development, Infrastructure and Planning, le Infrastrutture e la Pianificazione del Queensland mira a far crescere la quota del Queensland nel settore australiano dei superyacht fino al 90% entro il 2028.

Brisbane si sta rapidamente affermando come una destinazione di primo piano nel mercato dei superyacht di lusso, trainata in parte dall’espansione in corso della Rivergate Marina. L’aumento della domanda di superyacht da parte degli australiani ad alto patrimonio netto ha avuto inizio durante le Olimpiadi di Sydney del 2000, influenzato dalla presenza di imbarcazioni internazionali. Una tendenza simile è riemersa durante la pandemia di COVID-19 nel 2019, quando gli australiani più facoltosi cercavano rifugi sicuri e privati. Con le Olimpiadi di Brisbane del 2032 all’orizzonte, si prevede un ulteriore aumento della domanda, favorito anche dalla crescente popolarità dell’economia dei lavoretti (gig economy) e delle piattaforme di affitto a breve termine come Airbnb. Di conseguenza, le case di lusso e le proprietà sul lungomare di Brisbane attireranno un forte interesse da parte dei visitatori internazionali alla ricerca di alloggi esclusivi e temporanei.

Nuove leggi, l’espansione dei cantieri e delle marine, e investimenti per milioni di dollari stanno contribuendo alla rapida crescita del settore dei superyacht in Australia.

L’introduzione del Special Recreational Vessels Act 2019, che consente ai superyacht stranieri di operare nel mercato del noleggio australiano senza restrizioni all’importazione, ha ulteriormente incentivato l’espansione del settore. Le nuove normative prevedono l’applicazione di una tassa del 10% sui beni e servizi (GST) sui canoni di noleggio raccolti, esentando al contempo le imbarcazioni dai dazi doganali di importazione.

Ci sono cinque aree d’azione prioritarie, delineate nella roadmap e piano d’azione per i superyacht del Governo del Queensland:

  • un ambiente normativo favorevole
  • infrastrutture per la crescita
  • promozione del Queensland come destinazione globale per i superyacht
  • rafforzamento delle catene di approvvigionamento
  • promozione delle visite di superyacht in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Brisbane 2032

Oltre alle imbarcazioni in sé, le opportunità offerte dal design d’interni italiano saranno altamente richieste. Con il numero crescente di superyacht in visita o in fase di manutenzione a Brisbane, vi è una domanda sempre maggiore per collaborazioni locali nel design d’interni e per l’importazione di arredi e soluzioni di lusso. I designer e le case di design italiane hanno l’opportunità di:

  • Collaborare con cantieri navali locali come Rivergate e The Yard Brisbane per ristrutturazioni d’interni.
  • Aprire showroom o stringere partnership con studi di design locali e rivenditori di arredamento di lusso.
  • Offrire consulenze di design ai proprietari di yacht con base a Brisbane, desiderosi di interni di livello mondiale senza dover inviare le loro imbarcazioni all’estero.

Fonti

https://www.boatinternational.com/boat-pro/superyacht-insight/australia-market-report-superyacht-boom

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/qld-superyacht-strategy

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/__data/assets/pdf_file/0021/71265/superyacht-roadmap-and-action-plan.pdf

https://www.theguardian.com/australia-news/2023/mar/25/yachts-at-the-top-power-privacy-and-privilege-in-the-world-of-australian-superyachts

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 30 Giugno 2025
Lunedì 30 Giugno 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Settore delle Energie Rinnovabili in Australia: Prospettive 2025–2026 e Opportunità di Investimento a Brisbane per le Imprese Italiane

Il settore delle energie rinnovabili in Australia continua a mostrare segnali di crescita sostenuta, con previsioni particolarmente positive per il biennio 2025–2026. Dopo un 2024 da record, con circa 7,5 GW di nuova capacità rinnovabile installata, il paese si prepara ad accelerare ulteriormente la propria transizione energetica. Secondo l’Australian Energy Market Operator (AEMO), entro il 2026 si prevede che oltre il 55% della produzione elettrica nazionale provenga da fonti rinnovabili, con un’espansione continua di impianti solari su tetto, parchi eolici su larga scala e sistemi di accumulo energetico. L’AEMO indica che questa traiettoria potrebbe condurre a una penetrazione delle rinnovabili nel mix energetico superiore al 90% entro il 2040, nel contesto di un percorso di decarbonizzazione accelerata.

Questa crescita è sostenuta da una forte volontà politica, sia a livello federale che statale, oltre che da un aumento degli investimenti pubblici e privati. L’Australian Renewable Energy Agency (ARENA) ha recentemente stanziato oltre 46 milioni di dollari australiani per progetti di batterie comunitarie, una tecnologia chiave per affrontare l’intermittenza della produzione rinnovabile e rafforzare la resilienza delle reti locali. In parallelo, il governo del Queensland ha annunciato un piano di investimento da 26 miliardi di dollari australiani fino al 2035 per infrastrutture energetiche sostenibili, dei quali 8,6 miliardi saranno allocati già nel 2025. Tali investimenti puntano anche alla creazione di circa 145.000 posti di lavoro nel settore entro il 2050, con un impatto rilevante in città come Brisbane, che si sta affermando come hub regionale per l’energia pulita.

Brisbane, infatti, si distingue come una delle aree più attive nell’attuazione della transizione energetica. Nella regione del South East Queensland sono in fase di implementazione numerosi progetti strategici, tra cui iniziative per l’idrogeno verde e l’espansione delle batterie su scala comunitaria e commerciale. L’Università del Queensland, con sede a Brisbane, è stata riconosciuta a livello nazionale per il suo impianto pilota di idrogeno verde, mentre altre istituzioni locali stanno sperimentando soluzioni avanzate per il bilanciamento della rete e la gestione intelligente dei consumi. Questa concentrazione di innovazione e investimenti fa di Brisbane una destinazione altamente attraente per imprese internazionali interessate al settore energetico, in particolare per aziende italiane specializzate in tecnologie rinnovabili, componentistica per impianti, sistemi di stoccaggio e idrogeno.

Secondo la World Bank, l’Australia figura tra i paesi con il più alto tasso di crescita nel consumo di energia da fonti rinnovabili, avendo superato il 30% della produzione elettrica da rinnovabili già nel 2023. La banca ha inoltre fissato tra i suoi obiettivi climatici per il 2025 il sostegno all’aggiunta di almeno 36 GW di nuova capacità rinnovabile a livello globale, indicando esplicitamente l’Australia come uno dei mercati prioritari per le politiche di decarbonizzazione avanzata e lo sviluppo tecnologico. Questo riconoscimento rafforza la posizione del paese come piattaforma per la cooperazione internazionale nel settore delle energie pulite.

Per le imprese italiane, Brisbane e il mercato energetico australiano rappresentano una concreta opportunità strategica. L’ambiente normativo è favorevole agli investimenti, le istituzioni locali promuovono attivamente la sostenibilità e sono già attive agenzie come Trade & Investment Queensland e Austrade, che supportano l’ingresso di operatori esteri nei settori ad alto potenziale. Le sinergie tecnologiche, la domanda in forte espansione e i programmi di finanziamento pubblico offrono uno scenario vantaggioso per chi intende contribuire alla transizione energetica australiana portando competenze, innovazione e capacità industriale.

Fonti:

 

Attrezzature, Tecnologie e Servizi per l’Industria Mineraria (METS)

Il Governo del Queensland punta a diventare un competitore globale nel settore delle attrezzature, tecnologie e servizi per l’industria mineraria (METS) entro il 2027. Il settore nel Queensland è attivamente alla ricerca di collaborazioni innovative da portare sul mercato.

Si prevede che il contributo economico del settore crescerà notevolmente man mano che il mondo si avvicina all’obiettivo delle emissioni nette zero entro il 2050. Il Governo è particolarmente interessato a sostenere progetti che favoriscano la transizione globale verso l’energia verde.

Il settore METS del Queensland contribuisce con oltre 3,07 miliardi di dollari all’economia dello stato, inclusi 442,5 milioni di dollari in esportazioni. Attualmente sostiene circa 26.700 posti di lavoro locali, mentre i suoi prodotti e servizi abilitano molti altri impieghi nei settori delle risorse e dell’energia.

Il Queensland possiede ricchi giacimenti di minerali critici, come vanadio e cobalto, oltre a risorse di carbone metallurgico di alta qualità, molto richieste a livello globale. Queste risorse aiuteranno i partner commerciali del Queensland a raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni.

Le grandi aziende minerarie internazionali operanti nel Queensland sono supportate da numerose piccole e medie imprese locali. Queste collaborazioni offrono alle aziende METS del territorio l’opportunità di sviluppare e testare i propri prodotti e servizi direttamente sul mercato locale, con la prospettiva di inserirli successivamente nelle catene di fornitura globali. Le sfide attuali che il settore è chiamato ad affrontare includono:

  • Rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento nazionali e internazionali
  • Colmare lacune nelle capacità aziendali, in particolare nel miglioramento della gestione, nella gestione dei dati, nei sistemi aziendali interni, nelle competenze per l’export e nella conoscenza dei mercati internazionali
  • Ridurre il costo delle attività imprenditoriali in Australia, che risulta spesso superiore rispetto ad altri Paesi

Il Queensland METS Collaborative Project Fund ha sostenuto aziende del settore METS, enti industriali, esperti del settore, ricercatori e agenzie governative per favorire l’innovazione e la collaborazione, sviluppando progetti volti a risolvere le sfide ambientali e di sicurezza che interessano il settore delle risorse.

 

Fonti

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/mets

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/__data/assets/pdf_file/0030/17949/mets-10-year-roadmap-and-action-plan.pdf

 

Recupero delle risorse

L’Australia ha aumentato la sua attenzione al recupero delle risorse, soprattutto dopo la politica cinese del National Sword del 2018, che ha limitato le importazioni di materiali riciclabili contaminati e ha costretto l’Australia a potenziare la lavorazione domestica.

Le principali iniziative e politiche includono:

  • Politica Nazionale sui Rifiuti (2018, aggiornata nel 2021): Stabilisce obiettivi per ridurre i rifiuti e aumentare il recupero.
  • Fondo per la Modernizzazione del Riciclo (RMF): Oltre 250 milioni di dollari in finanziamenti federali per migliorare le infrastrutture di riciclaggio.
  • Divieto di Esportazione dei Rifiuti: L’Australia sta eliminando progressivamente l’esportazione di rifiuti non lavorati (plastica, carta, vetro, pneumatici), incentivando la lavorazione interna.

Il Dipartimento per lo Sviluppo dello Stato, le Infrastrutture e la Pianificazione del Queensland (DSDIP) ha come visione quella di sviluppare industrie sostenibili per il recupero delle risorse che forniscano benefici economici e ambientali misurabili entro il 2029.

Il Piano d’Azione e Tabella di Marcia per il Recupero delle Risorse a 10 Anni, sviluppato dal DSDIP, delinea strategie per affrontare le sfide attuali e offrire soluzioni a lungo termine nel settore dei rifiuti del Queensland. La Strategia 4 del piano rappresenta un’opportunità preziosa per le imprese internazionali, concentrandosi sull’avanzamento delle tecnologie innovative attraverso partnership di investimento, programmi di finanziamento e iniziative collaborative di costruzione di relazioni. La roadmap incoraggia attivamente l’adozione di tecnologie e processi internazionali all’avanguardia, in linea con elevati standard ambientali e comunitari, promuovendo al contempo i risultati chiave nel settore del recupero delle risorse.

L’ingegneria e le tecnologie innovative rappresentano un’area chiave di interesse negli sforzi dell’Australia per migliorare la propria strategia di recupero delle risorse, in particolare per aumentare la deviazione dei rifiuti dalle discariche. Ciò rappresenta una significativa opportunità per le imprese internazionali di contribuire con la propria esperienza e soluzioni al raggiungimento degli obiettivi nazionali

Per facilitare l’ingresso nel mercato australiano, specialmente in settori come il recupero delle risorse, le PMI internazionali possono accedere a diverse forme di assistenza e supporto governativo:

  • Austrade (Commissione Australiana per il Commercio e gli Investimenti): Fornisce servizi di consulenza gratuiti, analisi di mercato e connessioni con partner e investitori locali. Austrade supporta inoltre le imprese idonee con programmi di soft landing e facilitazione degli investimenti.
  • Incentivi del Queensland: Il Queensland offre incentivi, sovvenzioni e programmi di supporto su misura per le aziende estere che investono in settori prioritari come l’economia circolare e le tecnologie pulite. Ad esempio, il Queensland Recycling Modernisation Fund (QRMF) e il Recycling and Jobs Fund.
  • Agenzie di Facilitazione degli Investimenti: Iniziative come Invest Queensland forniscono supporto nella scelta delle sedi, orientamento normativo e opportunità di networking locale.
  • Hub di Innovazione e Acceleratori: L’Australia ospita un numero crescente di acceleratori focalizzati sulla cleantech e sulla sostenibilità (es. CSIRO ON, Circular Economy Lab, Startupbootcamp EnergyAustralia) che aiutano le startup e le PMI internazionali a crescere attraverso mentorship, accesso ai finanziamenti e programmi pilota.
  • Visti per Imprenditori e Investitori: Il Business Innovation and Investment Program (BIIP) e il Global Talent Visa offrono percorsi semplificati per i fondatori di imprese internazionali, in particolare in settori orientati al futuro come la gestione sostenibile dei rifiuti.

Questi percorsi, combinati con un forte supporto politico alla crescita dell’economia circolare, rendono l’Australia una destinazione attraente per le PMI internazionali che desiderano espandere le proprie attività in questo settore.

 

Fonti

https://www.qld.gov.au/environment/circular-economy-waste-reduction/data-reports/recycling-waste

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/resource-recovery

 

L’export delle machine Meccaniche dall’Italia all’Australia

L'export delle macchine di meccanica di precisione dall'Italia all'Australia rappresenta un settore strategico e in costante evoluzione, testimoniando l’eccellenza tecnologica e la qualità che l'industria italiana è in grado di offrire ai mercati internazionali. L’Italia è riconosciuta in tutto il mondo per la sua competenza nella produzione di macchinari industriali avanzati, tra cui quelli destinati alla lavorazione dei metalli, all’automazione industriale e a settori ad alta specializzazione come quello aerospaziale e medicale.

Nel 2023, l'export di macchinari dall'Italia all'Australia ha continuato a crescere, con un valore di circa 6,19 miliardi di dollari. Questo valore include una vasta gamma di prodotti, tra cui macchinari industriali, che rappresentano una parte significativa delle esportazioni italiane verso l'Australia. Le esportazioni di macchinari italiani sono cresciute di 2,88% rispetto al 2018, segnando un consolidamento delle opportunità di mercato.

Nel dettaglio, macchinari per la lavorazione dei metalli, inclusi torni, fresatrici e macchine utensili, sono tra i prodotti più richiesti dalle aziende australiane. Queste macchine sono utilizzate nelle fabbriche australiane per migliorare la produzione di componenti industriali e metalli, con una domanda crescente anche nell'industria automobilistica e aerospaziale.

Con l’Australia sempre più focalizzata su politiche ambientali e sull’efficienza energetica, le soluzioni italiane per l’automazione sostenibile e l’efficienza energetica nelle macchine di precisione potrebbero diventare un punto di forza nelle esportazioni italiane. Le tecnologie che permettono di ridurre i consumi energetici o migliorare i processi produttivi in modo ecologico stanno guadagnando importanza nel mercato australiano.

Le Olimpiadi del 2032 in Australia offrono significative opportunità per le imprese italiane, soprattutto nei settori della meccanica di precisione e delle tecnologie avanzate. L’evento stimolerà un massiccio investimento in infrastrutture, con la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e infrastrutture di trasporto, creando una forte domanda di macchinari per la costruzione e tecnologie di precisione italiane. Le soluzioni italiane per la lavorazione dei metalli e l’automazione industriale saranno particolarmente richieste per garantire la qualità e l’efficienza nella realizzazione di queste strutture

 

Fonti

https://oec.world/en

https://www.istat.it/en/

https://policy.trade.ec.europa.eu/eu-trade-relationships-country-and-region/countries-and-regions/australia_en

 

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 30 Giugno 2025
Lunedì 30 Giugno 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Analisi del mercato edile a Brisbane

Il mercato edilizio di Brisbane, capitale del Queensland, ha registrato una crescita significativa nel 2025, grazie a una combinazione di fattori chiave. La pipeline edilizia del Queensland, che nel 2024-2025 era di circa 53 miliardi di dollari, è destinata a crescere fino a un picco di 77 miliardi di dollari entro il 2026-2027, alimentata da investimenti infrastrutturali record e dalla crescente domanda abitativa, legata all’espansione della popolazione e agli eventi preparatori per i Giochi Olimpici del 2032. La Banca Mondiale riporta che il valore aggiunto del settore delle costruzioni in Australia ha superato i 90 miliardi di dollari australiani nel 2024, consolidando ulteriormente il settore come un pilastro fondamentale dell’economia nazionale. Tuttavia, il mercato affronta delle sfide, in particolare la carenza di manodopera qualificata, che si sta facendo sempre più evidente. Nonostante un aumento della forza lavoro del 18% negli ultimi cinque anni, la domanda di artigiani, muratori, carpentieri e tecnici continua a superare l’offerta. Inoltre, i costi dei materiali da costruzione, come acciaio e cemento, sono aumentati notevolmente, causando un incremento generale dei costi di costruzione e mettendo sotto pressione i margini di profitto dei costruttori. Sebbene queste difficoltà possano rallentare alcuni progetti, le prospettive per il mercato delle costruzioni di Brisbane restano positive. La continua crescita della popolazione e il forte supporto governativo sono fattori che continueranno a sostenere la domanda di nuove abitazioni e progetti commerciali. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare l’andamento dei costi e la disponibilità di manodopera qualificata per assicurare che la città possa affrontare la crescente domanda e soddisfare gli obiettivi di sviluppo. Nonostante le difficoltà, Brisbane si conferma come una delle città australiane più promettenti per il settore edilizio, con opportunità per le imprese italiane di entrare in un mercato in espansione e di contribuire alla crescita di una delle economie più dinamiche al mondo. Investire a Brisbane significa entrare in un mercato solido, favorevole all’impresa, dove l’innovazione e la domanda di soluzioni tecnologiche avanzate sono sempre più centrali per il successo dei progetti. Le imprese italiane nel settore delle costruzioni, dell’ingegneria e dei materiali da costruzione hanno dunque un'opportunità concreta per capitalizzare su questa crescita continua e sfruttare il forte ambiente economico del Queensland.

Fonti:

  • World Bank: Value added by industry (current US$)
  • Queensland Government Statistician's Office
  • Australian Bureau of Statistics (ABS)
  • JLL Research
  • The Access Group Australia

 

Infrastrutture, Smart Cities e Progettazione Urbana nel Queensland

Il Queensland sta vivendo una profonda trasformazione infrastrutturale e urbana, spinta da una rapida crescita della popolazione (soprattutto nel Sud-Est del Queensland), dall’arrivo dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Brisbane 2032 e da un’evoluzione verso città sostenibili, vivibili e tecnologicamente avanzate.

Questo sta generando una crescente domanda di design innovativo, tecnologie verdi, eccellenza ingegneristica e soluzioni urbane intelligenti.

Opportunità per le imprese internazionali includono:

  • Edifici verdi e progettazione resiliente al clima sono sempre più richiesti, con il Brisbane City Council che offre incentivi finanziari agli sviluppatori che integrano caratteristiche di edilizia sostenibile nei loro progetti.
  • I nodi di trasporto sono una delle maggiori preoccupazioni per i residenti del Sud-Est del Queensland, con il documento "Connecting SEQ 2031" del Queensland Cabinet and Ministerial Directory che evidenzia sfide legate alla congestione del traffico, sovraffollamento dei mezzi pubblici e infrastrutture deboli per camminare e andare in bicicletta. Brisbane è stata inoltre classificata come la decima peggior città al mondo per il trasporto pubblico. Per questo motivo, sono necessari miglioramenti nei sistemi di trasporto pubblico intelligenti (autobus, treni, metropolitana, e-mobility), così come corridoi di trasporto sostenibili e infrastrutture ciclabili. Le aziende italiane attive nella tecnologia per la mobilità, nella pianificazione urbana o nell’ingegneria dei trasporti possono inserirsi nei principali progetti urbani del Queensland come Cross River Rail e SEQ City Deal.
  • Anche i grandi progetti infrastrutturali richiedono maggiore attenzione per quanto riguarda scuole, ospedali, zone di energia rinnovabile, autostrade, stadi e riqualificazione delle aree costiere. Progetti di punta come il Cross-River Rail, i green bridges, lo sviluppo degli stadi olimpici e molti altri rappresentano opportunità per aziende attive nei settori delle costruzioni, dell’ingegneria civile, dell’innovazione nei materiali, nonché nei partenariati pubblico-privati.
  • L’urban analytics potrebbe collaborare con i consigli comunali e gli hub di innovazione come The Precinct a Brisbane per migliorare le problematiche legate al traffico, al trasporto pubblico e alle attività edilizie riscontrate nel Queensland.

 

Fonti

https://www.abc.net.au/news/2022-03-21/qld-south-east-qld-city-deal-transport-digital-liveability/100925714

https://www.brisbane.qld.gov.au/building-and-planning/planning-and-design/Urban-design#:~:text=Brisbane%20City%20Council%20recognises%20the,Download%20the

https://cabinet.qld.gov.au/documents/2010/jul/connecting%20seq%202031/Attachments/2%20-%20connectingseqweb02parta%5B1%5D.pdf

https://www.theguardian.com/australia-news/2025/jan/08/brisbane-traffic-congestion-ranked-10th-worst-in-world-but-experts-question-black-box-analysis

 

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 30 Giugno 2025
Martedì 17 Giugno 2025

L’economia di Hong Kong supera le aspettative nel primo trimestre 2025

L’economia di Hong Kong si dimostra ancora una volta robusta e capace di resistere all’incertezza economica e alle tensioni geopolitiche. Nonostante l’attuale guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il PIL di Hong Kong cresce del 3,1% nel primo trimestre 2025, superando le aspettative di crescita dell’intero anno, attestate tra il 2% e il 3%. Questa cifra è superiore anche alla crescita del PIL nel 2024, pari al 2,5%. 

Le ragioni di questa crescita sono molteplici. Una di queste è sicuramente la politica fiscale espansiva. Infatti, la spesa pubblica è cresciuta del 2,1% nell’ultimo trimestre del 2024 e dell’ 1,2% rispetto al 2024 nel primo trimestre del 2025. Questa si è concentrata sugli investimenti nell’infrastruttura, esempi di ciò sono il Sustainable Bond Programme e l’ Infrastructure Bond Programme per finanziare infrastrutture su larga scala e progetti verdi, sul sostegno all'innovazione e alle industrie strategiche, come dimostrato dalla creazione dell’ Innovation and Technology Industry-Oriented Fund (ITIF) da 10 miliardi di HK$ e lo stanziamento di 1 miliardo di HK$ per creare un Istituto di ricerca e sviluppo sull'IA,  e sul sostegno alle PMI e ai settori orientati all'esportazione, centrato sull’immissione di 1,5 miliardi di HK$ nel BUD Fund e nell’Export Marketing and Trade and Industrial Organisation Support Fund

L’aumento del turismo è un altro fattore che ha contribuito alla crescita economica. Da gennaio ad aprile di quest’anno, Hong Kong ha registrato un totale cumulativo di 16 milioni di arrivi di visitatori, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Analizzando, invece, solo il mese di aprile 2025 l’aumento rispetto all’anno scorso è stato pari al 13%, equivalente a 3,8 milioni di visitatori. Sebbene il turismo rappresenti solo l’1,7 % del PIL di Hong Kong, questa crescita sembra promettente. 

La spinta principale alla crescita proviene tuttavia dal commercio estero. Infatti, in vista dell’aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti all’inizio di aprile molte spedizioni sono state anticipate. Ciò ha portato a un aumento delle esportazioni pari all’8,4% rispetto all’anno scorso. L'export dei servizi è invece aumentato del 6.6% nel primo trimestre 2025, spinto da un incremento delle attività finanziarie.  Inoltre, il 12 maggio 2025, gli Stati Uniti e la Cina hanno raggiunto un accordo temporaneo di distensione dei dazi, riducendo le aliquote tariffarie dai livelli punitivi (fino al 125%) di inizio aprile a un più moderato 10%  per un periodo di 90 giorni a partire dal 14 maggio 2025. Questa situazione dovrebbe favorire un ulteriore aumento delle esportazioni di Hong Kong in questo periodo. 

Nonostante le aspettative positive, alcuni analisti evidenziano anche delle preoccupazioni. In primo luogo, ancora non è noto cosa accadrà allo scadere dei 90 giorni di pausa della guerra sui dazi. Infatti, a patto che Stati Uniti e Cina non decidano di accordarsi nuovamente, le tariffe di inizio aprile verranno ristabilite alla fine di questo periodo. Inoltre, la spesa privata è diminuita dell’1,1% in termini reali rispetto all’anno scorso, seguendo un calo marginale dello 0,2% nel trimestre precedente. Ciò preoccupa particolarmente in quanto il consumo privato rappresenta buona parte del PIL di Hong Kong, pari al 67.4% alla fine del 2024. Il governo di Hong Kong ha però già preso azioni per invertire questa tendenza: ha promosso eventi su larga scala e il rilancio dell’Hong Kong Shopping Festival che incentivano non solo il turismo ma anche i consumi interni, ha mantenuto un basso tasso di disoccupazione (3,2%) per sostenere il reddito delle famiglie, e ha potenziato fondi come il BUD Fund e l’E-Commerce Express per supportare il commercio al dettaglio e digitale locale.

Nel complesso, l’economia di Hong Kong ha mostrato una resilienza notevole nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, il mantenimento di questo slancio dipenderà dalla stabilità degli accordi commerciali globali e dalla capacità del governo di rilanciare la domanda interna.

Fonti: 

  1. https://www.scmp.com/news/hong-kong/hong-kong-economy/article/3310649/hong-kongs-economy-grows-31-first-quarter?module=perpetual_scroll_0&pgtype=article
  2. https://www.whitecase.com/insight-alert/united-states-and-china-agree-partially-de-escalate-april-tariffs
  3. https://www.reuters.com/world/asia-pacific/hong-kong-q1-gdp-expands-31-yy-faster-than-forecast-2025-05-02/
  4. https://www.thestandard.com.hk/hong-kong-news/article/302516/Hong-Kong-sees-13pc-growth-in-April-tourist-arrivals-reaching-38m
  5. https://research.hktdc.com/en/article/MzIwNjkzNTY5

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Hong Kong and Macao)

Ultima modifica: Martedì 17 Giugno 2025